27 September, 2024
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Archeologia, conoscenza e cultura che fanno rima col mondo dei social e della divulgazione ai cittadini: questi i punti di forza del “Gonnostramatza Project – ricerche archeologiche in Marmilla”, evento nato per ricostruire la vita nelle comunità della Marmilla tra la fine dell’età del Rame e del Bronzo. Con un punto di partenza d’eccezione: la “Tomba di Bingia e Monti”, uno dei più importanti siti d’Europa. Il via al progetto, alla sua quarta edizione, è stato dato lo scorso 30 settembre: un team di studenti e archeologi dell’Università di Cagliari è arrivato in paese per portare avanti attività di ricognizione archeologica.

«Si tratta di un qualcosa di totalmente nuovo – spiega Riccardo Cicilloni, archeologo dell’Università di Cagliari e direttore scientifico dei lavori -. Non si tratta di un semplice censimento del territorio ma di Field Walking, uno studio eseguito a tappeto attraverso tecniche sistematiche e statistiche il cui frutto dovrà portare ad avere un quadro d’insieme della situazione archeologica della zona presa in esame. Abbiamo utilizzato sistemi scientifici avanzati volti a produrre delle pubblicazioni per riviste d’eccellenza.»

Ma la novità e l’unicità del progetto sta nell’affiancare il progetto scientifico a quello della divulgazione. Secondo Marco Cabras, l’archeologo che coordina le operazioni sul campo, «la comunità deve essere sempre più informata e coinvolta nelle attività che facciamo. E se per far conoscere i nostri studi c’è bisogno dei socialben venga, li usiamo e li useremo, così come abbiamo già fatto». Basti pensare che anche YouTube è entrato a far parte del progetto attraverso il docufilm dal titolo “Gonnostramatza Project: the movie”, realizzato da Nicola Castangia. In questo cortometraggio i responsabili scientifici e i ragazzi del team hanno potuto raccontare, in maniera semplice e divulgativa, quanto avvenuto durante la campagna di ricerca archeologica. Il documentario racconta nel dettaglio le fasi di ricerca ma anche semplici momenti della vita del team. Insieme a questa modalità divulgativa “social” (Facebook e Instagram) sono state organizzate conferenze, mostre, laboratori didattici per i più piccoli, visite guidate ai siti: il tutto culminato nell’Archeofestival, tenutosi lo scorso 19 ottobre, un evento a carattere scientifico-divulgativo che annualmente si tiene a fine lavori.

L’Università, tiene a precisare inoltre Riccardo Cicilloni, ha tre missioni: didattica, ricerca, divulgazione. «Tra le altre cose lavoro coi bambini è stato uno dei focus su cui abbiamo maggiormente puntato. La scoperta, l’azione, la gioia del riunire i pezzi di ciò che si è o non si è trovato, ai piccoli entusiasma parecchio. E, chi lo sa, magari qualcuno di loro, grazie al Gonnostramatza Project, sarà un archeologo di domani!».

Il progetto – Il Gonnostramatza Project nasce dalla collaborazione, iniziata dal 2016, tra l’Amministrazione comunale di Gonnostramatza e l’Insegnamento di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari. L’Amministrazione comunale, e in particolar modo il sindaco, Alessio Mandis, ha fortemente voluto intraprendere l’iniziativa con l’intento di approfondire lo studio delle risorse archeologiche del territorio ai fini della loro valorizzazione. Il territorio di Gonnostramatza offre infatti numerosi ed interessanti contesti archeologici di pregio, una su tutti la tomba ipogeico-megalitica di Bingia’e Monti scoperta e scavata da Enrico Atzeni. Le indagini effettuate dall’archeologo negli anni ’80 del secolo scorso hanno messo in luce, presso l’omonimo nuraghe, una tomba preistorica dalle caratteristiche straordinarie, sia per la formula architettonica ipogeico-megalitica che per l’eccezionalità dei ritrovamenti, riferibili ad una fase di transizione tra l’Eneolitico e l’età del Bronzo Antico. Alcuni dei siti nuragici erano già segnalati in letteratura, ma la raccolta di segnalazioni da parte della comunità locale riguardanti altre emergenze sconosciute in bibliografia ha portato a nuove scoperte, tra cui, ad esempio il nuraghe complesso in località “Procilis”.

Il contesto funerario della tomba di Bingia’e Monti ha restituito un prezioso spaccato archeologico relativo al momento di passaggio tra l’età del Rame e del Bronzo; dialto interesse scientifico, lo scavo della tomba ha restituito materiali archeologici di grande pregio, tra cui una preziosa torque (collier, girocollo) in oro.

Le ricerche, effettuate su autorizzazione della competente Soprintendenza archeologica, si sono articolate in quattro anni e hanno visto un collaudato team di allievi di diverse università (Cagliari, Bologna, Granada) al lavoro sul campo alla ricerca dei siti già segnalati a cui si è provveduto, però, ad una nuova schedatura. Il lavoro, oltre ad essere finalizzato ad aggiornare lo stato delle condizioni attuali dei siti e dei monumenti, ha costituito una proficua attività didattica tramite l’esercizio, per gli studenti assistiti sul campo da tutor, di schedatura dei monumenti. Le attività del primo anno hanno permesso al team di familiarizzare con il contesto territoriale al punto di progettare in maniera pertinente la ricerca da svolgere durante gli anni successivi. Durante la seconda annualità, infatti, l’indagine si è concentrata su un’area campione del territorio comunale nel quale in precedenza non erano state segnalate emergenze archeologiche.Si è proceduto all’indagine sistematica di un transetto di ca. 150 ettari. Anche durante la terza e quarta annualità l’approccio è stato quello della raccolta sistematica e si è concentrato su alcune aree già oggetto di ricognizione durante le precedenti campagne. L’intento dell’equipe di ricerca e dell’amministrazione comunale è sempre stato quello di ricostruire il rapporto tra le persone e il territorio tramite la scoperta del passato.

Precisione scientifica e linguaggio adatto a tutti: il Gonnostramatza Project ha puntato, punta e punterà ad unire questi due obiettivi, lo studio attento e scrupoloso e la divulgazione ai cittadini, ormai sempre più partecipi e attenti al lavoro degli archeologi, nell’ottica della valorizzazione del territorio.

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Quarta giornata di concerti e incontri musicali al Teatro Massimo e ai Giardini dell’Exma di Cagliari, per il 37° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – European Jazz Expo. Si parte la mattina con l’appuntamento dedicato alle appassionanti lezioni del musicologo Giovanni Bietti, si ascoltano i nuovi talent del jazz italiano con Growin’Jazz e Italian Jazz Quartet e ci si emoziona col trio Blicher-Hemmer-Gadd, concerto-evento che consentirà di ammirare il grande batterista Steve Gadd nel contesto unico dell’Organ trio, affiancato da Michael Blicher al sax e Dan Hemmer all’organo Hammond, per un ensemble folgorante dove i tre elementi dialogano in un equilibrio perfetto fatto di grandi dinamiche e atmosfere raffinate e coinvolgenti. A fine serata, nel Fuaié del teatro spazio a RadioX Corner.

Ma ecco nel dettaglio il programma di sabato 2 novembre

TRA SCRITTURA E IMPROVVISAZIONE

2 novembre

Sala M2, ore 11.00 e ore 18.00

Luca Caponi – percussioni

Pasquale Laino – sax soprano

Alessandro Gwiss – piano

Considerato tra i migliori divulgatori musicali italiani (ma è anche compositore, pianista e musicologo, collaboratore dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e voce radiofonica notissima), Bietti, in occasione dell’EJE sarà il protagonista di un ciclo di lezioni dal titolo “Tra scrittura e improvvisazione”, in scena negli spazi del Teatro Massimo di Cagliari, dove assieme ai suoi compagni di viaggio Luca Caponi (percussioni), Pasquale Laino (sax soprano) ed Alessandro Gwiss (piano) racconterà i lati più nascosti della musica. Per esempio? Integrazione, alchimia, spiritualità.

GROWIN’ JAZZ

I NUOVI TALENTI DEL JAZZ ITALIANO

Giardini Exma, Radio Social Club, ore 13.00

Vittorio Esposito – pianoforte

Simone Faedda – Chitarra

Gabriel Marciano – Sax alto

Cesare Mecca – Tromba

Matteo Piras – contrabbasso

Gianrico Manca – batteria e direzione artistica

Il progetto di Growin’Jazz si inserisce a largo raggio nel solco dell’esperienza ormai quarantennale di Jazz in Sardegna. La ricerca continua di nuove forze, idee e talenti si manifesta con una rassegna all’interno del cartellone di EJE2019. I protagonisti, tutti giovanissimi talenti e certamente futuri protagonisti della scena musicale italiana, sono stati selezionati da Gianrico Manca, uno dei più prolifici artisti del panorama musicale isolano e nazionale. I concerti si terranno in diverse soluzioni durante i due jazzbrunch previsti al RadioX SocialClub per poi aprire i concerti sul palco del teatro Massimo la sera di sabato 2 novembre.

JAZZ IN SARDEGNA MEMORIES

2 novembre

Fuaié ore 19.30

Racconti in video e vinile in musica con

ITALIAN JAZZ QUARTET

Gianni Cazzola, batteria

Jordan Corda, vibrafono

Alessandro Usai, chitarra

Matteo Piras, contrabbasso

BLICHER-HEMMER-GADD

Sala grande ore 22.00

Michael Blicher sax

Dan Hemmer, Hammond organ

Steve Gadd, batteria

Un uomo che ha saputo mettere insieme la storia della batteria, da Elvin Jones a John Bonham, creando uno stile unico e inconfondibile. Il “rullante alla Gadd”, il “drumming e il layback Gaddiano” sono ormai dei veri e propri stilemi della musica contemporanea. Nessuno come lui ha determinato lo stile del batterista universale dal pop al jazz, quello stile basato sulla filosofia del “less is more” che tanto ha generato nella produzione musicale mondiale. Steve Gadd è il batterista più ascoltato del panorama musicale, anche inconsapevolmente, quanti di noi infatti hanno “divorato” in questi anni i dischi di Al Jarreau, James Taylor, Michel Petrucciani, Joe Cocker, Paul Simon, Chick Corea, Eric Clapton, Donald Fagen… Solo per citare qualche artista la cui musica è stata frequentemente scolpita sullo stile di Gadd. Eccoci quindi all’atteso appuntamento con questo concerto-evento che consentirà di ammirare Gadd nel contesto unico dell’Organ trio, affiancato da Michael Blicher al sax e Dan Hemmer all’organo Hammond, per un ensemble folgorante dove i tre elementi dialogano in un equilibrio perfetto fatto di grandi dinamiche ed atmosfere raffinate e coinvolgenti. Per tutti gli appassionati e per noi giovani tecnici di allora, inconsapevoli testimoni dell’epoca d’oro, sarà certamente una carezza per l’anima.

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Sabato 2 novembre, alle ore 10.00, nell’ambito delle iniziative organizzate dal comune di Carbonia per la commemorazione dei defunti e dei caduti di tutte le guerre, sarà deposta una corona d’alloro presso il cimitero di Carbonia; alle 10.30 la corona sarà collocata presso il Cimitero Monumentale di Serbariu; alle ore 11.00 presso il cimitero di Cortoghiana.

Lunedì 4 novembre, alle ore 10.00, il corteo muoverà da Piazza Roma verso Piazza Rinascita, per la deposizione di una corona al monumento dei Caduti di tutte le Guerre. Alle ore 10.30, il corteo proseguirà per la deposizione di una corona sulla lapide presso la chiesa di Serbariu. Infine, alle ore 11.00, la corona sarà deposta a Bacu Abis, ai piedi del monumento ai Caduti di Piazza Chiesa.

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Al via la stagione autunnale organizzata da Cada Die Teatro. Una Stagione Nomade, questo il titolo scelto per la rassegna 2019 della storica compagnia cagliaritana diretta da Giancarlo Biffi, che si svolgerà fra i mesi di novembre e dicembre. Sarà il Teatro TsE di via Quintino Sella, a Cagliari, a ospitare, domenica 3 novembre, alle 18.00, il primo appuntamento, Hotel Miramare, una coproduzione internazionale italo-rumena targata Catalyst (Firenze) e TAM Teatrul (Sfantu Gheorghe). Il testo e la regia dello spettacolo sono di Riccardo Rombi, sul palco gli attori Aleksandrina I. Costea, Elena Popa, Rosario Campisi, Francesco Franzosi (assistente alla regia e traduzione: Ulpia Marcela Popa; direttore di scena: Lidia Baciu; luci: Siani Bruchi, Martino Lega, Bako Zsigmond, Barbuj Zoltán).

Tre turisti armati di coupon e gadget da viaggio al seguito di una guida con tailleur e foularino rosso al collo per un tour culturale bizzarro e inconsueto: questo, in sintesi, il “plot” della messa in scena. In un futuro immaginario non meglio precisato, ma neanche troppo lontano, i partecipanti a una gita organizzata vengono portati a visitare un edificio ormai desueto e dimenticato. «Lo chiamavano ‘teatro’, laggiù seduto stava il ‘pubblico’ rigorosamente al buio e qui sul palco gli ‘attori’ recitavano gli spettacoli di Moliere, Shakespeare, Goldoni…»“A cosa serve il teatro?”, avevano chiesto. “A vedere il mondo con altri occhi”, era stata la laconica risposta.

Hotel Miramare scaturisce dall’esigenza di indagare, tramite un linguaggio il più possibile universale, i paradossi che attraversano rapidamente la nostra società, sempre più stravolta da crisi e cambiamenti culturali e sociali così profondi e radicali da farci perdere il contatto con la realtà e, soprattutto, con la bellezza e il senso della vita. Con una drammaturgia raffinata e intelligente, rigorosamente bilingue e senza sottotitoli (tranne che nel finale), grazie ad un linguaggio essenziale lo spettacolo consente di essere compreso perfettamente da tutti. I dialoghi fluiscono in un gioco linguistico brillante e tanto profondo da far sfiorare e percepire il “buio che c’è là fuori”, senza perdere di vista il sorriso e il potere catartico dell’ironia. Hotel Miramare rappresenta una sfida provocatoria e stimolante in direzione di una ricerca di nuove modalità di fare un teatro davvero libero, anche dai propri stessi confini, rivolgendosi a un interlocutore universale e a un pubblico transgenerazionale per condurlo a riflettere sul ruolo del Teatro nella nostra vita.

Quello che Riccardo Rombi ha immaginato è un mondo finto e vuoto, come il mare inesistente di fronte all’Hotel Miramare. È quello il mondo che sta al di fuori del vecchio teatro dismesso dove approdano per un “tour culturale” i quattro personaggi protagonisti di questa play, gioco, sottile e surreale, dove chi insegue la verità è costretto a rifugiarsi in quel mondo di finzione per eccellenza che è il teatro.

Un gioco metateatrale, dove la lingua italiana e la lingua romena si intrecciano in dialoghi asciutti, essenziali e ogni battuta rimbalza da un personaggio all’altro senza che si perda neanche una parola. Seguendo il filo sottile dell’ironia, Hotel Miramare spinge a riflettere sul ruolo del Teatro in un futuro immaginario, forse non troppo lontano. Riccardo Rombi si rivolge ad un interlocutore universale grazie a una ricerca linguistica e un testo essenziale che alterna italiano e rumeno creando un nuovo codice espressivo. Un progetto internazionale capace di rivolgersi a più generazioni.

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Ieri sera, intorno alle 22.00, un giovane è stato arrestato per il reato di rapina impropria dai carabinieri del nucleo radiomobile di Cagliari. Intervenuti su disposizione della locale centrale operativa intorno alle 19.00, i carabinieri hanno prontamente immobilizzato e riportato alla calma il pregiudicato che, all’interno del supermercato sito in via Nuoro, a pochi metri dal comando provinciale dei carabinieri, dopo aver rubato ed opportunamente occultato diversi generi alimentari al di sotto dei propri indumenti, ha tentato di oltrepassare la barriera delle casse per poi darsi alla fuga. Sorpreso dai dipendenti dell’esercizio commerciale, il giovane è stato fermato, quindi ha dato in escandescenza reagendo con violenza nei confronti di un dipendente, con il quale ha intrapreso una vera e propria colluttazione. Intervenuti i carabinieri, il giovane è stato riportato alla calma e sottoposto agli arresti. La refurtiva è stata immediatamente restituita dai militari al responsabile dell’esercizio commerciale ed il giovane è stato tradotto presso le camere di sicurezza del comando provinciale in attesa della celebrazione del rito direttissimo che si terrà domani mattina.

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I carabinieri della Compagnia di Iglesias hanno arrestato un 27enne di Cagliari con l’accusa di truffa. Il giovane, dal 2015 al 2017, è stato riconosciuto e giudicato colpevole per una decina di truffe effettuate grazie ad una profonda conoscenza dei computer e sistemi telematici in generale; già agli arresti domiciliari, il 27enne era già stato arrestato lo scorso 9 ottobre per evasione. In quell’occasione, tra l’altro, venne sorpreso in possesso di una modesta quantità di stupefacente, cocaina, per uso personale. Nella giornata di ieri, a seguito delle vicende processuali penali, anche influenzate dal comportamento tenuto durante il regime della misura alternativa, è arrivato il provvedimento definitivo: i carabinieri della stazione di Iglesias hanno rintracciato il giovane e lo hanno accompagnato presso il carcere di Uta.

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Cinque incontri per riflettere sul ruolo del volontariato oggi in Sardegna, alla luce dei mutamenti sociali e delle novità normative introdotte dalla legge di riforma del Terzo Settore. Da lunedì 4 a venerdì 8 novembre, sempre con inizio alle 16.00, Sardegna Solidale organizza a Oristano, Sassari, Nuoro, Cagliari e Olbia “Quale volontariato per quale società? Volontari e nuovi scenari sociali – Incontri di studio e formazione nel territorio”, un evento di formazione rivolto ai volontari e ai responsabili delle associazioni per affrontare il tema del rapporto tra solidarietà e nuovi scenari sociali. Per fare il punto sulla riforma, nel capoluogo sarà presente anche sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Stanislao di Piazza.

Il primo appuntamento è in programma lunedì 4 novembre a Oristano presso il centro di spiritualità di Donigala Fenughedu. Il giorno seguente, martedì 5, l’incontro si terrà invece a Sassari presso l’oratorio del Centro Giovanile Salesiano in viale Kennedy 1, mentre mercoledì 6 l’appuntamento è a Nuoro nell’aula magna dell’Istituto Chironi, in via Toscana 29. Quello di giovedì 7, che si terrà a Cagliari al THotel di via dei Giudicati, sarà invece un incontro speciale. Parteciperà, infatti, il sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Stanislao di Piazza, che illustrerà le politiche del governo Conte riguardo il Terzo Settore e farà il punto sul percorso di riforma che ancora attende di essere completato.

L’ultimo appuntamento con il ciclo di incontri “Quale volontariato per quale società? Volontari e nuovi scenari sociali” sarà invece venerdì 8 novembre ad Olbia, presso l’aula magna dell’Istituto Mossa, in via Campidano 1.

Agli incontri, insieme al presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, ci saranno l’esperto di Terzo Settore Tiziano Cericola, il presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale don Angelo Pittau, padre Salvatore Morittu ed i responsabili di due organizzazioni ramificate nel territorio: il presidente regionale dell’Avis Antonello Carta e la presidente del Cif isolano Mattia Pericu.

L’obiettivo degli incontri è quello di riflettere insieme sull’identità, sui valori e sul ruolo del volontariato in una società che cambia. Non è la prima volta che il Csv organizza nel territorio momenti di confronto: già negli anni passati la legge di riforma era stata illustrata nel corso di incontri di formazione che avevano approfondito le novità più rilevanti del testo normativo.

Anche stavolta si farà il punto del processo di riforma ma si proverà ad andare oltre, cercando di contestualizzare nella realtà isolana gli sforzi che le associazioni compiono ogni giorno per tenere fede alla loro missione. Tra i relatori e i partecipanti ci saranno dunque dei momenti di confronto, di dialogo e di discussione, per comprendere te affrontare tutti assieme le difficoltà che questa stagione impone alle organizzazioni e ai volontari che li animano.

La partecipazione agli incontri è gratuita (si consiglia la registrazione nel sito di Sardegna Solidale).

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Fratelli Pinna, un’azienda che fin dalla sua creazione ha sempre messo in primo piano il forte legame con la sua terra. Ora, grazie ad un concorso in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” questo legame sarà davanti agli occhi di tutti.

A novembre sarà inaugurato ufficialmente il murales realizzato dai ragazzi dell’Accademia di Belle Arti di Sassari sui muri della Fratelli Pinna. Opera, che grazie ad alcune frasi estrapolate dalle lettere che i fondatori dell’azienda si scambiavano nel lontano 1927 e grazie a uno dei simboli più importanti del paese di Thiesi – il rosone della chiesa di Santa Vittoria – ha trasformato un anonimo muro in una vera e propria opera d’arte.

La fase preparatoria alla realizzazione vera e propria del murales è stata un interessante scambio di opinioni tra i ragazzi dell’istituto e i rappresentati dell’azienda. Quello che ha colpito maggiormente nella scelta del vincitore – è stata scelta la proposta di Alessandra Catta – è stata l’idea geniale di inserire le frasi più significative della corrispondenza fra i due fratelli in mezzo ai rosoni e ai loro brillantissimi colori.

Il progetto #PinnaWallArt è stato accolto con entusiasmo sulle pagine Facebook (https://www.facebook.com/pinnaspa/) e Instagram (https://www.instagram.com/fratellipinnathiesi/?hl=it) dell’azienda Pinna. Sono molte le persone che hanno commentato le varie proposte e che si sono trovate in difficoltà nello scegliere il vincitore. Non è detto, che in un futuro non troppo lontano, si instauri una collaborazione di più ampio respiro tra l’Accademia di Belle Arti di Sassari e la Fratelli Pinna.

Per chi vuole ammirare le proposte dei ragazzi, a novembre saranno tutti esposti in una mostra dedicata al progetto presso la sede del MASEDU – Museo d’Arte Contemporanea di Sassari. Si tratta di un’ottima occasione per visitare questo centro artistico così ricco di opere dal forte impatto emotivo.

La Fratelli Pinna e il legame con il territorio

Il legame che unisce questa azienda sarda con la sua terra di origine è da sempre molto stretto. Il latte utilizzato per la produzione dei suoi formaggi proviene esclusivamente da aziende presenti sul territorio, che scelgono di far pascolare le proprie greggi al brado sui pascoli incontaminati della Sardegna.

Da questo connubio nascono una serie di formaggi che permettono a chi li assapora di gustare un “pezzo di Sardegna” in ogni momento. Le ricette e gli ingredienti – che sono gli stessi utilizzati fin dalla fondazione dell’azienda – portano alla memoria i pranzi domenicali dove le famiglie si riunivano per trascorrere piacevoli momenti e raccontarsi le novità più salienti della giornata.

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Una lunga, ingiustificabile sequela di calci, pugni e sprangate per impossessarsi di un cellulare. E’ l’epilogo della notte di Halloween trasformatasi in un giorno di feroce violenza ai danni di due giovani. La rapina si è verificata questa mattina alle 5.00 nella centrale viale Colombo, nei pressi del bar Red Passion, a Quartu Sant’Elena. Vittime della rapina due ragazzi quartesi, di 19 e 15 anni. I due ragazzi stavano rincasando a piedi dopo una serata in compagnia quando sono stati accerchiati da un gruppo di cinque soggetti con i volti coperti da caschi da motociclista che li hanno aggrediti prima con pugni e schiaffi, poi con spranghe e violenti colpi con caschi da moto. Percosse che sono continuate anche quando le vittime, ormai sopraffatte, sono cadute a terra. Per loro varie ecchimosi ed ematomi, trauma cranico e contusioni in varie parte del corpo, mentre gli aggressori, al termine del raid criminoso sono saliti a bordo di una vettura, per poi dileguarsi, facendo perdere le loro tracce. Tutto per uno smartphone scippato al minorenne e che sembrerebbe fosse il vero obiettivo dei rapinatori.
Scattato l’allarme, sul posto sono intervenuti prontamente i carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Quartu Sant’Elena ed i sanitari del 118 che, dopo aver provveduto a prestare le prime cure, hanno accompagnato in stato di choc i due giovani all’ospedale Brotzu di Cagliari. Nel tardo pomeriggio le dimissioni con una prognosi di 10 giorni ciascuno.
L’attività investigativa dei militari di Quartu Sant’Elena, condotta attraverso strumenti tradizionali d’indagine, quali testimonianze, analisi dei filmati di videosorveglianza presenti in zona e attività tecniche, ha consentito di tracciare un quadro probatorio particolarmente minuzioso, dal quale sono già emersi elementi interessanti che nelle prossime ore potrebbero anche dare una svolta all’attività investigativa per risalire all’identità degli autori del gesto criminoso, le cui modalità hanno denotato sin da subito una particolare ferocia di un gruppo, che ha agito come un vero e proprio branco.

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La premiazione di Cristiana Verardo - foto di Giorgio BulgarelliCristiana Verardo - foto di Camilla Cauti

La leccese Cristiana Verardo ha vinto il 15° Premio Bianca d’Aponte, l’appuntamento annuale con la canzone d’autrice. A Lamine (da Trapani) sono andati invece il premio della critica “Fausto Mesolella” e il premio per la migliore interpretazione. Nel contest per cantautrici, tenutosi il 25 e 26 ottobre al Teatro Cimarosa di Aversa, il riconoscimento per il miglior testo se l’è invece aggiudicato Chiara Bruno da Palermo, quello per la miglior composizione La Tarma da Reggio Emilia.

Alla vincitrice assoluta andrà una borsa di studio di 1000 euro offerta dalla cooperativa Doc Servizi. Cristiana Verardo avrà diritto anche a un tour di otto concerti realizzato grazie al NuovoImaie (progetto realizzato con i fondi dell’art. 7 L. 93/92). Per il Premio Fausto Mesolella la borsa di studio è invece di 800 euro.

Molti i premi da parte di enti e associazioni esterni all’organizzazione. A ChiaraBlue da Rieti va quello dell’etichetta Suoni dall’Italia di Mariella Nava, con la proposta di una possibile collaborazione artistica, e quello del Virus Studio, chiamato “Premio ’Na stella”, per incidere in studio un brano con la produzione artistica di Ferruccio Spinetti. A Rebecca Fornelli da Bari vanno quello di XO la factory (consistente in produzione, registrazione e promozione di un singolo) e quello dell’Associazione Virginia Vita, con una borsa di studio di 500 euro. A Cristiana Verardo anche quello di Soundinside Basement Records, con la realizzazione di un video live in studio.

Erano in lizza anche Eleonora Betti da Arezzo, Jole da Manfredonia (Foggia), Martina Jozwiak da Ancona e Giulia Ventisette da Firenze.

Nel festival diretto da Ferruccio Spinetti, a salire sul palco nella serata finale ci sono stati anche, importanti nomi del panorama musicale italiano, come Enzo Gragnaniello e la madrina di questa edizione, Tosca, che ha interpretato “Anima scalza” di Bianca d’Aponte insieme ad alcuni brani del suo nuovissimo album Morabeza”. Ed inoltre: il collettivo AdoRiza, Elena Ledda, Carlo Marrale, Mariella Nava, Mauro Palmas e i Suonno d’Ajere. A questi ultimi è stato assegnato il Premio Bianca d’Aponte international.

Venerdì invece era toccato a Ginevra Di Marco & Cristina Donà, Giuseppe Anastasi, Gabriele Avogadro, Tony Canto, Kaballà e Pilar. Ad aprire entrambe le serate è stata la vincitrice dello scorso anno, Francesca Incudine. La conduzione era invece affidata a Ottavio Nieddu e Carlotta Scarlatto.

I momenti più significativi della manifestazione saranno inseriti in due speciali televisivi trasmessi nelle prossime settimane sull’emittente Sardegna1 (anche in streaming), curati da Ottavio Nieddu, con la realizzazione televisiva e la regia di Nino Gravino.