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Dopo le infuocate polemiche a nota stampa, ove è prevalsa la mera volontà di additare il Parco Geominerario, irresponsabile, per il non acquisto della raccolta dei minerali più nota come “Collezione Manunta“, senza porsi minimamente il dubbio, se a fronte delle resistenze del Consiglio direttivo di deliberarne l’acquisto, vi fosse una “ragion di stato” che potesse impedirlo.
In più occasioni si è cercato di far capire che l’uso delle risorse pubbliche, anche per l’acquisto di beni importanti per la collettività, deve esser fatto seguendo i crismi della legalità, pena l’obbligo di rifondere lo Stato, da parte dei componenti il Consiglio direttivo, del danno subito.
Quest’ultimo elemento per molti marginale, era l’argine all’agire, in quanto, si forzava l’acquisto di una raccolta di minerali, pur importante ed unica a detta di tutti, ma in mano ad un privato e non certificata.
Elementi ribaditi più volte, non ultimo nell’incontro del 18 dicembre 2018, promosso dalle Associazioni mineralogiche della Sardegna, ove il Parco, onde superare i dubbi del Consiglio Direttivo, assunse l’impegno di chiedere, al ministero vigilante dell’Ambiente ed al ministero dei Beni Culturali, titolare della tutela del patrimonio culturale, delucidazioni nel merito.
Atti immediatamente posti in essere con le rispettive comunicazioni.
L’Unesco ed il Ministero vigilante, non risposero mai alle note, mentre lo fece il ministero dei Beni culturali che incaricava la soprintendenza di Cagliari a verificare il caso.
Subito la soprintendente, dott.ssa Maura Picciau, convocò il Presidente, che ebbe modo di rappresentarle le problematiche del caso ed i dubbi del Consiglio direttivo, avviando, d’intesa con il Parco, procedure ed azioni che hanno portato nei giorni scorsi all’importante pronunciamento del Mibact.
In data 16 gennaio 2020 il ministero inviava al sig. Manunta e per conoscenza al Parco, il decreto di tutela diretta, ai sensi del D. Lgs. n. 42/2004, con la seguente motivazione:
«I beni minerari mobili individuati come “collezione mineralogica Antonio Manunta”, composta da 4.621 esemplari, come analiticamente descritti nella Relazione tecnico-scientifica allegata, sono dichiarati di interesse culturale particolarmente importante ai sensi dell’art. 10, comma 3, lett. d) del Codice dei Beni culturali, e sono dichiarati altresì di eccezionale interesse, come complesso, ai sensi dell’art. 10, comma 3 lettera e) del medesimo Codice dei Beni culturali, per motivi importanti in premessa e più ampiamente espressi nella Relazione tecnico-scientifica; i suddetti beni sono quindi sottoposti a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto Codice.»
Questo nuovo stato della raccolta di minerali del sig. Manunta, oggi tutelata e classificata dal ministero dei Beni culturali, come “Collezione mineralogica Antonio Manunta”, ha dato motivo al Consiglio direttivo del Parco di procedere al riesame della proposta del sig. Manunta e nelle more di scadenza (30 giorni) di un possibile ricorso, il Parco ha già sentito il sig. Manunta e nella seduta del Consiglio del 7 febbraio scorso, ha deliberato il parere favorevole all’acquisizione.
Ora il sig. Manunta dovrà comunicare al Ministero la volontà di cedere al Parco la sua collezione, a titolo gratuito oppure oneroso, ed in tal caso comunicarne il valore, in quanto il Ministero, con il decreto di tutela, è titolare del diritto di prelazione.
Prof. Tarcisio Agus
Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna