23 November, 2024
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«Il nostro Paese manterrà i propri impegni nell’ambito della Nato: darà il proprio contributo e si assumerà le proprie responsabilità.»

Lo ha detto il sottosegretario della Difesa, Giulio Calvisi, alla cerimonia di consegna del drone Nato RQ-4D Global Hawk alla base di Sigonella nell’ambito del programma ‘Alliance ground surveillance’ (Ags).

«Stiamo vivendo – ha affermato Giulio Calvisi, presente in sostituzione del ministro Lorenzo Guerini impegnato al Consiglio dei ministri – un periodo di tensione e potenziale minaccia alla pace e alla sicurezza: Iraq, Iran, Siria, Corno d’Africa, Afghanistan. Il nostro Paese, la Nato, l’Ue, l’Onu, sono chiamate ad assumere una responsabilità maggiore per il mantenimento della pace e la stabilizzazione. Noi manterremo i nostri impegni.»

Il sottosegretario della Difesa ha sottolineato come l’Ags sia «un programma di alto contenuto tecnologico, certamente ambizioso dal punto di vista scientifico ed industriale, sviluppato nel corso di un lungo periodo di tempo e che ha raggiunto la sua operatività nelle scorse settimane».

Giulio Calvisi ha ricordato che «l’Italia ha sempre creduto nell’Ags», tanto da essere «il terzo Paese contributore finanziario del progetto» e da «ospitarne i sistemi, garantendo l’essenziale sostegno logistico, infrastrutturale e tecnico-operativo a Sigonella». Secondo il sottosegretario con «l’Ags l’Alleanza acquisisce uno strumento di sorveglianza per rafforzare efficacemente la capacità di deterrenza e difesa. Inoltre rappresenta un’occasione di sviluppo tecnologico per l’industria italiana della difesa e si colloca sul fronte sud».

«Il nostro Paese – ha ricordato Giulio Calvisi – sostiene da tempo l’importanza di un approccio a 360 gradi che sappia guardare con attenzione all’aera del Mediterraneo allargato e al fianco sud. Quello di oggi – ha concluso Giulio Calvisi – è quindi un passo importante di un percorso comune che consentirà di confrontarci efficacemente con un ambiente complesso e di contribuire alla difesa collettiva della Nato e alla condivisione della sicurezza.»

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Entro il 31 gennaio 2020 è possibile iscriversi al progetto “Sport di Tutti – edizione young”, promosso da Sport e Salute SpA, in collaborazione con gli organismi sportivi e destinato a bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni.

«Si tratta di un’iniziativa che mira a incoraggiare una diffusione capillare delle pratiche sportive, che da sempre rappresentano un importante fattore di aggregazione, integrazione e socializzazione per i nostri giovani. Uno sport aperto e alla portata di tutti, eliminando qualsivoglia barriera di tipo economico», ha detto il sindaco Paola Massidda.

L’assessore dello Sport del comune di Carbonia, Valerio Piria, invita tutti i soggetti interessati a partecipare ad un «progetto che intende sviluppare concretamente il principio del diritto allo sport per tutti, supportando sia le famiglie che, a causa delle difficili condizioni economiche sociali, non possono sostenere i costi dell’attività sportiva extrascolastica, sia le associazioni e società sportive che già svolgono attività di carattere sociale sul territorio».

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«Lo avevamo pronosticato in Aula: il referendum voluto dalla Lega Nord e patrocinato dal Presidente della Regione è stato cassato dalla Consulta. Chi parla di “democrazia negata” o non sa o fa finta di non sapere, fornendo solo un ulteriore esempio del pressappochismo con cui governa la cosa pubblica. Dovrebbero piuttosto chiedere scusa per il tempo fatto perdere al Consiglio regionale che per tre sedute ha dovuto discutere di questo tema. Prima per richiedere il referendum e poi, in altre due occasioni, per tentare di correggere i pasticci contenuti nel primo testo.»

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri del gruppo “Progressisti” in Consiglio regionale.

«L’Aula lavora pochissimo: si è riunita tre volte a novembre e tre a dicembre mentre per il mese di gennaio, complici le “meritate” vacanze, è prevista una sola riunione, convocata peraltro dalla minoranza sui temi di continuità territoriale e entrate – aggiungono i consiglieri del gruppoProgressisti”  -. Il poco tempo che si trascorre in Consiglio è tutto fuorché produttivo, visto lo scarso numero di leggi approvate, l’alto numero di impugnazioni e il modo non più tollerabile con cui si stanno decidendo le priorità per l’Isola. La decisione della Consulta era inevitabile: il testo del referendum leghista era scritto male e presentava errori non sanabili in alcuna maniera che avevamo puntualmente sottolineato in Aula il 25 novembre, giorno dell’approvazione della richiesta da parte del Consiglio regionale.»

«Se il Presidente e la sua maggioranza ci avessero ascoltato, si sarebbe sicuramente risparmiato una brutta figura, l’ennesima, alla nostra Regione.  Ma il prestigio della Sardegna non sembra interessare alla maggioranza a cui importa solo di mostrarsi più realista del re davanti a chi, dal nord, detta l’agenda e i tempi del Consiglio regionale e impone i suoi uomini nei posti di sottogoverno – concludono i consiglieri del gruppo Progressisti” -. Quanto avvenuto in merito al referendum è solo uno dei tanti esempi, probabilmente il più innocuo, degli effetti nefasti che sta avendo nell’isola l’abbraccio mortale con la Lega.»

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Nuovo appuntamento, domenica 19 gennaio, per la rassegna “Capitani coraggiosi” di Cada Die Teatro, con la direzione artistica di Tatiana Floris e Silvestro Ziccardi. ATeatro Comunale Si ‘e Boi di Selargius, e negli spazi di Piazza Si ‘e Boi, dalle 16.00, Guarda, un asino che vola!, laboratorio a cura di Francesca Pani e Cristina Carta, in collaborazione con l’associazione Cultarch, dove, partendo da un antico gioco, verranno realizzati piccoli personaggi di stoffa, piume e bottoni che si animano con le dita: personaggi da far svolazzare, ma… non tutti sanno volare! Sempre alle 16.00, Giochiamo con trasporto, laboratorio a cura degli Amici della bicicletta di Cagliari. Alle 17.30, andrà in scena “Amici per la pelle”, una produzione del Teatro del Buratto (Milano)/Atir, di Emanuele Aldrovandi e Jessica Montanari, con Mila Boeri e David Remondini, regia Renata Coluccini (movimenti scenici: Micaela Sapienza; costumi: Katarina Vukcevic; luci Marco Zennaro; direttore di produzione: Franco Spadavecchia). Dello spettacolo lunedì 20, alle 10.00, è in programma, sempre al Teatro Si ‘e Boi, anche un matinée per le scuole.

Un racconto di amicizia e tradimento, di scoperta di se stessi e dell’altro, che mette al centro il rispetto reciproco e dell’ambiente. Una fiaba moderna in cui vengono narrate le avventure di Zeno, un ragazzo che si sente solo e che per esigenze di lavoro si traveste da asino, e di Molly, un’asina vera, intelligentissima. Molly è fuggita da uno stretto recinto e anche lei si sente sola. Zeno e Molly sono diversi ma accomunati dal sentirsi spesso emarginati, diversi rispetto al loro ambiente. Un giorno, entrambi in fuga, si incontrano e la loro vita cambierà. Raggiungeranno insieme il Posto Segreto sognato da Molly: un luogo dove gli animali convivono pacificamente, rispettando l’ambiente e la natura, e dove l’uomo non è ammesso. Zeno, finto asino, un po’ spaesato, un po’ timoroso, non può adattarsi né continuare a mascherare la propria identità e ancora una volta fugge. Ma questa volta da solo. Quando tradirà l’amicizia di Molly scoprirà quanto è importante e necessario il loro legame e deciderà di mettere a repentaglio se stesso per salvare l’amica. Fra situazioni comiche e drammatiche, con la poesia del sentimento, la storia viene narrata attraverso un gioco di parole e movimento, dove con la voce e con il corpo gli attori evocano e rendono gli spettatori partecipi di avvenimenti e paesaggi.

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Nei paesi di provenienza della comunità immigrata ortodossa appartenente al Patriarcato di Mosca (Ucraina, Russia, Bielorussia, Moldova etc.) l’Epifania o meglio “il Battesimo” (Kreshenie) è una ricorrenza molto sentita con rituali che possono apparire qui in Sardegna pittoreschi, come ad esempio il rito della benedizione dell’acqua con il bagno nelle acque gelate, quando sulle superfici ghiacciate dei laghi vengono effettuati dei fori a forma di crocefisso, e dopo la benedizione dell’acqua i fedeli più coraggiosi si immergono nell’acqua gelata per ripetere la tradizione del battesimo di Cristo.

A causa della differenza fra calendario giuliano (seguito dalla liturgia ortodossa) e calendario gregoriano (quello civile attualmente in vigore) l’Epifania ricadrà domenica 19 gennaio (ossia il 6 gennaio del calendario giuliano).

Anche in assenza della neve e dei laghi ghiacciati, anche a Cagliari, nella spiaggia di Calamosca domenica 19 gennaio alle ore 15.30 non mancherà il rito della benedizione delle acque e l’immersione in mare, in un’acqua se non gelata, come nell’Europa Orientale, pur sempre fredda del mare invernale sardo. Dopo la preghiera e la benedizione, quindi, i più coraggiosi a seguito di padre Nikolay Volskyy parroco ortodosso si immergeranno in acqua per il plurisecolare rito.

Nella tradizione ortodossa e orientale l’Epifania è la festa del battesimo di Gesù nel Giordano, per questo fin dal sec. IV s’introdusse, per questa ricorrenza, la benedizione dell’acqua e l’immersione.

Alla cerimonia molto sentita e partecipata parteciperanno anche alcune autorità consolari dei paesi di tradizione ortodossa accreditati in città fra i quali il Console onorario bielorusso, Giuseppe Carboni.

 

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«Stiamo costruendo una Regione moderna, che risponda alle esigenze delle famiglie e delle imprese, tagliando costi e burocrazia per avere maggiore efficienza e più risorse da investire per lo sviluppo. La semplificazione normativa e amministrativa che abbiamo avviato va in questa direzione ed è fondamentale per affiancare tutte le riforme che stiamo portando avanti.»
Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando il via libera della Giunta, nel corso dell’ultima seduta, al disegno di legge “Semplificazione 2020” finalizzato a ridurre i costi e gli oneri amministrativi che gravano su cittadini ed aziende.

Il provvedimento contiene importanti novità, a cominciare dal riordino e dalla riduzione dello stock normativo grazie all’abrogazione di circa 400 leggi regionali del periodo 1970-1980. «Questo meccanismo taglia-leggi è indispensabile – evidenzia il presidente Christian Solinas – perché nel corso dei decenni si è stratificata una produzione normativa abnorme che appesantisce ogni tipo di procedimento, con richieste complesse e adempimenti spesso non necessari, rallentando i tempi di risposta dell’amministrazione».

Nel ddl è poi prevista l’istituzione di un Rappresentante unico per consentire alla Regione, in particolare nella conferenza di servizi simultanea, di partecipare alla riunione con un unico soggetto abilitato a esprimere la posizione dell’intera amministrazione. Per le conferenze di servizi indette da pubbliche amministrazioni statali o locali viene creato un punto di contatto della Regione che diventa l’interlocutore unico e celere per ottenere un provvedimento comprensivo di tutte le autorizzazioni necessarie.

Nuove disposizioni anche in tema di Suape (lo Sportello unico per le attività produttive e l’edilizia) ed Enti locali. «Il disegno di legge – sottolinea l’assessore regionale dell’Industria, Anita Piliporta con sé una serie di semplificazioni procedimentali di cui beneficeranno i Comuni. In particolare, per il Suape ci sarà la possibilità di gestire il servizio sia in forma associata, attraverso l’Unione dei Comuni, sia in forma autonoma. Abbiamo legittimato qualcosa che avevamo già modificato con un’interpretazione delle linee guida ma che dev’essere supportato da una norma che semplifichi il procedimento».

In arrivo anche una nuova disciplina per facilitare le dismissioni degli immobili di proprietà delle società partecipate della Regione. «Norme particolarmente importanti per i beni dell’Igea – conclude Anita Pili – per i quali spesso l’assessorato dell’Industria sigla dei comodati d’uso gratuiti per i Comuni. Con una delibera di Giunta si potrà decidere quali sono gli immobili cedibili agli Enti locali e in che modo. Così favoriremo il riutilizzo di un grande patrimonio culturale che può essere sfruttato a fini turistici».

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Il presidente del Consiglio comunale di Cagliari, Edoardo Tocco, ha chiesto un incontro ai direttori generali degli ospedali del capoluogo per discutere della riforma sanitaria e di tutte le novità che riguardano gli ospedali cagliaritani.

«Sono stato vicepresidente della commissione Sanità in Regione per cinque anni, e sono a conoscenza delle problematiche che riguardano gli ospedali cagliaritani – spiega Edoardo Tocco -. Convocherò a breve in Consiglio i direttori generali degli ospedali, perché tutta l’Assemblea deve essere informata e, soprattutto, deve partecipare alla discussione su quello che sarà il futuro degli ospedali della nostra città.»

Una questione di grande attualità, alla luce della riforma sanitaria che ha interessato tutta la Sardegna: «Il Consiglio del capoluogo sardo ha non solo il diritto, ma anche il dovere di capire nel dettaglio come cambierà la Sanità a Cagliari in virtù di questa riforma. Per questo ho invitato i direttori generali degli ospedali, i quali spiegheranno a tutti i consiglieri le novità di questa riforma, che sono certo porterà ottimi risultati. È mia intenzione invitare anche l’assessore regionale alla Sanità, che sono certo non mancherà».

I problemi da risolvere sono tanti: «A Cagliari sono presenti situazioni per le quali è necessario fare chiarezza una volta per tutte. Dal futuro dell’ospedale Civile, al Brotzu, dove in alcuni reparti il personale è costretto a districarsi tra mille difficoltà. E poi la questione sicurezza al Santissima Trinità – conclude Edoardo Tocco -, la salvaguardia delle specializzazioni presenti all’ospedale Marino, quale sarà la sorte del Binaghi, e tante altre questioni che vanno affrontate prima possibile».

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La capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Desirè Manca, ha presentato un’interrogazione sulla nomina del direttore sanitario dell’AREUS.

«Un direttore sanitario di un ente privato nominato direttore sanitario di un’azienda regionale. È possibile? – chiede Desirè Manca -. Secondo le norme dettate dalle legge sembrerebbe di no, in quanto sarebbero presenti cause di inconferibilità. Tuttavia, è questo quanto accaduto neanche un mese fa. Con la delibera n. 291 del 31 dicembre scorso il direttore generale dell’AREUS, l’Azienda regionale dell’emergenza e urgenza della Sardegna, ha nominato il direttore sanitario della stessa Azienda con decorrenza primo gennaio 2020. Una nomina che appare dubbia in quanto non rispetterebbe le cause di inconferibilità ed incompatibilità dettate dall’articolo 5 del decreto legislativo n° 39 dell’8 aprile 2013; il quale prevede che non si possano conferire incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo a coloro che nei due anni precedenti abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dal servizio sanitario regionale.»

«Poiché è noto che il direttore sanitario neonominato ha svolto, fino al 31 dicembre 2019, l’incarico di direttore sanitario dell’ospedale Mater Olbia, ente privato accreditato e finanziato dal servizio sanitario regionale, la sua nomina come direttore sanitario dell’AREUS rischia di essere nulla. Pertanto, alla luce di una situazione particolare come questa, la Regione avrebbe dovuto richiedere il parere dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) prima di procedere» aggiunge Desirè Manca.

Desirè Manca chiede al presidente Christian Solinas ed all’assessore della Sanità Mario Nieddu, «se siano a conoscenza di quanto accaduto, se sia stato chiesto un parere all’ANAC in merito all’eventuale inconferibilità dell’incarico di cui è stato investito il direttore sanitario dell’AREUS e, qualora questo non sia stato richiesto, se non ritengano necessario che si provveda tempestivamente a richiederlo».

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Ricorso ai giudici amministrativi contro il diniego del ministero per i Beni e le attività culturali sul progetto di completamento della strada Sassari-Alghero. La Regione sceglie di affiancare al confronto politico anche quello giudiziario, per difendere un’opera considerata strategicamente fondamentale.

«La strada Sassari-Alghero rappresenta una delle principali arterie stradali dell’Isola, il cui completamento potrà consentire un adeguato collegamento dell’abitato di Alghero con la SS131 e con Sassari – afferma il presidente della Regione Christian Solinas -. Il mantenimento della sezione a quattro corsie lungo tutto il tracciato rappresenta, sottolinea il Presidente, una condizione non derogabile. Riteniamo il parere negativo gravemente lesivo per il completamento dell’opera, frutto di una errata interpretazione ed applicazione di una normativa di emanazione della Regione, ed in merito alla quale gli Uffici regionali avevano già fornito ampia documentazione al Ministero in fase istruttoria, dimostrando il rispetto delle prescrizioni del Piano paesaggistico.  Ritengo dunque indispensabile, a tutela degli interessi del territorio – conclude il presidente della Regione – porre in essere tutte le azioni possibili anche in sede giudiziaria, per chiedere l’annullamento del parere rilasciato.»

Il parere, a firma del Ministro, si esprime negativamente sulla proposta progettuale che prevede la realizzazione del tratto conclusivo, che collega Alghero con lo svincolo per Mamuntanas, con sezione a quattro corsie, in analogia alla restante parte dell’arteria. La parte conclusiva della strada dovrebbe invece essere realizzata restringendo la carreggiata a due corsie.

La decisione del Ministero si basa sulle interpretazioni ed applicazioni delle prescrizioni del Piano paesaggistico regionale, che non consente la realizzazione di nuove strade extraurbane con sezione a quattro corsie nella fascia costiera, nella quale appunto insiste la strada. Tale interpretazione non può trovare d’accordo la Regione.

«La decisione – dice l’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia –, è stata assunta nonostante le nostre continue interlocuzioni sia con i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente sia del Ministero per i beni culturali, ai quali è stata fornita tutta la documentazione che dimostra la necessità sia tecnica che economica che sociale di realizzare la strada con il mantenimento delle quattro corsie, e la sua legittimità e rispetto del piano paesaggistico. La posizione contraria è espressa a mio parere – aggiunge l’assessore Roberto Frongia -, con motivazioni assolutamente non supportate dalle disposizioni legislative o motivazioni tecniche. Abbiamo il dovere di colmare quel gap infrastrutturale che fino a oggi è stato freno allo sviluppo. È per questo che il ricorso rappresenta un atto dovuto, una risposta alle esigenze dei sardi e della Sardegna. La nostra Isola – conclude Roberto Frongia – ha urgente necessità di quelle reti indispensabili per le imprese e per le famiglie che rappresentano la base su cui può poggiare una vera ripresa economica.»

La strada di collegamento Sassari-Alghero ha la sua genesi negli anni ’80 e nasce con sezione a quattro corsie. Il primo tratto fra Sassari ed Olmedo venne aperto nel 2003 e nello stesso anno fu approvato, ed ottenne tutte le autorizzazioni necessarie, il progetto di completamento da Olmedo ad Alghero. L’insufficienza di fondi consentì di realizzare solo in parte la strada, precisamente fino allo svincolo per Mamuntanas, aperto al traffico nel 2013.

Nel 2014, a seguito del reperimento delle risorse necessarie, fu redatto il progetto per la realizzazione del tratto finale, già ricompreso nel precedente progetto. Vi è stato un aggiornamento nel marzo del 2018 e l’istanza al ministero dell’Ambiente per l’espletamento della procedura di valutazione di impatto ambientale. Nell’ambito di tale procedura si è espresso negativamente il ministero dei Beni culturali, sulla scorta di considerazioni che sono state oggetto di ampie discussioni e divergenze con l’assessorato dei Lavori pubblici e con l’assessorato all’Urbanistica.

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Con due precedenti bandi, nell’ambito del progetto “Reti per la sicurezza del cittadino e del territorio”, finanziato con fondi comunitari Po Fesr 2014-20, 368 dei 377 Comuni sardi sono stati finanziati per dotarsi di impianti di videosorveglianza urbana, che dovranno essere raccordati con un nodo centralizzato di controllo, supervisione e monitoraggio realizzato dalla Regione.

«Il nodo – spiega l’assessore regionale degli Affari generali, Valeria Satta – utilizzerà la Rete telematica regionale (Rtr) come piattaforma di comunicazione per rispondere all’esigenza espressa dalle Prefetture e dai Comuni di poter disporre di sistemi evoluti e centralizzati. Il nodo costituisce il raccordo di tutte le reti dei Comuni della Sardegna, realizzando un unico punto di monitoraggio a disposizione delle forze dell’ordine. Per stabilire le modalità operative di utilizzo, prossimamente, verrà stipulata una convenzione tra la Regione e le Prefetture responsabili dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica. Inoltre, la creazione di questa infrastruttura, oggi riservata alla videosorveglianza, in futuro potrebbe essere utilizzata, per implementare un modello di ‘Smart region’, anche per altre iniziative.»

«Abbiamo deciso di completare il programma di interventi precedentemente avviato – prosegue l’assessore Valeria Satta – perché alcuni Comuni erano rimasti fuori dai due bandi, non potendo realizzare l’impianto di videosorveglianza locale né l’interconnessione con il nodo centralizzato. La sicurezza dei cittadini e nei territori è un tema particolarmente importante e la videosorveglianza rappresenta uno strumento fondamentale da migliorare grazie alle nuove tecnologie

Il finanziamento di 415mila euro è destinato a nove enti locali per impianti di videosorveglianza dedicati al monitoraggio di spazi aperti in luoghi pubblici, da realizzare entro il 30 giugno 2021: Loculi (35mila euro); Lula (45mila euro); Mogorella (35mila euro); Monastir (70mila euro); Ollolai (45mila euro); Onanì (35mila euro); Orgosolo (70mila euro); Urzulei (45mila euro); Villa Sant’Antonio (35mila euro).

Oltre ai finanziamenti direttamente concessi agli enti locali, considerando che non tutti i Comuni sono attualmente collegati alla Rete regionale, la Giunta ha già stanziato 7 milioni 39.400 euro per il collegamento in fibra ottica alla Rtr delle sedi comunali.