18 July, 2024
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Questa mattina i carabinieri della stazione di Villacidro, unitamente ad i colleghi del NORM della Compagnia, hanno denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria, F.N., 24enne di Villacidro, disoccupato, per danneggiamento aggravato di beni pubblici. Le indagini svolte dai militari, hanno consentito di individuare il giovane quale l’autore dei danneggiamenti verificatisi a Villacidro nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana, nel corso dei quali erano stati abbattuti diversi pali della segnaletica stradale ed era stato rovinato il prato erboso del parco Brigata Sassari. Il giovane, dopo aver ammesso le proprie responsabilità, dispiaciuto e pentito della bravata, si è presentato presso gli uffici del comune di Villacidro, per risarcire il danno che ammonta a circa 2.000 euro.

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Vindice Lecis, giornalista-scrittore, ha presentato stamane, a Sassari, il progetto politico che lo vede candidato alla carica di governatore della Sardegna con la lista di Sinistra Sarda, l’alleanza creata da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani ed alcuni fuoriusciti da Sinistra Italiana, tra i quali c’è il segretario regionale Ettore Licheri.

«Vogliamo rappresentare le istanze della sinistra sarda rispetto alle politiche sbagliate di questa Giunta regionale – ha spiegato Vindice Lecis -. Siamo nati per essere opposizione della Giunta Pigliaru e per rappresentare un argine all’avanzata di questa destra xenofoba e razzista. Non è colpa degli elettori se votano a destra, ma di politiche errate, che hanno prodotto rabbia, dolore e lacerazioni profonde. Si può riproporre la stessa medicina che è stata causa della malattia, ossia della crescita della destra? Bisogna governare in modo diverso questa nostra isola – ha aggiunto Vindice Lecis – noi vogliamo cambiare radicalmente l’agenda politica, fondandola su temi temi centrali come il lavoro, che deve ripartire dall’industria pulita, l’agroalimentare e il turismo e dalla sanità. Ci sto mettendo la faccia, è una battaglia difficile ma sentiamo il dovere di impegnarci per questo.»

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L’eradicazione della Peste suina africana (PSA) in Sardegna è vicina, un obiettivo atteso da 40 anni, da quando la malattia arrivò dalla penisola iberica. Dagli ultimi dati presentati oggi, durante una conferenza stampa a Villa Devoto a Cagliari, le misure adottate nel corso degli ultimi 4 anni e intensificate dal 2017 hanno portato a un forte miglioramento della situazione PSA nei suini domestici e nei cinghiali. Secondo il report, illustrato dal presidente Francesco Pigliaru e dai vertici dell’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della malattia, «la PSA è attualmente riscontrata, pressoché esclusivamente in alcune aree della Sardegna centrale, prevalentemente nei maiali bradi ancora presenti e in minor misura in alcune popolazioni di cinghiali. Molto probabilmente, il virus della PSA non è in grado di persistere nei soli cinghiali, in cui appare in via di graduale auto-estinzione. Le azioni di depopolamento dei maiali bradi ancora presenti continueranno quindi nelle prossime settimane e mesi, mentre la definitiva eradicazione della PSA è prevista nel 2019/2020».

Nella presentazione del rapporto, sul piano più prettamente tecnico-scientifico, sono intervenuti il responsabile dell’UdP e direttore generale della Presidenza della Regione, Alessandro De Martini, il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS), Alberto Laddomada, e il Coordinatore unico per la lotta alla PSA dell’ATS, Franco Sgarangella. Proprio Sgarangella ha rappresentato l’UdP, ieri a Bruxelles, alla riunione tecnica con una delegazione della Sanità animale della Commissione europea, a cui ha partecipato anche il ministero della Salute, in cui sono stati illustrati i notevoli progressi raggiunti dalla Regione Sardegna nell’eradicazione della PSA.

«L’eradicazione della Peste suina, che ha tenuto i nostri territori in ostaggio per quarant’anni, era un obiettivo di legislatura – ha detto il presidente Pigliaru -. Aver affrontato questa battaglia complicata in modo così articolato, con capacità, determinazione, coraggio, arrivando a un risultato tanto positivo, è uno dei grandi successi della nostra azione di governo. Ci sono ancora passaggi da fare, naturalmente, ma vuol dire che abbiamo consolidato la lotta, coinvolto i territori, cambiato il clima e la prospettiva non solo in Sardegna ma anche a Bruxelles, da dove oggi finalmente arriva una apertura importantissima. Vuol dire che abbiamo fatto quello che nessuno aveva fatto prima, che siamo a un passo dalla vittoria definitiva, storica. È un caso di successo basato su punti chiari: abbiamo modificato i livelli di responsabilità – ha spiegato – sollevando i Sindaci dalla difficoltà della gestione diretta del problema e nello stesso tempo abbiamo individuato e seguito un modello scientifico che ha già funzionato in Estremadura cambiando l’economia di un’intera regione. Ancora, abbiamo facilitato in tutti i modi possibili l’uscita dall’illegalità. Siamo riusciti a fare tutto questo attraverso la formula di governance dell’Unità di Progetto, che si è rivelata vincente anche per il programma Iscol@. La storia di questa battaglia è la storia di un lavoro di squadra che ha coinvolto e messo insieme moltissime persone, cittadini, professionisti, amministratori, istituzioni di ogni livello – ha concluso Francesco Pigliaru -, che ha ringraziato quanti hanno lavorato per raggiungere il risultato. Nella considerazione dell’Europa stiamo passando dall’essere gli ultimi della classe a diventare un modello per gli altri, è un successo che appartiene a tutta la Sardegna e di cui andiamo orgogliosi».

«Il risultato di oggi è il coronamento di quanto messo in campo dal Sistema Regione, con impegno e determinazione, in questi ultimi 5 anni. Nel 2014 il ministero della Salute voleva commissariare la Sardegna in conseguenza della disastrosa situazione venutasi a determinare a seguito dell’esplosione di focolai nel biennio 2012-2013. Da lì è partita la scelta della Giunta di fare delle battaglia contro la PSA un impegno di legislatura». Così Alessandro De Martini che ha aggiunto: «Il 2014 non era l’anno zero, ma eravamo al 36esimo anno di presenza della malattia in Sardegna. Siamo quindi partiti dall’analisi degli errori del passato per costruire un piano d’intervento che avesse un approccio innovativo. Per fare questo abbiamo, con umiltà, cercato l’aiuto dei maggiori esperti sul campo; li abbiamo trovati in Sardegna e all’estero e con loro abbiamo elaborato la strategia d’intervento e pianificato le attività di questi anni. La questione della PSA in Sardegna – ha proseguito il responsabile dell’Unità di Progetto – coinvolge diversi temi e, tra questi, l’uso delle terre civiche e la gestione dei controlli che spettano alle amministrazioni locali in tema sanitario. E proprio avendo cura delle inevitabili difficoltà degli amministratori locali, abbiamo lavorato affinché il Consiglio regionale votasse la legge 34 del 2014 che ha permesso, tra l’altro, di sollevare i sindaci da responsabilità legate al tema degli abbattimenti, allontanando il più possibile dai Comuni la gestione di questi momenti di crisi. In ogni abbattimento, di animali non registrati e di cui fosse ignota la proprietà, i sindaci sono stati sempre informati a operazione in corso e mai prima». A questo si aggiunga che è stato avviato un confronto aperto con tutti gli attori coinvolti nella problematica: amministratori locali, allevatori e loro rappresentanze, cacciatori e loro associazioni e con tutti è stata intrapresa una forte collaborazione che ha contribuito grandemente al raggiungimento del risultato di oggi. 

Nel fare un bilancio dell’incontro di ieri a Bruxelles, Alessandro De Martini ha spiegato che ormai ci sono tutte le condizioni per la regionalizzazione del tema PSA in Sardegna, ovvero suddividere l’Isola in zone infette e indenni, così da permettere a queste ultime di riprendere la commercializzazione delle carni e dei suoi derivati fuori regione. I tempi attesi per la riapertura dell’export sono di circa 6 mesi.

Il responsabile dell’Unità di Progetto ha inoltre ricordato che, proprio per le limitazioni dovute alla PSA che impediscono il trasporto fuori dall’Isola degli scarti di macellazione e lavorazione delle carni suine, il presidente della Regione ha dovuto adottare delle ordinanze contingibili e urgenti per consentire la prosecuzione delle macellazioni e delle lavorazioni. Però ha sottolineato anche che il prossimo 2 marzo scade, improrogabilmente l’ultima ordinanza (la quarta dal 2016) che il Presidente della Regione può emettere. A questo punto, considerato che le strutture in grado di trattare questa tipologia di scarti presenti in Sardegna non sono assolutamente sufficienti, è necessario che il ministero della Salute autorizzi il trattamento degli scarti di macellazione negli impianti del territorio nazionale. Sino ad oggi il Ministero della Salute, a fronte di specifiche richieste della Regione, ha sempre negato questa autorizzazione ma, in considerazione dei risultati ottenuti, diventerebbe difficilmente comprensibile un ulteriore diniego. 

«Oggi – ha osservato Alberto Laddomada – siamo riusciti ad eliminare buona parte dei suini bradi presenti in Sardegna. E l’impatto di questa misura è stato una forte riduzione della presenza del virus nei cinghiali selvatici, che stiamo osservando in particolare sui campioni raccolti durante la stagione venatoria ancora in corso. Inoltre, si è molto ridotta anche la proporzione di cinghiali con anticorpi, che negli animali giovani – sotto i 18 mesi di età – è al di sotto dell’1%, ulteriore dato che suggerisce che la malattia è in via di estinzione tra i selvatici. Infine, è da più di quattro mesi che non si verifica nessun focolaio di malattia nei suini domestici. Se nei prossimi mesi – ha concluso il direttore generale dell’IZS – riusciremo a eliminare gli ultimi animali bradi, potremmo pervenire alla eradicazione della malattia già nel corso di quest’anno, o al più tardi nei primi mesi del 2020.»

«In questi anni – ha detto Franco Sgarangella – noi veterinari abbiamo chiesto molti sacrifici agli allevatori con cui abbiamo lavorato costantemente e fattivamente per accompagnare le aziende su percorsi rispettosi delle norme igienico sanitarie e di biosicurezza. Lo stesso abbiamo fatto con i cacciatori nella raccolta dei campioni dai cinghiali abbattuti. Dall’incontro di ieri a Bruxelles è emersa una importante apertura della Commissione UE relativamente all’export dei prodotti suini sardi.»

Le misure di controllo della PSA si focalizzano sulle tre popolazioni di suini della Sardegna: circa 178mila capi domestici allevati in 14034 aziende; circa 90mila cinghiali presenti nell’Isola; qualche centinaio di maiali bradi illegali ancora presenti nei territori, spesso più inaccessibili, di 7/8 Comuni tra Barbagia ed Ogliastra.

Le novità più incoraggianti, e che fanno ben sperare in una prossima eradicazione della PSA, giungono dai dati elaborati sulle analisi di laboratorio effettuate nei campioni prelevati dai cinghiali selvatici dove è stata riscontrata una notevole regressione del virus (che indica infezione recente) di oltre il 95% rispetto al passato. Si è passati infatti da una presenza del virus nell’1,69% dei cinghiali analizzati nel triennio 2012-15 allo 0,67% nel 2015-2018 e allo 0,08 registrato tra il 2018-2019. In parallelo, è diminuita anche la presenza di cinghiali trovati positivi agli anticorpi contro la PSA: dal 2012 ad oggi, si è scesi dall’8,5%, poi al 4,9% e, infine, all’1,87% della stagione venatoria in corso. Grazie alla collaborazione dei cacciatori, il numero dei campioni analizzati è cresciuto di anno in anno, attestandosi ultimamente sui 12mila campioni, e questo consente di avere un quadro sempre più preciso della situazione.

Sono sostanzialmente tre le azioni che hanno alimentato il trend positivo: l’avvio, nella primavera del 2015, del nuovo programma di eradicazione da parte dell’UdP, l’intensificazione dei controlli veterinari (secondo semestre 2017) da parte dell’ATS anche grazie alla creazione dei GIV (Gruppo di intervento veterinario) e dal dicembre 2017 il depopolamento massivo dei maiali bradi e irregolari.

Dal 2015 a oggi sono stati abbattuti 3.892 maiali bradi: 478 nel 2015-2016, 616 nel 2017, 2652 nel 2018 e 146 nel 2019. Il pascolo brado, vietato da quarant’anni, non è mai stato contrastato adeguatamente come in quest’ultimo triennio. Quasi 500 maiali bradi sono stati abbattuti nel 2016, dopo una prima finestra di regolarizzazione/emersione degli allevamenti illegali. L’attività di depopolamento è stata rivista e rafforzata nel 2017 dopo una seconda finestra. Quasi 3.500 capi bradi abbattuti tra il dicembre 2017 e metà gennaio 2019 (oltre il 90% in Barbagia e Ogliastra). I test di laboratorio hanno confermato in modo inequivocabile che i maiali bradi sono la prima fonte e serbatoio di virus, con positività del 70% in alcuni territori. Oltre 200 suini, inoltre, sono stati abbattuti in aziende registrate, ma con gravi irregolarità. Le “finestre” di regolarizzazione hanno comunque consentito la emersione di circa 500 allevamenti, ora registrati e regolarmente sottoposti ai controlli veterinari previsti dalle norme.

Se nel triennio 2012-2014 i focolai registrati nelle aziende erano stati 223, con un picco di 109 nel 2013, nel triennio 2015-2017 si è scesi a 56, mentre nel 2018 ci si è fermati a 5.

Tra il 2015 e il 2018, con il dato ancora in aggiornamento sull’ultima annualità, sono stati effettuati un totale di circa 200mila controlli nelle aziende e lungo la filiera suinicola, con un costante aumento delle attività nel corso degli anni.

La riunione del Comitato Veterinario Permanente, tenuta ieri a Bruxelles, aveva all’ordine del giorno la situazione epidemiologica della Sardegna sulla presenza della PSA. Il quadro è stato presentato dal rappresentante della Regione Sardegna e dell’Unità di Progetto, Franco Sgarangella, e dal direttore generale del ministero della Salute, Silvio Borrello. Il direttore ha illustrato i dati elaborati dalla Regione che evidenziano un marcato miglioramento, in questi ultimi anni, della situazione epidemiologica sia negli allevamenti domestici sia nei cinghiali, con il contrasto al pascolo brado illegale ormai limitato ad alcune zone della Sardegna Centrale dove, nel 2018, si sono verificati 5 focolai nel domestico.

Tutti i rappresentanti della Commissione europea hanno sottolineato e apprezzato il grande lavoro fatto dalla Regione Sardegna e da tutte le amministrazioni coinvolte in collaborazione con il Ministero. I responsabili della Commissione Europea hanno incoraggiato il Ministero e la Regione ad andare avanti sulla strada intrapresa aprendo alla prossima “regionalizzazione” della Sardegna e quindi alla possibilità di riavviare l’export. Le buone pratiche utilizzate in Sardegna sono state sottolineate dai Commissari europei e da diversi Paesi membri che si sono complimentati per il lavoro svolto.

Dalle esperienze maturate tra il 1978 e il 2014 la Giunta Pigliaru ha valutato punti di forza e di debolezza nei diversi piani di eradicazione messi in campo dalla Regione in questi decenni. Il passaggio principale che ha determinato un cambio di rotta rispetto al passato è la nascita dell’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della PSA in Sardegna. L’UdP, vera novità sul piano organizzativo, per la prima volta ha messo in stretto collegamento tutti i soggetti istituzionali, e non solo, coinvolti nella lotta al virus. Un coordinamento che ha permesso di attivare un lavoro di squadra mai visto sul piano legislativo e quindi operativo nelle diverse azioni intraprese per debellare la malattia. L’UdP ha una organizzazione piramidale dove sono chiari: responsabilità, compiti e obiettivi. E dove l’informazione e il dialogo non impediscono un processo decisionale rapido ed efficace. Proprio l’approvazione della legge 34 del 2014, licenziata dal Consiglio Regionale, ha permesso per la prima volta di sollevare i sindaci, troppo esposti, dalle attività di abbattimento degli animali irregolari.

L’UdP ha coordinato le azioni degli Assessorati di Sanità, Agricoltura e difesa dell’Ambiente, dell’Azienda Tutela della Salute (ATS), dell’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS), del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale, delle Agenzie regionali Forestas e Laore Sardegna. Ha poi collaborato con le istituzioni governative e dell’Unione europea, con le Prefetture e le forze di polizia nazionale, con le comunità locali e con i sindaci, con Università e Centri di ricerca nazionali ed esteri, con allevatori e trasformatori e le loro rappresentanze di categoria, con i cacciatori e le associazioni venatorie. Proprio attraverso la straordinaria collaborazione delle compagnie di caccia si è riusciti a monitorare costantemente la presenza della PSA nei cinghiali selvatici. L’Unità di Progetto ha inoltre promosso campagne informative e corsi di formazione per i cittadini e i diversi portatori di interesse.

Novità importanti, che hanno contribuito a migliorare notevolmente le attività di contrasto alla PSA, sono arrivate attraverso la riorganizzazione dei servizi veterinari che ha permesso un particolare rafforzamento dei controlli lungo tutta la filiera suina: allevamenti, macelli, punti di trasformazione e vendita, ristoranti, agriturismo, porti e aeroporti. I servizi veterinari sono stati infatti inseriti nell’ATS, mentre l’eradicazione della PSA è stato uno degli obiettivi fondamentali assegnato al direttore generale ATS, Fulvio Moirano, da parte della Giunta. Altro impulso positivo è arrivato con la nomina del Coordinatore unico per la lotta alla PSA all’interno dell’ATS, Franco Sgarangella. Ha inoltre contribuito alla buona riuscita delle attività la rotazione dei veterinari ufficiali, la creazione di 12 team addizionali (veterinario + agente tecnico), in forza all’UdP e seguiti dal Coordinatore unico, il piano interno dell’ATS per verificare l’efficacia dei controlli e la riorganizzazione dell’ufficio sanzioni.

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Si è riunita stamane, nella sede dell’assessorato del Lavoro, la Consulta regionale per l’Emigrazione. L’organo consultivo, presieduto dall’assessore del Lavoro, Virginia Mura, e composto da rappresentanti dei Circoli, Federazioni, Associazioni di Tutela dei sardi nel mondo ed esperti, ha approvato il Programma annuale per l’Emigrazione 2019 e il Piano triennale 2019/2021. I due atti di programmazione prevedono, rispettivamente, gli interventi della Regione nel corrente anno e le linee guida nel triennio, in favore delle comunità dei Sardi all’estero e nella Penisola. 

Nell’ultima seduta della legislatura, l’assessore del Lavoro ha ringraziato i presenti per la notevole qualità dei progetti realizzati nello scorso anno e per aver veicolato, con iniziative di alto livello, i valori identitari e l’immagine dell’Isola nel Mondo.

Nella riunione, è stato consentito per la prima volta ai consultori che non sono potuti intervenire, di partecipare in videoconferenza, per assicurare la più ampia partecipazione dei 119 Circoli e 5 Federazioni riconosciuti ai sensi della legge n. 7 del 1991, che regola le iniziative regionali in materia di politica per l’emigrazione. Hanno partecipato al tavolo in collegamento il consultore del Canada e la presidente del neo costituito Circolo di Detroit.

Sono 2 milioni 314mila euro le risorse assegnate dal Piano annuale 2019, con un incremento di oltre 100mila euro rispetto al finanziamento dell’anno precedente. Oltre a finanziare il funzionamento e le attività dei Circoli, delle Federazioni e delle Associazioni di Tutela, il piano annuale prevede progetti, sia a regia regionale, sia dedicati alla promozione culturale, economica (anche al fine di agevolare l’export dei prodotti sardi) e turistica dell’Isola, e rivolti soprattutto alle nuove generazioni di sardi nel Mondo. E ancora, sono previsti: il rilancio della storica testata Il Messaggero Sardo online e attività di formazione dei giovani dirigenti dei Circoli extra-europei di lingua inglese. È, inoltre, stato finanziato il Master di secondo livello per la Comunicazione, realizzato dalle Università di Cagliari e di Tucuman (in Argentina).

Nel piano per il triennio 2019/2021, oltre ai 2 milioni 314mila euro stanziati per il 2019, la disponibilità finanziaria per ciascuno degli anni 2020 e 2021 è di 2 milioni 205mila euro. Le linee di indirizzo degli interventi privilegiano le iniziative che coinvolgano reti di Circoli e altri soggetti pubblici e privati (dalle Università agli enti locali, dai centri di formazione e di ricerca alle associazioni imprenditoriali e professionali). Un aspetto importante, sottolineato nell’atto di programmazione pluriennale, è rappresentato dagli investimenti sulla formazione dei giovani emigrati, per favorire iniziative di interscambio con il mondo economico e produttivo.

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«Ho seguito le varie dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Interno Matteo Salvini nelle sue tappe, ieri in Sardegna. Vederlo nella città di Eleonora D’Arborea paventare improbabili imposizioni su abbigliamento e nutrizione (e spero lo abbia fatto da noto inlfuencer quale cerca di essere sui suoi social, e non da Ministro) da parte di ragazzi e ragazze immigrati da altri Paesi, devo dire che mi ha sconcertato.»

Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, consigliere regionale di Art. 1 – Sdp.

«La nostra Isola ha una peculiarità geografica: è il centro del Mediterraneo, per cui i movimenti dei popoli non ci hanno mai spaventato. Non c’è bisogno che venga qualcuno, che ci ha da sempre disprezzati, per dirci come dobbiamo comportarci di fronte a chi ha bisogno di una mano. Questa continua narrazione di menzogne, di costruzione di paure irrazionali, basate sulla scarsa conoscenza che si ha dell’altro e di altre realtà, deve finire! – aggiunge Luca Pizzuto – Quando parla di riforma ospedaliera e metano (voluto dalla nostra Giunta) probabilmente dovrebbe informarsi meglio: noi NON siamo per la chiusura degli ospedali, abbiamo anzi tentato di giocare le carte che avevamo contro il DM 70 (per scongiurare la chiusura di dieci ospedali), su cui il SUO GOVERNO ha realmente potere decisionale ma che non ha alcuna intenzione di bloccare. »

«Invito il nostro Ministro degli Interni ad un confronto sui temi la prossima volta che “scenderà dal continente” – sottolinea ancora Luca Pizzuto -. Lo aspetto per parlare degli investimenti fatti veramente METTENDO LE PERSONE AL CENTRO DELL’IMPEGNO POLITICO: i progetti di LavoRas, la messa in sicurezza delle scuole e la lotta all’abbandono scolastico con Iscol@, l’aumento delle borse di studio e le esenzioni dalle tasse universitarie, la legge sul turismo, le Terre ai Giovani, la restituzione di parte delle coste dalle servitù militari, il progetto di ricerca CANOPAES sulla canapa, NOI abbiamo davvero un reddito di cittadinanza, perché abbiamo il nostro Reddito di Inclusione Sociale #ReIS, e altro ancora, al contrario della Giunta di centrodestra che ci ha preceduti, lasciandoci in eredità una marea di questioni irrisolte. Abbiamo scommesso sul futuro della nostra Isola e dei ragazzi e delle ragazze che qui ci vogliono vivere. L’immigrazione qui non è stata un problema ed è sempre stata gestita.»

«Ministro Matteo Salvini – conclude Luca Pizzuto – sono pronto ad un confronto sui temi che in Sardegna rappresentano davvero dei problemi strutturali e sui quali abbiamo lavorato con forza, e che ancora si possono migliorare, ma non su quelli che qui non trovano alcun fondamento.»

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«La crescente arroganza di Onorato è direttamente proporzionale ai disservizi e ai disagi che sta arrecando ai sardi che tentano di spostarsi via mare da e per la nostra isola.»

Lo ha detto il candidato del Movimento 5 Stelle alle suppletive per il collegio di Cagliari Luca Caschili, che ha risposto così all’attacco sferrato dall’armatore al Governo.

«E’ vergognoso speculare prendendo soldi dallo Stato e dalla Regione – ha aggiunto Luca Caschili -. È inaccettabile gestire un’attività in concessione pubblica, quindi ispirata a principi di utilità sociale e profittabilità moderata per i privati, come se si trattasse di mercato puro, bastonando i sardi e i turisti con tariffe altissime e una qualità del servizio in continuo peggioramento. Eppure ci ricordiamo di Vincenzo Onorato alla Leopolda, quando nel 2015 davanti a Renzi e a tutto il Pd, promise traghetti per l’isola a 14 euro. Una farsa che resta ben impressa nella memoria di tutti i sardi.»

«Questa classe di prenditori di Stato sta per andare a casa grazie al ministro Toninelli e a tutto il Governo del cambiamento – ha concluso Luca Caschili -. Sono i colpi di coda di un mondo che non esiste più.»

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Il segretario regionale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca ha incontrato oggi il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli per discutere sulla situazione dei trasporti che – ribadisce il sindacato – rivestono nella nostra isola una importanza fondamentale. 

Durante il vertice di questa mattina il segretario Zonca ha consegnato al ministro Toninelli il dossier sul Porto Canale di Cagliari ribadendo la necessità dell’apertura urgente di un tavolo presso il MIT per analizzare la situazione di Cagliari nello scenario europeo e dare prospettive più chiare sul futuro dei lavoratori. «Il ministro ha confermato il suo impegno e la sua attenzione annunciando che convocherà il gruppo Contship già la prossima settimana», ha spiegato William Zonca al termine del vertice. 

La Uiltrasporti ha espresso soddisfazione per il primo passo sulla continuità territoriale aerea, ma a patto che Alitalia metta immediatamente in vendita i biglietti, chiedendo al ministro Danilo Toninelli di farsi portavoce, con il ministro Luigi Di Maio, delle preoccupazioni esposte in riferimento alla situazione della compagnia aerea Airitaly affinché vi sia una rapida convocazione presso il MISE onde evitare che il vettore si disimpegni dalla base di Olbia.

Oltre che di continuità territoriale aerea durante l’incontro odierno si è parlato anche del trasporto marittimo da e per la Sardegna. In particolare la Uiltrasporti ha chiesto al ministro di intervenire sul sistema della convenzione Tirrenia-Cin che non produce effetti positivi,  né economici né turistici per l’isola.

Tra le criticità evidenziate dal sindacato anche il trasporto merci, che continua a generare un gap commerciale sia in ingresso che uscita dall’isola. Quanto alla mobilità interna la Uiltrasporti auspica un ruolo più incisivo del trasporto pubblico locale nello spostamento dei residenti e come volano turistico per lo sviluppo delle zone interne.

«È di importanza fondamentale investire sulla rete stradale e sulle infrastrutture per il traffico su gomma accelerando sulle grandi opere e sull’utilizzo ottimale dei contributi europei – ha concluso il segretario della Uiltrasporti Sardegna -. Inoltre chiediamo al Governo di continuare il potenziamento del trasporto ferroviario per ridurre i tempi di percorrenza e smaltire il traffico stradale

 

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Vincenzo Onorato ha replicato al ministro Danilo Toninelli che, a Cagliari, ha annunciato l’intenzione del Governo di porre fine al monopolio Tirrenia.

«La sua è una dichiarazione di chi non sa e non ha preso le informazioni, pura campagna e demagogia elettorale – ha detto Vincenzo Onorato -. Per quanto riguarda il monopolio, non sa che sulle linee per la Sardegna operano altre quattro compagnie: Grandi Navi Veloci, Sardinia Ferries, Grendi e Grimaldi. Le tariffe Tirrenia inoltre non sono stabilite da noi, ma dalla convenzione firmata con lo Stato, e spesso sono ben al di sotto dei limiti fissati dalla stessa.»

«Al ministro Toninelli, alla cui impreparazione siamo abituati da tempo e sui temi più svariati, dico – perché è evidente che non lo sa – che per Onorato Armatori, di cui Tirrenia fa parte, lavorano 5.000 persone, tutte italiane e rappresentiamo di gran lunga la prima realtà nazionale in termini occupazionali nei traffici per le isole – ha aggiunto Vincenzo Onorato –Gli consiglio inoltre di includere nei provvedimenti per il reddito di cittadinanza i 50.000 marittimi italiani disoccupati a casa grazie a politiche confermate dai suoi predecessori e che servono gli interessi della lobby degli armatori a cui anche il signor Toninelli sembra rispondere.»

«Del resto dal suo ministero dipendono anche i controlli sulle leggi a tutela dei marittimi italiani che vengono sistematicamente disattese dagli armatori – ha concluso Vincenzo Onorato -. Quando poi va in Sardegna si ricordi anche delle nostre 500 persone, tutti sardi, che lavorano ogni giorno su e per l’Isola.»

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«Le parole del ministro Toninelli sulla fine del monopolio di Tirrenia nei collegamenti per la Sardegna in continuità territoriale segnano una svolta epocale per la regione. Lavoriamo per sanare una piaga storica dell’isola e presto i risultati saranno sotto gli occhi di tutti, con collegamenti economicamente sostenibili, efficienti e di qualità che possano rendere competitive anche le aziende, da troppi anni alle prese con i costi penalizzanti del trasporto delle merci in entrata e in uscita. Con una proposta di legge messa appunto insieme alla deputata algherese Paola Deiana, siamo impegnati a ottenere il superamento della convenzione con Tirrenia. Siamo pronti per dare alla Sardegna ciò che attende da anni: una continuità territoriale basata finalmente sulle esigenze di mobilità dei cittadini e non su convenzioni anacronistiche che, per troppi anni, hanno reso i sardi ostaggi di una compagnia.»

Lo ha detto il deputato sardo in commissione Trasporti Nardo Marino, a margine della visita de ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli in Sardegna.

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«Sulla questione energetica e sulla metanizzazione della Sardegna servono azioni concrete, non parole al vento. Lo chiedono i cittadini sardi, che ogni anno si ritrovano una bolletta energetica più cara del 30% rispetto a quella degli altri italiani, e lo chiedono le imprese, alcune delle quali sono sull’orlo della chiusura. La Giunta regionale ha fatto ciò che nessun altro esecutivo regionale ha fatto negli ultimi 30 anni: l’approvazione di un Piano energetico e la stipula di un Patto con lo Stato per avere il GNL nell’isola. Adesso occorre che il Governo dia seguito subito a quell’accordo, per non vanificare gli sforzi compiuti in cinque anni e non disattendere le richieste di sviluppo e di crescita della Sardegna.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras.

«Ieri il vice premier Matteo Salvini, oggi il ministro Danilo Toninelli: tutti ci forniscono la ricetta del Governo per la transizione energetica dal carbone ai nuovi modelli energetici. Peccato – aggiunge l’assessore Maria Grazia Piras – che ognuno dica la sua e che, soprattutto, le posizioni non coincidano. Il ministro Danilo Toninelli afferma che la Sardegna sarà la prima regione libera dalle fonti fossili e si baserà sulle fonti rinnovabili. Non servono tanti soldi, dice il ministro. Peccato però che venga smentito dallo stesso Piano Energia e Clima che, scegliendo l’uscita dal carbone nel 2025, prevede interventi stimati, nella Strategia Energetica Nazionale, tra i 3,8 ed i 4,3 miliardi di euro, di cui 2,4 solo per l’ulteriore elettrodotto per la Sardegna. Per mantenere in sicurezza il sistema sardo sviluppando le energie rinnovabili e cessando di produrre energia da fonti fossili, è infatti necessario che vengano realizzate nuove infrastrutture energetiche. A tale proposito – conclude l’assessore dell’Industria – nello stesso Piano Terna 2018, si afferma chiaramente che il sistema Sardegna, nello scenario di phase out dal carbone, presenta forti criticità e richiede notevoli interventi infrastrutturali, alcuni dei quali con una prospettiva temporale di realizzazione decennale.»