Francesco Agus (Progressisti): «Le convenzioni in corso con la Regione relative ai servizi socio-sanitari non sono nella disponibilità dei privati».
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«Le convenzioni in corso con la Regione relative ai servizi socio-sanitari non sono nella disponibilità dei privati. Non è possibile alienarle o cederle alla stregua di una proprietà privata e nei casi di inadempimento da parte del privato è possibile invece per l’ente pubblico provvedere alla loro revoca al fine di evitare ulteriori e perduranti danni ai servizi pubblici erogati. Non è possibile inoltre lucrare e generare profitti dalla vendita delle stesse e, in particolare, sarebbe grave consentirlo nel caso di Aias che ha beneficiato dell’assegnazione di servizi pubblici senza gara pubblica e di una convenzione estesa fino ai giorni nostri solo attraverso una lunga serie di reiterate proroghe.»
Lo scrive, in una nota, Francesco Agus, componente del gruppo Progressisti in Commissione Sanità del Consiglio regionale.
«Quanto apprendiamo in relazione alla possibile vendita delle convenzioni oggi in corso da parte di Aias ci sembra molto lontano da quanto approvato in Consiglio regionale ed altresì distante dagli interessi pubblici: quelli legati al proseguimento di un servizio fondamentale per i cittadini e quello di mettere al riparo le casse pubbliche da possibili danni erariali – aggiunge Francesco Agus -. Chiediamo che l’assessore Mario Nieddu riferisca urgentemente in Consiglio: nulla si sa delle soluzioni alternative che oltre due mesi fa aveva giurato di avere in tasca, ne è stato comunicato cosa si stia facendo per mettere al riparo gli interessi della Regione da possibili appetiti speculativi. Su questo tema, lo ribadiamo, la nostra preoccupazione è acuita dal fatto che il Presidente Solinas non abbia mai pronunciato una parola in merito alla principale vertenza oggi aperta in Sardegna. L’unica cosa certa – conclude Francesco Agus – è il protrarsi di una situazione gravissima per le famiglie dei pazienti e per i lavoratori e la sostanziale inerzia della Giunta regionale, in barba all’atto d’impegno approvato in Consiglio a fine ottobre.»