Se vogliamo ritornare presto alla nostra vita normale, “DOBBIAMO STARE A CASA”
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Da alcune settimane la nostra vita sembra essersi fermata. La crescente diffusione del Coronavirus ha portato, giustamente, all’imposizione da parte del Governo e delle Regioni di severe limitazioni ai nostri movimenti abituali, alla temporanea sospensione delle attività produttive non strettamente necessarie, cruciali, indispensabili a garantirci beni e servizi essenziali. Si tratta di sacrifici fino a ieri a noi sconosciuti, primo caso dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Sacrifici indubbiamente limitativi della nostra libertà individuale ma, in questa fase della nostra vita, inevitabili, da accettare e rispettare fino a quando l’emergenza non sarà, finalmente, alle nostre spalle.
Nelle ultime settimane, con poche eccezioni, la nostra vita s’è fermata e le nostre attenzioni, giustamente, sono tutte rivolte a contrastare questo nemico senza volto che ci minaccia e, soprattutto nelle regioni del Nord Italia, ha già fatto migliaia di vittime. Un nemico che ci sta portando a profonde riflessioni su come eravamo e, soprattutto, come saremo ad emergenza finita, quando non potrà tornare tutto come prima. Il Coronavirus o Covid-19, come siamo ormai abituati a chiamare questo nemico, ha fatto e, purtroppo, temiamo che farà ancora tante vittime, e cambierà profondamente tutti noi, in ogni angolo della Terra. Ma avremo tempo e modo di affrontare quel che sarà, ciò che conta, oggi, è contrastarne con tutti i nostri mezzi e la nostra forza di volontà, la pericolosissima e drammatica avanzata, facendo fronte comune e rispettando le disposizioni che ci sono state imposte, giorno dopo giorno, sempre più limitative della nostra libertà individuale.
Anche la Sardegna, purtroppo, sta facendo i conti con questo nemico invisibile e ogni giorno vengono aggiornati i numeri delle persone risultate positive al Covid-19. Ieri è cresciuto anche il numero delle vittime, ora 6 (oltre al pensionato morto a Samassi risultato positivo al Covid-19 ma stroncato da un arresto cardiocircolatorio). La Regione e l’ATS hanno diramato le direttive per affrontare l’emergenza (provocando anche forti reazioni da parte delle amministrazioni locali per alcune scelte indubbiamente assai discutibili, come quella del temporaneo spostamento del Punto Nascita del CTO di Iglesias al Brotzu di Cagliari). Ci sono aree dell’Isola già fortemente colpite, come la provincia di Sassari, dove è stato registrato il maggior numero di persone positive al Covid-19 e di vittime (5 su 6), altre, fra le quali la provincia del Sud Sardegna, dove finora sono stati fortunatamente registrati pochi casi di positività al Covid-19. Sarebbe sbagliato ed imperdonabile sottovalutare il pericolo, perché l’esperienza dimostra come il Coronavirus abbia trovato spazio proprio dove non ha ricevuto la necessaria opposizione, con conseguenze drammatiche. E’ indispensabile tenere alta, altissima, l’attenzione per il rispetto delle regole contenute nelle disposizioni di Governo e Regione e, soprattutto, la prima regola, quella più semplice ed efficace: “RESTIAMO A CASA”. Se proprio non siano obbligati da inderogabili esigenze lavorative, sanitarie o di primaria necessità (fare scorte di viveri, possibilmente una persona per nucleo familiare e non più di una volta la settimana), se vogliamo uscire quanto prima dall’incubo in cui ci siamo venuti a trovare ad un certo punto della nostra vita, se vogliamo ritornare presto alla nostra vita normale, «DOBBIAMO STARE A CASA!»
N.B. Lo sport è una delle abitudini che manca maggiormente a tanti di noi, che potremo ritrovare presto e potrà regalarci ancora tanti momenti gioiosi, se saremo capaci di rispettare il sacrificio che ci impone oggi l’emergenza sanitaria: “RESTIAMO A CASA“.
Giampaolo Cirronis