24 November, 2024
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Domani, 31 gennaio, Poste Italiane attiverà a Cagliari e Quartu Sant’Elena un servizio filatelico temporaneo con bollo speciale con la dicitura “Fontane d’Italia”.
Nell’occasione, dalle ore 10.00 alle 12.00, sarà possibile timbrare con il bollo speciale le corrispondenze presentate presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Cagliari Centro in piazza del Carmine, l’ufficio postale di Cagliari 10, in via San Benedetto 57/a e l’ufficio postale di Quartu Sant’Elena 2, in via Verdi, 37.
In queste sedi sarà anche disponibile la cartolina dedicata al tema, sulla quale sarà possibile apporre un francobollo a scelta.
Eventuali commissioni filateliche potranno essere inoltrate a: Poste Italiane / Filiale di Cagliari. Per qualsiasi informazione o curiosità sugli annulli e sul tutto il mondo della filatelia è possibile visitare il sito www.poste.it/filatelia.html .

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«L’attività di donazione e trapianti ha registrato nel 2019 numeri positivi sul nostro territorio, con una considerevole inversione di tendenza rispetto all’anno precedente. Un aspetto che testimonia il grande potenziale di un ambito che in Sardegna esprime eccellenze e grandi professionalità. Come Regione mettiamo in campo ogni possibile strumento per far crescere un settore da cui dipendono la salute e la speranza di vita di tante persone.»

Sono le parole dell’assessore della Sanità, Mario Nieddu, che oggi, nel corso di un incontro a Cagliari, insieme al coordinatore del Centro regionale trapianti, Lorenzo D’Antonio, ha presentato il report sull’attività di donazione e trapianti in Sardegna nel 2019.

«Un ruolo significativo sulla crescita lo hanno avuto le segnalazioni dei soggetti che potrebbero essere idonei alla donazione, a riprova della capacità del nostro sistema di fare rete – spiega Mario Nieddu -. Nell’anno che si è appena concluso le segnalazioni (persone per cui è stata accertata la morte celebrale) 92, il 30% in più rispetto al 2018. Insieme a tutti gli altri indici sono cresciute anche le opposizioni che si attestano attorno al 23,9%, un dato comunque inferiore al 30% della media nazionale, ma che ci spinge a fare delle riflessioni e intervenire. Avvieremo una grande campagna di sensibilizzazione, per informare i cittadini in modo corretto.»

Nel 2019 i trapianti in Sardegna sono stati complessivamente 76 (contro i 64 del 2018): 27 i trapianti di fegato (compreso trapianto combinato fegato-rene) contro i 23 del 2018; 46 i trapianti di rene (compreso trapianto combinato fegato-rene) contro i 37 del 2018; 3 trapianti di cuore, contro i 2 dell’anno precedente.

Più che triplicati i prelievi di cornea (34).

Gli organi ceduti e trapiantati presso centri extraregionali nell’ambito dei programmi nazionali (pediatrico e iperimmuni) sono stati 64.

Sui tempi necessari a ricevere il trapianto la Sardegna registra attese inferiori rispetto alla media nazionale: 63 giorni per il trapianto di fegato (150 giorni media nazionale), 85,3 per il cuore (contro 360 giorni) e 240 giorni il rene (750 media nazionale).     

Nell’anno che si è appena concluso è inoltre cresciuto l’impegno del Centro Regionale Trapianti nella formazione e nell’informazione sia dei cittadini sia degli operatori sanitari. In particolare sono stati realizzati incontri con gli studenti delle scuole superiori e con le Forze Armate, con finalità di divulgazione della cultura della donazione e incontri di formazione in collaborazione con la facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università di Cagliari, con l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Cagliari e con il personale in servizio all’anagrafe dei Comuni della Sardegna nell’ambito del progetto ‘Una scelta in Comune’.

Sono circa 138.000 i cittadini sardi che hanno dichiarato ai Comuni la propria volontà. Di questi il 79,1% ha espresso il proprio consenso alla donazione (lo stesso dato a livello nazionale è del 70%), mentre le opposizioni si sono attestate al 20,3% (analogo dato a livello nazionale è del 30%).

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I deputati europei esortano la Commissione a presentare una strategia ambiziosa per la parità di genere, che includa delle misure per ridurre il divario retributivo di genere.

Nella risoluzione non legislativa approvata giovedì con 493 voti favorevoli, 82 contrari e 79 astensioni, il Parlamento accoglie con favore l’impegno della nuova presidente della Commissione di fare della «parità di retribuzione a parità di lavoro» il principio fondante della nuova strategia europea di genere che sarà presentata a marzo.

I deputati vogliono che tale strategia includa delle disposizioni vincolanti sulla trasparenza delle retribuzioni e sul divario retributivo tra i generi, da applicare sia al settore pubblico che a quello privato, nonché degli obiettivi chiari e un monitoraggio più efficace dei progressi compiuti. Chiedono inoltre che il Piano d’azione per affrontare il problema del divario retributivo di genere, che dovrebbe fissare obiettivi chiari per gli Stati membri al fine di ridurre il divario nei prossimi cinque anni, sia rivisto entro la fine del 2020.

Per affrontare alla radice le cause del divario retributivo, il Parlamento esorta gli Stati membri a investire nell’istruzione e nei servizi di assistenza alla prima infanzia, nonché nelle modalità di lavoro a misura di famiglia, così da garantire alle donne un’equa partecipazione al mercato del lavoro. Considerando che il divario retributivo di genere è più del doppio per i pensionati, i deputati chiedono anche delle disposizioni adeguate per le donne più anziane, come crediti per i periodi di cura, pensioni minime adeguate e prestazioni di reversibilità.

L’apprendimento continuo e la formazione professionale dovrebbero garantire alle donne l’accesso a occupazione e opportunità di alta qualità. In particolare, i deputati chiedono una maggiore promozione delle materie imprenditoriali, scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) e dell’educazione digitale per le ragazze fin dalla più giovane età, al fine di combattere gli stereotipi educativi esistenti e garantire alle donne l’accesso a settori in via di sviluppo e ben remunerati.

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Il Parlamento europeo invita la Commissione a proporre una legislazione più stringente sui caricabatteria standard entro luglio 2020.

Nel testo della risoluzione, in cui si chiede l’introduzione obbligatoria di un caricabatteria comune a tutti i dispositivi mobili, si afferma come vi sia una «urgente necessità di un intervento normativo dell’UE» per ridurre i rifiuti elettronici e dare ai consumatori la possibilità di effettuare scelte sostenibili.

La risoluzione non legislativa è stata approvata con 582 voti favorevoli, 40 contrari e 37 astensioni.

Il Parlamento vuole che la Commissione presenti entro luglio 2020 l’atto delegato che integra la direttiva 2014/53/UE sulle apparecchiature radio o, se necessario, una misura legislativa entro la stessa data.

Per non ostacolare l’innovazione, l’Esecutivo dell’UE dovrebbe garantire che il quadro legislativo relativo ai caricabatteria standard sia «esaminato periodicamente tenendo conto dei progressi tecnici». I deputati ribadiscono l’importanza della ricerca e dell’innovazione per migliorare le tecnologie esistenti e introdurne di nuove.

Inoltre, il Parlamento chiede alla Commissione di:

– adottare misure per garantire al meglio l’interoperabilità dei diversi caricabatteria wireless con le varie apparecchiature mobili

– prendere in considerazione iniziative legislative volte ad aumentare il volume di cavi e caricabatteria raccolti e riciclati negli Stati membri

– garantire che i consumatori non siano più obbligati ad acquistare un nuovo caricabatteria con ogni nuovo dispositivo.

La proposta per una vendita dissociata dei caricatori dall’acquisto di nuovi dispositivi dovrebbero essere introdotta insieme a una soluzione di ricarica standard, senza che questo generi un aumento dei prezzi per i consumatori.

Secondo le stime, ogni anno a livello mondiale vengono prodotti circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, pari a una media di oltre 6 kg pro capite. In Europa, il totale dei rifiuti elettronici generati nel 2016 è stato di 12,3 milioni di tonnellate, pari a 16,6 kg in media per abitante. Inoltre, i brevi cicli di vita di alcuni dispositivi comportano la produzione di ulteriori rifiuti elettronici.

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Sono stati ripartiti, tra quarantaquattro enti locali, i 300mila euro stanziati dalla Giunta regionale per lo svolgimento di esercitazioni operative sul rischio idraulico e idrogeologico nell’ambito dei rispettivi piani di protezione civileOltre all’Unione dei Comuni della Marmilla e del Montiferru-Sinis, sono state finanziati i Comuni di La Maddalena, Barisardo, Serrenti, Sassari, Assemini, Oristano, Pula, Monserrato, Olbia, Sorso, Orani, Ales, Isili, Elini, Nuraminis, Orune, Ozieri, San Gavino, Gadoni, Esterzili, Orotelli, Ottana, Macomer, Belvì, Oliena, Villasor, Orgosolo, Alghero, Paulilatino. Quartucciu, Terralba, Bosa, Tortolì, Iglesias, San Nicolò Arcidano, Orosei, Elmas, Golfo Aranci, Siliqua, Urzulei, Talana e Siniscola.

«Vogliamo promuovere le esercitazioni programmate per ottimizzare il sistema regionale di protezione civile, garantendo la sicurezza dei cittadini anche attraverso l’organizzazione di attività di prevenzione, come esercitazioni ed altre attività addestrative e formative che li vedano coinvolti – ha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha la delega in materia di protezione civile -. Le esercitazioni hanno l’obiettivo di testare l’efficienza operativa delle azioni previste nei piani comunali e intercomunali, coinvolgendo ed informando i cittadini sui rischi e sui comportamenti da tenersi in situazioni di emergenza, così da favorire l’eventuale azione di soccorso e mitigare gli effetti dì un evento calamitoso.»

Le esercitazioni servono anche a sperimentare l’efficienza della catena di comando e controllo e le modalità di coordinamento; valutare l’adeguatezza di risorse umane, materiali e mezzi disponibili; coinvolgere le organizzazioni locali di volontariato, i gruppi comunali di protezione civile, le compagnie barracellari e le strutture operative dell’amministrazione locale, regionale e statale; incentivare la predisposizione e/o l’aggiornamento dei Piani di protezione civile; favorire le attività di pianificazione e gestione delle emergenze a livello intercomunale.

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«L’endorsement sull’insularità per la calendarizzazione in tempi brevi della proposta di legge arrivato ieri durante la riunione dei capigruppo al Senato, è il segnale che la battaglia che stiamo combattendo trova finalmente eco anche a Roma.»

Così Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu in relazione alla sollecitazione arrivata ieri da Lucio Malan per la calendarizzazione della discussione sulla proposta di legge popolare di inserimento dell’Insularità in Costituzione.
«Il fronte unito che vede schierati in prima fila anche i parlamentari sardi – spiegano Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu – deve essere l’occasione per sanare quella ferita causata nel 2001 dalla modifica del titolo V della Costituzione, con l’eliminazione dall’art. 119 di ogni riferimento all’insularità. È stata, in quel momento, cancellata quella condizione di svantaggio che per anni era stata la base della specialità delle Isole e che oggi la Sardegna chiede a gran voce di rinserire.»
«Nessuno di noi – spiegano ancora i rappresentanti del Comitato per l’insularitàpuò considerarsi al riparo dai danni nefasti che scaturirebbero per i sardi di oggi e di domani se la Sardegna rimanesse immobile mentre le altre regioni d’Italia già combattono per i propri interessi. Nonostante  i trattati comunitari e internazionali – concludono Frongia e Mongiu – l’Isola continua ad avere uno svantaggio infrastrutturale e strutturale che si concretizza in danni di carattere sociale, economico, culturale. La battaglia che stiamo portando avanti a tutti i livelli per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione va proprio in questa direzione.»

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«La Regione è consapevole delle enormi potenzialità turistiche della storica rete a scartamento ridotto che attraversa territori di grande pregio ambientale, storico e naturalistico, nonché del grande valore dell’iniziativa collegata al Trenino Verde. Per questo vogliamo impegnarci in un progetto di gestione totalmente nuovo rispetto al passato, che vede coinvolte importanti realtà e istituzioni del panorama nazionale, oltre che i massimi esperti del settore.»

Lo ha sottolineato l’assessore regionale dei Trasporti, Giorgio Todde, annunciando «un efficiente progetto che si concretizzerà in un nuovo sistema di gestione dedicato, sia alle infrastrutture storiche che ai convogli ad uso esclusivamente turistico, e che consentirà di veicolare nuovi investimenti, pubblici e privati, per il rilancio vero, a lungo atteso, di questo patrimonio unico nel suo genere in Europa. Intendiamo avviare quanto prima l’iniziativa con i partner già coinvolti al fine di poter offrire un ulteriore scelta nel panorama turistico dell’Isola già a partire da quest’anno, proclamato ‘Anno del Treno turistico 2020’ dal ministro per i Beni, le Attività culturali e il Turismo, Dario Franceschini».

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Bilancio positivo per il sistema delle imprese isolano: nel 2019 + 1.359 unità. Altrettanto non può dirsi per l’artigianato che registra un’ulteriore flessione delle imprese attive: le nuove iscrizioni all’albo delle imprese artigiane sono state 2.076 a fronte di 2.504 cessazioni: un saldo negativo di 428 imprese.

«La flessione regionale – dichiarano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale CNA – è dovuta per lo più al crollo verticale del tessuto artigiano della provincia di Oristano che negli ultimi anni oltre a combattere con gli effetti della crisi, ha dovuto affrontare il blocco “dell’attività dell’Albo delle imprese artigiane”, paralisi che di fatto ha inibito alle imprese locali la possibilità di iscriversi al medesimo.
Blocco da imputare alla Regione Sardegna che non rende operativa la convenzione con la locale Camera di Commercio, di fatto cagionando un gravissimo danno economico agli artigiani Oristanesi.»

Il report del Centro studi della Cna Sardegna analizza i dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel 2019 (dati Movimprese, rilevati sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere).

Con il 2019 gli anni consecutivi di calo dell’artigianato in Sardegna arrivano, dunque, ad undici. Dal 2008, si sono perse nella nostra isola 8588 attività artigiane con una flessione del -20%: una vera e propria catastrofe che non ha eguali nel panorama regionale italiano.

La situazione in Sardegna

Come è noto il sistema dell’artigianato regionale era cresciuto con continuità in termini demografici fino al 2008, quando nell’isola erano censite ben 43mila imprese artigiane (contro le circa 34mila di oggi), pari al 28,5% del totale (una quota non distante da quella delle regioni storiche dei distretti industriali, come Marche, Toscana o Emilia Romagna, dove oggi è circa il 30%).

«Nel 2019 il numero di imprese artigiane attive si è ridotto del -1,2% e, guardando al dato settoriale, sono pochi i segnali positivi – proseguono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu -: grazie alle buone performance del turismo regionale, da un triennio si è stabilizzata la situazione nel settore alberghiero e della ristorazione, mentre il settore dei servizi alle imprese e gli altri servizi si mostra come l’unico col segno positivo. Dopo una fase di stabilizzazione, viceversa, torna il segno meno anche nel numero di imprese artigiane attive in ambito agroalimentare, mentre continuano a soffrire legno e carpenteria metallica, al pari del settore trasportistico. E’, infine, ancora molto critica la situazione nell’edilizia: alla fine del 2019 le imprese artigiane di costruzioni sono 12.734, contro le 12.856 dell’anno prima e le 13.004 di fine 2017. Tutto ciò – continuano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu – rende ancor di più inspiegabile – a distanza di oltre un anno – la ragione per la quale il “pacchetto di misure” a sostegno del comparto discusso con la Commissione speciale istituita dal Consiglio regionale per affrontare la crisi dell’Artigianato e del Commercio e approvato nel dicembre 2018 nonostante i tanti proclami sia finito nel dimenticatoio e risulti ad oggi inapplicato.»

La situazione provinciale

Al livello territoriale i segnali negativi, seppur generali, non sono omogenei; Sassari e Nuoro registrano un 2019 di sostanziale stabilità (seppur tendente alla flessione); a Cagliari il numero di imprese artigiane è calato dello 0,9%; questo significa che il dato negativo regionale è in buona parte spiegato da quanto successo in un solo territorio: Oristano. Il tessuto artigiano della provincia occidentale dell’Isola negli ultimi anni è stato letteralmente falcidiato dalla crisi: nel 2019 si contano 156 imprese in meno e ben 656 mancano all’appello rispetto a fine 2014, il che significa una riduzione di oltre un quinto (-20,2%) delle attività artigiane, passate da 3.243 a 2.587 nel giro di soli cinque anni.

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Tre Aziende, tre artigiani sardi, e tre elementi. Legno, tessuto e l’arte del design si uniscono, anzi si intrecciano in una commistione che dà vita a vere e proprie opere d’arte, artigianato, design e arredamento per la casa di eccellenza. Ed è proprio intrecciandosi che questi elementi danno vita a un nuovo modo di lavorare e presentare l’artigianato artistico di eccellenza sul mercato isolano, nazionale e internazionale. Tradizione e innovazione, e ancora professionalità che si mettono insieme ed elementi diversi che si amalgamano tra loro, per dare risposte a un mercato dell’artigianato che è sempre più esigente e competitivo.

– Il legno incontra il tessuto. E’ il nome dell’iniziativa e dell’evento pensato dai Fratelli Rosella, Giorgio ed Andrea Cau, della Falegnameria Cau di Collinas, che con la materia del legno hanno evidentemente molta confidenza. La collaborazione con la designer Mara Damiani e gli artigiani Bianca Damiani e Furio Carturan di Filatex Ricami (Decimomannu) è stata fondamentale per la buona riuscita dell’idea.

L’appuntamento è per l’8 febbraio a Collinas nello Show-Wood della falegnameria Cau, dalle ore 17.00 alle 20.00 a Collinas. «Abbiamo voluto unire il Legno al Tessuto – ha spiegato Rosella Cau – in una nuova linea di porte interne e complementi d’arredo su misura e uniche nel loro genere. La linea “Contrast” della designer Mara Damiani, realizzata in collaborazione con gli artigiani di Filatex Ricami, si è evoluta ancora ed è stata declinata per arredare in maniera artistica e con gusto appartamenti o locali».

Le linee pulite e semplici del legno creano un armonico-contrasto con i colori del tessuto.
I disegni sono ispirati alla Sardegna con riferimenti alle icone e ai cromatismi che affondano le radici in tempi antichi, con un linguaggio moderno che porta in se un forte senso identitario all’isola, il tutto rivisitato in chiave moderna, nello stile di Mara Damiani.

«Ci apriamo alle esigenze e tendenze del mercato artigianale e artistico, che vede uno stravolgimento continuo grazie anche alle nuove tecnologie delle quali può avvalersi – ha proseguito Rosella Cau – quindi tutto il nostro lavoro vuole e deve essere un richiamo alla nostra terra, ma gli elementi scelti, come il legno e i filati, si devono necessariamente muovere nel segno della modernità e qualità che i tempi richiedono. Solo così l’artigianato di eccellenza sardo può essere un prodotto ricercato e ambito a livello internazionale, ne siamo convinti.»

Un nuovo modo di lavorare e di pensare l’artigianato, dunque, e di presentarsi al mercato con nuove idee, attraverso le contaminazioni. «Le porte vengono ricoperte di tessuto, i quadri possono essere filati con richiami alla Sardegna più atavica. Abbiamo già sperimentato la contaminazione con il metallo, legno e metallo insieme, e abbiamo realizzato delle vere e proprie opere d’arte. L’idea è piaciuta molto – ha concluso Rosella Cau – e per questo abbiamo pensato di andare avanti e lavorare con il design e i filati.»

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Anche a febbraio la multinazionale Ferrero ha aggiornato gli annunci di lavoro che riguardano, soprattutto, operai e manutentori meccanici da inserire presso gli stabilimenti distribuiti su tutto il territorio nazionale. Gli operai dovranno occuparsi dei clienti e dei prodotti in modo da ottenere risultati brillanti per i clienti di tutto il mondo; i Manutentori Meccanici dovranno occuparsi della manutenzione preventiva degli impianti di produzione e di eseguire analisi di guasti e diagnostica su pompe, motori, valvole e organi pneumatici; Manutentori di Magazzino Automatico, che dovranno eseguire attività di gestione dell’impianto, garantire la continuità dei processi, gestire le spedizioni e garantire gli standard di qualità e sicurezza; Assistenti Analisti Sensoriale, che dovranno raccogliere e analizzare i dati sensoriali, eseguire attività di gestione dell’impianto e garantire gli standard di qualità e sicurezza oltre a tante altre figure. La ricerca è rivolta a diplomati e laureati con …

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_ferrero_1_20.html .

Alba,17 maggio 2014
(GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)