27 November, 2024
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Domani, venerdì 22 novembre, a Cagliari, la dodicesima edizione del PuntodiVistaFilmFestival, Concorso itinerante internazionale di cinematografia, rende omaggio al maestro del cinema Sergio Leone. Ospiti della terza serata, in programma al Teatro Adriano di via Sassari 16, lo scrittore, sceneggiatore, regista e docente Italo Moscati, il giornalista Sergio Naitza ed il musicista Daniele di Bonaventura.

L’appuntamento, a partire dalle 20.30, sarà l’occasione per ricordare il leggendario regista attraverso l’analisi tecnica delle sue opere e i racconti di Italo Moscati, con aneddoti meno noti tratti dal suo libro “Sergio Leone. Quando i fuorilegge diventano eroi”. Autore e sceneggiatore per la Rai, dove ha ricoperto anche l’incarico di vicedirettore di Rai educational, Moscati ripercorre la brillante carriera di uno dei registi più acclamati al mondo, tracciandone un profilo umano oltre che professionale.

La colonna sonora dell’incontro è affidata a Daniele Di Bonaventura, musicista tra i più apprezzati del panorama jazz internazionale. In programma una scaletta musicale con alcuni dei più celebri motivi legati al cinema eseguiti al pianoforte. Nato a Fermo, Daniele di Bonaventura è compositore-arrangiatore, pianista-bandoneonista, che ha coltivato sin dall’inizio della sua attività un forte interesse per la musica improvvisata pur avendo una formazione musicale di estrazione classica. Le sue collaborazioni spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla world music, con incursioni nel mondo del teatro del cinema e della danza. In occasione del PuntodiVistaFilmFestival l’artista presenterà al pubblico una selezione di brani tratti dal suo nuovo disco “Romanze senza parole”.

Nel corso della serata sarà presentato il secondo gruppo di opere finaliste e in gara per la dodicesima edizione del PuntodiVistaFilmFestival:
“La ricetta della mamma”, di Dario Piana (Italia)
“Identical”, di Marco Huertas” (Spagna)
“Tight spot”, di Kevin Haefelin (Svizzera)
“Mr Angle”, di Mattia Biolli (Italia)
“Il nostro concerto”, di Francesco Piras (Germania/Italia)

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Quattro Supernova della musica saranno protagonisti di uno spettacolo indimenticabile, intitolato “Woodstock Legacy 1969-2019”, un evento di portata internazionale organizzato dalla Fondazione Teatro Grazia Deledda in collaborazione con il Teatro Instabile e il patrocinio della Fondazione Sardegna, che si svolgerà il 13 dicembre 2019 al teatro Grazia Deledda di Paulilatino. Uli Jon Roth, chitarrista degli Scorpions, Graham Oliver e Paul Quinn dei Saxon, insieme a Mario Schilirò, chitarrista storico di Zucchero, saliranno sul palco del bellissimo teatro di Paulilatino per ripercorrere 50 anni di musica, dall’iconico festival di Woodstock del 1969 a oggi. Inoltre, allo show parteciperanno anche diversi grandi artisti, come Emiliano e Marco Polizzi, Archelao Micrillo, Mauro Borsetti, Piero Leporale ed Amedeo Bianchi: sono alcuni tra i più quotati session-man italiani, abituati a calcare i palchi più prestigiosi dell’Europa. Special guest della serata saranno gli Arthmony, un gruppo sardo-belga con alle spalle già un tour continentale.

L’attesa è già cominciata. In Sardegna, una produzione di questo livello in un periodo non estivo rappresenta un’eccezione assoluta. Gli organizzatori di “Woodstock legacy 1969-2019”, Antonio Vilardi e Aldo Sicurella, spiegano: «Siamo fieri di poter organizzare uno spettacolo simile. Suoneranno artisti che hanno fatto la storia della musica. Inventando stili, modi di esibirsi, look, poi ereditati da altri musicisti diventati ancora più famosi». L’obiettivo della serata è quello di ampliare e diversificare le attività della Fondazione Teatro Grazia Deledda con uno show divertente e coinvolgente, in grado di coinvolgere tutte le fasce di pubblico e di essere apprezzato anche dai più raffinati cultori della musica. «Noi riteniamo che l’era musicale e sociale culminata con Woodstock sia terminata – spiegano Vilardi e Sicurella – e quindi adesso siamo pronti a voltare pagina. Sono svaniti del tutto i sogni e le illusioni che hanno accompagnato la nostra generazione, cresciuta per l’appunto col mito di Woodstock. I cambiamenti sono stati radicali, in questi 50 anni, ed è quindi arrivato il momento di iniziare un nuovo percorso. Per riuscirci, però, vogliamo omaggiare quell’epoca e ciò che è avvenuto successivamente. Per questo motivo abbiamo scelto artisti come i due dei Saxon, o Roth degli Scorpions: stiamo parlando di musicisti che hanno lasciato un segno profondo della loro arte e che tuttora, a distanza di mezzo secolo dagli esordi, suonano nei maggiori festival mondiali».

Sarà proprio Uli Jon Roth ad aprire l’evento: suonerà l’inno degli Stati Uniti, “The Star-Spangled Banner”, con la chitarra elettrica, in completa distorsione. Un omaggio a ciò che fece Jimi Hendrix proprio a Woodstock. Roth, del resto, è unanimemente riconosciuto come uno dei suoi eredi. Dopo questa notevolissima intro, il supergruppo formatosi per l’occasione partirà in una emozionante cavalcata che percorrerà gli incendiari anni 70, 80 e 90 per concludere la corsa con le ultime produzioni degli anni Duemila. Sarà, pertanto, anche una grande occasione per valutare i vari cambiamenti apportati all’arte musicale: da dove si è partiti e qual è l’attuale punto di arrivo.

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La crisi del settore lapideo è stata al centro dei lavori odierni della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale. Il parlamentino presieduto da Piero Maieli ha ricevuto una folta delegazione degli imprenditori del marmo di Orosei, guidata dal presidente di Confindustria della Sardegna Centrale Giovanni Bitti. Alla seduta della Commissione hanno partecipato gli assessori regionali all’Industria, alla Programmazione e al Lavoro Anita Pili, Giuseppe Fasolino e Alessandra Zedda.

Il presidente di Confindustria  Giovanni Bitti e l’amministratore della Simc di Orosei Gianni Buonfigli hanno illustrato alla Commissione la situazione drammatica in cui versa il settore lapideo che in Sardegna sconta pesanti ritardi infrastrutturali ai quali si aggiungono le difficoltà del mercato globale occupato oggi da materie prime prodotte a bassissimo costo in altri paesi.

«Nel distretto di Orosei – hanno spiegato Bitti e Buonfigli – il comparto occupa, tra dipendenti diretti e indotto, circa 1100 lavoratori. Nonostante le difficoltà continua ad essere il quarto settore primario della Sardegna. Oggi le nostre imprese devono fronteggiare la concorrenza spietata di altre nazioni, come la Turchia, dove negli ultimi anni sono state aperte oltre duemila cave in cui spesso si opera senza le regole stringenti vigenti in Italia.»

Tra le criticità segnalate, la precaria infrastrutturazione viaria, la mancata realizzazione della rete per la fibra ottica, l’assenza di un punto di approdo a mare per il trasporto del marmo fuori dai confini isolani, la presenza di una normativa troppo rigida sulle autorizzazioni e lo stoccaggio degli inerti. Senza dimenticare il problema “sfridi”,  gli scarti di lavorazione del marmo che potrebbero essere impiegati per la realizzazione del manto sottostradale delle grandi opere viarie.

Una prima risposta alle rivendicazioni degli imprenditori di Orosei potrebbe arrivare già dalla prossima settimana: «Nell’immediato stiamo pensando a un emendamento alla legge di assestamento di bilancio che entrerà in Consiglio nei prossimi giorni – ha detto l’assessore alla Programmazione Giuseppe Fasolino – l’idea è quella di un “marmo bond”, simile al pecorino bond utilizzato in agricoltura, per consentire agli imprenditori di avere un’anticipazione sul prodotto. La Regione in cambio avrà in garanzia il marmo stoccato e non ancora venduto. A lungo termine potremo invece prevedere un intervento per la riduzione delle tassazione intervenendo anche sulla quota Irpef. Sulla questione sarà creato un gruppo di lavoro per cercare di individuare le soluzioni migliori».

Per le imprese del settore la Regione ha inoltre allo studio alcuni bandi dedicati: «Stiamo preparando un intervento per la infrastrutturazione tecnologica delle aree industriali con la posa della fibra ottica – ha annunciato l’assessore all’Industria Anita Pili – un altro bando potrebbe invece riguardare l’innovazione del processo produttivo».

Uno stralcio del settore marmo dal Piano del rilancio del nuorese ha invece invocato l’assessore al lavoro Alessandra Zedda: «Dobbiamo avere il coraggio di concentrarci su interventi immediatamente realizzabili – ha detto Alessandra Zedda – il marmo di Orosei rappresenta un prodotto di qualità che deve essere assolutamente valorizzato. Mettiamo a correre i soldi già stanziati in tempi rapidi».

Alessandra Zedda si è detta d’accordo con la proposta avanzata dal consigliere del Pd Roberto Deriu di affidare alla Provincia la fase di istruttoria e l’attuazione degli interventi: «La Provincia ha tutti gli strumenti per agire – ha aggiunto Alessandra Zedda – la Regione finanzia gli investimenti e può intervenire con i cantieri per l’infrastrutturazione, il resto lo può fare l’ente intermedio».

Soddisfatti i rappresentanti degli imprenditori che hanno chiesto tempi rapidi di intervento. «Seguiremo la situazione da vicino – ha detto il presidente della Commissione Piero Maieli – il settore lapideo riveste un’importanza strategica per la Regione. E’ importante marciare uniti per valorizzare il prodotto e restituire competitività alle imprese. Registro positivamente l’atteggiamento costruttivo dell’opposizione».

In mattinata la commissione ha dato parere positivo, con l’astensione della minoranza, alla legge di variazione di bilancio per le parti di sua competenza. Tra i provvedimenti da segnalare lo stanziamento di 3,820 milioni di euro (320mila per il 2019 e 3,5 per il 2020) per la creazione di una task force in capo alla presidenza della Regione per il disbrigo delle pratiche arretrate del Piano di sviluppo rurale.

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Ritorna il 23 e il 24 novembre l’appuntamento con il Festival di Scirarindi, la più imponente e importante manifestazione indipendente a carattere regionale che promuove prodotti, servizi e saperi dedicati al benessere, al buon vivere, ai temi della sostenibilità ambientale, agropastorale, economica e sociale e alla Sardegna naturale. Un format vincente che riconferma la sua forza d’attrazione e la sua straordinaria capacità di coinvolgimento di visitatori (15mila lo scorso anno) con un programma culturale di grande qualità, tra incontri, laboratori e corsi per grandi e piccoli, presentazione di buone pratiche, promozione di specificità ed eccellenze locali e soprattutto tante occasioni di scambio e condivisione tra le diverse anime della nostra isola virtuosa. Nona edizione di una realtà sarda e nazionale sempre più consolidata che mira a rendere la vita più sostenibile ed equa e soprattutto un’occasione di crescita e spazio pubblico in cui far circolare anche nuove relazioni, idee e progetti.

Promossa e organizzata interamente dall’associazione culturale Scirarindi vedrà nel penultimo weekend di novembre un calendario ancora più ricco di iniziative adatte a un pubblico di tutte le età. Dalle 10.00 del mattino fino alle 22.00 negli spazi della Fiera Internazionale della Sardegna a Cagliari, nei Padiglioni B, G e I e le quattro sale A-B-C-D-E del Palazzo dei Congressi (ingresso Viale Diaz), ciascun visitatore potrà personalizzare il proprio percorso tra le tantissime proposte. A partire dal viaggio tra i professionisti della Sardegna naturale nella coloratissima e vivace area espositiva, cuore palpitante del festival, con il suo sempre più crescente numero di espositori (quest’anno sono 280) declinati nelle varie aree dell’ecoturismo, della bioedilizia, agri-cultura, ambiente, economia etica, artigianato, area compra naturale, partecipazione, animali, salute e benessere, alimentazione, e naturalmente tanti prodotti di grande qualità nell’area Food, che si rinnova con ancora più eccellenze, più gusto, e tante aziende e piccoli produttori che lavorano in Sardegna e che si impegnano quotidianamente per sostenere l’economia locale in modo sano, pulito e corretto.

Diecimila metri quadri in cui si snoderanno oltre 160 attività, tra iniziative speciali, incontri, tavole rotonde e conferenze con 30 ospiti sardi e nazionali, laboratori, lezioni dimostrative aperte a tutti, momenti di meditazione, ascolto interiore, libri, mostre e spettacoli, cooking show, aree relax, punti ristoro bio-veg, servizi di animazione e spazi per i bambini con percorsi tematici e laboratori, consulenze del benessere e trattamenti gratuiti, attività per le scuole e per i più piccoli, degustazioni dei prodotti sardi. Una manifestazione che si sorregge esclusivamente sulle proprie gambe, grazie anche al supporto di oltre 70 volontari che condividono gli ideali del festival e collaborano in modo insostituibile, alla sua realizzazione.

«Scirarindi accompagna il pubblico in un viaggio di scoperta di una Sardegna inedita, fatta di bellezza, sostenibilità, e qualità della vita. Scirarindi è un popolo in cammino che guarda al futuro con speranza, condividendo e promuovendo quanto c’è di meglio, per sé e per la propria terra», spiega Giovannella Dall’Ara, responsabile e anima del festival insieme al team di esperti scientifici e collaboratori.

Sulle numerose aree tematiche della manifestazione la sezione delle iniziative speciali caratterizza ogni edizione attraverso gli interventi e gli approfondimenti di professionisti qualificati e figure di spicco. Tra le quindici di questa edizione segnaliamo “Facciamo scuola, sguardi nuovi sull’educazione”, lo spazio importante articolato in un itinerario di più incontri e momenti esperenziali per riflettere sui temi dell’educazione e su un’altra scuola possibile, sui bisogni educativi e sulle esperienze di chi con coraggio porta avanti piccole rivoluzioni, che il festival rivolge ai ragazzi degli Istituti superiori sin dalla sua prima edizione offrendo laboratori, confronti e percorsi tematici. Se ne parlerà in una serie di appuntamenti nel weekend a partire da sabato 23 novembre alle 10.30 (Sala Grande Padiglione I) con la facilitazione di Genny Carraro, coordinatrice generale della Rete Europea degli Ecovillaggi (GEN Europe), esperta di scienze internazionali e diplomatiche con una grande esperienza a livello internazionale in pubbliche relazioni e collaborazioni con reti nazionali ed estere; il percorso tematico “50 sfumature di green” che si snoda in più incontri nelle due giornate della manifestazione, a cura di Edizero Industrie Verdi d’Italia con il coordinamento della “contadina dell’edilizia”, amica e ospite affezionata del festival, Daniela Ducato: dalla riqualificazione energetica e l’edilizia ecologica, alla natura che si insinua nell’architettura (sabato ore 16.30 Palazzo dei Congressi Sala A). In programma oltre ai vari momenti ci sarà il tour “Le città invisibili della plastica” (sabato ore 15.00 appuntamento stand Edizero), una visita guidata (ludica) dentro e fuori il festival con la stessa Ducato, alla scoperta della plastica e di altri derivati petrochimici invisibili ai nostri occhi.

Tra le iniziative “verdi” anche l’incontro dedicato alla più grande filiera d’Europa di prodotti di canapa realizzati a Km corto (domenica ore 16.00 Palazzo Congressi, Sala D); ritorna lo scrittore Daniel Lumera, protagonista anche stavolta di una nuova conferenza esperenziale dal titolo “Ecosofia, consapevolezza della natura” (sabato ore 17.00 Sala Grande Padiglione I, 1° piano) per sperimentare un’educazione alla consapevolezza, che abbraccia i principi di ecosofia (“saggezza dell’ambiente”) ed ecologia; dalla saggezza per migliorare la relazione con noi stessi, gli altri, l’ambiente e la natura, alla scoperta delle “Chiavi di lettura per un mondo in tempesta”: come affrontare questo periodo storico in cui il clima economico e politico non offrono segni di miglioramento, e dove nel frattempo assistiamo a una riduzione graduale delle nostre libertà. Dialogo aperto in cinque incontri tra sabato e domenica sui temi di economia, politica, attualità e crescita interiore con il giornalista e ricercatore Piero Cammerinesi (corrispondente estero per alcuni importanti magazine negli USA e editore di riviste internazionali) e Fausto Carotenuto, un passato di analista strategico per enti governativi e multilaterali e una vita avventurosa attraverso trame politiche, economiche e internazionali; consapevolezza del mondo che ci circonda quindi ma anche e soprattutto di sé e della propria età, nell’incontro dedicato alle donne “Over 50. L’età dell’oro delle donne: racconti e interviste”. Una chiacchierata con le ospiti e il pubblico per smontare stereotipi ed etichette culturali e pregiudizi nei confronti delle donne over 50. Perché invece non considerare questa come un’età dell’oro? Un’età piena, una nuova fase della vita preziosa come la bellezza e ricca come il valore della piena consapevolezza di sè. Se ne parlerà domenica con alcune di queste grandi donne over 50 che porteranno le proprie esperienze e le loro testimonianze: Monica Pais, la veterinaria conosciuta in tutta Italia e la più seguita sui social, salvatrice della cagnolina Palla e fondatrice della Onlus a lei dedicata; Alessandra Guigoni, antropologa culturale, saggista, blogger, dottore di ricerca (Unica); Luisa Aru, antroposofa, medico omeopata specializzata in pediatria; Michaela K. Bellisario, giornalista e scrittrice e Claudia Rebellino Becce, avvocata (autrici insieme del libro “Felici a 50 anni”) e Daniela Ducato, la pluripremiata bio-imprenditrice sarda più innovativa d’Italia. Coordina l’incontro Paola Cireddu, giornalista, musicista e regista (fa parte dell’associazione Giulia giornaliste Sardegna).

Ritrovare il linguaggio perduto di una femminilità fuori dagli stereotipi, libera, intraprendente, piena di coraggio, traboccante di vita attraverso il trekking. Se ne parlerà nell’incontro “Il Senso della Donne per il Cammino: il caso della Rete Nazionale Donne in Cammino”. La forza magnetica della passione per il camminare, unita al desiderio di condividere idee ed esperienze hanno visto in poco tempo un’adesione di migliaia di persone da tutta Italia. Sarà l’ideatrice della Rete Nazionale Donne in Cammino, Ilaria Canali, antropologa, esperta di formazione e comunicazione, a raccontare nell’incontro di sabato 23 alle 18.00 (Palazzo dei Congressi Sala D), questo successo straordinario. In programma domenica all’alba (alle 6.20) anche una escursione alla Sella del Diavolo e il workshop di walk experience design (ore 15.30 Palazzo Congressi, Sala B); dal passo lento e attento al paesaggio, alla velocità, cedevolezza ed esplosività, per attivare un meccanismo di difesa che non contempli necessariamente la forza fisica. Si tratta del Wing Chun, uno stile di Kung Fu inventato da una donna, una monaca del monastero Shaolin centinaia di anni fa. Un’arte marziale per tutti che insegna anche ad avere maggiore sicurezza in sè stessi, benessere e nuove capacità di problem solving. A raccontare la storia e le caratteristiche salienti di questa disciplina tradizionale sarà domenica alle 11.30 Palazzo Congressi, Sala D, Furio Piccinini, profondo conoscitore dell’arte che proviene dal mondo della lotta greco-romana, e istruttore certificato a Hong Kong;  ritrovare la terra, accudire e vedere crescere le proprie piante, ma soprattutto favorire l’integrazione, la riflessione ed il riscatto nel bel progetto degli Orti Sociali del carcere di Uta, presentato a Scirarindi dalla Caritas dell’arcidiocesi di Cagliari. 4.000 mq all’interno del cortile del carcere da cui sono stati ricavati 36 orticelli seguiti con entusiasmo da circa 70 detenuti. Un’iniziativa importante, che unisce socialità e formazione e adempie al dettato costituzionale sulla funzione riabilitativa della pena.

Dalla consapevolezza di quello che produciamo a quello che mangiamo negli incontri “I Signori del cibo e Mesa Noa: l’industria alimentare che divora il pianeta, e chi lo salva” che, partendo dall’analisi dei lati oscuri del mercato del cibo, portano una speciale attenzione alle reti agroalimentari alternative, all’etica del cibo e alla sostenibilità sociale ed ambientale. Con il giornalista d’inchiesta Stefano Liberti (Internazionale e Le Monde Diplomatique) e lo chef d’eccellenza del Cagliari Calcio, William Pitzalis, coordinati da Alessandra Guigoni, si parlerà sabato a partire dalle 19.30 nella Sala Grande del Padiglione I di come un altro cibo sia possibile, di come i consumi alimentari possano e debbano essere accompagnati da solidarietà, giustizia sociale, etica ambientale e sociale; e ancora i preziosi suggerimenti di Lucia Cuffaro, massima esperta di autoproduzione e riciclo, presidente del movimento della Decrescita Felice che ritorna a Scirarindi per parlarci di economia circolare e “Riduzione a monte dei rifiuti, autoproduzione e buone pratiche eco”, per favorire la consapevolezza sui temi della sostenibilità e della diminuzione degli sprechi; l’atteso ritorno di Monica Pais accompagnata dalla celebre cagnetta Palla, stavolta per raccontare la storia drammatica (ma con un lieto fine) di Mano, un cane maremmano scontroso e taciturno, vittima di violenze atroci da cui per fortuna si è ripreso (domenica alle 17.30 Sala Grande Padiglione I, 1° piano); le lezioni informali nell’incontro “Un the con lo chef” (Padiglione B), per scoprire i segreti della pasticceria vegetale e tanti consigli per una cucina domestica sana e naturale con lo chef Giacomo Matteo Pisanu, mentre si sorseggia un tè pregiato. E ancora tante altre iniziative speciali tra “Saggezza dell’Africa Ancestrale” di Aminata Fofana, la danza rituale azteca, i suoni antichi e il canto del Tamburo con il danzatore Mexica-Azteca Ollinati Contreras, esperto di musicoterapia e psicomotricità, ed il concerto “Ancient Stones” del duo Jyotishmati (domenica ore 19.00 Sala Grande, Padiglione I, 1° piano) composto da Matteo Giorgioni (piano) e Lisa Frassi (voce &loop station): musica antica e suggestiva in chiave moderna, vibrazioni che aiutano a rilassarsi e che fanno viaggiare oltre il tempo e lo spazio, rigorosamente a 432Hz, la frequenza che produce il suono universale dai molti benefici.

Mangiare meno e mangiare meglio, consumare prodotti locali e stagionali per consentire alle comunità di vivere in modo dignitoso, portando avanti le loro tipicità e tradizioni agroalimentari. Con decine e decine di espositori, la maggior parte dei quali piccoli o piccolissimi produttori, provenienti da tutta la Sardegna, anche quest’anno il Festival propone prodotti e pietanze slow, attente all’ambiente, rispettose delle tradizioni e delle comunità locali.

Giunto al nono compleanno il Festival Scirarindi ha visto in questi anni crescere il Padiglione Food (G) dedicato alla ristorazione e ai prodotti locali di grande qualità, e ai più golosi, con la partecipazione attiva di tante aziende e produttori sardi. Una vasta area espositiva in cui è possibile “fare la spesa” fornendosi di tutte gli ingredienti primari che servono in cucina, dall’olio, alla pasta, il vino, le spezie, formaggi, frutta, verdura, legumi, birre, e tanto altro ancora. Oppure degustare e assaporare le ricette più rappresentative dell’isola, come quelle del ristorante rurale L’Ulivo di Gonnosfanadiga, il Panificio Porta con le sue pizze gourmet a lunga lievitazione; la cucina indiana esempio di “world food” di Tandoori, le dolcezze di Chocogioia, le specialità di Mangiogusto e Biora, solo per citare alcune proposte. Tra le food experience, esperienze di gusto immersive, interattive e formative, lo stand del pastry chef Gian Piero Loddo, la pasticceria di Raimonda Fulghesu, con le ricette tradizionali di Laconi ma non solo; il cioccolato di VaiCacao, l’arte della maestra di pane e paste Norma Argiolas, con la sua sapienza quartese.

Nella nona edizione di Scirarindi l’area espositiva si articola attraverso 280 espositori suddivisi nelle 11 aree tematiche con un numero considerevole di realtà locali per il settore dell’alimentazione e food con oltre 50 stand, agri-cultura, ambiente, economia etica, artigianato, compranaturale, partecipazione, animali, salute e benessere, e ancora tante sorprese a novità. Quest’anno si aggiungono inoltre due aree per partecipazione e qualità: Ecoturismo e Bioedilizia.

«Scirarindi esiste perché c’è una grande vocazione e un ideale forte e condiviso, ed è sostenuto dall’energia, dalla volontà e dalla visione di tante persone che si attivano per un cambiamento», ha spiegato Giovannella Dall’Ara, presidente dell’associazione Scirarindi, nel corso della conferenza stampa di presentazione, tenutasi stamane, 21 novembre, nella sala del Consiglio della Fiera Internazionale della Sardegna, Cagliari. La manifestazione nasce nel 2008 a Sinnai con l’intento di raccogliere tutte le realtà del cambiamento e della consapevolezza, dei nuovi stili di vita, in Sardegna, e dal 2011 si tiene nello spazio della Fiera di Cagliari articolando le tantissime attività e esposizioni sui temi della sostenibilità, del benessere e del buon vivere. Quest’anno giunge alla sua nona edizione con 280 espositori: un’area espositiva nutritissima, con le aree tematiche sull’ambiente, alimentazione, agri-cultura, animali, bioedilizia, compranaturale, economia etica, partecipazione, ecoturismo, salute e benessere, spazio bambini, vita interiore. «Temi cari al festival che verranno incarnati da tante aziende speciali che lavorano tutto l’anno – ha aggiunto Giovannella Dall’Ara – Scirarindi è costituito dalla convergenza di queste realtà che in queste aree rappresentano le eccellenze del territorio sardo».

La manifestazione è promossa e interamente organizzata dalla Associazione Culturale Scirarindi e non gode di alcun finanziamento pubblico.

A sostegno dell’evento è prevista un contributo di partecipazione di € 5,00 per i visitatori che abbiano compiuto i 16 anni di età. Si potrà accedere liberamente a tutte le conferenze e le presentazioni, ai workshop, ai laboratori esperienziali, alle dimostrazioni pratiche ai trattamenti e alle consulenze individuali, alle lezioni di gruppo, alle degustazioni.

 

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Le Aziende ospedaliere universitarie di Cagliari e Sassari e l’ospedale Brotzu hanno fatto richiesta di cinquanta operatori socio sanitari (Oss) e stanno attingendo dalle graduatorie del 2013. E’ quanto emerso questa mattina, in commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc Cambiamo!), durante l’audizione del Comitato Autonomo Oss 2013. Con l’approvazione della legge nazionale n. 128 del 2019, inoltre, le graduatorie sono state prorogate a settembre 2020, salvo che non ci sia una norma regionale che le faccia decadere prima. Per questo, i rappresentanti del Comitato hanno chiesto alla Commissione la modifica della legge regionale che rende utilizzabili le graduatorie fino al 31 dicembre 2019, perché diversamente, il primo gennaio 2020, le stesse non saranno più utilizzabili. Gli operatori socio sanitari hanno anche chiesto che le Asl e gli ospedali possano attingere prima dalle graduatorie della propria provincia, rendendo più agevole per il lavoratore gli spostamenti e consentendogli così di non doversi trasferire in un’altra provincia. A Nuoro, hanno detto, è stata fatta richiesta di più di 70 operatori e si scorrerebbe così quasi tutta la graduatoria della provincia. Gli operatori hanno anche riferito di aver avuto notizia dall’Ats che l’Azienda non si riterrebbe obbligata a utilizzare le vecchie graduatorie, ma che è una sua facoltà, e hanno chiesto ai commissari di fare chiarezza. Il presidente Gallus ha affermato, a nome della Commissione, che si farà carico delle richieste degli operatori redigendo un testo che consenta la proroga delle graduatorie, come prevede la legislazione nazionale, intervenendo affinché siano chiamati dalle aziende prima i lavoratori inseriti nelle graduatorie della provincia degli ospedali e prevedere una audizione con il Direttore generale dell’Ats per capire in che modo l’azienda stia agendo in merito allo scorrimento delle graduatorie. Durante la seduta sono intervenuti Francesco Agus (capogruppo Progressisti), Daniele Cocco (capogruppo Leu), Annalisa Mele (Lega) e Carla Cuccu (M5S). Tutti i consiglieri hanno condiviso le richieste degli Oss e hanno garantito la piena disponibilità affinché i diritti acquisiti vengano rispettati.

La commissione Sanità ha, poi, sentito in audizione i rappresentanti dell’Associazione regionale ex esposti amianto in Sardegna, i quali hanno illustrato la situazione esistente nell’Isola e hanno fatto alcune proposte. Giampaolo Lilliu, a nome dell’associazione, ha ricordato che ogni anno muoiono in Italia 4000 persone e 120 in Sardegna per malattie collegate all’esposizione all’amianto. Secondo Lilliu la situazione va affrontata in modo capillare e bisogna dare maggiore informazione alla popolazione.

L’Associazione ha proposto alla Commissione  di valutare la creazione di un impianto di inertizzazione per rendere l’amianto da problema a risorsa e consentire la micro raccolta di manufatti da parte dei privati, come già accade in Lombardia e nella provincia Autonoma di Bolzano. L’Associazione ha riconosciuto l’importanza della sorveglianza sanitaria e ha chiesto che possa essere estesa anche a chi ha contratto la malattia per esposizione ambientale e non per cause lavorative. Non solo. L’Associazione ha chiesto che venga istituita una Conferenza regionale per l’amianto, a cui partecipino tutti gli attori coinvolti, per affrontare con tempistiche certe il problema delle bonifiche. Giampaolo Lilliu ha anche affermato che l’amianto, in varie forme e quantità, è ancora presente in molti luoghi pubblici e che è importante incentivare le bonifiche dando i finanziamenti direttamente ai Comuni. Sul tema sono intervenuti Annalisa Mele (Lega) e Gianfranco Ganau (capogruppo della Pd), i quali hanno condiviso la necessità di approfondire il problema, che è ampio e articolato, e hanno ritenuto positiva la proposta di promuovere una Conferenza regionale per l’amianto.

La commissione Sanità ha sentito in audizione i vertici dell’Areus sull’attivazione del numero unico per l’emergenza (Nue). Giorgio Lenzotti, Direttore generale di Areus, ha spiegato alla Commissione che il Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Sardegna con il ministero dell’Interno prevede l’attivazione del numero unico 112 entro il 2020. Il Nue gestirà le chiamate in caso di emergenze sanitarie, di sicurezza, gestione incendi e calamità naturali.

Giorgio Lenzotti ha spiegato che, avendo tempi molto stretti, hanno valutato l’attivazione del 112 a Nuoro nella sede dell’Areus, che ha già la certificazione antincendio e avrà quella antisismica entro la fine dell’anno. Si tratterebbe, ha spiegato, di una situazione provvisoria in attesa di eseguire i lavori necessari a Sassari e a Cagliari, dove il protocollo d’intesa ha stabilito dovessero essere istituite le due centrali del 112, in corrispondenza le centrali del 118. La situazione della sede operativa di Cagliari, secondo il Direttore generale di Areus, richiederebbe circa due anni per renderla utilizzabile, mentre quella di Sassari, se si risolvessero i problemi di attribuzione degli spazi, che oggi sono dell’Aou, avrebbe tempi di intervento più rapidi. Per quanto riguarda la seconda centrale attivabile in caso di disaster recovery (recupero dal disastro), che permette di ripristinare sistemi e infrastrutture informatiche indispensabili per l’erogazione di servizi del 112, nel caso la prima centrale non sia per qualunque motivo operativa, Giorgio Lenzotti ha prospettato la possibilità di appoggiarsi alla Lombardia, come già fanno altre regioni, o di deviare le chiamate ai singoli centralini.

Lenzotti ha, anche, spiegato che i lavori eseguiti eseguiti a Nuoro non sarebbe inutili, perché quando si trasferiranno le centrali a Sassari e a Cagliari, nei nuovi locali si potrebbe realizzare una sede operativa per la gestione centralizzata dei trasporti programmati.

Sul tema sono intervenuti Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, Antonello Peru (Udc Cambiamo!), Carla Cuccu (M5S), Giovanni Antonio Satta (Riformatori), Daniele Cocco (capogruppo Leu), Annalisa Mele (Lega). Gianfranco Ganau, Antonello Peru e Carla Cuccu hanno chiesto di avere maggiori chiarimenti sui costi e i tempi necessari per i diversi interventi di ristrutturazione e ha proposto di risolvere i problemi a Sassari. Per Ganau sarebbe più utile attivare la sede di Sassari con la gestione del disaster recovery in un’altra regione, in attesa di rendere operativa Cagliari. Gianfranco Ganau ha affermato che realizzare la centrale provvisoria a Nuoro sarebbe uno spreco. Per Daniele Cocco la sede Areus di Nuoro va potenziata e non svuotata di contenuti. Annalisa Mele ha sottolineato l’utilità di programmare un’audizione con l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e con il direttore generale dell’assessorato per valutare il tema anche con loro.

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Anche quest’anno il comune di Sant’Antioco partecipa al progetto “Promemoria Auschwitz” con quattro giovani antiochensi. Il progetto, finanziato dal comune di Sant’Antioco, è gestito dall’Associazione ARCI Sardegna in cooperazione con l’Associazione “Deina”. Possono partecipare esclusivamente i giovani residenti nel comune di Sant’Antioco, di età compresa tra i 18 e 25 anni, che si impegnino a partecipare a tutte le fasi del progetto – comprese la formazione post viaggio e le successive restituzioni – pena l’automatica esclusione. Inoltre, i giovani dovranno impegnarsi a contribuire con una quota di 80 euro che dovrà essere versata nel corso delle riunioni preparatorie antecedenti il viaggio a Cracovia. Gli interessati dovranno compilare – esclusivamente on-line – la domanda di partecipazione entro le 24.00 di venerdì 6 dicembre 2019.

Promemoria Auschwitz è un progetto di educazione alla cittadinanza europea pensato per accompagnare le giovani generazioni alla scoperta e alla comprensione della complessità del mondo che ci circonda a partire dal passato e dalle sue narrazioni, affinché possano acquisire lo spirito critico necessario a un protagonismo come cittadini nel presente. Guardare alla storia della Seconda Guerra Mondiale, della Deportazione e della Shoah in chiave europea significa costruire la consapevolezza che i processi che ne sono alla base sono parte di un passato comune, così come lo sono le conseguenze sociali, politiche e culturali che quella storia ha prodotto. L’obiettivo generale di Promemoria Auschwitz è di educare a una partecipazione che sia libera, critica e consapevole, proponendo un percorso strutturato in grado di alimentare una relazione continua tra storia, memoria e cittadinanza. La tappa più importante e intensa del progetto è il viaggio a Cracovia. I momenti centrali sono rappresentati dalla visita al Museo Fabbrica di Oscar Schindler, la visita guidata al quartiere e all’ex ghetto ebraico di Cracovia, e quella ai campi di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, a cui è dedicata un’intera giornata.

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Gianni Chessa, assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio.

Nasce dalla collaborazione tra Regione e Polo museale della Sardegna un programma di valorizzazione dei tesori archeologici ed artistici dell’Isola. L’accordo è stato sancito oggi nel corso di un incontro tra l’assessore del Turismo, Gianni Chessa, e la direttrice del Polo museale, Giovanna Damiani.

«È una collaborazione importante – ha spiegato l’esponente della Giunta Solinas – mirata alla conoscenza e alla divulgazione delle nostre straordinarie ricchezze culturali. Il progetto, già avviato con un protocollo tra Regione e Mibact, ha avuto il suo momento culminante nel Convegno internazionale “Le Civiltà e il Mediterraneo” e nella mostra al Museo archeologico nazionale e Palazzo di Città. È un esempio concreto di sinergia tra Istituzioni perché la Sardegna abbia la giusta rilevanza nel panorama della cultura europea e mondiale, dimostrandosi un attrattore di assoluta rilevanza.»

L’iniziativa si inserisce nell’ambito della terza fase del programma “Heritage Tourism” del Por-Fesr 2014-2020. Il Polo museale si farà carico di elaborare un progetto scientifico di promozione dei beni culturali della Regione. È stato programmato a breve un nuovo appuntamento per la pianificazione delle attività.

«La collaborazione si concretizzerà in diverse iniziative in alcuni dei musei più importanti del mondo. Porteremo avanti un lavoro condiviso, unitario e rispettoso delle specifiche competenze – ha concluso Gianni Chessa – per promuovere nel migliore dei modi la nostra storia archeologica e artistica.»

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Avviare una cooperazione e collaborazione su azioni concrete nell’ambito dei temi collegati al contrasto della violenza sulle donne, sia in ambito domestico sia all’interno dei luoghi di lavoro, individuare percorsi di formazione e di inclusione sociale e lavorativa ed elaborare piani di comunicazione e informazione finalizzati a combattere il fenomeno della violenza di genere. Questi, in sintesi, i punti contenuti nel protocollo d’intesa sottoscritto oggi, a Cagliari, dagli assessori regionali del Lavoro, Alessandra Zedda, e della Sanità e Assistenza sociale, Mario Nieddu, e Aidda (Associazione imprenditrici e donne dirigenti di azienda), presentato durante l’incontro “Im-PrendiAmoci il nostro futuro”.

Nel corso dell’evento, che ha anticipato la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, oltre agli esponenti della Giunta Solinas, sono intervenuti Caterina Montaldo, presidente di Aidda Sardegna, e la consulente del lavoro Francesca Bragaglia.

Un fenomeno, quello della violenza di genere, che in Italia, secondo gli ultimi dati Istat, registra oltre 500 mila vittime. «La rete di protezione regionale – spiega l’assessore della Sanità Mario Nieddu – è pienamente operativa e fornisce assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli minori. Abbiamo recentemente approvato il finanziamento per i centri antiviolenza dell’Isola e le case d’accoglienza con 1,5 milioni di euro e abbiamo già pronto il provvedimento sul Reddito di libertà che porteremo a brevissimo in Giunta.»

L’emancipazione economica individuata come uno dei fattori chiave per il contrasto della violenza di genere: «La dipendenza economica – precisa l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda – è individuata come uno dei motivi che spingono alcune donne a non denunciare e a non allontanarsi dai partner violenti.  L’accordo siglato oggi è improntato a dare sostegno alle donne anche su questo punto, promuovendo l’azione sinergica tra la Regione e le associazioni. Come assessorato del Lavoro diamo sostegno all’imprenditoria femminile ed è nostra intenzione promuovere l’inserimento e il reinserimento lavorativo anche attraverso agevolazioni e incentivi alle imprese che assumono donne vittime di violenza».

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La settima edizione di Saboris Antigus accoglie Serri tra i Comuni storici della manifestazione, arrivando così a quota sette. Il paese, domenica 24 novembre, aprirà cortili e pratzas per l’esordio in questa sagra enogastronomica che si è fatta amare nel territorio nel corso degli anni. Saranno preparati i piatti della tradizione antica, e saranno offerte degustazioni ai visitatori: tra queste il torrone e la carne di cinghiale. Di richiamo il torneo de sa murra e la scuola di ballo sardo in piazza. Ancora, consigliato e da non perdere, su caffei de is aiaius e il concerto serale tutto in rosa. Per le vie del centro storico ci sarà l’accensione de is foghidoneddus. Numerosi saranno anche gli espositori, gli artigiani locali con le loro opere e il percorso antichi mestieri, ancora l’iniziativa Saboris de binu, itinerario nel centro storico alla scoperta dei vini e prodotti tipici.

«Fervono i preparativi per Saboris Antigus che si terrà per la prima volta a Serri. Sarà una bella festa di comunità e di territorio, occasione per far conoscere il patrimonio identitario, antiche ricette e tradizioni, i saperi e i sapori del passato – dice il sindaco di Serri, Samuele Gaviano -. Apriamo le porte del nostro paese, is pratzas e is domus nel centro storico, dove si può ancora godere dell’immagine della vita quotidiana di un tempo: le donne che preparano il pane in casa, gli antichi mestieri e le attività agro pastorali che regolano l’economia locale. Sarà possibile visitare il Santuario nuragico di Santa Vittoria con gli scavi nel recinto delle feste aperti al pubblico, e poi ancora gli edifici storici, le chiese, l’antica arte dei muretti a secco e tanto ancora. Saboris Antigus – conclude Samuele Gaviano – contribuisce così a far conoscere i nostri piccoli paesi, ricchi di bellezze archeologiche, ambientali e gastronomiche.»

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Luciano Cristoforo Piras.

Giovedi 7 novembre si sono concluse le attività formative dei percorsi tre percorsi di creazione di impresa nell’ambito del progetto “Competenza e impresa per lo sviluppo rurale sostenibile”.

La Regione Sardegna, nell’ambito dell’avviso Pubblico Misure integrate tra sviluppo locale partecipativo e occupazione negli ambiti della Green & Blue Economy, Linee di sviluppo progettuale 2 e 3 POR Sardegna 2014/2020, ha permesso alla RTI composta dall’agenzia formativa IFOLD e dal GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, con il supporto tecnico della società Poliste, di attivare tre percorsi formativi sulla Creazione di nuove imprese in ambito rurale nel territorio di competenza del GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari.

«I precorsi sulla creazione di impresa per lo sviluppo rurale sostenibile – sottolinea Luciano Cristoforo Piras, presidente del GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari – nascono dalla convinzione che lo sviluppo del territorio passi necessariamente attraverso un cambiamento culturale che i giovani e meno giovani, possono attuare con successo nei prossimi anni. Credo fermamente che nel territorio sia presente un capitale umano prezioso, in grado di costruire un tessuto economico che generi sviluppo economico. Sono molto soddisfatto che ben 52 persone del territorio abbiano portato a termine i percorsi e mi permetto di dire con orgoglio che i corsisti hanno superato brillantemente l’esame di certificazione, ricevendo i complimenti dei commissari regionali che li hanno esaminati. Ho visto con i miei occhi crescere personalmente e professionalmente i corsisti giorno dopo giorno, sono stati mesi intensi e faticosi ma sono certo che ne sia valsa la pena.Nel territorio sono presenti dei futuri imprenditori molto validi a cui è affidato il compito importante di essere il volano per il cambiamento del territorio e le 10 migliori idee saranno premiate con un finanziamento del GAL che può arrivare fino a 50.000 euro, per tutti gli altri sono state individuate insieme ai consulenti ulteriori linee di finanziamento specifiche su altre fonti di finanziamento. Come GAL – conclude Luciano Cristoforo Piras – stiamo lavorando alla costruzione di una nuova strategia di sviluppo socio economico dell’area non più basata sull’attività estrattiva mineraria, o sull’industria chimica e metallurgica, ma sulla valorizzazione del patrimonio agroalimentare, ambientale, paesaggistico, culturale ed identitario del territorio, è una sfida ambiziosa ma sono certo che nel territorio ci sia il capitale umano per farcela.»

L’esigenza di avviare dei percorsi legati alla creazione di nuove imprese e di lavoro autonomo è nata durante il percorso di progettazione partecipata Chi partecipa conta! Costruisci con noi la strategia per lo sviluppo rurale del territorio da oggi al 2020 che il GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, ha attuato nei mesi tra gennaio e luglio 2016 e che ha portato alla stesura del Piano d’Azione (PdA) approvato dalla Regione Sardegna nel settembre 2016.

Le attività di progetto si concluderanno il 13 dicembre 2019, con un grande evento che avrà l’obiettivo di valorizzare le bellissime idee dei futuri imprenditori del territorio.