Coronavirus, dall’Inail 50 milioni ad Invitalia per l’acquisto di dispositivi e strumenti anti-contagio
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L’INAIL, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ha trasferito 50 milioni di euro ad Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, in attuazione dell’articolo 43, comma 1, del decreto legge n. 18 dello scorso 17 marzo, che ha varato nuove misure straordinarie per fronteggiare l’epidemia da Covid-19.
I fondi saranno erogati alle aziende per potenziare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso l’acquisto di dispositivi e altri strumenti di protezione individuale e potrebbero essere utilizzati anche per sostenere il processo di riconversione industriale delle aziende impegnate nelle nuove produzioni di dispositivi.
«È un modo concreto per garantire una protezione adeguata ai lavoratori, considerata la gravità della situazione – spiega il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello – dopo l’approvazione del decreto ci siamo subito messi in contatto con il commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, per effettuare il trasferimento dei fondi ad Invitalia nel più breve tempo possibile. È un modo concreto per garantire livelli di protezione adeguati ai lavoratori sostenendo la continuità dei processi produttivi delle imprese, come prevede anche il protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro sottoscritto il 14 marzo da sindacati e associazioni di categoria.»
Questa misura si aggiunge a quanto previsto dall’articolo 5 del decreto Cura Italia, che autorizza il commissario straordinario, attraverso Invitalia, a erogare 50 milioni di euro alle imprese produttrici per assicurare la disponibilità dei dispositivi di protezione individuale (dpi) e dei dispositivi medici necessari per fare fronte all’emergenza.
«All’Istituto il compito di validare i dpi realizzati per fronteggiare l’emergenza. Nelle ultime settimane abbiamo già collaborato con la Protezione civile per la verifica dei dispositivi arrivati anche da altri Paesi – aggiunge il presidente dell’Inail, Franco Bettoni -. Ora, come disposto dal terzo comma dall’articolo 15 del decreto Cura Italia, l’Istituto è formalmente chiamato alla validazione dei dpi realizzati per fronteggiare l’epidemia, che devono comunque assicurare il rispetto degli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente.»
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