28 November, 2024
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«È inaccettabile che un sindaco, responsabile della salute pubblica dei suoi cittadini, sia all’oscuro del numero e dell’identità delle persone positive al Covid-19 tra le persone che amministra.»

Lo afferma Paola Secci, sindaco di Sestu, rivolgendosi al presidente della Regione, all’assessore della Sanità, al commissario dell’Ats Sardegna e all’Unità di crisi regionale.

«Come amministratori, siamo tenuti all’oscuro di quanto avviene, apprendiamo le notizie dai giornali o, peggio, dai social, dove si scatenano voci di ogni genere, la caccia alle streghe e all’untore e dove spesso siamo accusati di voler nascondere le informazioni ai nostri cittadini. È una situazione che non può andare avanti – insiste Paola Secci -. Stiamo facendo la nostra parte, abbiamo attivato il nostro Centro Operativo Comunale, effettuiamo i controlli delle quarantene obbligatorie e volontarie e giriamo il territorio comunale verificando personalmente che vengano rispettate le disposizioni nazionali e regionali, anche quando poco chiare e aperte a diverse interpretazioni. Pretendiamo rispetto, per noi ma soprattutto per chi è stato contagiato e si trova in ospedale o a casa. Lasciare che siano le chiacchiere di paese a mettere alla gogna queste persone è disumano. Noi sindaci possiamo rappresentare un filtro importante e una tutela per le famiglie dei pazienti e per tutta la nostra popolazione. Ma siamo tenuti fuori da questo sistema di informazioni che deve essere assolutamente rivisto – conclude Paola Secci -. Lo chiediamo a gran voce a tutti coloro che hanno ruoli di responsabilità nella gestione di questa terribile emergenza.»

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Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile. Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 50.418 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 63.927 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 18.910 in Lombardia, 7.220 in Emilia-Romagna, 4.986 in Veneto, 4.529 in Piemonte, 2.358 nelle Marche, 2.301 in Toscana, 1.553 in Liguria, 1.414 nel Lazio, 929 in Campania, 771 in Friuli Venezia Giulia, 914 nella Provincia autonoma di Trento, 688 nella Provincia autonoma di Bolzano, 862 in Puglia, 681 in Sicilia, 605 in Abruzzo, 556 in Umbria, 379 in Valle d’Aosta, 343 in Sardegna, 280 in Calabria, 89 in Basilicata e 50 in Molise.

Sono 7.432 le persone guarite. I deceduti sono 6.077 (601 oggi), ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

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Prosegue incessante l’azione di controllo da parte del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.
Oggi sono stati effettuati 723 controlli: 211 nell’area di Cagliari, 29 Iglesias, 77 Oristano, 151 Sassari, 124 Tempio, 59 Nuoro, 72 Lanusei.
Sono state sanzionate 11 persone (5 Sassari, 3 Oristano, 2 Tempio, 1 Cagliari), segnalate alla Magistratura.
Inoltre, durante la giornata sono stati controllati, nello scalo marittimo di Porto Torres,  anche 92 passeggeri sbarcati con 53 auto, provenienti dalla Corsica.
L’inosservanza delle Ordinanze del Presidente della Regione comporta le conseguenze previste dall’art. 650 del cp, con arresto fino a 3 mesi e sanzione.

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«L’emergenza ha cambiato e sta cambiando radicalmente la vita di tutti i Sardi. Sin dall’inizio la Regione è impegnata al massimo per tutelare la salute dei cittadini e dare sostegno alle imprese e ai lavoratori della nostra Isola. In questi giorni assistiamo a violenti attacchi verso la Giunta e verso l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, in particolar modo da forze politiche che sono il riflesso di un governo nazionale che ben poco sta facendo per il nostro territorio e che, in generale, sta gestendo questa crisi in modo discutibile. Nonostante questo la Regione ha scelto la strada della responsabilità e della massima collaborazione istituzionale.»

I consiglieri regionali del gruppo della Lega difendono l’operato dell’assessore della Sanità Mario Nieddu.

«Difficile però tacere quando da Roma arrivano forniture scadenti, come le ormai tristemente note ‘mascherine’, che sono poco più di un panno di garza, inadeguate a tutelare i nostri operatori sanitari strenuamente impegnati in prima linea nella lotta contro il contagio. Non si può, per questo, puntare il dito sulla Regione, né sull’assessore Mario Nieddu, né sul presidente Christian Solinas, che ricordiamo sono stati anche i primi a richiedere al governo, ripetutamente e disperatamente il blocco dei collegamenti, già nelle settimane prima che l’epidemia si facesse strada sul nostro territorio. Su questa linea, da Roma, un ‘no’ secco, ripetuto, e poi un cambio di rotta arrivato comunque tardi – aggiungono Dario Giagoni, Pierluigi Saiu, Sara Canu, Michele Ennas, Ignazio Manca, Annalisa Mele, Michele Pais ed Andrea Piras. Il Governo in tutte le sue mosse ha dimostrato di inseguire la diffusione del virus anziché prevenirla, cosa che si sarebbe potuta fare se le richieste della Regione fossero state ascoltate.Inoltre, si può forse incolpare la Regione per i ritardi nella fornitura dei reagenti necessari per i tamponi? Lo stesso assessore Mario Nieddu ha concordato sull’utilità di eseguire i test sul personale medico in servizio e lui stesso si è impegnato a trovare soluzioni alternative per consentire il monitoraggio e superare il problema di approvvigionamenti che arrivano col contagocce. Un problema che, tra l’altro, investe tutte le Regioni, alcune delle quali vivono un momento drammatico.»
«Grazie all’intervento dell’assessore della Sanità la Sardegna ha anche ottenuto l’impiego dei medici dell’esercito, che daranno un prezioso contributo nel recuperare la piena funzionalità degli ospedali di Olbia e Sassari, duramente colpiti dal propagarsi dell’infezione. Oggi come non mai la Lega è vicina a chi lotta in prima linea e a tutti i cittadini. Lo siamo come politici che lavorano nelle istituzioni e come Sardi, che vivono sul territorio. Serve unità, collaborazione e consapevolezza che questa battaglia riguarda tutti – concludono Dario Giagoni, Pierluigi Saiu, Sara Canu, Michele Ennas, Ignazio Manca, Annalisa Mele, Michele Pais ed Andrea Piras -. Facciamo nostro il grido di dolore di chi lotta in corsia, non lasceremo da solo nessuno, ma respingiamo ogni attacco politico rivolto a destabilizzare chi invece, nelle istituzioni, sta combattendo una lotta senza tregua.»

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«Anche nell’attuale emergenza abbiamo lavorato per assicurare ai sardi il diritto alla mobilità non appena la situazione tornerà alla normalità.»

Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando la proroga, avvenuta stasera, dei contratti con Alitalia che garantiscono, dal 17 aprile la vendita dei biglietti sulle rotte Cagliari-Roma, Cagliari-Milano e Alghero-Roma e Alghero-Milano.

A seguito dell’attivazione della procedura di emergenza sullo scalo di Olbia gli uffici dell’assessorato regionale dei Trasporti hanno anche provveduto ad aggiudicare le rotte ad Alitalia che potrà quindi dalla stessa data aprire alle vendite i biglietti sulle rotte Olbia-Roma e Olbia-Milano.

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Enel Cuore, la onlus di Enel, per affrontare l’emergenza sanitaria causata dal diffondersi del virus Covid-19 nel nostro Paese, ha approvato una serie di misure a sostegno delle principali realtà impegnate nell’assistenza sanitaria e sociale.

Enel Cuore ha individuato le aree di intervento nell’ambito delle quali valutare le iniziative attualmente in corso sul territorio nazionale. In particolare, la onlus di Enel si propone di:

  • Sostenere nell’immediato l’attività della Protezione Civile nel contrastare l’emergenza epidemiologica.
  • Supportare ospedali, strutture sanitarie ed enti nella creazione di nuovi posti letto e l’acquisto delle apparecchiature necessarie sia nelle aree maggiormente colpite del nord Italia che nel resto del Paese.
  • Supportare le organizzazioni del terzo settore italiano per garantirne la sicurezza e la continuità dell’operato.
  • Contribuire alle azioni delle amministrazioni locali volte a supportare coloro che più di altri sono messi in difficoltà dall’emergenza e, successivamente, a sostenere la ripresa delle attività cittadine.

«In questo momento così complesso per l’Italia, Enel, attraverso la sua onlus Enel Cuore, vuole dare un aiuto concreto per contribuire a sostenere le strutture ospedaliere, le associazioni sul territorio e potenziare la risposta del sistema Paese all’emergenza in corso – afferma Patrizia Grieco, presidente di Enel e di Enel Cuore -. Siamo una multinazionale italiana con forti radici nel territorio che fa della sostenibilità l’architrave della sua strategia. È’ quindi del tutto naturale, ma al contempo doveroso per la nostra società, aiutare i territori dove operiamo e le comunità con cui lavoriamo ogni giorno.»

Per la realizzazione di queste iniziative Enel Cuore ha stanziato oltre 23 milioni di euro sia per progetti già individuati, sia per altri in fase di individuazione che verranno definiti in tempi brevi grazie al dialogo e il continuo coordinamento con Protezione Civile e Autorità nazionali e regionali in prima linea contro la diffusione del virus.

Per far fronte all’emergenza anche E-Distribuzione, la più grande società in Italia nel settore della distribuzione di energia elettrica, è scesa in campo donando un collegamento alla propria rete elettrica (o aumenti di potenza) in favore di strutture sanitarie pubbliche o aree sanitarie, anche temporanee, attivate per la gestione della crisi legata al Covid-19 e sino al termine dello stato di emergenza.

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«Sono la prima frontiera davanti ai cittadini che, in questo momento, auspicano solo una parola di incoraggiamento e speranza. I sindaci sardi assicurano non solo la tutela della salute pubblica, ma anche la garanzia di un impegno dinamico nei confronti delle attività produttive che si ritagliano nel territorio.»
E’ quanto evidenzia il consigliere regionale del Partito sardo d’azione Gianfranco Nanni Lancioni, che auspica un intervento forte a supporto all’esercito delle fasce tricolori, in prima linea nell’emergenza Coronavirus.

«E’ una battaglia che i primi cittadini affrontano in trincea. Nei paesi isolani sono stati attivati i Centri operativi comunali, che prevedono il decollo della macchina di protezione civile per i rischi derivanti dai casi sanitari presenti nei diversi angoli della Sardegna – spiega Nanni Lancioni -. E il primo argine è rappresentato dalle misure intraprese dai sindaci per garantire lo svolgimento delle funzioni pubbliche e private essenziali e delle istituzioni. Non devono sentirsi abbandonati, da soli, in questa guerra.»
«Ecco perché l’assemblea regionale deve salvaguardare – aggiunge il consigliere regionale dei 4 Mori – il ruolo svolto dai primi cittadini attraverso maggiori risorse per le emergenze. Sono necessari toni forti per invocare i cittadini a non uscire, poi una serie di misure per le situazioni che possano avere ricadute negative sulla salute pubblica. Un compito non facile – conclude Nanni Lancioni – che si traduce in un esempio virtuoso per uscire dalle difficoltà e superare questa emergenza determinata dall’epidemia.»

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Il riconoscimento da parte dell’OMS della caratteristica di pandemia per l’infezione da Covid-19 e l’elevato numero di casi e l’alta letalità nel territorio italiano, configurano un’emergenza importante. Questa però, in Sardegna, ha assunto prerogative assolutamente peculiari che preoccupano ancora di più per la riuscita del contenimento della diffusione dell’infezione e del numero di morti: la percentuale dei sanitari colpiti è intorno al 50% del totale, contro un 8% delle altre aree.»

Lo scrive, in una nota, Antonello Murgia, presidente del Comitato provinciale ANPI.

«Inizialmente il problema è stato sottovalutato, ma questo è successo ad altri prima di noi, in Italia e all’estero, anche se l’esperienza altrui avrebbe potuto consentirci di ridurre gli errori – aggiunge Antonello Murgia -. Se inizialmente poteva esserci stata un po’ di sfortuna, è difficile pensare alla stessa quando, dichiarato lo stato di emergenza ed assunti i provvedimenti del caso, gli ospedali continuano ad essere un luogo privilegiato di diffusione della malattia: ai nosocomi di Sassari e Nuoro si sono anzi aggiunti in questi giorni quelli di Alghero ed Olbia, nel mentre che gli operatori gridavano, ben poco ascoltati, la necessità di adeguare con urgenza le dotazioni di protezione individuale e le misure igieniche. La metà dei colpiti dal virus è costituita da operatori della salute dipendenti pubblici: con questo triste record la Sardegna ha conquistato la ribalta nazionale e internazionale. E’ una tragedia che mette a nudo le carenze dell’Amministrazione e, mentre la stampa impietosamente evidenzia per sovrappiù i tagli dell’Amministrazione regionale sulla sicurezza ed il Presidente non trova di meglio che invocare la benevolenza di Sant’Antioco, Madonna di Bonaria e Sant’Efisio, l’assessore della Sanità cerca di bloccare le notizie sul fenomeno mettendo il bavaglio ai dipendenti del Servizio sanitario. E’ una vicenda dolorosa soprattutto per l’alto indice di letalità della malattia ed è un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione che diventa meno esigibile per cause che vengono certamente da lontano, ma che l’attuale amministrazione regionale sta acuendo con le sue negligenze. E’ necessaria una rapida e netta inversione di rotta: le istituzioni non devono combattere le cattive notizie adoperandosi affinché le stesse e le loro cause non arrivino alla consapevolezza dei cittadini, ma predisponendo quanto necessario perché si realizzino le buone pratiche. Ed è evidente a tutti – conclude Antonello Murgia – che un impegno corretto ed efficace delle istituzioni è indispensabile anche come esempio di quella correttezza e di quell’impegno nell’osservanza delle norme antivirus che vengono giustamente richiesti agli operatori sanitari e ad una popolazione impaurita e spaesata.»

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Il Parlamento europeo sta lavorando affinché l’UE possa acquistare ventilatori, mascherine e le altre attrezzature mediche necessarie da mettere a disposizione degli ospedali di tutta l’UE.

La settimana scorsa, la Commissione ha istituito un programma per raccogliere attrezzature mediche (attraverso rescEU) e garantire cosi che le forniture necessarie per combattere il Covid-19 arrivino rapidamente agli Stati membri che devono affrontare una carenza di attrezzature. Queste attrezzature sono necessarie per curare i pazienti, proteggere gli operatori sanitari e contribuire a rallentare la diffusione del virus.

Il Parlamento europeo sta lavorando con gli Stati membri per approvare rapidamente 40 dei 50 milioni di euro per le attrezzature mediche di terapia intensiva, come i ventilatori, e i dispositivi di protezione personale, come le mascherine riutilizzabili.

Gli Stati membri stanno unendo le forze nell’ambito dell’accordo sugli appalti congiunti per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, ventilatori, respiratori e articoli necessari per i test sul Coronavirus. In questo modo, l’UE avrà una posizione negoziale più forte sul mercato mondiale.

Commentando la proposta della Commissione, il presidente della commissione parlamentare per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare, Pascal Canfin (Renew, FR) ha detto: «La scorsa settimana, l’Europa ha preso diverse decisioni storiche per contrastare il Covid-19, compreso l’impatto sull’economia dell’UE. Non lo diciamo abbastanza e non lo diciamo abbastanza forte. L’Europa sta facendo tutto il possibile per salvare vite umane. Il meccanismo di protezione civile dell’UE ha già salvato i cittadini dell’Unione europea in passato, nel bel mezzo di terremoti, uragani, inondazioni e incendi boschivi. Ora, per la prima volta, stiamo usando i fondi dell’Unione europea per sostenere gli sforzi degli Stati membri per combattere il virus, assicurandoci di avere le attrezzature mediche e protettive di cui abbiamo bisogno. È la solidarietà dell’UE in azione».

«La crisi attuale dimostra anche che è importante disporre di mezzi sufficienti per soddisfare le esigenze del programma del meccanismo di protezione civile dell’UE dopo il 2020, come richiesto dal Parlamento», conclude Pascal Canfin.

RescEU fa parte del meccanismo di protezione civile dell’UE, che rafforza la cooperazione tra i paesi dell’UE nel campo della protezione civile. Dalla creazione di RescEU nel 2019, l’UE può assistere direttamente gli Stati membri colpiti da catastrofi, in caso di sovraccarico delle capacità nazionali. Grazie al meccanismo di protezione civile dell’UE, più di 1.800 cittadini sono stati rimpatriati da tutto il mondo in seguito allo scoppio del Covid-19.

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C’è un posto dove la musica suona ancora. Suona per unire e condividere. Suona per non far dimenticare le migliaia di artisti, tra musicisti e operatori dello spettacolo, che in questo momento di grave difficoltà per il Paese si trovano bloccati da una crisi senza precedenti.

Per questo motivo, ogni sera, a partire dalle 19.30, il Jazzino di via Carloforte a Cagliari, invita tutti gli amanti della musica e dello spettacolo a partecipare dalle loro case a #Jazzin’Home, i video-party registrati sulla piattaforma Facebook e fruibili sull’omonima pagina del club cagliaritano. Un modo per far girare sempre e senza sosta la musica, per sentirsi vicini anche a distanza e assaporare, con uno sguardo diverso, i concerti più spettacolari andati in scena sul palcoscenico dello storico club di via Carloforte a Cagliari.

Partita lo scorso 11 marzo, l’iniziativa è diventata nel giro di pochi giorni un appuntamento seguito in streaming da centinaia di spettatori. A Cagliari, ma simbolicamente in tutte le piazze virtuali dell’Isola. In questi difficili giorni in cui a tutti è richiesto uno sforzo in più per contribuire a contenere il contagio, anche i tanti musicisti con cui nei mesi scorsi abbiamo trascorso serate straordinarie hanno deciso di scendere in campo e venirci a salutare virtualmente inviando a tutti noi saluti e messaggi di speranza. È il caso del chitarrista Mark Lettieri, del batterista Gianrico Manca, del compositore elettronico e live performer Arrogalla, del sassofonista Enzo Favata, del batterista e direttore d’orchestra Paolo Nonnis, della cantante Francesca Corrias e del mago dell’armonica beatbox Moses Concas.

Per partecipare ai video-party, basta cliccare “registrati” sul post che sarà disponibile ogni sera a partire dalle 19.30 nella pagina Facebook del Jazzino e godersi comodamente da casa i grandi artisti che hanno animato le notti cagliaritane (i video trasmessi rimarranno visibili anche dopo la fine della trasmissione in diretta).

Pur preoccupati dalla situazione, anche noi del Jazzino #restiamoacasa ma vogliamo continuare a guardare al futuro con fiducia, nella speranza che anche dalle situazioni più difficili possa nascere qualcosa di nuovo, di buono, di autentico.