18 July, 2024
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Dopo l’approvazione del nuovo DPCM sull’emergenza Coronavirus, la Portovesme srl oggi ha iniziato la fermata di alcuni servizi non essenziali.

«Stamattina, dopo le dichiarazioni del Premier Giuseppe Conte che dichiarava che le produzioni industriali NON ESSENZIALI si dovevano interrompere, abbiamo incontrato l’azienda che ci ha presentato gli scenari che potrebbero presentarsi – si legge in una nota della RSU della Portovesme srl -. Alla luce di questi eventi con la società si è condiviso che, per motivi legati alla Prevenzione della salute dei lavoratori, si prenderanno le seguenti decisioni. Nel caso che le nostre attività possano continuare a svolgersi, si decide che, per la tutela e l’incolumità dei lavoratori, delle loro famiglie e di tutta la cittadinanza del Territorio di fermare servizi non essenziali ed alcuni reparti produttivi senza comprometterne la sicurezza.»

I reparti interessati, sono i seguenti:

• lo stabilimento di San Gavino fermerà la marcia dal 3° turno da oggi;

• il reparto Waelz si inizierà la procedura di fermata da domani che coinvolgerà entrambi i forni;

• il reparto SX da domani inizierà la procedura della fermata;

• il reparto Fusione verrà interessato in questo modo:

  • polvere di zinco passerà da 3 a 2 turni;
  • la sgranellatura farà solo 1 turno.

Tutti i servizi saranno interessati da una diminuzione di lavoro, in base alle necessità dello stabilimento.

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«Il caso del contagio di Bitti è unico nel suo genere per quanto riguarda il quadro epidemiologico della provincia di Nuoro. Nel nostro Comune, infatti, abbiamo a che fare con una casa di riposo, con una quarantina di soggetti, tra ospiti e operatori, potenzialmente interessati dalla pandemia di Covid-19. Ecco perché è necessario intervenire quanto prima per mettere in sicurezza tutti. Istituzioni e portatori di interesse non spengano i riflettori sul caso Bitti, continuiamo a lavorare assieme per definire subito e al meglio tutte le strategie da percorrere per blindare il rischio di contagio verso la popolazione esterna al centro di cura.»
L’accorato appello arriva dal sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, a due giorni dall’individuazione di una positività al Coronavirus su un ospite della casa di riposo ‘Nostra segnora de su Meraculu’. Ad oggi le condizioni dell’ospite, subito ricoverato all’ospedale San Francesco di Nuoro, sono discrete e stabili.

«Auspico – ha aggiunto il sindaco di Bitti – che, appena possibile, arrivino i tamponi per i riscontri clinici e nuove indicazioni operative dalla struttura sanitaria regionale  e territoriale, con cui stiamo collaborando costantemente da giorni e a cui va tutto il mio apprezzamento per la particolare disponibilità. A Bitti, come da procedura richiesta da questi casi di emergenza, abbiamo già attivato il COC (Centro operativo comunale) per assicurare tutta la cooperazione con le istituzioni regionali, in primis l’Ats, e una velocità di risposta sugli interventi da mettere in campo: noi siamo pronti, aspettiamo di sapere cosa dobbiamo fare per mettere in sicurezza la nostra comunità.»

Giuseppe Ciccolini ha quindi ricordato che «gli operatori della struttura di cura, a cui vanno i più sinceri ringraziamenti, continuano a lavorare con grande professionalità e senso del dovere per assicurare la massima assistenza agli ospiti».

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In serata sono stati riscontrati altri 28 casi di positività al Covid-19 in Sardegna. Dagli ultimi esami pervenuti, sono emersi 2 casi di positività su 81 test effettuati negli ospedali di Cagliari e Oristano. 26 positivi sono stati accertati tra Olbia, Sassari, Nuoro ed Ozieri. Sale così a 35 il numero dei casi positivi riscontrati oggi in Sardegna ed esattamente a 367 dall’inizio dell’emergenza.

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Questa sera, con la pubblicazione del DPCM contenente nuove misure per contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, è stato ufficializzato anche l’elenco definitivo delle attività essenziali che restano aperte, un centinaio, con l’indicazione dei relativi codici ATECO, che pubblichiamo sia in formato pdf sia in formato jpg.

All. 1.pdf.

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E’ stato pubblicato questa sera il nuovo decreto annunciato ieri sera dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, contenente nuove misure per contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19.

Alleghiamo il testo integrale sia in formato pdf sia in formato jpg e l’elenco definitivo delle attività essenziali che restano aperte, sia in formato pdf sia in formato jpg.

dpcm 22 marzo 2020.pdf.

All. 1.pdf.

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Niente è semplice, al tempo del Coronavirus, meno che mai l’attività degli autotrasportatori e degli autisti che quotidianamente, spesso in silenzio, montano sugli autocarri e partono, non senza timore, per la loro preziosa missione, quella di garantire il funzionamento dell’intera catena logistica e distributiva in Italia e nella nostra isola.

«Vogliamo ringraziare l’Autotrasporto merci, che pur in difficoltà continua ad offrire il servizio essenziale di approvvigionamento dei beni, siano essi primari come quelli della filiera agroalimentare, dei farmaci, dei rifornimenti ospedalieri, siano essi necessari a sostenere l’intera popolazione in questo momento di emergenza estrema in tutto il Paese», afferma Valentina Codonesu, responsabile regionale CNA FITA, l’Unione dei Trasporti che monitora le attività delle imprese del comparto anche in questa emergenza Covid-19.

Numerose le crescenti criticità per gli autotrasportatori e per i loro autisti riscontrate dall’Associazione da quando ha avuto inizio l’incubo Coronavirus.

Tra queste: il blocco dell’attività per alcune tipologie di trasporto, legate a beni o attività sospese dai provvedimenti governativi; il caos nei porti e le difficoltà organizzative dei viaggi e degli imbarchi, prima del chiarimento sulla libera circolazione delle merci richiesto e ottenuto da CNA FITA alle ordinanze del presidente Christian Solinas n. 4 e 9/2020, nonché derivanti dalla riduzione delle tratte marittime passeggeri-merci; la difficoltà a trovare aree di servizio aperte, spazi di sosta dove potersi rifocillare e addirittura dove poter espletare i propri bisogni fisiologici lungo strade e autostrade, a seguito delle restrizioni governative sull’apertura delle attività di bar e ristorazione; i blocchi e rallentamenti da incubo lungo frontiera (es. Austria, Slovenia); le attese interminabili e pregiudizievoli nelle aziende committenti per carico e scarico delle merci; il rallentamento delle attività pubbliche funzionali allo svolgimento dell’attività di autotrasporto su strada (Motorizzazioni, CCIAA); la necessità di maggiori garanzie e sicurezze contro il rischio di contagio, tra cui quelle riguardanti la necessaria distanza sociale, nonché il reperimento di mascherine FPP2/3 – tutt’ora merce rara – come obbligatoriamente richiesto da alcuni depositi di smistamento delle merci.

A quest’ultimo proposito è stato finalmente emanato dal MIT nella serata di venerdì 20 marzo, il “Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 nel settore del trasporto e della logistica”, un testo sollecitato da settimane da CNA FITA a tutela della sicurezza dei tanti autotrasportatori impegnati in prima linea a far andare avanti il Paese in questa emergenza. Il testo è stato condiviso dal ministro Paola De Micheli e le associazioni di committenti, del Trasporto e della Logistica, e dei Sindacati dei Lavoratori.

«Rappresentiamo uomini e donne coraggiosi, che rischiano in prima linea per garantire i servizi minimi e supportare i bisogni di aziende, famiglie e cittadini. Per questo è imprescindibile il senso di responsabilità e il rispetto delle norme di sicurezza da parte dell’intera filiera del Trasporto e della Logistica a tutela degli autistiafferma Franco Pinna, presidente regionale e vicepresidente nazionale CNA FITA –. Ci impegneremo perché gli sforzi di questa categoria non vengano dimenticati dai Governi e dalle Istituzioni nei futuri provvedimenti che dovranno sostenere la ripresa economica.»

 

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«Sono finalmente in Sardegna i lavoratori sardi che da alcuni giorni si trovavano in Corsica in attesa di ricongiungersi con le loro famiglie. Desidero perciò esprimere il più vivo apprezzamento e la mia riconoscenza nei confronti del presidente della Corsica Gilles Simeoni e del responsabile delle Relazioni Istituzionali della Regione francese e dei rapporti Sardegna-Corsica, Denis Luciani per aver lavorato incessantemente – in una situazione complessa e di oggettiva difficoltà – per creare le condizioni per il rientro a casa dei nostri concittadini. »

Lo ha detto questa sera il presidente della Regione, Christian Solinas.

«La collaborazione tra le strutture della Regione e la Corsica ha rafforzato ancora più la reciproca solidarietà e i comuni ideali e valori di amicizia tra i popoli, ancor più in questa situazione di emergenza», ha concluso Christian Solinas commentando il rientro in Sardegna dei lavoratori sardi appena sbarcati a Porto Torres.

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Una vera e propria eccellenza: questa è Malattie infettive, la struttura dell’Aou di Sassari in prima linea nella lotta al Covid-19. È la precisazione dell’Aou di Sassari che tiene a rimarcare come la struttura, situata nella palazzina a valle di viale San Pietro, non è al collasso, come riportato oggi da alcuni organi di stampa.

Dall’avvio dell’emergenza l’équipe guidata dal professor Sergio Babudieri è stata arricchita da 4 medici, 19 infermieri esperti, provenienti da altri reparti, e 9 operatori socio assistenziali.

E se questa è la prima dotazione, in questa fase iniziale dell’emergenza, un ulteriore apporto di personale è previsto, anche in considerazione del progressivo accorpamento degli altri reparti dell’Azienda.

«C’è un livello di assistenza che non ha egualiafferma il responsabile delle Professioni sanitarie, Piero Bullainoltre, abbiamo in Azienda richieste numerose da parte del personale infermieristico di andare a lavorare in Malattie infettive. Si tratta di domande che sono in corso di valutazione, anche perché è necessario, comunque, tenere aperti anche altri reparti».

Il personale, al momento, lavora in turni di 12 ore. E la spiegazione la fornisce ancora una volta il responsabile delle Professioni sanitarie: «Una scelta assolutamente concordataspiegae fatta anche con l’obiettivo, al momento, di lavorare in gruppi numerosi. Una strategia che consente così di addestrare al meglio il personale nuovo e non lasciarlo da solo in condizioni di criticità». Il personale di ruolo, infatti, già da tempo si addestra a questo tipo di emergenze ed è in grado di trasmettere ai nuovi arrivi le dovute conoscenze per operare in questo tipo di situazioni.»

La struttura di Malattie infettive ha destinato all’emergenza due piani dei tre disponibili nella palazzina (al piano terra c’è il laboratorio di Microbiologia e Virologia e al primo sottopiano aule e ambulatori). In questi due piani sono disponibili 40 posti letto, tra stanze ordinarie e stanze singole e doppie in “alto contenimento”, dotate di strumentazioni tecnologiche come video e telecamere che consentono al personale sanitario di monitorare e comunicare con il paziente. Attualmente sono 33 i posti letto occupati.

Al primo piano, dove sono presenti gli studi medici e sono stati spostati i locali di vestizione e svestizione, è già prevista l’apertura di ulteriori posti letto.

Intanto, come da piano regionale delle emergenze che a Sassari prevede 68 posti Covid+, oltre ai 40 più 2 di primo soccorso di Malattie infettive sono disponibili, gli 8 posti subintensivi più i 20 di degenza ordinaria della Pneumologia. A questi si aggiungono gli 8 posti di terapia intensiva della Rianimazione di viale San Pietro.

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«Una struttura sanitaria che ha una capacità di 40 posti letto e 3 posti in terapia sub intensiva, e nella quale sono impiegati 37 medici e infermieri militari.»

Lo rende noto il sottosegretario della Difesa, Giulio Calvisi, con delega alla sanità militare.

«Quest’ultima opera realizzata dal personale della Difesa, così come quella inaugurata lo scorso venerdì a Cremona, conferma lo straordinario impegno del personale militare nella gestione di un’emergenza senza precedenti dal secondo dopoguerra – aggiunge Giulio Calvisi –. La Difesa, attraverso la sua sanità militare, è in prima linea nel contrasto all’emergenza del Coronavirus fin dal rimpatrio dei nostri concittadini da Wuhan, avvenuto lo scorso gennaio. Sin dai primi giorni, diversi team del personale sanitario della Sanità militare sono stati inviati nelle aree più critiche, a sostegno dei colleghi del Servizio Sanitario Nazionale. I medici militari hanno supportato i loro colleghi dell’ospedale Maggiore di Lodi, i presidi di medicina generale nel Lodigiano, l’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo (Bergamo), la Medicina territoriale di Bergamo, l’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, l’Ospedale di Piario, l’ospedale Niguarda di Milano, la casa di riposo del comune di Cingoli (Macerata»

Al supporto alle strutture del Servizio Sanitario pubblico si aggiungono strutture realizzate ad hoc, come quella presso il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito a Roma e quella realizzata a Milano nell’ex Ospedale Militare a Baggio.

A giorni sarà, inoltre, operativa presso gli ospedali di Sassari e di Olbia una squadra di medici della Sanità Militare dell’Esercito Italiano che lavorerà in collaborazione con il personale sanitario militare della Brigata Sassari e di altri medici già presenti attualmente in Sardegna.

Al dispiegamento di forze della sanità militare già al lavoro, si aggiungerà l’assunzione straordinaria di 120 medici e 200 infermieri militari che saranno prossimamente destinati in tutto il territorio nazionale.

Il ruolo importante che la Difesa sta svolgendo nel fronteggiare la crisi della pandemia, coinvolge tutte le sue risorse e le sue strutture, a tutti i livelli. Nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze si è avviata la produzione di 2.000 litri al giorno di disinfettanti che saranno distribuiti in tutto il Paese.

Altrettanto importante è il contributo alla produzione di dispositivi per le esigenze delle sale di terapia intensiva e sub intensiva a livello nazionale.

Inoltre, aerei, elicotteri ed equipaggi dell’Aeronautica e della Marina Militare sono mobilitati e sempre operativi per effettuare il trasporto di pazienti in bio-contenimento e di materiale sanitario, come avvenuto proprio ieri notte con un C-130 dell’Aeronautica proveniente da Dusseldorf e atterrato a Orio al Serio, con a bordo 16 letti di terapia intensiva. Attrezzature che saranno smistate negli ospedali più in difficoltà della provincia di Bergamo.

«Desidero, quindi, ringraziare i nostri medici e i nostri infermieri per lo straordinario lavoro che stanno facendo, così come tutte le Forze Armate che operano, anche in questa emergenza, confermando il ruolo fondamentale a presidio della sicurezza dei cittadini, della tutela sociale e della democrazia», ha concluso Giulio Calvisi.

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974 controlli effettuati oggi dagli agenti del Corpo Forestale della Regione che proseguono l’opera di controllo nelle zone costiere per vigilare sul rispetto delle regole di isolamento e di autodenuncia da parte delle persone che occupano le case al mare.
L’inosservanza delle ordinanze del presidente della Regione comporta le conseguenze previste dall’art. 650 del cp, con arresto fino a 3 mesi e sanzione.
Oggi 245 sono stati effettuati nell’area di Cagliari, 28 Iglesias, 119 Oristano, 172 Sassari, 135 Tempio, 186 Nuoro, 89 Lanusei.
Sono state sanzionate 12 persone, segnalate alla Magistratura.
Gli agenti della Regione sono inoltre presenti quotidianamente in tutti i porti dell’Isola.