22 December, 2024
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Come dimenticare il 25 aprile del 1945? Sembra una data lontanissima ma è fortemente vicina a noi

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Come dimenticare il 25 aprile del 1945? Sembra una data lontanissima ma è fortemente vicina a noi.
L’Italia era ancora occupata dai tedeschi ma l’indomito coraggio dei partigiani è rimasto nella storia e ha segnato per sempre un’era che ha visto tante perdite tra i partigiani e anche tra i civili.
Tante storie inerenti la vita di quel periodo ci sono state lasciate in eredità a ricordo perenne, segnato da lutti, esecuzioni, campi di sterminio.
Non possiamo certamente dimenticare le ritorsioni tedesche con esecuzioni sommarie.
Tra i misfatti più cruenti da non dimenticare gli eccidi delle Fosse Ardeatine e Marzabotto.
Ecco, indubbiamente, sono episodi che hanno scosso quel periodo, ma proprio per non dimenticare quei fatti ma soprattutto in generale, l’occupazione tedesca che ormai era giunta alla sua fine, il 25 aprile è la data che celebra la Liberazione che finalmente prendeva corpo con l’insurrezione generale di tutti, contadini, operai, intellettuali e, soprattutto, tante donne.
È in questo frangente che per ricordare quell’incredibile evento che ha liberato l’Italia dall’occupazione nazista, tanti sono i volti, le storie e, soprattutto, il ruolo delle donne, che grazie al loro sacrificio, spesso anche con la vita, hanno dato un valore ed un significato indelebile per tutti.
A questo proposito, vorrei citare il racconto di Renata Viganò, che con il suo libro “L’Agnese va a morire” ci propone uno spaccato di vita vissuta del personaggio Agnese.
È la stessa autrice, che prendendo spunto dalla sua esperienza tra i partigiani delle Valli di Comacchio, ben risalta il risentimento collettivo di fronte all’offesa dell’invasione, che si tramuta in un sommovimento di giustizia e libertà.
Il romanzo ben si inquadra in quel periodo ed il personaggio Agnese ci fornisce il quadro preciso di situazioni, che mano a mano, cambiano repentinamente.
Agnese non si è mai allontanata dall’orto, dalla fontana di casa sua, ma quando questo accade, l’episodio dell’uccisione del marito è in quel preciso istante che avviene la trasformazione che si concretizza nella ribellione, nel seguire i partigiani nelle paludi e nel compiere imprese oltre l’immaginario, a cavallo della sua bicicletta.
È la vita che scorre e che ci presenta, trasportandola ai nostri giorni, l’esempio dell’Italia migliore che ritrova il coraggio, la forza, il sacrificio, consegnando a noi questa bella Italia. Noi tutti, a perenne ricordo, non dimentichiamolo e non dimentichiamo tutti questi Eroi, a loro vada il nostro eterno Ringraziamento.
Armando Cusa
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giampaolo.cirronis@gmail.com

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