18 July, 2024
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Mercoledì 25 marzo 2020 è la giornata dedicata al ricordo di Dante Alighieri, il sommo Poeta conosciuto in tutto il mondo che mai come ora è ancora di più attuale.
Le opere principali  di Dante sono la “Vita Nuova” e la “Divina Commedia“.
Del periodo giovanile l’una, posteriore all’esilio l’altra.
Indubbiamente. l’argomentare su Dante è veramente interessante e la lettura delle sue opere, ci fa capire quanto la società attuale si specchia maggiormente e le sue vicissitudini ci portano quasi a confrontarci e capire, da parte nostra, il significato della vita.
In Dante, mantiene una centralità assoluta il tema di Dio che viene quasi intuito, non come amore ma come potenza.
I grandi enunciati della Summa, per citarne alcuni, “Deus aeternus est“, “Deus infinitus est”.
Dio è “L’Imperator che lassù regge”, “Il Nostro Imperatore” e altre potremmo citarne.
Il Dio Dantesco, come Dio di Potenza è il Dio tomista, motore primo, immobile, dell’universo.
Credo che il concetto che Dante ha di Dio, ci trasporta inequivocabilmente nella nostra società attuale, nel nostro vivere quotidiano.
Pertanto, il sommo Poeta ci riporta alla realtà, il riavvicinarsi a Dio in un momento in cui la società attuale si trova alle prese con il Coronavirus. Perché l’accostamento con la Divina Commedia è certamente attuale tale da proporre imperiosamente da parte nostra ad una riflessione che credo sia necessaria per darci modo di capire ancora nel nostro intimo il vero messaggio che Dante ci ha lasciato.
E’ anche vero che non tutti conoscono le opere di Dante Alighieri, ma oggi credo che studiosi e non, siano nella condizione di conoscerlo e di apprezzarlo.
Armando Cusa

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Questa mattina sono state eseguite la sanificazione e la disinfestazione del centro abitato di Ortacesus, disposte dal commissario straordinario del comune della Trexenta, Francesco Cicero, che ha chiarito come gli interventi siano stati previsti in particolare nelle zone più sensibili, come per esempio le case di riposo, e sono iniziate alle ore 8.00.

L’intervento, reso possibile grazie al prezioso contributo della Confraternita religiosa del Santissimo Rosario di Ortacesus, è stato eseguito dalla Protezione Civile “Valenza Marmilla”.

 

 

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L’Amministratore delegato della Portovesme srl, Davide Garofalo, ha inviato stamane un messaggio alle colleghe e ai colleghi, nel quale ha fatto il punto sulla situazione d’emergenza venutasi a creare con la diffusione del Coronavirus. Alleghiamo il testo integrale.

Care colleghe e cari colleghi,

volevo darvi un aggiornamento sulla situazione in azienda in queste circostanza difficili per tutti dove ogni giorno ci vengono chiesti sacrifici per poter contrastare in maniera efficace il propagarsi del virus Covid-19 ed evitare i terribili impatti in termini di decessi.

Le sempre più stringenti misure di contenimento emanate dal Governo hanno l’obiettivo di diminuire il rischio di contatti tra la persone e di conseguenza il propagarsi del contagio per evitare di impattare in maniera irreversibile sulla nostra sanità ovvero sulla capacità di curare chi del virus si è ammalato in forma grave e ha bisogno di cure intensive. Anche in Sardegna oramai i contagi sono saliti a 421 di cui 15 contagiati nel Sulcis.

Alla Portovesme srl da metà febbraio abbiamo introdotto tutta una serie di provvedimenti e azioni per proteggerci tutti da questa eventualità e continuiamo ogni giorno a sviluppare nuove azioni ed idee (anche da suggerimenti che vengono da tutti i reparti) per migliorare ancora di più.
Ogni passo tra l’altro viene concordato e condiviso con la nostra rappresentanza sindacale e con i rappresentanti delle categorie che operano nel nostro sito. Da più parti abbiamo ricevuto plausi sia per la tempestività nell’introdurre azioni di contenimento sia per la loro estensione e per ora efficacia.

E’, comunque, innegabile che molte di queste azioni possono essere vane se qualche singolo individuo in stabilimento decide di non seguirle.
Tra tutte le principali sono il rispetto delle distanze tra le persone di almeno un metro per evitare che il virus si possa trasmettere da persona a persona con le goccioline della nostra saliva (ovviamente in alcune attività di produzione o di manutenzione in reparto la distanza può diventare anche minore ma in quel caso usiamo comunque la nostra maschera semi-facciale che è una barriera perfetta per questa situazione) e l’altra è la cura e igiene di noi stessi (lavarsi le mani accuratamente più volte al giorno e disinfettare le aree dove soggiorniamo anche regolarmente).

Sabato il nostro Presidente del Consiglio Conte ha annunciato un provvedimento che prevede la chiusura temporanea di tutte le attività commerciali e produttive non essenziali, di nuovo per ridurre il numero di persone in giro con la possibilità di potersi contagiare a vicenda.

La Portovesme srl è una realtà produttiva strategica che opera essenzialmente a ciclo continuo e la cui fermata per la maggior parte degli impianti potrebbe comportare un rischio di incidente rilevane e richiederebbe un periodo così lungo e un numero di risorse umane tali da rendere vano l’obiettivo del decreto del Presidente che prevede una validità di 14 giorni fino al 3 di aprile.

La nostra azienda ha comunque valutato approfonditamente come poteva contribuire oltre a quello già implementato fino allo scorso week end per perseguire l’obiettivo di ridurre temporaneamente la presenza di persone in giro per il paese e ha deciso di fermare le aree produttive che non comportavano rischi o aumento di risorse. Da domenica si è fermato lo stabilimento di San Gavino, da ieri l’area Waelz e da domani pomeriggio l’SX si fermano comportando una riduzione di carico in sala celle da 114 kA a 90kA sostenuta dall’arrostimento e dalla lisciviazione.
Questo livello di marcia comporterà la riduzione di un turno in Fusione, polvere di Zinco e in sgranellatura mentre rimarrà a regime il Kivcet.

Come risultato l’organico medio che operare ogni giorno in stabilimento scenderà dalle attuali 1100 persone (già ridotto grazie alle azioni precedenti dalle normali 1350) ad un livello prossimo di 700 persone circa.

Volevo inoltre comunicarvi che l’azienda ha sottoscritto la settimana scorsa una polizza assicurativa aggiuntiva per tutti i dipendenti (di Portovesme, San Gavino ed Etjca) relativa al Coronavirus che in caso di infezione al virus e di ricovero in ospedale garantisce due tipi di indennità (sperando non ve ne sia la necessità).

Colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi che nelle ultime settimane si sono adoperati per organizzare tutto quello che era necessario per questo piano di contenimento del virus che sta diventando in alcuni casi un secondo lavoro a tempo pieno per tanti di noi.

E’ ferma intenzione della Portovesme srl riuscire ad operare in questo periodo buio proteggendo il nostro personale e delle ditte terze e aiutando la Regione ed il territorio a sconfiggere in sicurezza questo virus invisibile e subdolo.

Abbiamo bisogno dell’aiuto e del sacrificio di voi tutti per poterne uscire il prima possibile più forti e duraturi.

In allegato trovate i dettagli delle azioni che abbiamo implementato fino ad oggi e i contenuti della polizza assicurativa sperando di aver fatto cosa gradita a tutti nella sua sottoscrizione.

Non mancherò di aggiornarvi sull’evoluzione della situazione.

Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie di rimanere in piena salute

Ci vediamo in stabilimento nei prossimi giorni

Davide Garofalo
Amministratore Delegato Portovesme srl

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Le sedi della Camera di commercio I.A.A. di Cagliari, per tutta la giornata saranno chiuse perché sottoposte a sanificazione, ai sensi del DPCM 11 marzo 2020 recante misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 sull’intero territorio nazionale. Le sedi riapriranno al pubblico giovedì 26 marzo, esclusivamente per le attività indifferibili da rendere in presenza. Nel sito camerale, www.ca.camcom.it, sono indicati le modalità di accesso ai diversi servizi

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«Lasciati soli. Abbandonati dalla Regione in piena emergenza. Privati delle comunicazioni ufficiali sui casi di positività che riguardano i loro concittadini e ostacolati nel lavoro di individuazione delle persone a rischio contagio perché entrate in contatto con le vittime. Questa è la situazione in cui stanno operando i sindaci della Sardegna. Da diversi post pubblicati dai primi cittadini sui social network, apprendiamo che l’emergenza riguarda la stessa Unità di crisi, in piena crisi, incapace persino di comunicare tempestivamente i nuovi casi di Covid-19 agli amministratori del territorio. L’Unità di crisi regionale della Sardegna si sta distinguendo in tutta Italia per inefficienza e per la diffusione di comunicazioni contraddittorieLe modalità di gestione dell’emergenza in Sardegna anziché rassicurare mettono i brividi. I dissidi interni alla maggioranza e il corto circuito informativo in cui la stessa continua a inciampare non possono ricadere sui sindaci che in questo drammatico momento devono poter dare certezze ai cittadini.»

La denuncia arriva dai consiglieri regionali del M5S Desirè Manca, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas che condividono le preoccupazioni dei sindaci sardi, impegnati con estrema difficoltà nell’attivazione dei Centri operativi comunali (Coc).

«Il sindaco di Samassi – proseguono i consiglieri del M5S – ha dovuto apprendere dalla stampa che un suo concittadino era risultato positivo al Coronavirus, addirittura dopo averne già autorizzato la sepoltura. Perché il caso di Samassi non è stato incluso nel bollettino ufficiale della Regione? Perché il primo cittadino non ha ricevuto nemmeno una comunicazione ufficiale riguardo la positività della moglie della vittima, portata in ospedale senza che il sindaco lo sapesse. Si tratta di preoccupazioni che riguardano tutti i sindaci sardi, che da Nord a Sud dell’isola stanno attivando i Centri operativi comunali (Coc) per rafforzare i controlli. Ma senza la presenza della Regione tutti gli sforzi risultano vani.»

«L’Unità di crisi non appare affatto unità. Lo ribadiamo – concludono i consiglieri del M5S – i sindaci devono essere informati per poter attivare tempestivamente tutte le misure previste. Presidente Solinas cosa aspetta ad intervenire? I cittadini che l’hanno votata e che non la vedono da tempo, aspettano un suo intervento tempestivo. Abbandoni la latitanza presidente. È il momento di comunicazioni trasparenti, chiare, rassicuranti e univoche.»

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«Un segno tangibile e gradito di sensibilità, e di quell’amicizia che lega da tempo i nostri popoli, uniti da rapporti commerciali ed oggi, sempre più, da un forte legame di solidarietà.»
Così il presidente della Regione Christian Solinas ha commentato l’arrivo, annunciato nei giorni scorsi e oggi perfezionato con la consegna del materiale nel centro operativo della Protezione Civile Regionale, di un consistente carico di attrezzature medicali donato alla Sardegna da imprenditori cinesi che operano anche nella nostra isola in collaborazione con aziende sarde.
Sono state consegnate 18.000 mascherine ffp1, 3.500 mascherine ffp2, 15.000 mascherine chirurgiche, 430.000 guanti in lattice, 2.200 tute protettive.

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Il sindaco di Villamassargia, Debora Porrà, ha consegnato stamane alla dottoressa Ornella Pili, responsabile del Servizio 118 Iglesias Mike 70, un plico contenente 80 mascherine FFP2 e 70 mascherine FFP3, per complessivi 150 pezzi, quale donazione al personale sanitario, in presenza della nota difficoltà di approvvigionamento dei DPI.

«La Giunta comunale di Villamassargia ha approvato la delibera n. 37 il 24 marzo 2020 – spiega Debora Porrà -, in conformità con la nota del ministero dell’Interno del 20 marzo 2020, secondo cui ospedali/reparti terapia intensiva ed infettologia, soccorritori 118, croce verde, croce rossa o assimilati DEVONO avere le mascherine FFP2 e FFP3 con valvola, perché avranno contatti con persone o pazienti certamente contagiati, e che invece, tutta la popolazione circolante, tutte le persone che lavorano, le stesse forze dell’ordine, gli uffici aperti al pubblico, gli addetti alla vendita di alimentari e, in ogni caso, tutte le persone o lavoratori in circolazione DEVONO usare mascherine chirurgiche o fatte in casa.»

«Nelle ultime settimane, come testimoniano i quotidiani locali e le testate nazionali – conclude Debora Porrà -, in Sardegna si è registrato un boom di contagi tra medici e infermieri, che sul totale dei positivi della nostra Isola, risulta essere una percentuale che supera il 50%. L’Amministrazione comunale di Villamassargia, ritiene doveroso, essendo in SUO possesso le mascherine FFP2 e FFP3, dare il proprio contributo concreto al sostegno del personale sanitario impegnato in prima linea e che mette gravemente a rischio la proprio incolumità per garantire la salute di tutti noi.»

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In tempi di emergenza sanitaria come questi, è fondamentale innescare il circolo virtuoso della solidarietà. Così come è stato fatto dal signor Luigi Bardi che, in qualità di imprenditore nel mondo della saldatura e verniciatura dei metalli, ha regalato 100 tute protettive ospedaliere al Centro Operativo Comunale di Protezione Civile che, a sua volta, ha ritenuto opportuno e doveroso donare il materiale al personale sanitario del Presidio Ospedaliero Sirai, ringraziandolo per il grande lavoro, la professionalità, lo spirito di sacrificio e l’abnegazione messi in campo per fronteggiare l’epidemia da Coronavirus.

Ieri mattina il sindaco Paola Massidda e il comandante della Polizia Locale Gioni Biagioni, accompagnati dal referente per le associazioni di Protezione civile Giampiero Atzei, si sono recati nel Presidio ospedaliero Sirai per consegnare il materiale al direttore dell’Area sociosanitaria locale di Carbonia dott. Ferdinando Angelantoni e alla direttrice dei Presidi ospedalieri Sirai di Carbonia e Santa Barbara di Iglesias dottoressa Giovanna Gregu.

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Le squadre del pronto intervento di Abbanoa hanno terminato a Piscinas l’intervento di riparazione di un improvviso guasto che si è verificato questa mattina sulla condotta di attraversamento della strada provinciale che alimenta la parte bassa del centro abitato. Sono in corso le manovre in rete per riportare a piano regime l’erogazione.

Qualsiasi anomalia potrà essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24. Abbanoa segnala che alla ripresa dell’erogazione l’acqua potrebbe essere transitoriamente torbida a causa dello svuotamento e successivo riempimento delle tubazioni.

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«C’è un dramma nel dramma che stiamo vivendo in Italia e nella nostra Isola, c’è una categoria di persone particolarmente a rischio e per le quali esprimiamo la più viva preoccupazione e lanciamo un appello: sono gli ex lavoratori delle industrie chimiche sarde e non solo», ha dichiarato Sabina Contu, avvocato, segretaria nazionale AIEA, Associazione Italiana Esposti Amianto e presidente AIEA Sardegna- Si tratta di persone colpite da asbestosi e placche pleuriche, che presentano delle interstiziopatie polmonari che aumentano il rischio di mortalità in caso di contatto con il Covid 19″.
Sono complessivamente circa 3.000 gli ex lavoratori delle industrie chimiche sarde,e non solo, iscritti al Registro Esposti Amianto, sparsi  un po’ in tutta la regione, di cui 1.000 nella sola provincia di Nuoro, prevalentemente legati  all’industria chimica di Ottana.
«Siamo fortemente preoccupati – ha aggiunto Sabina Contu – per la loro particolare condizione  per il pericolo incombente relativo all’epidemia: chiediamo che venga attivato con urgenza un protocollo specifico, che ne consenta lo screening per il Coronavirus Covid-19 in tempi rapidi, affinché vengano individuati le eventuali positività e presi i necessari provvedimenti, per limitare  il più possibile le ulteriori gravi conseguenze.»
Si tratta di persone  che hanno già pagato duramente per aver lavorato nelle industrie chimiche e petrolchimiche sarde, ma anche nell’edilizia e in altre attività, in presenza di amianto, senza le necessarie tutele e precauzioni. Come è noto, ci sono  voluti anni di lotte e iniziative, promosse da AIEA, CGIL, ANMIL per imporre all’attenzione della Regione e delle Istituzioni nazionali il caso ex Enichem Ottana, in cui si negava la presenza di amianto in quantità pericolose per la salute.
«Migliaia di lavoratori – ha dichiarato Saverio Ara, ex tecnico Enichem Ottana, Direttivo AIEA – hanno subito nei decenni passati la grave ingiustizia  di non poter accedere ai provvedimenti di legge, in termini di prevenzione, tutele e sorveglianza sanitaria specifica. In troppi si sono ammalati di gravi patologie, con sofferenze e lutti dolorosi, che hanno portato via uomini ancora nel vigore degli anni agli affetti delle famiglie e della comunità.»
Sono oltre 200 i morti per mesotelioma, carcinomi polmonari e patologie amianto correlate, che è stato possibile “catalogare” riferiti alla sola fabbrica di Ottana, ma sono troppi i casi che sfuggono al controllo, non essendo operativo a tutti gli effetti il Registro Regionale Tumori.
«Da tempo – ha detto Francesco Tolu, Direttivo AIEA, ex lavoratore Ottana – chiediamo una maggiore collaborazione tra l’INAIL,  i medici del lavoro e gli specialisti  che si occupano degli ex lavoratori iscritti nel Registro Esposti Amianto, ai sensi della legge regionale 22 del 2005,  al fine di scambiare le informazioni utili alla sorveglianza sanitaria e alla tutela delle malattie professionali degli ex lavoratori delle industrie sarde, una collaborazione che però stenta a decollare e a produrre gli effetti necessari, nonostante gli impegni sottoscritti.»
«Stiamo vivendo una emergenza eccezionale – ha aggiunto Sabina Contu – che ha sconvolto la nostra esistenza, e in cui alcuni rischiano di pagare un prezzo troppo alto. Esprimiamo, per questo, il nostro più profondo cordoglio e  vicinanza ai familiari dei medici,  deceduti per l’epidemia del Coronavirus Covid-19 , 24 ad oggi,  il cui conto rischia di crescere e toccarci purtroppo da vicino. Si tratta di vittime del lavoro: è una strage, che rischia di mietere vittime anche nella nostra isola fra il personale sanitario e che occorre fermare in tutti i modi.»
Siamo di fronte, infatti, a una situazione sconcertante, perché se è  vero che in campo nazionale è salito ormai al 10% il numero degli operatori sanitari  sul totale dei  54.030 casi positivi, in Sardegna il contagio per i medici e il personale paramedico è oltre il 50%.
«A loro va la nostra solidarietà e la più profonda riconoscenza per quanto hanno fatto – ha detto Sabina Contu -. Come AIEA Sardegna  lanciamo un forte appello e una mobilitazione affinché questa immane tragedia  sia l’occasione per imprimere una svolta decisiva nella gestione della salute in Sardegna, su cui occorrerà aprire un confronto fra Regione e tutti gli attori coinvolti: Non molleremo su nulla. La tutela della salute delle persone non si può mediare.»
Per  fronteggiare la grave situazione di criticità, AIEA Sardegna ha sospeso gli incontri settimanali con gli iscritti per le consulenze nelle sezioni di Cagliari, Nuoro e Sassari e ha provveduto ad attivare la consulenza telefonica sul numero 331 17 18 095, a partire da giovedì 26 sine die, dalle ore 10.00 alle ore 12.00.