2 September, 2024
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Il calendario AES al Salone del libro di Torino si è concluso con uno speciale tributo alla memoria di un grande intellettuale come Paolo Pillonca, un personaggio scomparso lo scorso anno, proprio come Manlio Brigaglia, lasciando un grande vuoto e una straordinaria eredità culturale. Tramite le testimonianze del figlio Pier Sandro, dell’antropologo Bachisio Bandinu, del giornalista Franco Siddi e di Enzo Cugusi, presidente dell’Associazione dei sardi in Torino “Antonio Gramsci”, sono emersi i numerosi tratti che accomunavano queste due straordinarie figure del mondo intellettuale isolano, dall’amore per l’editoria a quello per il giornalismo e per la storia della Sardegna. Ma l’aspetto che probabilmente distingueva Paolo Pillonca era la sua maggior vicinanza al mondo della lingua sarda.

Per Bachisio Bandinu, che si è espresso proprio in lingua sarda, Paolo Pillonca è stato un eccezionale conoscitore di tutti i poeti della letteratura dell’isola: «Il suo merito è stato quello di aver colto la memoria, di averla pubblicata e commentata. Dunque di averla tenuta viva nella comunità sarda».

Franco Siddi lo ha invece ricordato per essere stato, «oltre che uomo della parola, anche uomo del silenzio», estimatore di una comunicazione vasta in cui il silenzio è capace di esprimersi anche oltre la parola. Perché alla parola è necessario aggiungere in qualche modo una riflessione.

«Ha amato la poesia e il suo mistero, ma l’ha anche praticata – ha detto Franco Siddi -. E quella riflessione in Paolo è sempre stata rivolta alla Sardegna, alla sua tristezza e alla sua ansia di futuro.»

Per quanto riguarda il giornalismo, Siddi lo ha menzionato per aver vissuto questa affascinate professione come un’occasione per essere un homo civis, impegnato (senza escludere tutte le altre arti) a creare occasioni di giustizia per la persona e per la comunità.

Ma se tutti lo ricordano come un impareggiabile intellettuale sardista, per il figlio Pier Sandro è stato soprattutto un grande antifascista, aspetto che forse più di ogni altro lo ha accomunato a Manlio Brigaglia: «Credo che oggi sia importante ricordarlo qui a Torino perché in tutta la sua vita ha seguito quella linea, e poi in particolare per la grande stima che nutriva nei confronti di Gramsci, che riteneva l’intellettuale sardo più lucido nell’analisi delle tematiche sulla lingua».

Sono state tantissime le iniziative che hanno segnato questa sentita partecipazione dell’AES alla 32ª edizione del Salone, sia all’interno degli spazi del Lingotto che in altre prestigiose location torinesi. Tra gli appuntamenti più importanti, la presentazione di “Books in Sardinia”, esito del progetto di internazionalizzazione “Liber y Liber” curato dall’AES nell’ambito della Programmazione Unitaria 2014-2020. Il progetto prelude a una evoluzione sul piano internazionale, della piattaforma già presente in ambito europeo che, tramite una joint venture tra le associazioni che promuovono l’editoria all’estero, permetterà a breve la creazione di un portale che riunisce tutte le diverse esperienze.

Nel tracciare un primo bilancio, la presidente Simonetta Castia ha evidenziato che, come ogni altro anno, «l’editoria isolana ha partecipato al Salone del libro con grande compattezza, spirito di servizio e progettualità, nonostante gli ostacoli oggettivi dati dal mancato sostegno della Regione Sardegna, che ha preferito, del tutto arbitrariamente, seguire un percorso anomalo e in contrasto perfino con gli obiettivi del Salone».

Parole decise con le quali la numero uno dell’AES ha lanciato un messaggio chiaro e inequivocabile: «Abbiamo garantito a trenta imprese editrici sarde la presenza e la partecipazione attiva con un progetto di alto profilo culturale e professionale. Ora non ci resta che seguire il cammino tracciato e il successo ottenuto. Abbiamo ancora una volta ampiamente dimostrato di saper gestire la promozione del libro sardo alle principali fiere del settore, in maniera autonoma – ha affermato Simonetta Castia -, e ci auguriamo che la professionalità degli operatori culturali e i diritti del mondo del libro sardo siano finalmente tutelati dalle istituzioni politiche, che hanno il dovere di stare affianco agli stessi operatori, sostenendoli e vigilando sul rispetto e sulla corretta attuazione della legge».

Nessuna volontà di scatenare polemiche, ma la ferma convinzione che le competenze debbano essere rispettate e, nello specifico, ricevere l’opportuna tutela prevista dalle normative. Infine, un invito a una maggiore sobrietà per chi, nei giorni scorsi, ha millantato cifre di affluenza insostenibili forse in preda ad euforiche e illusorie smanie di protagonismo: «Il Salone del libro si è chiuso con un bilancio ufficiale di 148mila ingressi unici – ha indicato la presidente -. E se qualcuno nello stand della Regione Sardegna ha dato i numeri, dichiarando il passaggio di 250mila visitatori, ha sommato una figura ridicola al tentativo di coprire, con comunicati di carta velina, magre comparsate e l’assenza degli editori isolani in una postazione finanziata con risorse destinate al sostegno dell’editoria locale».

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“Era l’allodola?”, lo spettacolo finalista e vincitore del premio come miglior attore protagonista al “Roma Comic OFF Festival 2018”, sfida la scaramanzia e va in scena venerdì 17 maggio alle 21,00 a Sennori, all’Auditorium A.Pazzola di via Farina.

Le tragicomiche conversazioni di un uomo innamorato, scritte dirette ed interpretate da Daniele Monachella e Carlo Valle, hanno riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica nelle rappresentazioni ospitate in diversi centri dell’isola tra l’estate e l’autunno. Superato con altrettante soddisfazioni l’inverno e iniziata al meglio la primavera con la fortunata tappa di Ittiri si arriva a Sennori e si guarda anche alle già programmate tappe estive di Sassari, Alghero ed Olbia. “Era l’allodola?” si conferma anche a livello nazionale. Dopo la partecipazione al Roma Comic Festival 2018, nel corso del quale ha anche ricevuto uno dei riconoscimenti più importanti, quello al miglior attore protagonista Daniele Monachella, arriva anche l’inserimento in un’altra prestigiosa manifestazione: il Book City di Milano. Per tre giorni (più uno dedicato alle scuole), nel capoluogo lombardo vengono promossi incontri, presentazioni, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari sulle nuove pratiche di lettura, a partire da libri antichi, nuovi e nuovissimi, dalle raccolte e biblioteche storiche pubbliche e private, dalle pratiche della lettura come evento individuale, ma anche collettivo. Tra gli spettacoli ci sarà appunto anche “Era l’allodola?”.

«Per noi è un ulteriore motivo di soddisfazione ma ci auguriamo che, come già avvenuto dopo il festival della comicità di Roma, possa essere anche un’opportunità per far conoscere ad un pubblico più vasto il nostro spettacolo. Il passa parola fino ad ora ci ha premiati e speriamo che dopo questa esperienza arrivino anche altre richieste di rappresentazioni nella penisola», afferma Daniele Monachella di MAB Teatro.

«Ora però pensiamo alla prossima non meno importante tappa di Sennori. Siamo sempre molto emozionati quando portiamo per la prima volta “Era l’allodola?” in un Comune che non aveva mai ospitato la nostra commedia.»

“Era l’allodola?” è una produzione di Mab Teatro col contributo della Fondazione di Sardegna e col patrocinio dello IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies.

 

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Prima hanno visitato il Palazzo, poi seduti nella Sala Capigruppo e nell’Aula consiliare hanno ascoltato e fatto domande sull’iter delle leggi, sul funzionamento dell’Assemblea, sulle competenze di Presidente e Consiglieri regionali. 44 alunni delle classi 5ª A e 5ª D dell’Istituto comprensivo 2 di Alghero – Plesso Maria Immacolata sono stati ospiti nel Palazzo di via Roma. La giornata si inserisce nel progetto “Le scuole in Consiglio regionale”, il cui obiettivo è avvicinare gli studenti alle Istituzioni.

«Siete – ha detto il presidente del Consiglio regionale Michele Pais -, il più grande patrimonio della società. L’attenzione di questo Consiglio è rivolta a voi. Condividiamo pienamente le dichiarazioni del Presidente della Giunta Christian Solinas che ha sottolineato la necessità di predisporre una legge di riforma della scuola sarda. I nostri giovani meritano di avere una formazione attenta, rigorosa ma anche moderna e che renda sempre più le nuove generazioni  competitive in Europa e nel mondo. Il Consiglio si impegnerà per approvare al più presto una legge in tal senso.»

I giovani studenti, dopo aver ascoltato la storia del Palazzo, hanno visitato i locali della Presidenza e le sale di rappresentanza. Seduti nella sala Capigruppo è stato il momento delle domande al presidente Michele Pais che ha risposto senza filtri e con un linguaggio comprensibile ai più piccoli, esortandoli a impegnarsi per realizzare tutto quello che desiderano.

«Ricordatevi – ha concouso – che ognuno di voi in futuro potrà fare il lavoro che desidera. Le difficoltà ci potranno essere, ma con tanto impegno supererete tutto.»

Al termine dell’incontro, il coro Istellaria de Santu Nigola di Brunella ha eseguito per i giovani visitatori l’inno ufficiale della Sardegna “Procurade ‘e moderare”.

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La prossima settimana inizierà il lavoro delle commissioni Governo del territorio, Attività produttive e Sanità del Consiglio regionale. La commissione Attività produttive in particolare, presieduta da Piero Maieli (Psd’Az), dedicherà le giornate di martedì e mercoledì prossimi alle audizioni dei soggetti che operano nella filiera del latte ovino: associazioni dei pastori, rappresentanti di categoria e del mondo della cooperazione, consorzi di tutela, Confindustria e Oilos (organismo interprofessionale).

Per quanto riguarda la commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Misto), sarà fissata nei prossimi giorni la data dell’audizione dell’assessore Mario Nieddu, che riferirà sulle problematiche dell’Aias, del deficit del sistema sanitario regionale e dell’attuazione della nuova rete ospedaliera.

La commissione Governo del territorio infine, presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia), sentirà a breve gli assessori dell’Ambiente Gianni Lampis, dei Trasporti Giorgio Todde e dei Lavori pubblici Roberto Frongia. In programma anche una seduta con l’assessore degli Enti locali e dell’Urbanistica Quirico Sanna ed una riunione congiunta con la commissione Autonomia, dedicata in particolare agli Enti locali.

 

 

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Ieri pomeriggio, dopo il giuramento dei sette neo assessori, il Consiglio regionale si è svolto il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta Christian Solinas.

Il presidente del Consiglio Michele Pais ha aperto la discussione e dato la parola all’on. Aldo Salaris (Riformatori sardi), il quale ha affermato che “le dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas sono in perfetta sintonia con il pensiero del Gruppo dei Riformatori sardi”. E ha aggiunto: “Recepiscono i punti salienti del nostro programma elettorale verso il cambiamento richiesto”. Giudizio positivo, dunque, anche per la forte attenzione riservata ai temi dell’insularità e delle accise, “necessari per un reale e concreto sviluppo economico della Sardegna”. L’on. Salaris ha sottolineato la convergenza che si è creata sull’insularità, che non si era mai vista prima, e che risulta centrale nell’azione di governo della Sardegna. Dal riconoscimento del principio di insularità, ha sottolineato il consigliere di maggioranza,  dipende lo sviluppo economico e sociale dell’Isola, ed “è quindi necessario muovere i dovuti passi verso Roma” anche alla luce della richiesta di maggiore autonomia da parte delle altre Regioni. “Da qui la nostra proposta di legge nazionale di modifica delle Norme di attuazione dello Statuto quale via maestra per ottenere ciò che ci spetta”.

Per quanto riguarda le Province, il consigliere ha sottolineato che non cambia l’opinione dei Riformatori (“Troviamo un errore rivitalizzarle”), ma che sono pronti comunque a un confronto con la Giunta e la maggioranza. Sulla sanità ha affermato che è un tema che va affrontato con la massima celerità e attenzione nell’interesse del diritto alla salute dei sardi, senza guardare al passato. L’on. Aldo Salaris ha sottolineato la gravosità del compito che oggi ha l’assessore regionale della Sanità, a cui va dato tutto l’appoggio possibile. Ricordando che la spesa sanitaria impegna più del 50 per cento del bilancio regionale, ha evidenziato che secondo il Crea, Centro di ricerche dell’Università La Sapienza di Roma, “ha certificato che la performance assistenziale della sanità sarda è la peggiore d’Italia, nonostante la spesa pro capite sia tra le più alte”. L’on. Aldo Salaris ha evidenziato che ci sono delle peculiarità proprie della nostra isola dal punto di vista territoriale che vanno tenute in considerazione, come il fatto che la popolazione invecchia e che le cronicità avanzano. “Bisogna mettere mano immediatamente alla riforma del Sistema sanitario” e ha sottolineato favorevolmente il lavoro già iniziato dall’assessore della Sanità, Mario Nieddu.

L’on. Francesco Mura (FdI) è intervenuto sull’ordine dei lavori e ha chiesto al presidente Pais di onorare la memoria dell’ex assessore regionale ed ex sindaco di Oristano, Angela Nonnis, scomparsa prematuramente, facendo osservare all’Aula un minuto di silenzio.

La richiesta è stata accolta dal presidente Michele Pais e l’Aula ha onorato la memoria dell’ex assessore Nonnis.

I lavori sono proseguiti con l’intervento dell’on. Roberto Deriu (Pd). L’esponente dell’opposizione ha evidenziato come le dichiarazioni del presidente Solinas siano “interessanti e ambiziose”. Ha poi evidenziato che l’opposizione avrà il compito di sconsigliarlo, evidenziando limiti e pericoli delle sue scelte. L’on. Roberto Deriu ha sottolineato che si soffermerà, in particolare, sul capitolo intitolato “Identità politica e istituzionale”. “Siamo rimasti smarriti davanti all’affermazione iniziale che la chiave di lettura è la sardità intesa come identità”, non supportata da alcuna analisi storica. L’on. Roberto Deriu ha evidenziato che ci si deve muovere all’interno di un quadro dettato della Costituzione e bisogna fare attenzione alle affermazioni pronunciate.

Il consigliere ha evidenziato che non c’è alcuna preconcetta ostilità. Ci sono alcuni punti condivisibili come quello di pagina 17 delle dichiarazione programmatiche, che ha l’obiettivo di tutelare e promuovere le comunità locali e che si ricollega all’articolo 5 della Carta “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”.

Tra le azioni sconsigliate: la revisione dello Statuto della Sardegna, che esporrebbe a rischi lo stesso Statuto, una volta messo al vaglio del Parlamento italiano.

“Sulle province – ha detto – le diamo il benvenuto, visto che noi l’abbiamo sostenuto sin dal lontano 2011”.  L’On. Roberto Deriu ha sconsigliato un approccio superficiale, come ha sconsigliato di procedere alla riforma della Regione. Il consigliere ha affermato che per azione volte al bene del popolo sardo non sarà negato l’appoggio del Pd. L’on. Deriu ha, inoltre, sconsigliato l’istituzione del dipartimento delle identità e di affrontare il tema sulla semplificazione legislativa senza analizzare bene quanto già posto in essere dalla Giunta Francesco Pigliaru e dalla Prima commissione. L’esponente del Pd, augurando buon lavoro al presidente Solinas, ha affermato che “nessuno le augura l’insuccesso”, ma il ruolo della minoranza sarà quello di avere un atteggiamento franco tale dei servitori fedeli della Repubblica e della Costituzione.

Il presidente Pais ha dato la parola all’on. Stefano Schirru (Psd’Az), il quale ha sottolineato l’importanza di una corretta e proficua collaborazione tra Giunta e Consiglio. “Sono infatti convinto che la centralità del Parlamento autonomistico, così fortemente stigmatizzata dalle dichiarazioni rese all’Aula sia davvero il perno su cui far ruotare l’intera azione riformatrice, così ben tratteggiata dal presidente Solinas”, ricordando la separazione netta tra Giunta e Consiglio avvenuta nella scorsa legislatura. L’on. Stefano Schirru ha definito le dichiarazioni programmatiche: “Intelligenti, azzeccate, ricche di spinti ed entusiasmanti per la nuova stagione che siamo chiamati ad affrontare”.

Il consigliere di maggioranza ha posto l’accento sulla nuova visione della Sardegna, ma anche sul ruolo della politica e sulla volontà di cambiare l’impostazione presente fino a oggi. Più celerità nel dare risposte e nel trovare soluzioni ai problemi, nell’ottica anche di trasformare la percezione che i cittadini e le aziende hanno della Regione: da ostacolo a opportunità, sfruttando al massimo gli strumenti messi a disposizione dallo Statuto sardo. Per l’on. Stefano Schirru la politica deve riappropriarsi del suo ruolo di guida, non lasciando alla burocrazia regionale il ruolo politico.

L’on. Stefano Schirru si è detto d’accordo su una rivisitazione degli enti locali, salvaguardando le diverse identità di cui si compone la Sardegna. “L’abolizione delle Province – ha detto – è stato un insuccesso”. Il consigliere del Psd’Az ha auspicato un’Amministrazione regionale capace di stare in un mondo moderno e che richiede professionalità formate e aggiornate alle nuove sfide. E ha aggiunto che il vero autonomismo è “l’affermazione della nostra diversità, il nostro essere popolo e nazione”, e “di saper essere in un mondo moderno”. Per l’on. Schirru la madre di tutte le battaglie è la tutela dell’ambiente e la capacità di disegnare un modello di politiche ambientali che daranno i risultati oggi e nel futuro. Per quanto riguarda la politica urbanistica, l’on. Stefano Schirru ha sottolineato la necessità di recuperare il patrimonio edilizio esistente prima di consentire di costruire altre case. Le città vanno modernizzate, come Cagliari, ha detto, affinché stimolino quello che per la Sardegna è sviluppo: il turismo.  L’on. Stefano Schirru ha auspicato anche un riordino e una riorganizzazione delle competenze degli assessorati e si è detto favorevole a realizzare un dipartimento dedicato ai rapporti con l’Europa, che sia dotato di personale altamente formato. Non è mancato poi un passaggio sui dati della sanità, che ha definito desolanti: “Abbiamo aumentato costi, calato l’efficienza e portato le  persone a non curarsi”. 

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere al presidente Christian Solinas di riferire in aula sulla continuità territoriale, evidenziando la grave situazione che stanno vivendo i lavoratori di Air Italy.

Il presidente Michele Pais ha poi dato la parola al consigliere del Pd, Valter Piscedda, il quale, come il collega Roberto Deriu, ha ribadito la preoccupazione per il concetto di sardità espresso dal presidente e ricordando che “la Sardegna sta in un’Italia unita, che sta in un’Europa unita, che sta in un mondo globalizzato e c’è il rischio dell’isolamento”. Il consigliere del Pd ha sottolineato che nel processo di riforma bisogna stare attenti al costo del riformismo moderato e a non lasciare indietro neanche un cittadino. Ha espresso, inoltre, perplessità sulla proposta di istituire una Assemblea costituente per modificare lo Statuto. Si è detto, invece, d’accordo sul mettere al centro gli enti locali, come alla volontà di riunire le regioni ad autonomia differenziata per una riforma dello Stato in un’ottica federale. L’on. Valter Piscedda si è detto contrario invece a istituire un dipartimento dell’identità, come alla revisione degli enti regionali, all’istituzione degli osservatori sul turismo e sul mondo del lavoro, come ancora ha trovato irriverenti le parole sulla chimica verde.

Sull’ambiente ha poi aggiunto: “La tutela ambientale non è discutibile e non indietreggeremo di un passo”. L’on. Piscedda ha garantito la collaborazione per tutte le azioni volte al miglioramento della vita dei sardi.

La presidenza è stata assunta dall’on. Giovanni Antonio Satta.

E’ quindi intervenuto, Giuseppe Talanas (FI): “Le sue dichiarazioni programmatiche, forse per la prima volta, richiamano all’identità sarda e all’autonomia speciale. Ed è la scelta che darà carattere alla sua azione”. Per l’on. Giuseppe Talanas è necessaria una forte azione a sostegno dei settori produttivi della nostra Isola, con la richiesta al Governo e all’Europa di interventi straordinari per la nostra Isola. “Sarà una battaglia che non dovrà combattere da solo, ma con una coalizione unita”. La gestione della politica non può essere affidata a un’azione ordinaria – ha continuato –  per far fronte alle tante emergenze. L’on. Giuseppe Talanas si è detto favorevole a puntare sullo Statuto autonomistico della Sardegna: dal Piano di rinascita, alla questione delle entrate, all’istituzione dei punti Franchi, fino all’insularità e alla continuità territoriale.

Il consigliere azzurro ha chiesto una particolare attenzione alle zone interne e al Nuorese e alle aree non rappresentate in Giunta. Va bene riunire in Sardegna i rappresentati delle regioni europee ad autonomie differenziata, ma con nuove risorse riconosciute dallo Stato. “L’Assemblea costituente è una bella idea – ha detto – per integrare e non cancellare lo Statuto”. Per l’on. Giuseppe Talanas bisogna rilanciare l’articolo 13, un Piano di Rinascita che guardi alle zone interne e disagiate, a forte rischio di spopolamento, con piccoli punti franchi con fiscalità di vantaggio nelle aree di  Pratosardo, Nuoro, Siniscola, Ottana, Macomer, Sorgono, Suni, Ozieri, Isili e Arbatax. Per l’esponente di maggioranza va potenziato il turismo, anche con percorsi e offerte alternative a quelle legate alle zone costiere. Un passaggio importante è stato riservato al comparto agricolo e alla forte spinta politica a sostegno del prezzo equo del latte, a partire da un euro a litro e alla ricerca di una trasformazione strutturale del comparto. Serve, inoltre, una task force che si occupi delle richieste del mondo agropastorale, creando anche un collegamento tra ambiente e mondo agricolo. Tutti i programmi devono essere portati avanti senza ritardi.

E’, poi, intervenuto il consigliere del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi, il quale ha evidenziato   che la mancata partecipazione del presidente Solinas alle celebrazioni del 25 aprile l’hanno lasciato sconcertato. “Una data, ha spiegato, che è una pietra miliare della nostra storia”. “Autonomia sì, ma all’interno di una nazione che ha lottato con ardore per la sua libertà e che ha lasciato sul campo tantissime vittime”. L’on. Roberto Li Gioi ha evidenziato i 70 giorni passati prima di vedere completata la Giunta, sul cui operato vigilerà, insieme ai consiglieri del suo gruppo. Per l’esponente del Movimento 5Stelle è fondamentale la riorganizzazione degli enti e agenzie e che si risolvano i problemi dei dipendenti dell’Aras e dell’Aias. Apprezzabile sulla carta, ha detto, il punto sull’identità ambientale e territoriale, ma sarà necessario valutare con attenzione le politiche ambientali e urbanistiche che saranno portate avanti. L’on. Roberto Li Gioi ha, inoltre, evidenziato come il turismo sia imprescindibile per lo sviluppo dell’Isola, ed è fondamentale che la Sardegna abbia un sistema di trasporti efficiente. E’ necessario, ha, proseguito, lavorare su continuità territoriale che metta alla pari i tre aeroporti sardi, così come bisogna intervenire sulla continuità marittima. Il consigliere ha ricordato la proposta presentata dal deputato Nardo Marino (M5S) in Parlamento.  In conclusione, ha affermato che il suo gruppo non farà sconti alla Giunta, ma che sarà pronto ad appoggiare gli interventi a favore del popolo sardo.

L’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha preso la parola e ha detto: “Cari colleghi, sento l’onore di questo ruolo. Abbiamo tutti la responsabilità di lavorare per la nostra terra e per i giovani sardi.

La nostra autonomia ha superato i 70 anni e il suo sostanziale logoramento impone l’avvio di un serio processo di riforma. In questo scenario le regioni a statuto speciale sembrano stancamente inseguire le regioni a statuto ordinario e il loro dinamismo. La classe politica sarda ha poi mostrato difficoltà a elaborare riforme coraggiose ed è urgente ripensare il nuovo statuto, per consentire ai sardi di muoversi liberamente e alle imprese di crescere. ‘La sovranità e l’autonomia o la si esercita o decade’, diceva Mario Melis. Noi dobbiamo riformare lo Statuto in senso federale ed è questa la frontiera della nostra autonomia. Dobbiamo ricominciare a parlare di autonomia conquistata, non concessa. Dobbiamo scrivere un nuovo testo unico degli enti locali sardi, senza ricalcare la disciplina nazionale ma mettendo sempre al primo posto l’interesse dei cittadini sardi e dei piccoli comuni, che dovranno essere messi nelle condizioni di erogare i servizi necessari alla popolazione”.

Per l’on. Pierluigi Saiu “lo spopolamento delle zone interne si combatte investendo denari e realizzando strade”. E pure le Province dovranno avere “organi eletti direttamente dai cittadini e non dobbiamo aver paura di chi parlerà di poltrone perché la viabilità provinciale cade a pezzi e non ci sono le risorse per farlo. Come nella strada per Siniscola, dove il 10 marzo scorso abbiamo registrato l’ennesimo incidente mortale. Lo dico da presidente della commissione Prima: dobbiamo scrivere un nuovo Statuto, una nuova Statutaria e una legge generale di riforma degli enti locali. I sardi si aspettano questo e si aspettano discontinuità”. L’esponente leghista ha parlato anche dei problemi della sanità e della necessità di una riforma che venga incontro prima di tutti ai problemi dei cittadini”.

Per i Progressisti ha preso la parola l’on. Gianfranco Satta: “Le dichiarazioni del presidente Solinas sono piene di elementi di criticità, che saranno oggetto di analisi nel corso della nostra legislatura. La nostra opposizione sarà leale, chiara e intransigente, a cominciare al tema della riorganizzazione degli enti locali. Voi volete ripristinare le province ed eliminare ogni altro ente intermedio come le unioni dei Comuni ma è molto dubbia la legittimità costituzionale della vostra proposta. E i Comuni rurali hanno bisogno del pieno riconoscimento, sotto il profilo dei contributi e dei finanziamenti, della loro condizione visto che oltre la metà dei sardi abita in aree definite rurali. Per questo noi riteniamo sia necessario investire sullo sviluppo rurale di tipo partecipativo, abbandonando il modello centralista e valorizzando davvero le decisioni delle comunità”. L’oratore ha proseguito dicendo: “Se davvero lei intende dare equa rappresentanza a tutti i territori, perché non ha iniziato a usare questo criterio componendo la giunta? Non c’è un solo rappresentante della provincia di Sassari né di quella di Nuoro: è questo il suo modo di assicurare la equa rappresentanza?”.

E’ intervenuta l’on. Annalisa Mele (Lega), che ha parlato del suo territorio di provenienza, l’Oristanese, e ha detto: “La prospettiva federalista è senza dubbio la più realistica e la più consona ai nostri ideali per la Sardegna. Presidente Solinas, la sua è la via giusta: dobbiamo scegliere la via dell’identità e della collegialità per trasformare la Sardegna. Ogni enunciato dovrà avere la sua realizzazione a cominciare dalla Sanità. Un fatto su questo deve essere chiaro: la riforma della Sanità dovrà poggiare sul fattore umano. Va recuperato il prezioso contributo dei lavoratori della Sanità, che oggi si sentono privati di dignità e dimenticati dalla politica. Dobbiamo rivendicare con il Governo nazionale la libertà in materia di spesa e di formazione, per evitare una riduzione scellerata dei servizi e restituire ai territori la rete dei servizi sanitari. Non sono i pazienti che vengono verso i servizi sanitari ma sono i servizi che dovranno andare da loro, considerando l’aumento dell’età media e la necessità di occuparsi di prevenzione e di aree emergenti di criticità”. L’oratore, che esercita la professione di medico, ha toccato diffusamente i temi della disabilità, della malattia mentale e dell’incremento delle malattie neurodegenerative. “Un capitolo a parte riguarda l’emergenza urgenza territoriale, l’unico servizio che funziona e riscuote il grande apprezzamento della popolazione. Areus è in via di definizione e va rimodellata aumentando i punti di postazione avanzata. E va rivisto anche il servizio di elisoccorso, spesso utilizzato impropriamente e sproporzionato”. L’on. Annalisa Mele ha parlato poi dell’agricoltura sarda e della cultura: “La valorizzazione della storia della Sardegna deve essere la linfa che alimenta ogni azione di governo. Il mio territorio ha partorito una gigante come Eleonora d’Arborea e mi sia consentito rivolere un pensiero alla collega Angela Nonnis, scomparso pochi giorni fa, sindaco di Oristano e assessore di questa nostra Regione”.

Per l’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) è intervenuto e ha parlato di linee programmatiche “confuse e contradditorie. Abbiamo vissuto sino a oggi una situazione paradossale e una maggioranza che ha in comune soltanto la divisione dei posti di governo. Non bastano le dichiarazioni del neo assessore al Turismo che pensa di risolvere il problema della disoccupazione con i campi da golf. In realtà i dati macroeconomici del governo Pigliaru sono migliori di quelli che la giunta Cappellacci aveva lasciato all’atto della conclusione della sua legislatura. E’ nel concreto che vorremmo conoscere le vostre intenzioni: che volete fare per i dipendenti Aias, senza stipendio da circa dieci mesi?  Che politica è quella che non si occupa di questi problemi? Io mi batto per una politica che possa consentire ancora al figlio dell’operaio di diventare dottore. E qual è la vostra politica energetica? Stiamo ancora aspettando il taglio delle accise sulla benzina promesso dal vostro primo alleato nel primo consiglio dei ministri”.

Per l’oratore “non serve cementificare ancora, se i nostri paesi sono pieni di case abbandonate come tutti sappiamo. Non siamo il partito del no ma del sì: al lavoro nell’ambiente, al mare cristallino, a un’isola senza plastica, a una nuova legge urbanistica. Serve invece una nuova continuità territoriale che permetta ai cittadini di viaggiare a basso costo in Sardegna e in Italia. Non possiamo aspettare lustri per il completamento di opere strategiche per i collegamenti sardi, che non spettano a noi ma allo Stato”.

Per la maggioranza l’on. Stefano Tunis, leader di Sardegna 20/20, ha detto: “Chi mi ha preceduto si è mosso sul terreno scivoloso della critica senza la prudenza di chi ha a lungo governato. La stessa prudenza che dovrebbe avere chi si avventura a parlare di calcio senza aver mai giocato. Il realtà il centrosinistra sardo ci ha riconsegnato il governo avendo soltanto parlato di Pil e crescita occupazionale. Senza che il popolo percepisse i vantaggi di tale precedente governo.  Per cinque anni non siete intervenuti sulle questioni più cruciali e non avete ostacolato il più volgare assistenzialismo. Abbiamo sentito tutti noi il presidente Francesco Pigliaru dire che neppure Sergio Marchionne era stato capito quando fondava Fca. Noi ci assumiamo il peso di un grande rinnovamento e del rilancio della Regione e lo faremo dai settori strategici e dagli locali. Ci sono rischi nel programma del presidente Solinas ma ci sono ancora più rischi nel procedere come avete proceduto voi. Noi siamo una maggioranza giovane, esuberante ma trainante e lo dimostreremo in quest’Aula”.

Ha preso la parola l’on. Antonio Piu (Progressisti) che ha sollecitato “tempi più rapidi per le decisioni che riguardano la Sardegna e soprattutto soluzioni. Vengo da un territorio grande e vasto come Sassari che non ha rappresentanza in Giunta e non difendo a prescindere le decisioni del passato. Però se nei vostri interventi c’è così tanta voglia di raccontarvi in maniera differente io non ci sto: la vostra Giunta è partita con mesi di ritardo e la Quarta commissione inizierà a lavorare domani, per la prima volta”.

L’oratore ha proseguito: “Un’identità di popolo si ha solo se si lavora sulle persone e mi sarebbe piaciuto leggere questo nelle vostre linee programmatiche. Mi auguro che in questi cinque anni il presidente Solinas mostri le soluzioni a problemi che ha raccontato con tanta leggerezza”.

Il consigliere Michele Ciusa (M5S) ha iniziato il suo intervento mettendo in luce, da cittadino, le difficoltà del sistema Regione nella proclamazione degli eletti a causa di una legge fatta apposta per fermare il Movimento 5 stelle, e successivamente i gravi ritardi che hanno accompagnato la composizione dell’esecutivo, dovuti solo alla necessità di trovare il tempo di «soddisfare gli appetiti delle forze politiche di maggioranza». Noi diciamo no, ha aggiunto, «a questi artigiani della quantità e dubitiamo che le grandi  scelte possano essere fatte con le mani libere, perché temiamo che prevarrà la convenienza personale in continuità con il passato». La Sardegna, ha detto, «deve puntare su modello di sviluppo sostenibile e compatibile con le sue vocazioni, unica strada per risolvere la profonda crisi di lavoro che riguarda i giovani che comunque hanno tanta voglia di fare e vanno sostenuti nei loro sforzi per restare in Sardegna e riportarli a casa, assicurando loro una buona formazione e l’opportunità di essere una nuova generazione di imprenditori anche lavorando ad un grande progetto di autosufficienza alimentare».

Il consigliere Andrea Piras (Lega), dopo aver ricordato che questa legislatura comincia con una eredità pesantissima, rappresentata dal più alto abbandono scolastico d’Italia, da tante opportunità di lavoro negate ai giovani, e da un grave peggioramento della situazione economica che ha determinato il declassamento della Regione da parte dell’Unione europea, ha criticato l’amministrazione precedente «che non ha portato nulla di buono alla Sardegna, lasciando tanti giovani senza una vera speranza per futuro». Il compito che ci attende, ha continuato, «è quello di affrontare con slancio tante emergenze, puntando sulla come fattore di valorizzazione della nostra identità, dal patrimonio archeologico gli antichi mestieri, e soprattutto sulla formazione di qualità, se davvero vogliamo frenare l’emigrazione e riprendere un cammino di crescita». Piras ha poi approfondito la situazione del settore agricolo, a suo giudizio frenato da troppe inefficienze: burocrazia, bassa capacità di spendere le risorse assegnate e di concentrare l’attenzione su settori strategici in grado di incrementare produzioni ad alto valore aggiunto, col risultato di aver deluso per l’ennesima volta le aspettative di quanti volevano tornare a lavorare sulla terra». Quello di una nuova qualità ambientale, ha concluso, «deve essere un grande obiettivo, assieme ad nuova cultura alimentare, alla lotta contro la contraffazione dei nostri prodotti, all’ammodernamento tecnologico del settore e ad una redistribuzione delle risorse all’interno delle varie misure europee».

Elena Fancello, del M5S, ha messo l’accento sul tentativo del presidente di unificare i diversi settori della realtà sarda con il collante con identità, anche se «le esperienze negative del passato pesano nel deterioramento dei rapporti fra politica e cittadini confermato dall’elevata astensione, molto diffusa fra giovani che, peraltro, non hanno trovato lo spazio che avrebbero meritato nelle dichiarazioni programmatiche». Si avverte, ha proseguito, «una grande di sfiducia nel futuro e tuttavia va raccolta la sfida di proporre ai sardi una idea complessiva della Sardegna del futuro attenta soprattutto ai giovani, attraverso la semplificazione burocratica, gli incentivi per l’accesso al credito, l’attenzione al capitale umano, alla formazione professionale per chi non riesce a laurearsi e sono purtroppo tantissimi,  alla valorizzazione dei saperi antichi». Molti dicono che con la cultura non si mangia, ha ricordato Elena Fancello, «io invece penso che in Sardegna con la cultura ci sia da mangiare per tutti e che, anzi, l’investimento in cultura sia lo strumento migliore per arginare il calo demografico e dare spazio a tanti giovani, come per esempio i medici, che hanno aspettato fin troppo ed hanno diritto di avere risposte».

Laura Caddeo, dei Progressisti, ha lamentato la marginalità che il programma ha riservato a temi di enorme importanza come, istruzione, diritto allo studio e cultura, «che invece sono elementi strategici sui quali far poggiare ogni disegno di sviluppo». Il documento del presidente, ha aggiunto, «parla di scuola solo due volte e lo fa per citare i dati sulla dispersione che in realtà è la conseguenza di una povertà educativa che arriva da lontano: mancanza di asili nido, scuole per l’infanzia e luoghi di aggregazione soprattutto nei piccoli centri, mentre nelle aree urbane non sono accessibili alle fasce più deboli della società». Manca inoltre, ha lamentato la Caddeo, «ogni riferimento alla disabilità, anch’esso fenomeno e trasversale che richiede una programmazione forte per ampliare gli spazi di integrazione, così come manca una politica per le donne e la parità di genere, che comprenda misure organiche su lavoro e compatibilità fra impegno sociale e realizzazione personale e professionale». Infine, «dire prima i sardi è una cosa banale e individualista, oltretutto in contrasto la citazione di Fortza Paris».

Per Nico Mundula (Fdi) il programma appare coerente con la realtà percepita fuori dal palazzo, perché propone una visione complessiva del concetto di sardità insieme ad una idea di autonomia finalmente compiuta, da protagonisti e non comprimari. E’un compito impegnativo, ha osservato, «perché ereditiamo una Sardegna in ginocchio che però vuole e deve ripartire, a cominciare dalla sanità che richiede la profonda correzione di una riforma che ha scontentato tutti ed ha peggiorato il servizio regionale, mentre invece occorre al più presto rimettere al centro cittadini e costruire un nuovo sistema attorno a loro». Va dato poi impulso, ha auspicato Nico Mundula, «a comparti trainanti dell’economia della Sardegna finora trascurati, come l’agro pastorale, l’agroalimentare, l’artigianato ed il turismo, favorendo l’accesso al credito anche delle micro imprese, tagliando la burocrazia, tutelando i prodotti sardi nei mercati, incentivando il turismo nelle zone interne, rivolgendosi in particolare ai giovani che vogliono restare in Sardegna».

Secondo Diego Loi (Progressisti), in linea generale il programma presenta diversi passaggi condivisibili a cominciare da quelli sull’identità, sui quali ci si potrà confrontare nel quadro del rilancio della nostra autonomia nel quadro nazionale ed internazionale. Ci sono anche suggestioni interessanti su un progetto di rinnovamento istituzionale coerente con le tante identità della nostra Regione, ha continuato, «ma ho qualche riserva sulle modalità indicate perché sarebbe meglio approfondire alcuni passaggi, con particolare riferimento a quelli relativi alle forme aggregative fra Comuni che dovrebbero fare spazio alle Province; vedo in altre parole una dicotomia fra questo e la valorizzazione delle comunità locali; nelle esperienze condotte fin qui c’è a mio avviso molto da salvare, perché combattere la frammentazione va bene ma senza dimenticare che molte cose funzionato e hanno fatto crescere tante piccola realtà che hanno mostrato di superare i localismi».

Carla Cuccu, del M5S, ha auspicato che questa legislatura riesca a trasmettere al popolo sardo l’attenzione delle istituzioni ai loro problemi, anche se da questo punto di vista il programma appare troppo teorico per essere concreto. Noi, ha annunciato, «faremo opposizione sui contenuti vigilando sul recupero di una idea che rappresenti davvero un quadro di istituzioni al servizio dei sardi nel nome dell’identità e richiamata ci saremo quando si parlerà di cose concrete sulle quali faremo le nostre proposte». Da donna, ha affermato, «vedo una carenza sulle politiche della famiglia che poi è il nucleo dal quale si sviluppa qualunque società e bisogna secondo noi valutarla come centro di interessi e di diritti che può fare molto per la Sardegna». Mancano inoltre, ha lamentato, «sia un messaggio di speranza e di liberazione dalla cattiva politica che una attenzione ai problemi della parità di genere che liberi la donna da una scelta obbligata fra diversi ruoli». Per quanto riguarda la sanità, ha concluso, «diciamo no a soluzioni tampone, perché si deve ripartire dalla prevenzione e dalle prestazioni di qualità».

Emanuele Cera, di Forza Italia ha detto di aver particolarmente apprezzato un programma che mette al centro il cittadino, e propone un buon metodo per valorizzare responsabilità amministrativa di chi si impegna in politica sottoponendosi al giudizio dei cittadini. Apprezzamento, inoltre, «per il nuovo ruolo assegnato agli Enti locali nel rapporto con la Regione, che può essere un ottimo strumento per riconquistare la fiducia dei sardi con uno spirito nuovo, facendoli sentire partecipi di un progetto, valorizzando competenze, risorse umane e meritocrazia». Siamo consapevoli del momento difficile che attraversiamo, ha sostenuto Emanuele Cera, «e sappiamo che saranno necessarie scelte coraggiose, nel rispetto del principio di sussidiarietà che presuppone il superamento di un certo centralismo regionale, garantisce una risposta migliore alle esigenze delle imprese ed accompagna positivamente i processi di crescita economica con proposte concrete nei diversi settori». Col rilancio delle vertenze aperte con lo Stato in settori strategici, ha concluso, «possiamo puntare ad essere l’isola della qualità della vita ma dobbiamo fare in fretta perché non c’è più tempo e i sardi non possono aspettare».

Al termine di quest’ultimo intervento, il presidente Michele Pais ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio regionale riprenderanno martedì, alle ore 10.00, con l’intervento del consigliere Giuseppe Meloni, del Pd.

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Il cardiochirurgo Alessandro Murenu è il candidato sindaco di Cagliari del Movimento 5 Stelle.

«Le potenzialità dell’area cagliaritana sono enormi e non vedo l’ora di portare a tutti cittadini il mio sogno: risvegliare le energie con un progetto nuovo, per rendere il nostro un territorio sviluppato, accogliente e moderno.»

Nato a Cagliari 58 anni fa, cardiochirurgo all’Azienda Ospedaliera Brotzu, Alessandro Murenu è il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni comunali del 16 giugno.

«Ringrazio il Movimento 5 Stelle per avermi offerto la candidatura ad una delle cariche più alte della nostra splendida isola – aggiunge il candidato 5 Stelle – affronto la competizione elettorale con giusta umiltà, conscio del tanto lavoro da fare, con il grande amore trasmessomi dal mio papà per la Capitale della Sardegna e per il suo municipio, nei cui corridoi con i miei fratelli amavamo rincorrerci quando lo andavamo ad incontrare nei suoi rarissimi momenti di pausa dal suo lavoro di ingegnere.»

Nato nel 1961 a Cagliari, laureatosi e successivamente specializzatosi all’Università di Cagliari, Alessandro Murenu da oltre vent’anni è dirigente medico dell’Azienda Ospedaliera Brotzu dove lavora come cardiochirurgo specializzato in chirurgia toracica. Prima dell’assunzione a tempo indeterminato ha tenuto diversi corsi di formazione professionale in campo socio-sanitario e si è occupato di medicina del territorio come sostituto di Guardia Medica e medico di famiglia. Ha inoltre lavorato presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari come Dirigente Medico di Chirurgia.

«Sono padre di sei figli, nati da due diversi matrimoni. I primi tre sono ormai autonomi e fra questi la maggiore, l’anno scorso, mi ha gratificato con una splendida nipotina – racconta Alessandro Murenu -. Da sempre ho praticato attività sportiva, soprattutto atletica leggera a livello agonistico, e in età matura mi sono dedicato alla maratona, completandone dieci dal 2010 al 2018, oltre a varie altre gare su strada. Insieme alla corsa, durante il mio tempo libero le mie attività preferite sono la lettura, la cura dei bonsai e la cucina.»

«La mia campagna elettorale sarà all’insegna della discontinuità con le proposte avanzate da centrodestra e centrosinistra. Cagliari ha bisogno di una prospettiva nuova e non di una riproposizione stantia di ricette e visioni ormai superate. Serve una spinta innovativa in tutti i settori: dalle attività produttive al commercio, dall’istruzione all’urbanistica, dalla cultura all’ambiente, senza dimenticare i bisogni delle persone e delle famiglie che si trovano in difficoltà. Cagliari ha bisogno di uno slancio nuovo per guardare al futuro e la nostra proposta di governo della città sarà all’altezza della sfida. Metto a disposizione la capacità, che credo di aver acquisito in tanti anni, di interfacciarmi con persone e decisioni ‘importanti’ ma, sopra ogni cosa – conclude Alessandro Murenu -, quella di trasmettere decisioni difficili e consolazione alle persone nel momento di loro massima debolezza e bisogno.»

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La Giunta Esecutiva della Confservizi-CISPEL Sardegna (Associazione regionale dei soggetti gestori dei servizi pubblici), nell’ultima riunione, ha nominato all’unanimità, quale vice presidente del Sindacato d’impresa, l’avv. Roberto Porrà, attuale presidente del CTM Spa di Cagliari.

L’Associazione riunisce le aziende pubbliche dei settori trasporti, idrico, ambiente e le società in house di regione, province e comuni della Sardegna.

La nomina avviene in un momento che vede l’Associazione impegnata sia sulla riforma del trasporto pubblico locale alla luce del Regolamento Europeo CE 1370/2007, sia sull’istituzione dell’Ente di Governo dell’ambito territoriale per quanto riguarda il settore ambiente-gestione dei rifiuti.

 

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Scarsa qualità dellacqua erogatalivelli di dispersione idrica da record e spese di manutenzione tra le più alte dItalia. E il disastroso mix che caratterizza il servizio idrico regionale in base ad un recente dossier della Cna Sardegna che analizza e mette a confronto alcune variabili relativa allinfrastruttura idrica: dalla capienza degli invasi ai costi sostenuti per gestire le retiA spiccare è, soprattutto, il severo giudizio degli utenti sardinel corso del 2018 oltre il 38% delle famiglie sarde si è infatti dichiarata molto insoddisfatta del servizio idrico fornito da Abbanoa, il dato più negativo tra tutte le regioni italiane e pari ad oltre il doppio della media nazionale (14,6%). Principale fattore penalizzante è rappresentato proprio dalla qualità dell’acqua erogata (odore, sapore e limpidezza), giudicata insoddisfacente dal 43,7% degli utenti intervistati dallIstat.

«La buona dotazione di infrastrutture e servizi costituisce un fattore imprescindibile per lo sviluppo socio-economico di un territorio  evidenziano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -: insieme ad energia e trasporti, un buon accesso alla risorsa idrica per famiglie e imprese produttive costituisce senza dubbio uno degli requisiti minimi di base. Oltre alla necessità di garantire una disponibilità sufficiente all’uso civile ed industriale, la crescente attenzione agli aspetti ambientali e climatici impone elevati livelli di efficienza nella gestione della risorsa e nella depurazione dei reflui prima della re-immissione in ambiente.»

Gli invasi. Il dossier esamina in primo luogo la situazione del sistema degli invasi non rilevando particolari criticità nellultimo periodo. Al 30 aprile 2019 il “Bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna” rileva la presenza di1,562 miliardi di metri cubi d’acqua, pari all’88.4% della capacità complessiva autorizzata, registrando un lieve aumento rispetto al 31 marzo 2019 (milioni di metri cubi in più)

La qualità del servizio. Ad allarmare è il severo giudizio degli utenti sulla qualità del servizio idrico regionaleSecondo una rilevazione Istat, nel 2018 oltre il 38% delle famiglie intervistate si è dichiarata insoddisfatta del servizio idrico: si tratta del dato più negativo tra le regioni italiane e pari ad oltre il doppio della media nazionale (14,6%). Il principale fattore penalizzante è lqualità dell’acqua erogata (odore, sapore e limpidezza), giudicata insoddisfacente dal 43,7% degli utenti intervistati.

La dispersione idrica. Indicazioni anche più preoccupanti vengono dai dati dell’ultimo Censimento delle acque (Istat 2015) che, evidenziando un notevolissimo scarto tra la quantità di acqua immessa in rete e quella effettivamente erogata, rivelano un livello di dispersione idrica da recordLa Sardegna risulta infatti la seconda regione italianaper dispersione idrica con il 55,6% dell’acqua immessa in rete che non giunge all’erogazione, valore inferiore solo a quello della Basilicata (56,3%)

Il dato è in gran parte da imputare ad una rete di distribuzione idrica ormai obsoleta e, in alcuni casi addirittura fatiscente, come risulta per le province di Sassari, Oristano e Nuoro dove la dispersione arriva a superare il 60%

Le cause della dispersione idrica  evidenzia la Cna Sardegna – possono essere molteplici: oltre che dalle perdite presenti nelle condutture obsolete o dagli sfiori di serbatoi difettosi, non è da escludere l’esistenza di grandi quantità di acqua destinata ad usi pubblici che non viene contabilizzata o l’esistenza di consistenti furti e prelievi abusivi.

I costi del sistema idrico. Eppure, analizzando la spesa per la manutenzione delle reti idriche nell’ultimo decennio (2008-2018) sia in termini assoluti che in rapporto alla popolazione emerge che, con una spesa in manutenzione ordinaria di 223 euro per abitante, la Sardegna detiene il primato assoluto tra tutte le regioni italiane (quinta per spesa totale, con 368 milioni di euro), mentre, per la manutenzione straordinaria, con 218 euro per abitante, si colloca al secondo posto dopo la Valle d’Aosta (sesta in termini assoluti con 359 milioni in dieci anni).

La ricerca analizza anche i fattori che determinano così elevati livelli di spesa in un contesto di bassa efficienza delle reti, evidenziando che per la Sardegna, caratterizzata da consistenti flussi turistici concentrati nei mesi estivi, la spesa procapite andrebbe calcolata sul numero effettivo di utilizzatori annui e non soltanto sui residentiIn molti contesti, inoltre, l’incremento dell’utenza in periodi limitati dell’anno sottopone le infrastrutture idriche a picchi di utilizzo per i quali, spesso, non sono state progettate, compromettendo la funzionalità della rete stessa (distribuzione, depurazione, smaltimento). 

«Viene da chiedersi se la nostra rete idrica sia in grado di soddisfare i fabbisogni di un sistema produttivo caratterizzato da agricoltura, pastorizia, agro-industria e comparto caseario, attività ad elevato fabbisogno idrico  evidenziano vertici della Cna sarda – di certo la stima della spesa procapite dovrebbe porre al denominatore anche gli abitanti equivalenti stimati in rapporto alle attività economiche.Inoltre bisogna valutare quanta parte della spesa effettuata sia destinata alla manutenzione e alla riqualificazione degli impianti di accumulazione e quanta, invecealla sistemazione delle reti di distribuzione che, alla prova dei fatti, rappresentano l’elemento debole del sistema idrico della Sardegna».

«In un contesto climatico che tende a caratterizzarsi per fenomeni di siccità sempre più intensi e prolungati l’esigenza di migliorare l’efficienza del sistema idrico limitando gli sprechi appare senza dubbio prioritaria sia per il benessere dei cittadini e sia per favorire lo sviluppo economico  concludono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu : se non si riducono gli sprechi qualunque intervento effettuato monte (bacini e invasinuovi impianti di desalinizzazione o per il miglioramento dell’efficienza di utilizzo industriale) risultlargamente depotenziato se non del tutto inefficace.» 

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Secondo appuntamento domenica 19 maggio a Cagliari per aCòa, la rassegna che la Fondazione di ricerca Giuseppe Siotto dedica alle musiche tradizionali del Mediterraneo.

Questa volta al centro del matinée, in programma alle 11.00, nei suggestivi spazi del Palazzo Siotto di via dei Genovesi 114, saranno le launeddas, grazie alla presenza di maestri di questo strumento come Luigi Lai e Fabio Vargiolu.

L’incontro, dal titolo “Canne sonore”, sarà introdotto dal direttore artistico della manifestazione Marco Lutzu, e vedrà Luigi Lai e Fabio Vargiolu non solo suonare i propri strumenti ma anche interagire con il pubblico al quale saranno illustrati, ad esempio, i contesti sacri e profani in cui sono nate le musiche eseguite.

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«La chiusura del reparto di Ortopedia dell’ospedale di Lanusei è la conseguenza di una carenza di personale medico dovuta all’assenza, da tempo, di programmazione nella formazione di specialisti e di una politica sanitaria che negli ultimi cinque anni non è stata capace di dare risposte, catapultando il sistema regionale dell’isola nell’emergenza.»

Così l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, risponde alle dichiarazioni del consigliere regionale Salvatore Corrias.

«Mi chiedo se il consigliere Corrias, nel denunciare l’inaccettabile depauperamento del sistema sanitario regionale, si riferisca proprio agli effetti della riforma varata dalla precedente giunta, che ha completamente scollegato la testa del sistema sanitario dai territori e dai loro problemi. Siamo al lavoro dal primo minuto e con tutte le energie disponibili per invertire il declino che ha portato il sistema regionale a registrare numerosi record negativi a livello nazionale Sull’Ortopedia di Lanusei – conclude l’assessore regionale della Sanità – ci stiamo confrontando con Ats e tutti gli organi preposti per trovare una soluzione d’emergenza.»