18 August, 2024
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Uomini, donne e bambini che salpano dalle coste africane, o dai paesi vicini in guerra, fuggono da un regime oppressivo, dalle difficoltà economiche di un paese in ginocchio, dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, dalle violenze. I volti, gli sguardi, i corpi segnati di coloro che bruciano le frontiere per raggiungere l’Europa e sognano una vita, normale. Sono le storie dei migranti che attraversano il deserto e il mare della speranza. Storie che non vanno dimenticate ma al contrario, raccontate, per testimoniare quello che succede nel «giardino di casa nostra, il Mediterraneo. Perché in mare non può morire nessuno, ed è compito e dovere di chiunque si trovi lì, soccorrere le persone in pericolo». Così ha spiegato Isabella Trombetta, Communication Officer di SOS Mediterranée Italia agli studenti dello IED Cagliari, protagonista del terzo incontro tenutosi martedì a Villa Satta per il ciclo di open lesson Respect! Persone. Futuri. Luoghi dedicati ai temi di interesse sociale. Originaria di Reggio Calabria, laurea all’Università LUSS di Roma in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, tra il 2017 e il 2018 ha svolto l’incarico di Communication Officer per due mesi a bordo della nave di salvataggio “Aquarius”, come responsabile delle comunicazioni fra l’imbarcazione di soccorso e gli uffici a terra e, soprattutto, è stata il canale di comunicazione fra la nave e la stampa a bordo. Oggi svolge lo stesso ruolo negli uffici a terra. Un compito importante che l’ha vista impegnata anche nel raccogliere le testimonianze dirette delle persone che venivano salvate (la Aquarius ha sottratto alla morte in mare quasi 30.000 persone in tre anni di attività), restituendo così storie, voci e volti a quella dimensione umana che in genere viene ignorata dal racconto delle migrazioni, spesso superficiale e fatto di soli numeri e statistiche.

«I cardini di SOS Mediterranée si fondano su tre principi fondamentali: soccorrere e salvare le vite delle persone che rischiano di morire ogni giorno annegate; assisterle e proteggerle una volta che sono a bordo, e poi raccogliere e raccontare le testimonianze dirette delle loro storie. Ed è qui che entra in gioco il Communication Officer, così come i giornalisti e i fotografi sulla nave. Perché le immagini e gli occhi di chi vede a volte credo parlino più di mille parole.»
Contrastare il diffondersi dell’informazione errata, delle fake news, spesso strumentalizzate dalle politiche distorte del terrore e della diffidenza che contribuiscono a generare paure, insicurezza, odio, diventa quindi determinante per chi svolge questo incarico, così come è fondamentale consegnare alla società civile e politica la verità sostanziale dei fatti attraverso una informazione corretta e una comunicazione genuina sui diversi canali social, basata sulle testimonianze dirette.

«La disinformazione ha generato molta confusione tra ciò che è il problema dei fenomeni migratori, molto grande e complesso, e l’obbligo di prestare soccorso in mare, che è imprescindibile. Così come è previsto dal diritto nazionale e internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare. E proprio a causa di una errata informazione le ONG sono così passate dall’essere citate come “gli angeli del mare” nei primi articoli, poi a ”taxi del mare”, fino a “trafficanti”.»

Un’esperienza molto importante e formativa per Isabella che nel 2015 ha intrapreso poco più che ventenne come percorso naturale dei suoi studi universitari mentre collaborava a un progetto S.P.R.A.R (Servizio per la protezione di richiedenti asilo e rifugiati), ma nata anche dall’esigenza di unirsi ai tanti giovani con il desiderio di rimboccarsi le maniche e offrire il proprio contributo di fronte all’aumento esponenziale delle vittime in mare e delle tragedie continue e inimmaginabili che si stavano consumando sulle rotte del Mediterraneo, davanti a casa nostra. Un racconto appassionato che ha illustrato ai partecipanti al talk nell’Aula Magna Francesco Morelli di IED Cagliari tutto quello che succede a bordo di una nave ONG. A partire dall’organizzazione interna dello staff composto da tre equipaggi: quello marittimo; l’equipaggio di SOS Mediterranée che comprende circa dieci soccorritori tra cui un coordinatore o capitano, un communication officer e il fotografo; e infine l’equipaggio di Medici Senza frontiere, partner medico a bordo, composto da un medico, due infermieri, un’ostetrica, un mediatore culturale e il personale umanitario. Tutti professionisti di vari ambiti, di diversa provenienza e estrazione sociale accomunati dall’esperienza nautica e da training formativi molto impegnativi, che decidono di dedicare il loro tempo, impegno, risorse e passione al salvataggio dei naufraghi, lasciando per alcuni mesi la loro casa e i loro affetti. «Tanti volti, tanti sorrisi, tanti italiani, tante persone che si danno da fare». E ancora, ha raccontato come intervengono le ONG nell’ambito della suddivisione delle zone di responsabilità per il soccorso (SAR – Search And Rescue) tra i vari Stati che si affacciano sul Mediterraneo, i passaggi di comunicazione obbligatori in fase di soccorso tra ONG e MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre), ovvero i centri di coordinamento dei soccorsi costieri rispettivamente: italiano, maltese e libico. Questi centri hanno il compito di assegnare alle navi che hanno effettuato il salvataggio in mare un porto sicuro (place of safety), il più vicino in cui poter approdare e che garantisca i diritti umani fondamentali, tra assunzioni e ripartizioni delle responsabilità però spesso contraddittorie: «Tripoli viene assegnato dalla guardia costiera libica come porto sicuro, malgrado le numerose denunce di violazioni di diritti umani e degli indicibili orrori dei loro centri di detenzione, da cui gli stessi migranti che salviamo in mare fuggono», ha aggiunto la responsabile della comunicazione di SOS Mediterranée. Tante le curiosità dei ragazzi e delle ragazze in aula anche in merito agli aspetti più tecnici delle operazioni di salvataggio, ad esempio su come avviene l’identificazione del target, che nel linguaggio specifico utilizzato a bordo si intende l’intercettazione delle persone in pericolo in mare.

«Gomiti fissi per reggere il grande binocolo, ci guardi dentro e scruti bene l’orizzonte, facendo il giro completo della parte più alta della nave. Si deve fare piano e con attenzione, perché se guardi da una parte e nel frattempo a pochi metri di distanza passa dall’altro lato una imbarcazione in difficoltà significa che in un attimo la puoi perdere, e che trecento, quattrocento e più persone molto probabilmente moriranno
E poi il racconto di alcune storie di chi ce l’ha fatta. Tra questi la disperazione di un padre che ha dovuto scegliere tra salvare i propri figli dal rischio di torture e violenze inaudite, o da una morte quasi certa, ed il rischio di vederli morire affogati in mare; di donne che hanno subito abusi atroci e maltrattamenti; di una madre fuggita dal suo paese africano con le sue due bambine per evitare che venissero sottoposte alla violenza dell’infibulazione; o di bambini non ancora adolescenti torturati come uomini adulti. Storie di drammi umani ma anche di sorrisi e di momenti di gioia indescrivibili, di vite umane salvate.

«Su questa nave ho incontrato tante belle persone e tante storie che mi hanno cambiato, reso più consapevole. E ho incontrato nell’equipaggio anche una gioventù europea e non solo (a bordo c’erano anche ragazzi e ragazze dagli USA e dall’Australia), che mi ha restituito un po’ di speranza, che stavo incominciando a perdere. Giovani che non si danno per vinti, perché nonostante quello che la società ci dice si può fare la differenza, si può fare realmente qualcosa per cambiare le cose. Io dico sempre che si può iniziare anche dalle piccole cose, a partire dal nostro atteggiamento», ha commentato Isabella in chiusura della open lesson, invitando tutti a visitare il sito ufficiale https://sosmediterranee.it/ e i canali social, Facebook: SOS MEDITERRANEE Italia, Twitter: @SOSMedItalia e Instagram: sosmediterraneeitalia .

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Entra nel vivo, a Cagliari, il progetto Bixinau del Polo bibliotecario F35. Venerdì (24 gennaio),  sabato 25 alle 21.00, e domenica (26 gennaio), alle 19.00, la sala “Eleonora d’Arborea” – nel neo nato polo bibliotecario in via Falzarego 35 –  viene inaugurata dall’attore Francesco Mandelli, in scena nello spettacolo Proprietà e atto (esilio permanente), una produzione BAM Teatro / La Corte ospitale sul testo di Will Eno, per la regia di Leonardo Lidi.

«Proprietà e atto – scrive Will Eno – è un monologo interpretato da un uomo che viene da qualche parte imprecisata e che è arrivato qui. Nei suoi esilaranti e strazianti tentativi di comprendere se stesso e il mondo che gli è rimasto, o di comprendere noi e il mondo in cui è arrivato, getta una luce decisamente necessaria sulla nostra esperienza collettiva. Il tempo di esecuzione, se l’attore non muore o pensa ad altro, è di circa un’ora.»

Proprietà e atto (Title and deed) di Will Eno è idealmente un terzo tempo, dopo Thom Pain e Lady Grey, di riflessione sull’esistenza e il valore del tempo nelle nostre vite.

Nel monologo con ironia e sarcasmo – senza dimenticare le digressioni poetiche a cui la sua scrittura ci ha abituato – il celebre drammaturgo del teatro minimale americano, già finalista Pulitzer per la sezione Teatro con Thom Pain nel 2005, concentra la sua riflessione sulla vita come stato di esilio permanente. Il testo, attraverso un sinuoso scorrere di aneddoti e visioni particolari, parla del nostro essere “senza dimora” in questo mondo. Divaga sul significato e l’impronta che lasciano le parole nel vivere quotidiano, sul senso della memoria e sulla solitudine.

Sottolinea il regista della pièce, Leonardo Lidi, che «la drammaturgia di Proprietà e atto consente un viaggio indagatore all’interno della figura e del termine “straniero”. Partendo dalla etimologia della parola, con lo stesso meccanismo grammaticale del protagonista, Will Eno permette una riflessione sullo stato d’animo di chi si definisce extra, ex, strano, ed estraneo, dipingendo un agente alieno piombato sul palcoscenico per ricordarci la nostra inadeguatezza».

Lo spettacolo ha debuttato in prima esecuzione ad Edimburgo nel 2014, Festival che acclamò al mondo il talento prodigioso di Will Eno e con la coproduzione BAM teatro / La Corte Ospitale viene per la prima volta rappresentato  in Italia con il testo tradotto da Chiara Maria Baire e la revisione di Elena Battista. L’ingresso allo spettacolo è gratuito. Informazioni e prenotazioni sulla pagina Facebook Falzarego35 e su WhatsApp al numero 3494325227.

Con l’apertura della sala Eleonora d’Arborea comincia la fase operativa del progetto realizzato da cinque operatori culturali, che hanno riunito nello stabile di via Falzarego i rispettivi fondi librari: la Società Cooperativa La Tarantola – Centro di Documentazione e Studi delle Donne,  la Cooperativa sociale Teatro del Sale Cagliari, l’ARC Onlus, l’associazione culturale La Fabbrica Illuminata, l’associazione Hybris – Centro Internazionale del Fumetto,

Sabato 1 febbraio nel Polo Bibliotecario si inaugura Segni particolari: Supereroe!, mostra di comics a cura del Centro Internazionale del Fumetto (progettazione e grafica Stefania Costa. ricerche e contenuti Stefania Costa, Lorella Costa, Laura Congiu), che fornisce le coordinate per conoscere i principali supereroi protagonisti delle grandi saghe fumettistiche americane targate Marvel e DC.

Icone dell’immaginario, i supereroi sono forse i personaggi più amati dai giovanissimi, protagonisti delle loro ore di svago tra film, serie animate, videogiochi e, più raramente, fumetti: eppure è proprio tra le pagine dei comics che i supereroi sono nati e la mostra si prefigge di raccontarli così come sono stati scritti e disegnati dai loro creatori tanti anni fa, prescindendo dalle recenti interpretazioni cinematografiche.

Mentre proseguono i laboratori avviati nei mesi scorsi, al via anche gli incontri di “Contus de bixinau”, volti al recupero della storia dei vari personaggi che hanno dato anima al quartiere di Sant’Avendrace. Contus de Bixinau, coordinato dallo scrittore Gianni Mascia, raccoglierà storie, aneddoti e documenti che andranno a realizzare l’archivio del quartiere che ospita il Polo Bibliotecario di via Falzarego 35. Nei primi appuntamenti si inizierà a disseminare, coinvolgendo alcune persone dei rioni coinvolti, per poi arrivare a degli incontri aperti a tutti coloro che vorranno raccontare il loro quartiere.

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«La legge sblocca pratiche è ferma lì dove l’abbiamo lasciata. In un mese non è stato fatto nemmeno un passo in avanti rispetto al giorno in cui il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il testo ispirato dalla proposta di legge n. 80 presentata dal nostro gruppo consiliare.»

La denuncia arriva dal gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale.

«Non sono state impegnate le risorse destinate al personale – si legge in una nota -. Non è stato nemmeno abbozzato il Piano straordinario previsto dalla legge. Non è stata costituita neppure l’Unità di progetto, struttura che dovrebbe ricoprire un ruolo centrale proprio per l’attuazione della norma e svolgere funzioni di  coordinamento e monitoraggio del Piano. Una presa in giro per i tanti a cui sono stati promesse risorse che di questo passo non vedranno mai. Una fotografia evidente del blocco dell’apparato burocratico regionale che abbiamo più volte denunciato. Un impasse creato da una gestione dilettantesca portata avanti in questi mesi in particolare dall’Assessorato al Personale e condita da decisioni illegittime e violazioni palesi di norme regionali e statali.»

«Crediamo sia urgente riportare nuovamente il tema in Consiglio e permettere alle Commissioni di capire cosa stia succedendo dentro la Regione e cosa, o chi, sta impedendo l’applicazione delle norme urgentemente approvate per liquidare migliaia di pagamenti – concludono i consiglieri Progressisti del Consiglio regionale -. Per questo motivo, utilizzando la procedura d’urgenza prevista dal regolamento consiliare, abbiamo convocato in I Commissione l’assessore del Personale e in V Commissione i Commissari di Laore e di Argea. La riunione dovrà tenersi obbligatoriamente nei prossimi dieci giorni ma, vista l’urgenza, ci aspettiamo che la Commissione venga convocata nel più breve tempo possibile

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La città di Carbonia concorre, insieme ad altri 43 Comuni, per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021. Una candidatura avvalorata dalla presenza di numerosi siti archeologici di pregio. Uno di questi è indubbiamente il Nuraghe Sirai, una fortezza dove la civiltà sarda si incontra con quella fenicia in uno straordinario crocevia di tradizioni, culture e identità che si compenetrano e pervadono le une con le altre.

Su questo tema, domani, giovedì 23 gennaio, alle ore 17.30, al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Carla Perra, direttore scientifico dello scavo archeologico presso il complesso del Nuraghe Sirai e direttore del settore storico e archeologico dei Musei di Carbonia – SIMUC, presenterà il suo libro dal titolo “La fortezza sardo-fenicia del Nuraghe Sirai. Il ferro II Sardegna”, contenente una rassegna completa degli scavi eseguiti in oltre 15 anni di lavoro presso la fortezza fondata alla fine del VII secolo a.C. su un preesistente villaggio dell’età del Bronzo e ai piedi del Nuraghe vero e proprio.

La presentazione sarà l’occasione per parlare dell’ultima fase della civiltà nuragica, il Ferro II, datata tra il 730 e il 550 a. C. ca., e della sua interazione con la comunità fenicia stanziata nel Sulcis.

Il libro riveste una particolare importanza per la città di Carbonia, in quanto il concessionario degli scavi del Nuraghe Sirai è lo stesso comune di Carbonia.

Oltre alla descrizione stratigrafica e all’interpretazione di tutti gli edifici e gli isolati scavati (l’area della porta, le fortificazioni e il magazzino, l’area sacra e l’officina del vetro, l’officina delle pelli, ecc.), il volume propone l’edizione integrale della produzione ceramica (proveniente dagli strati di vita), per la quale viene proposto un nuovo modello di classificazione, ed inoltre un’analisi della tipologia insediativa, dell’architettura e del sistema territoriale nel quale l’insediamento si inserisce.

La monografia è arricchita dal contributo di altri studiosi: lo studio di Stefano Santocchini Gerg sui materiali ceramici importati, greci ed etruschi, lo studio di Valentina Ligas sugli strumenti litici rinvenuti nell’officina del vetro e in quella delle pelli e, infine, l’approfondimento sull’ambiente geologico di Mauro Villani, nel quale si individuano le aree di provenienza delle materie prime utilizzate nei cicli di produzione della fortezza.

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«Centoventi telefonate per prenotare una visita medica attraverso il Cup e neanche una andata a buon fine. Al punto che, dopo ore e ore perse nel tentativo di parlare con un operatore, ci si deve recare di persona in viale Trieste, fare la fila e sperare che l’odissea finisca presto. È un vero e proprio incubo quello denunciato dall’associazione dei consumatori Altroconsumo, che in questi giorni ha voluto verificare quali peripezie devono affrontare i sardi per prenotare una visita attraverso il Centro unico di prenotazione chiamando al numero 070 474747 o al numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533

La denuncia. E’ Michele Ciusa, consigliere regionale del M5S, a rilanciare la denuncia di Altroconsumo. «Il quadro emerso da questo test – spiega il consigliere regionale del M5S – è vergognoso, manca di rispetto ai malati e a tutti i cittadini sardi. Soprattutto, se consideriamo che per larga parte il servizio è utilizzato da persone anziane, che oltre ad avere poca dimestichezza con le voci metalliche e i messaggi preconfezionati, non possono subire ore di attesa, spostamenti da una parte all’altra della città per poi accontentarsi di appuntamenti che arrivano dopo mesi e mesi e che mettono a serio rischio la loro salute, il nostro gruppo in Consiglio regionale ha già presentato un’interrogazione per chiedere il potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e digitale dei Cup».

«Con il bilancio di previsione dello Stato per il 2019 – aggiunge Michele Ciusa – e per il triennio 2019/2021, sono stati stanziati 350 milioni di euro per interventi volti a ridurre i tempi di attesa nell’erogazione delle prestazioni sanitarie attraverso l’implementazione e l’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche legate ai sistemi di prenotazione elettronica delle visite. Soltanto grazie a una gestione integrata dei dati e delle agende di prenotazione è possibile ottenere una riduzione dei tempi d’attesa. Tempi d’attesa che si sono rivelati biblici in diversi ospedali e reparti degli presidi ospedalieri sardi.»

Che fine hanno fatto i soldi stanziati? «Alla Regione Sardegna sono stati assegnati 13,155 milioni di euro, dei quali 4,210 milioni a titolo di acconto da trasferire entro il 31 dicembre 2019. Per poter ottenere e spendere questi fondi, lo ribadiamo, è necessario avere presentato entro il 31 ottobre scorso il cronoprogramma delle attività che la Regione intende realizzare. Ecco perché rinnovo la domanda contenuta nella nostra interrogazione (a prima firma Desirè Manca) protocollata lo scorso dicembre: in questo momento dobbiamo sapere se la Regione Sardegna rispetterà le tempistiche dettate – conclude Michele Ciusa -. Non possiamo perdere questi fondi fondamentali per la costruzione di un modello di infrastruttura tecnologica e digitale delle prenotazioni che sia rispettosa della dignità dei malati e di tutti i cittadini».

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“Cancro, io ti boccio” è il titolo del progetto promosso dagli studenti della scuola primaria Ciusa (Istituto Comprensivo Don Milani) di via Lombardia a Carbonia, che sabato 25 gennaio, dalle ore 8.30 alle ore 13.00, nel piazzale antistante alla scuola distribuiranno a prezzo simbolico le “arance della salute”, il cui ricavato sarà devoluto a sostegno della lotta contro il cancro.

L’evento, organizzato dall’Istituto Comprensivo Don Milani in collaborazione con l’AIRC (Associazione Italiana per la ricerca sul cancro) ed il comune di Carbonia, mira a informare a sensibilizzare i cittadini sull’importanza dello stile di vita, e in particolare dell’alimentazione, nella prevenzione dei tumori.

“Ci sono battaglie che si combattono insieme”, pertanto, tutti i cittadini sono invitati a partecipare per dare un piccolo ma nel contempo grande contributo alla ricerca scientifica per la lotta contro i tumori.

Per consentire lo svolgimento in sicurezza della manifestazione, la Polizia locale ha disposto, dalle ore 8.30 alle ore 13.00 di sabato 25 gennaio, la chiusura del traffico veicolare ed il divieto di sosta nel piazzale situato davanti all’Istituto Comprensivo “Don Milani” di via Lombardia.

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Domani, giovedì 23 gennaio, alle ore 11.00, nella sala riunioni dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione (viale Trieste 186 – 2° piano), l’assessore, Andrea Biancareddu, illustrerà il piano di Programmazione della Rete Scolastica e dell’offerta formativa della Regione per l’anno scolastico 2020/2021.

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Qualche giorno fa la Giunta regionale ha approvato il provvedimento che proroga di 15 anni le concessioni degli stabilimenti balneari. Domani, giovedì 23 gennaio, alle ore 10.30, nella sala riunioni dell’Assessorato regionale degli Enti locali, in viale Trieste, 186, a Cagliari, l’assessore regionale degli Enti locali ed Urbanistica, Quirico Sanna, illustrerà le modalità di attuazione della proroga per le concessioni degli stabilimenti balneari della Sardegna, salutato positivamente da tutti gli addetti ai lavori.

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Il direttivo del Centro Studi Agricoli, guidato da Tore Piana, nei giorni  scorsi, ha analizzato la situazione straordinaria creatasi nel comparto delle produzioni suinicole nel mondo e in Sardegna, che ha portato ad un improvviso ed imprevisto aumento dei costi delle carni di maiale ,di circa il 40%, a causa di una offerta deficitaria rispetto alla domanda. Questa situazione è stata causata dalla presenza in Cina della PSA peste suina, che ha dovuto abbattere in pochi mesi oltre 300 milioni di maiali. Dall’Agosto 2018, quando la Cina aveva comunicato all’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale che la Peste Suina aveva colpito il paese, la malattia si è diffusa in Cina con una velocità straordinaria, colpendo oltre il 40 % dei maiali cinesi. Come si sa, la Cina è una nazione dove si consuma la più alta quantità pro capite di carne di maiale, circa 30 kg anno, rispetto ai 15 kg annui dell’Italiano. Questa situazione ha portato la Cina a fare incetta di carne suina nel mondo essendo le proprie produzioni altamente deficitarie. Nella sola Cina il prezzo della carne di maiale è aumentato del 125 %. Portando le importazioni cinesi dai 94 milioni di KG agli attuali 161 milioni di Kg. Di conseguenza i prezzi in Europa e in Italia e nella nostra Sardegna sono aumentati improvvisamente del 40% negli ultimi tre mesi e sicuramente continueranno ad aumentare nell’immediato.

La situazione in Sardegna attualmente è ancora peggiore, a fronte dei circa 160.000 capi allevati e di circa 55.000 ql di carne prodotte in Sardegna, i consumi nell’isola ammontano a circa 300.000 Ql. Per intenderci la Sardegna produce circa 1/6 del suo fabbisogno interno, in più la Sardegna è gravata dalla presenza della PSA Peste Suina Africana, che ha causato il blocco delle esportazioni fuori dall’isola e l’applicazione di norme severissime negli allevamenti.

«Ora – afferma Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli -, il problema della PSA Peste Suina in Sardegna, secondo quanto dichiarato dalle Autorità Sanitarie dell’Isola, sta andando ad essere definitivamente debellato, dopo anni e anni di interventi e profilassi.»

Ecco che ora in Sardegna bisogna cogliere urgentemente il momento altamente  favorevole dei prezzi elevati e molto remunerativi per gli allevamenti di suini e della situazione deficitaria delle produzioni mondiali di carni suine. Secondo diverse proiezioni, l’aumento dei prezzi  e le deficienze delle produzioni rispetto ai consumi della carne, durerà non meno di 10 anni, anche in virtù che la peste suina si sta diffondendo in Europa ed ha colpito la Polonia ed oggi si trova a meno di 30 Km dal confine Tedesco e dagli esiti inimmaginabili, visto che la Germania è uno dei maggiori esportatori di carne di maiale al mondo.

«Come Centro Studi Agricoli – aggiunge Tore Piana -, chiediamo con forza che la Regione Sardegna, definisca in tempi rapidi e con tutti i mezzi, l’uscita da regione colpita da PSA e venga dichiarata dalle Autorità sanitarie europee, isola indenne dalla stessa PSA. Chiediamo che nello stesso tempo, venga avviato un piano triennale straordinario per il rilancio della Suinicoltura in Sardegna, con una specifica legge regionale e finanziamenti mirati che favoriscano il raggiungimento di oltre 2 milioni di capi di suini entro 2022 – conclude Tore Piana -. Preso atto del momento altamente favorevole e remunerativo che il comparto suinicolo attraverserà.»