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E’ stato inaugurato stamane il sistema interattivo di canto a tenore e ballo del Museo Multimediale di Bitti.
Sono stati gli alunni della quinta classe elementare dell’istituto comprensivo di Bitti Giuseppe Musio i primi a sperimentare, questa mattina, il nuovo sistema interattivo. Doppia inaugurazione per la rinnovata struttura: la mattina dedicata alla sperimentazione da parte degli studenti, e il pomeriggio il taglio del nastro con le autorità, il sindaco Giuseppe Ciccolini e gli ideatori e realizzatori dei nuovi contenuti multimediali. Il progetto è stato infatti promosso e gestito da tre partner vincitori del bando regionale Domos de sa Cultura, destinato ai progetti mirati alla valorizzazione degli elementi ed espressioni del patrimonio culturale immateriale della Sardegna, e finanziato attraverso il POR FESR 2014 – 2020 Azione: 3.3.2.
I tre soggetti sono: Mommotty srl (giovane casa di produzione cagliaritana attiva nel mondo dell’audiovisivo e del cinema), Istelai società cooperativa (opera nel settore dei servizi turistico culturali portando avanti attività volte al recupero delle tradizioni di Bitti ed è gestore del Museo), e Produzioni Sardegna di Nicole Nieddu (ditta specializzata nelle produzioni audiovisive e multimediali e nell’organizzazione e gestione di eventi di carattere culturale e folklorico). La direzione artistica è di Francesco Casu, mentre Marco Lutzu è responsabile scientifico del progetto, entrambi autori del precedente museo multimediale.
Il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini. «Oggi inauguriamo uno spazio più ricco di contributi e di nuove tecnoligie utili ad avvicinare cittadini e appassionati verso le antiche melodie della nostra terra». Così il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, che ha aggiunto: «Sentiamo forte la responsabilità, insieme alle tante comunità della Sardegna accomunate da questa tradizione, nel valorizzare e tramandare il vecchio canto dei pastori. Questo non è il Museo di Bitti, ma di tutti gli appassionati di etnomusicologia del mondo».
Il direttore artistico Francesco Casu. «Il Museo multimediale diventa la casa di tutti i tenores della Sardegna, un luogo dove esperire immersivamente la musica, in una dimensione esperienziale dove il visitatore scopre l’ancestrale mondo del canto a tenore in maniera diretta. La didattica si innesta quindi dentro una esperienza, si alleggerisce dalla teoria e diventa più fruibile e immediata. La poesia, il ballo, l’esperienza del corpo e tutte le componenti si mettono in gioco, infatti, attraverso le installazioni interattive che fanno in modo che si crei una attiva partecipazione, rendendo il museo un luogo vivo e sempre nuovo».
Il responsabile scientifico ed etnomusicologo Marco Lutzu. «E’ stato di fondamentale importanza per questo progetto il lavoro di squadra: insieme alle altre figure professionali coinvolte abbiamo cercato di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per proporre ai visitatori una divulgazione scientifica accattivante nelle modalità di presentazione, rigorosa, nei contenuti. I visitatori del Museo potranno fare un viaggio alla scoperta della storia e delle peculiarità musicali del canto a tenore, del suo rapporto con la poesia e con la danza, dell’importanza sociale che questo affascinante genere di canto riveste a Bitti e in tutte le comunità dell’isola in cui viene ancora oggi praticato».
Come funziona il rinnovato Museo di Bitti. I Tenores oggi diventano ancora più interattivi grazie all’evolversi delle tecnologie e il visitatore può esperire il canto corale a quattro voci maschili entrando nel cerchio del canto. All’interno del Museo si trovano quattro grandi schermi verticali, montati su una struttura di design, che richiama la postura dei quattro cantori, che trasmettono attraverso una interfaccia touch selezionabile una antologia di repertori e di diversi gruppi rappresentativi di tutta l’area geografica dove questa particolarissima forma canora ha tradizione. Una volta selezionato il canto attraverso un touch-pad compaiono sui quattro schermi – disposti intorno al visitatore – i quattro cantori che intonano il canto con un effetto audio-visivo avvolgente. Non solo: vi è la possibilità di selezionare come una sorta di direttore d’orchestra le singole parti di ciascuna voce.
Sa oche, su bassu, sa contra e sa mesa oche vivono sia separatamente sia “in ensemble” in tempo reale, attraverso gli schermi touch-screen, dove si può attivare o fermare la traccia audiovisiva sempre sincronizzata. Così si scompone e si ricompone la tessitura delle voci esplorandone le peculiarità delle modalità esecutive.
Il legame tra il canto a tenore e la comunità: cantos e ballos, la festa. Esiste un legame profondissimo e indissolubile tra il canto a tenore e la comunità, le sue feste, la dimensione del ballo. Infatti, nella tradizione bittese, durante le feste solenni come su Meraculu o sa Annossata i tenores animavano con le loro voci ritmate i passi del ballo: su ballu lestru, su dillu, su passu torrau, che rivivono in una delle sezioni dedicate del museo, attraverso una installazione dotata di un sistema appositamente progettato di ballo interattivo. Una pedana dà la possibilità di delimitare un’area per il ballo, e si invita il visitatore a entrare nei passi. I tenores di Bitti cominciano a cantare scandendo ritmicamente la danza che compare visivamente: una coppia di ballerini interpreta i passi tipici del ballo tradizionale. Il visitatore, grazie a una apposita interfaccia, è invitato a imitare i passi all’interno della struttura fonico-ritmica dell’esecuzione. Ma non finisce qui, infatti, il sistema digitale interattivo rileva i passi e le posture del ballerino-visitatore, e attribuisce uno “score”, un punteggio, che compare in tempo reale creando una dinamica di messa alla prova condivisa.
I luoghi del canto e il Sistema Oculus. Il canto a tenore non nasce sui palchi, ma nel gusto di stare insieme, è un linguaggio intimo di partecipazione. Il Museo multimediale da oggi la possibilità di essere come “teletrasportati” nei contesti originari del canto attraverso il sistema immersivo oculus. Il visitatore potrà indossare il visore oculus e selezionare differenti occasioni di canto. “Il bar con gli amici“ dove abitualmente si canta tra un bicchiere e l’altro di buon vino da degustare, “lo spuntino” che generalmente trova spazio nella casa in campagna o nell’azienda agricola di uno degli stessi tenores o dei loro amici, dove tra una prelibatezza e l’altra si canta. Sono stati registrati anche i Tenores nelle strade del paese, in sas cantonadas de sa bidda, dove non è raro trovare i tenores che cantano le serenate alle innamorate o il canto festoso durante la notte.
App georeferenziata. Una app dedicata al canto a Tenore dove il racconto dei canto si snoda tra le viuzze del paese. Un viaggio diacronico e sincronico dove il visitatore esce dal museo e respira il canto e i luoghi più belli del paese. Ma anche i personaggi del passato bittese rivivono in questa app con Bachisio Bandinu che ci racconta il grande antropologo Michelangelo Pira di fronte alla sua casa natale.