18 July, 2024
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«In questi giorni effettueremo, grazie agli elenchi in nostro possesso, i controlli sulle seconde case di Iglesias dei cittadini residenti fuori dalla Sardegna. Verificheremo chi effettivamente è arrivato nella nostra città nei giorni scorsi, se si sono autodenunciati alle autorità competenti (se non l’hanno fatto lo faremo noi), e se stanno rispettando l’obbligo di quarantena.»

Lo ha scritto in un post pubblicato su Facebook, Mauro Usai, sindaco di Iglesias.

«Oltre questo i prossimi giorni effettueremo la sanificazione delle strade, in modo particolare nei luoghi in prossimità delle attività ancora aperte come farmacie e super mercati – ha aggiunto Mauro Usai -. L’invito è quello di stare a casa e di sospendere (non muore nessuno) le attività motorie all’aperto se non per chi le svolge in ragione di una patologia.»

«Infine, un grazie a tutti i miei concittadini che con grande pazienza e disciplina si stanno attenendo alle disposizioni del governo e dell’amministrazione – ha concluso il sindaco di Iglesias -. Coraggio, se continuiamo così, presto tutto passerà.»

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Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, ha annunciato il primo caso di positività al Covid-19 nella cittadina lagunare.

«Abbiamo avuto comunicazione dal servizio di Igiene pubblica dell’ATS territoriale che a Sant’Antioco c’è un caso di contagiato da Coronavirus – ha detto Ignazio Locci in un post pubblicato nella pagina Facebook del comune di Sant’Antioco – pertanto, sono state attivate tutte le procedure necessarie per arginare l’eventuale fenomeno di ulteriori contagi. Siamo chiamati, comunque, a stare a casa. Questa è l’ennesima conferma che questo è necessario, bisogna quindi rispettare anche l’ultima ordinanza. Non è il caso quindi che ci facciamo prendere dal panico. Capisco che è una notizia che può pure scioccare ma è necessario tenere i nervi saldi, fare per bene tutto ciò che dobbiamo fare, quindi se sarà necessario chiuderemo anche alcune attività commerciali e chiederemo appunto di fermare le eventuali attività connesse. Quindi  tutti tranquilli, state a casa, stiamo a casa, perché così combattiamo questo fenomeno – ha concluso Ignazio Locci -. Mi raccomando, niente panico, usiamo il cervello. Grazie.»

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La direzione della ASSL di Carbonia chiarisce il caso del furto delle mascherine subito durante il trasporto.

«In riferimento alla notizia relativa al furto delle mascherine dal PO Sirai di Carbonia – si legge in una nota -, si precisa che nella giornata di ieri è arrivato un collo contenente dispositivi di sicurezza che sebbene incellophanato era visibilmente deteriorato. Era inoltre privo di documento di trasporto. Il servizio di Farmacia, d’accordo col trasportatore, ha pertanto accettato la merce con riserva e solo a seguito del conteggio della merce ha potuto constatare che le mascherine erano in numero assai inferiore al quelle ordinate, da qui la denuncia. La ditta si è peraltro resa disponibile al reintegro della merce mancante – conclude la nota della direzione della ASSL di Carbonia -. Nessuna intromissione di ignoti o furto notturno all’Ospedale né nei locali della Farmacia.»

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Considerata l’emergenza sanitaria in atto correlata al cosiddetto “Coronavirus-Covid 19”, il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha emesso un’ordinanza, la n. 36 del 17 marzo 2020, con la quale dispone la chiusura ed il divieto di accesso al pubblico per l’intero arco delle 24 ore nei due parchi cittadini di “Colle Rosmarino” e “Villa Sulcis” fino al 3 aprile 2020.

Il provvedimento, in linea con le norme di prevenzione contenute nei DPCM dell’8 e 9 marzo 2020, si è reso necessario allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, impedendo che si possano ingenerare situazioni nelle quali non è possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro tra le persone, ritenuta cautela minima per evitare il contagio da Coronavirus.

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«La Giunta regionale, soprattutto in questo momento di difficoltà per le imprese, le famiglie e i cittadini, si sta impegnando anche a promuovere e attivare forme di sostegno che contribuiscano a mantenere vitale la nostra economia e il nostro tessuto produttivo e dei servizi.»

Lo afferma il presidente della Regione Christian Solinas annunciando la convocazione della Giunta.

Stasera, infatti, l’esecutivo regionale discuterà alcuni provvedimenti per fronteggiare la crisi determinata dall’attuale emergenza sanitaria.

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La difficoltà di gestione dell’epidemia in corso è il banco di prova degli effetti dei tagli esercitati nel tempo sulla Sanità pubblica. Le regioni ricche d’Italia fanno mea culpa e si pensa a nuove misure di potenziamento, in Sardegna a colpi di Note istituzionali, si decretano ennesimi tagli sugli ospedali già in ginocchio.
L’epidemia per molti aspetti imprevedibile, fa emergere le disfunzioni della rete ospedaliera, non più in grado di dare risposte né alle nuove emergenze né alle necessità ordinarie.
ll Dipartimento delle Attività Ospedaliere, con la nota della Direzione Sanitaria NP/2020/0012451 del 11/03/2020, annuncia, contro ogni logica di buonsenso, tagli pesantissimi agli ospedali di La Maddalena, Bosa, Sorgono, Ghilarza, Isili e Muravera.
La sospensione immediata del servizio di Anestesia e Rianimazione e l’abolizione del Pronto Soccorso H24, nei sei ospedali, implica che nessuna urgenza potrà essere risolta in loco.
Nessun tipo di indagine diagnostica che prevede la presenza di un anestesista/rianimatore potrà essere eseguita. L’assenza di questi specialisti, indispensabili dentro e fuori dalle sale operatorie, penalizzerà tutti i reparti ospedalieri, i servizi di indagine diagnostica con mezzo di contrasto, la stessa somministrazione di terapie oncologiche.
Non ci sarà soluzione per le emergenze-urgenze dei territori sia per le distanze geografiche sia per la crisi degli stessi grandi ospedali sardi.

La preoccupante emergenza Coronavirus, non può essere affrontata in modo maldestro accrescendo altre emergenze.
Alla carenza di medici non si può rispondere con la chiusura dei reparti. Il Presidente Solinas e i parlamentari sardi esercitino pressioni presso il governo per agevolare i giovani medici e perché si aboliscano i test di accesso a Medicina.
Si chiede al Presidente Solinas, all’assessore della Sanità Nieddu e a tutta la classe politica sarda, di porre fine ai tagli in Sanità. L’epidemia di Coronavirus non si affronta sacrificando gli ospedali ma potenziandoli. Così come scongiuriamo che gli Hospice sardi, già insufficienti per i malati oncologici gravi, vengano destinati al Covid-19 con dimissione dei ricoverati.
Sarebbe un atto di cinismo e di viltà che la nostra classe politica non dovrebbe permettersi.

Claudia Zuncheddu – portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica

 

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Sono trascorsi 42 anni da quando, il 16 marzo 1978, in via Fani, un commando di 19 brigatisti rapì il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, uccidendo gli uomini della sua scorta. Credo che ai più, probabilmente, oggi non sfugga che tanti anni fa si compiva un duro attacco alla Democrazia e alle Istituzioni della Repubblica Italiana.
Le Brigate Rosse quella volta mirarono molto in alto e ai loro misfatti e omicidi aggiunsero il sequestro del presidente della Democrazia Cristiana.
La lotta dello Stato contro le Brigate Rosse in quegli anni è stata continua e da parte di tutti c’è stata la condanna unanime: cittadini, politici, istituzioni in genere e, soprattutto, anche tutte le le Cancellerie europee ed i leader mondiali, si associarono nella condanna del vile attentato.
Indubbiamente per l’Italia quell’evento fu un duro colpo, ma lo smarrimento iniziale cedette il posto ad una nuova presa di coscienza dalla Nazione intera, rifuggendo e combattendo il terrorismo, con una veemenza che in quel preciso istante tracciava uno spartiacque, come per dire che l’Italia democratica mai e poi mai si sarebbe piegata alle Brigate Rosse.
In quel frangente, ancora una volta, tutti ci trovammo in strada con il Tricolore che veniva sbandierato con orgoglio e, a distanza di 42 anni, in questi giorni ci ritroviamo a lottare contro il Covid 19 (Coronavirus), tutti a sventolare nuovamente il Tricolore, a cantare, a battere le mani, il tutto per ringraziare i medici, infermieri, anestesisti, operatori, forze dell’ordine, in un coinvolgimento totale.
Il popolo italiano, 42 anni fa, ha creato un argine a difesa della Democrazia e delle Istituzioni, entrando di fatto nella storia. Oggi si ritrova a scrivere altre pagine della sua storia.
Armando Cusa

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Un altro caso di positività al Coronavirus è stato accertato in serata, questa volta a Nuoro, ancora su un operatore della Sanità. E’ il 112° in Sardegna. Si conferma così l’alta incidenza di casi positivi tra i sanitari, i soggetti più esposti al rischio di contagio. Quest’ultimo segue di alcune ore il caso di 4 medici di Sassari.

Il dato dei casi positivi include le due vittime che si sono registrate ieri nell’Isola. I test eseguiti sono stati complessivamente 802, dei quali 690 negativi (in serata sono risultati negativi i tamponi eseguiti su 24 pazienti dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari).

Il dato territoriale vede la Città metropolitana di Cagliari con 24 casi accertati Covid+, 5 nel Sud Sardegna, 2 a Oristano, 20 a Nuoro e 61 a Sassari.

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Sono saliti a 111 i casi di positività al Covid-19 riscontrati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. Gli ultimi 4 casi riguardano altrettanti medici di Sassari. E’ nel capoluogo sassarese che si è registrato oltre il 50% dei casi di positività registrati nell’Isola, 61 su 111. Il dato dei casi positivi include le due vittime che si sono registrate nell’Isola I test eseguiti sono stati complessivamente 801, dei quali 690 negativi (in serata sono risultati negativi i tamponi eseguiti su 24 pazienti dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari).

Il dato territoriale vede la Città metropolitana di Cagliari con 24 casi accertati Covid+, 5 nel Sud Sardegna, 2 a Oristano, 19 a Nuoro e 61 a Sassari.

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Gli agenti del Corpo Forestale della Regione proseguono notte e giorno i controlli nelle campagne e nelle zone costiere per vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza, in modo particolare da parte di coloro che nelle settimane scorse sono giunti in Sardegna per riversarsi nelle case al mare. L’inosservanza delle ordinanze del presidente della Regione comporta le conseguenze previste dall’art. 650 del cp, con arresto fino a 3 mesi e sanzione. Oggi sono stati effettuati 376 controlli, 42 in area Cagliari, 27 Iglesias, 31 Oristano, 42 Sassari, 109 Tempio, 85 Nuoro, 40 Lanusei. 13 le denunce.