28 November, 2024
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L’Amministrazione comunale di Carbonia, approfittando della presenza di piazze vuote per via delle misure preventive adottate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di contenere il contagio da Coronavirus, ha disposto l’esecuzione di una più incisiva pulizia della città, intervenendo in particolar modo sulle panchine, gli arredi urbani e le aree esterne degli edifici.

Gli interventi, a cura della società De Vizia Transfer Spa, sono cominciati nella giornata di ieri e hanno riguardato il Centro Intermodale, via Manno, piazza Roma, piazza Rinascita, piazza Berlinguer e piazza 1° Maggio.

Nella giornata odierna gli operatori della società che gestisce il servizio di igiene urbana in città stanno procedendo alla pulizia degli ingressi del Mercato Civico – a cui si riferisce il video allegato – di piazza Mercato, delle aree adiacenti l’edificio comunale di via XVIII Dicembre, degli esterni degli Istituti di Credito: Banco di Sardegna, BNL e Unicredit. A seguire, gli addetti agli interventi si sposteranno nelle frazioni, segnatamente in piazza Venezia a Cortoghiana e in piazza Santa Barbara a Bacu Abis.

Gli interventi rientrano tra le attività di igienizzazione e non di sanificazione, per la quale allo stato attuale non risulta alcuna comprovata dimostrazione scientifica dell’efficacia al fine della prevenzione e del contenimento del contagio da Covid-19.
I lavori riprenderanno la settimana prossima nelle giornate del 24, 25, 31 marzo ed il 1° aprile.

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«Non posso che esprimere, anche a nome del Partito Democratico, la solidarietà e vicinanza sia agli operatori del mondo sanitario impegnati in questa lunga battaglia provocata dall’emergenza Coronavirus, sia agli operatori dell’Informazione che ieri, attraverso l’Ordine dei Giornalisti e l’Assostampa, hanno denunciato il comportamento della Regione. E dell’assessore della Sanità.»

Il segretario regionale del Partito Democratico, Emanuele Cani, esprime preoccupazione, «in un momento così delicato come quello che si sta vivendo, in cui l’informazione ufficiale, svolta da professionisti che verificano costantemente le notizie di cui danno conto ai cittadini, diventa fondamentale. La cosiddetta fonte unica, di cui parlano l’Ordine e l’Assostampa, non può essere accettata. Nell’emergenza l’informazione, che risponde a regole ben precise, quelle normate oltre che dalle leggi dalla deontologia, non può essere ostacolata. L’amministrazione regionale ed i suoi rappresentanti dovrebbero occuparsi di più dei problemi che ancora non riescono a risolvere – conclude Emanuele Cani -, invece di preoccuparsi di mettere il bavaglio ai professionisti impegnati in questa guerra contro la pandemia e gli operatori dell’informazione che svolgono un diritto dovere sancito dalla Costituzione». 

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E’ stato stipulato un accordo tra la Portovesme Srl e le rappresentanze dei lavoratori per le misure di contenimento in azienda della diffusione del Coronavirus.

Ne dà notizia, con una nota, il segretario generale della Camera del Lavoro, Antonello Congiu.

«La situazione legata alla diffusione del virus Covid-19 rischia di mettere alle corde l’intero sistema paese e con esso il sistema industriale che, per necessità deve garantire le produzioni perché il paese stesso non si fermi – si legge nella nota -. Questa difficile situazione di stress obbliga sempre più, anche nel settore industriale, le parti interessate alla ricerca di percorsi e buone pratiche per garantire la salute dei lavoratori in permanenza di attività. La prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano con adeguati livelli di protezione. Solo con queste prerogative si può creare il giusto connubio tra sicurezza e produzione.»

«Con questo spirito le organizzazioni sindacali in queste settimane hanno chiesto alle aziende il massimo impegno per soddisfare un concetto semplice ma imprescindibile “SICUREZZA PER TUTTI” – prosegue la nota -. L’accordo promosso dalla Segreteria della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale sottoscritto ieri all’interno della Portovesme Srl e che ha visto il coinvolgimento delle Segreterie Territoriali dei Chimici, Metalmeccanici, Servizi, Edili e Trasporti, le rispettive Rsu e l’Azienda, che ha mostrato molta attenzione al tema, rappresenta un passo importante per una gestione sempre più condivisa del sistema industria, in linea con il percorso di governance avviata tra le stesse organizzazioni sindacali e l’Azienda.»

«L’intesa, in linea con il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro e il recepimento del DPCM dello scorso 11 marzo, evidenzia le azioni necessarie per salvaguardare la salute di tutti i lavoratori ed il prosieguo lavorativo. In essa sono disciplinati gli istituti dell’informazione, così come le modalità di ingresso in azienda per tutti i lavoratori, quelli diretti e quelli delle imprese. E’ regolamentato l’accesso dei fornitori esterni, la pulizia e sanificazione in azienda, così come le precauzioni igieniche personali ed i dispositivi di protezione individuale. E’ determinata l’organizzazione del lavoro e gli spostamenti interni, piuttosto che gli spostamenti interni e la gestione di una persona sintomatica – conclude la nota -. Insomma un buon esempio di collaborazione tra Aziende (azienda madre e società appaltatrici di servizi) e rappresentanze unitarie dei lavoratori di tutti i settori che ci sembra un buon viatico verso l’accordo di governance di sito più complessivo citato in precedenza che è in via di definizione.»

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«Le turnazioni dei dirigenti anestesisti rianimatori negli ospedali di La Maddalena, Bosa, Sorgono, Ghilarza, Isili e Muravera sono sospese con effetto immediato e le risorse saranno impiegate nelle attività correlate alle nuove e maggiori esigenze imposte dall’epidemia Covid-19.»

E’ scritto così in una nota inviata ai presidi ospedalieri dal DAP (Dipartimento delle Attività Ospedaliere), che aggiunge inoltre la «riqualificazione dei servizi di Primo Soccorso e centralizzazione delle organizzazioni di Anestesia e Rianimazione».

Non si fa attendere la risposta del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche che per voce di Fabrizio Aneddacoordinatore regionale, afferma: «Non possiamo esimerci dal contestare la nota trasmessa dal Direttore di Dipartimento delle attività ospedaliere in ATS. Intanto perché disposizioni di questa portata devono avere un minimo di formalità per assumere carattere di ufficialità. Stiamo infatti parlando di riconversione strutturale e funzionale di competenza di varie aziende sarde, che dovrebbero perlomeno ottenere vaglio e benestare dei Direttori Generali/Commissario ATS , ma ovviamente, anche il lascia passare dell’assessore della Salute e del Consiglio regionale Sardegna. Tale disposizione, invece, non viene di fatto supportata da alcuna deliberazione del Direttore Generale ATS o AREUS, e risulterebbe perfino priva del semplice numero di protocollo aziendale».

L’emergenza Covid 19. Il sindacato denuncia inoltre il fatto che «l’emergenza in questo modo sembrerebbe strumentalizzata al fine di realizzare un progetto che – ha proseguito Fabrizio Anedda – oltre a ridurre l’efficienza di risposta sanitaria, destabilizza psicologicamente i cittadini che fanno riferimento alle strutture periferiche, già sollecitate dall’emergenza globale».

La carenza di personale. «Fermo restando la carenza degli anestesisti, come di tutti i professionisti sanitari che nel tempo sono stati ridotti per via del definanziamento del SSR e /o per normative che hanno concesso un’agevole ma meritata collocazione in quiescenza, per quanto attiene le nostre UU.OO. di rianimazione, non risultano condizioni di emergenza tali da imporre – si legge nella risposta del sindacato – l’accentramento di detti professionisti nei nosocomi dei capoluoghi, sguarnendo di fatto gli ospedali periferici e illudendoli che nessun codice di gravità elevato si presenti nei Pronto Soccorso che si vorrebbero trasformare in Punti di Primo Intervento. Impostazione peraltro già sperimentata: i pazienti codificati con i codici Giallo e Rosso possono giungere direttamente senza l’intermediazione del sistema 118, il quale – è bene sottolineare – si regge per la gran parte con personale non sanitario.»

Emergenza: fornire di dispositivi di protezione il personale sanitario. «Questa impostazione, oltre a determinare maggiori spostamenti degli utenti, va a gravare ulteriormente sugli ospedali centrali delle città – ha concluso il rappresentante del NurSind – con conseguenti sovraffollamenti controproducenti alla linea guida da osservare, ossia il mantenimento delle distanze, soprattutto in stima delle scarse risorse di DPI fornite ai dipendenti del settore. Riteniamo per questo giusto il ritiro delle disposizioni trasmesse e chiedere agli amministratori e ai dirigenti di concentrarsi sull’emergenza sanitaria maggiormente sentita da coloro che – con spirito di abnegazione – sono chiamati a rispondere all’infezione del Coronavirus, rimandando a tempi migliori gli eventuali rinnovi di assetto degli ospedali periferici. L’emergenza primaria risiede nel procurare i DPI, unico modo per tutelare e non decimare le professionalità in prima linea contro il Covid 19.»

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Sono aperte le iscrizioni alla 16a edizione del Premio Bindi di Santa Margherita Ligure (GE), uno dei più prestigiosi concorsi italiani dedicati alla canzone d’autore, intitolato a Umberto Bindi, indimenticato cantautore genovese.

Il concorso è riservato a singoli o band che compongano le proprie canzoni. Non ci sono preclusioni per il tipo di proposte artistiche, da quelle stilisticamente più tradizionali a quelle più innovative. Fra tutti gli iscritti, verranno selezionati gli artisti (al massimo otto) che si esibiranno l’11 luglio nella finale del contest, di fronte ad una prestigiosa giuria composta da musicisti, giornalisti e addetti ai lavori.

Caratteristica del Premio Bindi è quella di non premiare una singola canzone ma l’artista nel suo complesso, dal momento che tutti i finalisti avranno modo di eseguire ben quattro canzoni, tre proprie e una cover.

Al vincitore assoluto andrà la Targa Premio Bindi e una borsa di studio in denaro, ma fra i finalisti verranno assegnate anche la Targa “Giorgio Calabrese” al miglior autore, la Targa “Migliore canzone”, scelta in base ai canoni radiofonici e la Targa “Beppe Quirici” al miglior arrangiamento. Altri premi potranno aggiungersi nei prossimi mesi.

L’iscrizione è gratuita e deve essere effettuata entro e non oltre il 1° maggio 2020 esclusivamente tramite il form presente sul sito www.premiobindi.com nell’apposita sezione. Sul sito è disponibile anche il bando completo del concorso.

Il Premio Bindi si avvale della direzione artistica di Zibba ed è organizzato dall’Associazione Le Muse Novae. È sostenuto dal contributo del Comune di Santa Margherita Ligure e dalla Regione Liguria.

Le scorse edizioni del Premio sono state vinte da Lomè (2005), Federico Sirianni (2006), Chiara Morucci (2007), Paola Angeli (2008), Piji (2009), Roberto Amadè (2010), Zibba (2011), Fabrizio Casalino (2012), Equ (2013), Cristina Nico (2014), Gabriella Martinelli (2015), Mirkoeilcane (2016), Roberta Giallo (2017), Lisbona (2018), Micaela Tempesta (2019).

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“Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna”: è questo il nome nuovo deciso dal Consiglio, su proposta della Commissione Pari Opportunità, il primo Ordine regionale che cambia nome nel rispetto del linguaggio di genere e contro le discriminazioni, che anche in questa professione riguardano carriere e redditi. La decisione nella prima riunione telematica del Consiglio.

«Abbiamo compiuto un piccolo grande passo per la parità di genere e contro le discriminazioni nella nostra professione, partendo dal rispetto del linguaggio di genere: nella prima riunione telematica del nostro Consiglio regionale, abbiamo deciso di usare nelle comunicazioni informali e interne il nome Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna», ha detto la presidente Angela Quaquero. La decisione è stata assunta su proposta della commissione Pari opportunità, presieduta dalla psicologa Luisa Puggioni.

«Siamo uno dei primi Ordini Regionali ad adottare una denominazione non discriminatoria – ha detto Luisa Puggioni – ci auguriamo che altri ci seguano e che contestualmente, possa avviarsi la procedura legislativa per cambiare il nome del nostro Ordine, anche nel rispetto dei profondi cambiamenti intervenuti in questi anni: le psicologhe rappresentano l’85% del totale e la legge istitutiva, la n°56/1989, risale appunto a 31 anni fa!»

«Il paradosso – ha sottolineato Angela Quaquero, già presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine Nazionale – è che le psicologhe, pur rappresentando la maggioranza assoluta degli iscritti all’Ordine, subiscono le stesse discriminazioni nel percorso di carriera e nel reddito come tutte le donne in tutti gli altri ordini professionali e vivono le stesse criticità della generalità delle professioniste, a partire dalle difficoltà nella conciliazione vita-lavoro: spesso la scelta d’obbligo è il part time, e questo si riflette innanzitutto nel reddito e nelle possibilità di carriera, dove è in assoluta preponderanza la presenza di dirigenti maschi, a partire dalla sanità pubblica.»

Queste ed altre pesanti discriminazioni, emarginazione, mobbing, molestie sono emersi, con chiarezza e dovizia di dati, in una ricerca nazionale sulla condizione di lavoro delle psicologhe, basato su 5.000 questionari, pubblicata nel mese di febbraio. L’emergenza in atto ha fatto slittare la presentazione, prevista originariamente per il 25 marzo a Roma, a data da destinarsi.
Sono numerose le psicologhe volontarie, che si stanno alternando  per quattro ore tutti i giorni per il filo diretto di assistenza psicologica gratuita attivato dal 2 marzo scorso per il Coronavirus Covid-19: «Se sarà necessario vedremo  di aumentare le ore destinate al filo diretto – ha detto Angela Quaquero – perché c’è una crescita esponenziale di richiesta di aiuto e sostegno psicologico:  sono oltre venti le telefonate quotidiane a cui riusciamo a rispondere, ma altrettante, purtroppo, rimangono inevase. Ci sarà, con il protrarsi presumibile dell’emergenza, un aumento  della pressione sulle persone e un accentuarsi della condizione di isolamento psicologico, che occorre contrastare in tutti i modi, per le conseguenze imprevedibili che può comportare. Segnaliamo comunque che sono moltissime le professioniste ed i professionisti disponibili a lavorare online con le persone che ce lo richiedono. Ricordiamo i  numeri  per il filo diretto di assistenza psicologica, il numero verde 800197500 e il numero di cellulare 3791663230, attivi tutti i giorni per 4 ore, dalle 15.00 alle 19.00 e colgo l’occasione per ringraziare le psicologhe e gli psicologi che si stanno prodigando generosamente, mettendo a disposizione la loro competenza e il loro tempo, per assicurare supporto psicologico a tante persone, che spesso, non hanno altra possibilità di interfacciarsi con altri».

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«In questa fase di estrema complessità rispetto alle azioni e alla gestione delle conseguenze dell’infezione da CoViD 19 in Regione Sardegna e nel Sulcis Iglesiente, per il territorio di nostra pertinenza, riteniamo sia arrivato il momento e l’opportunità di suggerire di adottare ed estendere più diffusamente sia l’isolamento domiciliare fiduciario sia l’estensione preventiva dell’effettuazione di test diagnostici a tutto il personale sanitario e tecnico della ASSL Carbonia, delle strutture sanitarie private accreditate e non accreditate, ai medici di Medicina Generale e ai Pediatri di libera scelta, ai Medici di Continuità assistenziale, nonché ai Farmacisti e ai Volontari delle associazioni.»

Lo scrive, in una nota, Graziano Lebiu, presidente dell’OPI (Ordine Professioni Infermieristiche) di Carbonia Iglesias.

«L’obiettivo – aggiunge Graziano Lebiu – è tutelare i lavoratori del Servizio sanitario nazionale e del Servizio sanitario regionale pubblico e privato, individuare i possibili positivi, isolare tutti i conseguenti contatti. Le misure di prevenzione e protezione negli ambienti di lavoro rivolte ai dipendenti sono ora una priorità allo stesso livello della garanzia del trattamento sanitario e assistenziale ai cittadini infetti.»

«Siamo indistintamente chiamati a contribuire a preservare l’integrità psico fisica di tutti coloro e di tutte le professionalità che in front o back office reggono per il momento la risposta alle conseguenze del contagio CoViD 19 anche in Assl Carbonia con slancio, generosità, abnegazione e competenza, ma senza per questo autorizzare o indurre l’organizzazione a ritenere che possano continuare ad essere esposti oltre i rischi e i pericoli già intrinsechi nella svolgimento delle nostre professioni sanitarie e tecniche – conclude Graziano Lebiu – e che DEVONO essere sorvegliati e limitati se non del tutti arginati: in questo momento sarebbe imperdonabile privare i cittadini anche di un solo operatore.»

 

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Come era prevedibile il Covid-19 ha monopolizzato la videoconferenza “Eroi di solidarietà” del Liceo Motzo di Quartu. D’altronde non poteva essere diversamente. E così quasi tutti i quesiti posti dagli alunni delle Scienze Umane a opzione “Economico sociale” si sono focalizzati sulla pandemia che sta sconvolgendo le vite degli italiani e di noi sardi.

Alla domanda della liceale della 4Bu, Lara Congiu, su quali misure solidali la Sardegna stia mettendo in campo per far fronte all’emergenza coronavirus, l’assessora del Lavoro e vicepresidentessa di Giunta, Alessandra Zedda, risponde che la nostra Regione sta attivando, in linea con il Veneto, la tecnica dei tamponi e delle verifiche dei positivi, oltre alla sanificazione degli ospedali, all’isolamento e alla quarantena. A questo si aggiunge una politica vera di sostegno all’imprenditoria e alle famiglie. «La Regione Sardegna – ha rimarcato l’assessora – non si limiterà a sospendere le imposte e le tasse come prevede l’ultimo decreto “Cura Italia”, ma le diminuirà prestando i soldi alle imprese affinché possano pagarle» A tal proposito la Legge Regionale 8/2020 ha stanziato 15 milioni di euro destinati  a sostegno di tutta la filiera turistica, settore trainante dell’economia sarda. Alessandra Zedda, nel congedarsi dagli studenti del Motzo, dopo aver elogiato la lodevole iniziativa incentrata su temi importanti della solidarietà, democrazia e libertà, gli ha invitati a essere più attenti negli acquisti alle produzioni nazionali e isolane e in segno di unità, in un giorno importante come il 17 marzo, a scegliere la Sardegna per le prossime vacanze estive.

Il rappresentante d’Istituto, Alessandro Manca, che a breve sosterrà l’Esame di Stato, ha invece discusso con il funzionario dello Europe Direct Sardegna, Antonio Mura, delle opportunità di lavoro e volontariato all’estero che l’Unione europea offre agli studenti. Oltre al Corpo Europeo di Solidarietà che consente ai giovani tra il 18 e 30 anni di aiutare quei cittadini europei colpiti da calamità naturali, come terremoti o inondazioni, si è parlato di EPSO (European Personnel Selection Office), il sito informativo europeo sui bandi dei vari profili professionali ricercati all’interno della UE. Il dottor Antonio Mura ha anche anticipato al giovane pubblico del Motzo le misure che la Commissione europea a breve approverà nella battaglia sanitaria e socio-economica contro il Coronavirus.

Sara Ruggeri e Lucrezia Pau, studentesse rispettivamente della 3Ae e 5Ae, hanno posto delle domande impegnative a Fabio Cruccu, Presidente del “Fight for Children’s Rights”, sul bullismo, cyberbullismo, inclusione degli alunni disabili, sulla Legge Zampa per i minori stranieri non accompagnati e sulla legge 4/2018 per la tutela degli orfani delle vittime di femminicidio. Il dottor Fabio Cruccu ha espresso la sua preoccupazione sugli effetti negativi che il Covid-19 avrà nel tessuto sociale sardo. «Secondo gli ultimi dati di Save the Children – informa il dottor Fabio Cruccu – il 35,1% dei minori che vivono in Sardegna si trova in condizioni di povertà relativa e questa pandemia – dice – impatterà sicuramente sulle famiglie sarde che già conoscono una deprivazione materiale, culturale, sociale ed educativa».

Elisa Serra, alunna della 4Ae dell’Economico Sociale, ha posto l’accento invece sulle criticità del terzo settore che conta in Sardegna 1.600 organizzazioni di volontariato. La dottoressa Roberta Manca, vicepresidente della “Rete Sarda della Cooperazione Internazionale” ha auspicato che la nuova legge del Terzo Settore possa rendere più indipendenti le ONLUS dai bandi locali e dagli accordi bilaterali tra stati. D’altro canto la Presidentessa dell’A.Se.Con lamenta le carenze istituzionali e la mancata attivazione dei servizi alla persona da parte di molte amministrazioni, le quali spesso si adagiano sul lavoro del volontariato.

Al dibattito hanno preso parte il Dirigente Scolastico Sergio Puddu, la prima vicaria Professoressa Aurelia Cocco e la referente BES del Motzo professoressa Valentina Deidda. Tutti hanno espresso un plauso al notevole lavoro svolto dalle studentesse e dagli studenti, guidati sapientemente dai loro docenti. «Oggi più che mai il tema della solidarietà è di attualità – ha detto la professoressa Aurelia Cocco – e la Sardegna sta rispondendo molto bene a questo momento difficile, facendo riscoprire un valore così centrale nella vita di ognuno di noi, quale la solidarietà».

«In questi giorni – ha ribadito la dottoressa Roberta Manca – sono i volontari che stanno dando una mano a chi è chiuso in casa: gli fanno la spesa, gli fanno compagnia, gli comprano i medicinali». L’altro aspetto positivo di questa esperienza drammatica -conclude Roberta Manca – è la solidarietà condominiale, la riscoperta dei vicini e l’attenzione maggiore verso chi ci sta intorno: frutto questo di un rallentamento dei nostri frenetici ritmi di vita.»

Elisabeth Piras T.A.

Docente di Filosofia, Storia e Cittadinanza e Costituzione

Liceo Classico, Linguistico e Scienze Umane “B.R. Motzo”

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«110,5 milioni di euro per contenere gli effetti della crisi, incrementando gli strumenti di credito, di garanzia e di sostegno a favore delle aziende sarde, per sostenere il lavoro, tutelare l’occupazione e mantenere in vita in nostro sistema produttivo. La Sardegna deve resistere all’onda d’urto di questa emergenza ed essere pronta a ripartire più forte di prima: è questo il senso delle prime misure del pacchetto che rappresenta il nostro ”Antivirus per il Sistema Sardegna” così indicato per testimoniare orgogliosamente la nostra voglia di rimanere in piedi.»
Così il presidente Christian Solinas ha annunciato poco fa il via libera di stasera in Giunta alle prime importanti misure contenute nel pacchetto chiamato “Antivirus per il Sistema Sardegna” a favore del mondo produttivo sardo e dei lavoratori colpito dalla grave emergenza legata al Covid-19.

«In questo momento in cui la nostra comunità vive uno stato di profonda incertezza della sua vita sociale, pubblica ed economica, vogliamo dare il segnale concreto di un’istituzione che non si ferma e che è in prima linea accanto a chi non può sollevare una serranda, non può accendere i propri macchinari e guarda con preoccupazione al futuro. I provvedimenti sono contenuti in tre delibere approvate su proposta degli assessori della Programmazione Giuseppe Fasolino (92 milioni) e del Lavoro Alessandra Zedda (18,5 milioni). In particolare – spiega il presidente – attraverso l’impiego del fondo regionale di garanzia incrementiamo la garanzia per liquidità, nelle forme di garanzia fino all’80% del finanziamento. Inoltre, con la sospensione dell’analisi dei parametri da parte di Sfirs (si accettano quelli delle banche) viene semplificata la procedura di accesso. Viene, inoltre, sospesa anche la procedura di rispetto dei parametri economico finanziari, dello scoring/rating di accesso e della dimostrazione delle potenzialità redditizie. Queste misure – precisa il presidente – sono confermate anche per le imprese agricole, comprese quelle dedite all’acquacoltura, precedentemente escluse.»
«Quello approvato oggi – evidenzia l’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolino – è un primo pacchetto di interventi per l’economia isolana. Il settore alberghiero, il commercio, la ristorazione, gli artigiani gli imprenditori e tutto il nostro mondo produttivo rischiano di subire un colpo durissimo da questa situazione di emergenza. Una parte significativa del fondo gestito dalla Sfirs pari a 20 milioni, sarà dedicata al settore turistico, le cui difficoltà oggettive rischiano di riverberarsi anche su altri settori, mentre altri 25 milioni saranno impiegati per le altre imprese. Approvata anche una moratoria riferita ai finanziamenti alle imprese, con la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti a medio lungo termine (mutui), e alle operazioni di leasing. Prevista anche l’attivazione di strumenti di credito innovativi e alternativi al tradizionale canale bancario. L’esecutivo regionale ha previsto anche l’attivazione di forme di ulteriori prestiti (di bassa intensità) e di anticipo fatture mediante l’utilizzo di piattaforme fintech. Quale opzione residua in fallimento di mercato, la Giunta ha deliberato, altresì, con una specifica dotazione finanziaria sino a 20 milioni euro, l’erogazione da parte dell’amministrazione regionale di finanziamenti a condizioni di mercato, da condividere prioritariamente ‘pari passu’ con altri soggetti finanziari, mediante l’attivazione di interventi a breve e medio termine.»
Di grande rilevanza anche le misure previste nei provvedimenti che riguardano il lavoro e l’occupazione.
«Vogliamo evitare che il virus metta in ginocchio tutta l’economia della nostra Isola e dobbiamo perciò preservare tutte le potenzialità produttive del sistema Sardegna per essere pronti a ripartire quando l’emergenza sanitaria sarà superata», ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando l’approvazione delle due delibere, una per l’attuazione dell’art. 7 “Strumenti finanziari per favorire l’accesso al credito per le micro e piccole imprese della filiera turistica della Sardegna” e l’altra dell’art. 3 “Misure di sostegno al reddito e politiche attive del lavoro”, relative alla legge regionale n. 8 del 9 marzo 2020. I provvedimenti sono stati approvati oggi dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore del Lavoro, Formazione e Cooperazione Sociale, Alessandra Zedda, di concerto con l’assessore al Bilancio e Programmazione, Giuseppe Fasolino.
«I primi strumenti di sostegno sono finalizzati a tutelare i lavoratori e le imprese attraverso misure economiche immediate», ha detto l’assessore Alessandra Zedda.
«L’accesso al credito fino a 70mila euro a tasso zero è un reale ausilio che può contenere la grave crisi che affligge in questo momento le piccole aziende del settore turistico, ora maggiormente colpito, e il contributo di 500 euro per ogni dipendente per 4 mesi può consentire alle nostre imprese di mantenere il livello occupazionale e di salvaguardare le competenze professionali. L’altro provvedimento – ha puntualizzato l’assessore del Lavoro – è a favore dei lavoratori e delle lavoratrici licenziati durante l’emergenza del Covid-19 e che non hanno i requisiti per accedere alla Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), intervenendo con un contributo fino a 1000 euro per 3 mesi.»
«Il turismo è uno dei settori trainanti dell’economia regionale e costituisce una grande potenzialità per lo sviluppo economico del territorio sardo, ecco perché nei prossimi giorni – ha anticipato il presidente Christian Solinas – saranno discusse altre misure di sostegno economico che terranno conto della differenziazione dei settori, sia quelli maggiormente colpiti come il turismo, sia quelli del commercio, artigianato e partite iva.»

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#Insieme contro il Coronavirus è la raccolta fondi per l’ospedale Santissima Trinità di Cagliari ideata da Erika e Miriana Massidda, due giovani (30 e 27 anni) originarie di Sant’Antioco, tramite la piattaforma gofundme.com https://www.gofundme.com/f/sardegna-unita-per-gli-ospedali

«Donare, condividere, iniziare una raccolta fondi per aiutare qualcuno in difficoltà. Ognuno di noi può fare la propria parte contro l’emergenza sanitaria in atto dovuta al virus Covid-19. Tra le cose possibili c’è anche quella di lanciare un crowdfunding in tutta Italia per aiutare i volontari, le associazioni, i medici e le strutture ospedaliere che in questi giorni stanno facendo il massimo per contenere il contagio.»

La raccolta fondi promossa da Erika Massidda e Miriana Massidda ha ottenuto la certificazione dal dottor Attilio Murru, direttore amministrativo dell’ATS Sardegna.

«Esprimiamo sincera gratitudine per l’iniziativa che generosamente è stata posta in essere, volta a dare un utile e prezioso contributo in questo momento di particolare difficoltà – ha scritto in una nota il dottor Attlio Murru -. Certamente, provvederemo ad adottare un provvedimento formale di accettazione della donazione che avete in animo di eseguire e che si considererà avvenuta al momento dell’effettuazione di un bonifico bancario a favore del conto corrente bancario intestato all’ATS Sardegna.»