20 July, 2024
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«Accogliamo con favore l’intenzione annunciata dal Governo di incontrare le parti in causa per affrontare le problematiche del comparto ovicaprino riunendo i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei produttori, con lo scopo di ridare dignità ai pastori sardi; esprimiamo analogo apprezzamento per la convocazione al Mipaaft del tavolo di filiera del settore ovicaprino, per le ventilate ipotesi di istituire un organismo per monitorare il prezzo del latte e per gli interventi sul fronte creditizio e previdenziale, da attuare in collaborazione con l’Inps e con l’ABI.»

Così la Copagri alla luce delle odierne dichiarazioni del ministro dell’interno Matteo Salvini e all’indomani dell’incontro con il ministro Gian Marco Centinaio, svoltosi nell’ambito della visita in Sardegna del ministro, insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alla responsabile del dicastero per il Sud Barbara Lezzi.

«Ribadiamo che le remunerazioni ai pastori ristagnano, con prezzi compresi tra i 55 e i 60 centesimi al litro che non bastano nemmeno a coprire i costi di produzione e sono ben lontani dalla forbice richiesta dai produttori, compresa tra 90 centesimi e 1 euro al litro», spiega la Copagri, che ha partecipato all’incontro con il ministro Gian Marco Centinaio con il responsabile nazionale ovicaprino Pietro Tandeddu.

«Per questo motivo, riteniamo necessario intervenire attraverso l’Agea per ritirare almeno 20-25mila quintali di pecorino romano, in modo da favorire lo smaltimento delle giacenze, e individuare adeguati strumenti per garantire il rispetto dei programmi di autoregolamentazione della produzione da parte dei consorzi di tutela, partendo dal presupposto secondo cui gli strumenti attuali sono inefficaci in mancanza di linee guida riguardanti eventuali penalizzazioni ai danni di chi sfora», aggiunge la Copagri.

«Riteniamo inoltre prioritaria l’approvazione di norme che impediscano l’accesso ai finanziamenti pubblici a chi viola le regole, così come l’emanazione di un decreto ministeriale che obblighi gli acquirenti a comunicare agli stati membri i quantitativi di latte ricevuto, come previsto dal regolamento UE n. 1308 del 2013», conclude la Copagri.

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Taglio del nastro oggi a Villamar (SU) per Clinica Arborea, il primo centro di riabilitazione cardiologica residenziale in Sardegna. Alla conferenza stampa di presentazione della struttura – realizzata da Orpea Italia, la divisione italiana di Orpea, Gruppo francese leader europeo nel settore dell’accoglienza a lungo termine (Residenze per Anziani, Cliniche di Riabilitazione) – sono intervenute le principali autorità locali, tra le quali il sindaco di Villamar, Fernando Cuccu; il presidente della Fondazione “Centro Servizi alla Persona”, Pier Sandro Scano; il direttore dell’Area Socio Sanitaria di Sanluri, Antonio Onnis; e, infine, l’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio.

Collocata in posizione strategica, a breve distanza da Cagliari e Oristano, Clinica Arborea si occuperà di Riabilitazione globale a ciclo continuativo ad alta intensità cardiologica e neuro funzionale. Un centro d’avanguardia, per un investimento di circa 13 milioni di euro, che ospiterà 20 posti letto per la riabilitazione cardiologica e 15 per quella neuro funzionale.

Ad esprimere soddisfazione per l’apertura di Clinica Arborea sono stati, con voce unanime, tutti i rappresentanti delle istituzioni intervenuti che hanno sottolineato quanto la struttura sia il risultato di una comunità di intenti e di una strettissima collaborazione tra Comune di Villamar, Fondazione “Centro Servizi alla Persona” ed Orpea Italia: «Questa struttura, – ha dichiarato Fernando Cuccu, sindaco di Villamar – è un centro di eccellenza per andare incontro a esigenze molto sentite nel nostro territorio e diventerà un punto di riferimento molto importante. E’ anche un segnale di speranza e di ripresa per il rilancio delle imprese e dell’economia».

Con l’odierna apertura di Clinica Arborea, è stato messo un tassello importante nella costruzione di una rete socio-sanitaria completa per i cittadini sardi che va a integrare i servizi offerti dal territorio. Ma è solo il primo passo, in quanto Orpea Italia ha in previsione un piano di investimenti anche al nord con l’incremento dei posti letto in RSA e un progetto di ampio respiro per l’Alzheimer nella zona centrale della Sardegna.

«Non siamo venuti in Sardegna come conquistadores – ha dichiarato Thibault Sartini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Orpea Italia – né abbiamo un modello da importare. Per noi ogni struttura ha la sua anima, il suo progetto e per Clinica Arborea abbiamo cercato di rispettare l’identità del territorio, anche nella scelta del personale che non abbiamo portato da fuori ma selezionato sul posto. So cosa vuol dire crescere, perché nella mia carriera sono partito come addetto alle pulizie prima, OSS dopo, fino a diventare direttore e poi a ricoprire il ruolo di oggi. Auguro pertanto buona vita alla struttura, al progetto e a tutti quelli che ci hanno creduto.»

Oggi il Gruppo Orpea vanta 86.757 posti letto autorizzati e dislocati in 854 strutture nel mondo, principalmente in Francia, ma anche in Spagna, Belgio, Svizzera, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Italia e Portogallo. Dal 2016 Orpea si è sviluppata anche Oltreoceano con la Residenza Xianlin International Care Center di Nanjing in Cina e in Brasile con oltre 2.000 posti letto.

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Giovedì 14 febbraio, alle 10.30, a Cagliari, alla Clinica Odontoiatrica dell’Ospedale San Giovanni di Dio, si terrà il workshop relativo ai progetti cluster “Real Time Check IV Gamma” e “CarBio”. L’incontro, organizzato dall’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR in collaborazione con l’Università di Cagliari e l’Università di Sassari, ha l’obiettivo di illustrare le attività svolte nei primi sei mesi dall’avvio dei progetti. L’obiettivo dell’incontro, oltre alla presentazione e alla discussione dei due progetti con le imprese aderenti ai “cluster”, è quello di coinvolgere tutti coloro che potrebbero essere interessati a partecipare al progetto.

Real Time Check IV Gamma e CarBio sono due dei 35 progetti “cluster” promossi da Sardegna Ricerche attraverso il programma “Azioni cluster top-down” e finanziati grazie al POR FESR Sardegna 2014-2020. I progetti cluster sono attività di trasferimento tecnologico condotte da organismi di ricerca pubblici con l’attiva collaborazione di gruppi di piccole e medie imprese del settore o di settori affini, per risolvere problemi condivisi e portare sul mercato le innovazioni sviluppate nei laboratori. Come per tutti i progetti cluster, anche in questo caso vale il principio della “porta aperta”: tutte le imprese interessate a partecipare possono chiedere di entrare a far parte dei cluster in qualsiasi momento.

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«Un risultato per niente scontato, ma frutto di un lavoro di capacità e perseveranza sindacale.»

La segretaria generale della UIL Fpl Sardegna, Fulvia Murru, esprime la sua soddisfazione per l’accordo integrativo relativo ai lavoratori del comparto sanitario regionale siglato oggi dalla RAS e da UIL, CGIL, NURSIND UP, FIALS e FSI.

«L’accordo – spiega la segretaria della Uil Fpl Sardegna – prevede le risorse aggiuntive disponibili da quest’anno per i circa 17mila lavoratori del comparto della sanità pubblica sarda. Queste somme, che ammontano a svariate centinaia di euro pro capite, saranno elargite attraverso gli strumenti del salario accessorio, della produttività e della contrattazione integrativa. Si tratta di un altro tassello aggiunto con i fatti e non soltanto a parole – conclude Fulvia Murru -: il nostro impegno a favore dei lavoratori continua.»

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Al fine di effettuare i necessari interventi di manutenzione, derattizzazione, pulizia dei locali e ripristinare le condizioni di sicurezza e igiene, il sindaco di Carbonia Paola Massidda ha emesso un’ordinanza, la n. 34 del 12 febbraio 2019, con la quale decreta la sospensione delle attività didattiche e la chiusura dell’edificio della scuola secondaria di primo grado e primaria di via Pozzo Nuovo a Bacu Abis dal 13 al 17 febbraio 2019.

La riapertura delle scuola e la ripresa delle attività sono previste lunedì 18 febbraio.

Sarà cura del dirigente scolastico provvedere alla necessaria informazione dei genitori degli alunni, nelle forme e nei modi utilizzati di consuetudine.

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La Giunta regionale ha dato il via libera alla delibera dell’assessorato del Lavoro che riprogramma gli importi di alcune azioni del Por FSE 2014-2020, per consentire la prosecuzione di attività già avviate ed il lancio di iniziative di nuovo respiro. Cinque gli interventi oggetto del provvedimento. Tre sono iscritti nelle azioni di qualificazione e riqualificazione in favore di disoccupati di lunga durata: 1 milione di euro per incrementare il finanziamento degli assegni formativi del programma LavoRAS, per sopperire all’esaurimento delle risorse che ha impedito, ad alcune centinaia di aspiranti allievi, di poter iniziare l’attività formativa individuata dai Centri per l’Impiego che li avevano presi in carico; 2 milioni 300mila euro destinati ad ASPAL per il nuovo avviso tirocini, che si sommano alle risorse nazionali già destinate allo scopo; 140mila euro ad incremento del finanziamento dei corsi LavoRAS per i giovani sotto i 35 anni.

La delibera consente, inoltre, così come previsto dalla legge regionale n. 48 del 28 dicembre, l’utilizzazione di 2 milioni di euro per il programma “Ore preziose, 2019”, per pagare parte delle rette degli asili nido, al fine di favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie. Con l’ausilio dell’IN SAR Spa., la direzione generale Lavoro attiverà il programma, dalla dotazione complessiva di 4 milioni di euro, comprese le risorse regionali stanziate dal Consiglio di via Roma. Per dare continuità all’attività di rafforzamento dell’offerta dell’alta formazione attraverso le Borse di dottorato, la delibera prevede l’apertura della seconda finestra nell’avviso per l’anno 2016, destinandovi ulteriori 3 milioni 519mila euro. 

Infine, vengono assegnati alla DG Personale ulteriori 92mila euro per una serie di attività connesse alla realizzazione del Piano per il Rafforzamento Amministrativo.

 

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E’ urgente chiarire, attraverso una adeguata campagna istituzionale sui mezzi di informazione. le modalità corrette di voto con la doppia preferenza di genere:  imprecisioni, incertezza,  confusione e strumentalizzazioni rischiano pesantemente  di vanificare la dpg, ma anche di provocare una valanga di schede annullate!

Come Coordinamento3-Donne di Sardegna esprimiamo una viva preoccupazione per la confusione, imprecisione e strumentalizzazione che si sta creando sull’uso della doppia preferenza di genere, che verrà sperimentata per la prima volta nella imminente scadenza elettorale del 24 febbraio.

C’è il rischio concreto non solo di una sua vanificazione, ma anche dell’annullamento di una grande quantità di schede elettorali, con pesanti ripercussioni sull’efficacia del voto del 24 febbraio.

Per questo abbiamo ritenuto opportuno inviare, in data odierna, una lettera indirizzata al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, sollecitando,  qualora non fosse già prevista, un’adeguata e capillare campagna istituzionale, attraverso gli organi di informazione, carta stampata, web e tv, sulle modalità corrette di voto con la doppia preferenza di genere. «L’idea di promuovere migliori condizioni per l’accesso delle donne alle cariche elettive nelle istituzioni- è stottolineato nella lettera- viene malintesa e snaturata, appare persino strumentalizzata. In questa campagna elettorale, infatti, emerge il fraintendimento che vi siano quote riservate alle donne, che vi siano calcoli separati fra uomini e donne o che, addirittura, si possano esprimere preferenze disgiunte fra candidati di genere diverso e liste diverse. In questo modo, oltre a neutralizzare il valore di questa preziosa norma antidiscriminatoria, lasciando le donne sarde ancora ai margini della sfera politica e istituzionale, si può alterare il libero voto delle elettrici e degli elettori e, in ultima analisi, inficiarlo rendendolo nullo.»

Per tutte queste ragioni occorre fare al più presto chiarezza!

La norma sulla dpg fu approvata quasi all’unanimità dal Consiglio regionale della Sardegna il 21 novembre 2017, al culmine di una battaglia pluriennale e unitaria delle donne sarde, di cui Coordinamento 3 è parte integrante, delle loro associazioni e della stessa esigua rappresentanza consiliare, appena 4 donne a fronte di 56 uomini. E’ la legge statutaria regionale, n° 1 del 20 marzo 2018, con la stessa legge è stata prevista come è noto, la formazione di liste con il 50% di ogni genere: si tratta di una occasione storica ineludibile, che dovrebbe consentire l’elezione di un numero maggiore e paritario di donne, sanando un vulnus che ha caratterizzato 70 anni di storia istituzionale e democratica in Sardegna. Una occasione imperdibile per far  cambiare “volto” e strategie nelle politiche della regione sarda, in un’ottica di genere, così come indicato nella nostra “Carta di Impegni per la Parità”, sottoscritta da tutti e 7 i candidati alla presidenza della regione, in occasione della Convention del 26 gennaio scorso.

Carmìna Conte

Presidente Coordinamento3-Donne di Sardegna

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I Vescovi della Conferenza Episcopale Sarda, a nome della Chiesa che è in Sardegna, seguono con viva e partecipe preoccupazione la vibrante protesta dei pastori contro la politica del prezzo del latte. Siamo ben consapevoli che si tratta di un problema che negli anni ha assunto contorni sempre più insostenibili per un comparto fondamentale e strategico della nostra economia e, ancor prima, per la dignità e la sopravvivenza dei pastori e delle loro famiglie. Piange il cuore vedere le nostre strade invase da quel fiume bianco, che dovrebbe essere, invece, veicolo di benessere e di serenità per chi lo produce. È vero che la sopportazione è arrivata al limite e il senso dell’ingiustizia subita non può tollerare ulteriore indifferenza da parte di chi è tenuto ad assicurare il giusto riconoscimento a un lavoro tanto duro e spesso ingrato; eppure si tratta pur sempre di un ben di Dio che non deve andare sprecato.

A tutti gli allevatori della nostra Isola desideriamo far giungere il nostro affetto e la nostra convinta adesione alle ragioni che hanno determinato una protesta così estrema. Insieme vogliamo vigilare perché in questo momento delicato e di grande sofferenza non si infiltri una cultura di violenza che non appartiene alla nostra tradizione più genuina dove la protesta sa essere forte ma pur sempre civile. Apprezziamo, peraltro, il gesto di coloro che hanno trasformato il gesto di protesta, in atti di solidarietà verso le classi più povere delle nostre comunità. Segno di straordinaria sensibilità e nobiltà d’animo che ha sempre caratterizzato i nostri uomini di campagna.

Desideriamo fare appello agli industriali del settore e ai diversi livelli di responsabilità amministrativa e politica perché, ognuno per la sua parte, favoriscano la ripresa di una concertazione responsabile, ispirata a equità e giustizia, che superi ogni visione miope e di parte e riconosca la giusta dignità del lavoro nell’agropastorizia.

Cagliari, 11 febbraio 2019

I Vescovi della Sardegna

 

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La clamorosa protesta, messa in atto dai pastori sardi per porre all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale le drammatiche conseguenze – a livello dell’ economia di migliaia di famiglie di produttori – causate dal crollo del prezzo del latte ovino, ha suscitato un vastissimo movimento di solidarietà in Sardegna e in tutt’Italia.

La Federazione delle settanta associazioni dei sardi emigrati nell’Italia continentale, la F.A.S.I., esprime la propria adesione al legittimo desiderio dei pastori sardi di trovare un ascolto concreto delle loro ragioni presso le autorità regionali, nazionali ed europee che possono mettere fine a una vendita sottocosto del prezioso “oro bianco” che si produce negli allevamenti ovini dell’isola.

I sardi emigrati si sentono appartenenti a tutti gli effetti al Popolo Sardo e quindi sono particolarmente colpiti per la crisi che ha investito una realtà produttiva che da secoli ha connotato l’economia della Sardegna: nel mondo pastorale affondano peraltro le radici familiari di moltissimi di coloro che hanno lasciato l’isola e quindi la protesta dei lavoratori delle campagne non può non suscitare in essi una forte onda emotiva.

C’è poi da considerare il fatto che tutto l’agroalimentare prodotto nel comparto agropastorale sardo fa parte delle abitudini alimentari dei sardi emigrati, i quali sono ben determinati a continuare ad essere i primi consumatori finali fuori dei confini isolani.

La Federazione dei circoli dei sardi emigrati (istituzione legalmente riconosciuta dalla Regione autonoma della Sardegna) condivide le istanze rivendicative dei lavoratori corregionali nelle loro azioni di protesta perché essa è da sempre impegnata a sostenere l’economia agropastorale.

Le tantissime iniziative finalizzate alla promozione, valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari, svolte nei 70 circoli sparsi nella Penisola (che raggruppano  circa 30 mila soci), sono la prova concreta degli interventi di aiuto profusi nei confronti del mondo agropastorale. In modo particolare in questi ultimi anni, mediante progetti specifici relativi a questo settore produttivo, la F.A.S.I. ha consolidato il rapporto con  gli attori coinvolti nel sistema agropastorale sardo: consorzi di tutela, associazioni di categoria, piccoli e grandi imprenditori e, per ultimi ma non per importanza, movimenti e associazioni di pastori liberamente riconosciuti.

Con tutti loro la F.A.S.I. ha instaurato un rapporto di reciproca fiducia che ha consentito la  realizzazione di importanti iniziative che, sia nell’immediato che nel futuro, possono apportare un notevole beneficio all’economia della Sardegna. In tali iniziative il produttore primario, il pastore, si configura come la figura essenziale e più rappresentativa di tale filiera alimentare.

A questo punto, come F.A.S.I., ci permettiamo di dare un’indicazione su dove trovare gli elementi in grado di poter fronteggiare un problema così grave. Senza addentrarci in soluzioni tecniche, una cosa per noi è certa: la soluzione deve essere trovata all’interno degli organismi istituzionali democraticamente riconosciuti, e tra questi è fondamentale il ruolo dell’OILOS (Organizzazione Interprofessionale Latte Ovino Sardo), proposto dalla Regione autonoma dalla Sardegna e recentemente riconosciuto dal ministero delle politiche agricole, composto da: consorzi di tutela, associazioni di categoria, movimenti dei pastori, in rappresentanza del mondo della trasformazione del latte ovino sia a carattere industriale che cooperativistico.

Riteniamo che una grande responsabilità deve essere delegata a tale organismo sardo, in modo che possa dare risposte risolutive – nell’immediato e in prospettiva futura –  all’intero settore agropastorale: dopo l’emergenza, una nuova politica organica, innovazione, formazione, investimenti veri, politiche fondiarie, creazione di aziende di dimensioni competitive.

È evidente che è necessario un notevole sforzo di buona volontà e generosità da parte di tutti gli attori coinvolti, perché solo così si può dare uno sblocco e uno sbocco positivo al drammatico momento che tale settore sta attraversando.

Altrettanta solidarietà la F.A.S.I. manifesta nei confronti dei molti pastori di origine sarda che operano nelle regioni del centro Italia (Toscana, Umbria, Lazio, Marche), anch’essi appartenenti al nostro mondo dell’emigrazione, e che avvertono anch’essi il  disagio economico derivante da una congiuntura economica che, pur non essendo così grave come quella che ha colpito la Sardegna, inizia a penalizzare notevolmente  anche la redditività delle loro aziende.

A tutti i pastori sardi va la convinta e fraterna solidarietà della F.A.S.I.

Serafina Mascia

Presidente della F.A.S.I.

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Il tratto della SP 3 che collega Siniscola a Sant’Anna di Lodè potrà essere presto riaperto al transito, con regolazione del traffico a senso unico alternato. La Giunta regionale ha stanziato 300mila euro per un primo intervento di messa in sicurezza della strada, resa impraticabile da una frana caduta lo scorso 29 ottobre, con gravissimi disagi per il territorio. La necessità di intervenire con azioni tempestive e immediate, per ripristinare le condizioni di sicurezza, era stata illustrata in alcuni incontri convocati dalla provincia di Nuoro, in cui la Regione aveva assunto l’impegno di fornire le risorse necessarie agli interventi di messa in sicurezza e di ripristino dei collegamenti con l’abitato. La realizzazione delle opere sarà affidata alla provincia di Nuoro.