Aeronautica: assunzione di 800 volontari per l’anno 2020. Nuovo arruolamento 2020. Per partecipare basta la Licenza Media. Domanda entro il 20 novembre 2019.
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“Il Cammino di San Saturnino”, non solo Cagliari: alla scoperta dei centri della Sardegna in cui il santo martire è celebrato. Un programma articolato che ha le sue fondamenta sulla fede nei confronti di uno dei martiri locali più amati dell’Isola, San Saturnino. Il 30 ottobre Cagliari ed Isili lo festeggiano come santo patrono ma non è solo il nostro capoluogo ed il paese del Sarcidano a celebrarlo con devozione. Attraverso il percorso “Il Cammino di San Saturnino” (nato nel 2017 dalla collaborazione tra l’Associazione Athanatos e l’Associazione Chelu e Luna), si potranno scoprire i tanti centri della Sardegna che hanno San Saturnino come filo conduttore.
San Saturnino come “fil rouge“- Mogoro, Gonnostramatza, Gonnoscodina, Masullas, Siris, Pompu, Simala, Isili, Gergei, Escolca, Serri, Mandas, Gesico, Siurgus Donigala, Ussana, Cagliari: è San Saturnino il “fil rouge” che unisce tutti e 16 i centri nella tradizione religiosa e in quella popolare, nell’ottica di una riscoperta e valorizzazione del territorio.
Conoscere la Sardegna – Partire dal santo per conoscere le bellezze della nostra terra, al di là della stagione estiva: ecco uno degli obiettivi de “Il Cammino di San Saturnino”. Iniziative, rievocazioni storiche, eventi: animare e ri-animare il territorio dirottando l’attenzione verso un altro tipo di bellezza, quella meno conosciuta e più suggestiva dell’entroterra isolano. Partendo dall’interno per coinvolgere abitanti, pellegrini e semplici curiosi.
Il programma – La prima tappa si è tenuta lo scorso 3 ottobre 2019 a Milano, durante una partecipatissima conferenza a Palazzo Marino. Si proseguirà il 25, 26, 27 e 30 ottobre in Sardegna.
25 ottobre – Cagliari, Sala del Consiglio Comunale di Cagliari, “Sulle orme di San Saturnino. Cammino di valorizzazione religiosa, archeo-storico- turistica-ambientale-sportiva”
26 ottobre – Prima Giornata de “Il Cammino di San Saturnino” (richiesta prenotazione)
27 ottobre – Seconda Giornata de “Il Cammino di San Saturnino” (richiesta prenotazione)
30 ottobre – Chiusura delle Celebrazioni, Cagliari (richiesta prenotazione).
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Seminare, attendere, curare e raccogliere i frutti: il tutto con pazienza e nel pieno rispetto delle stagioni e della natura. Potrebbe sembrare scontato ma ormai così non è più e un sempre maggior numero di giovani non sa quali prodotti della terra si colgono in autunno e quali in primavera, non ha mai assaggiato molte delle ricette della tradizione né tantomeno ne conosce la preparazione.
L’obiettivo che si propone il Ceas Masullas – Parte Montis all’interno del progetto “Coltiviamo il Nostro Futuro” è proprio quello di colmare questo vuoto generazionale oltre che promuovere e sostenere la diffusione della cultura ambientale con particolare attenzione alla conoscenza del territorio. In un’ottica di coinvolgimento tra piccoli partecipanti, insegnanti e docenti dei progetti.
L’ultima, in ordine di tempo, delle attività con le scuole del Ceas Masullas – Parte Montis ha avuto come protagonista proprio l’orto: non come semplice luogo di coltivazione e raccolta ma anche e soprattutto come luogo dello scambio tra generazioni, del rispetto dei cicli della natura, della biodiversità.
L’orto, il significato – Orto come laboratorio per una nuova agricoltura orientata dalla biodiversità del nostro territorio, come incubatore di pratiche agricole “sostenibili”, di inclusione sociale e culturale. Orto quindi come simbolo di un modus vivendi che può essere esplicitato anche al di fuori della sua realtà specifica.
Le fasi del progetto – Gli incontri sono cominciati nell’ottobre del 2018, coinvolgendo scuole e famiglie; sono poi proseguiti nel mese di novembre attraverso la presentazione del progetto ai veri protagonisti, i bambini; tra dicembre e gennaio 2019 si è continuato con la predisposizione dei materiali (di riciclo) per personalizzare l’orto; a febbraio si sono realizzati i semenzai; in primavera i piccoli orticultori hanno finalmente sperimentato direttamente sul campo tutte le attività necessarie ad avviare e curare il loro orto secondo il metodo dell’agricoltura biologica; a maggio e giugno si è cominciato a raccogliere e, nelle giornate conclusive del 22 e 23 ottobre i bambini hanno scoperto le ricette della tradizione con cui i frutti raccolti possono essere cucinati.
Api, riciclo, sostenibilità – Durante tutto l’anno scolastico sono state organizzate varie attività collaterali: alla scoperta del mondo delle api e dell’apicoltura; si è spiegata l’importanza del riciclo come motore primo per un mondo sostenibile e una vita orientata alla lotta allo spreco dove i veri protagonisti sono, in primo luogo, le nuove generazioni.
Le impressioni dei partecipanti – «E’ stato un momento, articolato nel corso dei mesi, davvero unico – racconta Gaia Grussu del Ceas (costituito dall’associazione Aquilegia e dalla coop Il Chiostro) -. Come organizzatrice sono pienamente soddisfatta dei feedback ricevuti, sono cose che i piccoli ma anche noi grandi terremo per sempre nel nostro bagaglio di conoscenze».
«Un’esperienza nata per legare i bambini al loro territorio tramite un uso consapevole dell’agricoltura nel rispetto dell’ambiente», tiene a sottolineare il dott. Luigi Sanciu, direttore del museo e personale del Ceas.
Per le insegnanti che hanno preso parte al progetto, «è stata un’esperienza emozionante. Oltre all’importanza scientifica e didattica delle attività, per i bambini è stato un lavoro dalla valenza enorme, in cui uno per uno ma soprattutto tutti insieme sono riusciti a dar forma a un prodotto, importante per il territorio e il loro bagaglio culturale».
«I bambini e le bambine della comunità – aggiunge Ennio Vacca, assessore comunale e coordinatore del progetto -, sono gli uomini e le donne che domani vivranno il Pianeta che gli lasceremo in eredità. In un’epoca di riscoperta dei valori della terra e dell’importanza di un’alimentazione sana e che segua il naturale ritmo delle stagioni, “Coltiviamo il nostro futuro” è un progetto che punta a far conoscere ai bambini e alle bambine tutto questo e molto altro attraverso il saper fare.»
«Il nostro obiettivo – spiegano dal Ceas Masullas – Parte Montis -, è che l’anima dell’inclusione si diffonda attorno alla scuola, esca dalle classi e contagi il territorio con i suoi abitanti. Crediamo che sia tempo di agire, di “fare insieme”. I “nostri” orti devono diventare una fucina spazio-temporale in cui le conoscenze verranno ricostruite in una dimensione condivisa ed inclusiva. Importantissima in questa missione la partecipazione, tutti insieme, di genitori, nonni, bambini, ragazzi e cittadini volontari che arricchiscono con il proprio sapere e il proprio saper fare, il progetto.»
Nelle giornate conclusive del 22 e 23 ottobre i bambini sono stati supportati dall’Auser Masullas, un’associazione di cui fanno parte persone avanti con l’età che offrono servizi di vario tipo tra cui quello del nonno vigile.
Il Ceas Masullas – Parte Montis – Nato nel 2011, il Centro di educazione ambientale e sostenibilità è una struttura territoriale che si occupa di ideare, svolgere e promuovere attività di educazione allo sviluppo sostenibile. «Il carburante che muove la nostra macchina, nelle attività e collaborazioni con le scuole, strutture, enti e organizzazioni, è la voglia di promuovere, informare e documentare per diffondere il benessere in tutte e tre le dimensioni della sostenibilità: ambiente, società ed economia».
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La Giunta regionale avvia il procedimento per il riequilibrio dell’insularità. La novità è contenuta nella delibera approvata martedì attraverso la quale l’aAssessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia, d’intesa con il presidente Christian Solinas, ricorda come uno degli obiettivi principali dell’attuale legislatura sia quello di ottenere dallo Stato il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità e l’adozione di misure adeguate a garantire ai sardi un’effettiva parità ed un reale godimento dei diritti individuali inalienabili.
Due le direttrici principali individuate dalla Giunta: l’avvio del percorso volto all’attuazione dell’articolo 22 della legge n. 42/2009 (federalismo fiscale) anche attraverso una richiesta al Parlamento affinché deleghi il Governo per l’attuazione dell’articolo; la possibilità di demandare a un successivo provvedimento della Giunta l’individuazione delle proposte da negoziare con lo Stato e in particolare la possibilità di individuare oltre all’indice ordinario per misurare la perequazione, un coefficiente insulare che consenta un corretto incremento dei trasferimenti destinati alla Sardegna.
«Oggi la Giunta regionale sta facendo valere le pari opportunità dei sardi – spiega l’assessore Roberto Frongia -. L’attivazione del procedimento per il riequilibrio dell’insularità della Sardegna nasce dall’esigenza di assicurare alle famiglie e alle imprese sarde pari opportunità e pari diritti rispetto ai cittadini europei. Con questa delibera prende avvio il processo che introduce la questione relativa alla definizione di parametri oggettivi relativi alla misurazione e alla compensazione degli effetti (divario di sviluppo) legati all’insularità.»
L’obiettivo è definire con certezza il livello di penalizzazione che l’isola subisce a causa della posizione geografica, sia sul piano economico sia sul piano sociale, per poi affrontare il problema dei poteri legati alla specialità e all’autonomia della Sardegna: il riconoscimento della specificità insulare presuppone, infatt, la definizione di parametri oggettivi relativi alla misurazione degli effetti conseguenti al divario di sviluppo economico derivante dall’insularità.
«È necessario – aggiunge Roberto Frongia – avviare il processo per colmare il divario tra la Sardegna e l’Italia, tra la Sardegna e l’Europa, attraverso l’attuazione dell’articolo 22 della legge n. 42 del 2009, disposizione ancora oggi inattuata, per la quale si rende necessario procedere alla predisposizione di una articolata proposta di legge, concordata con il Consiglio Regionale, sulla quale intraprendere un serrato e leale confronto con lo Stato, che conduca all’approvazione finale con legge dello Stato. Quanto alle proposte da negoziare con lo Stato, il nuovo rapporto tra Stato e Regione deve essere incentrato sulla questione del deficit infrastrutturale, dei servizi e sulle risorse locali.»
La delibera si propone di superare il gravissimo divario che riguarda la Sardegna mediante l’utilizzo di parametri oggettivi e obiettivi: «Risulta indispensabile – conclude Roberto Frongia – un modello di analisi dell’insularità che definisca una serie di indicatori per la valutazione del rapporto tra esigenze di infrastrutturazione e i fabbisogni finanziari, un modello che metta in discussione gli attuali criteri di distribuzione delle risorse».
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Oltre cinquecento persone hanno partecipato domenica a Macomer all’incontro con il giornalista Marino Bartoletti ed altrettante a quello con lo scrittore Valerio Massimo Manfredi, ospiti della giornata finale della Mostra regionale del Libro in Sardegna. Si è conclusa così nel migliore dei modi la diciottesima edizione della manifestazione, di sicuro la più partecipata degli ultimi anni. «Sono state infatti circa seimila le presenze nei quattro giorni della Mostra» commenta l’assessore comunale della Cultura Tiziana Atzori. La manifestazione ha proposto oltre cinquanta eventi tra presentazioni, incontri, laboratori e mostre, per un programma voluto dall’Assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e organizzato dal comune di Macomer insieme al Centro Servizi Culturali Unla, a Verbavoglio Libreria Emmepi e alla Biblioteca Comunale.
«Il bilancio di questa edizione è assolutamente positivo – commenta l’assessore comunale della Cultura Tiziana Atzori -. Nonostante il programma sia stato preparato in tempi strettissimi, il pubblico ci ha premiato con una presenza costante in tutti i quattro giorni della manifestazione. Il successo è stato più forte delle polemiche.»
Già dalla prima giornata, quella di giovedì, l’affluenza è stata molto alta, non solo per gli incontri serali ma anche per quelli organizzati di mattina per le scuole. «Gli studenti delle superiori, così come i bambini delle primarie e i ragazzi delle scuole medie sono stati i veri protagonisti di questa edizione – sottolinea Tiziana Atzori -. Il tema che avevamo scelto, ‘Il colore delle emozioni e il valore dei sentimenti’, era espressamente rivolto a loro e possiamo dire di avere raggiunto l’obiettivo».
E si è rivelata vincente anche la scelta di utilizzare il Centro Polifunzionale, diventato quest’anno spazio centrale della Mostra. «Il Polifunzionale si è rivelato perfetto, in quanto ha potuto accogliere le centinaia di visitatori accorsi alle presentazioni ma anche l’esposizione dei libri e diversi stand – aggiunge Tiziana Atzori –. Ma la manifestazione si è svolta anche negli spazi storici delle Ex Caserme Mura, vero centro propulsivo per tutto l’anno della cultura a Macomer e in tutto il territorio, con i laboratori per i ragazzi e la rassegna di cinema organizzati al Padiglione Filigosa e gli spettacoli allestiti al Padiglione Tamuli».
Oltre agli ospiti della serata finale, grande successo hanno riscosso anche gli incontri con il Premio Campiello Mariolina Venezia, con gli autori sardi Cristina Caboni, Gesuino Némus e Vindice Lecis, con l’attrice Francesca Reggiani d il giornalista Alessandro Cecchi Paone. Il pubblico ha seguito con interesse le presentazioni organizzate dalla Pettirosso Editore, mentre di grande impatto emotivo sono stati gli incontri con l’ultramaratoneta Roberto Zanda, lo scienziato Marco Buttu e lo speaker radiofonico Rosario Pellecchia. Il pubblico dei più giovani è stato invece letteralmente conquistato da Daniele Aristarco, Alessandro Ferrari, Anna Dalton e Giorgia Benusiglio.
Un buon riscontro di pubblico hanno infine avuto le sette mostre allestite (tra cui tra cui il progetto fotografico sui centenari “Quanta strada nei miei sandali” di Daniela Zedda, i ritratti del fotografo Simone Sechi nel suo “365 Portrait Project”, e “L’arte di raccontare con le immagini” di Maurizio Quarello) e la rassegna di documentari sardi proposta dal Centro servizi culturali Unla insieme all’Umanitaria.
«Ora pensiamo subito alla prossima edizione – conclude l’assessore Tiziana Atzori -. Il nostro auspicio è che la Regione ci convochi in tempi brevi per riuscire a programmare la manifestazione del 2020. Non abbiamo mai cercato le polemiche e anche quest’anno siamo stati aperti ad ogni tipo di collaborazione. Una cosa però è certa: l’amministrazione di Macomer non intende rinunciare ad avere un ruolo centrale nell’organizzazione di una manifestazione di valenza regionale e importante per tutto il territorio.»
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Nella serata di ieri, 24 ottobre, a Serramanna, in località “Su pranzi de sedda”, militari della locale stazione unitamente a quelli della stazione dei carabinieri di Gesturi, hanno denunciato in stato di libertà, A.S., 57 anni, camionista e C.I., 61 anni, camionista, entrambi dipendenti di un’Azienda di Servizi di Trasporti Logistica con sede legale in Samassi, in quanto sorpresi nella flagranza di reato di scaricare in un terreno di proprietà di un privato un quantitativo pari a 50 tonnellate di materiale sfuso catalogato come rifiuto con codice CER 179504 (materiale risultato di scavi di strada), il cui smaltimento è previsto in discarica autorizzata. Area e formulari trovati in possesso dei due sono stati sottoposti a sequestro e depositati presso la Procura della Repubblica di Cagliari che ha avviato le procedure di rito. Sono in corso ulteriori indagini, al fine di accertare eventuali responsabilità di terzi.
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E’ stata sottoscritta oggi, a Fluminimaggiore, ala presenza del sindaco Marco Corrias, una nuova convenzione con un altro operatore privato per ospitare a basso costo i pellegrini/escursionisti del Cammino Minerario di Santa Barbara.
Si tratta del confortevole ostello ubicato presso le straordinarie grotte carsiche di Su Mannau, dove i pellegrini/escursionisti del Cammino Minerario di Santa Barbara dotati di credenziale regolarmente timbrata, potranno dormire e consumare la prima colazione a soli 15 euro.
Continua, in tal modo, l’impegno e l’azione concreta della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, per organizzare un sistema di ricettività a basso costo in tutte le tappe del Cammino, in linea con quanto avviene negli altri grandi cammini europei.
«Non bisogna far pagare tanto per pochi mesi all’anno ma far pagare il giusto per 12 mesi all’anno», è stato il commento di Pierangelo Murtas, titolare dell’Ostello.
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Primo stop per la Dinamo Banco di Sardegna, nella seconda giornata della Basketball Champions League, sul campo del Turk Telecom: 64 a 56 (primo tempo 38 a 26). E’ stata una Dinamo dai diversi volti: opaca nei primi due quarti, chiusi ciascuno con soli 13 punti. Brillantissima in avvio di terzo quarto, con un parziale di 16 a 0, frutto di un 4/6 da 3 punti che ha riscattato le insufficienti percentuali iniziali e portato avanti Pierre e compagni sul 42 a 38. Poi nuovamente incerta, ancora insufficiente nelle percentuali al tiro, nel finale del parziale, 47 a 44 al 30′, e nell’ultimo quarto, con soli 12 punti realizzati in 10′.
Le percentuali al tiro sono lo specchio della partita della Dinamo: 14 su 45 da 2 punti, 7 su 34 da 3 punti, 7 su 8 ai tiri liberi. Solo due giocatori della Dinamo hanno terminato l’incontro in doppia cifra: Dwayne Evans 18 e Dyshawn Pierre 13.
«Complimenti al Turk Telekom e coach Goren, noi abbiamo iniziato malissimo la gara, abbiamo tirato malissimo dall’arco nel primo tempo – ha commentato a fine gara coach Gianmarco Pozzecco -. Nella seconda parte della partita abbiamo provato a giocare con molta più energia e questo ci ha dato più fiducia al tiro, ovviamente abbiamo giocato molto meglio ma alcune giocate avversarie ci hanno fatto perdere sicurezza e come ho detto all’inizio hanno permesso ad Ankara di vincere con merito.»
Turk Telekom Ankara – Dinamo Banco di Sardegna 64 – 56
Parziali: 21 a 13, 17 a 13, 9 a 18, 17 a 12
Progressivi: 21 a 13, 38 a 26, 47 a 44, 64 a 56
Turk Telekom Ankara: Johnson 2, Hunter 14, Baygul 5, Kaya, Turen 3, Edge 2, Fall 10, Bayrak ne, Guven 4, Wiltjer 12, Besok, Campbell 12. All. Burak Goren.
Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 3, Mclean 9, Bilan 4, Bucarelli ne, Devecchi ne, Sorokas, Evans 18, Magro ne, Pierre 13, Gentile 4, Vitali 3, Jerrells 2. All. Gianmarco Pozzecco.
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Questa mattina la riunioni della Portovesme Srl ha ospitato un’assemblea di quadri e delegati sindacali del Settore Industria delle imprese che operano all’interno della Glencore, organizzata dalle segreterie territoriali confederali CGIL, CIOSle UIL, per discutere della procedura e delle finalità per la definizione di un accordo di Governance di sito per la regolazione dei rapporti tra Portovesme Srl, Società appaltatrici dei lavori e rappresentanze sindacali.
La procedura è stata avviata in occasione dell’incontro tenutosi il 26 settembre scorso presso lo stabilimento di Portovesme in cui la dirigenza ha presentato alle organizzazioni sindacali scriventi ed alla RSU della Portovesme Srl il Piano Industriale 2019-2023 e proseguita presso la sede della Confindustria Meridionale Sarda il 21 ottobre scorso.
«Le Segreterie Territoriali Confederali – si legge in una nota firmata da Antonello Congiu (CGIL), Gavino Carta (CISL) e Andrea Lai (UIL) – hanno dettagliatamente descritto alla Assemblea i risultati degli incontri suddetti esponendo in modo compiuto le finalità dell’Accordo che è oggetto di trattativa e quanto reso noto dall’amministratore delegato durante gli incontri stessi. In essi è emerso che attraverso ingenti investimenti della Società Glencore (circa 170 milioni di euro in 3 anni) da effettuarsi presso lo smelter di Portovesme si intendono rinnovare alcuni impianti ed automatizzare alcune lavorazioni modificando contestualmente l’attuale sistema di manutenzioni ed introducendo i principi della manutenzione programmata e preventiva. Queste due sostanziali modifiche potrebbero portare, nel periodo di realizzazione del Piano Industriale ad una contrazione delle attività di manutenzione e quindi di impiego degli operai indiretti attualmente impiegati negli impianti.»
«Le modifiche organizzative apportate fino ad oggi in ragione del nuovo modello hanno già reso evidente una serie di inefficienze e disfunzioni, che accentuano notevolmente il disaggio tra lavoratori con conseguenti ripercussioni su benessere organizzativo e di conseguenza sulla produzione (straordinario fuori controllo, aumento infortuni, etc.). Di converso, risulta sempre più evidente che, negli stessi impianti, si adottino, in modo urgente una serie di regole di governance sia del fenomeno di riduzione appena descritto, posto che in ultima analisi risulti davvero indispensabile, che dei numerosi punti di debolezza di un sistema complessivo nel quale, nel tempo, ed ora più che mai, sono venuti meno una serie di accorgimenti che hanno reso possibile, durante gli ultimi 20 anni circa, un regolare svolgimento delle attività di impresa senza interruzioni rivendicative di sospensione del lavoro (applicazione degli istituti contrattuali quali Vestiario, DPI, Orario di lavoro, Straordinari, Mensa, Trasporti, etc. e, soprattutto, la normalizzazione dei Contratti di lavoro utilizzati dalle Società appaltatrici che spesso producono un vero e proprio dumping salariale tra lavoratori e tra imprese)» si legge ancora nella nota.
L’assemblea dei quadri e dei delegati sindacali (15 i lavoratori intervenuti nel dibattito) ha dato ampio mandato alle Segreterie Confederali Territoriali per il prosieguo della trattativa, la cui prossima riunione è già fissata per il 5 novembre prossimo, specificando «la necessità che, in ragione del rispetto del principio di buona fede previsto dal Codice Civile che deve regolare tutte le trattative, la società Portovesme Srl provveda a rispettare gli impegni assunti in occasione dell’incontro del 16 aprile scorso circa la riassunzione dei lavoratori ex SIDA a suo tempo esclusi dal diritto alla ricollocazione; e che, nelle more della discussione in atto, non vengano assunte decisioni che modifichino la consistenza della forza lavoro impiegata».
L’assemblea e le organizzazioni sindacali, infine, hanno manifestato le loro fortissime preoccupazioni per la soluzione della vertenza energetica, sottolineando che «le soluzioni proposte dal Governo Nazionale, al momento, rischiano di vanificare la reale tenuta del polo industriale di Portovesme, condannandolo con l’intero territorio ad un declino inevitabile».
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Su proposta dell’assessore della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu, la Giunta regionale ha deciso di incrementare i fondi, per l’anno scolastico 2019/2020, destinati al sostegno del servizio del trasporto scolastico organizzato dagli Enti locali, quale strumento necessario per attenuare gli effetti del processo di dimensionamento della rete formativa richiesto dal ministero dell’Istruzione. Tre milioni di euro sono stati riservati a tutti i Comuni in cui non è presente la scuola primaria o la scuola secondaria di primo grado e la scuola dell’infanzia statale o paritaria, dove pur essendo presenti le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, ci sono delle frazioni geografiche, in cui allo stato attuale sono residenti degli studenti che frequentano le scuole. Recentemente, con una nota firmata dall’assessore Andrea Biancareddu, è stata inoltre fatta chiarezza sulla legittimità dell’erogazione di tale servizio a titolo totalmente gratuito, dopo i dubbi sollevati da alcuni Comuni e dall’ANCI, e si è evidenziato come la normativa regionale esistente ben consenta l’erogazione di un servizio gratuito. Anche la recentissima approvazione della norma sulle misure urgenti in materia di trasporto scolastico non ha fatto altro che ribadire il principio della possibile piena gratuità del servizio e anche il sostegno da parte dell’Amministrazione regionale può arrivare fino al 100% di quanto richiesto dagli Enti locali interessati.
«Fino ad oggi – spiega l’assessore Andrea Biancareddu – il riparto delle somme disponibili ha preso in considerazione diverse variabili, fra cui innanzitutto la presenza o meno dei diversi ordini e gradi di scuola nel territorio comunale o nelle frazioni, ovvero l’associazione fra Comuni, o ancora la parametrazione composta basata sull’indicatore “Tempo di percorrenza annuo ponderato in base al numero degli studenti”, ovvero il prodotto tra il tempo di percorrenza di un tragitto e il numero dei viaggi eseguiti durante un anno scolastico, ponderato in modo inversamente proporzionale al numero degli studenti che usufruiscono del servizio.»
L’assessore, pur confermando la limitazione del beneficio ai Comuni (o almeno alle frazioni) dove non sono presenti determinate tipologie di scuole, ritiene che questo meccanismo oggi debba essere in parte rivisto, in quanto implica l’adozione in fasi successive di una serie di meccanismi perequativi non compatibili con l’efficienza della procedura di erogazione delle risorse e che vada individuata una più equa misura di proporzionalità, fra gli innegabili costi fissi del servizio e l’esigenza di tener conto del numero di bambini effettivamente trasportati e le distanze che i mezzi devono percorrere per raggiungere le scuole.
La Giunta Solinas ha proposto di adottare i seguenti criteri di riparto dello stanziamento disponibile, pari a 3 milioni di euro. Il 65% (1.950.000) andrà ai Comuni non associati e il 35% (1.050.000) va alle forme associative fra Comuni previste dal decreto legislativo. Le somme ripartite per entrambe le categorie seguiranno due criteri. Il 40% in egual misura su tutti gli enti aventi diritto, il 25 % in base al tempo di percorrenza (il “Tempo di percorrenza annuo” è dato dal prodotto tra il tempo di percorrenza di un tragitto e il numero dei viaggi eseguiti durante un anno scolastico, ed è determinato considerando il tragitto percorso, secondo l’itinerario più breve, dal primo punto di partenza, individuato da ciascun Ente, alla scuola di destinazione ultima, ottenendo i dati relativi alle distanze e ai relativi tempi di percorrenza mediante l’utilizzo di un unico motore di ricerca 35% in base al numero degli studenti.