Carla Cuccu (M5S): «La vertenza latte è rimasta un’opera incompiuta».
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«La politica sarda sembrerebbe essere sorda e cieca. E’ assurdo che chi guida il Consiglio regionale sia rimasto immobile di fronte alle richieste dei pastori.»
E’ durissimo il giudizio di Carla Cuccu, consigliera regionale del M5S, sullo stato della vertenza latte.
E’ trascorso oltre un anno, ma la situazione è allo stato iniziale: i pastori sardi sono nelle medesime condizioni dello scorso anno. Ad oggi, ciò che è stato offerto nelle trattative ministeriali è un unico prezzo concordato. In questo modo, però, si fa cartello ignorando le indicazioni dell’Agcom. Il prezzo pagato per il latte ovino arriva ad 80 centesimi, ben al di sotto dei costi di produzione, e non è stato risolto il problema sulle eccedenze del pecorino romano da destinare agli indigenti. Non è cambiato il sistema che genera il prezzo del latte e nemmeno i poteri instabili della filiera. In conclusione, non esiste un prezzo del latte equo.
«E’ urgente concludere il percorso intrapreso nei tavoli Ministeriali – esorta Carla Cuccu – per consentire la risalita del prezzo del pecorino romano. I pastori devono avere la giusta remunerazione ed il rilancio della filiera. E’ più che necessaria la messa in campo di tutti gli strumenti possibili, in modo che si delinei un percorso che ridia nuovamente serenità al mondo delle campagne. I pastori devono avere la giusta remunerazione.»
Carla Cuccu, segretaria della commissione Sanità e Politiche Sociali, aggiunge: «La tracciabilità di tutta la filiera lattiero-casearia – grazie soprattutto al M5S – è legge nazionale. Siamo in attesa della conclusione della conferenza Stato Regioni affinché cominci, immediatamente, la registrazione del latte per la campagna 2020, uno dei nuovi strumenti che renderà possibile programmare la produzione in base alle richieste di mercato».
«Sulle azioni giudiziarie in corso – conclude l’avvocato Carla Cuccu – ho piena fiducia nella magistratura e confido che, in un ambito, tanto martoriato, trascurato ed abbandonato, saprà ben discernere tra il diritto di difesa del proprio lavoro ed il reclamare i diritti del comparto, dalla commissione di illeciti da reprimere e sanzionare, eventualmente, con le attenuanti del caso.»
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