25 November, 2024
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Aumenta il limite di utilizzo del territorio, nelle aree industriali della Sardegna, per la realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termodinamici. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta su proposta dell’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras. Nelle zone definite industriali, artigianali e di servizio, il limite di uso del suolo passa dal 10% al 20%. Gli enti di gestione delle aree, Comuni e Consorzi Industriali, potranno inoltre prevedere, con ulteriori propri atti di pianificazione, l’aumento dello stesso limite dal 20% fino a un massimo del 35%. Il provvedimento aggiorna e ridefinisce le Linee guida per l’Autorizzazione Unica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza termica installata inferiore a 300 MW.

«Lo scopo – afferma l’assessore Maria Grazia Piras – è favorire l’incremento della produzione dell’energia da fonti rinnovabili in Sardegna. Per tante ragioni, perlopiù legate alla riluttanza delle comunità locali, l’installazione di questo tipo di impianti a volte risulta difficoltosa. Ampliando il limite di uso del territorio nelle aree industriali, riteniamo che la realizzazione delle opere possa essere agevolata. Il provvedimento – aggiunge l’assessore Maria Grazia Piras – è pienamente in linea con il Piano energetico ambientale che favorisce e incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili e prevede che gli impianti siano installati prioritariamente nelle aree già idonee alla produzione industriale. Inoltre, consentire l’incremento delle superfici destinate a ospitare gli impianti, facilita ed incoraggia nuovi investimenti imprenditoriali, che a loro volta favoriscono l’impiego di nuove figure professionali sempre più specializzate. Non meno importante, infine, è l’eventualità che l’energia pulita venga prodotta a supporto delle attività manifatturiere insediate nelle zone industriali.»

Il provvedimento approvato dall’esecutivo è coerente con gli obiettivi stabiliti a livello comunitario e nazionale dalla Strategia Energetica Nazionale del 2017, che prevede il raggiungimento del 28% di rinnovabili nei consumi entro il 2030. La Sardegna, grazie al Piano energetico ambientale approvato nel 2016, ha già adottato una strategia energetica con una serie di interventi di breve periodo al 2020 e altri da attuare entro il 2030. All’interno del Piano, incentrato su una decisa riduzione delle emissioni climalteranti, attraverso soprattutto la metanizzazione e l’uso del GNL per cittadini e imprese, trovano spazio anche le azioni a favore di uno sviluppo delle rinnovabili, in un quadro di generazione distribuita dell’energia calibrata sulle esigenze delle utenze ed orientato al modello delle Smart Grid. Il Pears, infatti, mira a raggiungere entro il 2030 una soglia di riduzione delle emissioni nocive del 50% sul consumo finale di energia, al di sopra, dunque, della soglia del 40% indicata come obiettivo dalla Comunità europea. Per quanto riguarda le fonti alternative, la Sardegna è una delle prime regioni in Italia e, grazie agli interventi che si stanno attuando in alcune aree industriali (a Porto Torres e Assemini) e nell’area di Ottana (dove nel 2017 è stato inaugurato un impianto solare termodinamico e fotovoltaico realizzato dalla Regione che la Commissione europea ha definito un modello innovativo a livello mondiale) l’Isola è proiettata sempre più a livello internazionale nel campo della ricerca applicata alle nuove infrastrutture.

 

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Al via il nuovo bando del Premio Parodi, organizzato a Cagliari dall’omonima Fondazione con la direzione artistica di Elena Ledda, la prossima edizione è in programma dal 10 al 12 ottobre 2019, ma già da ora è disponibile su www.fondazioneandreaparodi.it il nuovo bando, aperto ad artisti di tutto il mondo e con iscrizione come sempre gratuita.

Fra i premi per il vincitore ci sono una serie di concerti e di partecipazioni ad alcuni dei più importanti festival italiani di musica di qualità nelle edizioni del 2020: dall’“European jazz expo” in Sardegna a Folkest in Friuli, dal Negro Festival di Pertosa (SA) al Mei di Faenza e allo stesso Premio Parodi, ma anche in altri eventi che saranno man mano annunciati. Oltre a questo, avrà diritto a una borsa di studio di 2.500 euro. Al vincitore del premio della critica andrà invece la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese della Fondazione Andrea Parodi.

Le domande di iscrizione dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2019, tramite il format presente su www.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: fondazione.andreaparodi@gmail.com ).

Dovranno contenere:

– 2 brani (2 file mp3, provini o registrazioni live o realizzazioni definitive; indicare con quale dei due brani si intende gareggiare);

– testi ed eventuali traduzioni in italiano dei due brani;

– curriculum artistico del concorrente (singolo o gruppo);

Il Premio intende valorizzare le nuove tendenze nell’ambito della musica dei popoli o “world music”, ovvero artisti che mescolano la cosiddetta musica folk o etnica con suoni e modelli stilistici di diversa provenienza.

Tra tutte le iscrizioni la Commissione artistica istituita dalla Fondazione selezionerà, in maniera anonima, da otto a dodici finalisti; i finalisti si esibiranno a Cagliari al festival “Premio Andrea Parodi” 2018, davanti a una Giuria Tecnica (addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori) e a una Giuria Critica (giornalisti). Entrambe le giurie, come negli scorsi anni, saranno composte da autorevoli esponenti del settore.

La manifestazione è nata per omaggiare un grande artista come Andrea Parodi, passato dal pop d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e di rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa. Le precedenti edizioni sono state vinte: nel 2018 da La Maschera (Campania), nel 2017 da Daniela Pes (Sardegna), nel 2016 dai Pupi di Surfaro (Sicilia), nel 2015 da Giuliano Gabriele Ensemble (Lazio), nel 2014 da Flo (Campania), nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia).

Partner della manifestazione sono, oltre ai festival succitati, anche Premio Bianca d’Aponte, Mare e Miniere, Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana, Labimus (Laboratorio Interdisciplinare sulla Musica dell’Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio), Fondazione Barumini – Sistema Cultura.

Il Premio Andrea Parodi è realizzato dall’omonima Fondazione grazie a: Regione autonoma della Sardegna (Fondatore), Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e Assessorato del turismo, artigianato e commercio; Fondazione di Sardegna, Comune di Cagliari (patrocinio e contributo), NUOVOIMAIE, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, Federazione degli Autori.

È possibile sostenere la Fondazione Andrea Parodi attraverso la destinazione del 5×1000 e attraverso contribuzioni in denaro. Sul sito della Fondazione si possono trovare tutte le informazioni.

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I carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena, quelli del Nucleo Investigativo e del RIS di Cagliari sono intervenuti stamane via Pierluigi da Palestrina, dove è stato segnalato il corpo di un 80enne rinvenuto cadavere nella propria abitazione, probabile vittima di azione suicida da colpo di arma da fuoco, dallo stesso legalmente detenuta.

Il sopralluogo effettuato dal medico legale e dai Carabinieri del RIS di Cagliari ha permesso di attribuire la causa del decesso ad azione suicida da colpo d’arma da fuoco. La salma, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria informata dal Norm di Quartu, sarà trasportata presso l’istituto di medicina legale di Monserrato per l’esame cadaverico completo, prima di essere restituita ai familiari.

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Venerdì 1° febbraio, alle 9.15, nella sala Anfiteatro in via Roma 253, a Cagliari, si terrà il seminario dal titolo “L’innovazione tecnologica nella PA attraverso gli appalti pre‑commerciali”, un incontro informativo per la promozione del bando di Sardegna Ricerche che finanzia la realizzazione di appalti pre-commerciali negli ambiti individuati dalla “S3”, la strategia di specializzazione intelligente della Regione Sardegna: sanità; ambiente; energia; edilizia sostenibile; scuola; tutela, valorizzazione e sicurezza del territorio, dell’ambiente e del patrimonio.

Gli appalti pre-commerciali (Pre-Commercial Procurement) sono una forma speciale di appalto pubblico per prodotti o servizi non ancora disponibili sul mercato: le pubbliche amministrazioni selezionano con un processo a più fasi gli organismi (imprese, centri di ricerca) che si offrono di svolgere attività di ricerca e innovazione per trovare soluzioni innovative ai fabbisogni pubblici.

Il bando è finanziato con una dotazione di 5 milioni di euro dal POR FESR Sardegna 2014-2020, azione 1.3.1, e prevede la concessione di contributi a fondo perduto fino a 2,5 milioni di euro per appalti pre-commerciali da realizzare entro il 30 giugno 2023. Il termine per le domande scade l’8 marzo 2019.

L’incontro è organizzato da Sardegna Ricerche per spiegare le finalità del bando e le modalità d’accesso ai potenziali beneficiari dell’avviso, ovvero pubbliche amministrazioni e società pubbliche, con sede nel territorio regionale e che eroghino servizi attinenti ai fabbisogni d’innovazione individuati.

Il programma della mattinata prevede le relazioni e gli interventi di Graziella Pisu (Regione Sardegna, Autorità di gestione del POR-FESR Sardegna 2014‑2020), Sara Bedin (esperta indipendente per la Commissione europea in materia di appalti innovativi) e Susanna Maxia (Sardegna Ricerche, responsabile dell’Azione 1.3.1 del POR FESR sugli appalti innovativi).

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione sul sito dello Sportello Appalti Imprese, all’indirizzo www.sportelloappaltimprese.it/agenda/eventi/213, dove è anche disponibile il programma completo dell’evento.

Il testo e la modulistica del bando “Ricognizione dei fabbisogni di innovazione tecnologica del settore pubblico nei seguenti ambiti: sanità, ambiente, energia, edilizia sostenibile, scuola, tutela, valorizzazione e sicurezza del territorio, dell’ambiente e del patrimonio” sono scaricabili dalla sezione “Bandi” del sito di Sardegna Ricerche (www.sardegnaricerche.it).

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L’11 febbraio entreranno in vigore i nuovi orari invernali sulla linea Carloforte/Portovesme, resisi opportuni e necessari a seguito di un’attenta analisi sulle criticità evidenziate negli orari invernali in vigore, con una rimodulazione degli stessi, al fine di trovare soluzioni permanenti in grado di risolvere in modo strutturale e duraturo le note problematiche riscontrate sul collegamento marittimo Carloforte/Portovesme e viceversa. Ne dà comunicazione il sindaco di Carloforte, Salvatore Puggioni.

I nuovi orari sono riportati nel file allegato.

 

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Prosegue in Sardegna il trend positivo degli appalti pubblici. Nel 2018 il mercato dei lavori pubblici nella nostra regione ha registrato più di 1.000 bandi di gara promossi, per un valore complessivo a base di gara pari a 870 milioni. Si tratta di quantità in crescita rispettivamente del 21% e 23% rispetto al 2017, un anno nel corso del quale il mercato aveva segnato una riduzione dell’8% delle opportunità per le imprese, a fronte di una concentrazione della spesa su interventi di dimensioni più grandi (+49% l’importo complessivo a base di gara rispetto al 2016). La fase positiva ha visto una netta accelerata negli ultimi tre mesi dell’anno con un numero medio di gare pari a 120 per una spesa di oltre 115 milioni.

«Il mercato degli appalti pubblici in Sardegna continua il suo trend positivo – commentano Francesco Porcu ed Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni -. La Sardegna sembra aver superato la fase di stallo, soprattutto, grazie all’apporto dei Comuni che nel 2018 hanno mandato in gara ben 740 appalti per un valore di oltre 377 milioni. E’ molto positiva anche la crescita dei micro appalti (fascia sotto i 150mila euro), che rappresentano nella nostra isola il 54% dei bandi anche se solo il 5% del valore complessivo, i quali in futuro dovrebbero essere ulteriormente favoriti dalle nuove regole contenute nella finanziaria nazionale 2019. Le nuove disposizioni che consentono per questa fascia l’affidamento diretto, sebbene circoscritte al 2019, potranno infatti rappresentare un’importante opportunità per le piccole imprese locali. Certo sarà necessario che le stazioni appaltanti si dotino di un quadro regolamentare adeguato, al fine di garantire il rispetto dei principi di concorrenza e di trasparenza. Al contempo per incoraggiare i segnali di crescita occorre rendere più snelle ed efficienti le strutture deputate a gestire i processi di spesa e semplificare il quadro normativo.»

La dimensione degli appalti descrive una ripresa generalizzata, con tassi particolarmente importanti per i piccoli-medio lavori (tra 500 mila euro e un milione) e per i medio-grandi (1-5 milioni), che registrano tassi espansivi dell’ordine del 70% sia in termini di numero che di importo. 

Il dato interessante dell’ultimo scorcio del 2018 è però la decisa ripresa della domanda di taglio micro: i lavori di importo inferiore a 150 mila alla fine dell’anno risultano in crescita di oltre 20 punti percentuali rispetto al 2017.  Il mercato continua pertanto a caratterizzarsi per una domanda fatta di micro e piccole dimensioni: il 79% delle gare promosse non supera i 500 mila euro, mentre la relativa spesa non supera il 12%. Poco meno del 20% del mercato regionale è concentrato sui tagli medi (500 mila- 5 milioni), pari al 33% delle risorse in gara. Infine le gare di importo superiore a 5 milioni rappresentano poco più del 2% della domanda, assorbendo però il 55% della cifra d’affari potenziale complessiva.

In sintesi la domanda è polarizzata tra numerose gare di importo micro (ambito di attività per le imprese locali, perlopiù artigiane), mentre la quota più rilevante delle risorse è appannaggio di pochi grandi competitors che si contendono una media di 25 gare l’anno nell’ultimo quinquennio. Oltre alla ripresa della micro-domanda locale l’altra caratteristica del mercato nel 2018 è la concentrazione dei grandi lavori su tagli maxi: se nel complesso le gare di importo superiore a 5 milioni perdono 8 opportunità rispetto al 2017, passano da 5 a 12 quelli di importo superiore a 15 milioni, tra cui tre superano la soglia dei 50 milioni. Si tratta di due concessioni di servizi e di un appalto integrato. La prima concessione, in regime di project financing, è stata promossa dal comune di Sassari, per l’affidamento della gestione e manutenzione del cimitero cittadino e del cimitero di Palmadula, per un importo compressivo di 65,7 milioni. L’altra è una concessione di servizi promossa dal comune di Cabras relativa all’affidamento in concessione dello stabilimento per la commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio di prodotti ittici e per la lavorazione dei prodotti della pesca, per un importo complessivo a base di agra pari 53 milioni.  L’appalto integrato è stato invece promosso dal CACIP – Consorzio Industriale provinciale di Cagliari, per affidare la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori del roaming delle linee A e B del termovalorizzatore di Cagliari, per un importo a base di gara di 61,6 milioni.

La legge finanziaria 2019 (L. 145/2018) ha introdotto una deroga “a tempo” al Codice dei Contratti Pubblici, prevedendo la possibilità, per le stazioni appaltanti, di procedere all’affidamento di lavori di importo fino a 150.000 euro mediante affidamento diretto previa consultazione, ove esistenti, di tre operatori economici, e tramite procedura negoziata per gli appalti tra i 150 mila e i 350 mila euro, con consultazione di almeno dieci operatori economici ove esistenti.

Le nuove norme, a meno di ulteriori proroghe, avranno vigore dal primo gennaio al 31 dicembre 2019 e un primo bilancio degli effetti sarà possibile trascorso almeno un primo trimestre dall’entrata in vigore della norma. In questa fase si può valutare l’ambito di intervento di tali deroghe che dovrebbero snellire, favorendolo, l’iter di gara relativo ai piccoli interventi, che come detto, rappresentano in regione la fetta più rilevante del mercato su cui si gioca la competizione delle imprese locali.

Nella media degli ultimi 5 anni, i lavori di importo inferiore ai 150 mila euro rappresentano infatti il 54% nel numero e il 5% del valore; una percentuale in aumento rispetto al quinquennio precedente in cui si attestava sul 47% e nettamente superiore alla media nazionale (pari al 41% nel periodo 2013-2018, in crescita anche in questo caso rispetto al periodo precedente).

Sul fronte della spesa le nuove norme prendendo a riferimenti i bandi al di sotto i 350mila euro andrebbero ad impattare su una tipologia di interventi che in media assorbono l’11% del valore complessivo in gara, una quota in modesta flessione rispetto al quinquennio precedente, ma pari a più del doppio rispetto al dato medio nazionale.

Con 740 gare promosse nel 2018 per un valore di 377 milioni, i Comuni sardi continuano a svolgere il ruolo di motore della ripresa, incrementando la domanda del 31% e la relativa spesa di oltre l’80%: a tale gruppo di committenti spettano due delle tre maggiori gare dell’anno. Estremamente positivo anche il bilancio per le Province (da 49 a 63 interventi, da 9 a 23 milioni di risorse in gara) e per la Regione (+12% il numero di gare, per una spesa aumentata di quasi 30 milioni). Per le Aziende Speciali invece il bilancio è a doppia velocità, con un numero di gare raddoppiato, a fronte di un valore a base di gara in forte riduzione (-37%), legato alla pubblicazione nel 2017 di maxi-gare di Abbanoa, a fronte di interventi più ordinari promossi nell’ultimo anno concluso (1 milione in media).

Continua a mostrare segni evidenti di riduzione dell’attività il gruppo delle Grandi Committenze, da imputare soprattutto all’Anas, che in tutto l’anno è stata attiva con appena 8 gare promosse, per una spesa pari a 100 milioni, contro i quasi 270 del 2017. A bilanciare in parte la modesta attività dell’Anas, si segnala l’importante ripresa delle Ferrovie, che hanno promosso dieci gare per un importo complessivo di 87 milioni. Tra queste si segnala l’appalto integrato da 40 milioni per la progettazione esecutiva e lavori riguardanti l’armamento ferroviario e le opere civili della sede ferroviaria e relative pertinenze, in tratti saltuari della linea Cagliari-Golfo Aranci nelle tratte a Nord di Oristano. In flessione anche il numero di gare promosse dall’amministrazione centrale, a fronte di una crescita esponenziale della spesa (da 5,6 a 83,7 milioni), grazie alla gara da 39,6 milioni promossa da Infratel Italia per la costruzione e gestione dell’infrastruttura passiva a banda ultralarga, ma anche all’accordo quadro promosso da Consip per la gestione, conduzione, manutenzione e l’efficientamento energetico degli impianti di illuminazione pubblica di proprietà degli Enti locali, quantificati nel caso della Sardegna in un massimo di 14.000 punti luce, per un importo a base di gara pari a 11,3 milioni. 

La crescita del mercato registrata in Sardegna si colloca in un contesto anche più brillante registrato in molte altre regioni italiane. Nella media nazionale il numero di gare nel 2018 risulta in crescita del 28%, con tassi superiori o uguali al 50% osservati in Molise, Marche, Toscana e Lazio. In termini economici la Sardegna scende nella classifica per crescita rispetto al 2017, mostrando una performance migliore solo a quella registrata in quattro regioni: la Lombardia, che cresce del 20%, il Piemonte, che rimane sostanzialmente stabile sui livelli di spesa del 2017, e Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, le uniche regioni con spesa in calo. 

Francesco Porcu.

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Strade comunali e provinciali da completare, ponti, viadotti e cavalcavia da mettere in sicurezza, accessi ai siti di particolare valore ambientale da migliorare e rendere più sicuri: sono destinati a queste tipologie di intervento gli oltre 50 milioni di euro di fondi FSC 2014-2020, programmati con una delibera di Giunta su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini, in aggiunta ai primi 50 milioni già stanziati per “Interventi di manutenzione, completamento e messa in sicurezza strade sul territorio regionale della Sardegna”. I dettagli sono stati illustrati questa mattina in una conferenza stampa dal presidente Francesco Pigliaru e dall’assessore dei Lavori Pubblici Edoardo Balzarini, nella sala Emilio Lussu di Villa Devoto.

«Questo importante investimento sulla viabilità secondaria dimostra ancora una volta l’utilità del Patto firmato nel 2016 con il governo Renzi, che tra risorse nuove e rimodulate  ha portato alla Sardegna 3 miliardi di euro per mitigare gli svantaggi dell’insularità e continua a dare frutti – ha detto il presidente Pigliaru, citando in particolare il lavoro sulle infrastrutture portato avanti con l’allora ministro Delrio e ripercorrendo le principali voci del Patto, dalle risorse per i collegamenti su ferro sino a quelle per il metano – essenziale nella transizione energetica per avere finalmente equità di tariffe tra Sardegna e resto d’Italia. Oggi parliamo di strade, ponti, vie d’accesso, sottopassi – ha proseguito Francesco Pigliaru -, un intervento diffuso, integrato, fortemente richiesto dai territori e particolarmente importante per i collegamenti, la sicurezza e la prevenzione del rischio anche sul fronte delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Noi sinora abbiamo investito molto nel corso della legislatura – ha concluso Francesco Pigliaru- e questi ulteriori 50 milioni permetteranno di migliorare sensibilmente una situazione che la progressiva perdita di finanziamenti da parte delle Province ha reso sempre più difficile.»

«Mentre i primi 50 milioni sono stati destinati a opere di manutenzione, con questi ulteriori fondi diamo il via a quelle che potremmo definire azioni di sicurezza diffusa – ha detto l’assessore dei Lavori pubblici – non grandi opere, ma tanti interventi piccoli e allo stesso tempo importantissimi, perché rivolti alla risoluzione di problemi specifici segnalati dai territori stessi. Grazie alla ricognizione effettuata già a partire dall’estate del 2018 – ha proseguito Edoardo Balzarini – siamo in grado di far incontrare le esigenze territoriali con la disponibilità finanziaria. Ci siamo resi conto che il monitoraggio degli attraversamenti avrebbe fatto emergere un grande fabbisogno e siamo stati pionieri: dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, quando il Ministero ha chiesto la ricognizione a tutte le Regioni, noi la avevamo già pronta. Una parte importante della delibera – ha concluso l’assessore dei Lavori pubblici – è costituita anche dai 6,8 milioni destinati al Fondo Progettazione, finalizzato a mettere gli enti locali nelle condizioni di progettare le opere per tempo.»

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«Con la firma degli atti integrativi agli accordi di programma comunicata oggi dal ministro dell’Ambiente Costa, mettiamo un altro, importante tassello nel quadro definito nel Patto della Sardegna firmato nel 2016 con il governo Renzi.»

Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, esprimendo soddisfazione per questo nuovo passaggio con cui «anche a seguito di nostre apposite richieste si va completando il quadro delle risorse programmate nel Patto. Con lo sblocco di questi 98 milioni di fondi FSC di competenza del ministero dell’Ambiente finalizzati al completamento della sistemazione idrogeologica di Olbia (Piano Mancini) e dell’abitato di Pirri, possiamo partire con la realizzazione di alcuni interventi specifici che avevamo individuato e richiesto con forza. In questi anni abbiamo lavorato con grande determinazione su questo fronte, investendo energie e risorse sul rischio idrogeologico, sulla prevenzione e sulla sicurezza dei nostri cittadini. E questo è stato possibile, e continua a esserlo, proprio grazie al Patto per la Sardegna che ancora una volta – ha concluso Francesco Pigliaru -, mostra tutta la sua concretezza»

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Coinvolgimento nelle decisioni che portano a modifiche nell’atto aziendale dell’Aou quindi ricerca condivisa delle soluzioni per salvaguardare l’esistenza della scuola di specializzazione in Cardiologia. Quindi ancora, l’attivazione delle procedure concorsuali per la nomina del nuovo direttore della struttura complessa di Cardiologia. Sono le richieste che i direttori delle strutture complesse del Santissima Annunziata, attraverso una lettera inviata per mail, presentano al direttore generale dell’Aou di Sassari.

A firmare la missiva sono i direttori delle strutture complesse di Medicina interna Franco Bandiera, di Ortopedia e Traumatologia Franco Cudoni, di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva Luigi Cugia, Nefrologia e dialisi Maria Cossu, di Psicologia Fabrizio De Maria, di Malattie della coagulazione Luciana Mameli, della Stroke unit Antonio Manca, di Recupero e Riabilitazione Funzionale Gildo Motroni, di Chirurgia d’Urgenza Pietro Niolu, di Pronto soccorso e medicina d‘urgenza Mario Oppes, di Oncologia medica Antonio Pazzola, di Medicina d’urgenza Paolo Pinna Parpaglia, del Centro ustioni Alma Posadinu, della Radiologia Stefano Profili, della Geriatria Patrizia Tilocca, della Lungodegenza e post acuti Antonio Uneddu.

Da parte loro arriva anche una possibile soluzione alternativa «a quelle ipotizzate finora per salvare la Scuola di Cardiologia. Una di queste è affidare un programma specifico, così come previsto dalla legge 517/99, a un docente di Cardiologia che verrebbe equiparato a un direttore di struttura complessa».

«Si tratta, in linea di massima, di richieste condivisibili – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – e che discuterò con il rettore dell’Università di Sassari con il quale ho condiviso l’assetto organizzativo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari già dall’approvazione dell’atto aziendale. Con lui abbiamo iniziato ad occuparci della questione relativa alle scuole di specializzazione e quindi anche di quella di Cardiologia.»

La modifica della natura di una struttura, da direzione ospedaliera a universitaria, così prevede l’atto aziendale all’articolo 72 e approvato a ottobre 2017, viene infatti «adottata con atto deliberativo dal direttore generale dell’Aou di Sassari, d’intesa con il rettore, nel rispetto delle relazioni sindacali e previa informativa alla direzione regionale Sanità della Regione autonoma della Sardegna».

«Nelle nostre strutture, universitarie e ospedaliere – riprende Antonio D’Urso – si preparano i giovani che saranno i professionisti di domani. Per questo siamo tutti interessati a mantenere sia la Facoltà di Medicina e Chirurgia sia tutte le scuole di specializzazione, compresa quella di Cardiologia. Facciamo parte tutti di un’unica azienda che mira all’assistenza dei cittadini e coniuga questa attività con quelle della ricerca e della formazione. Lavoriamo, allora, assieme per un obiettivo comune.»

Visione che appare condivisa dagli stessi firmatari della lettera, i quali ricordano che «i medici ospedalieri della Aou Sassari, che per inciso costituiscono il 90 per cento dell’organico complessivo, hanno un interesse primario nel mantenere aperte ed efficienti le scuole di specializzazione perché i nuovi specialisti presto diventeranno i colleghi con cui affrontare le difficoltà quotidiane che la professione impone. I medici ospedalieri ogni giorno sostengono concretamente gli specializzandi facendo i tutor, insegnando nei corsi, contribuendo alla ricerca e alla raccolta dei dati per redigere le tesi».

La massima apertura da parte del direttore generale quindi che sottolinea il fatto che «siamo pronti ad ascoltare le esigenze, le istanze e a valutare i suggerimenti che ci vengono proposti, affinché possano continuare a operare quelle scuole di specializzazione che, da tutti, sono considerate di prestigio e punto di eccellenza del Nord Sardegna».

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Restare a vivere in una piccola comunità, per scelta e non per necessità, e sulle sue caratteristiche puntare per creare sviluppo, crescita economica e nuova occupazione. Passa attraverso “La Sapienza del Villaggio” il futuro di Planargia, Montiferru e Alto Campidano: due Unioni, 20 Comuni, 29mila abitanti che hanno chiamato così il loro progetto, 7 azioni e oltre 30 interventi, chiuso oggi a Milis dall’assessore Raffaele Paci e finanziato con 14 milioni e mezzo di euro, di cui 2 e mezzo destinati ai bandi per le imprese locali. Si tratta del diciottesimo progetto chiuso dalla Regione all’interno della programmazione territoriale che mette complessivamente in campo 500 milioni di euro. 

«Nel nome di questo progetto troviamo una delle chiavi fondamentali della nostra programmazione territoriale, cioè la riscoperta del grande patrimonio delle nostre comunità individuato come punto di ri-partenza per lo sviluppo – dice Raffaele Paci -. Dunque, ripartire dalla Comunità, ripercorrerne la storia, analizzarne le caratteristiche per ricostruire un quadro attuale di ciò che ancora oggi merita di essere valorizzato e di ciò che contemporaneamente può e deve rimanere radice del passato ma humus del presente. E in queste Comunità continuare a vivere, non per la necessità imposta dalla carenza di alternative più allettanti, ma per una scelta consapevole, meditata e vantaggiosa. Nelle tradizioni uniche e produzioni tipiche dei nostri paesi c’è tutto quello che serve per costruire un nuovo sviluppo, fatto di posti di lavoro, di una migliore qualità della vita, di una offerta unica per i turisti. Puntare su tutto questo, con un progetto voluto ed elaborato da quelle stesse comunità, significa aver capito quale è il vero antidoto allo spopolamento dei nostri paesi», sottolinea il vicepresidente della Regione.

Diciotto progetti chiusi (con oltre 300 milioni già stanziati per 25 Unioni, 197 Comuni, 720mila sardi), altri 2 da firmare entro febbraio, e poi ancora 6 avviati. Totale: 26 progetti, 37 Unioni coinvolte, 295 Comuni, ovvero il 100% di quelli ammissibili, in una programmazione territoriale fortemente innovativa, che vede le comunità locali protagoniste assolute nell’elaborazione dei progetti e che per la prima volta coinvolge le imprese. Oltre 100 milioni sono inoltre stati destinati ad altri interventi i territoriali: i tre ITI per Cagliari, Sassari e Olbia, le Snai Alta Marmilla e Gennargentu Mandrolisai, il Sulcis ed il Piano per il Nuorese che coinvolgono altri Comuni e abitanti dell’Isola. Una volta firmati ed approvati dalla Giunta, i progetti vanno realizzati in 36 mesi.