5 November, 2024
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I medici italiani chiedono non ringraziamenti ma solo RISPETTO per la loro professione e professionalità

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Ai Politici italiani, che, dopo aver insultato all’inizio di questa emergenza i Medici di Codogno, accusandoli ingiustamente di non aver rispettato i protocolli governativi, ora non sanno fare altro che ripetere «Ringraziamo i medici e gli infermieri, veri eroi di questo momento», vorrei dire: «Risparmiateci tutte le vostre cazzate, che non sapendo Voi più cosa fare, fate oggi uscire a ruota libera dalle vostre bocche. Adesso, dopo anni di politica sanitaria incosciente, vi accorgete che mancano posti letto? Che mancano i macchinari? Che manca il personale sanitario e parasanitario?… Ma siete davvero degli Statisti educati nelle più prestigiose Università del mondo! Avete rovinato il Sistema Sanitario Italiano, favorendo la sanità privata che pensa solo al guadagno e non alla qualità, introducendo criteri di selezione che poco avevano a che fare con il merito e le capacità. Aggrappandovi alle proclamate esigenze di ridurre il debito pubblico (che è continuato invece ad aumentare!), avete tagliato i posti letto, chiuso reparti, bloccato le assunzioni. Ora grazie a Voi l’Italia ha meno posti letto per 1.000 abitanti di tutti gli Stati dell’Europa occidentale! Siete riusciti a creare una carenza anche nella professione infermieristica, che fino a qualche tempo fa rappresentava l’unica possibilità di impiego nella Sanità. A seconda delle Regioni avete bloccato i concorsi per dieci-quindici anni, e quando vi siete accorti che per vari motivi (retribuzioni spesso inadeguate all’impegno e alle responsabilità ed ai rischi professionali; inadeguata tutela sociale prima ancora che legale degli operatori sanitari, ecc.) il Medico non lo vuol fare più nessuno, che molti di noi preferiscono migrare all’estero abbandonando la Patria, e che, specie per il Pronto Soccorso, i concorsi vanno deserti, ora cosa fate? Cercate, con qualche mezzuccio, di migliorare il contratto di lavoro, dopo che per molti anni avete favorito la cultura del precariato e dello sfruttamento intensivo della professione medica. Avete seminato vento ed ora raccogliete tempesta. Avete quello che vi meritate! Confidiamo che la gente comune oggi capisca meglio quel che avete fatto e abbia ben presenti le Vostre responsabilità!».

A tutti i Cittadini italiani che oggi ci ringraziano vorrei invece ricordare: «Noi siamo sempre gli stessi che vengono spesso aggrediti perché state aspettando il vostro turno e voi pensate che chissà cosa stiamo facendo invece di lavorare, siamo sempre gli stessi a cui distruggete i Pronto Soccorsi, siamo sempre gli stessi che “i pennivendoli” sbattono facilmente per qualunque motivo sulla prima pagina dei giornali riscuotendo il vostro plauso pur senza nemmeno conoscere bene i fatti, siamo sempre gli stessi che vengono offesi di continuo perché non capiscono nulla (mentre voi avete studiato alla “Google University”), siamo sempre gli stessi cui distruggete le ambulanze perché secondo la vostra logica siamo arrivati in ritardo, siamo gli stessi a cui spesso intralciate il lavoro perché voi e solo voi sapete cosa si deve fare in quei casi. Siamo sempre gli stessi che vengono uccisi di notte davanti all’ ingresso di un ambulatorio messo lì per voi…».

A tutti voi, Politici e Cittadini italiani chiedo «Ma perché… e, soprattutto, per cosa ci ringraziate? Forse perché nessuno di voi sarebbe disposto a fare quello che noi facciamo, per libera scelta, ogni giorno? Ci ringraziate perché oggi avete paura? Forse perché continuiamo in silenzio a fare quello che facciamo ogni giorno?».
Quello che sarebbe bello, invece, una volta spenti i riflettori e calato il sipario di questa sventurata ribalta, sarebbe il trovare in Voi un po’ di rispetto per noi nella quotidianità, nel nostro lavoro di tutti i giorni lontano dal clamore, non ringraziamenti ma solo RISPETTO. Questo basterebbe a farci capire che avete capito…
Io sono solo uno dei tanti Medici italiani…

Andrea Audo, Direttore della struttura complessa di Cardiochirurgia di Alessandria,

in rappresentanza di tanti colleghi che sono impegnati in questa durissima emergenza

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