8 September, 2024
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Il gruppo della Lega ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sulla gestione della società Abbanoa e sui servizi erogati dalla stessa società.

«L’obiettivo strategico che ha portato alla nascita di Abbanoa era la razionalizzazione dei processi di fornitura di acqua potabile, fognatura e potabilizzazione con adeguati standard di qualità ed efficienza dei servizi che oggi riteniamo non soddisfacenti – dichiara il consigliere regionale Michele Ennas, primo firmatario dell’interrogazione -. Attraverso questo atto chiediamo alla giunta di eseguire le verifiche di competenza sulla società Abbanoa e quali sono le azioni che intende intraprendere in merito alle problematiche segnalate. I sardi chiedono un servizio che funzioni: ci aspettiamo un immediato cambio di rotta nella gestione e quindi nei risultati ottenuti. Non è accettabile che un numero considerevole di risorse economiche sia utilizzato per contenziosi con cittadini-utenti, associazioni o lo stesso personale della società nei quali la maggior parte delle volte Abbanoa è condannata a pagare.»

«Le azioni giudiziarie promosse sono innumerevoli e le relative spese a carico di Abbanoa sono altissime tanto è che una notevole quantità di fondi sono assorbiti per spese di lite contro utenti e personale della stessa Abbanoa. Inoltre, più volte sono emerse criticità nell’attività di conduzione degli impianti di potabilizzazione da cui dipende la sicurezza dei consumatori – aggiunge il consigliere regionale Michele Ennas -. Il ministero della Salute con un decreto del 2017 ha recepito le direttive europee sulla qualità dell’acqua e ha richiamato i gestori a una più severa valutazione del rischio introducendo il modello dei Piani di Sicurezza dell’Acqua che impone un’analisi approfondita di tutta la filiera idro-potabile. Sotto questo aspetto – conclude Michele Ennas – vogliamo la conferma che i dipartimenti degli assessorati interessati siano stati a suo tempo coinvolti e stiano agendo secondo quanto previsto dalla normativa.»

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Sarà Beatrice Mariani con il suo romanzo d’esordio “La ragazza inglese” la protagonista del nuovo appuntamento, questa sera, davanti al suggestivo Nuraghe Seruci di Gonnesa, con il festival culturale Liberevento.

Alle 21,30, intervistata dalla blogger Manuela Zurru, Beatrice Mariani ripercorrerà le pagine del romanzo, edito da Sperling e Kupfer, che narra dell’estate di Jane, una ragazza abituata ad agire spinta dal cuore più che dalla ragione. Una sorta di omaggio al celebre “Jane Eyre” di Charlotte Brontë, reso però qui in versione moderna.

Dopo l’incontro con Beatrice Mariani, la serata prosegue alle 22,30 con il concerto dell’Enjoy Trio (formazione composto da Daniela Caraballese, al violino, Giuseppe Caraballese, al violoncello e Pietro Laera al pianoforte) che proporrà musiche di F. Mendelsshon, E. Morricone, C. Gardel ed altri.

Sempre domani, ma alle 22.00 a Calasetta, Liberevento propone il Concerto d’estate, a cura della banda musicale Giacomo Puccini.

Beatrice Mariani sarà ospite di Liberevento ancora domenica 21 luglio: farà tappa a Calasetta, dove alle 22.00 parlerà del suo romanzo nel suggestivo scenario della Torre Sabauda.

Dopo quello di domenica, il prossimo appuntamento con il festival è martedì 23 luglio quando arriverà lo scrittore e conduttore radiofonico Luca Bianchini.

 

 

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È salito a 96 il numero degli artigiani che parteciperanno alla 58ª edizione della Fiera dell’Artigianato artistico della Sardegna, in programma a Mogoro dal 27 luglio al 1° settembre 2019. Ieri mattina il sindaco Sandro Broccia, l’assessore della Pubblica istruzione e dell’Artigianato Luisa Broccia ed il direttore artistico Marcello Muru, hanno illustrato ai giornalisti il ricco programma del più importante appuntamento del settore nell’Isola e gli eventi collaterali che contribuiranno ad incrementare l’ampia platea di visitatori registrata soprattutto negli ultimi anni, con una media di oltre 10mila presenze all’anno.

«Quest’anno – ha precisato il sindaco – la Fiera non sarà caratterizzata da un tema specifico, come è accaduto nelle precedenti edizioni. Abbiamo voluto mettere l’accento sullo slogan che accompagna questo evento ormai da un decennio, ossia Il filo della tradizione. È un filo che richiama idealmente l’abile tessitura dei nostri artigiani e il raccordo tra le diverse realtà produttive dell’Isola. Il filo rosso ci mostra la rappresentazione di una pavoncella, che simboleggia l’artigianato sardo nel suo insieme.»

«È un appuntamento che si rinnova dal 1961 – ha sottolineato Luisa Broccia – ma che non mostra i segni del tempo. Anzi, la Giunta comunale si è impegnata per innovare un’iniziativa vincente, che attrae migliaia di turisti a Mogoro e dintorni. Non a caso, il biglietto cumulativo (5 euro) consente di visitare il complesso nuragico di Cuccurada. Attraverso la Fiera, cerchiamo di valorizzare tutto il territorio con i suoi gioielli, proponendo una serie di eventi collaterali di cultura, spettacolo e musica. Per questo motivo pubblicizzeremo la manifestazione anche su alcuni dei più prestigiosi quotidiani nazionali.»

Come è ormai tradizione, l’evento sarà ospitato nel Centro Fiera del Tappeto, uno spazio stabile di oltre 2.500 mq. Venerdì 26 luglio, alle 19.00, si terrà l’inaugurazione ufficiale con le autorità regionali e del territorio. Sabato 27, alle 10, l’apertura al pubblico (chiusura alle 21.00). I prezzi dei biglietti sono popolari: intero a 3 euro, ridotto (bambini sotto i 12 anni e adulti sopra i 65) a 1,50 euro.

Gli espositori sono così suddivisi: 29 ceramisti, 14 orefici, 13 artigiani del settore legno, 10 della moda e sartoria, 9 tessitori, 5 artigiani che lavorano i metalli, 4 rappresentanti del settore coltelleria, 3 della lavorazione vetro, 2 della cestineria, 2 del ricamo, 3 della lavorazione pellami e 2 dell’agroalimentare.

Saranno presenti anche alcuni ospiti esterni che giungeranno da Bielorussia e Afghanistan (con i fazzoletti realizzati valorizzando i disegni di un gruppo di bambini afghani).

Anche quest’anno, i visitatori potranno accedere alla Mostra del pezzo unico: gli artigiani esporranno e venderanno i pezzi unici – realizzati per l’occasione sul tema dell’identità – e per questo molto richiesti. In più, è prevista la Mostra dell’arazzo antico, nella quale saranno esposti pezzi dell’Ottocento messi a disposizione dalla parrocchia di Mogoro e da privati.

Alla nuova veste grafica dell’edizione 2019 è stato agganciato l’hashtag #manicheraccontano.

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Terza serata, a Narcao, per l’edizione numero ventinove del festival internazionale Narcao Blues. A salire per primo sul palcoscenico di piazza Europa, alle 21.30, sarà il cantante e chitarrista genovese Dany Franchi, accompagnato da Manu Ghirlanda all’organo Hammond, Michael Tabarroni al basso e Matteo Leoncini alla batteria. Classe 1990, il musicista ligure (considerato tra i migliori nuovi talenti nel panorama blues internazionale) presenterà la sua ultima produzione discografica, l’album “Problem Child”, prodotto nel 2018 dalla leggenda texana del blues Anson Founderburgh e Don Ritter di Category 5 Amps (nota casa produttrice di amplificatori su scala mondiale), e registrato nel famoso studio di Stuart Sullivan a Austin (Texas), coinvolgendo musicisti di primissimo piano della scena internazionale, come Jim Pugh e Wes Starr.

Il secondo set, alle 23.00, è un’esclusiva nazionale per Narcao Blues: tengono banco le atmosfere del più autentico Southern rock con The Allman Betts Band, ensemble capitanato da due figli d’arte d’eccezione, Devon Allman e Duane Betts, cantanti, chitarristi e figli rispettivamente di Gregg Allman e Dickey Betts, storici fondatori del gruppo statunitense The Allman Brothers Band, capostipite del sottogenere della musica rock sviluppatosi nella seconda metà degli anni Settanta negli stati meridionali degli Stati Uniti. Lo scorso 28 giugno la formazione ha licenziato il suo nuovo disco, “Down To The River”, registrato nei leggendari Muscle Shoals Sound Studios in Alabama e prodotto da Matt Ross-Spang (già produttore di Jason Isbell, Margo Price, John Prine ed Elvis Presley). Ad affiancare gli illustri eredi sul palco di piazza Europa ci saranno Johnny Stachela alla chitarra, Berry Oakley Jr. al basso, John Lum alla batteria, John Ginty alle tastiere e R. Scott Bryan alle percussioni.

Archiviati gli appuntamenti sul palco centrale, il blues continuerà fino a notte fonda poco fuori Narcao, in Località Santa Croce: protagonista in questa occasione il duo del chitarrista e cantante Femi Precious,accompagnato dall’armonica e dalla voce di Marco Farris.

Domani, sabato 20 luglio, la ventinovesima edizione di Narcao Blues vivrà la sua quarta e penultima serata all’insegna di “Celebrating the Festival”, con un doppio appuntamento che vedrà in apertura, alle 21.30, il progetto Nannigroove Experience del giovane batterista di Berchidda Giovanni Gaias, e nel secondo set i dieci musicisti di The Original Blues Brothers Band, trascinante macchina da blues, soul e r&b guidata dal sassofonista “Blue Lou” Marini. Il festival, che quest’anno si allunga di una serata, suggellerà la sua edizione numero ventinove domenica 21 con Noemi, in arrivo a Narcao per una tappa del suo Blues & Love Summer Tour 2019, in cui la cantante romana omaggia la black music, riproponendo alcuni tra i suoi brani più celebri in chiave blues, spaziando dal funky al reggae e interpretando le cover dei più grandi artisti internazionali che hanno influenzato la sua carriera.

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Quarto e penultimo appuntamento per Narcao Blues, il festival organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione, giunto alla ventinovesima edizione. La serata odierna si presenta sotto l’insegna di “Celebrating the Festival”. L’apertura, alle 21.30, è affidata alla Nannigroove Experience, progetto del giovane batterista sardo Giovanni Gaias, con Giuseppe Spanu alla chitarra e Jim Solinas all’organo hammond, pianoforte e basso, sul palco di piazza Europa per presentare al pubblico il suo primo lavoro discografico, l’album “Nannigroove Experience vol. I“, da lui composto, arrangiato, missato, cantato e suonato. Dopo aver intrapreso lo studio della tromba nella banda “Bernardo Demuro” del suo paese, Berchidda, Giovanni Gaias ha ben presto scoperto l’amore per la batteria, che ha approfondito alla Lizard, rinomata accademia musicale di Firenze, dove ha conseguito il diploma con il massimo dei voti.  Il suo stile, interiorizzato grazie alla collaborazione con il bluesman sardo Francesco Piu (decisivo nel suo percorso di crescita), è venato da molteplici influenze che si diramano tra black music, funk e immediati dintorni.

A far ballare il pubblico del festival, ci penserà nel secondo set, intorno alle 23.00, The Original Blues Brothers Band, formazione il cui nucleo fu scelto personalmente da John Belushi e Dan Aykroyd per il celeberrimo film del 1980 di John Landis, al quale hanno partecipato in veste di attori/cantanti artisti come James Brown, Aretha Franklin, Ray Charles, Cab Calloway, tra gli altri. La band ha tracciato una rotta importante per tutto l’universo blues, contribuendo in maniera determinante alla diffusione capillare del genere musicale, fino ad allora trascurato dai media. Tanti i prestigiosi palcoscenici calcati negli anni dall’ensemble, come l’Olympia di Parigi, dove, per la prima volta nella sua storia, sono state rimosse le sedie per far ballare gli spettatori. The Original Blues Brothers Band è capitanata dal sassofonista “Blue Lou” Marini, musicista del leggendario Saturday Night Live (programma comico e di varietà in onda il sabato sera sulla NBC), dove nel 1975 John Belushi, all’epoca attore dello show, lo aveva notato e ascoltato nella sezione fiati suonare con Joe Cocker, Ray Charles e Aretha Franklin; con lui, a Narcao, ci saranno Murphy “and The Magic Tones” Dunne al pianoforte, Leon “The Lion” Pendarvis alle tastiere, Tommy “Pipes” McDonnell ai cori, Birch “Crimson Slide” Johnson al trombone, Rob “The Honeydripper” Paparozzi ai cori, James “Hags” Haggerty al basso, Steve “Catfish” Howard alla tromba e Lee “Funkytime” Finkelstein alla batteria. Tra i membri che non facevano parte del nucleo originario, inoltre, ci sarà John Tropea, chitarrista che vanta prestigiose collaborazioni con Van Morrison e Billy Cobham e una carriera solista di rispetto. Dall’anno in cui si è riunita, il 1988, la band ha inciso dischi con Dan Aykroyd, alias “Elwood Blues”, B.B. King, Eric Clapton, James Brown e molti altri, ma è dal vivo che sa esprimere al massimo la sua coinvolgente energia.

Al termine dei concerti sul palco centrale, la festa continuerà presso  l’agriturismo in Località Santa Crocecon il  Jim Solinas Project, con il suo leader alle tastiere, Giuseppe Spanu e Vincenzo Melchiorre Ricci alle chitarre e Giovanni Gaias alla batteria.

L’ultimo capitolo della ventinovesima edizione di Narcao Blues è domenica 21 con il concerto di Noemi, in arrivo a Narcao per una tappa del suo Blues & Love Summer Tour 2019, in cui la cantante romana omaggia la black music, riproponendo alcuni tra i suoi brani più celebri in chiave blues, spaziando dal funky al reggae e interpretando le cover dei più grandi artisti internazionali che hanno influenzato la sua carriera.

Il biglietto intero per la serata di sabato 20 luglio costa 12 euro, 10 il ridotto; 15 euro è invece il prezzo per il concerto di Noemi. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti ed abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna o direttamente dal sito del festival (http://www.narcaoblues.it/).

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Questa sera, in piazza Giovanni Paolo II (lato via Lombardia nei pressi della Scuola Elementare Ciusa), a Carbonia, è stata inaugurata la scalinata ristrutturata e riqualificata dai volontari dell’associazione “Senso Comune”, per commemorare Paolo Borsellino e la scorta vittime della strage di via D’Amelio nella ricorrenza del 27° anniversario dell’attentato di matrice mafiosa. Ricordiamo che Carbonia ha già dedicato, qualche anno fa, ad Emanuela Loi, l’Istituto Ipia di via Dalmazia.

Un’iniziativa all’insegna del decoro urbano concretizzatasi anche attraverso interventi di pulizia e sfalcio dell’erba nelle aiuole, messa a dimora di piante, potatura di arbusti, manutenzione di panchine, cestini, fioriere, tinteggiatura dei muretti delle aiuole situate nella piazza Giovanni Paolo II.

Gli interventi dell’associazione “Senso Comune” sono stati realizzati con il patrocinio del comune di Carbonia.

Dopo il saluto di Monica Pinna, rappresentante dell’associazione di volontariato “Senso Comune”, che ha ricostruito l’attività portata avanti nei primi mesi seguiti alla sua costituzione, il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha portato i saluti dell’associazione. Sono seguiti gli interventi di Claudia Loi, sorella di Emanuela, e del deputato Pino Cabras.
A quel punto, è stata inaugurata la scalinata con la rimozione del drappo azzurro e la benedizione del parroco, don Marco Olianas.
Infine, sono stati letti i nomi delle vittime della strage di via D’Amelio, riportati sui gradini della scalinata.

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«I sindaci del Sulcis dicono di difendere i lavoratori RWM ma operano per mandarli a spasso»

di Andrea Pubusa (difensore dei Comitato per la riconversione della RWM nel ricorso al Tar contro il raddoppio degli impianti).

Giusto battersi per difendere i posti di lavoro. Ma i sindaci dovrebbero capire il contesto e la prospettiva. E quelli del Sulcis mostrano di non vedere al di là del loro naso. Sintetizza bene questa situazione il sindaco di Perdaxius avv. Trullu, che da giurista sentenzia: «Purtroppo con l’ideologia e i dettami della Costituzione non si mangia…». Ora, intanto. la Costituzione ha consentito agli italiani di vivere dignitosamente e in democrazia, ma è forse bene ricordare a Trullu e agli altri di cosa si sta parlando.
La materia della produzione e del commercio di armi da guerra è disciplinato da norme dell’ordinamento interno e da quello sovranazionale. Anzitutto dalla nostra Costituzione (art. 11), della legge italiana 185/1990, che proibisce esportazione e transito di armi «verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani», e dal Trattato sul commercio delle armi dell’ONU del 2 aprile 2013 (Arms Trade Treaty – ATT), ratificato dall’Italia come primo Paese UE. Ora sarà anche vero – secondo la scuola giuridica di Perdaxius – che i dettami della Costituzione non danno pane, ma imprimono all’ordinamento, al governo e…anche ai sindaci un indirizzo inderogabile. L’art. 11 pone due enunciati fondamentali: a) il ripudio della guerra come strumento di risoluzione di controversie internazionali o di oppressione di altri popoli; b) la costruzione di un ordinamento internazionale di “pace e giustizia” fra le nazioni, anche a costo di veder limitata di propria sovranità (“a parità di condizioni con gli altri stati”). Sviluppando questo indirizzo, nel luglio 1990, dopo una straordinaria mobilitazione della società civile “Contro i mercanti di morte”, le Camere hanno approvato la legge n. 185/1990 “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento“. La legge, una tra le più restrittive a livello mondiale, introduce precisi limiti: vietato vendere armi a Paesi in stato di conflitto armato, a Paesi la cui politica contrasti col ripudio della guerra sancito dalla nostra Costituzione, a Paesi sotto embargo delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, a Paesi responsabili di accertate gravi violazioni alle Convenzioni sui diritti umani, a Paesi che, ricevendo aiuti dall’Italia, destinino al proprio bilancio militare risorse superiori alle esigenze di difesa.
C’è di più, cari sindaci del mio Sulcis, c’è l’Arms Trade Treaty – ATT, il Trattato sul commercio delle armi, il primo strumento giuridico di portata globale che stabilisce dei criteri per l’autorizzazione (o proibizione) di trasferimenti di armi convenzionali. Adottato dall’Assemblea Generale dell’ONU il 2 aprile 2013, esso è entrato in vigore il 24 dicembre 2014, tre mesi dopo il conseguimento delle 50 ratifiche necessarie e in un processo eccezionalmente rapido. Ad oggi, il Trattato conta 96 Stati parte e 130 firmatari. Primo nel suo genere, l’ATT persegue due obiettivi principali: disciplinare o migliorare la regolazione del commercio di armi convenzionali e prevenire / eliminare il traffico illecito delle stesse, al fine di contribuire alla sicurezza internazionale, ridurre sofferenze umane e promuovere l’azione responsabile degli Stati in questo settore. Senza dilungarci sul contenuto del Trattato si rinvia alla lettura delle disposizioni contenute negli articoli 6 e 7, dalle quali si desume il regime delle proibizioni in particolare all’uso per la commissione di atti di genocidio, crimini contro l’umanità o violazioni delle Convenzioni di Ginevra del 1949.
L’Italia è stata il primo paese dell’Unione Europea a ratificare l’ATT (settembre 2013), dunque, anche voi della “Repubblica del Sulcis” siete vincolati!
Ma non basta! Il Parlamento europeo ha approvato una Risoluzione il 4 ottobre 2018 sulla situazione nello Yemen, nella quale si denuncia una grave crisi umanitaria tale da annoverare l’offensiva della coalizione a guida saudita – sulla base di una relazione dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani dell’agosto 2018 fra i crimini di guerra. In particolare – si legge nella Risoluzione – «nel giugno 2018, la coalizione guidata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati arabi uniti (EAU) ha avviato un’offensiva volta a conquistare la città di Hodeida», che «secondo l’organizzazione Save the Children […] ha causato centinaia di vittime tra i civili». […] «Il 9 agosto 2018 un attacco aereo sferrato dalla coalizione guidata dai sauditi ha colpito uno scuolabus in un mercato nella provincia settentrionale di Saada, uccidendo varie decine di persone tra cui almeno 40 bambini, la maggior parte dei quali di età inferiore ai 10 anni». «Due settimane dopo, il 24 agosto, la coalizione guidata dai sauditi ha lanciato un nuovo attacco in cui hanno perso la vita 27 civili, per la maggior parte bambini, che stavano fuggendo dalle violenze nella città assediata di Hodeida, nel sud del paese»; inoltre, «la campagna guidata dai sauditi e gli intensi bombardamenti aerei, compresi gli attacchi indiscriminati in zone densamente popolate, aggravano l’impatto umanitario della guerra; che le leggi di guerra vietano attacchi deliberati e indiscriminati contro i civili e obiettivi civili quali scuole e ospedali».[…]. «Alla luce delle conclusioni del gruppo di eminenti esperti indipendenti internazionali e regionali, detti attacchi possono costituire crimini di guerra e che le persone che li commettono possono essere per tale motivo perseguite». […] «Dal marzo 2015 più di 2.500 bambini sono stati uccisi, oltre 3.500 sono stati mutilati o feriti e un numero crescente di minori è stato reclutato dalle forze armate sul campo; che le donne e i bambini risentono in modo particolare delle ostilità in corso; che, secondo l’UNICEF, quasi due milioni di bambini non sono scolarizzati, il che compromette il futuro di un’intera generazione di bambini yemeniti come conseguenza dell’accesso limitato o nullo all’istruzione, rendendo tali bambini vulnerabili al reclutamento militare e alla violenza sessuale e di genere». Per queste ragioni, prosegue la Risoluzione, «nell’agosto 2018 una relazione dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha concluso che vi sono ragionevoli motivi per ritenere che tutte le parti implicate nel conflitto nello Yemen abbiano commesso crimini di guerra», giacché vengono utilizzate «armi pesanti in zone edificate e densamente abitate, attaccando anche ospedali e altre strutture non militari».
Basta questa sintesi molto parziale del documento, che delinea un vero e proprio film degli orrori, per comprendere quanto l’esportazione di ordini all’Arabia Saudita, compresi quelli fabbricati a Domusnovas, si configuri come un’attività contro il dettato della nostra Costituzione e delle nostre leggi nonché dei Trattati internazionali.
Cari sindaci sulcitani, perché vi ricordo tutto questo? Per dirvi che la presa di posizione del presidente del Consiglio Conte e del vicepremier Di Maio non sono espressione di  “una ideologia“, come avete, sprezzantemente e improvvidamente, detto voi nell’incontro dell’altro giorno. No, è semplicemente l’esecuzione di un insieme di norme e di risoluzioni nazionali e sovranazionali, che vincolano il governo italiano. Il che vuol dire che prima o poi la produzione di armi da guerra della RWM a Domusonovas deve cessare. Di più vuol dire che è saggio mettersi subito sulla strada di individuare e chiedere alternative. L’unica prospettiva seria a tutela dei lavoratori è lavorare subito alla riconversione, come mi pare abbia detto la diocesi di Iglesias («Condanniamo le morti in Yemen e diciamo no alla disoccupazione»). Se no, la RWM chiuderà e i lavoratori andranno a spasso, ma non a causa dei dettami costituzionali, a causa della insipienza dei sindaci e dei politici del Sulcis!

P.S. Da sulcitano, che ha vissuto l’ultimo mezzo secolo della lotta sociale nel Sulcis dalla parte del movimento operaio, mi sia consentito uno sfogo. Che pena vedere sindaci, che non sanno che quel territorio è stato la culla del pacifismo socialista fin dalla fine dell’800!

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Dopo l’anteprima in musica con il concerto degli Snarky Puppy a Fordongianus, anche il teatro trova spazio tra gli eventi che fanno da preludio al ricco corpus del festival Dromos, che dal primo al 15 agosto concentrerà la sua ventunesima edizione tra Oristano e altri centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri, ed un’appendice il 31 agosto a Bauladu.
Questa sera, nel magnifico scenario dell’area archeologica di Tharros, in territorio di Cabras, primo appuntamento con il trittico di spettacoli proposti sotto il titolo “Parole alla luna”: in scena, con inizio alle 21.30 ed ingresso libero, la “Medea” rappresentata dal gruppo teatrale del Liceo Classico “De Castro” di Oristano, con la regia e l’allestimento di Matteo Loglisci. La controversa protagonista della tragedia di Euripide che, sedotta e abbandonata, per vendicarsi uccide i figli, è interpretata da Sara Abis, affiancata da Mattia Capotosto (Giasone), Agata Casula (nutrice), Ludovica Maccioni (pedagogo/Egeo), Vittoria Vacca (pedagogo), Sebastiano Corona (Creonte), Elisabetta Pippia (nunzio), Gioia Muroni (Glauce), Anna Murgia, Michela Fadda, Giorgia Mandras, Ruben Contini (coro). L’opera, nella traduzione di Maria Grazia Atzeni e Gianluca Pietro Raffaele Arca, è stata rappresentata lo scorso 25 maggio nell’antico teatro greco di Akrai, a Palazzolo Acreide, dove il gruppo teatrale degli studenti del liceo classico oristanese è stato selezionato, unico in Sardegna, e per la terza volta consecutiva, dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico per partecipare al Festival del Teatro Classico dei Giovani che si svolge ogni anno nella cittadina sicula, contemporaneamente alla stagione del teatro Classico di Siracusa.
Prossimi spettacoli in programma per la rassegna “Parole alla luna”, “Era l’allodola?”, di e con Daniele Monachella e Carlo Valle, in scena nell’area archeologica di Tharros il 13 agosto, e, il 24, “Dalla luna ai menhir“, di Bepi Vigna, una produzione della compagnia cagliaritana Il Crogiuolo con la voce recitante di Rita Atzeri e Nicola Agus alle launeddas.

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Ancora incendi in Sardegna, su 11, 4 hanno richiesto l’intervento degli elicotteri del Corpo forestale regionale.

A Portoscuso, in località Concali de su graboni, è intervenuto un elicottero regionale del Corpo forestale proveniente dalla base elicotteri di Marganai. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal personale del Corpo forestale della Stazione di Sant’Antioco, coadiuvato dal personale eliportato del CFVA, da una squadra dei Vigili del fuoco di Carbonia e dal personale delle organizzazioni di volontariato S.E.R. Carbonia e A.D.A.V.D. Gonnesa. L’incendio ha interessato macchia mediterranea e incolti. Il mezzo aereo intervenuto ha lasciato la zona delle operazioni alle ore 17.10.

A Nuoro, in località S’Ena ‘e sa Pira, è intervenuto un elicottero regionale del Corpo forestale proveniente dalla base elicotteri di Farcana. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal personale del Corpo forestale della Stazione di Nuoro, coadiuvato dal personale eliportato del CFVA, dal personale FoReSTAS dei cantieri di Orune-Cuccumacche e Nuoro-Ugolio e da una squadra dei Vigili del fuoco di Nuoro. L’ incendio ha interessato una superficie a pascolo alberato con sughera di 0.7 ettari. Il mezzo aereo intervenuto ha lasciato la zona delle operazioni alle ore 12.15, incendio in bonifica con i mezzi a terra fino alle ore 14.25. Il Corpo forestale ha comunicato notizia di reato all’autorità giudiziaria per causa presunta colposa.

A Seui, in località Miniere Corongiu, è intervenuto un elicottero regionale del Corpo forestale proveniente dalla base elicotteri di San Cosimo. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal personale del Corpo forestale della Stazione di Seui, coadiuvato dal personale eliportato del CFVA e dal personale FoReSTAS dei cantieri di Seui-Sa Senega e Seui-Monte Lusei.

L’incendio, originato su una cunetta stradale non pulita, ha interessato circa 300 mq di lettiera in pineta privata, senza peraltro danneggiare le strutture arboree. Il mezzo aereo intervenuto ha lasciato la zona delle operazioni alle ore 13.30, incendio in bonifica con i mezzi a terra fino alle ore 15.10.

A Capoterra, in località S.S. Sulcitana km 14+800, infine, è intervenuto un elicottero regionale del Corpo forestale proveniente dalla base elicotteri di Pula. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal personale del Corpo forestale della Stazione di Capoterra, coadiuvato dal personale eliportato del CFVA, da una squadra dei Vigili del fuoco di Cagliari e dal personale delle organizzazioni di volontariato Misericordia Capoterra e ACSM Uta. L’incendio ha interessato una superficie incolta. Il mezzo aereo intervenuto ha lasciato la zona delle operazioni alle ore 16.30.