Il Diabete in Sardegna al tempo del Coronavirus – di Riccardo Trentin
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In Sardegna risultano soffrire di Diabete circa 120.000 persone. Alle necessità e ai bisogni di salute strettamente legati alla patologia, si debbono purtroppo associare necessità e bisogni di natura organizzativa e amministrativa fondamentali per garantire la corretta terapia a tutti. Pensiamo alle visite di controllo periodiche, all’approvvigionamento di farmaci e presidi (insulina, siringhe, aghi cannule, sensori e strisce per l’autocontrollo, etc.), al rinnovo dei piani terapeutici e delle diverse autorizzazioni e certificazioni.
Queste condizioni, quelle propriamente che derivano dall’organizzazione in ambito sanitario, e che impattano notevolmente sulla qualità della vita delle persone con diabete, sono quelle dove storicamente si registrano le maggiori difficoltà e i maggiori ritardi con forti livelli di disuguaglianza rispetto alle altre Regioni d’Italia.
Già lo scorso 21 gennaio la RSD convocata in audizione pubblica presso la VI commissione della Salute della Regione Sardegna ha avuto modo di segnalare diverse tra le maggiori problematiche sulle quali si reputa necessario un intervento riorganizzativo, e tra queste ve ne sono certamente alcune che, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria derivante dalla pandemia Covid‐19, risultano improcrastinabili.
Non appare superfluo evidenziare che le indicazioni emanate dal Governo e dagli Organi Sanitari auspicano la riduzione degli spostamenti delle persone, e che dai report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a Covid‐19 in Italia pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, il Diabete mellito è per frequenza la seconda patologia osservata nei pazienti deceduti. Inoltre, la presenza di più patologie preesistenti, molto frequente nelle persone con diabete, fa impennare la possibilità di esito fatale dell’infezione.
Pertanto, in coerenza con gli attuali Decreti ed Ordinanze, ma anche con le iniziative temporanee già introdotte (vedi estensione della validità dei Piani Terapeutici scaduti o in scadenze nel periodo di emergenza; dematerializzazione della ricetta rossa ancora obbligatoria per farmaci inseriti in piano terapeutico e conseguente semplificazione per i pazienti con cronicità nel ritiro degli stessi), chiediamo risposte immediate ed urgenti su:
1) istanza inviata all’assessorato della Sanità della Sardegna lo scorso 1 aprile, tesa a rafforzare identica richiesta già inviata da Diabete Italia il 27 marzo u.s. (vedi allegati), e relativa alla semplificazione del processo di ritiro di farmaci e presidi presso le farmacie Ospedaliere, meglio nota come distribuzione in forma diretta.
Questa modalità di approvvigionamento di farmaci, presidi e devices, riguarda un numero significativo di pazienti (oltre 5.000), e risulta fortemente problematica per i seguenti motivi:
• ridotta offerta di servizio erogato (apertura per solo poche ore alla settimana);
• la non capillarità delle strutture obbliga gli assistiti a spostamenti dal proprio Comune di residenza con percorrenze anche di diverse decine di chilometri.
Per contro sono state avanzate tre possibili alternative organizzative:
• “previo appuntamento” presso i punti di distribuzione diretta;
• oppure presso le Farmacie private e convenzionate sul territorio attraverso l’estensione della modalità DPC (Distribuzione Per Conto), modalità già in essere per altri farmaci e materiali;
• oppure presso i punti di distribuzione diretta ma secondo una calendarizzazione basata sulla lettera iniziale del cognome del paziente al fine di evitare lunghe attese o viaggi inutili.
2) Attivazione della Teleassistenza. In questo momento, in ottemperanza ai DPCM dell’8 e 9 marzo 2020, sono sospese le visite programmate presso i Servizi e gli ambulatori di Diabetologia di tutta Italia. Ovviamente poiché il Diabete è patologia che è necessario gestire quotidianamente, aldilà del grave momento di emergenza sanitaria, le Società Scientifiche di AMD e SID (che rappresentano i medici diabetologi), insieme alle Associazioni dei pazienti, hanno chiesto oltre quindici giorni fa all’Assessorato alla Sanità della Sardegna l’attivazione ed il riconoscimento della tele assistenza (già operativa su gran parte del territorio nazionale).
La modalità ovviamente ancorché non esaustiva come solo può essere una visita tradizionale, risulta utile per soddisfare alcune importanti condizioni:
• viene comunque garantita una forma di assistenza terapeutica, escludendo quindi possibili gravi conseguenze dall’interruzione della stessa;
• viene fornito il necessario supporto ai pazienti attraverso l’esame e la comprensione dei dati glicemici giornalieri trasmessi per via telematica.
• è possibile intercettare casi di emergenza altrimenti sconosciuti e dagli esiti potenzialmente incerti e gravi;
• si riducono i possibili accessi agli ambulatori dei MMG e dei pronto soccorso.
Dott. Riccardo Trentin
Presidente Federazione Rete Sarda Diabete
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