22 December, 2024
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Dopo 25 anni alla guida della CIA provinciale, il direttore Fabio Chessa ha rassegnato le dimissioni e lascia Sassari per Roma, dove è stato chiamato a ricoprire l’incarico di direttore nazionale del Centro di Assistenza agricola CAA-CIA. Al suo posto, come direttrice della CIA Nord Sardegna si è insediata Rossana Piredda, che sarà coadiuvata nella sua azione dal vice direttore Francesco Uras.

Il cambio al vertice è stato ufficializzato nel corso dell’Assemblea provinciale della CIA Nord Sardegna, che qualche giorno fa, presieduta dal presidente, Michele Orecchioni. «Il ruolo nazionale cui sono stato chiamato a svolgere è per me motivo di orgoglio e soddisfazione, ed è testimonianza del buon lavoro svolto in tutti questi anni», ha dichiarato Fabio Chessa. «Per questo ringrazio i nostri associati e, naturalmente, i dipendenti della struttura con cui in questo lungo tempo ho collaborato e che hanno contribuito ad accrescere e rafforzare il ruolo della CIA nel territorio. Ringrazio inoltre il presidente provinciale, Michele Orecchioni, e i dirigenti provinciali e regionali della CIA, che mi hanno incoraggiato ad accettare il nuovo incarico nazionale, quale riconoscimento importante per tutta la Confederazione della Sardegna», ha concluso Fabio Chessa, primo funzionario CIA della Sardegna a essere chiamato per ricoprire un incarico di dirigente nazionale. 

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È lotta contro gli abusi per tutelare l’ecosistema della Laguna di Santa Gilla e Molentargius. A seguito dell’ordinanza del Tribunale di Cagliari nei giorni scorsi, l’Autorità  di Sistema Portuale del Mare di Sardegna ha provveduto alla demolizione di un manufatto realizzato nell’area demaniale della Laguna di Santa Gilla. Il sito ha, infatti, un alto valore ambientale ed è tutelato da vincoli internazionali, come per esempio la zona di protezione speciale (ZPS – direttiva n. 409 del 1979) e “Uccelli selvatici” dell’Unione europea, e ancora zona umida di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar. È inoltre inserito nella rete ecologica Natura 2000.

La demolizione è avvenuta dopo l’intervento del personale della  Stazione Forestale di Cagliari, che già nel giugno 2018 aveva messo sotto sequestro il manufatto, mentre era ancora in corso la realizzazione. L’Autorità Giudiziaria, considerata l’importanza ambientale del sito ha immediatamente disposto la demolizione dell’abuso, portata appunto a termine nei giorni scorsi grazie al lavoro di una ditta specializzata.

Le operazioni fanno parte della complessa attività di tutela ambientale che stanno portando avanti diverse istituzioni, in stretta collaborazione: Corpo Forestale, Vigilanza Ambientale del Servizio ispettorato di Cagliari e le Amministrazioni pubbliche interessate. La finalità è quella di contrastare l’abbandono dei rifiuti, l’inquinamento dell’area in generale e soprattutto l’abusivismo edilizio e la pesca illegale, tutte cause di una grave emergenza ambientale e di pesanti limitazioni alla fruibilità ricreativa ed ecosostenibile dell’area.

La stazione forestale di Cagliari è intervenuta inoltre il giorno della la vigilia di Natale in località Medeau Su Cramu, via Don Giordi a Quartu Sant’Elena, per bloccare un abuso che prevedeva l’ampliamento di un locale adibito a porcilaia e nella sua trasformazione in una residenza. L’area è tutelata da diversi vincoli, in particolare il Parco è classificato Sito di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della direttiva dell’Unione europea n.43 del 1992 (cosiddetta direttiva Habitat). Gli abusi, realizzati senza autorizzazione paesaggistica, sono stati interrotti e sottoposti a sequestro penale, e l’autore è indagato per il concorso dei reati urbanistici, paesaggistici e di violazione della norme di salvaguardia del Parco. Il sequestro è stato convalidato dall’autorità Giudiziaria.

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A cinque giorni dalla scomparsa, rimangono ancora senza esito, purtroppo, le ricerche di E.A., 85 anni, allontanatosi nella mattina del 28 dicembre dalla casa per anziani ‘Il giardino verde’ di Gonnoscodina.

Le ricerche sono proseguite con l’ispezione delle aree comprese nel raggio di un chilometro dal punto della scomparsa, con complessivi oltre 400 ettari di superficie perlustrata da quando sono iniziate le ricerche. Verificate tutte le segnalazioni fatte in questi giorni, ma la mancanza di avvistamenti certi e attendibili rende più complicata la strategia di ricerca.

Oltre le squadre a terra del Soccorso Alpino e Speleologico Sardegna con 25 tecnici provenienti dalle stazioni Alpine e Speleo di Cagliari, Medio Campidano, Sassari e Nuoro, presente anche il personale del C.N.VV.F del Comando di Oristano, distaccamento di Ales, dei Carabinieri della Compagnia di Mogoro delle stazioni di Gonnosnò, Ales, Uras, Ruinas e Samugheo.

Il coordinamento va avanti congiuntamente tra Soccorso Alpino, C.N.VV.F. e Carabinieri.

Presente anche il personale del Corpo Forestale Vigilanza Ambientale e i volontari dell’associazione “Psicologi per i Popoli” che stanno supportando i parenti.

Tanta la solidarietà da parte dell’amministrazione comunale e dei numerosi volontari che stanno partecipando attivamente alle ricerche.

Fondamentale il supporto logistico alle ricerche fornito dal personale della casa per anziani, sul cui terreno pertinente è stato allestito il centro di coordinamento.

Ogni anno, sono sempre più numerose le operazioni di ricerca legate a persone scomparse affette da patologie che generano perdita dell’orientamento e della memoria.

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Carbonia e Monteponi sono le squadre finaliste della 28ª edizione della Coppa Capodanno, torneo organizzato dalla delegazione FIGC provinciale Carbonia Iglesias, riservato alla categoria giovanissimi.

Nelle semifinali disputate sul campo in erba sintetica di Sant’Anna Arresi, hanno avuto la meglio rispettivamente sulla Fermassenti per 4 a 0 e sull’Atletico Narcao per 8 a 1.

La finalissima è in programma giovedì 3 dicembre, alle 15.00, sul campo in erba naturale di Masainas. Al termine, nel Centro di aggregazione sociale, si terrà la cerimonia di premiazione, alla presenza di autorità federali ed amministratori locali.

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«Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella rafforzano la nostra convinzione che sia possibile costruire anche in Sardegna una società più aperta ed accogliente nei confronti di chi è portatore di culture differenti e di chi è arrivato sin qui dopo aver lasciato la sua terra devastata da guerre, povertà, devastazioni di vario genere.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu commentando il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica.

«Ci riconosciamo – chiarisce Filippo Spanu – nel messaggio del presidente Mattarella perché interpreta nel migliore dei modi i valori fondanti di ogni comunità che deve essere aperta al dialogo ed al confronto con il mondo esterno perché il dialogo e il confronto sono aspetti che fanno crescere tutti, chi accoglie e chi viene accolto. Solo così, con questi valori di civiltà pienamente attuati, possiamo sconfiggere i demoni dell’intolleranza, dell’odio e del pregiudizio.»

«Di grande rilevanza – aggiunge l’assessore degli Affari generali – anche ciò che il Capo dello Stato dice a a proposito del senso di comunità che è un altro valore essenziale, che aiuta a sentirsi meno soli e ad affrontare con spirito unitario tutte le sfide che abbiamo di fronte compresa quella di creare una società più aperta e multirazziale.»

«Noi proseguiamo nella strada intrapresa con progetti finalizzati all’inclusione e all’integrazione dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale che vivono nei Cas e nell’ambito degli Sprar. Nei giorni scorsi – ricorda Filippo Spanu – il ministero dell’Interno ha approvato un nostro progetto per la formazione linguistica dei cittadini stranieri e nei prossimi giorni sarà all’attenzione della Giunta una delibera con l’aggiornamento del Piano per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati. Altre iniziative, nel solco di quelle già realizzate nel corso del 2018, caratterizzeranno l’inizio del 2018: in particolare voglio segnalare l’incontro in Sardegna con la delegazione del Governo ugandese guidata dal vice premier Moses Ali – conclude Filippo Spanu – che costituisce l’ideale prosecuzione della nostra missione nel paese subsahariano per la stipula, ad Adjumani, di un accordo di cooperazione con la sub-regione del Madi West Nile per il trasferimento di buone pratiche nel campo dell’approvvigionamento idrico e della gestione delle risorse forestali.»

 

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Il 2018 si chiude sotto il segno dei fiocchi rosa, 570, e il 2019 si apre ancora all’insegna del colore rosa. Sono 1.129 i nati nell’anno appena concluso mentre la prima nata a Sassari, nella struttura di Ginecologia e Ostetricia dell’Aou, è una femminuccia venuta al mondo alle 00,53 e ha pesato 2,965 kg.

Nel 2018, la struttura diretta dal professor Salvatore Dessole ha registrato 1.102 parti, dei quali 27 gemellari e 1 trigemino, per un totale di 1.129 nati. I maschi sono stati 559 e le femmine 570.

Dei 1.102 parti, 659 sono stati parti spontanei, 443 cesarei dei quali 177 primi cesarei.

Sassari si conferma città multietnica. Dei 1.129 nati 92 erano stranieri, così suddivisi per nazionalità: 14 marocchina, 12 nigeriana, 12 rumena, 10 cinese, 9 senegalese, 4 ungherese, 3 brasiliana, 3 filippina, 3 ucraina, 2 albanese, 2 moldava, 2 russa, 2 bosniaca, 2 pakistana. Tutte a quota 1 parto le mamme provenienti da Bangladesh, Kazakistan, Inghilterra, Costa d’Avorio, Serbia, Bielorussia, Bulgaria, Cile, Algeria, Austria, Germania e Slovacchia.

L’ultimo nato nel 2018, invece, è un maschietto. È nato il 31 dicembre alle ore 15,09 ed ha pesato 2,840 kg.

I dati delle nascite, se raffrontati con il 2017, mostrano un leggero calo.

Nel 2017 i parti sono stati 1.115, dei quali 31 gemellari e 2 trigemini, per un totale di 1.163 nuovi nati. I maschi sono stati 597 mentre le femmine 566.

Su 1.163 nati 108 erano stranieri.

Dei 1.115 parti 662 sono stati parti naturali, 453 tagli cesarei.