18 July, 2024
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L’Enel ha illuminato la sede regionale di Cagliari, in Piazza Deffenu, con i colori della bandiera italiana. Illuminando con il tricolore alcune delle sue principali sedi per tutto il periodo dell’emergenza Covid-19, il Gruppo Enel vuole rimarcare lo spirito coeso e unitario con cui l’intera nazione sta lottando contro il coronavirus.

Per affrontare l’attuale emergenza Enel ha già messo in campo numerose iniziative per garantire sia la continuità del servizio elettrico, sia la sicurezza dei dipendenti. Enel Cuore, la Onlus del Gruppo, ha inoltre stanziato 23 milioni per donazioni, in Italia, a sostegno delle principali realtà impegnate nell’assistenza sanitaria e sociale, sia per progetti individuati, sia per altri in fase di individuazione che verranno definiti in tempi brevi grazie al dialogo e al continuo coordinamento con Protezione civile e autorità nazionali e regionali in prima linea contro la diffusione del virus.

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Il principio di uguaglianza sostanziale, l’importanza del lavoro, della salvaguardia e della cura, giorno dopo giorno, della nostra Costituzione. Sono alcuni punti fermi di un discorso di Piero Calamandrei, datato 1955 ma oggi più che mai attuale.

Riviviamo alcuni estratti del brano di Piero Calamadrei dalla vivavoce di Monica Porcedda della sezione ANPI di Carbonia.

Il modo migliore per augurare a tutti buon 25 aprile, buona 75ª Festa di Liberazione Nazionale (1945-2000).

«La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.»

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Il 25 aprile trova quest’anno un Paese in stato di emergenza in cui distanze interpersonali e divieti di assembramento impediscono la stessa commemorazione della ricorrenza con le tradizionali forme di celebrazione. Quindi niente cortei e nessun discorso alla presenza delle autorità religiose e civili, delle forze dell’ordine e delle varie associazioni dei corpi militari, niente deposizione di corone ai piedi della targa commemorativa dei nostri caduti per la Liberazione dal regime fascista.
Quest’anno la festa della liberazione ci trova non liberi. Non liberi di muoverci, non liberi di lavorare, non liberi di riunirci, non liberi di stare vicini. Mascherine e distanze precauzionali sacrificano i nostri rapporti sociali. Il virtuale prende il posto della vicinanza fisica: videotelefonate, videoconferenze e smart working sono il nostro nuovo modo di comunicare e lavorare. Anche la commemorazione del 25 aprile è giusto che sia anch’essa virtuale con la pubblicazione nel sito web del Comune della lettura di una delle pagine più belle scritte sulla nostra Costituzione da Piero Calamendrei.
Ma seppure a distanza, e anzi proprio per questa privazione della vicinanza, oggi più che mai ci sentiamo intimamente partecipi del profondo senso di questa commemorazione e del significato di liberazione.
Paradossalmente è un virus, questa volta, a renderci pienamente consapevoli dell’importanza di quelle libertà che oggi non abbiamo e ieri davamo per scontate.
«La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare». (Piero Calamandrei)
È proprio così: quando le nostre libertà sono compresse per tutelare la nostra salute, capiamo quanto sono importanti. Solo oggi capiamo forse meglio il sapore che può avere una Liberazione dall’oppressore di diritti fondamentali, il miracolo di sentirsi di nuovo uomini e donne artefici del proprio futuro.
Come è successo nel ’45, ci sarà un’altra liberazione dalla quale usciremo più consapevoli delle nostre fragilità e quindi fortificati nell’affrontare umilmente ma con determinazione la ricostruzione della nostra società. Saremo di nuovo vicini e insieme ce la faremo.
Buon 25 Aprile a tutti.
Viva l’Italia, viva la Sardegna!

Paola Massidda

Sindaco di Carbonia

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«Il 25 aprile 2020 ha un significato particolare. Oggi, festa della Liberazione, si rende omaggio alla “libertà” come valore fondante della nostra democrazia. Rinnoviamo quindi quei principi di democrazia, tolleranza e lotta a qualsiasi forma di odio e di violenza. Rendiamo omaggio a chi ha lottato per quei valori  consegnandoci una democrazia che dobbiamo sempre difendere. Oggi più che mai la Liberazione è una festa di unità di un popolo che non si arrende mai. Quest’anno però è anche una giornata  di riflessione per tutti i sardi che, con il loro comportamento responsabile, hanno saputo reagire in  questa difficile situazione di emergenza sanitaria.»

Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, nel giorno della festa della Liberazione 2020, vuole mandare  un messaggio di speranza: «Mai arrendersi, noi sardi siamo abituati a combattere contro ogni avversità. In Sardegna, la pandemia che sta sconvolgendo il mondo,  si sta attenuando anche grazie al comportamento consapevole d tutti i sardi che da subito hanno capito che solo con un agire responsabile si può contribuire a limitare i contagi e a liberare la nostra isola da questa terribile malattia».

Il presidente Michele Pais ringrazia, ancora una volta, tutte le persone che, anche in questo giorno di festa, lavorano in prima linea: «Un pensiero particolare a tutti coloro che lavorano negli ospedali, nelle case di riposo e alle famiglie degli scomparsi. Ma anche un ringraziamento a tutti coloro che, con grande sacrificio, hanno consentito l’erogazione dei servizi essenziali».

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Non si ferma il progetto sulla cipolla Pat di San Giovanni Suergiu. Anche in piena emergenza sanitaria legata al Covid-19, l’attività di produzione degli agricoltori non si è bloccata e nelle prossime settimane inizierà la cavatura del prodotto. In contemporanea il Comune ha concluso l’iter di registrazione del marchio che identificherà la cipolla prodotta nel territorio comunale.

Il 20 marzo scorso il ministero dello Sviluppo economico ha accolto ed approvato la richiesta online di registrazione del marchio che ora è depositato presso il Comune. Potranno beneficiare del marchio, gli agricoltori regolarmente iscritti al comitato delle biodiversità e che producono la cipolla nel rispetto del disciplinare.

«Un altro ambizioso traguardo sottolinea il sindaco Elvira Usai che consente di far crescere questa produzione di nicchia e che incoraggia gli agricoltori di San Giovanni Suergiu a incentivare questo tipo di coltivazione. Confidiamo nel fatto che il progetto includa sempre più produttoriconclude Elvira Usai – perché stiamo accarezzando l’idea di un consorzio di tutela e la richiesta di altri marchi che certifichino la qualità e la bontà delle cipolle nostrane.»

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Sono tante le donazioni che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, privati cittadini, aziende, associazioni culturali, sportive e mondo del volontariato quindi istituzioni hanno rivolto all’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. Gesti finalizzati a supportare l’intero personale sanitario che opera nelle strutture in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus.

Sono numerose le donazioni di mascherine, tute, guanti, stivali di gomma e visiere, materiale particolarmente utile per gli operatori dei reparti ospedalieri. A queste si aggiungono termometri, pulsossimetri e misuratori di pressione.

E ancora monitor multiparametrici, centraline di controllo, ventilatori e respiratori polmonari, ventilatori polmonari da trasporto, ecografi portatili, ecografi polmonari, broncoscopi, kit per la diagnostica Covid, un carrello per l’emergenza e materiale igienizzante.

Non sono mancate le raccolte fondi finalizzate all’acquisto di materiali per sostenere i reparti in prima linea nella lotta al Coronavirus.

«Si tratta di gesti di grande solidarietà e generositàafferma il commissario dell’Aou di Sassari, Giovanni Maria Soro – che fanno sentire vicina l’intera comunità. Una forte iniezione di fiducia per tutti gli operatori sanitari che ogni giorno sono impegnati nell’assistenza ai pazienti.»

Per ringraziare tutti, sul sito web dell’Aou di Sassari è stata creata una pagina, in costante aggiornamento, Le donazioni al tempo del Covid-19, raggiungibile anche dalla home page, nella quale sono elencate le varie donazioni e i donatori.

È arrivata ieri dalla Cina, intanto, una parte consistente della fornitura di mascherine acquistate dall’Aou di Sassari. Si tratta di 76mila mascherine chirurgiche (in attesa di 24.000), 10mila dispositivi FFP2 (consegna completata) e 5.000 FFP3 (consegna completata). Il materiale è stato consegnato alla farmacia ospedaliera di via Monte Grappa e va a incrementare le risorse a disposizione dei reparti dell’azienda.

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Con 3 positivi su 2.045 tamponi eseguiti e 1.956 casi testati, la Sardegna è più vicina alla “Fase 2”. 1 caso positivo in provincia di Sassari (811 il totale), 1 nella Città Metropolitana di Cagliari (229 il totale) e 1 nella provincia del Sud Sardegna (91 il totale), nessun nuovo caso nelle province di Nuoro ed Oristano.

Negli ultimi tre giorni, in Sardegna, sono stati eseguiti 4.003 tamponi e sono stati riscontrati complessivamente 21 nuovi casi di positività al Covid-19 (11 due giorni fa, 7 ieri, 3 oggi). La Sardegna vede più vicina la “Fase 2.

Rispetto a ieri è cresciuto il numero dei pazienti ricoverati con sintomi, 95 (ieri erano 90), mentre è sceso quello dei ricoverati in terapia intensiva, 19 (ieri e l’altro ieri erano 20). E’ in calo sia il numero delle persone in isolamento domiciliare, 690 (erano 707), sia quello degli attualmente positivi, 804 (ieri erano 817). E’ in crescita, il numero dei pazienti dimessi/guariti, 351 (ieri erano 339). Oggi, purtroppo, sono stati registrati 4 decessi che portano il totale a 102.

 

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Egregio Direttore,

Il momento difficile che il nostro Paese, e con esso il mondo intero, sta vivendo, ci spinge tutti a ragionare sul “dopo”. In tanti si stanno interrogando sul futuro dell’economia, del modello di sviluppo, dell’ambiente, della sanità, dell’istruzione. Un dibattito in cui pare però scomparsa dai radar la questione giovanile.

L’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO è composta di giovani da tutta Italia. Nati tra il 1985 e il 2000, come tutti i millennials nella loro vita hanno già conosciuto tre crisi in soli 20 anni: quella legata al terrorismo a partire dal 2001, quella finanziaria del 2008 e adesso la crisi connessa al coronavirus. Tre shock che hanno minato dalle basi ogni certezza.

L’emergenza di queste settimane sta impattando in maniera gravissima sulle nostre vite. Da un lato la possibilità di trovare lavoro si riduce, dall’altro aumenta il rischio di perderlo per chi c’è l’ha. Il tutto in un momento della vita in cui è concreto il rischio di dover fare rinunce che possono rivelarsi definitive sugli obiettivi personali e sulle scelte di vita.

Il risvolto della medaglia è che di fatto siamo abituati a reinventarci continuamente. Ciò che abbiamo alle spalle, prima di questa crisi, è un percorso a ostacoli fatto di stage, tirocini, master, precariato senza orizzonti. Può essere l’uscita da questa crisi l’occasione per affermare un nuovo protagonismo di chi oggi è escluso, come i giovani? Dobbiamo scegliere: il “dopo” passa dal sostegno dei settori produttivi ed economici e del sociale, ma questo deve avvenire senza lasciare indietro i giovani, a partire da una maggiore presenza giovanile nei tavoli tecnici in cui si delinea la exit strategy dall’emergenza.

E deve avvenire senza lasciare indietro il mondo della cultura. Il rischio concreto è che i già risicatissimi budget pubblici e privati destinati alla cultura siano destinati nei prossimi anni ad altre finalità, nobilissime, ma con la conseguenza di una ulteriore riduzione degli spazi per la cultura e per l’arte.

Per questo avanziamo due proposte concrete, che come giovani italiani che operano nel nome dell’UNESCO non possono che partire proprio dalla cultura.

La prima: usciamo dalla crisi attraverso la più grande iniezione di risorse nel patrimonio culturale italiano: i giovani. Un New Deal per la Cultura capace di proteggere il patrimonio italiano

attraverso l’assunzione a tempo indeterminato del più alto numero possibile di giovani che si occupano di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, sia di quello materiale che di quello immateriale.

La seconda: accesso gratuito a tutti i musei e luoghi della cultura statale per i giovani sotto i 35 anni. La marginalizzazione si combatte attraverso l’innalzamento del livello culturale e la riduzione delle disuguaglianze educative. Nessun ostacolo di natura economica può frapporsi tra i giovani e la cultura, che resta la più grande arma di libertà.

Queste misure dovrebbero essere affiancate da una sempre maggiore semplificazione e sostegno pubblico al mecenatismo e alle piccole donazioni, non solo attraverso incentivi fiscali ma anche attraverso bonus da riutilizzare nei circuiti culturali. E ancora da una maggiore attenzione al patrimonio culturale periferico ed ai piccoli borghi: lo smart working e il turismo di prossimità possono essere strumenti importanti in questo senso se inseriti all’interno di un grande progetto nazionale di riqualificazione di paesi e piccoli centri abbandonati. Gratuità, innovazione, sperimentazione e sostenibilità possono essere l’antidoto contro il virus delle disuguaglianze culturali ed educative in tutte le fasi del “dopo” emergenza.

Non ci sfugge che per realizzare queste proposte serve denaro. Ma probabilmente si tratterebbe di cifre più ridotte di quelle destinate a voci di spesa meno essenziali e strategiche.

Oggi più che mai è necessaria la ricostruzione della dimensione pubblica per scongiurare l’aumento delle disuguaglianze e per stimolare anche il settore privato a dare il suo contributo nella stessa direzione.

Noi ci crediamo.

Antonio Libonati

Presidente Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO

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«In questo momento di straordinaria emergenza, abbiamo deciso di sostenere in maniera incondizionata i nostri agricoltori garantendo loro la liquidità necessaria e senza alcun costo, perché interessi e commissioni saranno a carico della Regione.»

Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando la delibera approvata dalla Giunta, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che istituisce un sistema di aiuti per agevolare l’accesso al credito. L’intervento si fonda su un accordo definito con la Commissione regionale Abi Sardegna che consente ai beneficiari dei premi comunitari relativi alle misure a capo e a superficie, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale del periodo di programmazione 2014-2020, di poter richiedere alle banche aderenti l’anticipazione dei premi a loro dovuti.

In particolar modo potranno essere anticipati i contributi relativi a 11.470 domande per gli anni 2016-2017-2018, non ancora erogati da Agea (l’Agenzia nazionale), per un totale di circa 30 milioni di euro, oltre alle 16.658 domande dell’annualità 2019 (con scadenza impegno a maggio 2020) per un totale di circa 68 milioni e 500mila euro.

«Le imprese agricole, che stanno affrontando uno stato di forte difficoltà del comparto agroalimentare come quello della mancanza di liquidità, potranno quindi accedere alle risorse a costo zerosottolinea l’assessore Gabriella Murgia -. Nell’intervento saranno coinvolti i Centri di assistenza agricola che, curando la tenuta dei fascicoli aziendali e assistendo gli agricoltori nella presentazione delle domande, saranno chiamati ad attestare l’avvenuta presentazione delle richieste dei premi e ad assistere gli stessi agricoltori nei rapporti con gli istituti di credito. Si tratta di un altro necessario e importante intervento per snellire, attraverso i Caa, la burocrazia e per consentire agli agricoltori di acquisire dal sistema creditizio liquidità immediata. Questo provvedimentoconclude l’assessore regionale dell’Agricolturaresterà in essere anche per il futuro.»

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Gli assessori regionali dell’Industria e della Difesa dell’Ambiente hanno approvato congiuntamente le “Linee guida per la regolamentazione e l’incentivazione dello sfruttamento delle risorse finalizzate alla realizzazione di impianti a bioenergie in Sardegna”.

Partendo dalla analisi della diffusione degli impianti alimentati a bioenergie nell’isola, e dai relativi studi sulle emissioni in atmosfera, il provvedimento mira a fornire indicazioni utili alla regolamentazione e valorizzazione dell’utilizzo delle bioenergie disponibili, affinché suddetti impianti possano essere realizzati e gestiti in ottemperanza alle misure previste dal Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna.

Gli assessori Gianni Lampis ed Anita Pili concordano sull’incentivazione di determinate forme di recupero e valorizzazione delle risorse, attraverso la premialità per gli operatori che sottoscriveranno accordi di ritiro dedicato alla valorizzazione energetica della biomassa da scarti di lavorazione, e sui contributi per la realizzazione di strutture logistiche asservite al recupero e alla valorizzazione della biomassa residuale. Tra le tipologie di impianti pilota finanziabili rientrano quelle di tipo cogenerativo con teleriscaldamento situate in aree industriali e in prossimità dei centri urbani, le colture di micro-alghe o oleaginose per produzione di biocarburanti, e gli impianti di teleriscaldamento asserviti ad edifici di pubblica fruizione anche in presenza di offerta energetica termica di tipo privato.

Con l’obiettivo di sostenere la promozione e lo sviluppo della produzione di energia da biomassa, infine, saranno da individuarsi come ottimali gli studi finalizzati all’individuazione di condizioni infrastrutturali e contrattuali favorevoli ad accordi di filiera per la produzione di energia termica da biomassa legnosa e di biocarburanti da colture dedicate di aree marginali. Promuovibili anche i regolamenti di gestione delle aree industriali e artigianali rivolti a favorire e/o ad incentivare la produzione di energia da biomassa preferibilmente residuale; nonché i regolamenti urbanistici comunali atti a favorire con i necessari limiti e condizioni la localizzazione degli impianti termici a biomassa in prossimità dei centri urbani.