17 September, 2024
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Questa sera la Sala Concerti del Teatro Verdi di Sassari, dalle 21.00, ospiterà ancora un doppio, anzi triplo appuntamento con il mondo della grande danza internazionale per il festival “Corpi in movimento” di Danzeventi. Ad andare in scena saranno la compagnia “Spellbound Contemporary Ballet” con “Ascent + Hunger and Grace” e la compagnia “Ariella Vidach AiEP” con lo spettacolo “Minority party”.

Interpretato dai danzatori Mario Laterza e Giuliana Mele, “Ascent” è una creazione del coreografo Mauro Astolfi, che ha abbracciato le musiche di Nils Frahm. “Hunger and Grace” è anch’esso nato dall’inventiva tersicorea di Mauro Astolfi, stavolta sulle note raffinate delle composizioni di F. Chopin.

La compagnia romana è ormai una realtà consolidata, fondata nel lontano 1994 proprio dalla volontà di Astolfi al rientro da un lungo periodo di permanenza artistica negli Stati Uniti. Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, Spellbound si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente competitive sul piano di una dialettica internazionale. Espressione di una danza che si offre al pubblico con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, riesce a convincere le platee dei principali Festival europei, asiatici e americani.

A partire dal 1996, Mauro Astolfi ha condiviso il progetto di produzione con Valentina Marini, con la quale la compagnia ha avviato un processo di intensa internazionalizzazione e di collaborazioni trasversali.

Alle 21.30, al Verdi, sarà poi protagonista la compagnia Ariella Vidach AiEP, che rappresenta un vero e proprio laboratorio artistico, il quale ha fatto delle nuove tecnologie un punto di ricerca espressiva, attento all’innovazione del linguaggio e centrato su contenuti attuali, come quello della percezione del corpo nei confronti dell’ambiente virtuale.

Con “Minority Party” il laboratorio pone come tema centrale della composizione coreutica diversi quesiti: «Cosa significa nell’era delle nuove cittadinanze e della globalizzazione la coreografia contemporanea? È possibile concepirla senza prendere atto delle differenze dei corpi, della contaminazione tra i linguaggi, dei nuovi scenari estetici?»

Il lavoro indaga quindi il corpo e la danza come sistema di relazioni, esplorando le frontiere del linguaggio e le tradizioni come elementi permeabili di trasmissione e incontro tra culture.

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«Il gettito del tributo di smaltimento dei rifiuti solidi in discarica è destinato alla costituzione di un fondo per interventi di tipo ambientale e, sulle 107 istanze pervenute dai Comuni nel 2018, 35 sono state già finanziate. Perciò, abbiamo deciso di utilizzare ulteriori risorse per finanziare anche gli enti locali rimasti senza finanziamento nella precedente annualità.»
Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, riferendosi ai 4 milioni 654mila euro stanziati dalla Giunta regionale per favorire, tra le altre cose, la minore produzione di rifiuti, la bonifica di siti inquinati, il recupero di aree degradate ed altri investimenti di tipo ambientale.

Tre milioni derivano dallo stanziamento per il 2019 destinato a finanziare la realizzazione di interventi di recupero ambientale di aree degradate dall’abbandono di rifiuti e la realizzazione di investimenti per dissuadere da ulteriori abbandoni. Inoltre, nel 2018, c’era stato un avanzo di 1 milione 654mila euro.

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Il Consiglio comunale di Sant’Antioco, nella seduta di venerdì 11 ottobre, ha approvato all’unanimità la “Presa d’atto della Variante al Piano Regolatore del Porto”, che prevede la suddivisione delle aree portuali salvaguardando l’attività della pesca, la produzione commerciale (la banchina del sale), e concedendo ampi spazi sia alla cantieristica da diporto (ben 50 mila metri quadrati a disposizione, ovvero lo sviluppo su cui si intende principalmente puntare) sia ai posti barca da diporto (500), a questi ultimi intimamente legati, nonché ai servizi che faranno dal collegamento al centro urbano. Senza dimenticare la possibilità di poter accogliere piccole navi da crociera. Una rivoluzione, che pone Sant’Antioco al centro del Mediterraneo.

«L’approvazione del PRP è un momento storico – commenta il sindaco, Ignazio Locci – una grande opportunità che ci consente di guardare al futuro con ottimismo: adesso abbiamo le basi concrete per dare gambe allo sviluppo tanto agognato dagli antiochensi. In Sardegna siamo i primi ad aver adottato preliminarmente il Piano Regolatore del Porto, e lo abbiamo fatto con il consenso di tutte le forze politiche presenti nell’assemblea civica, a testimonianza che la strada imboccata è quella giusta e risponde alle esigenze della città e del territorio: con questo piano di lavoro guardiamo al Mediterraneo, guardiamo all’Europa. Nel frattempo – conclude il sindaco Ignazio Locci – lavoriamo alla ricerca di risorse per realizzare questo grande progetto battendo su più fronti: abbiamo, infatti, presentato anche una scheda progettuale nell’ambito del “Contratto di Istituzionale di Sviluppo” del Governo centrale per un totale di 50 milioni di euro.»

«La Pianificazione portuale era ferma dal 1967 – spiega l’assessore dell’Urbanistica, Francesco Garau – ecco perché nel 2019, con gli scenari economico-sociali profondamente mutati, possiamo parlare di fatto storico. Portare a compimento il lavoro di pianificazione avviato nel 2009 è stato uno dei primi atti messi in campo dalla nostra Giunta. Oggi possiamo dire di aver fatto un passo importante verso lo sviluppo di Sant’Antioco e del Sud Sardegna.»

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Un tavolo di lavoro nel corso del quale ogni comparto produttivo sardo ha declinato l’insularità in ogni sua forma, individuando i principali ostacoli e chiedendo un impegno “immediato, forte e deciso”. Un incontro a porte chiuse, per tracciare un percorso condiviso che guardi al futuro. Il mondo produttivo si schiera dalla parte dell’insularità: recepisce e accoglie l’invito del Comitato affinché le Associazioni di categoria nazionali di riferimento, ognuna per la propria parte, possano sostenere quella che ormai è da tutti considerata la “battaglia dei sardi”. L’obiettivo è duplice: l’inserimento nella Carta costituzionale del principio di insularità attraverso la dicitura “Lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità e dispone le misure necessarie a garantire una effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuabili e inalienabili”; l’avvio della stagione della rivendicazione in sede europea di un diritto fin qui negato, ovvero la mancata applicazione dell’articolo 174 TFUE, che riconosce gli svantaggi naturali e geografici permanenti specifici della condizione di insularità.
Al tavolo di lavoro promosso dal Comitato per l’insularità hanno partecipato stamani tutti i settori produttivi, rappresentati dalle Associazioni di categoria. Presente il comparto dell’agricoltura, tutto il mondo delle imprese e dell’edilizia, l’artigianato, il commercio, il turismo e tutti coloro che fanno girare l’economia dell’Isola.
«Oggi chiediamo che chi è portavoce del mondo produttivo sia determinato nel dire che non si può più prescindere dal riconoscimento del principio di insularità, la più importante sfida per il futuro della Sardegna – spiegano i rappresentanti del Comitato Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu -. Si tratta di una battaglia che chiama in causa tutti i settori dell’economia della Sardegna qui e oggi ben rappresentanti.»
Come poter correre alla velocità dei competitors della Penisola se non si parte dalle stesse condizioni e non si hanno le medesime opportunità? È la domanda che hanno posto Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu alla platea.
Esiste, e per i vertici del Comitato “è freno allo sviluppo della nostra Isola”, un’insularità che si riflette direttamente sull’agricoltura, sul commercio, sull’artigianato, sull’edilizia, sul turismo, sulla capacità di fare impresa in genere e che «finisce per ostacolare lo sviluppo e, nell’epoca dell’innovazione digitale, frena il rinnovamento e l’applicazione delle nuove tecnologie in tutti i settori dell’economia sarda, specie in quelli tradizionali, con evidenti riflessi sulla propensione al cambiamento in chiave moderna delle aziende». Una condizione alla quale è necessario ed urgente porre rimedio per mettere a nudo un Parlamento fin qui sordo alla richiesta di discussione della proposta di legge di iniziativa popolare ancora inspiegabilmente ferma in Commissione Affari Costituzionali al Senato: «Non si può perdere altro tempo».

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«Il trasporto pubblico, offerto a condizioni accessibili a tutti, deve essere considerato come uno strumento per neutralizzare le disparità sociali e per dare uguali opportunità di lavoro e di istruzione ai cittadini meno abbienti, che non sempre possono sostenere il costo della mobilità privata.»

Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che questa mattina ha partecipato, a Sassari, alla cerimonia di presentazione dei 41 nuovi autobus dell’ARST che saranno utilizzati nel trasporto dei passeggeri a corto e a medio raggio.

Gli autobus, dotati di tutti i confort, garantiscono affidabilità, sicurezza e facilità di accesso anche per i viaggiatori con disabilità.

«Con questi nuovi autobus – ha detto il presidente Michele Pais a margine dell’incontro – l’ARST raggiunge due importanti obiettivi: l’abbassamento dell’età media dei vettori e il miglioramento degli standard qualitativi con notevoli benefici per gli utenti e per l’efficienza del servizio.»

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«Non stupisce il fatto che l’assessore del Turismo della Regione Sardegna in queste ore sia impegnato in nord Africa. Dagli atti recentemente firmati dal suo assessorato appare evidente come il modello di riferimento che ha in mente per la Sardegna sia quello del deserto del Sahara. Un deserto culturale, nel nostro caso: su oltre 327 domande presentate da imprese ed enti pubblici e considerate idonee ai finanziamenti previsti dalla L. 7/55 (manifestazioni ed eventi di interesse turistico) solo 80 sono state effettivamente finanziate.»

Lo scrive, in una nota, Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale.

«Nel 2018 le graduatorie furono approvate con quattro mesi di anticipo e consentirono di realizzare oltre 215 eventi in tutta la Sardegna, tutti quelle presentate dai richiedenti in regola con i requisiti previsti dal bando – aggiunge Francesco Agus -. Oggi invece sono 247 i soggetti esclusi, inseriti in uno sterminato elenco di idonei non beneficiari nelle categorie che riguardano gli eventi nei centri minori e i cartelloni tematici. Tra questi festival culturali con una lunga storia, eventi di promozione territoriale e sportiva di grande richiamo, manifestazioni indispensabili per garantire l’animazione dei piccoli centri a rischio spopolamento. Come si fa, mi chiedo, a tener fuori il 75% delle richieste e comunicare questo agli operatori ad anno ormai concluso?»

«Forse è vero, così come è stato denunciato anche in un’interrogazione già presentata dall’opposizione in Consiglio regionale, il fatto che si cerchi di passare dalla politica trasparente dei bandi pubblici a quella in cui i beneficiari dei contributi vengono scelti tra gli amici e gli amici degli amici? – chiede Francesco Agus –. Eppure in questo caso bastava poco: a fronte di un numero crescente di richieste provenienti da tutta la Sardegna, sarebbe stata sufficiente una variazione di bilancio nei capitoli dell’assessorato al Turismo, dove sussistono dei residui che difficilmente saranno spesi nei prossimi due mesi, per incrementare la dotazione finanziaria prevista e consentire il finanziamento di tutti gli eventi. Esattamente come si è sempre fatto in passato.»

«Se la Giunta deciderà di fare a meno dei metodi carbonari condannati anche da esponenti della maggioranza, saremo ben lieti di suggerire le soluzioni migliori per affrontare e risolvere il problema. In caso contrario il prossimo futuro dell’isola sarà nel segno della desertificazione culturale e lo sviluppo turistico rimarrà solo un miraggio – conclude Francesco Agus -: avremo una Sardegna più povera di risorse e di eventi, dove nessuno sarà in condizione di organizzare manifestazioni, contribuire alla destagionalizzazione dell’offerta turistica e alla crescita dei piccoli centri e delle città.»

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I rapporti intensi fra Sardegna e Belarus in particolare nel settore dell’istruzione e della formazione, hanno visto dall’8 al 12 ottobre un focus specialistico dedicato all’istruzione inclusiva in occasione del soggiorno a Cagliari di una qualificata delegazione bielorussa e grazie all’ottimo lavoro svolto dal S.I.A. (Servizi Per l’Inclusione e l’Apprendimento) dell’Università di Cagliari che coordina il “Sardinian-Belarus Working Group on Inclusion” al quale aderiscono enti ed istituzioni pubbliche e private dei due territori.

Ai lavori e alle visite conoscitive hanno preso parte specialisti e partner progettuali dell’Associazione Cittadini del Mondo Onlus, tra i quali Nina Viktarouskaya, Direttore del Centro regionale di Minsk per la correzione e lo sviluppo della formazione e della riabilitazione, Volha Salauyova e Elena Falevitch del dipartimento di supporto scientifico e metodologico dell’istruzione secondaria generale nelle istituzioni dell’istruzione professionale, Alena Lemekh, del Dipartimento di pedagogia speciale dell’Istituto di educazione inclusiva dell'”Università bielorussa statale pedagogica Maxim Tank”, i rappresentanti dell’Università  Statale Bielorussa di Arte e Cultura Alinа Korbut rettore, Yulia Halkowskaya, preside della Facoltà Politiche informazione e Safiya Paulava, docente. Presente anche Veronica Yaroshevich, referente del Centro Italo-Bielorusso di Cooperazione e Istruzione “Sardegna” con sede a Minsk che fornisce sostegno logistico alle attività di cooperazione in territorio bielorusso. Alle iniziative hanno preso parte anche gli operatori dell’Associazione Cittadini del Mondo Onlus ed il console onorario della Repubblica Belarus Giuseppe Carboni.

La rete di specialisti sardi e bielorussi ha partecipato al II “University Meeting on Inclusion” ospitato nel Polo San Giorgio della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari coordinato da Donatella Petretto delegato rettorale per il supporto agli studenti con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento ed altri Bisogni Educativi speciali dell’Università degli Studi di Cagliari e al quale hanno portato i loro contributo anche Giuseppe Argiolas, docente Scuola Secondaria e del Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno, Laura Raimonda Mura, coordinatrice del SIA, Università degli Studi di Cagliari, Silvia Vinci, Funzionario Tecnico Psicologo del SIA, Università degli Studi di Cagliari, Gian Pietro Carrogu, Pedagogista SIA, Università degli Studi di Cagliari, Luca Gaviano, psicologo SIA, Università degli Studi di Cagliari, Gabriele Sorba, laureato in Psicologia, Università degli Studi di Cagliari

Una seconda giornata di lavori è stata organizzata  in collaborazione con l.I.S. “Bacaredda-Atzeni” guidato dal dirigente Pier Paolo Porcu, che ha accolto per una intera giornata di lavoro e confronto la delegazione proveniente dalla Bielorussia, mettendo a confronto due diversi modelli scolastici il cui denominatore comune è l’inclusione e il diritto allo studio degli alunni con Disabilità, D.S.A. e B.E.S. e dove ancora è stato prezioso il contributo di Giuseppe Argiolas del Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno per dare importanti strumenti di analisi al gruppo di lavoro sardo-bielorusso.

Una delle realtà più importanti non solo a livello sardo, ma nazionale rappresentata dallo IERFOP presieduta dal dott. Roberto Pili (Istituto Europeo Ricerca Formazione Orientamento Professionale di eccellenza per disabili) ha aperto le sue porte per una visita approfondita alle sue strutture che hanno trovato un grande interesse e apprezzamento da parte degli specialisti bielorussi, e per l’occasione è nata anche una proposta operativa finalizzata a portare metodiche e capacità professionali IERFOP dentro la realtà formativa bielorussa dedicate alle persone svantaggiate.

Altro momento di particolare interesse sono stati gli incontri con la diaspora così da mettere a confronto le esperienze di istruzione inclusiva vissute in via diretta o indiretta in patria e nella nuova realtà di residenza in Sardegna, così da confrontare non solo gli aspetti puramente tecnici ma anche quelli di approccio socio-culturale che possono influenzare le politiche inclusive in atto nei due territori.

Il “Sardinian-Belarus Working Group on Inclusion” rientra fra le attività progettuali promosse dall’Associazione Cittadini del Mondo nell’ambito dei programmi di cooperazione internazionale sostenuti dalla LR 19/96. Nell’ambito delle attività del gruppo di lavoro previste nel prossimo futuro sia in territorio bielorusso sia in Sardegna, si lavorerà per dare un respiro ancora più ampio alla collaborazione nelle politiche di “Inclusione” e allargare ulteriormente la rete di organizzazioni aderenti.

 

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«La gestione del territorio riguarda tutti: cittadini, pubbliche amministrazioni, organizzazioni e imprese sociali ed economiche. Eppure quando si parla di questi temi, due sembrano essere i chiodi fissi per il centrodestra, da sempre: gli interventi edificatori nella fascia costiera e la diminuzione del lotto minimo per l’edificazione in agro. Noi non siamo d’accordo.»

Lo scrive, in una nota, il gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale.

«L’inedificabilità della fascia dei 300 metri dal mare e delle fasce di rispetto dei parchi e delle zone umide, dei beni culturali e degli usi civici, garantite oggi da interventi legislativi regionali e nazionali, non è un tema che può essere rinegoziato – aggiungono i Progressisti -. I limiti sono politici e anche tecnici, data la palese incompatibilità delle norme proposte dalla maggioranza con il codice Urbani: le norme derogatorie di cui parlano sono destinate, lo sanno anche i proponenti, a essere impugnate dal Governo e dalla Corte Costituzionale e a essere nient’altro che uno spot elettorale. Allo stesso modo, riteniamo che la diminuzione del lotto minimo, decisione che consentirebbe l’edificazione indiscriminata nelle campagne, sia una vera misura di contro-sviluppo.»

«Servirebbero iniziative forti per la valorizzazione dell’agro, per la tutela dello stesso come centro nevralgico di valorizzazione delle economie e delle produzioni locali – sottolineano ancora i Progressisti del Consiglio regionale -. Per il sostegno e l’avvio di nuove attività agricole, investendo su innovazione e alta qualità. Di fronte a queste sfide moderne la maggioranza risponde con soluzioni vecchie e dannose: la possibilità di trasformare suolo agricolo in aree edificabili diminuendo la superficie minima per l’edificazione al punto da disincentivare ogni attività economica di tipo agricolo.
Uno “sviluppo”, quello che hanno in testa, che priverebbe il futuro dell’isola di una risorsa inestimabile e che farebbe gravare sulle casse pubbliche oneri insostenibili relativi alla necessità di garantire, in quei luoghi, urbanizzazioni, sicurezza e servizi.»

«Altre sono le urgenze. Serve confermare il ruolo centrale del sistema delle autonomie nel governo del territorio in coerenza con il PPR, che deve essere completato anche per le zone interne. È necessario evitare e superare le incoerenze e le resistenze alla definizione della pianificazione comunale in modo da evitare contenziosi – conclude il gruppo dei Progresssiti del Consiglio regionale -. Occorre includere misure orientate alla bonifica dei territori compromessi che avviino la risoluzione di un’emergenza che interessa le persone, i luoghi e l’ambiente. Il confronto sullo sviluppo possibile della nostra terra e sugli strumenti urbanistici più adatti a garantirlo non può chiudersi all’interno del Consiglio regionale.»

Su questi temi il gruppo dei “Progressisti” attiverà momenti pubblici di dibattito, il primo dei quali sarà il 25 ottobre, a Cagliari (ore 17,30 al Teatro Intrepidi Monelli, Viale Sant’Avendrace n. 100).

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Il comune di Carbonia ha pubblicato l’avviso esplorativo per l’acquisizione di manifestazioni di interesse al fine di organizzare e realizzare la stagione teatrale 2020 (da gennaio ad aprile) presso il Teatro Centrale di piazza Roma. Con tale procedura verranno individuati i soggetti da invitare alla procedura di gara. L’importo che l’Amministrazione comunale è pronta a stanziare per l’intera stagione teatrale è pari a 28.000 euro (Iva compresa), fatto salvo il ribasso di gara.

Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 30 ottobre 2019 al comune di Carbonia, piazza Roma 1, tramite consegna a mano presso l’Ufficio Protocollo, oppure tramite pec all’indirizzo comcarbonia@pec.comcarbonia.org .

Le richieste dovranno recare la dicitura “Manifestazione d’interesse ad essere invitati alla procedura negoziata per l’affidamento dell’organizzazione e realizzazione della stagione teatrale nel periodo gennaio-aprile 2020 nel Teatro Centrale”.

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«Accogliamo con favore l’invito del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova a celebrare le tantissime donne che con coraggio contribuiscono allo sviluppo rurale, economico e sociale di tante aree difficili del mondo; ricordiamo, a tal proposito, che le donne rurali rappresentano oltre un quarto della popolazione mondiale e, con riferimento ai soli paesi in via di sviluppo, arrivano addirittura al 43% circa della forza lavoro, contribuendo notevolmente e insostituibilmente alla produzione agroalimentare; a fronte di tali numeri appare a dir poco significativo il fatto che poco meno del 13% dei proprietari di terreni agricoli sia donna.»

Lo sottolinea il direttore generale della Copagri Maria Cristina Solfizi in occasione della “Giornata internazionale delle donne rurali”, che si celebra oggi e che è stata istituita nel 2007 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite per contribuire a riconoscere il ruolo chiave delle donne nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurale.

«Iniziative come quella odierna, seppur profondamente simboliche, diventano quindi occasioni importanti per rilanciare l’importanza del ruolo delle donne rurali, il cui lavoro è fondamentale dal punto di vista produttivo, ma anche sociale e umano, dal momento che ancora molto resta da fare per raggiungere la parità e l’uguaglianza di genere, in agricoltura come in altri comparti», aggiunge il direttore generale della Copagri.

«Nel nostro Paese, l’agricoltura è uno dei settori con il più alto tasso di femminilizzazione: circa 1 impresa su 3, infatti, è a conduzione femminile, con percentuali addirittura più alte nel mondo degli agriturismi, dove le strutture gestite da donne sono quasi novemila. Questa maggiore incidenza si spiega con la naturale propensione femminile all’innovazione e alla multifunzionalità, ma anche con la maggiore capacità di adattamento delle donne e con il legame più forte che hanno con il territorio, con la cultura, con la tradizione e con i saperi locali», sottolinea ancora Maria Cristina Solfizi.

«Resta, però, ancora molta strada da fare; particolarmente sentita è la necessità di un vero e proprio progetto organico e strategico che permetta di rafforzare il ruolo dell’imprenditoria femminile in agricoltura, favorendo la rottura della tradizione basata sulla gestione patriarcale dell’azienda, che vede solitamente un passaggio di testimone tra padre e figlio, puntando su interventi strutturali che permettano alle donne di dedicarsi all’impresa e al contempo alla famiglia e garantendo l’insediamento, la permanenza e la crescita delle aziende ‘rosa’», conclude il direttore generale della Copagri.