Si moltiplica l’autofabbricazione di mascherine. I consigli del medico chirurgo Mario Marroccu
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In questi giorni di grande apprensione, anche nell’Isola, per la diffusione del Covid-19, ad accrescere i timori di contagio tra le persone, c’è la carenza delle mascherine, strumento necessario ed indispensabile per evitare la nebulizzazione di miliardi di goccioline di saliva. Le mascherine mancano in tutto il territorio nazionale, è scattata la ricerca sui mercati internazionali e, finalmente, pare si stiano stimolando le aziende ad una superproduzione in tempi rapidi, per andare incontro alle esigenti, in crescita esponenziale.
Nell’attesa di reperirle sul mercato, c’è chi le mascherine le sta producendo in proprio, anche nel Sulcis, su iniziativa del team di lavoro Salidu-Pinna-Marroccu.
«Il nostro è un impegno sociale, privo di interesse commerciale – spiega Mario Marroccu, medico chirurgo -. Noi suggeriremo il metodo. Chi crede lo può applicare autarchicamente. Il gruppo di studio che, in mancanza di mascherine chirurgiche nella rete di distribuzione, ha proposto l’autofabbricazione di mascherine, desidera condividere queste osservazioni:
1 – similmente a noi si è attivata un’impresa piemontese nella produzione di mascherine in tela di cotone. Si tratta della ditta Miroglio di Alba. In più essi associano un elemento nuovo: l’idrorepellenza del cotone, ottenuta con l’aggiunta di una resina al tessuto.
2 – Le mascherine di cotone sono state approvate dalle regione Piemonte, che ne ha ordinato subito 600.000 per i propri bisogni.
3 – la regione Lombardia ha ordinato simili mascherine ad una ditta di abbigliamento lombarda.
4 – visto che il nostro fabbisogno dovrà essere soddisfatto da noi stessi, ci stiamo attivando per riformulare la struttura della nostra mascherina per introdurvi l’elemento impermeabilizzante. Domani e dopo ne testeremo l’impermeabilità, la resistenza alla varechina (viricida) e la compatibilità con una respirazione libera.»
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