17 July, 2024
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L’imprenditore napoletano Massimiliano Campanile, hair stylist tra i migliori professionisti del settore, titolare di un marchio internazionale in Campania interviene, con una riflessione, sul delicato momento economico che sta vivendo la sua categoria e più in generale dall’intero Paese.

«Fino ad ora abbiamo accettato, silenziosamente, di sacrificarci in nome del bene comune – dice Massimiliano Campanile -. Ci è stato chiesto di chiudere le nostre attività, rimanere a casa, annullare ogni tipo di contatto sociale e di limitare le nostre uscite a quelle funzioni essenziali quali l’acquisto dei farmaci e di generi alimentari.  Lo abbiamo fatto con l’orgoglio di appartenenza a un Paese di cui siamo fieri di sentirci cittadini e figli,  con la consapevolezza di “combattere una guerra contro un nemico cattivo e invisibile” che ci ha già procurato notevoli danni morali e materiali. Quando si ripartirà, lo affermano politici seri ed economisti, ci ritroveremo a vivere uno scenario da secondo dopo guerra. Noi imprenditori siamo consapevoli di tutto questo, sappiamo anche che dovremo rimboccarci le maniche e lavorare con più meticolosità e attenzione di quando è giunta questa chiusura improvvisa.»

«Però è giunta l’ora di mettere da parte gli annunci, le promosse e di passare ai fatti concretiaggiunge Massimiliano Campanile -. Il cosiddetto decreto “Cura Italia”, con il quale il governo ha dichiarato a gran voce di aver messo in campo uno sforzo economico importante,  è fino ad oggi rimasto solamente un annuncio. Nulla è ancora chiaro: dai bonus babysitter alle bollette che riusciremo a pagare con difficoltà, dall’erogazione dei fondi per la cassa integrazione fino agli affitti che non potranno essere onorati.»

«Noi imprenditori abbiamo paura che questa classe dirigente ci stia prendendo in giro – rimarca Massimiliano Campanile -. Noi imprenditori abbiamo paura di non poter più proseguire le nostre attività o, nella più beneaugurante delle ipotesi, di poterlo fare dovendo lasciare a casa un bel po’ di dipendenti. Noi imprenditori chiediamo chiarezza, chiediamo al nostro governo e a tutta la classe politica di dare uno sguardo alla vita reale, alla quotidianità  perché tanta gente inizia a non poter più fare la spesa. Per questo vi chiediamo di non far finta di nulla, di non voltarvi dall’altra parte e di prendere atto che la situazione sta per scoppiare. Stiamo per arrivare a un punto di non ritorno. Non abbiamo bisogno di continui maestrini e maestrine che fanno bella mostra di sé nella tv pubblica o privata raccontandoci cosa fare, oppure spiegandoci che al nord il contagio è maggiore perché si lavora di più. Qui al sud siamo riusciti, con l’impegno e il lavoro quotidiano, a costruire anche delle eccellenze economiche che adesso stanno scricchiolando a causa di questa improvvisa ed imprevista emergenza sanitaria.»

«Sarebbe un bel gesto se tutto l’arco parlamentare donasse 1.000 euro per ogni componente donandolo, però, allo Stato che potrebbe utilizzarlo come ammortizzatore sociale – conclude Massimiliano Campanile -. Non c’è più tempo per slogan e annunci televisivi, ora bisogna passare ai fatti concreti.»

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«In questo momento di grande difficoltà, è giusto che l’Amministrazione comunale di Iglesias e tutto il Consiglio comunale stiano vicini alla città ed ai suoi abitanti.»

Lo ha detto Federico Garau (capogruppo del M5S), primo firmatario della mozione presentata al sindaco Mauro Usai ed al presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali.

«In un momento così drammatico, è giusto che la politica scenda in campo al fianco di tutte quelle attività commerciali in grande sofferenza, proprio per questo motivo abbiamo chiesto il congelamento di tutti quei tributi, tra cui IMU, TARI, TASI e TOSAP fino alla data del 31 ottobre ha aggiunto Federico Garau -. L’incasso dei tributi non deve essere una priorità in questo momento, la nostra premura è la sopravvivenza di tutti gli esercenti della città di Iglesias, in grave difficoltà economica. Stiamo vivendo un periodo storico senza precedenti, una crisi che rischia di far collassare la nostra città e la nostra economia. Salvaguardare le attività commerciali significa preservare il futuro della nostra città.»
«Abbiamo inoltre richiesto la sospensione di tutti gli avvisi di accertamento dei tributi fatti recapitare nel corso del 2019 e 2020 e la richiesta di agevolazioni nei confronti di tutte le imprese attraverso la deliberazione di congrue riduzione delle tasse e dei tributi comunali per l’anno corrente
– ha concluso il capogruppo del M5S -. Un atto dovuto, un gesto che deve dimostrare quanto veramente la politica locale possa e debba stare sempre al fianco dei suoi cittadini.»

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In una fase storica di straordinaria difficoltà determinata dalla diffusione del Coronavirus, dalla Porovesme srl nasce un’iniziativa di solidarietà nei confronti dei presidi ospedalieri del territorio.

«Carissimi, da circa un mese, tutti insieme, siamo impegnati in una battaglia finalizzata a garantire ogni forma possibile di protezione dal contagio da Covid-19, in un’ottica di tutela assoluta della nostra salute, dei nostri familiari e di tutta la popolazione che interagisce, in maniera più o meno diretta, con i nostri stabilimenti. Siamo consci del fatto che si tratti di una battaglia difficile, non foss’altro per l’invisibilità del nemico, e siamo altrettanto consapevoli dei disagi che questa situazione sta imponendo a ciascuno di noi. Dobbiamo, però, continuare e, soprattutto, dobbiamo ricordare di essere ancora in una posizione di assoluto privilegio, garantiti nella retribuzione e nella possibilità di espletare, quotidianamente, il nostro lavoro», si legge in una lettera firmata dalle RSU di Portovesme e San Gavino Monreale e dall’amministratore delegato Davide Garofalo, che hanno deciso di pensare a qualche forma di sostegno da destinare ai presidi ospedalieri di Iglesias, Carbonia e San Gavino Monreale.

La proposta consiste nel coinvolgere ogni lavoratore che, volontariamente, potrà donare l’equivalente di 1 ora del proprio lavoro o multipli della stessa; al ricavato, la Società ,aggiungerà quanto necessario per pareggiare l’offerta dei lavoratori.

«Crediamo che la nostra proposta possa essere un modo per partecipare al meglio al dramma che sta colpendo il nostro paese e nel contempo un modo per consentire a coloro che sono più esposti di tutti, ossia il personale sanitario, di continuare la loro meritoria attività attraverso la disponibilità dei giusti presidi e delle giuste attrezzature – si legge ancora nella lettera -. La somma raccolta sarà utilizzata per l’acquisto e la consegna diretta di materiali, attrezzature e presidi in favore delle organizzazioni sanitarie di riferimento.»

Le RSU e l’Amministratore delegato concludono la lettera, dichiarandosi «sicuri che ancora una volta la Portovesme srl ed i suoi lavoratori riusciranno a dare un grande segnale di sensibilità ed umanità verso i territori in cui operano».

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«Subito l’attivazione dell’assicurazione per i dipendenti lavoratori esposti al rischio di contagio da Covid-19.»

«E’ quanto, come organizzazioni sindacali della Sardegna sud occidentale, chiediamo alle aziende che in questo periodo continuano l’attività produttiva – scrivono in una nota, i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Tonio Melis -. E per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori e dei loro familiari, chiediamo l’applicazione fedele del protocollo aziendale per la gestione dell’emergenza Covid-19. L’ultimo provvedimento emanato in ordine di tempo, il DPCM del 22.03.20 e le successive modificazioni del 25.03.2020, ha sancito quali attività e lavorazioni devono proseguire, comprese quelle in deroga. Un atto importante che ci obbliga a creare ulteriori tutele verso le lavoratrici ed i lavoratori “potenzialmente”  esposte a maggiori rischi. Per questo motivo chiediamo di valutare l’ipotesi di stipulare assicurazioni per dipendenti esposti al rischio contagio da Covid-19, ovviamente con la speranza che nessuno debba beneficiarne. Appare utile ricordare che questa “buona  pratica” è già stata messa in atto da altre importanti società del territorio come la Portovesme srl, l’Enel e la Sarmed.»

«La drammatica situazione del momento impegna tutti a tutelare il più possibile le lavoratrici ed i lavoratori in un momento così difficile e la stipula di questa assicurazione va proprio in questa direzione – concludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Tonio Melis -. È il momento di serrare i ranghi, di fare tutto ciò che è possibile per uscire rapidamente dall’emergenza, per poi ripartire con forza e determinazione, non appena le condizioni lo consentiranno.»

 

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La fame unità alla disperazione, questo è il connubio tragico a cui stiamo assistendo in questi giorni.
Il Coronavirus, oltre che aver già mietuto molte vittime, piano piano sta attirando a sé anche altre vittime che non sono persone decedute, ma sono vittime che potranno concretamente aggiungersi al conto globale se il Governo non riuscirà a mettere in campo iniziative mirate per dare certezze ad una Nazione già duramente colpita e provata.
In questi giorni è, soprattutto, il Meridione che comincia a fare sentire la sua voce, una voce che parla di fame e disperazione.
I supermercati che vengono presi d’assalto con violenza ed iniziative che non lasciano intravedere nulla di buono.
La disperazione viene cavalcata dalle organizzazioni malavitose che certamente stanno sfruttando la situazione di malessere conseguente alla mancanza di soldi e di cibo.
Per certi versi, sembra di essere tornati indietro nel tempo, ai “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, quando nel Milanese del ‘600, aggredito dalla peste, il sommovimento popolare lasciò spazio alla fame con la guerra del pane e, soprattutto, era il Governo di allora che venne messo alla berlina. In quel frangente, la massa venne facilmente manipolata da chi voleva che il malcontento ed il dissenso trovassero terreno fertile per la delinquenza asservita ai padroni senza scrupoli.
Quello che sta accadendo oggi, è come la cartina di tornasole che ripropone un copione già visto.
Il campanello d’allarme certamente non è sfuggito al Viminale che ha attivato immediatamente le contromisure del caso, senza tralasciare nulla, anche perché questi fenomeni di sciacallaggio devono essere fermati.
Una sottolineatura credo sia necessaria: ciò che sta accadendo, ripropone fortemente sempre la questione Meridionale che induce ancora una volta a riflettere sul come intervenire in un’area del Paese che quasi sempre è stata emarginata, con la creazione di discriminazioni sociali che possono sfociare in una forte contestazione popolare, con conseguenze drammatiche.
Tutti ci auguriamo che questo periodo che stiamo attraversando a causa del Coronavirus, con restrizioni giustissime e mirate, sfoci presto in una conclusione positiva, nella speranza che si possa giungere ad un vaccino che possa arginare la diffusione dei contagi e, soprattutto, alla sconfitta definitiva di questo virus che ha già mietuto tante vittime e per il quale l’umanità sta pagando un prezzo altissimo.
Armando Cusa

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«La volontà di trasferire risorse ai Comuni è in linea con le aspettative di tanti amministratori locali che devono fronteggiare le conseguenze di questa emergenza. Occorre verificare, tuttavia, se tali affermazioni saranno concretizzate o rimarranno promesse vuote e in quale misura queste risorse saranno stanziate. Ciò che possiamo ribadire è l’assoluto e immediato bisogno di far fronte in modo adeguato alle richieste dei Comuni in questa situazione di assoluta necessità.»

Lo ha detto questa sera il presidente della Regione, Christian Solinas, riferendosi alle misure annunciate stasera dal premier Giuseppe Conte e del ministro Roberto Gualtieri.

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«Siamo in tempi di guerra? In guerra appaiono sempre i disertori, non solo quelli mossi da obiezioni di coscienza, ma anche i traditori. Il senatore Zanda è un disertore del secondo tipo.»

Così interviene Pino Cabras, deputato del M5S, in risposta all’intervista di Luigi Zanda (PD) pubblicata oggi su Repubblica.

«La sua proposta di svendere tutto – aggiunge Pino Cabras – è perfettamente in linea con il suo retroterra prodiano-draghiano. Non gli viene manco in mente di usare mezzi finanziari e fiscali nuovi per ricostruire la sovranità del suo Paese.»

«Nell’intervista Luigi Zanda ha avanzato la proposta di mettere in pegno tutto il patrimonio immobiliare dello Stato per far fronte alla crisi: musei, teatri, spiagge, porti, aeroporti e persino le sedi istituzionali del Parlamento e dei ministeri.»

«Abbiamo già dato, Zanda. Decenni di avanzo primario, mille miliardi bruciati nella fornace degli interessi sul debito, generazioni intere sacrificate nella stagnazione – conclude Pino Cabras -. E ora l’idea di metterci nelle mani di qualche lanzichenecco. Anche basta.»

 

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I consiglieri regionali del PD, primo firmatario il capogruppo Gianfranco Ganau, chiedono alla Regione di intervenire con urgenza sulla modifica dei requisiti per le prestazioni di riabilitazione globale territoriale, per le prestazioni assistenziali a persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale, e sulla ridefinizione delle tariffe.

«Le prestazioni di riabilitazione territoriale a favore di persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale rappresentano prestazioni essenziali di assistenza della popolazione e le stesse sono oggi erogate, in Sardegna, per il 98% dei volumi totali dal Privato Accreditato che forniscono ausilio ad oltre 2.500 utenti/die, con un indotto lavorativo di 2400 operatori impiegati nel servizio. Inoltre, esiste una lista d’attesa di 2.400 utenti con disabilità, certificati dal SSN, in attesa di poter accedere ai servizi riabilitativi», precisano i consiglieri del Partito Democratico.

Le recenti delibere adottate dalla Regione (DGR n.7/1 del 26.02.2020, DGR n. 7/3 del 26.02.2020 e DGR 11/15 del 11.03.2020) inseriscono principi di taglio degli standard minimi di assistenza con riduzione del personale impiegato a fornire le prestazioni, oltre a comportare una riduzione sostanziale degli occupati nel settore, non garantendo gli standard qualitativi del servizio. Sempre nelle succitate delibere è previsto un cospicuo taglio delle tariffe che comprometterebbe la sostenibilità del sistema. Tali decisioni, inoltre, non sono state concordate con gli operatori e contraddicono lo stesso lavoro svolto dalla Commissione tecnica della riabilitazione, di cui sono componenti sia i funzionari dell’assessorato della Sanità, i medici e i funzionari delle ASSL ed i rappresentanti del Privato Accreditato che ha documentato la necessità di una revisione delle tariffe in aumento, tali da compensare i maggiori costi di produzione.

Per i sopracitati motivi, i consiglieri del PD «interrogano il presidente della Giunta regionale e l’assessore regionale alla Sanità per sapere se siano a conoscenza di quanto esposto e se in ragione della gravità delle conseguenze prevedibili dall’applicazione delle norme in delibera, non ritengano opportuno annullare o perlomeno sospendere l’efficacia delle delibere in questione in modo da consentire una seria interlocuzione con gli operatori del settore che garantisca il mantenimento dei livelli assistenziali». Al fine di evitare un collasso del sistema riabilitativo regionale che avrebbe delle cadute disastrose sui livelli di assistenza in Sardegna.

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Prosegue l’azione di controllo da parte del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.
Nella giornata di ieri sono stati effettuati 596 controlli (dal 14 marzo sono oltre 11.300): 147 nell’area di Cagliari, 52 Iglesias, 39 Oristano, 179 Sassari, 86 Tempio, 56 Nuoro, 37 Lanusei. Sono state sanzionate 9 persone (8 a Cagliari, 1 a Sassari), segnalate alla Magistratura.
Inoltre, sono stati controllati i passeggeri di tre traghetti sbarcati nello scalo di Porto Torres.
L’inosservanza delle ordinanze del presidente della Regione comporta le conseguenze previste dall’articolo 650 del Codice penale, con arresto fino a 3 mesi e sanzione.