27 November, 2024
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«Quest’estate abbiamo assistito alla chiusura temporanea del Pronto soccorso e del reparto di Medicina, nei quali l’attività è stata sospesa per venti giorni ad agosto a causa della mancanza di medici. Oggi, la situazione si ripete e va a peggiorare, il Pronto soccorso dell’ospedale Delogu di Ghilarza è stato nuovamente chiuso ma stavolta a tempo indeterminato perché le problematiche relative all’esiguo numero di professionisti in servizio non sono mai state risolte. I pazienti continuano a vivere nell’incertezza e dall’assessore alla Sanità Nieddu, nel frattempo, non è arrivato alcun tipo di rassicurazione. Ieri, come se non bastasse, è arrivata anche la beffa, dal momento che il pronto soccorso ha riaperto soltanto per poche ore. Un medico avrebbe preso servizio alle 8 per poi sospenderlo intorno alle 12. Un episodio che ha dell’inverosimile, non chiaro e ancora incomprensibile.»

Questo l’intervento dei consiglieri regionali Alessandro Solinas del M5S, che lunedì scorso ha partecipato alla visita della Commissione Sanità all’ospedale San Martino di Oristano, ed Eugenio Lai di Leu.

«La chiusura del Pronto soccorso è la punta dell’iceberg tra le tante criticità che stanno mettendo in ginocchio la sanità dell’Oristanese – aggiungono i due consiglieri regionali di minoranza -. Anche il reparto di Emodinamica dell’ospedale San Martino di Oristano è ancora chiuso. Come denunciato anche dai primari della struttura, la situazione è al collasso. Sono stati gli stessi primari, in occasione della recente visita della Commissione Sanità, a rivolgere un accorato appello alla Regione affinché vengano risolte le numerose criticità che impediscono loro di lavorare.»

Alle voci dei primari si sono unite anche quelle dei sindaci della zona, che assieme ai consiglieri regionali Alessandro Solinas (M5S) ed Eugenio Lai (Leu) hanno chiesto l’intervento del ministro alla Salute, Roberto Speranza.

«La Sanità oristanese è in ginocchio, bisogna intervenire per risolvere le emergenze più immediate, come la riapertura del reparto di Emodinamica. È impensabile – concludono Alessandro Solinas ed Eugenio Lai – che un cittadino che presenti un problema cardiaco a Oristano debba rischiare la vita per l’inefficienza di questo governo regionale.»

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«Riconfermare le risorse strutturali per la categoria, incrementare gli investimenti per sostituire il parco veicolare più vetusto ed inquinante e accompagnare la transizione ecologica nell’Autotrasporto dando tempi adeguati alle imprese sono interventi importantissimi in questa specifica congiuntura economica e politica. Restano poi imprescindibili la pubblicazione dei valori indicativi di riferimento per le tariffe e l’efficacia della norma sui tempi di pagamento degli autotrasportatori, per restituire in tempi brevi competitività e redditività ai servizi di autotrasporto in questo Paese. L’esternalizzazione delle revisioni dei mezzi pesanti ai privati permetterà di contenere costi e rischi scaricati oggi sul sistema delle imprese.»

Così Valentina Codonesu, responsabile CNA FITA Sardegna, interviene in merito al protocollo d’intesa siglato ieri 19 novembre tra le associazioni dell’Autotrasporto riunite in UNATRAS ed il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, cui è seguita la decisione di sospendere le procedure per il fermo dei servizi in attesa che gli impegni vengano attuati concretamente nelle prossime settimane.

Il documento si articola in più punti, alcuni dei quali prendono impegni precisi e altri rinviano le questioni a Tavoli tecnici che saranno attivati dalla prossima settimana.

«La sospensione del fermo riconosce l’impegno del ministro dei Trasporti sui temi evidenziati e dimostra il senso di responsabilità che gli autotrasportatori riservano ad un Paese in costante emergenza, ma non è sufficiente un protocollo di intesa – evidenzia Franco Pinna, vicepresidente nazionale e presidente regionale CNA FITA -. Vigileremo sull’attuazione dei punti dell’accordo già dai prossimi incontri tecnici e dagli emendamenti alla bozza di Legge di Bilancio nazionale che ci garantiscano le risorse pattuite, perché abbiamo bisogno di fatti e risposte concrete e veloci, non solo di parole scritte sulla carta. Noi meritiamo lo stesso senso di responsabilità ed attenzione che riserviamo a questo Paese.»

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«La classe politica non può mistificare la realtà sostenendo banalmente che i cavi di Terna sostituiscono la dorsale di trasporto del metano.»
Lo sostiene il segretario generale della Uiltec Sardegna, Pierluigi Loi.

«E’ necessario che il ministero dello Sviluppo economico dia finalmente una risposta chiara al fatto che in Sardegna l’energia termica costi di più rispetto al resto d’Italia. E’ una risposta dovuta sia per i bacini di utenza industriale che per quelli di utenza civile», aggiunge Pierluigi Loi.

Quanto alla transizione energetica e sostituzione del carbone con altre fonti, secondo il segretario della Uiltec Sardegna, questa inevitabilmente deve passare attraverso la metanizzazione dell’isola.

«Tutti, a partire dalla politica nazionale, devono prendere responsabilmente coscienza del problema e dare risposte concrete senza farsi prendere dalla sindrome dello slogan ambientale di comodo, per prendere ancora tempo – conclude Pierluigi Loi -: la nostra regione ha bisogno di fatti concreti.»

 

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…«Diritto al lavoro costituzionalmente garantito ai cittadini per condurre un’esistenza libera e dignitosa»… E’ la richiesta della consigliera regionale M5S Carla Cuccu, segretaria della Commissione Sanità, in una nuova interrogazione rivolta al presidente Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu.

Carla Cuccu interviene a sostegno dei lavoratori dipendenti delle cooperative che gestiscono i servizi di CUP, ticket, centralino e supporto amministrativo dell’ASSL di Cagliari, una parte esternalizzati ed alcuni in proroga e in scadenza al 30 novembre 2019.

«Nonostante le richieste delle Organizzazioni Sindacali ad ATS del 6 settembre e del 15 novembre 2019, a soli 11 giorni alla data del 30 novembre, i lavoratori delle cooperative non sanno ancora se continueranno ad avere un lavoro o se andranno ad integrare le già copiose sacche di disoccupazione che ormai caratterizzano la Sardegna. Il governo regionale non dà risposte; parrebbe essere affetto da un morbo soporifero di cui, ancora, non si sarebbe trovato l’antidoto. E’ doveroso – conclude Carla Cuccu -, che l’Amministrazione regionale si pronunci senza ulteriore indugio e renda effettivo il diritto al lavoro anche a questi lavoratori essenziali per rendere efficiente la sanità pubblica regionale.»

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«La maggioranza affronta la questione del Piano Casa con totale superficialità. Manca poco più di un mese alla scadenza delle proroghe ma ancora oggi non esiste una sintesi tra le idee della Giunta e quella dei partiti di maggioranza. Vorremmo poter dire che quella raccontata nelle assemblee pubbliche dall’Assessore all’Urbanistica sia “la proposta della Giunta regionale”, approvata dall’esecutivo e resa nota tutti, quantomeno agli alleati in Consiglio regionale. In questo caso sarebbe la terza proposta del centrodestra sul Piano Casa. Invece, ancora una volta, prendiamo atto che da viale Trento ancora oggi giungono solo ipotesi e idee.»

Lo scrivono, in una nota, Maria Laura Orrù e Antonio Piu, componenti IV Commissione del Consiglio regionale.

«E’ evidente che in attesa che si materializzi anche un testo della Giunta i lavori della Commissione Urbanistica saranno destinati a bloccarsi per lungo tempo. Considerati i tempi resi stretti dall’impasse che regna tra le forze di governo regionale, sarà impossibile lavorare per vedere una nuova legge approvata entro l’anno. Consigliamo alla maggioranza di calendarizzare subito la proroga del Piano Casa, approvato dal centrosinistra nella scorsa legislatura e prorogato dal centrodestra in questa legislatura. E’ una misura attesa che darebbe certezze a famiglie, imprese e professionisti – aggiungono Maria Laura Orrù e Antonio Piu -. Purtroppo, dubitiamo fortemente che questa maggioranza sia capace di fare di più, considerando i ritmi rilassati a cui ci ha abituati e che hanno portato il Consiglio regionale a legiferare, nonostante le urgenze su tutti i settori, al ritmo di una leggina al mese. Di questo l’Assessore Sanna certamente non potrà farne una colpa ai funzionari pubblici che svolgono il loro dovere sulla base delle norme vigenti. Piuttosto dia l’esempio, l’esponente della Giunta, e si faccia portavoce nell’esecutivo regionale della necessità di darsi una mossa, iniziando dal fornire indirizzi chiari alla macchina regionale.»

«La Commissione nel frattempo calendarizzi subito le audizioni sui testi depositati a partire dal CAL, ANCI, rete delle professioni e associazioni, perché siamo totalmente contrari all’idea che su temi delicati come quelli legati all’urbanistica, in particolare quando impattano sulla fascia costiera o sull’agro, siano approvate leggi in fretta e furia con la scadenza alle porte. Non vorremmo che si saltassero passaggi fondamentali e che si arrivasse in Aula con un testo privo di alcuna istruttoria, con vizi di legittimità – concludono Maria Laura Orrù e Antonio Piu -, o con errori grossolani come già avvenuto con altri disegni di legge proposti dalla Giunta per l’approvazione in Consiglio regionale.»

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Più certezze per gli operatori balneari in Sardegna. La Lega ha presentato una proposta per un parziale riordino della legge n.45/1989 relativa alle “Norme per l’uso e la tutela del territorio regionale”. Con questa proposta intende supportare l’attività degli operatori balneari consentendo a chi opera sulle spiagge sarde di fornire un servizio anche durante la stagione invernale.
La norma copre un vuoto normativo che è emerso dopo l’approvazione della legge statale n. 145 del 2018 che supera quanto finora previsto nelle linee guida per la redazione del PUL datate 2010,  estendendo di fatto le concessioni demaniali marittime di 15 anni.

«Gran parte dei litorali della Sardegna possono essere goduti tutto l’anno – dichiara Andrea Piras, primo firmatario della proposta di legge – non è affatto raro vedere persone che durante l’inverno utilizzano la spiaggia per attività sportive che necessitano di spazi dedicati sia alla ristorazione che a servizi primari per la persona.»
«L’intento è quello di garantire agli operatori balneari – prosegue Michele Ennas membro della Commissione IV che avrà il compito di esaminare la proposta di legge – di rendere produttiva anche la stagione invernale consentendo di mantenere le strutture utilizzate a supporto dell’attività della stagione balneare estiva anche per attività diverse da quelle ludico sportive.»
«L’obiettivo è quello di consentire ai sardi e non di godere delle nostre spiagge senza limiti di stagione», concludono Andrea Piras e Michele Ennas.

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La commissione Ambiente presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha raccolto il contributo di alcuni esperti sul problema della posidonia piaggiata, nel quadro delle audizioni collegate all’esame della proposta di Legge (Mula e più) sulla disciplina della materia.

Il prof. Sandro Demuro dell’Università di Cagliari, dopo aver ricordato che il mondo scientifico studia con attenzione il fenomeno dai primi anni 2000, ha messo l’accento sul fatto che la posidonia rappresenta un elemento fondamentale del tessuto che compone la spiaggia, un contesto ambientale ad assetto dinamico sottoposto ad importanti cambiamenti. Per questo, ha aggiunto, l’utilizzo di mezzi pesanti per la rimozione del materiale o per il livellamento dell’arenile è molto dannoso per l’equilibrio complessivo dei siti e determina una accelerazione dei fenomeni di erosione.

I nostri studi hanno dimostrato, ha concluso, che ogni spiaggia ha caratteristiche diverse ed ogni intervento deve essere progettato nel rispetto di queste specificità; per usare un termine comune, ciascuna spiaggia dovrebbe avere il suo “direttore dei lavori” nell’ambito di un progetto di rivalorizzazione di questo grande patrimonio.

Giovanni De Falco, ricercatore del Cnr di Oristano, ha sottolineato l’importanza di individuare un soggetto istituzionale, oggi assente sia in Sardegna che nel Mediterraneo, al quale affidare la governance del fenomeno per mettere a punto buone pratiche comuni sia per quanto riguarda l’uso di mezzi a basso impatto che per la predisposizione di progetti di classificazione e gestione delle spiagge.

Giuseppe De Lucia, sempre del Cnr, ha sostenuto che preservare le spiagge significa intervenire in modo corretto su un eco-sistema molto più ampio che comprende il mare, gli ambienti limitrofi, la flora e la fauna. Il ricercatore ha citato a titolo di esempio il caso della tartaruga marina che trova nella spiaggia il suo habitat naturale migliore mentre, al contrario, il livellamento dell’arenile toglie aria alle uova nel periodo della deposizione.

In rappresentanza dell’ordine dei Geologi della Sardegna, Giovanni Tilocca si è soffermato sulla generale sottovalutazione del problema (ignorato dagli stessi Pul-Piani di utilizzo dei litorali) da parte del legislatore nazionale e regionale, che nella Regione e nello specifico della rimozione della posidonia ha lasciato troppo spazio a procedure di silenzio-assenso e, di fatto, ha concentrato la responsabilità sul conduttore del mezzo meccanico che ha effettuato l’intervento. Per voltare pagina, ha concluso, è necessario introdurre fra l’altro il concetto di manutenzione del demanio marittimo nell’ottica di una nuova pianificazione costiera.

Il responsabile scientifico di Legambiente Vincenzo Tiana si è detto soddisfatto che la Sardegna (che ha 1.897 km di coste e 1.430 di spiagge), prima Regione d’Italia, abbia deciso di affrontare questo particolare problema ambientale. La Regione, ha auspicato, deve fare un piano di gestione e di tutela di questi siti di pregio il cui destino non può essere affidato solo ai Comuni, che spesso non possiedono né conoscenze adeguate né le risorse per intervenire correttamene. In questi anni, ha proseguito, la comunità scientifica sarda ha studiato molto il fenomeno della posidonia e dei cambiamenti delle spiagge, partecipando anche a progetti di qualità in collaborazione con l’Unione europea ed a campagne di educazione ambientale. Ritengo che questo patrimonio di conoscenze ed esperienze, ha concluso, possa essere molto utile alla Regione per fare una buona legge.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giuseppe Piu e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Roberto Li Gioi del M5S e Franco Mula del Psd’Az, primo firmatario della proposta di legge all’esame della commissione.

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Anche la Sardegna otterrà gli indennizzi per i danni causati agli agricoltori dalle calamità naturali. Lo ha annunciato questo pomeriggio l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, oggi a Roma per partecipare alla riunione della Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni e a un incontro con il ministro Teresa Bellanova. «Si tratta di risorse per oltre un milione e mezzo di euro prelevate dal Fondo di solidarietà nazionale – sottolinea Gabriella Murgia – che serviranno a compensare i danni provocati dal maltempo nelle nostre campagne».

Dalla seduta della Commissione arrivano altre importanti novità. «Abbiamo proposto, con altre Regioni, di applicare al solo comparto ovicaprino il decreto che prevede l’obbligo di monitoraggio della produzione, evitando così appesantimenti burocratici al comparto vaccino e inutili allungamenti nell’approvazione del decreto attuativo che più ci riguarda – spiega Gabriella Murgia -. È un provvedimento particolarmente atteso perché rende operativo il regolamento comunitario del 2013 per quanto riguarda le dichiarazioni obbligatorie nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari. Questo punto sarà inserito all’ordine del giorno della prossima Commissione Politiche agricole, il Ministero nel frattempo ne valuterà l’accoglimento.»

Altro argomento urgente, la velocizzazione dei pagamenti diretti agli agricoltori. «Abbiamo chiesto al direttore di Agea, Gabriele Pagliardini, di accelerare le procedure. Al momento sono bloccate oltre 12mila domande – conclude l’assessore Gabriella Murgia, che ha sollecitato un intervento al ministro Teresa Bellanova anche sul fronte della pesca -. Bisogna valutare la possibilità di prevedere, in caso di fermo biologico disposto per tutelare le specie in sofferenza, come ad esempio il riccio di mare, l’aragosta e altre, interventi di sostegno su misura per garantire la salvaguardia delle risorse marine con giuste compensazioni per i nostri pescatori.»

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L’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari si conferma leader in Sardegna e in Italia nella comunicazione sanitaria social e non solo. La pagina Facebook dell’Aou di Cagliari ha superato i 15.500 fan, mentre l’account Instagram ha ben 4.634 followers.

Numeri da record per un’azienda pubblica, ancora di più per un’azienda sanitaria. «La nostra idea – dice Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’Aou di Cagliari – è che i social siano un ambiente importante per creare un rapporto forte con i cittadini. I social non possono essere usati come  i vecchi medium, cioè solo per dare informazioni: la comunicazione social impone un dialogo costante con un continuo feedback e un rapporto che diventa sempre più forte».

I social stanno diventando sempre di più un luogo dove avere informazioni e poter risolvere i problemi in tempi rapidissimi. «I cittadini – dice ancora Fabrizio Meloni – ci chiedono tantissime informazioni tramite messenger e direct: diamo una risposta a tutti e in tempi rapidissimi. Perché è questo che i cittadini oggi chiedono: velocità e puntualità nelle risposte. Abbattendo ogni barriera, temporale e fisica».

Comunicazione social non significa solo essere presenti sulle piattaforme web. «Per noi – prosegue il responsabile Comunicazione e relazioni esterne – essere social significa usare i metodi social anche nella comunicazione tradizionale: ne è un esempio il progetto Pronto Soccorso comunica, con il servizio di accoglienza del Policlinico Duilio Casula organizzato anche con il supporto del corso di laurea di Scienze della comunicazione, in particolare con gli studenti della professoressa Elisabetta Gola. Comunicare con i cittadini – conclude Fabrizio Meloni – significa essere accanto a loro sempre.»

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Anche il Consiglio regionale della Sardegna aderisce, in occasione del 30° anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, al Progetto dell’Unicef Italia KIDS TAKE OVER.

Gli studenti e le studentesse delle scuole coinvolte nel progetto dell’UNICEF ItaliaLOST IN EDUCATION visiteranno il 29 novembre il palazzo del Consiglio regionale e simuleranno una vera e propria seduta consiliare.

La manifestazione è organizzata dal Consiglio regionale insieme alla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza ed in collaborazione con i Comitati UNICEF di Sassari e Cagliari.

Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha così accolto l’invito della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome che unitariamente hanno deciso di ospitare gli studenti nei rispettivi Parlamenti regionali per condividere con i più giovani le esperienze, il funzionamento dell’organo legislativo e renderli protagonisti della vita istituzionale per un giorno.

«Ringrazio L’Unicef Italia per il coinvolgimento nel progetto Kids Take over – ha detto il presidente Michele Pais – i giovani sono il nostro futuro. Sono lieto di questa occasione per aprire il Consiglio regionale agli studenti. Avvicinare sempre più le Istituzioni alle nuove generazioni è uno degli obiettivi di questa legislatura

Gli studenti dell’Istituto d’istruzione Superiore Pellegrini di Sassari e dell’Istituto Comprensivo Su Planu di Selargius, i due istituti che hanno partecipato al progetto “Lost in Education”, dopo una visita guidata nel Palazzo di via Roma si riuniranno nella sala consiliare e daranno vita a una seduta.

Il progetto “Lost in Education” coinvolge sette regioni italiane: Sardegna, Lazio, Lombardia, Sicilia, Puglia, Liguria e Friuli Venezia Giulia. L’obiettivo è quello di contrastare la povertà educativa e puntare sempre di più sull’educazione di qualità e sul diritto alla partecipazione.