28 September, 2024
Home2019 (Page 107)

[bing_translator]

Il progetto Ciclovie della Sardegna è stato premiato nei giorni scorsi a Torino con il premio “Urbanistica 2019”, consegnato nel corso di Urbanpromo, rassegna nazionale di progetti per il Paese organizzata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, Inu. Si tratta di un riconoscimento di carattere nazionale che premia l’applicazione del principio dello sviluppo sostenibile sia nella pianificazione della città e del territorio, sia nella progettazione e realizzazione degli interventi.

«La Sardegna è stata la prima regione d’Italia ad essersi dotata di un Piano regionale della mobilità ciclistica coerente con la legge nazionale sulla mobilità ciclistica – spiega l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia -. Raccolgo il testimone da chi mi ha preceduto con l’obiettivo di legittimare la mobilità ciclistica e le ciclovie come oggetto strategico delle politiche regionali a testimonianza della volontà di dare dignità particolare alla mobilità ciclistica come forma di trasporto sostenibile.»

Il risultato del progetto, si legge nelle motivazioni finali, «è un processo che risulta innovativo sia da un punto di vista metodologico che da un punto di vista sociale, quest’ultimo rintracciato nella promozione di stili di vita attivi associati alla mobilità sostenibile per l’incremento del benessere psico-fisico degli utenti, nel miglioramento del contesto economico e sociale in territorio marginali in seguito alle nuove occasioni di sviluppo locale diffuso e nell’accessibilità della rete garantita a tutte le categoria di utenti».

A fine estate, l’assessorato dei Lavori pubblici aveva ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’inserimento di una parte consistente della rete ciclabile regionale – lunga 2.200 km in totale – nel Sistema Nazionale delle Ciclovie, con l’assegnazione di 16.662.512,36 euro per la progettazione e la realizzazione della Ciclovia della Sardegna, finanziamento che si è aggiunto  ai 15 milioni già stanziati, di cui 8 di fondi regionali e 7 di fondi POR.

[bing_translator]

Negli ultimi giorni sono stati pubblicati diversi concorsi pubblici per l’assunzione di complessivi 338 profili diplomati e laureati da assumere con contratto a tempo indeterminato.

I concorsi sono così suddivisi:

Comune di Milano: 201 posti di Istruttore Servizi Amministrativi Contabili, che svolge competenze in ambito amministrativo, economico finanziario, progettuale, tecnico-contabile, raccolta elaborazione e analisi dei dati; 72 posti di Geometra, che lavora nell’ambito dell’edilizia e della topografia svolgendo diverse mansioni, identifica, definisce, misura e valuta la proprietà fondiaria ed edilizia pubblica o privata, la superficie e il sottosuolo, opera nel settore urbanistico nonché nella progettazione e nella direzione dei lavori;

Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma: 45 posti di Assistente Amministrativo, che svolge una varietà di compiti amministrativi, quali archiviazione, organizzazione, stesura di documenti, gestione e coordinamento dell’ufficio e anche mansioni riguardanti le Risorse Umane in campi come contabilità, logistica etc.; 20 posti di Collaboratore Amministrativo, che svolge mansioni amministrative ed economico-finanziarie, tecnico-progettuali e culturali, nonché di coordinamento e vigilanza. Le domande di partecipazione devono essere inviate entro …

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_concorsi_nov_2019.html .

[bing_translator]

Il progetto di formazione e riscatto sociale “Liberi nello sport”, organizzato dal CSEN Sardegna, in collaborazione con le direzioni tre degli istituti di pena isolani, taglia il traguardo. Dopo sette mesi di lezioni teoriche e pratiche i trenta detenuti delle carceri di Sassari, Nuoro e Cagliari, coinvolti nel programma, stringeranno fra le mani i loro diplomi di Istruttore di body building e fitness, e le abilitazioni al primo soccorso con l’uso di defibrillatore semiautomatico, conseguite grazie al corso BLSD.

La consegna degli attestati si svolgerà il 4 dicembre nel penitenziario di Sassari, il 5 in quello di Cagliari e il 6 dicembre in quello di Nuoro. Mercoledì 4 dicembre, alla cerimonia che si svolgerà alle ore 10.00 nel carcere di Bancali, alla presenza della direttrice della struttura, Elisa Milanesi, del comandante della Polizia penitenziaria, dei presidenti nazionale e regionale del CSEN, Francesco Proietti e Francesco Corgiolu, sono invitati i giornalisti, ai quali sarà illustrata l’attività svolta nel corso del programma di formazione.

I corsi sono stati suddivisi in quattro moduli formativi per un totale di 56 ore più 4 di esame finale, per far acquisire ai detenuti che hanno aderito al progetto la capacità di progettare un programma di allenamento che integri le fasi di riscaldamento con le fasi di fitness cardiovascolare e/o di dimagrimento con delle attività isotoniche, fino ad arrivare alle fasi di defaticamento, che spesso includono anche lo stretching. Per favorire il processo di insegnamento e apprendimento si è scelto di utilizzare metodologie didattiche attive, comprendenti lezioni frontali, discussioni, dimostrazioni, esercitazioni e tirocinio.

All’interno del progetto il CSEN Sardegna ha fornito alle tre carceri e poi donato il materiale tecnico per poter allestire una palestra utilizzabile da qualsiasi detenuto, e ha regalato anche dell’abbigliamento sportivo a tutti i partecipanti al progetto.

Con il conseguimento del diploma, dieci detenuti per ogni carcere avranno la possibilità di avere un titolo riconosciuto che li proietterà nel mondo del lavoro attraverso lo sport. Con il diploma Nazionale di Istruttore di Body Building e Fitness, infatti,potranno lavorare in tutti quei centri sportivi e non, dove è prevista la figura del Tecnico sportivo. Inoltre, grazie al ciclo di lezioni seguite, i 30 allievi hanno avuto modo di sviluppare un’educazione corporea e motoria per l’affermazione di abitudini sane nella quotidianità carceraria, uscendo dal sedentarismo, la consapevolezza della salute psicofisica, il recupero dello schema corporeo, la valorizzazione espressiva e comunicativa del corpo stesso, nonché la possibilità di acquisire una cultura sportiva fondata sui valori della continuità, della pratica, dell’autodisciplina e dell’aggregazione.

[bing_translator]

E’ dedicato al tema dell’imperfezione come motore dell’evoluzione il nuovo incontro organizzato da “Skillellé-I libri aiutano a leggere il mondo”, un’esplorazione affascinante e impietosa dei meccanismi attraverso cui funzionano i processi evolutivi, a partire da quelli che hanno interessato la specie umana. Protagonista dell’originale lectio, lo scrittore e filosofo della scienza Telmo Pievani, presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica e titolare della prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche all’Università di Padova.

L’incontro, organizzato giovedì 21 novembre, in collaborazione col Festival Pazza Idea e Unistem (Centro di Ricerca Coordinata sulle Cellule Staminali dell’Università degli Studi di Milano) negli spazi del Ghetto, via Santa Croce 18, a Cagliari (ore 20.00) proverà a indagare non solo il percorso evolutivo dell’uomo, ma anche i meccanismi di quel numero incalcolabile di variabili che hanno determinato ciò che oggi siamo, generando l’occasione preziosa di rivolgere lo sguardo a paesaggi di assoluta complessità che da sempre attirano lo sguardo umano.

Ricercatore dalle straordinarie doti comunicative e di raffinata sensibilità nella lettura dell’attualità, gli studi di Telmo Pievani intercettano il campo della scienza evoluzionistica, portata con semplicità ed efficacia all’attenzione dei giovani studenti delle scuole primarie così come ai tavoli dei convegni internazionali, divenendo strumento di disarmante lettura del presente e di riflessione critica sulle derive razziste e discriminatorie che caratterizzano con crescente evidenza i contesti sociali in cui viviamo.

[bing_translator]

Banca Etica e Sardex S.p.a. hanno siglato un nuovo accordo grazie al quale le migliaia di imprese aderenti ai circuiti delle monete complementari in Sardegna e in molte altre regioni possono ora accedere a condizioni vantaggiose ai prestiti e agli altri servizi finanziari – inclusi il microcredito, il crowdfunding, le polizze assicurative – proposti da Banca Etica. L’offerta include anche le persone che lavorano nelle imprese dei circuiti di monete complementari.

«Sardex è una storia di innovazione riuscita in cui la tecnologia risponde a bisogni reali delle comunità e rilancia l’economia territoriale a partire dal fattore più prezioso: la fiducia. Un mix di ingredienti che hanno da subito destato l’interesse di Banca Etica che collabora con Sardex già da qualche anno e che ora ha voluto rilanciare il proprio sostegno stringendo una partnership commerciale per mettere la finanza etica al servizio delle imprese aderenti ai circuiti di monete complementari – spiega Anna Fasano, presidente di Banca Etica in occasione della presentazione – durante Bookcity Milano – del libro di Daniel Tarozzi “Una moneta chiamata fiducia”, edito da Chiarelettere -. E non è un caso se Banca Etica proprio in queste settimane sta lavorando all’apertura della sua prima filiale in Sardegna, a Sassari.»

«Un’altra economia è possibile, anzi, esiste già – racconta nel suo libro Daniel Tarozzi che con la sua testata Italia che Cambia è un esperto cacciatore e narratore di good news made in Italy -. Si chiama “economia della fiducia”: una rete di cittadini, imprese, associazioni, messe in relazione tra loro attraverso uno strumento innovativo, che si basa su reciprocità, mutuo credito, innovazione. Ecco qui ricostruita l’incredibile avventura di cinque giovani imprenditori sardi che nel 2009 s’inventano sardex, una nuova moneta complementare, per aiutare piccole e grandi aziende in difficoltà. Un successo strabiliante: più di 4000 imprese solo in Sardegna e oltre 10mila in tutta Italia, mezzo miliardo di crediti transati, un milione e duecentomila transazioni. Una storia che nasce in Sardegna e si diffonde in altre dodici regioni italiane, e presto anche all’estero, indicando un possibile modello di integrazione all’attuale sistema economico e monetario, il cui funzionamento è tutto a favore del grande capitale e della finanza. L’esperimento della nuova moneta è invece pensato a vantaggio delle comunità locali: commerciando beni e servizi in Sardex le aziende ottengono un credito, risorsa assai scarsa di questi tempi, che possono spendere per forniture o investimenti, ma anche distribuire ai dipendenti. La storia di Sardex racconta come la moneta abbia il potere di ridisegnare l’economia in quanto metro di scambio universale, per riannodare il tessuto sociale di comunità schiacciate sotto il peso della crisi economica, e mettendo al centro la sostenibilità sociale e ambientale. Le persone sono il più grande capitale che abbiamo. E la moneta è il modo per tenerle unite e aiutarle.»

«Grazie alla rinnovata sinergia con Banca Etica, vogliamo fornire agli iscritti Sardex uno strumento privilegiato per soddisfare tutte quelle esigenze finanziarie che trovano una naturale risposta nel mondo euro, ma che spesso non seguono quell’etica del bene comune che sia Sardex che Banca Etica perseguono da sempre come valori operativi fondamentali. L’accordo – prosegue Gabriele Littera, cofounder di Sardex – dà viceversa ad imprese, famiglie e cittadini soci di Banca Etica la possibilità di approcciare al Circuito di credito commerciale del proprio territorio, ritrovando la stessa attenzione per gli aspetti non economici dell’economia, la stessa cura per il benessere collettivo, e strumenti innovativi e complementari per aumentare il proprio potere d’acquisto personale e dare slancio ad attività imprenditoriali e associative.»

[bing_translator]

«Spero che il ministro della Sanità Roberto Speranza disponga che i suoi ispettori ascoltino tutte la parti, non solo l’assessore regionale della Sanità ed i consiglieri regionali che, ascoltando la relazione dell’on. Gianfranco Ganau, presidente della Commissione d’inchiesta dell’AIAS, si son lasciati convincere che i 107 milioni in 5 anni di fatture pagate all’AIAS erano un’enormità. Quanto fa 107 milioni diviso 5? Meno di quanto ammontano le spese per anno di gestione delle 42 strutture AIAS
in tutta la Sardegna con 3.800 assistiti e 1.200 e più lavoratori e collaboratori occupati!!! Ma la matematica non deve essere materia facile dei nostri politici né dei responsabili sindacali di Cgil/Csl/ Uil e USB che in AIAS non sono firmatari di Contratto Nazionale e sono fortemente in minoranza come iscritti tra i lavoratori AIAS.»

Lo scrive in una nota, Giacomo Meloni, segretario nazionale della CSS, la Confederazione Sindacale Sarda.

«Caso emblematico quello della Uil che ha un solo iscritto, la USB nessuno e la CGIL 7 iscritti e la CISL 50 – aggiunge Giacomo Meloni -. Però questi sindacati di minoranza in AIAS sono regolarmente convocati dall’assessore e dai politici, al contrario dei sindacati di maggioranza firmatari del contratto AIAS (UGL/FIALS/CONFINTESA/ISA/CSS/COMITATO SPONTANEO LAV. AIAS) e spingono perché la Regione/ATS revochi la convenzione all’AIAS, come avevano fatto proditoriamente dr. Fulvio Moirano e l’ex assessore Luigi Arru, che sospendendo la convenzione hanno causato anche il blocco del fido delle Banche. Ci ha pensato però il Tribunale di Sassari ad obbligare l’ATS a restituire la convenzione per il 2019/2020 e questo non è piaciuto a chi vuole il fallimento dell’AIAS, sperando nella promessa dei politici di fondare SA DOMOS che assorbirebbe tutti i 1.200 lavoratori ed i 3.800 assistiti attualmente nelle 40 strutture territoriali dell’AIAS. Promesse vane, visto che ATS con la chiusura dei punti nascita, nonostante gli accordi sindacali, NON ha ancora assunto i 34 operatori dichiarati in esubero!!!»
«Ma vogliamo dire la VERITÀ sui 12 stipendi non ancora pagati da AIAS? Tanto di rispetto per la sofferenza dei lavoratori che hanno il sacrosanto diritto di essere retribuiti e che vanno ringraziati per aver continuato ad assistere gli ammalati anche senza stipendio – sottolinea Giacomo Meloni -. Ma la VERITÀ è che i 4 stipendi di luglio/agosto/settembre e ottobre 2019 potrebbero essere pagati subito se ATS pagasse all’AIAS i soldi delle fatture bloccati dal mese di giugno e altre somme dovute ed ora sotto la sorveglianza del Tribunale Fallimentare di Cagliari. Restano i 7 stipendi da pagare maturati tra il 2016 e 2018. Si tratta di 2 stipendi e mezzo per anno tutti coperti da contributi INPS, ma sempre soldi mancanti dalle tasche dei lavoratori che hanno diritto ad essere pagati fino all’ultimo euro. Nondimeno non corrisponde a VERITÀ scrivere sulla stampa che questi lavoratori sono senza stipendio da 12 mesi!!! Sapete come se ne esce? Non facendo fallire l’AIAS che deve assicurare i posti di lavoro, pagare mensilmente gli stipendi correnti e gli stipendi arretrati con un piano di rientro serio e vigilato.»
«La Regione pensi agli altri 4.000 ammalati che attendono assistenza in Sardegna e sono in lista d’attesa e per loro costruisca tante e vere DOMOS senza distruggere ciò che esiste- conclude il segretario nazionale della Confederazione Sindacale Sarda -. E la stampa, per favore, chiami per nome i Sindacati senza fare confusioni.»

[bing_translator]

RadUni, associazione operatori radiofonici universitari, grazie alla disponibilità ed alla collaborazione dell’on. Alessia Rotta, al fine di ricordare le persone di Antonio Megalizzi e Bartosz Orent-Niedzielski, ha elaborato una proposta di legge per l’istituzione di un fondo per lo sviluppo delle radio universitarie.

Questa proposta di legge ha l’obiettivo di favorire e sostenere lo sviluppo e la diffusione delle emittenti radiofoniche costituite negli atenei italiani e negli istituti di formazione superiore poiché si tratta di importanti laboratori didattici, luoghi fertili per un’attività di partecipazione alle iniziative universitarie, sostegno alla comunicazione dell’identità fin ad essere fulcro comunitario dove lo studente in formazione raccoglie non solo esperienza professionale ma affina le proprie competenze relazionali, trasversali e impara il concetto di cittadinanza attiva.

Visto l’attuale momento storico, quello che era un sostegno importante delle istituzioni in queste attività si è notevolmente ridotto svalutando il valore sociale e compromettendo la libertà creativa e di sperimentazione, nel perseguimento di un mercato attualmente impari e di semi monopolio. Diventa sempre più difficile per gli “operatori radiofonici universitari” tutelare il proprio operato, rimanere in regola con le normative nazionali ed europee ed aprire a nuovi studenti l’offerta di contenuti e la sperimentazione. Il fondo è intitolato alla memoria di Antonio Megalizzi, e a Bartosz Orent-Niedzielski, giovani operatori radiofonici universitari, assassinati a Strasburgo nel dicembre 2018 da un loro coetaneo nel corso di un attacco terroristico.

Per onorare la loro memoria e il loro lavoro, per mantenere attuale il messaggio di amore, solidarietà e fratellanza di cui la loro vita è stata testimonianza, in rappresentanza di tutti i giovani che si adoperano in questi ambiti, si intitola il fondo alla loro memoria affinché la loro eredità possa trasformarsi in un’opportunità per altri giovani come loro che sognano di fare i giornalisti, i tecnici, gli speaker, i comunicatori del servizio pubblico, operatori consapevoli dei nuovi media. Grazie all’on. Alessia Rotta ci viene data l’opportunità di consolidare il lavoro fatto negli anni e l’offerta a centinaia di studenti che operano e opereranno nelle Radio Universitarie. Si ringraziano i Soci Fondatori, gli Station Manager e i Direttori responsabili delle emittenti universitarie italiane che assieme al Direttivo dell’Associazione e ai numerosi Soci si sono adoperati nella scrittura del testo ma soprattutto alla costruzione della comunità di cui è espressione RadUni.

[bing_translator]

«Il gap nei trasporti che ci divide dalle altre regioni italiane rappresenta per la nostra isola una mancanza strutturale mai risolta. Gli investimenti  per l’implementazione della rete ferroviaria e l’acquisto dei convogli sono ancora oggi ben lontani dal colmare il divario che ci separa dal resto d’Italia. La Regione non è in grado di garantire ai cittadini sardi l’effettivo godimento del diritto alla mobilità di persone e merci, tanto che appare ancora oggi un miraggio il miglioramento della qualità della vita dei pendolari. Impossibile immaginare l’integrazione delle aree interne dell’isola con il versante costiero, per contribuire a superare il fenomeno dello spopolamento e impoverimento delle aree interne.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca, è la prima firmataria di una mozione che impegna il presidente Christian Solinas e la Giunta a risolvere le annose problematiche della rete ferroviaria, adeguandola ai modelli sperimentati con successo nelle altre regioni italiane e in Europa.

«La rete ferroviaria sarda,  che si estende per circa 1.038 km, di cui circa 430 km a scartamento ordinario e 608 km a scartamento ridotto, risente di un forte divario strutturale e tecnico se paragonata alla situazione del resto d’Italia – aggiunge Desirè Manca -. In particolare, le linee a scartamento ordinario non hanno beneficiato di investimenti infrastrutturali significativi , ma soltanto di interventi circoscritti e frammentari, con la conseguenza che continuano a registrarsi gravissimi disagi a carico dei pendolari; migliaia di persone costrette a confrontarsi con disservizi quotidiani e con l’ormai non più tollerabile durata dei tempi di percorrenza della dorsale sarda.»

«La Regione deve programmare un piano di investimento adeguato. Come primo passo è necessario negoziare con il governo nazionale una più equa ripartizione delle risorse per ottenere un congruo incremento di quelle assegnate alla Sardegna. Presidente e Giunta regionale devono impegnarsi a mettere in atto un processo di ammodernamento e riqualificazione complessiva della rete ferroviaria della Sardegna – conclude la capogruppo del M5S -, con particolare riferimento alla dorsale sarda, che comprenda il raddoppio della linea e l’elettrificazione della rete.»

[bing_translator]

«La Sardegna può e deve essere l’isola verde del Mediterraneo, perché il nostro paesaggio e i nostri alberi possono contribuire a distinguerci da altri contesti regionali.»

Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, dopo aver dichiarato aperto l’Anno Forestale 2019/20, durante la cerimonia svoltasi questa mattina al Teatro Eliseo di Nuoro.

«Bisogna garantire una gestione sostenibile delle foreste – ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia – per consentire il rispetto della biodiversità, la produttività, la capacità di rigenerazione e la possibilità di svolgere importanti funzioni ecologiche, economiche e sociali. Tra le aree prioritarie di intervento c’è in primo luogo il sostegno alle comunità rurali, il miglioramento della competitività delle industrie forestali e il rafforzamento della capacità di adattamento delle foreste.»

«Oltre un milione di ettari di foresta rappresentano per la Sardegna un grande patrimonio ambientale da tutelare e preservare, ma soprattutto valorizzare economicamente – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Un valore aggiunto per l’affermarsi di un turismo ecosostenibile, che può diventare un segmento economico e strategico sul quale la politica regionale deve investire maggiormente e con convinzione per creare sviluppo e occupazione. L’agenzia Forestas ha una prospettiva da consolidare dando attuazione alla propria legge istitutiva, trasformandola non solo in braccio operativo della Regione, ma anche in una fucina di occasioni, utili a mitigare e combattere lo spopolamento delle zone interne dell’Isola.»

«La Sardegna – ha evidenziato l’assessore Gabriella Murgia – è ricca di foreste d’importanza mediterranea, la prima regione in Italia. Finora però è mancata un’adeguata pianificazione forestale e la filiera del sughero è andata perdendo competitività a causa di una minore qualità della produzione che ha comportato una contrazione del comparto. Il Programma di sviluppo rurale si è pertanto prefisso di sviluppare un maggiore coordinamento tra enti pubblici con competenze forestali puntando anche sul rilancio della filiera del sughero. Nell’ambito dell’attuazione del Psr, l’Assessorato ha provveduto a pubblicare i bandi per l’accesso ai finanziamenti. Per programmare opportunamente le risorse del prossimo Psr è quindi importante rinnovare la collaborazione, oltre che con l’assessorato della Difesa dell’Ambiente, con gli altri servizi regionali coinvolti: Corpo forestale, Agenzia Foresta ed Agris.»

[bing_translator]

Si è riunito oggi il tavolo tecnico, all’assessorato del Lavoro, per discutere di ammortizzatori sociali per le aree di crisi complessa.

Sull’andamento dei lavori, le segreterie FIOM-FSM-UILM e CUB Sulcis Iglesiente hanno diffuso un comunicato, nel quale spiegano che, per quanto riguarda la mobilità in deroga, «al tavolo avrebbe dovuto partecipare anche un rappresentante dell’Inps regionale, la cui assenza, determinata da problemi tecnici, ha portato all’esame degli aspetti che coinvolgono quei lavoratori che non hanno ancora percepito la mobilità; l’assessorato ha preso impegno di riconvocare un tavolo tecnico urgente con l’Inps nel giro di 2-3 giorni, affinché ci possa essere certezza sulle somme a disposizione e sul pagamento della mobilità in deroga per i lavoratori che per un motivo o per un altro non l’hanno ancora ricevuta».
Per la mobilità in deroga 2020, «già da domani, l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda si recherà presso il ministero del Lavoro e presso il Mise, per quantificare le somme utili e/o disponibili per la copertura per tutto il 2020».
Sulla CIGS Iin deroga per la RENO, «c’è necessità di capire il percorso da portare avanti in considerazione delle norme che devono portare alla concessione di una proroga della deroga per l’anno 2020, Nel frattempo, abbiamo ipotizzato un appuntamento con l’azienda per il 22, al fine di firmare un nuovo accordo di proroga della CIGS in deroga; accordo che poi dovrà essere completato in assessorato del Lavoro».
Per la CIGS in deroga per Sider Alloys e GSMI, «pur considerando positivamente le ultime dichiarazioni del sottosegretario del Mise Alessandra Todde, rimane comunque da mettere in piedi la prospettiva della cassa integrazione in deroga nel caso in cui queste si realizzino in parte, o non si realizzino per niente. Appuntamento con l’azienda e quindi successivamente in assessorato per firmare i primi accordi sulla procedura di prima concessione di cassa integrazione in deroga in questi giorni».

Sull’ex Flex Security, infine, «è stata chiesta la massima sollecitudine, affinché si attivino i tavoli con la partecipazione dell’Aspal, per ricollocare i lavoratori nei comuni, i quali hanno già dichiarato di non poter fare a meno della loro manodopera; il tavolo esclusivo è stato riconvocato per fine novembre o al massimo i primi di dicembre».