18 July, 2024
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha emanato questa sera una nuova ordinanza contenente, all’art. 1 “Ulteriori misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale”.

1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19 sono adottàte, sull’intero territorio nazionale, le ulteriori seguenti misure:

a) è vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici;

b) non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona;

c) sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro;

d) nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.

Art. 2 (Disposizioni finali)

1. Le disposizioni della presente ordinanza producono effetto dalla data del 21 marzo 2020 e sono efficaci fino al 25 marzo 2020.

2. Le disposizioni della presente ordinanza si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

La presente ordinanza è trasmessa ai competenti organi di controllo per la registrazione e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

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«Dobbiamo fare di tutto per limitare gli spostamenti e ridurre la diffusione del virus Covid-19. Puntiamo con forza sulla ricetta medica via email o con messaggio sul telefono. Un passo avanti tecnologico che rende più efficiente tutto il sistema sanitario nazionale.»

Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, commenta la firma, in queste ore, da parte del Capo Dipartimento della Protezione Civile di un’ordinanza che consente ai cittadini di ottenere dal proprio medico il “Numero di ricetta elettronica” senza più la necessità di ritirare fisicamente, e portare in farmacia, il promemoria cartaceo. Si tratta di un’ulteriore misura che viene incontro alla necessità di limitare la circolazione dei cittadini e di arrestare i contagi del nuovo Coronavirus.

«Al momento della generazione della ricetta elettronica da parte del medico prescrittore – si legge nell’ordinanza – l’assistito può chiedere al medico il rilascio del promemoria dematerializzato ovvero l’acquisizione del Numero di Ricetta Elettronica tramite:

  • trasmissione del promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore la casella di posta elettronica certificata (PEC) o quella di posta elettronica ordinaria (PEO);
  • comunicazione del Numero di Ricetta Elettronica con SMS o con applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore il numero di telefono mobile;
  • comunicazione telefonica da parte del medico prescrittore del Numero di Ricetta Elettronica laddove l’assistito indichi al medesimo medico il numero telefonico.»

Nella stessa ordinanza, disposta di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze e con l’intesa del presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, vengono disciplinate anche tutte le modalità operative per farmacie e ASL per i farmaci distribuiti in modalità diverse dal regime convenzionale e per i medicinali che richiedono un controllo ricorrente dei pazienti.

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La chiusura di porti e aeroporti sardi è una necessità anche se decreti non ben definiti consentono il trasporto marittimo delle merci paradossalmente con autisti provenienti spesso da zone a rischio. Il presidente della Regione, in veste di Autorità sanitaria, infatti, ha autorizzato il “traffico” di lavoratori, “potenziali vettori del virus”, dalle aree maggiormente interessate dall’epidemia alla Sardegna, senza che venga imposta la quarantena e gli opportuni controlli.

Anche stamane sono sbarcati carichi di merci provenienti da zone ad alto rischio con relativi autisti. Arrivano da fabbriche metallurgiche e dal mercato agro-alimentare. Per contrastare e limitare la diffusione del virus non è sufficiente sospendere i trasporti ordinari dei passeggeri, se le stesse misure e controllo non vengono adottati per tutte le persone che operano nei trasporti.

Lo stesso problema si pone anche in altri settori produttivi.

A oggi, sarebbero 6.668 i tecnici delle 416 società che accedono al Petrolchimico di Sarroch. In questo settore vi lavorano 3.100 persone di cui 700 non sardi che sarebbero giunti in gran parte in Sardegna dopo il 24 febbraio. Si tratta di lavoratori che nel rispetto dell’ordinanza regionale n. 5 del 9 marzo avrebbero l’obbligo di osservare la permanenza a domicilio per 14 giorni. Ma la salute non è sempre prioritaria.

Dal 20 febbraio in poi sarebbero giunti in Sardegna 3.000 addetti alla manutenzione di questi impianti. Con la nota esplicativa del presidente Christian Solinas, all’ordinanza n. 5 del 09 marzo 2020, sarebbero infatti ammessi “gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative”. Questo provvedimento non impone a questi lavoratori, “potenziali vettori di coronavirus”, l’obbligo della quarantena preventiva, anzi, li autorizza alla libera circolazione.

L’accrescere del numero dei contagi da Covid-19 in Sardegna, imprevedibile nella sua manifestazione, richiede da parte della Regione Autonoma provvedimenti istituzionali urgenti, chiari ed efficaci a cui chiunque arrivi è soggetto al rispetto.

Claudia Zuncheddu – Sardigna Libera

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Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.  Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 37.860 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 47.021 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 15.420 in Lombardia, 5.089 in Emilia-Romagna, 3.677 in Veneto, 3.244 in Piemonte, 1.844 nelle Marche, 1.713 in Toscana, 1.001 in Liguria, 912 nel Lazio, 702 in Campania, 555 in Friuli Venezia Giulia, 600 nella Provincia autonoma di Trento, 530 nella Provincia autonoma di Bolzano, 551 in Puglia, 379 in Sicilia, 422 in Abruzzo, 384 in Umbria, 257 in Valle d’Aosta, 288 in Sardegna, 201 in Calabria, 39 in Molise e 52 in Basilicata.

Sono 5.129 le persone guarite. I deceduti sono 4.032 (oggi 627), ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

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«Le misure di carattere economico approvate dal Governo nazionale sono insufficienti per affrontare una crisi come quella che abbiamo di fronte specie per le partite IVA.»

Lo dice il consigliere regionale della Lega Michele Ennas.

«E’ giusto e sacrosanto il sostegno ai lavoratori dipendenti, ma il Governo nazionale si sta dimenticando di tutto il tessuto economico legato a commercianti, artigiani, piccoli imprenditori, liberi professionisti che sta andando in pezzi, senza possibilità di recupero – aggiunge Michele Ennas -. Mi sembra evidente che non si può chiedere a chi non incassa un euro di pagare le tasse. Le partite IVA che non stanno guadagnando nulla e di certo nulla guadagneranno chissà ancora per quanto tempo dovranno comunque versare i contributi previsti. Non basta rinviare le scadenze e tantomeno sono sufficienti gli stanziamenti da 600 euro una tantum.»

«E” superfluo dire che nelle aree maggiormente in crisi come il Sulcis Iglesiente, in cui la sofferenza economica è già marcata, un evento di crisi economica di questo tipo risulta devastante – sottolinea Michele Ennas -. Il governo nazionale ha la possibilità di attutire il colpo sbloccando alcune misure dedicate al nostro territorio. La fiscalità di vantaggio della Zona Franca Urbana del Sulcis Iglesiente prevede la concessione di agevolazioni in favore di imprese di micro e piccola dimensione sotto forma di esenzioni fiscali e contributive. L’ultimo monitoraggio del MISE ha rilevato che un importo di oltre 22,9 milioni di euro dei fondi originariamente stanziati non risultano utilizzati ma sono sostanzialmente bloccati per via delle condizioni previste dai decreti originali. Ci sono 6 milioni di euro provenienti da rinunce e revoche delle agevolazioni già concesse che sono immediatamente utilizzabili e possono essere messi a disposizione subito predisponendo gli atti necessari. In questo momento per il nostro territorio qualsiasi sostegno alle nostre imprese può essere una boccata di ossigeno fondamentale e, data la situazione, il Governo dovrebbe valutare di rifinanziare tale fondo disponendo un ulteriore stanziamento di risorse. Servono coraggio e lungimiranza – conclude il consigliere regionale della Lega -. Anche a livello regionale non ci dimenticheremo di queste categorie produttive e faremo di tutto per sostenerle.»

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Proseguono su tutto il territorio comunale di Sestu i controlli delle persone che si sono autodenunciate alle autorità, dopo il loro arrivo (o il rientro) in Sardegna in seguito alle restrizioni emanate dal Presidente del Consiglio dei ministri con un apposito decreto.

«Da una decina di giorni sottolinea la sindaca di Sestu, Paola Seccile persone che sbarcano in Sardegna, siano esse residenti o no, hanno l’obbligo di dichiarare al proprio medico di medicina generale o all’operatore di sanità pubblica del Servizio territorialmente competente il domicilio nel quale dovranno osservare il periodo di quarantena previsto dal DPCM. Questa limitazione era riservata inizialmente alle persone provenienti dalla Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbania-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, le zone più colpite dai casi accertati di Coronavirus. Oggi è stata estesa a quanti arrivano in nave o in aereo sul territorio isolano.»

Polizia locale e carabinieri sono impegnati da giorni nei controlli a tappeto, sulla base degli elenchi diffusi dalla Regione Sardegna nell’ambito delle misure per il contrasto al diffondersi dell’epidemia di coronavirus.

«In stretto raccordo con le forze dell’ordine spiega la sindaca Paola Seccistiamo verificando ogni singolo caso, sanzionando coloro che non osservano i divieti imposti dal DPCM. Tra questi il più importante è certamente l’obbligo di isolamento nel domicilio segnalato con l’autodenuncia. Una misura che ritengo indispensabile per la sicurezza della nostra comunità. Desidero per questo ringraziare tutte le forze dell’ordine impegnate in questo lavoro, in un momento complessivamente molto impegnativo.»

La sindaca Paola Secci elogia «tutti i cittadini che stanno osservando le disposizioni contenute nel decreto firmato dal presidente Conte, nel rispetto non solo della loro salute ma anche di quella dei familiari e degli altri componenti la nostra comunità. Tutti stanno affrontando sacrifici, non fa piacere a nessuno stare rinchiuso in casa e rinunciare alla libertà di movimento cui siamo sempre stati abituati, con le conseguenze che ciò comporta anche da un punto di vista economico. In questo momento, però, è l’unico modo per contenere il contagio e dobbiamo farcene una ragione. Non ci sarà alcuna tolleranza per i trasgressori».

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Sono 293 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 1.912 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 71, di cui 15 in terapia intensiva, mentre 217 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende il primo paziente guarito e altri due clinicamente guariti. Due i decessi nell’Isola dall’inizio dell’emergenza.
Sul territorio, dei 293 casi positivi complessivamente accertati, 43 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+2 rispetto all’ultimo aggiornamento), 8 (+1) nel Sud Sardegna, 4 (+1) a Oristano, 22 (+1) a Nuoro e 216 (+82) a Sassari.

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In presenza dell’emergenza Covid-19, RSU, RLSA ed Azienda hanno deciso dio sospendere temporaneamente la produzione nello stabilimento RWM di Domusnovas.

La decisione è stata assunta – si legge in una nota dei reppresentanti di RSU/RLSA RWM Segreterie Territoriali S. Saddi Filctem CGIL/ Femca CISL M. Porcedda E. Madeddu/V. Lai A. Surracco – «con grande senso di responsabilità», nonostante «considerata la grave emergenza che interessa l’intero Paese compreso il Nostro Territorio, il Comitato Tecnico istituito a seguito del Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19, tra il Governo, le organizzazioni sindacali e le organizzazioni Datoriali, fatta l’analisi di verifica di quanto predisposto dal Protocollo stesso, ha confermato che le azioni concordate e realizzate negli stabilimenti di Domusnovas, Musei ed il magazzino di Iglesias, sono conformi al protocollo e non esistono condizioni ostative alla prosecuzione dell’attività lavorative».
La sospensione temporanea della produzione è stata decisa «al fine di ridurre al minimo i rischi per il territorio, in un momento in cui le strutture sanitarie sono esposte nel fronteggiare l’emergenza in atto, ancora su proposta di RSU e RLSA, recepita in modo positivo dall’azienda, si è deciso inoltre di destinare a chi necessita (ospedali, pronto soccorso, forze dell’ordine, ecc.), tutti quei DPI a loro necessari di cui l’azienda potrà privarsi. Si è convenuto inoltre di sostenere eventuali altre forme di solidarietà che verranno attuate nei prossimi giorni. Le decisioni prese, sono motivate dal fatto che l’emergenza in corso necessità di messaggi e impegni precisi ed è necessario quindi, che ognuno si adoperi per superare questo grave e delicato momento».

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Due ulteriori strutture ospedaliere saranno dedicate a Covid-Hospital della Sardegna: il Mater Olbia ed il Policlinico Sassarese.
Lo annuncia il presidente della Regione Christian Solinas.

«Grazie allo straordinario impegno profuso in queste ore dall’intera macchina regionale – dice il presidente della Regione –, abbiamo individuato due valide strutture che saranno dedicate alla cura dei malati. I tempi per l’allestimento saranno rapidissimi, lavoreremo giorno e notte. Si creano così oltre 120 posti letto aggiuntivi, di cui circa 40 in terapia intensiva, che potranno essere ulteriormente incrementati.»

«In questo modo – sottolinea il presidente Christian Solinas -, diamo una risposta tempestiva alla situazione del Nord Sardegna con 12 nuovi posti dedicati di terapia intensiva a Sassari, 14 di semintensiva e 60 a differente intensità di cure. Potremo contare anche ad Olbia su un potenziale di posti letto aggiuntivi in grado di contrastare l’emergenza e della direzione scientifica di un infettivologo di chiara fama come il prof. Vella. »
Collegato in videoconferenza con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, il presidente Christian Solinas ha sottolineato ancora una volta l’urgenza che la Protezione civile nazionale invii immediatamente in Sardegna le scorte annunciate di dispositivi per la protezione personale del personale sanitario, nonché le attrezzature e i macchinari per il potenziamento dei posti letto di terapia intensiva e semintensiva.

Nel frattempo, il Governatore ha dato mandato agli uffici regionali di procedere immediatamente al reperimento ed acquisizione di tali attrezzature e dispositivi sul mercato fino a concorrenza dei fabbisogni dichiarati dal sistema sanitario regionale per affrontare l’emergenza in atto.

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In ottemperanza alle disposizioni contenute nei decreti del presidente del Consiglio dei ministri dell’8/03/2020, del 09/03/2020 e dell’11/03/2020, relativi al contenimento delle infezioni Covid-19, ed alle ordinanze del presidente della Regione Autonoma della Sardegna in materia di sanità pubblica, il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, ha emesso un’ordinanza contenente le disposizioni relative, al fine dare applicazione alle norme contenute nei decreti ministeriali.

Le misure adottate e contenute nell’ordinanza, con valore a partire dalla data odierna, e fino al 3/04/2020, riguardano:

– La sospensione immediata per le rivendite di generi di monopolio in attività nel territorio del comune di Iglesias e dotate di apparecchi per il gioco lecito, di tutte le tipologie di gioco che prevedono vincite in denaro e non.

– La possibilità per le persone di spostarsi dalla propria abitazione per consentire l’espletamento dei bisogni fisiologici degli animali domestici, esclusivamente per una distanza massima di 250 metri dal portone d’ingresso della propria casa, provvedendo a mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro da eventuali altre persone.

– La sospensione di qualsiasi attività motoria e di qualsiasi pratica sportiva all’aperto in luoghi pubblici, divieto esteso anche alle semplici passeggiate, fatta eccezione per l’attività motoria motivata da documentate esigenze mediche, legate a particolari patologie.
Le citate esigenze mediche dovranno essere autodichiarate e si dovrà provvedere a mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro da eventuali altre persone.

– Relativamente al disbrigo delle incombenze necessarie consentite, come gli acquisti di farmaci e generi alimentari, l’obbligo di limitare le uscite ad una sola persona per nucleo familiare, (n.1 uscita, n.1 persona), fatte salve le necessità delle persone anziane o non autosufficienti che vivono da sole e devono essere accompagnate, le quali hanno a disposizione anche il servizio di assistenza predisposto dall’Amministrazione comunale.

– La chiusura dell’apertura al pubblico dell’ecocentro comunale.