15 September, 2024
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Due appelli, uno alle autorità, un altro alla cittadinanza perché si isolino i violenti e si ponga fine alle aggressione degli operatori sanitari in ospedale. A farli è la direzione strategica dell’Aou di Sassari all’indomani dell’ennesima aggressione subita da un medico in reparto. Questa volta l’episodio si è verificato nel reparto di Medicina dell’ospedale civile Santissima Annunziata. Un uomo, che già in precedenti ricoveri avrebbe aggredito i medici dei reparti nei quali era stato ricoverato, la mattinata scorsa si è scagliato contro il dirigente medico in servizio. Alla base dell’aggressione ci sarebbe la pretesa del paziente di rimanere ricoverato nel reparto. Infatti, il medico – si racconta nella relazione presentata alla direzione sanitaria avrebbe comunicato al paziente le dimissioni nella giornata. Una decisione che, evidentemente, non sarebbe stata gradita dall’uomo che si è scagliato contro il medico, colpendolo con pugni sul viso e alla testa. Il medico ha dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso che gli ha assegnato alcuni giorni per infortunio sul lavoro. Il medico – è riportato nella relazione – avrebbe anche cercato di avvisare il posto di polizia al pronto soccorso che, però, alle 14 era già chiuso. Ha quindi presentato denuncia in questura. “Stigmatizziamo quanto avvenuto e siamo vicini al nostro medico – affermano i direttori aziendali – . È l’ennesimo atto di aggressione contro chi, operatore sanitario, con abnegazione e tra molte difficoltà, cerca di dare ai cittadini il miglior servizio. Sono atti non più tollerabili. Per questo motivo ci appelliamo alla coscienza civica dei cittadini, perché si isolino i violenti, e rivolgiamo un ulteriore appello alle autorità perché attraverso un tavolo di lavoro sia possibile concertare un’azione comune per arginare questi episodi. Nei prossimi giorni presenteremo una formale richiesta al Prefetto di Sassari per un incontro». L’episodio di aggiunge alle 15 aggressioni verbali e 5 fisiche che sono state registrate al pronto soccorso dal luglio scorso.

La Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara conclusione dell’incontro con gli operatori che hanno presentato progetti per il contratto istituzionale di sviluppo. Il presidente della Fondazione Cammino Miner miario di Santa Barbara Giampiero Pinna ha consegnato al presidente Giuseppe Conte una copia della Guida del Cammino Minerario di Santa Barbara invitandolo a percorrere alcune tappe dello stesso Cammino. L’invito è stato accolto ma non si sa quando potrà avvenire. Magari, in occasione della presentazione della prima opera finanziata dal CIS, gli e stato suggerito. “Questo non lo escludo”, ha risposto il presidente del Consiglio.

Sardegna Pulita con il suo leader Angelo Cremone, ha messo in atto un sit-in per manifestare il proprio disappunto nei confronti del Gverno con l’arrivo a Cagliari del Premier Giuseppe Conte. Il nodo cruciale della manifestazione è stato rivolto alle iniziative dell’Esecutivo, che quando parla di una nuova strategia Green per l’ambiente, si contraddice dando l’ok non solo alla Metanizzazione dell’Isola, perché il 5 luglio il ministro dell’Ambiente ha dato l’ok anche sull’impatto ambientale per il rigassificatore a Giorgino, cioè un deposito costiero del gas a trecento metri dal centro abitato di Giorgino. Questa situazione – ha proseguito il Leader di Sardegna Pulita -, non è accettabile e, pertanto, la metanizzazione dell’Isola è semplicemente un grande affare per le grandi compagnie e, pertanto, deve invece attivarsi per far si che i soldi vengano messi a disposizione dei cittadini e non per le compagnie interessate alla metanizzazione dell’Isola”.

Armando Cusa

Con la cerimonia inaugurale sono ufficialmente scattati questo pomeriggio i Campionati Mondiali IBSA di Showdown, disciplina sportiva dedicata ad atleti ciechi e ipovedenti che terrà banco al Geovillage di Olbia fino al prossimo 6 ottobre. La kermesse, organizzata dalla ASD Disardinia di Laura Albanese, con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Olbia e con la collaborazione di Fispic IBSA e CIP, vedrà gareggiare circa 100 atleti provenienti da 11 nazioni diverse (Finlandia, Slovenia, Germania, Danimarca, Russia, Slovacchia, Bulgaria, Corea del Sud, Svizzera e, ovviamente, Italia). A dare il benvenuto nell’Isola alle delegazioni è stata l’adsessore allo Sport del comune di Olbia Silvana Pinducciu: “Siamo orgogliosi di poter ospitare per la prima volta questo evento – ha dichiarato – speriamo che la permanenza degli atleti a Olbia sia piacevole. Sappiamo che molti di loro hanno voluto già scoprire le bellezze del nostro territorio, e questo ci riempie d’orgoglio”. In rappresentanza della FISPIC (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ciechi e Ipovedenti) è invece intervenuto il presidente Sandro Di Girolamo: “Nel 2016, in occasione dell’Europeo di Tirrenia, avevo promesso al movimento italiano l’organizzazione del Mondiale – ha detto – e oggi eccoci qui. Desidero ringraziare il Comitato Organizzatore e tutto lo staff di Dario Della Gatta, che ci ha permesso di mettere in piedi un evento di grande portata. Per la FISPIC si tratta della terza manifestazione internazionale nel giro di un anno, e questo ovviamente non sarebbe possibile senza uno staff federale che lavora con grande passione e serietà. In bocca al lupo a tutti gli atleti, con la speranza che i nostri Azzurri dimostrino una volta di più la loro competitività sulla ribalta mondiale”. Cariche d’orgoglio e di emozione anche le parole di Massimo Sanapo, presidente del sottocomitato Showdown di IBSA (International Blind Sport Federation: “Ogni volta è come la prima – ammette – sono molto emozionato nello stare di fronte a una platea così vasta di atleti. Ringrazio il presidente Di Girolamo, Dario Della Gatta e tutto il comitato organizzatore, che fin dai giorni scorsi ha intrapreso un grande lavoro. E non voglio dimenticare anche lo sforzo messo in campo dai classificatori, capaci in un giorno e mezzo di esaminare ben 33 atleti. Il loro impegno merita un grande encomio. Perché assistere ai Mondiali IBSA di Showdown? Perché sarà uno spettacolo avvincente – aggiunge – e mi basta citare due fatti che lo testimoniano: innanzitutto si tratta di una disciplina nata dalla volontà di due atleti ciechi di praticare lo sport senza aiuti, e poi perché sono presenti a Olbia i migliori esponenti internazionali della disciplina, capaci di scagliare la palla oltre i 170 km/h”. L’assessore Pinducciu ed i presidenti Di Girolamo e Sanapo hanno, dunque, dichiarato in maniera solenne l’apertura ufficiale della manifestazione. La cerimonia inaugurale dei Mondiali IBSA è stata infine allietata dalla performance del tenore bolognese Alessandro Goldoni, che deliziato la platea di atleti e accompagnatori con ben due classici brani della tradizione italiana: O Sole Mio e Nessun dorma. Domani, giovedì 3 ottobre, a partire dalle 8 del mattino, avranno inizio le gare sui 7 tavoli allestiti dall’organizzazione. I match andranno avanti a ritmi serrati fino alla serata di sabato, quando sono in programma le finali individuali maschili e femminili. Per tutti le giornate di gara sarà attivo un live streaming grazie al supporto media partner Directa Sport Live Tv, che curerà inoltre tutti gli approfondimenti giornalistici relativi all’evento. Lo showdown è uno sport praticato da non vedenti e ipovedenti. I giocatori vengono bendati affinché non vedenti e ipovedenti possano gareggiare nelle stesse condizioni. L’incontro viene disputato tra due giocatori su un tavolo rettangolare, con angoli arrotondati, che ad ogni estremità possiede un’area di porta. Al centro del tavolo vi è uno schermo centrale che divide il tavolo da gioco in due parti uguali. Questo schermo alto 42 cm dalla sommità delle sponde laterali forma un limite di 10 cm di altezza dal piano del tavolo per il passaggio della palla. I giocatori utilizzano racchette di legno (o altri materiali sintetici) di solito di forma rettangolare o stondata sui quattro bordi. Con queste racchette i giocatori colpiscono una palla sonora (al suo interno ha dei sonagli) di plastica dura del diametro di 6 cm. Nel muoversi la palla sonora produce un suono in modo tale da poterne percepire la direzione e la velocità. Lo scopo del gioco è lanciare la palla nella porta dell’avversario facendola passare prima sotto lo schermo centrale. L’organizzazione dell’IBSA 2019 Showdown World Championship è possibile grazie al supporto dei partner istituzionali, ma anche di quelli privati, che con grande sensibilità verso il mondo dello sport paralimpico hanno deciso di sostenere l’iniziativa. Primo tra tutti il Geovillage Sport&Wellness Resort, struttura ricettiva di primo livello che consentirà agli atleti e ai loro accompagnatori una piacevole permanenza a Olbia durante i giorni di gara. Parimenti importante è il sostegno di Vitali Spa, Keep It – Olbia Airport for Sustainibility, Fast, Croce Rossa Olbia, Aspo e Dedalus.

Raccolta di informazioni di diversa origine, rielaborazione e incrocio dei dati (i cosiddetti “Big data”), condivisione delle conoscenze e identificazione delle azioni prioritarie per meglio contrastare tempestivamente le malattie animali in tutto il pianeta. Su queste parole d’ordine si sono articolati i lavori nella due giorni di convegno organizzato, tra ieri e oggi a Cagliari, dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) della Sardegna, dall’OIE (Office International des Epizooties, oggi denominata OIE-World: Organization for Animal Health) e dal ministero della Salute. Circa 150 esperti provenienti da 25 Paesi dell’area mediterranea (Europa, Africa e Medioriente), i rappresentanti del ministero della Salute e di organizzazioni internazionali come l’OIE, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e la FAO, i direttori generali dei 10 Istituti zooprofilattici italiani, si sono riuniti per la prima volta in Sardegna per fare il punto sulle nuove sfide che attendono le autorità veterinarie mondiali. Il messaggio ribadito con forza dal Summit di Cagliari punta sulla “One health”, una sola salute, che consiste in un approccio interdisciplinare che affronti i problemi di sanità umana, animale e ambientale in modo coerente e sinergico. Una strada nuova per meglio orientare la ricerca scientifica visto che oggi circa il 75% delle malattie trasmissibili che colpiscono l’uomo sono di origine animale. A causa dei cambiamenti climatici e ambientali gli agenti di queste patologie si stanno moltiplicando nella loro diversità, dimostrandosi sempre più difficili da controllare con i soli approcci tradizionali comunemente utilizzati dai servizi sanitari. L’aumento degli scambi, dei movimenti di merci e di animali in tutto il mondo, compreso il bacino del Mediterraneo, sta ulteriormente contribuendo ad aumentare la diffusione delle malattie. Epidemie come la Blue tongue e la Peste suina africana sono un esempio di tali “malattie emergenti” che stanno preoccupando, oltre che la Sardegna, l’Europa e il mondo intero. La PSA è attualmente l’emergenza veterinaria numero uno a livello internazionale, a seguito della epidemia che da alcuni anni sta imperversando in Europa Orientale e in Asia, con danni sanitari ed economici enormi. Nella sola Cina, primo produttore e consumatore al mondo di carne di maiale, sono state stimate perdite per circa 140 miliardi di dollari, con un calo delle produzioni rispetto al 2018 che per la fine dell’anno rischia di raggiungere un meno 50%.Il convegno si è aperto ieri con i saluti istituzionali dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e del direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, a cui sono seguite le introduzioni della direttrice generale dell’OIE, Monique Eloit, e del direttore generale e responsabile dei servizi veterinari del ministero della Salute, Silvio Borrello, che ha letto inoltre una lettera inviata dal ministro Roberto Speranza. “Le moderne tecnologie consentono di raccogliere, analizzare e correlare tra loro enormi quantità di informazioni di diversa origine. Questi ‘Big Data’ ci possono permettere di prevedere, prevenire e controllare in modo sempre più preciso le malattie animali. Alla Conferenza di Cagliari sono intervenuti studiosi con conoscenze ed esperienze tra loro molto differenti, ma tutti convinti che mettere insieme le informazioni provenienti da diversi settori e condividerle quindi fra i centri di ricerca internazionali, può portare a sinergie importantissime da un punto di vista sanitario”. Lo ha detto ieri la direttrice generale dell’OIE, Monique Eloit, che ha poi aggiunto: “La Peste suina africana è diventata una emergenza della sanità animale a livello mondiale, in particolare in numerosi Stati dell’Europa dell’est e in Asia. Il lavoro fatto qui in Sardegna sta portando a risultati molto favorevoli che possono rappresentare un modello per numerosi altri Paesi”. Da ultima della classe, la Sardegna è salita oggi in cattedra con due relazioni importanti e notevolmente innovative sul piano dell’approccio scientifico e dei risultati raggiunti in questi anni sul campo. Prima è stato il turno del direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, sul tema della Peste suina africana, e poi di Sandro Rolesu, dell’Osservatorio epidemiologico veterinario regionale, che ha illustrato un report sulla Blue tongue (lingua blu). Nel 2013 c’erano stati 109 focolai di PSA in tutta l’Isola, scesi a 6 nel 2018 e a zero nel 2019. Trend in forte decrescita anche nel selvatico. Lo dicono i risultati delle analisi di laboratorio dell’IZS che controllano i campioni raccolti dai cacciatori nei cinghiali abbattuti. Proprio la preziosa collaborazione del mondo venatorio e delle loro associazioni ha permesso di delineare la presenza e i possibili spostamenti della malattia. Lo scorso anno sono stati controllati, non solo per la PSA ma anche per la Trichinella, 13mila cinghiali di cui oltre 5mila provenienti dalla zona infetta della Sardegna. “La PSA è uno dei problemi più sentiti a livello planetario e l’esperienza che abbiamo maturato in questi ultimi anni in Sardegna, dove la situazione è nettamente migliorata rispetto al passato portandoci molto vicini alla eradicazione del virus, può essere anche di aiuto per altri Paesi nel capire come venire a capo della malattia”. Così Alberto Laddomada che ha spiegato come “i traguardi tagliati dall’Unità di Progetto regionale per l’eradicazione della PSA sono il frutto di una pianificazione di attività pensate sul piano sanitario, economico, culturale e della comunicazione. Oggi in Sardegna – ha proseguito – disponiamo di un patrimonio di dati e conoscenze derivanti dalla rielaborazione di tali informazioni che in pochi al mondo possono vantare. Possiamo dimostrare scientificamente che al calo del pascolo brado illegale dei suini, e quindi della circolazione del virus, corrisponde una fortissima riduzione dei focolai nel domestico e anche della malattia nei cinghiali. La strada che abbiamo intrapreso, con sacrifici da parte di tutti i soggetti coinvolti nel comparto, ci ha permesso di arrivare a 13 mesi senza focolai negli allevamenti sardi e a un radicale declino nel selvatico: l’ultimo cinghiale con malattia in corso è stato individuato ad aprile. In questa fase, forse la più difficile, non bisogna abbassare la guardia. Dobbiamo chiudere la partita e portare a casa l’eradicazione finale, che possiamo raggiungere tra il 2020 e il 2021”, ha concluso il direttore generale dell’IZS. Anche sul versante della lingua blu il quadro è notevolmente migliorato rispetto al recente passato. In poco più di dieci anni, centinaia di migliaia di capi sono stati colpiti dalla febbre catarrale degli ovini causando enormi perdite per il comparto. Fra i primi anni 2000 e il 2013 ben 10mila delle 13mila aziende presenti in Sardegna sono state vittime dell’epidemia. Oggi, grazie ai dati raccolti e all’elaborazione di sistemi matematici specifici, si possono definire le mappe di rischio per area, se non addirittura per azienda, così da poter prevenire in anticipo l’insorgenza della Blue tongue e agire di conseguenza. “Sono ben 29 i diversi sierotipi in cui si articola la febbre catarrale degli ovini. In Sardegna abbiamo avuto a che fare con queste varianti: 2, 4 e 1 sul versante delle grandi epidemie; la 8, la 3 e la 16 con problemi contenuti. Grazie a milioni di informazioni raccolte in 19 anni, abbiamo predisposto modelli di analisi che ci permettono di costruire le cosiddette mappe di rischio epidemiologico nei diversi territori dell’Isola”. Lo ha detto Sandro Rolesu dell’Osservatorio epidemiologico veterinario regionale. “La base del nostro ragionamento – ha proseguito lo studioso – parte dal presupposto che gli animali siano stati sottoposti a vaccinazione quando serve e soprattutto nei tempi giusti. La patologia infatti è molto condizionata da tante altre variabili che interessano aspetti ambientali, dinamici nel tempo e nello spazio, condizioni metereologiche (umidità dell’aria, temperatura, vento e quantità di pioggia caduta a terra) e altitudine dove si trovano le greggi. A questi fattori si può inoltre integrare la realtà socioeconomica del territorio in cui opera una determinata azienda. Messe assieme queste informazioni + ha concluso Sandro Rolesu – e tenuto conto dei riscontri provenienti dagli animali sentinella posizionati nelle zone più sensibili, possiamo definire e aggiornare le nostre mappe di rischio che gli allevatori possono consultare ogni 10 giorni”. L’evento ha rappresentato un’opportunità per promuovere e aggiornare programmi e roadmap di ricerca transnazionali e globali. Sono stati inoltre diffusi i risultati di diverse ricerche scientifiche e promosse soluzioni per migliorare il controllo dei patogeni attraverso programmi sostenibili di controllo delle malattie. E poi la promozione di nuove tecnologie disponibili, il rafforzamento di reti e attività regionali, la creazione di sinergie e la costruzione di azioni e programmi comuni per garantire la sostenibilità degli interventi sanitari supportati dalle capacità di analisi dei big data. Da qui la sfida che il mondo veterinario riunito a Cagliari mette in campo per capire e rispondere alle minacce sanitarie del prossimo futuro, con particolare attenzione all’area mediterranea.

La IV commissione, presieduta da Giuseppe Talanas (Fi), a conclusione dell’audizione dell’assessore dei Lavori Pubblici, Roberto Frongia, ha espresso, a maggioranza, il parere favorevole alla rimodulazione del programma degli interventi, contenuti nel piano regionale delle infrastrutture (deliberazione n. 38 del 12.09.2019). Favorevoli i consiglieri del centrodestra (Oppi, Udc; Mura, FdI; Salaris, Rif; Caredda, Misto; Mula e Usai, Psd’Az; Ennas, Lega), astenuti i due consiglieri del gruppo Progressisti (Piu e Orrù) mentre hanno votato contro i rappresentanti del Pd, Piscedda e Deriu. La rimodulazione dei fondi, così come ha spiegato l’assessore Frongia, rende disponibile la somma di 7.640.000 euro e gli interventi definanziati hanno copertura finanziaria garantita dal piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico per l’importo finanziato sul muto per le infrastrutture, a suo tempo contratto dalla Regione, al netto dell’anticipazione già erogata al soggetto attuatore dell’opera. «È una variazione – ha dichiarato l’esponente dell’esecutivo regionale – senza alcuna conseguenza per gli interessati che vedono modificata solo la fonte del finanziamento ed invariate però le risorse a disposizione per realizzare le opere». I Comuni interessati dal definiziamento sono: Montresta (1 milione), Ulassai (2 milioni) e Bosa (5.190.000). I fondi sono stati riprogrammati, per realizzare opere immediatamente cantierabili e da ultimare entro il 2023, nei comuni di Barisardo (600.000 euro), Tonara (200.000), La Maddalena (1.785.000), Iglesias (1.575.000), Bosa (300.000), San Giovanni Suergiu (250.000), Cuglieri (200.000) Busachi (120.000), Arzachena (900.000), Fonni (850.000) Portoscuso (500.000), Valledoria (60.000) e la provincia di Nuoro (300.000). L’assessore, sollecitato anche dagli interventi dei consiglieri presenti, ha preannunciato una nuova rimodulazione del piano regionale delle infrastrutture per importi più significativi (circa 40 milioni di euro) derivanti dal definaziamento di opere che non possono essere concluse entro il 2023: il ponte a Sant’Antioco e la Statale 130. «In ogni caso – ha concluso Roberto Frongia – anche per queste opere le risorse saranno garantite da altra fonte di finanziamento».

Oggi tre incendi hanno richiesto l’intervento dei mezzi aerei del Corpo forestale. Nelle campagne di Pabillonis, in località “S’Acqua Cotta”, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Fenosu. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Guspini coadiuvato dall’intervento di una squadra di volontari Prociv di Pabillonis e da una squadra di Forestas. Le operazioni di spegnimento, grazie al tempestivo arrivo delle squadre sul posto, si sono concluse alle ore 18.00 circa. Nelle campagne di Gergei, in località “Sant’Isidoro”, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di San Cosimo. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Isili coadiuvato dall’intervento di una squadra di Forestas. Il fuoco ha interessato un’area costituita da cisteti e macchia sparsa. Un terzo incendio si è sviluppato nelle campagne di Burgos, in località “Giuanne Pes”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Anela. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Bono, coadiuvato dall’intervento di 2 squadre di Foresatas e da una dei barracelli, si sono concluse alle ore 19.30 circa.

La settimana scorsa il via libera del ministero dell’Ambiente alla realizzazione della dorsale Sud del metano aveva riacceso la fiducia tra i lavoratori che attendono da anni la soluzione delle vertenze Sider Alloys ed Eurallumina; oggi le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, nel corso della visita a Cagliari, sembrano rimettere tutto in discussione. “Attendiamo, a questo punto, risposte concrete e conseguenti all’attenzione mostrata nel colloquio, in particolare sui temi dell’insularità, della continuità territoriale, delle infrastrutture, degli svantaggi che caratterizzano il sistema produttivo, economico e sociale sardo – hanno detto i segretari Caterina Cocco e Samuele Piddiu (Cgil) Gavino Carta (Cisl), Francesca Ticca (Uil) aggiungendo che “siamo perplessi riguardo alle dichiarazioni rese alla stampa sul tema energetico, del metano e della dorsale perché, dopo il primo via libera del ministero alla realizzazione dell’infrastruttura, il presidente del Consiglio ha nuovamente parlato dell’elettrodotto che collegherebbe la Sardegna alla Sicilia: un progetto inutile, almeno tre volte più costoso, impossibile da realizzare in tempi rapidi e compatibili con i progetti e gli investimenti già in atto, che presuppone una nuova generazione energetica a gas ed è in contrasto con gli obiettivi di autosufficienza energetica della Sardegna”. Rispetto alla questione del carbone, è evidente che Cgil, Cisl e Uil considerano necessario “realizzare nei tempi più rapidi possibili il phase-out dal carbone ma compatibilmente con le esigenze del sistema produttivo ed energetico sardo che risente, almeno per il momento, dell’assenza del metano, l’unica fonte indispensabile a traguardare quell’obiettivo alle stesse condizioni del resto del Paese e d’Europa, che su questo, infatti fondano la propria strategia di uscita dal carbone”. L’auspicio dei sindacati è che queste contraddizioni siano presto chiarite e che sia confermato l’impegno a garantire ai sardi l’arrivo del metano e l’avvio della fase di transizione a parità di condizioni con il resto d’Italia e, quindi, attraverso la realizzazione dei rigassificatori e della dorsale, che sono essenziali alla strategia energetica e ambientale della Sardegna – decisamente più avanzata di quella nazionale – e garantiscono il controllo pubblico dell’infrastruttura e del prezzo della risorsa”. I sindacati hanno sottolineato che “di certo la frammentazione della distribuzione affidata a camion cisterna in giro per le strade renderebbero vana quella strategia”.

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Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con il “Carbonia Film Festival: How to Film the World”, un evento organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria con il patrocinio del comune di Carbonia. Il Festival si svolgerà nella nostra città dal 10 al 13 ottobre ed avrà tra le sue principali location il Teatro Centrale di piazza Roma, dove confluiranno, come da tradizione, importanti registi del cinema contemporaneo.

Saranno quattro giorni caratterizzati da proiezioni, incontri, iniziative di formazione per i giovani, Masterclass per riflettere sul cinema e sulla sua capacità di raccontare la realtà.

Tutti i dettagli della nuova edizione del “Carbonia Film Festival” verranno svelati domani, giovedì 3 ottobre, alle ore 16.00, nella sala riunioni della Torre Civica, nel corso di una conferenza stampa a cui parteciperà, per l’Amministrazione comunale, l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.