Covid-19: intervista al sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu
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Come Amministrazione comunale, quali ulteriori interventi avete in cantiere?
«Intanto, abbiamo affrontato l’emergenza alimentare e, in generale, quella sui beni di prima necessità, organizzando, attraverso le politiche sociali, la distribuzione di cibo e la consegna a casa per chi non aveva la possibilità materiale di muoversi. Abbiamo lavorato con la Croce rossa, la Caritas, le varie associazioni sul territorio, Mondo X, Domus del Luna, la Corisar in collaborazione con Coldiretti.
La risposta c’è stata ma molto dipende anche dalla durata di questa crisi e dagli aiuti che devono necessariamente arrivare da Governo in particolare e regione. I Comuni non hanno budget illimitati e quello che entra serve per i servizi essenziali. Io non voglio tagliarli.»
Un altro aspetto non meno importante è il blocco totale delle attività industriali ma non solo, anche il commercio in generale è in estrema sofferenza: a tal proposito, quali sono le vostre iniziative?
«Il lockdown non è deciso dal Comune. Noi abbiamo posticipato tutte le scadenze relative ai tributi locali. E’ chiaro che più fondi ho a disposizione e meglio sono in grado di aiutare le piccole imprese. Stiamo studiando sistemi per agevolare la ripresa, verificando gli spazi all’aperto e le relative concessioni.
La situazione è in evoluzione e sono in contatto con tutti gli altri colleghi sindaci per fare una proposta unitaria a Governo e rRegione. Cagliari, soprattutto in questo periodo, fino ad ottobre inoltrato, vive di eventi, iniziative turistiche e culturali. E’ ovvio che la ripartenza sarà legata a quanto sarà possibile muoversi in libertà.
Stiamo comunque lavorando al bilancio, alla ricerca di altri fondi che vadano, da un lato a sostenere le attività imprenditoriali, dall’altro a chi ha davvero bisogno.»
Armando Cusa
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