11 September, 2024
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La Necropoli a domus de janas di Montessu, a Villaperuccio, ospiterà venerdì 30 agosto, dalle 19.00, lo spettacolo teatrale “Le mille e una notte” (di e con Paolo Panaro), organizzato dalla Soc. Coop. Sistema Museo.
L’evento fa parte dell’undicesima edizione del NurArcheoFestival, circuito regionale organizzato dalla compagnia teatrale “Il Crogiuolo” di Cagliari.

Il programma prevede, alle 17.30, la visita guidata al Parco Archeologico, a cura della Soc. Coop. Sistema Museo e, alle 19.00, lo spettacolo teatrale “Le mille e una notte”.

Il biglietto per la visita guidata e lo spettacolo costa 3 €.

Info e prenotazioni (gradite): +39 340 7433521 villaperuccio@sistemamuseo.it

Gli organizzatori consigliano di indossare calzature adatte all’escursione e, per ragioni organizzative, di recarsi al parco archeologico almeno un quarto d’ora prima dell’evento.

LE MILLE E UNA NOTTE
di Anonimo;

Il re di Persia, avendo scoperto che la moglie gli è infedele, la uccide e prende la tragica decisione di dividere il suo letto ogni notte con una donna diversa per poi ucciderla all’alba. L’orribile catena si spezzerà solo quando Shahrazad, per evitare quello stesso destino, userà lo stratagemma di raccontare al re una favola ogni notte. Shahrazad racconterà di un sarto che invita a cena un gobbo che muore però all’improvviso mentre sono a tavola. Il sarto per salvare la sua vita dall’accusa di omicidio racconta al re della Cina la storia di un giovane claudicante. Il giovane, a sua volta, racconta di come un invadente e molesto barbiere, gli abbia rovinato la vita. Il barbiere, per discolparsi dalle accuse del giovane, racconta del tranello ordito da un perfido gruppo di donne ai danni di un suo fratello. Le storie vengono fuori le une dalle altre ma all’ultimo, Shahrazad, romperà il sigillo delle incastonature e il Libro delle Notti si chiuderà alle prime luci dell’alba.

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Quella odierna è stata un’altra giornata relativamente tranquilla sul fronte degli incendi. Solo due hanno richiesto l’intervento dei mezzi aerei del Corpo forestale.

Nelle campagne di Quartu Sant’Elena, in località “Baulanu”, presso il lago Simbirizzi, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Villasalto. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Sinnai, coadiuvate da 2 squadre di volontari e 1 dei vigili del fuoco. Le operazioni di spegnimento, si sono concluse alle ore 13.28.

Nelle campagne di Badesi, in località “Tamarigaggiu”, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Limbara. Le operazioni di spegnimento sono dirette dal Corpo forestale della stazione di Trinità d’Agultu. L’incendio è ancora in corso.

Allegate due fotografie delle operazioni di spegnimento dell’incendio di Badesi.

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Musica e cinema tornano ad abbracciarsi a Carloforte sotto l’insegna di Dreuza de Mà. Dal 10 al 15 settembre, Carloforte accoglierà la tredicesima edizione del festival diretto dal regista Gianfranco Cabiddu: una delle rare manifestazioni interamente dedicate al rapporto fra l’arte dei suoni e l’ottava Musa. Un terreno di indagine da esplorare, e gustare, attraverso proiezioni di film e documentari, masterclass, concerti, incontri con musicisti, registi, attori, e altro ancora, secondo una formula ben collaudata. Una formula che il festival svilupperà ancora, dopo Carloforte, nella sua seconda parte, in programma, come è ormai consuetudine, a Cagliari, dall’11 al 14 ottobre.
La tredicesima edizione di Creuza de Màverrà presentata alla stampa dal direttore artistico del festival, Gianfranco Cabiddu, mercoledì mattina (28 agosto), alle 11.00, a Cagliari, presso l’Assessorato Regionale dello Spettacolo e Attività Culturali, in viale Trieste, 186 (sala conferenze, secondo piano).

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Dalle lacrime originate dall’emozione per il ritorno “a casa” dopo cinque anni, da avversario della “creatura” che ha guidato per 22 anni, alla gioia “frenata” di fine gara, per la vittoria del “suo” Brescia, matricola che si propone di essere una delle sorprese della nuova serie A. Per Massimo Cellino quella di ieri è stata una serata dalle emozioni forti che sicuramente ricorderà a lungo. Il Brescia di Eugenio Corini ha violato con merito la Sardegna Arena con un calcio di rigore trasformato dal suo bomber Alfredo Donnarumma. Intorno al Cagliari c’era una grande attesa, dopo la grande campagna acquisti e la prestazione, forse ancora più del risultato, ha lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutti. Radja Nainggolan, uno dei più attesi al ritorno in maglia rossoblu dopo cinque anni, ha sottolineato che «c’è bisogno di un po’ di tempo per trovare i meccanismi giusti. Sono sicuro che non appena i nuovi acquisti raggiungeranno la migliore condizione dimostreranno tutto il loro valore e salirà anche il rendimento della squadra».

Rolando Maran, anche lui deluso, a fine partita ha detto: «Avevamo cominciato bene, giocando proprio come l’avevamo preparata. Poi abbiamo corso un paio di rischi e questo ha un po’ condizionato la nostra partita. Avremmo dovuto essere più compatti in pressione, il Brescia ci impediva di costruire, siamo stati poco lucidi e imprecisi al momento della rifinitura e della verticalizzazione. C’è stata una buona reazione, abbiamo costruito qualche occasione, ma sempre in modo discontinuo. Potevamo portare comunque a casa un risultato positivo, però dobbiamo fare meglio. Una giornata non brillantissima, pagata a caro prezzo contro un Brescia più fresco di noi».

Il tecnico rossoblu ha aggiunto che «sono arrivati giocatori nuovi e di qualità, il centrocampo è rinnovato. Chiaramente c’è bisogno di tempo per perfezionare i sincronismi di squadra. Dobbiamo far tesoro di quanto accaduto oggi: era già successo l’anno scorso di perdere la prima, strada facendo abbiamo fatto diventare quella sconfitta solo un episodio. Purtroppo ad inizio campionato si può perdere contro squadre più rodate. Dispiace sia capitato davanti al nostro pubblico, anche perché i tifosi ci hanno circondato di un calore incredibile e non dobbiamo disperdere tutto questo entusiasmo. La Sardegna Arena deve diventare il nostro fortino così come lo è stato l’anno scorso».

Il campionato entra subito nel vivo e domenica prossima alla Sardegna Arena arriva l’Inter di Antonio Conte, impegnata questa sera nel posticipo con il Lecce.

«Al di là di chi incontriamo, è importante fare la prestazione – ha concluso Rolando Maran -. Dovremo tornare in campo domenica e fare le cose col piglio della squadra che sa quello che vuole.»

 

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«In questi primi mesi di mandato ci siamo scontrati con una situazione che sapevamo essere difficile, ma che non ci ha impedito di portare avanti un lavoro che potesse rispondere, nell’immediato, alle tante emergenze del nostro territorio e, allo stesso tempo, gettasse le basi per un nuovo modello di Sanità, più aderente alle esigenze dell’Isola.»

Così l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, commenta i suoi 100 giorni di mandato nella Giunta guidata dal Presidente Christian Solinas.   

«Abbiamo ereditato – spiega Mario Nieddu – un sistema in sofferenza, che ancora oggi paga gli effetti di scelte sbagliate operate da chi ci ha preceduto. Dove il risparmio è stato generato da tagli che hanno avuto come unico effetto quello di ridurre il numero delle prestazioni, con pesanti ripercussioni per i cittadini e gli operatori sanitari.»

Sui provvedimenti approvati nei primi mesi di lavoro, l’esponente della Giunta precisa: «Per l’abbattimento delle liste d’attesa abbiamo rimosso il blocco del turnover per gli specialisti ambulatoriali e abbiamo autorizzato una spesa di oltre 10 milioni di euro per il triennio 2019-2021 che consentirà di aumentare il volume di prestazioni aggiuntive nei presidi territoriali. Una misura che contiamo possa portare risultati in tempi rapidiı».

All’abbattimento delle liste d’attesa si collega anche l’accordo raggiunto sulla vertenza dei lavoratori del Policlinico sassarese «un progetto realizzato di concerto con l’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda, e che ci ha permesso di raggiungere l’importante risultato di tutela dell’occupazione e il reimpiego del personale nel nostro sistema sanitario, evitando la dispersione di importanti professionalità»”.

Dalle risorse inutilizzate da Ats lo stanziamento di 3 milioni per l’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari e 1 milione di euro per l’l’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari. «Nel primo caso – spiega il titolare della Sanità – siamo riusciti a rispondere alla necessità di garantire i contratti a tempo determinato evitando una riduzione del personale in servizio; nel secondo abbiamo dato gambe al Sistema di trasporto d’emergenza neonatale, che per la prima volta verrà realizzato in Sardegna».

Importanti risorse destinate anche nell’approvazione definitiva del Programma di investimenti per l’edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico «circa 136 milioni di euro – dichiara l’esponente della Giunta Solinas – per interventi a favore degli ospedali e dei poliambulatori su tutto il territorio. Una misura che permetterà di adeguare le infrastrutture e i macchinari, migliorando la qualità del servizio».

Azioni anche sul fronte dell’emergenza urgenza, un comparto «anch’esso in sofferenza per la carenza di personale. Abbiamo attivato i corsi per la formazione – precisa l’assessore Mario Nieddu – che consentiranno a sessanta medici di entrare in servizio nel 118. Era da oltre un decennio che non si procedeva in questa direzione».

Sulla carenza di medici specialisti l’assessore della Sanità precisa: «Ci aspettiamo che a livello nazionale riprenda una programmazione adeguata nella formazione dei medici. Quest’anno siamo riusciti ad aumentare le borse di studio regionali di poche unità, ma contiamo di incrementare il numero già dall’anno prossimo e di proporre modelli organizzativi, come la rotazione delle equipe con il modello “a pendolo”, che impediscano la sospensione, se pur provvisoria, dei servizi ospedalieri, così come accaduto nelle criticità che stiamo tutt’ora affrontando e per cui abbiamo predisposto anche un piano di reclutamento straordinario, che in alcuni casi è riuscito a tamponare l’emergenza».

Passi in avanti anche sulla vertenza Aias dove «con l’apertura del tavolo tecnico – spiega Mario Nieddu – siamo riusciti a ottenere per la prima volta i bilanci e le relazioni contabili in grado di fare chiarezza sulla reale situazione creditoria-debitoria dell’associazione nei confronti di Ats».

Importanti risultati anche sul fronte delle politiche sociali con l’approvazione delle modifiche alle linee guida del Reddito d’inclusione sociale 2018, che di fatto consentiranno di esaurire le misure bloccate a seguito dell’introduzione del Reddito di Cittadinanza, e lo stanziamento di 27 milioni di euro a favore delle misure “Ritornare a casa”, leggi di settore e Legge 162.

L’assessore alla Sanità conclude sulla riforma del sistema sanitario regionale: «Il primo passo è stato fatto con il commissariamento dell’Ats; il progetto è già pronto e ci aspettiamo di poter raccogliere nuovi elementi e soluzioni dagli Stati generali della Salute che appronteremo in autunno».

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È stato approvato il calendario venatorio 2019/2020.
Pre apertura confermata per il 1 e 5 settembre per le specie: tortora, con un carniere giornaliero di 8 capi, stagionale 15. Cornacchia e ghiandaia, con 30 capi al giorno.
Apertura generale da domenica 22 settembre (da subito domenica e giovedì) al 9 febbraio 2020 in quanto per la caccia alla nobile stanziale è stato raggiunto il 10 per cento di territorio monitorato.
Si potranno cacciare le seguenti specie:
– Coniglio, Merlo e Quaglia fino al 29 dicembre.
– Beccacino, Frullino e Pavoncella dal 22 settembre fino al 30 gennaio 2020.
– Anatidi dal 22 settembre fino al 30 gennaio 2020.
– Alzavola, Canapiglia, Codone, Fischione, Folaga, Gallinella d’acqua, Germano reale Marzaiola, Mestolone, Moriglione, Porciglione, Colombaccio dal 29 settembre fino al 9 febbraio 2020, con il cane da riporto.
– Volpe dal 3 ottobre e dal 3 novembre anche col sistema della battuta, con un carniere massimo di 3 capi per cacciatore e 20 per Compagnia.
– Allodola, dal 3 ottobre al 29 dicembre.
– Beccaccia dal 3 ottobre al 26 gennaio.
– Tordi e Cesena dal 3 ottobre fino al 30 gennaio 2020.
– Caccia al Cinghiale, invece, dal 3 novembre, domenica e giovedì con un massimo di 5 capi per ogni 5 fucili o frazione di cinque e 40 capi per Compagnia di caccia.
Per la Lepre e Pernice, sono state confermate tendenzialmente le giornate del 6 e 20 ottobre, ma per conoscere i carnieri bisognerà attendere l’esito dei censimenti, che saranno comunicati nella prossima riunione di Comitato regionale faunistico (CFR), che si terrà presumibilmente il 30 settembre prossimo.
Lo ha stabilito quest’oggi il comitato, convocato dall’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis.
«Non possiamo non rilevare una discontinuità rispetto al passato – ha sottolineato l’assessore Lampis – anche nei leali rapporti di collaborazione con le diverse associazioni venatorie. I lavori del Comitato sono improntati a consentire il pieno esercizio dell’attività venatoria così come nel rispetto delle leggi». «Il CFR – ha detto ancora l’assessore regionale dell’Ambiente – in maniera seria e responsabile, anche sulla base di determinate indicazioni di Ispra, ritiene di dover comunque consentire ai cacciatori sardi di poter esercitare la propria passione».
In queste settimane è stata svolta una capillare attività di censimento per le lepri e le pernici anche sul territorio libero, contrariamente a quanto invece era previsto in passato. «Ringrazio per questa ragione le strutture del Corpo Forestale e dell’Agenzia Forestas – ha concluso Gianni Lampis – per questa grande condivisione dell’indirizzo politico che io ho voluto dare.»

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Tre serate che hanno confermato il ruolo importante di Stintino nella promozione turistica, sia delle produzioni tipiche dell’Isola sia delle località dell’entroterra. L’edizione 2019 de L’Isola in Vetrina va, così, in archivio con un bilancio positivo, la partecipazione di tanti espositori e un pubblico numeroso che ha gradito la proposta slow food, la gastronomia e gli stand dell’artigianato e delle produzioni isolane.

«Abbiamo puntato tantissimo sullo spettacolo – ha detto l’assessore del Turismo del comune di Stintino Francesca Demontis – con tre serate e tre ospiti importanti e bravi. Si è rivelato vincente, anche quest’anno, lo slow food. Siamo molto contenti e ci metteremo subito al lavoro per la prossima edizione

Tante le produzioni che i visitatori hanno potuto scoprire, a partire da gioielli abilmente lavorati dagli artigiani isolani quindi ceramiche, coltelli, oggetti in sughero e oggetti d’arredo per la casa in pietra e bambole in pannolenci e feltro. Affollatissimi, come sempre, gli stand dedicati alla gastronomia dove i tanti turisti hanno potuto gustare i piatti dello street food dagli arrosticini alla pizza fritta, dalle frittelle alle fritture di pesce e ostriche quindi ancora prodotti tipici sardi, panadas e sospiri ma anche Andarinos, pasta e seadas. E ancora, torrone, dolci sardi, miele, liquori sardi, cocktail e birra artigianale.

Le tre serate di spettacoli, poi, hanno accontentato il pubblico variegato, composto da giovani, famiglie e tanti appassionati della musica swing, R’n’R, disco. A dare il via agli appuntamenti è stato Antonio Sorgentone, pianista e cantante, vincitore della edizione 2019 di Italia’s go talent che, accompagnato dalla sua band, ha coinvolto il pubblico con un repertorio mix di musica Anni 50, R’n’R, boogie woogie, brani originali e classici swing italiani di grandi del passato come Renato Carosone o Fred Buscaglione.

È stata poi la volta di Marco Bazzoni, in arte “Baz” che con il suo show di oltre un’ora ha fatto divertire, con gag esilaranti e canzoni, il pubblico presente assiepato sulla scalinata della nuova piazza Cala d’Oliva.

Domenica 25, a chiudere l’edizione 2019 della kermesse turistica è stata la cantante americana Noreda Graves, strepitosa voce solista di uno dei più prestigiosi cori gospel al mondo. L’artista è scesa dal palco e ha coinvolto il pubblico che ha risposto battendo le mani a ritmo e sottolineando gli incantevoli passaggi vocali.

A chiudere le serate ci ha pensato Fabrizio Solinas con sessioni di djset.

L’Isola in Vetrina è stata promossa dal comune di Stintino e dall’assessorato del Turismo, con la collaborazione dell’agenzia La Mirò.

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Nuova tappa nel programma di rimozione delle auto abbandonate nel territorio comunale di Sant’Antioco. Dopo il primo intervento datato mercoledì 7 agosto, questa mattina (26/08/2019) altre due automobili sono state prelevate e condotte nel deposito di stoccaggio. Dall’avvio del progetto ad oggi, diversi cittadini hanno provveduto da sé alla rimozione ed alla rottamazione del proprio veicolo inserito nell’elenco delle auto destinate alla dismissione, allo scopo di evitare l’addebito delle spese e l’eventuale sanzione. Una scelta, questa, naturalmente consigliata: ai costi di rimozione programmata dalla Polizia municipale, infatti, trascorsi inutilmente i 60 giorni entro i quali il proprietario è tenuto a reclamarne la proprietà contestualmente al pagamento degli oneri di rimozione e deposito, si aggiunge la sanzione di 1.666,67 euro.

La procedura prevede che, insieme alla redazione del verbale di constatazione da parte della Polizia Municipale, il veicolo venga prelevato e affidato al centro di raccolta convenzionato con il comune di Sant’Antioco, al fine di custodirlo fino alla conclusione dell’iter amministrativo. Il verbale verrà notificato al proprietario dell’automobile che, entro 60 giorni, dovrà reclamarne la proprietà e pagare le spese di rimozione e deposito. Diversamente, il veicolo verrà considerato “cosa abbandonata” e rifiuto. A quel punto il Comune procederà alla demolizione con addebito al proprietario di tutti i costi sostenuti, nonché all’irrogazione di una sanzione per l’omesso conferimento del veicolo di 1.666,67 euro.

Ogni auto ha una storia a sé: tra le tante “carcasse” che si scorgono a Sant’Antioco, infatti, buona parte è sottoposta a procedure di fermo, ganasce fiscali, eccetera. Elementi che si inseriscono nel procedimento, dilatando i tempi di rimozione.

 

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Due notti di Cinema all’aperto a Maracalagonis per salutare agosto 2019. Le date previste sono 27 e 29 agosto nel giardino di casa Cocco, in via Giovanni XXIII, alle ore 21.30.

Domani, martedì 27 agosto, sarà proiettato il film Shaun vita da pecora, regia di Richard Starzak e Mark Burton, mentre giovedì 29 agosto il pubblico potrà visionare il film sulla vita della sportiva e pattinatrice Tonya, regia di Craig Gillespie.

La rassegna è voluta dal comune di Maracalagonis ed organizzata dall’Associazione Enti locali per le Attività culturali e di Spettacolo. 

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Il mondo produttivo che ruota intorno al mirto e alle altre piante aromatiche. Mirtò, il Festival internazionale del Mirto, ha ottenuto una visibilità internazionale, ha allargato l’orizzonte geografico e merceologico della sua offerta, ma non dimentica i produttori del mirto. Il Dna di Mirtò, quel mondo produttivo che ruota intorno a un liquore, che è diventato sinonimo di Sardegna, rappresenta la prima vocazione di una rassegna nata sulla spinta del successo nazionale del Vinitaly. Partendo da un piccolo paese della Gallura, Nicola Mancini, l’ideatore di Mirtò, insieme all’allora giovane assessore Giuseppe Pinna, hanno trasformato una saga dal forte richiamo popolare in una macchina di promozione di tutto il territorio e le eccellenze della Sardegna. Insieme a loro il presidente della Pro Loco dell’epoca, Giuseppe Fancellu, con lo staff e il direttivo dell’associazione Mirtò, che sono rimasti invariati nel tempo. Poi la decisione nel 2016 di trasferirsi ad Olbia, la città di Nicola Mancini, grazie ad un accordo sottoscritto e fortemente voluto dal Comune, con l’assessore al Turismo, Marco Balata e dalla Confcommercio Gallura, grazie al presidente Pasquale Ambrosio.

Il grande attore e regista George Clooney considera il mirto il suo elisir di giovinezza. Durante le riprese ad Olbia della serie “Catch-22”, andata in onda su Sky Atlantic, sia lui che lo staff della Paramount sono stati omaggiati del mirto dei produttori nel catering del set che era stato allestito dallo stesso Nicola Mancini, Salvatore Pinducciu e Giovanni Pirina e da tutto lo staff di Mirtò. George Clooney è un amico di Mirtò ed è diventato anche un ottimo testimonial delle bellezze della Sardegna. A partire proprio dalla sua passione per il mirto. In un’intervista al settimanale Oggi, lo stesso George Clooney aveva raccontato il suo amore per la Sardegna, dove ha girato parte della sua serie Catch-22. «Adoro il pane Carasau! Ne mangerei a quintali. E poi il mirto: lo conosco da 20 anni, ma bevendolo tutti giorni per mesi… Guardami: non mi ha fatto ringiovanire?», ha scherzato con il giornalista. Il mirto e Mirtò hanno quindi conquistato nel tempo palcoscenici nazionali e internazionali. In questa quinta edizione di Mirtò il modello del Vinitaly in salsa gallurese è stato affinato, con gli stand e gli espositori che si sono ritrovati al centro di Olbia, lungo il Corso Umberto. Unendo le forze, usufruendo dell’esperienza di Mirtò, questa quinta edizione appena conclusa si è rivelata un formidabile mezzo di promozione per le aziende partecipanti.

Tra queste c’era Mintou, di Armando Columbano. «Siamo di Arzachena e produciamo mirto tradizionale e barricato – spiega Armando Columbano -. Soprattutto quest’ultimo è piaciuto molto ai visitatori. Considero Mirtò una vetrina fondamentale per le aziende, una manifestazione bellissima e una tappa imprescindibile che permette di farci conoscere ed esporre le eccellenze della Sardegna. E’ stato molto interessante anche scambiare le reciproche esperienze con gli altri produttori». Tra i produttori anche l’azienda Galù Liquori, di Anna Piccinnu. «Abbiamo partecipato a Mirtò fin dall’inizio, partendo dallo stesso paese gallurese, possiamo dire di essere nati insieme – sottolinea la Piccinnu -. Produciamo il mirto tradizionale e la crema di mirto. Siamo gli unici a produrla poi direttamente dalle foglie del mirto. La nostra clientela è di un livello alto, crediamo di poter garantire un prodotto di fasci alta per clienti che abbiano capacità di spendere».

Direttamente da Ilbono, in Ogliastra, arriva l’azienda agricola Tarè, di Nando Piroddi. Produttori di liquori da tutte le materie prime: mirto, ovviamente, ma anche corbezzoli e fichi d’India. «Abbiamo una produzione variegata e vendiamo anche fuori dalla Sardegna: ci avvaliamo di punti vendita a Milano, Torino e Roma – conferma Nando Piroddi -. Il mercato va bene, quest’anno abbiamo aumentato le vendite del 30%».

Tra i partecipanti anche Fragus e Saboris de Sardigna, azienda di Sadali specializzata nella coltivazione di piante aromatiche da cui ricava, oltre i liquori tra cui il mirto, olii essenziali, idrolati, oleoliti, unguenti e saponi. «Per noi è sempre un piacere partecipare a Mirtò, vorremmo tornare anche l’anno prossimo», dice Frediano Mura. Tra i tanti turisti c’è stata per loro anche una visita inaspettata: un ricercatore del Cnr che visiterà l’azienda per studiare i metodi di produzione e i macchinari brevettati per la produzione degli olii essenziali. Una grande convinta partecipazione di aziende produttrici di mirto che hanno creduto nel progetto e hanno aderito convintamente alla quinta edizione di Mirtò: il mirto Mannena di Antonello Orecchioni, importante imprenditore di Arzachena; come il mirto Marchese di Gallura, di Valentina Marchese, che dopo aver ottenuto la laurea specialistica in Scienze Agroambientali, scelse di tornare a Sant’Antonio di Gallura per curare la sua azienda. C’è poi Sapori Santoni, di Pasqua Santoni, un laboratorio artigianale dove i prodotti vengono lavorati a mano, senza conservanti e coloranti, con verdura e frutta a chilometro zero della fertile Valle del Coghinas. O La Neula, azienda gallurese che è nata nel settembre del 2008 e si dedica alla produzione di olio, olive e vino. A questi prodotti ha affiancato anche il miele e il liquore di mirto, uno dei simboli più tipici dell’enogastronomia sarda, realizzato secondo la ricetta tradizionale. Infine, la Liquoreria Collu di Villasor, che interpreta con passione e sapienza l’antica tradizione che sa trasformare la ricca varietà di piante tipiche sarde in mirto rosso, distillato di vinacce più conosciuto come filu ‘e ferru, poi il liquore di agrumi, di carruba, di foglie di Maria Luisa e di buccia di limone (il celebre limoncello).