24 November, 2024
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“Il Villaggio di Babbo Natale” fa il bis. Dopo il successo della giornata inaugurale di domenica 8 dicembre, che ha visto la presenza di circa 1.200 visitatori, e l’apertura per le scuole nella giornata di ieri, con la partecipazione di tanti giovani studenti di istituti di Domus De Maria, Uta, Villamassargia, Domusnovas e Assemini, domenica 15 dicembre, nel Parco Archeologico di Cannas di Sotto, si svolgerà il secondo appuntamento con una manifestazione capace di richiamare migliaia di persone nella città di Carbonia.

Il villaggio riserverà tante sorprese e novità per i più piccini, che saranno guidati dagli elfi nelle varie casette e stanze, fino ad incontrare il tanto desiderato Babbo Natale con i suoi doni.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione culturale Sturmtruppen, in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del comune di Carbonia.

Il “Villaggio di Babbo Natale” vi aspetta nei seguenti orari di apertura nelle date del 15, 21 e 22 dicembre: la mattina dalle 9.30 alle 12.30, il pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30.

 

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Continuano senza soluzione di continuità le iniziative a sfondo natalizio promosse in tutta la città, nei suoi quartieri, nelle sue periferie e nelle sue frazioni.

Il Comitato di Quartiere “Carbonia Nord” ha organizzato, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, “Natale col Quartiere”, un evento in programma domenica 15 dicembre in piazza 1° Maggio. La scaletta prevede, alle ore 9.00, l’allestimento di un albero di Natale addobbato da decine di cittadine provenienti da Carbonia e da svariati paesi del territorio, tra cui Carloforte, Matzaccara, San Giovanni Suergiu e finanche da Milano.

L’albero verrà abbellito in modo originale e caratteristico con la realizzazione a uncinetto di drappi di lana colorata appositamente assemblati.

«Un lavoro di squadra encomiabile, che denota l’amore per la propria città e lo spirito al servizio della propria comunità da parte di tante cittadine che da diverse settimane sono impegnate nella decorazione di una struttura che si annuncia bellissima», ha evidenziato il sindaco Paola Massidda.

I festeggiamenti proseguiranno nel pomeriggio, alle ore 15.30, con il mercatino dedicato ai bambini che potranno scambiare tra loro giochi e giocattoli. La serata avrà il suo apice alle ore 17.00, quando si accenderanno le luci sull’Albero di Natale ed i bambini potranno fare merenda insieme ai propri cari.

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«Caro giovane concittadino, sono Paola Massidda, il Sindaco della città dove abiti e risiedi, Carbonia.

Ti scrivo questa lettera per invitarti all’iniziativa “Alberi per il Futuro”, in cui tanti volontari pianteranno un albero per ogni bambino nato nel 2018. Ebbene, con grande piacere ti comunico che tu sei uno di questi e a te dedicheremo questo piccolo omaggio nella consapevolezza che “chi pianta un albero mette radici nel domani”.

Con l’augurio che in quel domani e in quel futuro tu possa essere protagonista.

Ti aspetto sabato 14 dicembre alle ore 10.00 in piazza Giorgio Carta a Cortoghiana.

Un caro saluto a te e alla tua famiglia.»

Con queste parole il sindaco Paola Massidda ha invitato 25 famiglie dei bimbi nati nei primi mesi del 2018 a partecipare alla giornata inaugurale di “Alberi per il Futuro 2019”, in programma domani, sabato 14 dicembre, alle ore 10.00, in piazza Carta a Cortoghiana. La campagna di piantumazione prevede la messa a dimora di un albero per ciascun bambino di Carbonia nato nel 2018. L’evento è organizzato dal comune di Carbonia e fa seguito alle precedenti edizioni del 2017 e 2018.

“Alberi per il Futuro” si svolgerà in tre differenti giornate: sabato 14, sabato 21 e sabato 28 dicembre nell’area di piazza Carta, futuro polmone verde della città, in cui verranno piantati complessivamente 111 alberi, pari al numero di piccini venuti alla luce nel 2018. Si comincia sabato 14 dicembre con gli inviti che sono stati recapitati alle 25 famiglie dei bimbi nati nei primi mesi del 2018, cui seguiranno gli inviti per le giornate del 21 e del 28 dicembre indirizzati ai genitori dei neonati nei mesi successivi.

Il sindaco Paola Massidda e l’assessore dell’Ambiente Gian Luca Lai invitano tutti i cittadini, le associazioni, gli studenti e i vivaisti a partecipare a un’azione concreta di cittadinanza attiva, che consentirà di incrementare il patrimonio verde della nostra città.

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Venerdì 20 dicembre, alle 16.00, presso il MAB, Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco, verrà presentato al pubblico il libro “Il Paese dei cuori”, alla presenza degli autori, il dottor Roberto Tumbarello e la dottoressa Sabrina Montis. L’archeologia e la storia di Sardegna incontrano la cardiologia e i suoi professionisti. Non è facile spiegare ai bambini le cardiopatie congenite (difetti di più frequente riscontro in epoca neonatale), ma il direttore del reparto di Cardiologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera G. Brotzu di Cagliari, dottor Roberto Tumbarello, ed i suoi collaboratori, ci sono riusciti, utilizzando come collante l’antica storia di Sardegna, dei suoi abitanti e dei loro nuraghi. Leggendo questo bellissimo libro, i bambini e non solo scopriranno tante importanti nozioni sull’organo vitale del loro corpo, il cuore, e lo faranno in modo ludico e divertente.

Il libro non ha un prezzo di vendita: può essere devoluta un’offerta che andrà a sovvenzionare il reparto di cardiologia pediatrica dell’azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari, centro di riferimento in Sardegna per la diagnosi e la cura delle cardiopatie congenite. Tale reparto dell’ospedale Brotzu rappresenta un modello di “ospedale – non ospedale” nel quale sofisticate attrezzature tecnologiche sono mascherate da un ambiente confortevole e perfettamente integrate con tecnologie psicologiche (come l’ipnosi e la Pet Therapy) che aiutano a vivere la propria cardiopatia in maniera meno traumatica.

 

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Fine settimana all’insegna della Cultura e dell’intrattenimento per i più piccoli. Tornano gli appuntamenti de “Il Villaggio di Natale a Sant’Antioco”, in programma dal 7 dicembre al 6 gennaio 2020. Domani, sabato 14 dicembre, in Piazza Umberto, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17 alle 20.00, apertura della Fiera mercato con le sue venti casette in legno e laboratori dedicati ai bambini nella “Casa dei giochi”. In Piazza Italia, dalle 17.00 alle 20.00, apertura del “Giardino delle Fiabe” ed incontro con Babbo Natale nel suo Igloo con animazione per bambini e ragazzi e, nello specifico, lo spettacolo di Andrea Fiori: “Pinocchio e Mangiafuoco”. E poi un importante momento culturale, divenuto ormai una tradizione: alle 17.00 è in programma l’inaugurazione della mostra “I Presepi nell’isola” e del presepe dell’artista antiochense Gianni Salidu, nel Corso Vittorio Emanuele, con la partecipazione del coro polifonico “Chorodìa voci di Sardegna”.

Animazione per i più piccoli anche nella giornata di domenica 15: si conferma l’apertura della Fiera mercato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00, e del Giardino delle Fiabe, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00. E quindi l’animazione per i più piccini: spettacolo di magia con il Mago Lupin in compagnia di Cappuccetto Rosso. E infine tantissima animazione in via Nazionale, che sarà eccezionalmente chiusa al traffico, dalle 9.00 alle 21.00, per una giornata di divertimento e shopping: in particolare, si segnala, dalle 18.00 alle 20.00, la compagnia del due comico “Cossu&Zara”.

 

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La prima edizione dell’International Gramsci Festival è stata inaugurata con la riapertura della Casa Museo, dopo sette mesi di inattività. A spalancare il portone ed entrare per primo nell’edificio (fresco di ristrutturazioni) è stato Antonio Gramsci jr che, al fianco del direttore Paolo Piquereddu, ha illustrato l’originale mostra fotografica allestita al primo piano con 45 immagini della “Famiglia Schucht”.

«Una mostra su Gramsci non c’era mai stata nemmeno nell’Unione Sovietica – ha affermato il nipote del grande pensatore -. In Russia è stata predisposta per la prima volta proprio quest’anno grazie all’appoggio della fondazione Gramsci di Roma, e mi è stata data la possibilità di lavorarci tanto. Ho riesaminato l’archivio familiare e tutti i documenti, alcuni dei quali sono stati ripresi dagli archivi del Comintern, e abbiamo scannerizzato tutto. Poi lo scorso anno, quando sono venuto a Ghilarza, è nata l’idea di portarvi questo bel progetto. È una grande emozione essere tornato qui, ci venni per la prima volta negli anni settanta con mio padre, poi ho studiato la musica a Santulussurgiu. Mi sento molto legato a questo territorio.»

Alcune foto sono inedite e rarissime, come il ritratto del trisnonno Alexander Schucht nella divisa da generale. C’è anche un’immagine del castello appartenuto alla famiglia, una casata nobile russa di origini tedesche. “Nonno Antonio” nel 1923 aveva sposato Giulia, dalla quale ebbe due figli, Delio e Giuliano. Di quest’ultimo è figlio Antonio jr.

Tra i preziosi documenti è esposto il certificato di battesimo della sorella di Giulia, firmato Vladimir Ilyich Ulyanov, il nome completo di Lenin. «Quando ha fatto il prete ha battezzato una mia parente», ha scherzato Antonio di fronte al pubblico numeroso.

Mentre alcune foto sono piuttosto antiche, risalenti addirittura a metà ottocento, una delle ultime ritrae Antonio jr bambino con suo padre per un “lasciapassare congiunto”. «La nostra famiglia non ha sentito su di sé le repressioni di Stalin – ha affermato nell’illustrare la mostra – è stata risparmiata probabilmente proprio grazie agli stretti legami con Gramsci».

All’ingresso del museo è stata presentata anche l’opera In punta di ago, un frammento di vita”, un libro realizzato dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois, dedicato alla vita da studente di Gramsci a Torino, mentre nei locali rinnovati dell’ex sede del PCI è stata allestita la mostraGlobal Gramsci con le illustrazioni di Agostino Iacurci, in cui l’immagine del filosofo si presenta quasi come un’icona pop a livello planetario.

In avvio della manifestazione alla Torre aragonese, il presidente della Fondazione Casa Museo, Giorgio Macciotta ed il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu, hanno illustrato il progetto destinato ad avere uno sviluppo ben più ambizioso, grazie al milione di euro ottenuto con la programmazione territoriale. Il concorso di progettazione che porterà alla realizzazione del polo museale sarà bandito la prossima settimana.

Intanto il festival sta coinvolgendo tutta la cittadina del Guilcer, dai negozi che ospitano “Le parole di Gramsci” alle strade dove campeggiano gigantografie in bianco e nero che raccontano “I luoghi gramsciani”.

Stasera (13 dicembre) dalle 17.00 tra gli ospiti più attesi del festival giungeranno lo scrittore irlandese Sam Millar con Seba Pezzani e subito dopo il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick.

Il programma di sabato (14 dicembre). Domani alle 10 la Torre Aragonese farà da teatro a una lettura comparata tra le Lettere dal carcere di Nelson Mandela e quelle di Antonio Gramsci. All’evento, patrocinato dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia, parteciperanno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, e Seba Pezzani, traduttore del testo, in compagnia di Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma.

Alle 17.00, l’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, racconterà il suo percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale. Prino interloquirà con il sociologo Gianfranco Oppo (già garante dei diritti delle persone detenute nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro) e con i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30, all’Auditorium comunale di viale Antonio Carta, il regista ed attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Igiene, della Sanità e dell’Assistenza sociale, Mario Nieddu, nel corso dell’ultima seduta, ha approvato in via definitiva le misure attuative del Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza, per l’anno 2019.

«Le condizioni di povertà e dipendenza economica, soprattutto in presenza di figli minori – spiega Mario Nieddu possono costituire ostacoli che rischiano di incatenare le donne al circuito della violenza. Attraverso il sostegno economico e l’inserimento in programmi personalizzati, orientati alla formazione e al lavoro, le vittime possono iniziare un nuovo percorso e affrancarsi da una vita di abusi.»

Tra i provvedimenti indicati nella delibera l’assegnazione delle risorse (300mila euro) ai Comuni che già ospitano i centri antiviolenza (Olbia, Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano), mentre l’attuazione della misura in tutte le sue fasi (dalla ricognizione del fabbisogno, alla redazione dei progetti personalizzati, nonché il loro monitoraggio e rendicontazione) è affidata agli Ambiti Plus (Piani Locali Unitari dei Servizi alla Persona).

Il sussidio economico mensile sarà determinato a seconda dei casi.

«Si parte da un minimo di 780 euro per le donne sole – precisa l’assessore regionale della Sanità – e l’importo varierà in presenza di figli o disabilità a carico del genitore o del minore. La durata del Reddito di Libertà, così come dei piani personalizzati, è determinata in fase di progettazione e va da un minimo di dodici a un massimo di trentasei mesi.»

In Italia sono circa 500mila le donne vittime di violenza.

«La rete regionale di protezione – conclude l’assessore regionale della Sanità – è pienamente operativa. Abbiamo rifinanziato i centri antiviolenza e le case d’accoglienza con 1,5 milioni di euro e proseguiamo sulla strada tracciata dando nuovo impulso a uno strumento importante nella lotta alla violenza di genere.»

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Sono in corso di svolgiment.o, sul campo sportivo di via Giovanni Maria Angioy, a Carbonia, i quarti finali della 57ª edizione della Coppa Santa Barbara-Trofeo Aldo Carboni, il torneo giovanile – riservato alla categoria Allievi – più antico della Sardegna, la cui prima edizione risale al 1963.

«Si tratta di una competizione che storicamente rappresenta un volano per la promozione dell’immagine della nostra città in campo sportivo e una vetrina per tanti talenti del calcio locale», ha commentato il sindaco, Paola Massidda.

L’evento è stato organizzato dalla delegazione provinciale di Carbonia Iglesias della Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia.

I promotori dell’iniziativa ricorderanno con una targa, intitolata “Squadra del Cuore”, la figura di Vincenzo D’Errico, «una personalità di rilievo per la nostra città, distintasi per aver prestato il suo servizio allo Stato nell’Arma dei Carabinieri e per il suo pluridecennale impegno nel mondo dello sport in qualità di collaboratore della Figc locale», ha sottolineato l’assessore dello Sport Valerio Piria.

La tradizionale finale del torneo si disputerà il giorno di Santo Stefano, giovedì 26 dicembre, alle ore 10.00.

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Sant’Antioco è pronta per un nuovo ed entusiasmante progetto artistico, la cui direzione è affidata a colui che ha realizzato il ritratto dell’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama giudicato nel 2010 il migliore tra i venti in esposizione alla Casa Bianca e oggi appartenente alla “Permanent Collection of White House”. L’artista d’eccezione, della cui collaborazione Sant’Antioco si fregia, è Giorgio Casu, sardo di San Gavino Monreale, di comprovata fama ed esperienza internazionale, esecutore di murales in Messico e Sardegna ma anche a Miami, New York, Los Angeles, Costa Rica, Serbia, India e Australia. Mentre il progetto di cui Casu curerà la direzione artistica è “Street Art e riqualificazione urbana”, una delle azioni rientranti nel più ampio “Museo Diffuso”, il cui obiettivo principale è dare una nuova immagine ad angoli del centro città ma anche ad alcune aree periferiche in attuale stato di abbandono e degrado, migliorando il paesaggio e il decoro urbano grazie all’espressione artistico-creativa dei partecipanti: artisti professionisti o emergenti, scuole e associazioni. L’artista di San Gaviano Monreale che ha conquistato New York (tanto che uno dei suoi dipinti più celebri, “The Owl”, è stato esposto a Times Square, uno dei maggiori incroci del distretto newyorkese di Manhattan) non solo curerà la direzione di “Street Art”, ma ne realizzerà anche la prima opera, lasciando in maniera indelebile la sua “firma” in un angolo della città di Sant’Antioco.

«Per noi è un orgoglio poter collaborare con Giorgio Casu – commenta il sindaco Ignazio Locci – la sua fama lo precede. Nel 2017, quando mi sono insediato alla guida della città, l’ho contattato, incontrandolo a Sant’Antioco e illustrandogli il progetto che già da allora avevamo in animo di realizzare. E oggi, a distanza di due anni, possiamo dire di aver centrato l’obiettivo, varando “Street Art e riqualificazione urbana” con la sua direzione artistica. È un progetto di grande valenza che ci consentirà di riqualificare e ridare decoro a molteplici angoli della nostra città. E in più, offrirà la possibilità agli studenti e ai giovani artisti emergenti di Sant’Antioco, di dare sfogo al proprio estro creativo nell’ambito di un progetto valido, con regole chiare e dai confini ben definiti, sotto lo sguardo attento di un vero maestro della Street Art.»

Gli artisti o le scuole o le associazioni potranno proporre delle idee progettuali tali da migliorare l’arredo urbano (applicazioni e pitture) da realizzare su segnaletica orizzontale, muretti, cabine elettriche, scale, ringhiere, panchine, barriere New Jersey, eccetera. Tutti luoghi già inseriti in un catalogo di spazi redatto dal comune di Sant’Antioco. Una commissione interna al Municipio (già costituita) insieme al Direttore artistico, valuterà la fattibilità dell’opera. A breve verrà reso noto il catalogo degli spazi disponibili e contestualmente sarà pubblicata la manifestazione d’interesse per la partecipazione di artisti, scuole o cittadini.

 

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Da Gavoi all’Antartide. Per tredici mesi di fila. L’ultima tappa del viaggio di Skillellé invita a incontrare, nella sua lunga carrellata di ospiti, Marco Buttu, ingegnere elettrotecnico e ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, protagonista di un’avventura incredibile che lo ha visto per tredici mesi vivere in uno dei luoghi più freddi e inospitali del pianeta: il promontorio Dome-C dell’Altopiano Antartico.

Di quei giorni di ghiaccio, dove le forme di vita non esistono, dove tutto è bianco, piatto, freddo, Marco Buttu ha scritto un libro “Marte Bianco. Nel cuore dell’Antartide. Un anno ai confini della vita” (Edizioni LSWR), che sarà presentato all’interno del progetto “Skillellé. Pronti per il mondo” selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, sabato 14 dicembre, al liceo Eleonora d’Arborea di Cagliari, alle ore 11.30.

L’ultimo appuntamento dell’azione Skill4life del 2019, intende dunque preparare i ragazzi ad essere autenticamente pronti al mondo, provare ad immaginare l’immersione in un’esperienza situata ai limiti di ciò che è comunemente definito umano grazie al racconto di questo scienziato sardo, che per 97 lunghi giorni ha addirittura vissuto senza mai vedere la luce in uno dei luoghi più inospitali del pianeta. «Non scorderò mai l’arrivo alla base – racconta -. Dopo quattro ore di volo e 1.100 chilometri di ghiaccio è comparso un puntino: la base Concordia. Solo allora ho capito quanto sarei stato isolato».

La base italo-francese Concordia, inserita nel Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, è una stazione minuscola persa nella piattezza di uno degli spazi più freddi del pianeta, una sterminata superficie di ghiaccio dove è carente l’ossigeno e dove le temperature crollano sotto gli ottanta gradi. Assieme ad altri 12 ricercatori, sette italiani e cinque francesi, Marco Buttu ha dovuto imparare a vivere in condizioni estreme mettendo in campo strategie vitali di relazione ed equilibri interni.

Un testimone davvero speciale, dunque, un esempio di rara sensibilità rivolta all’ascolto di sé e del mondo circostante, anche quando il mondo in cui si vive è un deserto buio privo di vita. Una narrazione non sempre facile ma sicuramente capace di dare corpo a un’esperienza umana, profondamente umana, oltre ogni disumana condizione.