L’Italia da qualche settimana sta vivendo dei momenti drammatici, le attività commerciali oramai hanno dovuto chiudere e le notizie che pullulano di negatività incombono, le persone non sanno più a cosa appigliarsi, il pessimismo dilaga e l’incertezza di quando finirà opprime le persone ma, nonostante ciò, è necessario che ognuno di noi cerchi dentro di sé la positività e la forza per portare avanti questa lotta.
L’Italia riuscirà a vincere questa battaglia, come pare stiano riuscendo a fare in Cina. Ed è per questo che colgo l’occasione per raccontarvi la storia di Valentino, 18enne originario di Qingtian – Cina.
«Beh ragazzi, buone notizie!!! In Cina oramai è finito tutto e adesso sono solo preoccupato per voi…
Adesso sto bene, è passata, ma avendo vissuto per tanti anni in Italia, per via del ristorante dei miei genitori, mi sento di dare una mano d’aiuto a tutti voi Italiani che ancora, purtroppo, non riuscite a vedere lo spiraglio di luce.
Mi chiamo Valentino ed ho 18 anni, sono originario di Qingtian e studio a Hangzhow, nella Zhejiang University.
Quando ho scoperto del virus, ero in viaggio di ritorno verso Qingtian e, a dir la verità, non ero molto convinto di questo virus, veramente a dirla tutta l’ho preso molto sotto gamba, non pensavo che in così poco tempo, potesse scatenare un’epidemia così grande.
Ogni città ed ogni regione sono state letteralmente blindate, i quartieri suddivisi con delle barricate in legno e per ogni zona è stato creato un gruppo ‘’Weechat’’ per avere aggiornamenti o anche solo per chiedere aiuto.
Ci sono state consegnate subito le autocertificazioni (che servivano esclusivamente per fare la spesa), ognuno di noi aveva 5 permessi d’uscita, quando ne utilizzavi uno dovevi far firmare la guardia del tuo quartiere e al ritorno riconsegnarlo, senza quel foglio non potevi assolutamente rientrare in casa.
Una volta al supermercato, potevi entrare solo con la mascherina, i guanti, il codice QR sanitario di colore verde, più il controllo della temperatura.
C’erano anche le farmacie aperte, ma per poter comprare un medicinale non potevi ovviamente entrare dentro, dicevi quel che desideravi ed il farmacista te lo faceva avere a distanza.
Per le pene per chi infrangeva le regole non ne so molto, ma ho visto tante persone che venivano caricate nelle ambulanze con forza, legate e portate in varie caserme, da quel che posso sapere c’è stata tolleranza zero.
Se avvertivi dei sintomi, dovevi scrivere sul gruppo Weechat del quartiere e ti venivano a prelevare.
Son stati dei momenti duri e snervanti, è per questo che vi capisco…
Durante il picco massimo, ho avuto la febbre e i sintomi erano uguali a quelli provocati dal virus ma, alla fine, quando mi hanno portato in ospedale e mi hanno fatto il tampone, sono risultato negativo. Mi hanno, comunque, fatto tante domande.
A differenza dei vostri ospedali, da noi potevi pure recarti al pronto soccorso, se avvertivi dei sintomi, perché i medici e gli infermieri erano provvisti di tutte le precauzioni possibili.
Non ho avuto tanta paura per me stesso, quando sono stato in ospedale, mentre aspettavo il tampone, la mia paura più grande era che, se avessi contratto il Coronavirus, a mia volta avrei potuto contagiare inconsciamente tante altre persone.
Fortunatamente, non è stato così e con la mia normale influenza, sono tornato a casa un po’ più tranquillo ma sempre con la consapevolezza che fuori casa era un inferno.
Non è stato facile cara Italia, io sono stato più di un mese bloccato a casa da solo ed ho trascorso il mio 18esimo compleanno in solitudine, nei primi periodi è stato un trauma, camminavo da una parte all’altra della casa senza farmene una ragione, ero sempre annoiato, non mi mettevo l’anima in pace, ma ad oggi posso dirvi che noi l’abbiamo sconfitto, perché tutti insieme abbiamo collaborato.
State a casa ragazzi, collaborate per vedere la luce, perché credetemi, quando metterete il primo piede fuori casa, senza restrizioni, sarà per voi una sensazione fantastica e strana allo stesso tempo, un mix di felicità e sollievo.
Incomincerete dal primo istante ad apprezzare tutto, proprio come ho fatto io, nonostante ancora siamo costretti a portare le mascherine sul volto.
Ma anche con le mascherine ce l’abbiamo fatta ed io sono orgoglioso del nostro lavoro di squadra.
Ce la farete anche voi e sarete più felici di prima!
DAI ITALIA, NON MOLLATE!! 🇮🇹»
..Come l’intera Cina e come Valentino, anche noi Cara Italia ci solleveremo di nuovo, incontreremo la luce e riprenderemo ad ascoltare il rumore del vento, a sorseggiare il nostro caffè in caffetteria la mattina ed il nostro aperitivo con gli amici nel nostro bar preferito, rincominceremo ad abbracciare i nostri cari e ad apprezzare ogni singolo momento insieme a loro.
Tutto questo avverrà presto se tutti insieme resteremo uniti e faremo i bravi.
DAI ITALIA, NON MOLLIAMO!! 🇮🇹
Giorgia Usai