11 September, 2024
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E’ stata presentata questa mattina, nello spazio della Fucina Teatro della Vetreria di Pirri, l’XI edizione del Nurarcheofestival. Un traguardo che testimonia l’ormai chiaro consolidamento e radicamento nei territori coinvolti della rassegna organizzata dal Crogiuolo, che, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri, prosegue i suoi Intrecci nei teatri di pietra. Il patrimonio storico e culturale della Sardegna si sposa, infatti, ancora una volta con il teatro, dal 25 agosto al 13 settembre, in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, fra Ogliastra e Nuorese, Sulcis Iglesiente, Marmilla ed Oristanese, e altri centri importanti come Olbia e Bosa.

«Il tratto distintivo della nostra programmazione è da ricercare nell’organicità della proposta culturale, pensata e ideata, con i territori, come volano della valorizzazione dei diversi e peculiari patrimoni archeologici della Sardegna – dice Rita Atzeri –. Gli spettacoli nei siti archeologici non sono certo stati un’invenzione del NurArcheoFestival, ma una programmazione capillare composta da tanti appuntamenti nelle diverse regioni geografiche della Sardegna, in sinergia con i territori e le associazioni locali, portata avanti senza interruzioni per undici anni consecutivi, credo sia una peculiarità che solo il NurArcheoFestival può vantare. Il NAF è luogo di conoscenze e incontro di culture e saperi diversi – spiega ancora Rita Atzeri – dove le tematiche sarde si affiancano a temi classici e contemporanei proposti da compagnie del panorama nazionale con l’obiettivo di evidenziare gli elementi di connessione tra le culture del Mediterraneo. E, in tempi in cui il mare “divide” e diventa luogo di “respingimento”, sottolineare le comuni matrici e favorirne la conoscenza è un atto politico e poetico preciso e consapevole.»

Da Elena Bucci a Lucilla Giagnoni, da Iaia Forte ad Arianna Scommegna, a Laura Curino, da Gianluigi Tosto a Matteo Belli, a Paolo Panaro: questi solo alcuni degli ospiti – nomi di spicco della scena nazionale – del NurArcheoFestival 2019. Che propone tre produzioni originali, ideate a pensate ad hoc: il lavoro su Antigone di Arianna Scommegna; il primo studio di un testo di Sonia Antinori, interpretato da Iaia Forte e Rita Atzeri; il debutto nella scrittura teatrale di Giulia Balzano, archeologa del Museo dell’Ossidiana di Pau. E che presenta per la prima volta al pubblico sardo l’attrice Lidia Vitale, che darà vita a uno spettacolo dedicato ad Anna Magnani, e la cantautrice Rebi Rivale.

Un importante appuntamento di riflessione è rappresentato dalla tavola rotonda “Arcipelaghi del Mediterraneo. Isole come Beni Culturali”, che porterà il modello del NAF all’attenzione di realtà museali nazionali e internazionali. Altra novità è costituita dall’inserimento nel programma di un appuntamento letterario, “Incontro con l’autore”, per avvicinare anche un pubblico di non addetti ai lavori ai temi dell’archeologia.

NurArcheoFestival si lega non solo alla cultura ma anche alla coltura, in un disegno organico di saperi vitali che si fondono fra loro. E lo fa promuovendo una storia esemplare: quella dell’azienda Tela Fertile, nell’agro fra Villamar, Las Plassas e Tuili, nel cuore della Marmilla, dove Francesca Masala ha rilevato l’attività agricola del padre e oggi favorisce al suo interno il reinserimento sociale di persone dal vissuto difficile al termine di un percorso di recupero.

Al centro del NurArcheofestival, quindi, un cartellone particolarmente fitto, con ancora un mix fra cultura classica, attraverso la proposta di spettacoli dedicati al mito e all’epica, e quella più specificamente legata alla storia e alla tradizione letteraria sarda. «D’altra parte, la nostra rassegna – conclude Rita Atzeri – è nata con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico e per favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni abbiamo definito il NurArcheo come festival dal tempo lungo, perché gli appuntamenti che ne fanno parte prevedono solitamente, insieme agli spettacoli serali, le visite guidate ai siti o escursioni naturalistiche».

Bologna, Arena del Sole 30-01-2010 Matteo Belli in Le guerre di Walter e altre storie, dedicato a Walter Chiari.

Bologna, Arena del Sole 30-01-2010 Matteo Belli in Le guerre di Walter e altre storie, dedicato a Walter Chiari.

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

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La tratta ferroviaria Alghero-Olmedo riapre in tempo per riportare a bordo del treno dell’Arst gli studenti (il primo viaggio è previsto intorno al 15 settembre) mentre per arrivare fino a Sassari bisognerà attendere almeno la fine del mese di ottobre. Ad un anno di distanza dallo stop imposto dalla direzione generale dell’ufficio speciale dei Trasporti (che fa capo al ministero delle Infrastrutture) per la mancanza delle condizioni di sicurezza e dei necessari interventi di manutenzione, sembrano dunque avviati a soluzione i disagi patiti da pendolari e viaggiatori, costretti a rinunciare forzatamente al collegamento su rotaia e trasportati sui bus sostitutivi messi a disposizione dall’azienda regionale dei trasporti che ha visto però, nel frattempo, dimezzate le presenze a bordo.

La riapertura della strada ferrata è stata accolta con soddisfazione dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che ha partecipato al sopralluogo in stazione ad Olmedo e nel cantiere di Mamuntanas, insieme con l’assessore dei Trasporti, Giorgio Todde, il sindaco e gli amministratori di  Olmedo e Alghero, Toni Faedda e Mario Conoci, l’amministratore straordinario della Provincia di Sassari, Pietrino Fois, ed i vertici dell’Arst guidati dal direttore generale, Carlo Poledrini.

«La conclusione dei lavori e quindi l’imminente ripartenza del treno per Olmedo e Sassari sono una bella ed importante notizia – ha dichiarato Michele Pais – ma il sogno resta l’allungamento del collegamento ferroviario fino all’aeroporto di Fertilia».

Centodieci giorni di lavori, cinquecentomila euro di investimento, tre ponti metallici completamente ristrutturati, sono invece i principali dati snocciolati dal direttore dell’Arst Carlo Poledrini per testimoniare la complessità dell’intervento sulla Sassari-Alghero e confermare l’impegno dell’azienda per garantire collegamenti sempre più efficienti e in sicurezza sull’intera rete ferroviaria gestita dalla società dei trasporti a totale partecipazione regionale.

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Passano i decenni, ma la festa di Sant’Isidoro non perde il suo fascino e la sua attrattiva. A Teulada, “Su Santu Gloriosu” è ancora talmente amato che persino i giovani dalle idee lanciate verso la modernità più spinta si “piegano” volentieri a condividere e celebrare una tradizione divenuta focus identitario nella secolare storia della comunità. Una tradizione che vede un lungo andare della sua effige dalla chiesa parrocchiale fino alla chiesetta campestre a Lui intitolata nella campagna di Tuerra, un posto bellissimo e suggestivo, che sa di arcaico e di mistero, dove, se ascolti attentamente, senti il silenzio parlare delle genti antiche che in quel luogo abitarono, conducendo una esistenza dura, condizionata dai ritmi faticosi che la natura imponeva a chi alla terra affidava la propria sopravvivenza. Un luogo che diresti magico, proprio per il silenzio che lo avvolge, rotto solo dallo stormire del vento tra gli alberi o dal richiamo degli uccelli in volo, che a volte paiono gridare il proprio disappunto per presenze che disturbino la loro incantata solitudine. Una solitudine che di forza si rompe per pochi giorni l’anno, quando frotte di devoti fedeli accorrono dal paese, sulle orme di coloro che, in primavera, solevano invocare un buon raccolto e ringraziare della sua abbondanza alla fine dell’estate. Ed accorrono a piedi, facendosi coraggio con antichi canti di osanna, o nelle traccas che, tutte ornate di fiori, di spighe e di pani dalle forme più svariate, aprono la strada al cocchio nel quale il Santo compie il suo cammino, rinnovando il rito antichissimo che lo vede intercedere nella benedizione delle campagne. Una piacevole occasione di incontro per tutta la comunità, un modo di rinverdire amicizia e confidenza, di provare a se stessi ed agli altri quanto ancora ci si senta bene ed a proprio agio nello stringersi tutti intorno a quella effige che risveglia sentimenti di attaccamento profondo alle proprie radici, in una cerimonia che vuole essere celebrazione di ricordi e di affetti, ma anche revival di costumi ancestrali. Un riandare, dunque, della memoria collettiva a tempi lontani, testimoniati dalla poderosa torre sorta a difesa di genti che lentamente, giorno dopo giorno, pietra su pietra, si ergevano in comunità, traendo di che vivere proprio dalla campagna tutt’intorno, sulla quale unicamente il sole, il vento e l’acqua imponevano le leggi della semina e dei raccolti. Una comunità che cercava e trovava consolazione e sostegno alla fatica proprio nel piccolo tempio che con riconoscente devozione aveva scelto di dedicare ad un Santo venuto da lontano, portando con sé messaggi di speranza e di fiducia nel futuro. Sant’Isidoro protettore della campagna e del lavoro che dalla campagna trae sostentamento e vita diventava, dunque, un emblema di coraggio e di forza spirituale, mai disgiunti da una profonda fede nell’Onnipotente. Ed anche se la Storia ha deciso, nei secoli, un destino di abbandono e di oblio per quel primo villaggio, sopravvivono e si ripetono ancora oggi gli antichi riti legati alla fatica nei campi, in cerimonie che ne rinnovano il fascino ed il vigore coinvolgente, mai artificiose, mai mera ripetizione di cliché scontati e banali, ma sempre espressione di fede e di amore autentico per la propria terra. E, non meno, di fedeltà ad una tradizione che anche quest’anno ha avuto di che rendere Teulada un paese splendidamente vestito a festa, in una esplosione di colori, di musica, di danze e canti che ben hanno fatto da cornice alla fantastica processione dei tanti gruppi in costume tradizionale, unico nella sua bellezza quello di Teulada, con cui si è voluto rendere trionfale il ritorno del Santo dal suo rifugio campestre. Una festa popolare che delle feste popolari ha espresso, anche stavolta, i valori più autentici, in un abbraccio corale che intende dar voce all’urgenza di vicinanza e di collaborazione all’origine di ogni buona comunità.   

Lucia Maria Tanas    

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Questa mattina è stato riscontrato un nuovo e repentino aumento della torbidità nell’acqua grezza in arrivo dalla sorgente di San Salvatore. Il fenomeno hanno causato il fermo del potabilizzatore al servizio di Buggerru. I tecnici di Abbanoa sono a lavoro  per eseguire le attività necessarie al riavvio dell’impianto ed alla ripresa dell’alimentazione dei serbatoi che distribuiscono l’acqua potabilizzata nelle rete idrica cittadina. Per salvaguardare le scorte dei serbatoi, sarà necessario una chiusura dell’erogazione alle 18.00 di stasera sino alle 6.00 di domani mattina.

Nel frattempo, fino a quando l’erogazione non sarà nuovamente ristabilita, è stato attivato un servizio sostitutivo di autobotte. Qualsiasi anomalia può essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24.

Sono in corso accertamenti anche sulle cause dell’aumento repentino della torbidità dell’acqua di San Salvatore: è probabile che nel sottosuolo, interessato in passato da un’intensa attività mineraria, si sia verificato un ulteriore smottamento i cui detriti sono finiti nella vena sotterranea che alimenta la sorgente causando l’intorbidimento temporaneo dell’acqua.

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Anche quest’anno il Parco Naturale Regionale di Porto Conte ospiterà la Giornata per la Custodia del Creato, che si svolgerà domenica 1° settembre, ad iniziare dalle ore 10.00.

Al centro della riflessione e del confronto, coordinato dal Direttore dell’Ufficio diocesano per i Problemi sociali e il Lavoro prof. Tonino Baldino, sarà il tema della biodiversità.

Nel merito, la Laudato Si’ offre (cfr 32-42) interessantissimi spunti sullo stato di salute del nostro pianeta e, soprattutto, sulla importanza che le varie specie naturali ed animali hanno nel mantenimento degli equilibri ambientali generali del Globo.

Interverranno, oltre al Vescovo Mauro Maria Morfino che terrà una Lectio Magistralis, il naturalista Francesco Guillot (Presidente LIPU Sardegna), Ermanno Mazzetti (Direttore Federazione Coldiretti Nord-Sardegna), Mariano Mariani (Direttore del Parco Naturale Regionale di Porto Conte), Antonio Farris (Università degli studi di Sassari), Sergio Astori (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano).

Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali ed animali che, perse per sempre, i nostri figli non potranno più conoscere né averne il beneficio.

Non va sottovalutato che alcune specie animali sono scomparse – e tutt’oggi ancora scompaiono – a causa di un uso sconsiderato dei pesticidi.

Sono gli effetti di un modo barbaro di intendere l’economia: le attività produttive e commerciali sono fortemente condizionate dalla cultura del lucro immediato ad ogni costo; tipica di un liberismo sfrenato e figlio di culture votate al principio della libera concorrenza, presentata come fattore essenziale per generare ricchezza diffusa e progresso sociale.

La realtà che oggi tocchiamo con mano è, invece, di risultato opposto: crescono gli squilibri economici all’interno degli Stati; la ricchezza va sempre più concentrandosi nelle mani di poche famiglie facoltose e le popolazioni, spinte dal bisogno ed in fuga dai conflitti locali, finiscono per migrare verso nuovi Paesi alla ricerca di benessere e di pace.

Sullo sfondo di un tale sistema campeggia la cultura degli egoismi, quella che tutti opportunisticamente condanniamo sotto l’aspetto ideologico, ma della quale siamo talmente imbevuti al punto che – spesso senza neanche renderci conto – finiamo per viverla nella quotidianità.

Non si bada nemmeno alle ripercussioni che queste politiche economiche hanno a nocumento delle future generazioni.

La Laudato Si’ pone questo problema come una emergenza intergenerazionale.

Un campanello di allarme che non può lasciarci indifferenti, quantomeno sotto le due dimensioni proprie di ciascun essere umano: 1. le relazioni di rispetto tra esseri viventi; 2. il rapporto di trascendenza con il divino.

Concetti che il Vescovo, Padre Mauro Maria Morfino, non cessa di porre alla attenzione quando afferma che «il vero garante dell’umano può essere soltanto il divino e quando il garante dell’umano diventa l’umano stesso, sappiamo che diventa distruttivo». Ecco, allora, la necessità e l’urgenza che l’uomo debba prendere coscienza della responsabilità che ha nei confronti delle altre creature, siano esse animali o vegetali.

Una responsabilità che non ha deleghe di sorta: essa è totale in ciascuno di noi per il ruolo, modesto o meno, che ricopre nella società.

Che ne sarà del nostro Pianeta fra 50 o 100 anni?

Sotto l’aspetto tecnologico sarà sicuramente progredito come neanche oggi immaginiamo; ma senza un autentico rapporto di trascendenza con il divino, la barbarie si estenderà e finirà per condurre alla autodistruzione.

La Giornata per la Custodia del Creato voluta dai Vescovi, ci ricorda che da Cristiani abbiamo il dovere di agire senza tregua nell’essere buoni continuatori delle Opere di Dio.

In questo contesto, il messaggio lanciato lascia indubbiamente riflettere su quelle azioni che noi tutti dovremmo intraprendere senza se e senza ma, rivolto soprattutto ad una nuova presa di coscienza verso questa nostra martoriata terra che ogni giorno di più invoca Aiuto.

E’ evidente che questa iniziativa è di estrema importanza per il ruolo che riveste e che la parola d’ordine è “Impegno”.

Armando Cusa

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Calato il sipario sulla ventunesima edizione di Dromos con la tre giorni ferragostana di Mamma Blues a Nureci, il festival vive la sua “coda finale” con gli ultimi due appuntamenti, in provincia di Oristano.

Domani sera, sabato 24 agosto, nella preziosa cornice dell’area archeologica di Tharros va in scena alle 21.30 il terzo e ultimo spettacolo della rassegna teatrale “Parole alla Luna”, inserita nel più ampio cartellone di Dromos: “Dalla Luna ai Menhir“, una produzione della compagnia cagliaritana Il Crogiuolo su testo di Bepi Vigna, con la voce recitante di Rita Atzeri accompagnata dalle launeddas di Nicola Agus. Il lavoro si presenta come un breve viaggio all’inizio della storia, per raccontare la più grande rivoluzione del periodo Neolitico: l’invenzione del linguaggio e quindi del narrare. Un racconto del mondo primitivo in cui il magico e il fantastico erano una parte importante della realtà quotidiana; un percorso alle origini della civiltà, dalle dea madre ai menhir, come recita il titolo. Biglietti a 3.50 euro in vendita alla biglietteria dell’area archeologica.

Per suggellare definitivamente la ventunesima edizione di Dromos, dopo quello di domani sera (sabato 24) a Tharros, resta ancora un ultimo appuntamento: il 31 agosto, a Bauladu arriva Giovanni Allevi per una tappa del suo “Piano solo tour” proposta in collaborazione con il ‘Du – Bauladu Music Festival. I biglietti si possono acquistare a 25 euro (più diritti di prevendita) online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna (www.boxofficesardegna.it; tel. 070 657428). Inizialmente previsto in piazza Giovanni Maria Angioy, il concerto (ore 21.30) si terrà invece all’Anfiteatro Comunale, in considerazione dell’importante numero di biglietti già venduti. Sede “storica” dei festival ‘Du e Dromos, l’Anfiteatro consente infatti di andare incontro alle esigenze dei numerosi fan che attendono il ritorno di Giovanni Allevi nell’Oristanese a distanza di otto anni.

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Il tema dell’insularità e degli svantaggi che frenano lo sviluppo economico e sociale della Sardegna non abbandona l’azione politica dei Riformatori sardi. Il gruppo consiliare ha presentato questa mattina una nuova iniziativa finalizzata al superamento del gap infrastrutturale con le regioni più ricche della penisola. L’attenzione, questa volta, si concentra sul digital divide, il divario digitale che in Sardegna è più sentito che altrove e rappresenta un punto fondamentale della battaglia sull’insularità.

«Non è solo una questione tecnica – ha spiegato il consigliere regionale Michele Cossa – la Sardegna è nel gradino più basso della scala nazionale dell’infrastrutturazione digitale, condizione indispensabile per lo sviluppo economico e sociale dei territori. Per questo abbiamo presentato una mozione urgente in Consiglio che chiede un intervento della Giunta per consentire alla Sardegna di allinearsi alle regioni più avanzate d’Europa. Negli anni scorsi sono stati spesi 140 milioni di euro per la posa e il collaudo della fibra ottica. Ora si tratta di attivarla e di renderla fruibile soprattutto nelle aree più marginali dell’Isola. In Sardegna ben 310 comuni su 377 sono inseriti in ultima fascia tra le zone individuate dal Mise come più appetibili per i mercati.»

Concetto condiviso dal coordinatore dei Riformatori di Cagliari Giacomo Fantola: «Una buona infrastrutturazione digitale è un ottimo strumento per combattere il fenomeno dello spopolamento delle zone interne il digital divide è strettamente connesso ai diritti civili e di cittadinanza».

La mozione depositata in Consiglio regionale segue una proposta di legge per il rilancio delle zone interne presentata nei giorni scorsi dal Gruppo dei Riformatori sardi: «E’ un documento strettamente collegato a quella iniziativa e al tema dell’insularità – ha detto il coordinatore regionale Aldo Salaris – questa  battaglia fondamentale per la Sardegna deve partire dalle amministrazioni locali. Se si vince, saranno soprattutto i piccoli centri a trarne beneficio con un taglio ai costi dei trasporti e dell’energia. Per questo, nelle prossime settimane, partirà una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i piccoli centri dell’Isola».

Una sollecitazione alla Giunta regionale per ottenere da Telecom “l’illuminazione” della fibra ottica è arrivata anche dal vicesindaco di Armungia, Antonio Quarto: «Nel mio comune e in tutti i paesi del Gerrei è stata posata la fibra ma ancora non è stata attivata. Questa infrastruttura è importantissima per il futuro dei nostri paesi. Serve un’azione decisa della Giunta nei confronti di Telecom che, come tutte le aziende, rivolge le sue attenzioni verso le aree più popolate».

«La banda larga consentirebbe inoltre di vigilare sul territorio e di rafforzare la sicurezza – ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni Antonio Satta – gli attentati agli amministratori locali hanno subito un’escalation preoccupante negli ultimi mesi. Il sistema di sorveglianza con la fibra ottica avrebbe un impatto molto positivo. Stessa cosa per la prevenzione degli incendi nelle zone agricole.».

Sulle ricadute economiche e sociali del divario digitale si sono, infine, concentrati gli interventi del coordinatore del Comitato per l’Insularità Matteo Rocca e dell’imprenditrice Marina Adamo.

«La mozione rafforza la nostra proposta di legge contro lo spopolamento – ha detto Matteo Rocca – “il digital divide” accentua le diseguaglianze sociali e frena lo sviluppo delle aree più deboli. Se vogliamo una Sardegna più attrattiva per i mercati occorre superare il gap infrastrutturale.»

«La Sardegna punta a diventare una regione smart ma per far questo servono passi concreti – ha affermato Marina Adamo – occorre impostare un nuovo paradigma di sviluppo legato all’innovazione tecnologica e mettere le imprese nelle condizioni di offrire servizi digitali ai cittadini. Solo così si può favorire la crescita e creare occupazione.»

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Muros ospiterà il primo centro specializzato in Sardegna nell’idrokinesiterapia, la cura del movimento in acqua utile per la riabilitazione sportiva e sanitaria. Nel centro del paese sarà infatti realizzato un polo attrezzato, con piscina coperta e strutture all’avanguardia, unico nell’isola per caratteristiche tecniche e strutturali.
Il progetto conta su un finanziamento di circa 750mila euro concesso dalla Regione Sardegna all’Unione dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas e all’Unione dei Comuni del Coros unite nel grande progetto di sviluppo territoriale “Anglona-Coros, Terre di tradizioni” che interessa 24 comuni. Ulteriori 200mila euro saranno messi a disposizione dal comune di Muros per interventi complementari.
La struttura, di circa 450 metri quadri, ospiterà una piscina coperta, palestra, sale fisioterapiche, spogliatoi e un’infermeria, oltre ai locali amministrativi e tecnici; sarà costruita su misura per i diversamente abili e, grazie al microclima controllato, sarà fruibile per tutto l’anno. Il cuore del nuovo polo sarà l’idrokinesiterapia, la cura del movimento in acqua utile per la riabilitazione ortopedica, neurologica, post-traumatica, cardiologica, sportiva, delle disabilità fisiche sensoriali e intellettivo-relazionali, per le patologie a carico del sistema linfatico e per la prevenzione sugli anziani. La particolarità del centro di Muros sarà la piscina, unica in Sardegna per profondità, temperatura dell’acqua e dotazione di attrezzi. Sarà inoltre possibile svolgere attività integrative, come il nuoto neonatale, in gravidanza e della prima infanzia.
«Confidiamo di creare tra due anni a Muros il punto di riferimento per l’idrokinesiterapia in Sardegna – spiega il sindaco Federico Tolu – a fronte della carenza di centri del genere nell’isola. È un progetto ambizioso che non vuole essere il classico “riadattamento d’uso”, ma un centro d’eccellenza nuovo di zecca costruito su misura per i pazienti.»
Il complesso che sorge attualmente sull’area individuata, l’ex scuola elementare di via Battisti, è dichiarato inagibile dal 2015. Il nuovo polo sarà costruito seguendo le più moderne tecniche di architettura e ingegneria sostenibile, un vero modello di riqualificazione urbana e sociale. Grazie al progetto del centro riabilitativo, quindi, un’area strategica del paese sarà restituita – ampiamente valorizzata – alla comunità, in particolare a vantaggio dei soggetti più deboli come gli anziani ed i soggetti affetti da handicap motori o intellettivi. Ma non solo: per la sua realizzazione sono previsti elevati standard ingegneristici e architettonici, che sfruttino al massimo il risparmio energetico, le rinnovabili e la compatibilità ambientale.

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Ieri sera i carabinieri della stazione di Capoterra, della compagnia di Cagliari, al termine di un’impegnativa attività investigativa, hanno eseguito un ordine di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di un pregiudicato classe 1984 che, dal mese di luglio scorso e sino al 15 agosto circa, ha costretto ad un difficile rapporto di convivenza, costituito da vessazioni psicologiche, ingiurie, minacce e violenze fisiche, la compagna convivente classe 1981. Infatti, proprio a ridosso del Ferragosto, la giovane donna si è recata presso la stazione carabinieri di Capoterra per porre fine ad una difficilissima relazione che era ormai divenuta comprensibilmente insostenibile, dati i comportamenti vessatori del compagno. I militari della stazione carabinieri hanno immediatamente percepito l’urgenza determinata dalla pericolosità del soggetto e, pertanto, hanno subito richiesto l’emissione di una misura cautelare.

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Un sabato all’insegna delle musiche e dei ritmi africani grazie a Andrea Morelli e Silvia Belfiore, e i loro strumenti: pianoforte, sassofono e flauto. Sono i Black Lands “A tribute to Africa” che si esibiranno domani sabato 24 agosto, alle ore 21.30, nel bellissimo scenario di Torre di Cala D’Ostia, nell’ambito della manifestazione Festival Pula, voluta dal Comune ed organizzata dall’Associazione Enti locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.

Le musiche africane risuoneranno per il pubblico nella suggestiva Cala d’Ostia. Un modo per coniugare musica e ambiente e portare l’attenzione delle persone su un genere musicale colto dell’Africa odierna, che lascia emergere le enormi dicotomie sussistenti tra regioni diverse del continente, tra campagna e città, tra senso collettivo ed individuale, tra tradizione e modernità, tra natura e cultura. La musica d’Africa è caratterizzata da incessanti misture metriche, sincopi complesse e contrappunti ritmici. Inoltre il pianoforte, unito alla musica africana in un binomio relativamente recente risalente agli anni Venti del secolo scorso, si rivela un mezzo di espressione particolarmente adeguato per la possibilità di ricreare timbri e ritmi rievocanti i patrimoni tradizionali delle culture autoctone. La scelta del repertorio di Black Lands inizia dagli studi condotti da Silvia Belfiore sulla musica colta dell’Africa subsahariana. Su queste produzioni calano le improvvisazioni di Andrea Morelli, a giocare con i ritmi e le armonie generati dalla tavolozza del flauto e dei sassofoni.