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La Regione Sardegna ha opportunamente e positivamente siglato con le parti sociali ed imprenditoriali l’accordo quadro del 26 marzo 2020, contenente provvedimenti utili a governare l’emergenza sanitaria, la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, le tutele dei lavoratori, recependo non solo dispositivi e indicazioni nazionali, ma estendendone gli effetti ad una platea più ampia di settori e Lavoratori, garantendo la copertura degli opportuni ammortizzatori sociali a beneficio della specifica comunità del lavoro Sarda.
Al momento non sappiamo ancora per quanto tempo si protrarrà l’attuale emergenza sanitaria, né quali ulteriori effetti recessivi produrrà, anche se tutti gli osservatori prevedono scenari non certo incoraggianti e ancora più evidenti nella seconda meta del 2020 e ancora di più per il 2021, quanto a rallentamento dell’economia, delle produzioni e della domanda di beni e servizi, tuttavia è lecito pensare ad un necessario prolungamento degli interventi attualmente in campo attraverso ulteriori dispositivi e risorse da parte dello Stato e della stessa Regione a tale titolo definiti.
Esiste però in pari tempo l’esigenza di agire con una seconda fase d’intervento che preveda misure a sostegno dell’economia idonee ad invertire la tendenza recessiva già in atto.
Come affermato dalla stessa presidente dell’Unione europea, nonostante freni da parte di alcuni stati membri, occorrerà che l’Europa e i propri istituti economici, ma lo stesso dicasi per le omologhe organizzazioni Mondiali, provveda in tempi rapidi a varare misure ed interventi economici che impediscano ulteriori fenomeni recessivi e favoriscano l’espansione dell’economia, il rilancio delle produzioni di beni e servizi pubblici e privati, il lavoro, la salute e la coesione sociale.
L’Unione europea deve quindi dotarsi di una strategia utile a sostenere una fase espansiva dell’economia nei Paesi del continente, senza addossarne i costi e i successivi vincoli agli Stati più esposti alle conseguenze della pandemia, come per ora sono l’Italia, la Spagna, e la Francia.
Non è sufficiente aver, infatti, rimosso il divieto sugli aiuti di stato, sul pareggio di bilancio, sullo sforamento del debito pubblico in rapporto al PIL, poiché il nostro Paese, già con un alto livello di indebitamento, non può aggravare la sua condizione mettendo in campo stanziamenti rapportabili a quelli della Germania o degli Stati uniti, pena l’esposizione dei titoli pubblici alla speculazione sui mercati finanziari e l’accrescersi delle difficoltà delle imprese, con l’avanzare recessione economica e la carenza di domanda e liquidità .
Ecco perché Il sostegno dell’Europa diventa urgente ed indispensabile quanto a strategie e a interventi finanziari di sostegno all’economia ed al lavoro adeguati.
In questo quadro anche lo Stato per la sua parte e la stessa Regione Sardegna, per quanto di sua competenza e responsabilità, non può sottrarsi alla immediata definizione di una strategia anti-recessiva, che sia di sostegno alle imprese e al mondo del lavoro.
Occorre quindi che la Regione definisca alcune peculiari e prioritarie linee d’azione:
- Ri-orientare la manovra finanziaria e di bilancio per il 2020, rendendo operative tutte le risorse finanziarie disponibili in capo ai capitoli di spesa delle diverse fonti finanziarie;
- Semplificare le procedure e velocizzare la spesa, a partire dai pagamenti su tutti i crediti maturati dalle imprese, sia come crediti commerciali che come contributi;
- Emettere con urgenza tutti i bandi e gli avvisi, utili a garantire la messa in campo delle risorse dell’Ente e le attività necessarie a stimolare e sostenere i circuiti produttivi e dei servizi pubblici e privati.
Capitolo a parte merita la sanità pubblica, che nel paese sostiene il peso dell’emergenza Coronavirus, la quale dovrà senz’altro essere oggetto di interventi finanziari e di potenziamento che, alla luce dell’esperienza maturata in questa drammatica contingenza, dovranno stravolgere finalmente le precedenti impostazioni e decisioni che hanno caratterizzato anni di tagli e ridimensionamenti.
La Regione Sardegna deve affrontare con urgenza questo tema, riconsiderando, alla luce degli eventi in corso, il piano complessivo di riforma della sanità, favorendo la qualità dell’offerta sanitaria, sia sul versante della prevenzione che della emergenza e della cura, riconsiderandone i costi a carico della stessa Regione. I trasferimenti dello Stato, sia sulla spesa storica che in capo ai futuri interventi di rafforzamento della sanità pubblica, vengano allineati a quelli delle altre regioni, e commisurati ai bisogni della popolazione.
Lungo le direttrici d’intervento prima richiamate, un accordo in tempi rapidi con sindacati e parti datoriali rappresenterebbe un segnale forte e di positiva speranza all’intera Isola.
Pertanto, la Giunta non esiti, ma agisca subito per favorire la crescita economica e lo sviluppo della Sardegna, valorizzando anche quanto positivamente si sta facendo per integrare il reddito dei lavoratori in previsione di una ripresa delle attività produttive e dei servizi.
Gavino Carta
Segretario generale CISL Sardegna