16 marzo 1978 – 16 marzo 2020: 42 anni fa, il sequestro di Aldo Moro
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Sono trascorsi 42 anni da quando, il 16 marzo 1978, in via Fani, un commando di 19 brigatisti rapì il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, uccidendo gli uomini della sua scorta. Credo che ai più, probabilmente, oggi non sfugga che tanti anni fa si compiva un duro attacco alla Democrazia e alle Istituzioni della Repubblica Italiana.
Le Brigate Rosse quella volta mirarono molto in alto e ai loro misfatti e omicidi aggiunsero il sequestro del presidente della Democrazia Cristiana.
La lotta dello Stato contro le Brigate Rosse in quegli anni è stata continua e da parte di tutti c’è stata la condanna unanime: cittadini, politici, istituzioni in genere e, soprattutto, anche tutte le le Cancellerie europee ed i leader mondiali, si associarono nella condanna del vile attentato.
Indubbiamente per l’Italia quell’evento fu un duro colpo, ma lo smarrimento iniziale cedette il posto ad una nuova presa di coscienza dalla Nazione intera, rifuggendo e combattendo il terrorismo, con una veemenza che in quel preciso istante tracciava uno spartiacque, come per dire che l’Italia democratica mai e poi mai si sarebbe piegata alle Brigate Rosse.
In quel frangente, ancora una volta, tutti ci trovammo in strada con il Tricolore che veniva sbandierato con orgoglio e, a distanza di 42 anni, in questi giorni ci ritroviamo a lottare contro il Covid 19 (Coronavirus), tutti a sventolare nuovamente il Tricolore, a cantare, a battere le mani, il tutto per ringraziare i medici, infermieri, anestesisti, operatori, forze dell’ordine, in un coinvolgimento totale.
Il popolo italiano, 42 anni fa, ha creato un argine a difesa della Democrazia e delle Istituzioni, entrando di fatto nella storia. Oggi si ritrova a scrivere altre pagine della sua storia.
Armando Cusa
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