18 July, 2024
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Al fine di contribuire alla diffusione dei servizi a domicilio, offerti dalle attività presenti nel territorio comunale, il comune di Iglesias sta predisponendo un elenco delle attività che offrono tale servizio con i relativi contatti telefonici e telematici, con lo scopo di agevolare gli utenti.

Chiunque voglia comunicare la propria disponibilità a offrire servizi di spesa e consegna acquisti a domicilio, può inviare il nome della propria attività, il proprio recapito telefonico ed il proprio contatto telematico al seguente indirizzo mail: emergenza.domicilio@comune.iglesias.ca.it .

L’elenco delle attività consentite dai decreti ministeriali, che invieranno la propria disponibilità, analogamente a quanto fatto da altre Amministrazione comunali, sarà pubblicato sui canali del comune di Iglesias ed aggiornato periodicamente.

La possibilità di essere inseriti nell’elenco è aperta a tutte le attività consentite dai decreti ministeriali in tema di prevenzione e contenimento dell’infezione Covid-19.

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Gli agenti del Corpo Forestale della Regione proseguono i controlli nelle campagne e nelle zone costiere per vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza, in modo particolare da parte di coloro che nelle settimane scorse sono giunti in Sardegna per riversarsi nelle case al mare.

L’inosservanza delle ordinanze del presidente della Regione comporta le conseguenze previste dall’art. 650 del cp, con arresto fino a 3 mesi e sanzione. Oggi sono stati effettuati 557 controlli, oltre 100 più di ieri, 28 in area Cagliari, 23 Iglesias, 88 Oristano, 138 Sassari, 91 Tempio, 119 Nuoro, 47 Lanusei. Sono state sanzionate 6 persone. Un controllo svolto a Platamona ha comportato anche l’inseguimento di un automobilista che non si è fermato all’alt degli agenti, e che ha accelerato cercando di far perdere le proprie tracce in una strada di campagna. E’ stato denunciato.

«Quella svolta dai forestali è un’opera preziosa – ha sottolineato ancora una volta il presidente della Regione Christian Solinas -. E’ fondamentale che tutti rispettino le regole e i nostri agenti forestali saranno giustamente inflessibili.»

 

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Cresce ancora il numero dei positivi al Coronavirus in Sardegna, i casi dall’inizio dell’emergenza sono 134 (compresi i due deceduti). Nell’Isola sono stati eseguiti complessivamente 1.135 test, 987 dei quali sono risultati negativi e 14 sono ancora in corso d’accertamento. I ricoverati in ospedale sono 49, dei quali 7 si trovano in terapia intensiva, 83 in isolamento domiciliare.
32 casi sono stati riscontrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 5 nella provincia del Sud Sardegna, 3 in quella di Oristano, 20 in provincia di Nuoro e 74, infine, in provincia di Sassari.

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Il sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, al fine di tutelare la salute di tutta la comunità, ha emanato un’ordinanza volta ad evitare assembramenti che ancora persistono per attività di tipo motorio e ricreativo all’aperto.
Con l’ordinanza, in vigore da oggi, è fatto divieto assoluto di passeggio pubblico o attività sportiva, non rientrante tra gli spostamenti per ragioni di lavoro, di salute o di necessità prescritte dai D.P.C.M. dell’8 ed 11 marzo 2020 e non rispondente a comprovate e non rinviabili esigenze primarie di cui alla omogenea circolare del ministero dell’Interno.
In allegato il testo del documento.

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Questa è solo una fotografia come tante di questo momento che ci vede tutti in apnea, congelati in attesa di capire cosa succederà.
Questo è un pezzo della storia di mio padre, una vita passata tra i negozi di alimentari a vendere surgelati, che 10 anni fa ha deciso di acquisire e gestire una sua attività che oggi, dopo tanti anni di incertezza e sacrifici, porta avanti. E di mia madre, 41 anni di onorato servizio al Sistema sanitario nazionale come infermiera professionale a fare prelievi e trasfusioni, arrivata alla pensione a 61 anni ha imparato un nuovo mestiere e fa la cassiera nel piccolo negozio di vicinato che mio padre gestisce, per contribuire a tagliare un po’ i costi del personale in questa Italia che non agevola chi cerca di fare impresa. I clienti e le dipendenti la adorano. Anche lì lei sta lasciando la sua impronta: è come se la sua aura avesse un qualcosa di veramente speciale che fa venire voglia a tutti di volerle bene e di volersi più bene. È sempre stata un fulcro di grande amore e unione per tutta la mia grande famiglia, sia dalla parte di mio padre che dalla sua parte. «La mia perla», diceva mia nonna.
I primi giorni della scorsa settimana sono stati un inferno. Ho avvertito l’incombere di una grande minaccia, un pericolo in arrivo che mi ha procurato uno stato di allarme che ho fatto fatica a gestire. E non tanto per me stessa, quanto per i miei genitori e mio fratello, anche lui lavoratore in un grande supermercato. La mia preoccupazione era data, soprattutto, dal fatto che loro non avessero del tutto capito la gravità della situazione.
I primi giorni ho fatto del vero e proprio terrorismo psicologico: ho passato la maggior parte del mio tempo ad informarmi e a leggere qualsiasi cosa che potesse essere utile a preservarli e a proteggersi, visto che loro non hanno la possibilità di #restareacasa e non ce l’avranno nemmeno se la situazione in Sardegna dovesse peggiorare ed il Governo o la Regione dovessero adottare misure ancora più restrittive. La notte non riuscivo ad addormentarmi, mentre loro dormivano distrutti davanti alla tv, li osservavo preoccupata. Non dimenticherò mai lo sguardo di mia madre alla sigla dell’edizione straordinaria del TG1 che annunciava l’estensione della zona rossa a tutta Italia; non dimenticherò mai la sensazione di impotenza ed ansia che provo quando tornano a casa, ogni giorno più stanchi e preoccupati, e li vedo espletare quello che abbiamo ormai protocollato come un lungo ed estenuante rito di disinfezione e igienizzazione: la mascherina qui, le scarpe qui, il gel disinfettante prima di toccare qualsiasi cosa in casa, la disinfezione di chiavi e cellulare, poi il lavaggio accurato delle mani e del viso.

Ho visto video girati in Cina che mi hanno fatto capire quanto le nostre precauzioni non fossero sufficienti. E ho pensato che prima loro si sarebbero abituati a prestare la massima attenzione e a non abbassare mai la guardia, prima sarei riuscita io a non perdere la testa e a dedicarmi a quello che devo fare in modalità “lavoro agile”, visto che di agile ultimamente c’è stato ben poco. Ho provato a sfruttare il fatto che i miei genitori hanno fatto tanti sacrifici per farmi studiare e laureare e, anche se vengo da studi diversi, ho cercato di mettermi al loro servizio, informandomi attraverso i canali di informazione corretti: mi sono fatta una cultura su mascherine, disinfettanti (ho anche preparato qualche soluzione a casa seguendo i consigli dell’OMS e del CNR) e su come minimizzare il rischio di contagio. Ho rischiato di entrare in un tunnel di ansia autoalimentante, ho chiesto ai miei genitori di chiudere il negozio e buttare la chiave e poi, in un momento di lucidità, mi sono resa conto di una cosa: anche loro hanno paura. Anche loro sono preoccupati. Ma non possono permettersi di chiudere, né tanto meno di crollare. E per non farlo, hanno bisogno che io mantenga la calma.
Penso a chi lavora negli ospedali e si ritrova ancora più esposto e coinvolto, spesso privo dei dispositivi di protezione adeguati. Penso alla preoccupazione loro e delle loro famiglie. Penso a chi ha un’attività che si è trovato costretto a chiudere e ha dei dipendenti da pagare. Penso a chi già stava male e si ritrova a combattere con una grande minaccia in più. Penso a chi in questo momento assurdo aspetta un figlio. Penso a chi è costretto a rimanere a casa e “casa” non è un posto affatto sicuro, e non per via del virus. Penso a chi una casa non ce l’ha. Penso a chi ha perso qualcuno e non ha potuto nemmeno stargli vicino. Poi penso a tutte quelle persone che si lamentano di non poter uscire, e penso a quanto vorrei che mio fratello ed i miei genitori avessero la stessa possibilità. Di rimanere a casa. Penso alle mascherine che mia madre sta facendo con la carta forno, con l’illusione che servano a qualcosa, visto che in giro non se ne trovano altre e in un negozio al momento del pagamento è difficile mantenere la distanza di sicurezza (e i clienti non sempre sono disciplinati). Penso a quanto ci ritroviamo impreparati a tutto questo. Penso al terrore che ho che mio padre si distragga e durante i suoi mille giri tra i mercati all’ingrosso per ricaricare gli scaffali del negozio assecondi il vizio di toccarsi la faccia in continuazione proprio nel momento sbagliato. Penso a mio fratello che fuma da 20 anni e ha avuto due broncopolmoniti, e a uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità che dice che per i fumatori il rischio di finire in terapia intensiva per infezione da Covid-19 è più del doppio.
I medici, gli infermieri, gli oss, i tecnici, i volontari, tutta la catena che costituisce il sistema sanitario, è fatta degli eroi dei nostri giorni. I soldati al fronte. Ma lo sono anche tutti coloro che lavorano affinché la nostra società non soccomba in questo momento storico senza precedenti: chi produce, trasporta e distribuisce i beni di prima necessità, chi raccoglie i nostri rifiuti e li gestisce, chi fa in modo che nelle nostre case continuino ad arrivare acqua potabile ed elettricità. Tutti coloro che, qualunque piega prenda questa situazione, non si potranno fermare. La mia famiglia è coinvolta in prima linea. Se da una parte siamo fortunati perché i nostri incassi non sono calati, dall’altra ogni giorno la preoccupazione è enorme, perché non sappiamo quanti positivi asintomatici ci siano in giro. Soprattutto qui in Sardegna, dopo il grande esodo dalle ex zone rosse. Se scoppiasse l’emergenza il nostro sistema sanitario regionale non reggerebbe.
Perciò, se qualcuno fosse arrivato alla fine di questo lungo flusso di pensieri che hanno affollato la mia mente negli ultimi giorni, anche il mio appello è questo: chi può, resti a casa. Preservate voi stessi e gli altri. Siamo nella fase più delicata e cruciale di questo incubo che un giorno spero non lontano finirà. Ma adesso restate a casa: fatelo per chi non può permettersi di farlo. Ci sarà il tempo per le passeggiate all’aria aperta e per tornare alla vita di prima… Anche se forse la vita com’era prima non sarà più possibile, perché tutti noi non saremo più come eravamo. Ed è giusto così.

Valentina

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Desidero ringraziare i colleghi per la comprensione dimostrata nei confronti della decisione di chiudere al pubblico dal 16 marzo u.s. gli uffici di Cagliari dell’Ordine dei giornalisti e dell’Associazione della stampa sarda, assunta per l’aggravarsi dell’epidemia del “Coronavirus” (Covid19), in ottemperanza ai Dpcm (4 marzo – G.U. n. 55; 8 marzo – G.U. n. 59; 9 marzo – G.U. n. 62).

Ringrazio anche, con grande stima, i dipendenti che, nonostante la chiusura, garantiscono comunque agli iscritti e a tutti gli interessati, via cellulare e/o e-mail, la funzionalità dei servizi dell’Ordine dei giornalisti, dell’Associazione della Stampa Sarda, dell’Inpgi e della Casagit, dal lunedì al venerdì, fino alle ore 13.00.

Sarete tempestivamente informati se i provvedimenti presi dovessero essere rimodulati nei prossimi giorni sulla base di eventuali disposizioni da parte del Governo. Gli iscritti sono pertanto invitati a monitorare costantemente i canali di comunicazione di Ordine e Assostampa per essere sempre aggiornati.
Assemblee, incontri, riunioni degli organi di categoria o degli iscritti sono rinviati a data da destinarsi. Sarà certamente rinviata anche l’assemblea per l’esame dei bilanci dell’Ordine già convocata per il 30 marzo prossimo. La nuova data verrà comunicata per tempo.

Ricordo i numeri di telefono e gli indirizzi mail ai quali ci si può rivolgere in orario d’ufficio:

Ordine dei giornalisti della Sardegna www.odg.sardegna.it
3450562966 Cellulare ODG
E-mail: segreteria@odg.sardegna.it

Associazione Stampa Sarda www.stampasarda.it
3425248960 Cellulare ASS
E-mail: segreteria@stampasarda.it

Francesco Birocchi

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«Siamo un popolo capace di esaltare, nei momenti di difficoltà, i valori più alti del nostro carattere, a partire dal sentimento di altruismo che spinge ciascuno di noi a sostenere le persone e le strutture che sono in prima linea nella lotta al Coronavirus e nella difesa della salute dei sardi.»

Così il presidente della Regione, Christian Solinas, annuncia la possibilità da oggi di effettuare una donazione con la specifica destinazione delle risorse dedicate all’emergenza, attraverso un versamento sul conto corrente intestato alla Regione con la causale “Emergenza Coronavirus – Donazione” – IBAN IT72L0101504999000070673111 Tesoreria del Banco di Sardegna. 

«Vogliamo rispondere a questa mobilitazione spontanea e positivaha aggiunto il presidente della Regione – assicurando una procedura che garantisca piena trasparenza e destinazione delle somme raccolte. La Giunta ha deliberato l’istituzione di un apposito capitolo denominato “Entrate da donazioni Covid-19”, destinato al finanziamento di spese di parte corrente e in conto capitale necessarie al sostegno delle attività per la prevenzione ed il contenimento della diffusione nel territorio del Covid-19, nonché per il sostegno delle strutture e di tutto il personale impiegato nella gestione dell’emergenza.»

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L’on. Carla Cuccu (M5S), ha presentato oggi una nuova interpellanza al governatore Christian Solinas ed all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, nella quale chiede se abbiano rivolto un accorato appello che incoraggi forme di solidarietà, pubblica e privata, per reperire alloggi da destinare al personale sanitario che tutti i giorni mette a rischio la propria salute col proprio lavoro. Carla Cuccu evidenzia come numerosi operatori sanitari non trovano alloggio ed in via prudenziale preferiscano non rientrare nelle proprie abitazioni, per limitare, così, eventuali contagi anche tra i loro familiari.

«In diverse regioni italiane – conclude Carla Cuccu – si sta provvedendo grazie alla solidarietà di istituzioni e cittadini che forniscono un supporto logistico a questi encomiabili professionisti della salute. In un tempo in cui questo nemico invisibile sta risvegliando coscienze, solidarietà e senso di appartenenza, è compito delle istituzioni valorizzare questi principi giuridicamente tutelati.»

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«Nessuna ulteriore restrizione per sardi e turisti fino al 31 luglio: abbiamo semplicemente scelto di comunicare – come sempre con la massima trasparenza – l’adozione di una condizione che consente alla Regione una procedura più agile per l’acquisto di beni, servizi e forniture attraverso l’affidamento diretto per tutto ciò che è necessario per affrontare l’emergenza in atto.»

Lo puntualizza il presidente della Regione, Christian Solinas, a seguito della delibera approvata ieri. Il provvedimento adottato dalla Giunta, infatti, non modifica in alcun modo le restrizioni vigenti che sono valide fino al 25 marzo 2020.

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«Chiediamo a tutti di rispettare l’obbligo di restare a casa.» E’ l’appello lanciato dal consigliere regionale della Lega, Michele Ennas.

«Ci sono ancora troppe persone che con la scusa di avere una giustificazione lecita o prevista dai decreti in vigore escono di casa senza un motivo valido – aggiunge Michele Ennas –. È stato spiegato più volte: il contagio si ferma limitando la circolazione delle persone. Il mio appello va ai cittadini ma anche ai sindaci del territorio affinché ci sia un approccio unico e condiviso. Le passeggiate e l’attività sportiva all’aria aperta mancano a tutti ma bisogna entrare nell’ordine di idee che si esce solo se necessario e anche l’attività motoria andrebbe limitata ai casi di necessità per questioni di salute. Anche per le esigenze primarie, come gli acquisti di generi alimentari, bisogna sensibilizzare le persone, affinché dedichino a queste attività il tempo strettamente indispensabile.»

«Discorso analogo per chi ha animali, gli spostamenti dovrebbero essere limitati ai luoghi il più vicino possibile al proprio domicilio e per il tempo strettamente necessario – sottolinea il consigliere regionale della Lega -. È sicuramente difficile e pesante per tutti ma è un sacrificio necessario in questo momento se non vogliamo rendere vani gli sforzi fatti finora, soprattutto da chi è in prima linea ad affrontare questa emergenza. Sui controlli le forze dell’ordine e i vigili urbani stanno svolgendo un lavoro immane. Gli agenti del Corpo Forestale sono impegnati senza sosta in particolare nelle zone costiere per vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza, in modo particolare da parte di coloro che nelle settimane scorse sono giunti in Sardegna per occupare le seconde case. La Regione sta prevedendo misure straordinarie per sostegno al lavoro e all’impresa e sarà affianco ai cittadini in questa emergenza. Serve una presa di coscienza da parte di tutti. La regola principale, quella fondamentale che va ripetuta ossessivamente in questi giorni è una sola: restare a casa – conclude Michele Ennas -. Tutelando la nostra salute, proteggiamo anche quella degli altri.»