26 November, 2024
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L’assessore del Lavoro Alessandra Zedda ha presentato stamane le linee guida di “Mediare per unire”, il nuovo progetto sperimentale voluto dalla Regione in collaborazione con l’Aspal, l’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, che ha come obiettivo la razionalizzazione delle azioni ricomprese nel sistema della mediazione culturale della Sardegna.

«La mediazione culturale favorisce l’integrazione sotto il profilo sociale, ma noi abbiamo voluto aggiungere un aspetto importante che è proprio quello del lavoro, o meglio delle nuove forme di occupazione che riguardano tutti i cittadini del mondo», ha evidenziato Alessandra Zedda.

Secondo il programma, entro dicembre saranno attivati in tutto il territorio sardo i servizi e le attività di mediazione interculturale a cura delle cooperative sociali i cui progetti si sono classificati al primo posto nella graduatoria del bando indetto nei mesi scorsi. Si tratta di un’attività innovativa che ha l’obiettivo di favorire l’inserimento sociale e lavorativo di persone straniere assicurando il dialogo con le istituzioni pubbliche.

«In Sardegna accogliamo americani, indiani, cinesi che scelgono la nostra Isola come luogo di lavoro e come seconda patria. I nostri progetti coinvolgono tutte quelle persone che hanno maggiore difficoltà a integrarsi nel settore della sanità, in quello scolastico e sociale, ma soprattutto in quello del lavoro. La sfida è riuscire a dare una opportunità sotto il profilo occupazionale, creando nuove figure professionali legate al mondo dell’innovazione che implicano anche la conoscenza di una lingua straniera», ha concluso l’assessore Alessandra Zedda.

La figura centrale del progetto è rappresentata dal mediatore interculturale: un operatore professionale che ha il compito di facilitare la comunicazione, sostenendo e accompagnando le parti attraverso la rimozione delle barriere culturali e linguistiche e la promozione della cultura dell’accoglienza.

«La Sardegna è l’unica regione italiana ad avere avviato un progetto di intermediazione culturale – ha sottolineato il direttore generale dell’Aspal, Massimo Temussi -. In particolare con questo servizio si lavorerà su diversi ambiti: innanzitutto lavorativo, ma anche scolastico/formativo, sanitario, sociale e giudiziario. Sarà coperto l’intero territorio regionale tramite delle cooperative che gestiranno l’attività. I CPI (centri per l’impiego) vedono garantita la presenza del mediatore culturale per facilitare l’accesso ai servizi a tutti cittadini stranieri.»

I servizi offerti sono: mediazione linguistico-culturale, interpretariato e traduzione non professionale; accompagnamento e supporto nell’adempimento di procedure amministrative e burocratiche, ottimizzazione delle relazioni fra l’utente straniero e le istituzioni; orientamento alla rete dei servizi e alle opportunità offerte dal territorio, mediazione sociale, prevenzione e gestione di situazioni di conflitto, informazione e orientamento sui diritti, doveri e opportunità formative, lavorative, abitative e di assistenza sanitaria. Il progetto è interamente finanziato con fondi POR FSE 2014-2020.

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Nasce dal desiderio di raccontare le meraviglie del mondo alla sua bimba appena nata, il tratto fantastico di Katsumi Komagata, pluripremiato e poetico designer giapponese considerato da molti l’erede dell’indimenticato disegnatore, scrittore e scultore Bruno Munari. Toccare, conoscere, sentire e scoprire sono le cifre di un alfabeto immaginifico che hanno reso l’artista nipponico uno dei più prolifici inventori e sperimentatore dell’oggetto libro di tutto il Novecento. Komagata, che nel 2012 è stato tra i protagonisti del MoMA di New York in occasione dell’allestimento “Century of the child: growing by design 1900-2000” è l’atteso ospite, giovedì 5 dicembre, di una giornata di incontri e laboratori organizzata dallo Sportello Proprietà Intellettuale di Sardegna Ricerche, nell’ambito della mostra “Ri-Creazione” in scena fino al 15 dicembre negli spazi di Sa Manifattura, Cagliari.

Una mostra che sin dalla sua apertura, avvenuta il 10 ottobre, ha scelto di raccontare l’universo dei giochi da un punto di vista speciale: quello della loro creazione e del loro pensiero inventivo. Un percorso fantastico, ma anche ironico, divertente e intelligente che giovedì 5 dicembre vedrà Komagata protagonista di ben due incontri: a partire dalle 9.30, negli spazi di Sa Manifattura, incontrerà gli studenti di un laboratorio riservato agli allievi del Liceo Artistico “Foiso Fois”, mentre nel pomeriggio, nella sala 203 di Sa Manifattura (ore 17.00), dialogherà col pubblico in un appuntamento aperto a tutti.

Un viaggio delle meraviglie, dunque, da percorrere tra gli incredibili effetti speciali delle pagine create da Katsumi Kagomata, insuperabile nel rendere la carta uno strumento magico per la creazione di libri originali, giochi visivi e tattili, universi pop-up che stimolano la fantasia dei bambini. «Sono entusiasta di condividere il processo di ingegnosità e creatività realizzato dagli organizzatori della mostra – ha detto Katsumi Komagata poco prima di lasciare One Stroke, il suo studio di Tokyio -. Ho lavorato molto in particolare sulla percezione estetica dei giovanissimi ma anche dei non vedenti, e nell’incontro cagliaritano avremo modo di scoprire quali i processi cognitivi che stimolano la loro immaginazione».

Medaglia d’argento dell’Art Directors’ Club di New York e vincitore nel 2006 del Design Award di Tokyo con il progetto per l’Ospedale dei bambini di Kyushu, in Europa Komagata vanta una lunga e proficua collaborazione con lo studio francese Les Trois Ourses, sodalizio che punta alla formazione artistica dei più piccoli. Tra i suoi straordinari lavori, spicca la serie “Little Eyes”, preziosi libri di giochi visivi in grado di sviluppare lo sguardo e l’immaginazione, e l’ideazione di libri tattili per bambini non vedenti.

 

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Il comune di Iglesias ha deciso di aderire e concedere il proprio patrocinio al progetto di educazione finanziaria, sostenibilità ambientale ed economia circolare “SAVE – Sostenibilità, Azione, Viaggio, Esperienza”, organizzato congiuntamente dal Museo del Risparmio di Torino, l’European Investment Bank Institute e da Italscania.
L’iniziativa, oggetto di un protocollo d’intesa con il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, propone un’esperienza didattica itinerante, rivolta in particolare agli studenti delle scuole, indirizzata ad aumentare la consapevolezza nella gestione delle risorse, siano esse finanziarie o ambientali.
«Un progetto di grande interesse, che intende favorire un approccio educativo coerente con un’idea di crescita sostenibile – ha spiegato il sindaco Mauro Usai – offrendo anche la possibilità di imparare utilizzando lo strumento del gioco, con numerosi momenti ludici e con l’utilizzo di materiali multimediali.»
Un camion dotato di un rimorchio speciale, sarà allestito, presso il piazzale del Centro Direzionale del comune di Iglesias in via Isonzo 7, il 3 dicembre, dalle ore 9.00 alle ore 16.00, ed il 4 dicembre, dalle ore 9.00 alle ore 12.00, in modo da proiettare contenuti multimediali e offrire laboratori didattici elaborati dal Museo del Risparmio di Torino.
«Considerata la preziosa occasione per gli studenti della nostra città e le meritevoli finalità del progetto, confido nella più ampia partecipazione – ha detto l’assessore della Pubblica istruzione Alessandro Lorefice – coinvolgendo i docenti, i dirigenti e gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, in continuità con quanto avviene in tante realtà d’Italia e di tutta l’Europa.»

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Il 6 dicembre, a Cagliari, prende il via Marina Family Friendly, luoghi e servizi per la genitorialità, progetto ideato dalla Cooperativa sociale Si Può Fare Onlus, e finanziato dalla Regione Sardegna – Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale grazie ai fondi per Progetti innovativi e qualificati in materia di politiche di integrazione degli immigrati non comunitari (L.R. 46/90).

Sino al 20 maggio 2020, il quartiere Marina sarà la base di una serie di iniziative (dall’esperienza del teatro sociale ai seminari sull’intercultura d il dialogo, passando per gli incontri rivolti alle donne, per conoscere meglio il proprio corpo, fino alla produzione di una serie fotografica di ritratti di famiglia in vecchio stile) rivolti, soprattutto, a genitori, ma non solo, con l’obiettivo di creare una rete di supporto, integrazione e nuove forme di conoscenza tra famiglie di tutte le culture.

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Quali azioni per rilanciare il tessuto produttivo cittadino? È il principale tema di discussione su cui verterà l’incontro pubblico di martedì 3 dicembre – alle ore 14.45 in sala polifunzionale – organizzato dall’Amministrazione comunale, in sinergia con il Centro Commerciale Naturale “Carbonia Produce”, e aperto alla partecipazione di tutte le associazioni, gli operatori commerciali, gli imprenditori e i professionisti della città.

Si tratta di un incontro improntato sul dialogo, la collaborazione, la co-costruzione di percorsi e modelli di sviluppo in grado di dare nuova linfa al settore terziario cittadino.

Ciascun operatore potrà esporre le criticità del settore e segnalare possibili migliorie da apportare in un’ottica condivisa e partecipativa.

All’incontro saranno presenti il sindaco Paola Massidda, il presidente del Centro Commerciale Naturale “Carbonia Produce” Massimo Fadda, l’assessore alla Pianificazione Strategica e Territoriale Luca Caschili, il presidente della Terza Commissione Consiliare Permanente Matteo Piras, i consiglieri comunali e tutti i soggetti a vario titolo interessati.

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Nei giorni scorsi a Roma, la Regione Sardegna è stata premiata nell’edizione 2019 di ‘Vivere a spreco zero’, manifestazione, promossa dalla campagna “Spreco zero” di Last minute market in sinergia con il ministero dell’Ambiente, che assegna un riconoscimento per la sostenibilità ad enti locali, imprese, scuole e cittadini. Il premio è stato assegnato per «aver contribuito alla prevenzione dello spreco alimentare attraverso un progetto di mense sostenibili in 75 Comuni, supportando gli enti locali per l’acquisto di prodotti bio, di stagione e di filiera corta, con iniziative di educazione alimentare nelle scuole e visite alle fattorie didattiche che hanno promosso la consapevolezza nel consumo del cibo».

«L’impegno della Sardegna nella ‘Green public procurement’ (acquisti verdi della Pubblica amministrazione) parte da lontano (2006): siamo stati la prima regione italiana ad avere un piano in questa direzione – ha evidenziato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha ritirato il riconoscimento -. Da anni, il servizio sostenibilità ambientale e sistemi informativi dell’Assessorato ha attivato da anni un servizio di supporto tecnico dedicato a tutte le pubbliche amministrazioni, ma anche alle imprese, che hanno bisogno di aiuto per realizzare ‘bandi verdi’ (o partecipare, nel caso delle imprese), in ottemperanza ai ‘Criteri ambientali minimi’ (Cam) ministeriali.»

Gli obiettivi del Piano Gpp, entro il 2020, sono quelli di rafforzare la politica degli acquisti sostenibili in tutto l’Isola, sia in ambito pubblico che privato; favorire l’inserimento dei Cam negli appalti pubblici; incentivare la qualificazione ambientale delle imprese.

«In particolare, per quanto riguarda il settore agroalimentare – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis – abbiamo costituito un tavolo tecnico e la rete delle mense sostenibili, un osservatorio regionale sulla ristorazione collettiva pubblica in Sardegna, oltre ad aver realizzato un piano di formazione per accompagnare gli enti pubblici e gli enti gestori delle mense, elaborando modalità per diffondere le buone pratiche a livello regionale.»

La Regione è stata individuata anche come ‘buona pratica’ del progetto “Life Gpp Best” (concluso un anno fa), al quale ha partecipato con le Regioni Basilicata e Lazio, il ministero dell’Ambiente della Romania e la fondazione Ecosistemi: obiettivo il trasferimento ad altre amministrazioni pubbliche delle esperienze già maturate in Sardegna in materia di pianificazione, gestione e implementazione del Gpp.

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Martedì 3 dicembre prossimo, nell’Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna, in via Sanjust 11, a Cagliari, dalle 17,30 alle 20,00, si parlerà di giornalismo cattolico. L’occasione è data dalla ricorrenza del 60° anniversario dalla fondazione dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana (UCSI), la cui assemblea costitutiva si riunì a Roma il 3 maggio del 1959. Pochi giorni dopo anche in Sardegna, a Cagliari, si costituì la sezione regionale. In Sardegna gli iscritti all’Ucsi sono un centinaio e sono presenti in quasi tutte le testate pubbliche e private e nei media diocesani. I relatori saranno: Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, Donatella Trotta, vicepresidente nazionale dell’Ucsi e giornalista delle pagine culturali del quotidiano Il Mattino, Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna. Modera Andrea Pala, presidente Ucsi Sardegna. Il ruolo del giornalista chiamato ad essere “cronista della storia” e a ricostruire la memoria dei fatti, ma anche a lavorare per la coesione sociale, a dire la verità ad ogni costo è stato ed è ancora l’oggetto della riflessione dell’UCSI. Un giornalismo voce della coscienza e “capace di distinguere il bene dal male, le scelte umane da quelle disumane” (come ha ribadito Papa Francesco all’udienza concessa ai giornalisti dell’UCSI il 23 settembre scorso). Capace di aiutare a capire ed individuare la mescolanza che non distingue, ma anche di essere liberi di fronte all’audience. Nell’era del web il compito del giornalista è identificare le fonti credibili, contestualizzarle, interpretarle e gerarchizzarle, se serve avendo il coraggio di rovesciare l’ordine delle notizie, per dar voce a chi non ce l’ha, di raccontare le ‘buone notizie’ che generano amicizia sociale, costruiscono comunità di pensiero e di vita capaci di leggere i segni dei tempi.

La partecipazione al convegno assegnerà cinque crediti formativi ai giornalisti.

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Sono state 250 le imprese sarde che nel 2018 hanno portato i libri in tribunale, contro le 217 dell’anno precedente (+15%). Nei primi nove mesi del 2019 il conto delle imprese fallite è già giunto a quota 225, un numero già molto prossimo a quello di tutto l’anno prima: questo significa che se si riportasse il dato del 2019 a tutto l’anno si giungerebbe ad un valore di circa 300 fallimenti, pari ad un +20% di incremento rispetto all’anno scorso.

E’ quanto emerge dagli ultimi dati elaborati dal Centro studi della Cna Sardegna.

«I dati parziali dell’anno in corso confermano i segnali negativi degli ultimi tre anni, allontanando le aspettative per una significativa inversione di rotta della congiuntura economica regionale – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della CNA Sardegna -. La dinamica dei fallimenti in Sardegna rende bene l’idea delle crescenti difficoltà in cui versa il tessuto imprenditoriale locale: un’impressionante progressione in crescita che nel 2018 porta al record storico dall’inizio della crisi. Purtroppo, i dati dei primi tre trimestri dell’anno in corso non lasciano ben sperare

La situazione della nostra regione appare preoccupante anche nel confronto con le altre regioni italiane: considerando il valore medio dell’ultimo triennio (2017-2019) in rapporto con quello precedente (2014-2016) soltanto Valle d’Aosta e Lazio hanno sperimentato un incremento dei fallimenti più marcato.

Annualizzando il dato dei primi tre trimestri del 2019 e calcolando la media dell’ultimo triennio, il numero di procedure concorsuali in Sardegna ha segnato un +35% rispetto al valore medio del triennio precedente, a livello nazionale è stato del +12%. L’incremento delle procedure concorsuali, quindi, è inferiore solo al dato della Valle d’Aosta (+38%) e del Lazio (+37%) ma decisamente superiore a quello di tutte le altre regioni, anche di quelle del Mezzogiorno. Numero di fallimenti in calo per Marche (-18%), Basilicata (-14%), Molise (-12%) e Friuli (-10%), restano costanti invece in Calabria (-0,5%), Umbria (-0,4%) e Veneto (+0,1%).

Sebbene il 2018 non sia stato proprio brillante, i dati dell’anno in corso evidenziano viceversa qualche timido segnale positivo per le imprese del settore costruzioni. Nei primi nove mesi del 2019 sono stati registrati 16 fallimenti, mentre per l’intero anno se ne possono stimare 21: cinque in meno rispetto ai risultati del 2018, ad indicare quantomeno una stabilizzazione sui livelli dello scorso anno (che però rispetto al 2017 aveva fatto registrare un +37% di crescita).

«I primi segnali di ripresa emersi nell’ultimo biennio potrebbero aver dato qualche debole respiro di sollievo ad un sistema imprenditoriale messo duramente alla prova da una crisi epocale, che in dieci anni ha portato il settore edile a perdere oltre il 40% del suo mercato», evidenziano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu.

Le previsioni per il 2019 della Cna sarda, motivate da segnali confortanti provenienti da tutti gli indicatori settoriali (occupati, credito, compravendite immobiliari) prospettano infatti una crescita degli investimenti nell’edilizia residenziale (+4% nel 2019), consolidando il +2,4% del 2018. Nell’anno in corso è inoltre positiva anche la dinamica degli investimenti negli altri comparti: non residenziale e opere pubbliche, tutti previsti al +4%, lasciano ben sperare per futuri e più rilevanti effetti sul sistema delle piccole imprese locali.

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Franco Marras.

Martedì 3 dicembre, alle 10.00, nella sede regionale delle Acli Sardegna, in via Roma 173, a Cagliari, si terrà la conferenza stampa di presentazione della XXX edizione del “Premio di Poesia sarda Acli”.

Interverranno il presidente regionale delle Acli, Franco Marras, e il segretario del Premio, Daniela Masia, che presenteranno il programma e la commissione tecnica, e quindi illustreranno i dettagli dell’iniziativa.

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E’ in corso di svolgimento, nella sala Astarte della Grande Miniera di Serbariu, l’evento “Compost di qualità e agricoltura”, organizzato dalla società Verde Vita S.r.l. e dal Comune di Carbonia, con l’ausilio di Coldiretti Cagliari, Campagna Amica Cagliari, Consorzio Italiano Compostatori, Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Cagliari. L’obiettivo dell’evento è quello di promuovere la conoscenza del compost di qualità ed il suo utilizzo in agricoltura.

Il compostaggio rappresenta una delle tecnologie principali per il recupero delle biomasse derivanti dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani e dai residui lignocellulosici di potatura delle aree verdi.

L’impiego del compost come ammendante e fertilizzante rientra nell’ambito di una agricoltura sostenibile che prevede la valorizzazione di risorse residuali ed il contemporaneo miglioramento della fertilità dei suoli, in particolare del loro contenuto di sostanza organica. La conoscenza dei benefici e delle tecniche di uso del compost di qualità risulta fondamentale per gli operatori agricoli che sono i principali fruitori di questo prodotto. Dallo scorso mese di gennaio, presso l’impianto di compostaggio cittadino di Sa Terredda, viene commercializzato un ammendante compostato misto, meglio noto come “compost”. Il prodotto è ottenuto dalla lavorazione della frazione dei rifiuti umida e del verde – sfalci e potature – che vengono conferiti dai cittadini di 23 Comuni del Sulcis Iglesiente nell’impianto di Sa Terredda, gestito dalla società Verde Vita Srl.

«Il compost prodotto all’interno dell’impianto di Sa Terredda è un fertilizzante naturale di alta qualità, capace di accrescere le caratteristiche e la produttività del terreno. Un prodotto utilizzabile in ambito florovivaistico, per orti, cereali, colture arboree e coltivazioni ortofrutticole, in particolare biologiche», spiega il sindaco Paola Massidda.

L’ammendante prodotto nell’impianto di compostaggio di Carbonia rispetta in toto le prescrizioni del decreto legislativo n. 75 del 29 aprile 2010, che prevede un riordino e una revisione della disciplina in materia di fertilizzanti.

«Il compost è un esempio virtuoso di economia circolare, dove da un materiale di scarto si ottiene una nuova risorsa – rimarca l’assessore dell’Ambiente del comune di Carbonia, Gian Luca Lai -. Il compost di qualità garantisce un importante apporto di sostanza organica, al pari del letame, contribuisce al contenimento delle emissioni di CO2, ad un generale arricchimento di elementi nutritivi e altri microelementi con effetti positivi sul suolo e sulle colture. Inoltre, l’utilizzo di questo prodotto risulta economicamente più conveniente rispetto ad un fertilizzante di sintesi.»