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Il sindacato degli infermieri NurSind, scrive al Presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu per denunciare, ancora una volta (dopo la lettera già invata e datata 15 ottobre 2019), la situazione nella quale versa il personale infermieristico – in special modo dei dipendenti prestanti servizio nelle Unità operative che attualmente pongono il primo fronte all’emergenza sanitaria correlata al COVID 19 – come Pronto Soccorso, 118 e Reparti malattie infettive.
«Si stanno mettendo in evidenza i disagi vissuti dagli infermieri e operatori di assistenza destinati all’intervento per l’infezione in corso, e i rischi correlati allo stesso virus, soprattutto per coloro i quali si trovano a fornire il primo soccorso, quindi il Servizio 118 ed il personale dei Pronto Soccorso – ha denunciato il segretario e legale rappresentante NurSind pro-tempore Fabrizio Anedda – oltre alla mancanza di informazioni univoche e carenza di Dispositivi di Protezione Individuale, la categoria è costretta a subire il mancato riconoscimento di diritti sacrosanti, soppressi nel tempo dalle amministrazioni per inottemperanza dei vertici regionali.»
Rischio Contagio del personale. «I fatti degli ultimi giorni dimostrano quanto il personale medico e infermieristico sia a rischio contagio. In tutta questa situazione sarebbe quanto meno giusto e appropriato l’intervento della Regione in materia di applicazione dell’art. 86 comma 6 del CCNL 2016-2018, che avevamo già sollecitato lo scorso ottobre – ha ribadito Fabrizio Anedda – ovvero l’individuazione delle Unità operative sub intensive e di area sub critica mai individuate dalla Regione, con l’implicita negazione dell’estensione contrattuale delle relative indennità di rischio».
Le indennità. L’individuazione di tali Unità Sub Intensive, si legge nella nota sindacale inviata alla Presidenza della Regione, rappresenterebbe un segno di rispetto verso i professionisti coinvolti in questa crisi sanitaria e nel contempo consentirebbe di eliminare una sperequazione di trattamento esistente tra le diverse Unità Operative Italiane e regionali. «Dovrebbe essere infatti noto – ha concluso Fabrizio Anedda – che non solo in rapporto con altre regioni, ma anche all’interno della nostra stessa regione coesistano dipendenti prestanti servizio nei Pronto Soccorso di alcune aziende, ai quali viene retribuita tale indennità e altre in cui è stata soppressa. Vorrei fosse chiaro a tutti che in un momento nel quale tutta Italia sta cercando di fare fronte a una crisi sanitaria e sociale, la questione economica non sia certo il problema principale, ma si voglia in questo modo ribadire che esiste una grave situazione di ingiustizia e scarsa considerazione dei lavoratori che, specie in questo momento, si trovano come soldati al fronte, senza neppure vedere tutelati i propri diritti».