18 July, 2024
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I cimiteri di Carbonia e Cortoghiana resteranno ancora chiusi al pubblico sino a nuove disposizioni, nel rispetto delle prescrizioni riportate nei DPCM e nelle ordinanze regionali emanate per il contenimento della diffusione del Covid-19.

In attesa di novità in merito alla possibilità di riapertura regolare dei cimiteri, a partire da martedì 28 aprile sarà possibile far portare i fiori sulle tombe dei propri cari defunti a cura dei fiorai.

I cittadini che volessero usufruire di questo servizio potranno prenotarlo presso il proprio fioraio di fiducia, che si farà carico di deporre i fiori in cimitero, secondo il seguente calendario e nella fascia oraria indicata:

– Martedì e giovedì dalle 13.00 alle 15.00;
– Sabato dalle 11.00 alle 12.00.

L’accesso sarà riservato solo agli addetti di vendita, che dovranno essere dotati dei necessari DPI previsti (mascherina e guanti) per poter operare.

 

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In questo tempo sospeso in cui, in ragione della pandemia da Covid-19, tutto ritorna nella dimensione domestica, i nazionalismi sovranisti del centro destra, piuttosto che collaborare alla soluzione di una situazione mai così critica dall’immediato dopoguerra ad oggi, non rinunciano, anche quest’anno, come è ormai consuetudine in questi ultimi tempi, a mettere in discussione la festa del 25 aprile.

Con la solita retorica negazionista, purtroppo mai paga, si cerca di cancellare con un colpo di spugna l’importanza di una celebrazione verso coloro che hanno riconquistato la libertà e con essa la dignità, perduta nel ventennio di dittatura fascista.

In un momento in cui il mondo sembra avere interrotto il suo moto di rotazione (cit.) anche l’esercizio della libertà è messo in discussione e niente deve darsi per scontato.

Per questo è importante anche in questa occasione, anzi soprattutto in questa occasione, non abbassare la guardia.

Oggi come allora siamo davanti ad uno scenario che ci obbliga ad assumere decisioni gravide di conseguenze, la prima tra tutte, proprio di questi giorni, è quando ed in che modo riprendere le attività produttive in modo da garantire a tutti, lavoratori compresi, il diritto costituzionale alla salute.

Sarà necessario, oggi come nel 1945, mettersi in gioco non solo per se stessi, ma per costruire un futuro diverso per tutti.

Quale esempio migliore se non quello di chi ha rinunciato a tutto, talvolta anche alla vita, per un obiettivo così alto come la libertà, talvolta giovanissimo con la consapevolezza che l’esito della sua lotta non era affatto scontato?

La festa della Liberazione quest’anno ha un tratto di eccezionalità perché si svolgerà piuttosto che in luoghi pubblici, in una piazza virtuale. Se il confinamento ci aiuta a capire il valore della libertà, così come ricordato da Piero Calamandrei, l’utilizzo della piazza virtuale è destinato a segnare un importante passaggio di testimone ad una nuova generazione di liberi per usare le parole di Marco Ravelli.

Per questa ragione la CGIL, i suoi iscritti, parteciperanno a tutte le manifestazioni per la commemorazione del 25 aprile che si terranno sulle piazze virtuali organizzate dalle Associazioni antifasciste sia su base nazionale come #iorestolibero che su base locali aventi lo stesso tenore.

Antonello Congiu

Il Segretario Generale della Camera del Lavoro

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«Abbiamo sbloccato una situazione che si trascinava da quasi quarant’anni, avviando un percorso finalizzato all’attivazione degli impianti che consentiranno agli agricoltori e agli allevatori di Uta e Villaspeciosa di beneficiare dell’acqua dell’invaso del Cixerri, e rivitalizzando l’economia del territorio.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha commentato così la delibera approvata dalla Giunta su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che assegna al Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale la gestione delle opere incluse nel distretto irriguo “Uta Nord”, finora in capo all’Enas.

Il comprensorio, che si estende su un’area di 1.727 ettari, era stato realizzato dall’ex Ente autonomo del Flumendosa (ora Enas) e non è mai entrato in funzione. Il Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale ha già ricevuto da parte dell’assessorato dei Lavori pubblici un finanziamento per il ripristino dell’impianto esistente.

«Orasottolinea l’assessore Gabriella Murgiasi potranno portare avanti gli interventi di verifica delle opere esistenti, accelerando al massimo i tempi per arrivare a un pieno funzionamento degli impianti. In un secondo momento bisognerà trovare altre risorse per ampliare l’area del comprensorio, anche fino a 3.700 ettari, venendo incontro alle esigenze di un più ampio bacino di utenza.»

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«Accusare la Regione di non aver dato corso tempestivamente alla lavorazione delle pratiche per la cassa integrazione in deroga è falso, come appare strumentale e goffo il tentativo di spostare l’attenzione sui ritardi del Governo nelle varie emergenze che investono la Sardegna e per le quali ad oggi siamo ancora in attesa di risposte concrete.»

Lo sottolinea l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, in relazione alle dichiarazioni su presunti ritardi nell’avvio delle pratiche sulla cassa integrazione in deroga.

«L’assessorato del Lavoro ha iniziato a ricevere le prime domande per l’accesso alla cassa integrazione l’8 aprile e conseguentemente gli uffici hanno avviato immediatamente l’iter per istruttoria delle pratiche. Formalmente, a partire dal giorno 22 aprile sono state trasferite all’Istituto di previdenza 823 pratiche per l’erogazione di un importo totale di 1 milione 620.269,80 euro. È evidente che l’aggiornamento delle domande nei sistemi Inps non ne ha consentito la visualizzazione in tempo reale, e ciò è stato utilizzato come elemento strumentale per fomentare una polemica politica senza senso ai danni dei lavoratori che vogliamo rassicurare sulla correttezza e tempestività nella gestione delle pratiche», ha concluso Alessandra Zedda.

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Nel corso della seduta straordinaria di giovedì 23 aprile, il Consiglio comunale di Iglesias ha approvato un ordine del giorno presentato dai consiglieri Ignazio Mocci, Eleonora Deidda e Carlo Murru, nel quale si impegnano il Sindaco e la Giunta a farsi portavoce, presso la Regione Autonoma della Sardegna, della proposta di creare un fondo destinato al finanziamento di un’indennità giornaliera in favore del personale sanitario delle strutture pubbliche, di quelle private, e delle RSA, in prima fila nell’affrontare l’emergenza Covid-19 e sottoposto ai rischi maggiori.
La richiesta di un’indennità giornaliera, vuole essere un riconoscimento per il lavoro svolto dagli operatori sanitari in questo periodo di grave emergenza, e recepisce quanto già approvato in altre realtà italiane, come nella Regione Toscana, dove gli incentivi sono stati finanziati attraverso una campagna di crowdfounding e sono state individuate tre fasce, sulla base della percentuale del rischio a cui i lavoratori sono stati esposti, identiche per tutti gli operatori che rientrano in quel reparto o servizio, indipendentemente dalla qualifica e dalla retribuzione.
L’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Iglesias, auspica la collaborazione dei sindacati di settore per l’individuazione e la quantificazione delle fasce di indennità, e chiede che nel bilancio della Regione Sardegna possa essere previsto uno stanziamento, utilizzando anche la modalità del crowdfunding per reperire i fondi necessari, analogamente a quanto fatto dalla Regione Toscana.
«In una situazione come quella che stiamo affrontando, in cui tutti sono chiamati nel loro piccolo a dare il proprio contributo materiale e non, credo sia un nostro dovere come amministratori ringraziare gli operatori sanitari, e lo dobbiamo fare a mondo nostro – ha spiegato la consigliera Eleonora Deidda -. I doni materiali, i flash mob, gli applausi, le celebrazioni televisive o sui social devono essere lasciate ai privati cittadini che, personalmente, ringrazio per aver dimostrato la propria generosità nei confronti della comunità in cui vivono e lavorano; ma noi che siamo stati eletti per rappresentare e dare voce al popolo dobbiamo fare di più e lo dobbiamo fare utilizzando gli strumenti di cui siamo dotati. Sulla base di queste motivazioni e spinti dalla necessità di fare la nostra parte come amministratori, ma soprattutto, dalla voglia di ringraziare tutti, ma proprio tutti quelli che stanno lavorando con amore, dedizione e impegno, insieme ai consiglieri Mocci e Murru abbiamo ritenuto importante presentare questa proposta per il riconoscimento di un’indennità giornaliera al personale sanitario.»
«Ci teniamo a precisareha aggiunto Eleonora Deiddache è una proposta e come tale migliorabile in tutte le sue parti, anzi, auspichiamo che tutte le forze politiche regionali diano il loro apporto positivo al nostro documento e speriamo che tale indennità, inoltre, venga riconosciuta anche agli operatori delle case di cura private e delle RSA.»
«Infine, permettetemi di ringraziare gli operatori sanitari dei nostri presidi ospedalieri, i medici di famiglia, i pediatri e tutti i volontari, in particolare quelli che hanno saputo riconoscere il Covid-19 e lo hanno fatto nell’immediato e salvaguardando la salute di un’intera comunità – ha concluso Eleonora Deidda -. Voi siete gli eroi di questa città e spero che si trovi il modo per potervi ringraziare in maniera degna.»

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Giovedì 30 aprile, alle 18.00, il Consiglio comunale di Sant’Antioco si riunirà a porte chiuse e verrà trasmesso in diretta streaming sul canale Youtube del comune di Sant’Antioco e sulla radio locale, ViVa Radio Sardegna, alle frequenze FM 101.50.

All’ordine del giorno figurano i seguenti punti:

– Comunicazioni del Sindaco;

– Approvazione della relazione sulla gestione (art. 151, comma 6 e art. 231, comma 1, D.Lgs. n° 267/2000 e art. 11, comma 6, D.lgs. n. 118/2011) e del rendiconto dell’esercizio 2019;

– Variazione n° 4 al bilancio di previsione 2020-2022;

– Variazione al bilancio di previsione finanziario n° 1 – ratifica della deliberazione di Giunta comunale n° 36 del 31/03/2020 adottata ai sensi dell’art. 175, comma 4, del DLGS n 267/2000;

– Variazione al bilancio di previsione finanziario n° 2 – ratifica della deliberazione di Giunta comunale n° 36 del 31/03/2020 adottata ai sensi dell’art. 175, comma 4, del DLGS n 267/2000;

– Variazione al bilancio di previsione finanziario n° 3 – ratifica della deliberazione di Giunta comunale n° 43 del 14/04/2020 adottata ai sensi dell’art. 175, comma 4, del DLGS n 267/2000;

–  Integrazione dell’atto di indirizzo relativo il rilascio delle concessioni demaniali, di cui all’art. 41, comma 1, lett. C – bis, L.R. n° 9 del 12/06/2006, adottato con delibera del Consiglio comunale n° 29 del 5/07/2018;

– Individuazione delle aree pubbliche da destinare alla pratica sportiva e all’accesso dei cani in spiaggia, da affidare in gestione, mediante autorizzazione stagionale, ad associazioni sportive o ad associazioni senza scopo di lucro;

– Attività di ricerca scientifica e didattica in ambito archeologico. Rinnovo convenzione con l’Università degli studi di Sassari;

– L.R. 28/1997 Istituzione scuola civica di musica don Tore Armeni – contributo RAS anno scolastico 2019/2020 – approvazione rimodulazione progetto;

– L.R. 28/1997 Istituzione scuola civica di musica don Tore Armeni – approvazione programma spese per l’anno scolastico 2020/2021 – richiesta contributo alla RAS;

– Modifica del regolamento e del piano delle aree per l’esercizio del commercio su aree pubbliche;

– Interrogazione presentata dal gruppo Genti Noa su: Annali 2016 (edizione speciale in riduzione a fumetto) – mancata consegna 1.500 copie;

– Interrogazione presentata dal gruppo Genti Noa su: procedure di dismissione degli alloggi popolari.

In alternativa alla presenza fisica in aula, i consiglieri potranno scegliere di partecipare alla seduta in videoconferenza, con preghiera di tempestiva comunicazione all’Ufficio Segreteria, al fine di poter testare la procedura.

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Il comune di Carbonia, preso atto dell’auspicata riduzione dell’emergenza da Covid-19, dell’ormai prossimo avvio della cosiddetta “Fase 2” e del consolidamento delle iniziative di supporto alimentare tramite “Buoni Spesa” e “Buste Spesa”, da domani, sabato 25 aprile, rimodulerà le fasce orarie di reperibilità del numero telefonico del Centro Operativo Comunale di Protezione Civile (347 3855336), che non sarà più attivo 24 ore su 24, ma dalle ore 9.00 alle ore 19.00 per tutti i giorni della settimana.

E’ possibile contattare il numero del Centro Operativo Comunale di Protezione Civile per ottenere una risposta pratica alle seguenti domande:
– Sei solo? Non sai a chi rivolgerti per la spesa?
– Hai finito le medicine?
– Hai bisogno di parlare con qualcuno che ti aiuti a sconfiggere la solitudine?
– Sei in isolamento fiduciario e non hai nessuno che ti può dare una mano per le piccole commissioni sul territorio?

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«Ognuno di noi dovrebbe ben sapere che le parole hanno sempre un peso specifico, quando si riveste un ruolo pubblico questo peso ovviamente raddoppia. Per tale ragione asserire, come hanno fatto alcuni esponenti dei 5stelle, che la Regione Sardegna ha mancato di presentare le domande per la CIGD non solo è grave poiché non veritiero ma lo è altrettanto per la consapevolezza di gettare nel panico tante famiglie che attendono questa misura per andare avanti dignitosamente. Le domande da parte dell’assessore al Lavoro, Alessandra Zedda, sono state correttamente inoltrate, semmai il problema è nel portale Inps che non le ha ancora lette. Ma dal momento che le bugie messe in giro dai pentastellati, cui con ormai noto sciacallaggio si accoda anche l’ex governatore Mauro Pili, hanno le gambe corte, attendiamo che l’istituto nazionale di previdenza sociale faccia chiarezza nel brevissimo termine, così da fugare ogni dubbio.»

L’on. Dario Giagoni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, replica così, senza citarla direttamente. al sottosegretario del Mise Alessandra Todde, che ieri aveva scritto in una nota che «l’acquisizione e la valutazione delle domande spetta alle Regioni, che poi girano l’esito all’Inps. In Sicilia ed in Sardegna, ad esempio, le domande non sono ancora pervenute. La Lombardia ha iniziato ad inviare il 15 aprile, a differenza del Lazio che ha mandato i primi flussi il 2. Migliaia di lavoratori attendono risposte e sostegni ma alcune Regioni tardano a far pervenire i dati. Se l’Inps non li riceve non può erogare e a pagarne le conseguenze sono i cittadini. Quindi, mi rivolgo ai leader dell’opposizione: invitate le Regioni che amministrate a sbloccare le procedure».
«All’assessore rinnoviamo la nostra stimaconclude Dario Giaconi -, ben consapevoli dell’importante lavoro che sta svolgendo, agli esponenti della maggioranza  a Roma invece rinnoviamo l’appello ad impegnarsi maggiormente in battaglie che da vicino toccano realmente e concretamente la Sardegna, se veramente il suo futuro gli sta a cuore come dicono, come ad esempio domandare alla ministra Paola De Micheli se ha notizie sulla continuità territoriale marittima dal momento che a noi non risponde!»

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In attesa del “vaccino”, tutti i problemi della fase di ripresa derivano dalla necessità di “sicurezza”. Questa, per ora, può essere garantita solo dalle norme di “distanziamento” ma questo, a sua volta confligge con la necessità dei rapporti umani di cui si nutre l’“economia”.

Soluzioni possono trovarsi nell’urgente costituzione di una nuova “impalcatura sanitaria” e nella “filiera corta”.

***

Nella “Fase 1” l’obiettivo era il “contenimento” dell’epidemia.

Nella “Fase 2″ l’obiettivo  sarà la “sicurezza” dal pericolo di contagio.

La “ Fase 1” era caratterizzata dalla “immobilità”.

La “Fase 2” sarà caratterizzata dalla “mobilità” al di fuori dal rifugio di casa nostra.

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La rivoluzione più grande che cambierà la nostra vita, facendoci entrare in una nuova era, sarà nei mezzi di trasporto.

Durante la “Fase 1” il traffico autostradale si era ridotto del 95%. Con il crollo delle attività industriali, è precipitato il consumo del petrolio. L’accumulo di petrolio estratto ed invenduto ha determinato la discesa vertiginosa del prezzo al barile. Questo evento è stato talmente grave da indurre alla non belligeranza di mercato tra Stati Uniti, Russia ed Arabia Saudita.

Il minor prezzo e la maggior disponibilità dell’invenduto, hanno messo in crisi moltissime aziende di trasformazione e distribuzione dei derivati del petrolio. Secondo gli economisti molte aziende falliranno e alla fine la disponibilità di benzina diminuirà ed il prezzo salirà.

La “chiusura” (lockdown) generalizzata ed il blocco delle tratte aeree internazionali e nazionali ha determinato il default delle società meno solide.

Nella “Fase 2” il distanziamento imporrà l’eliminazione delle poltrone centrali negli aerei provocando la riduzione immediata del 30% dei passeggeri. Le norme di sicurezza all’imbarco escluderanno i passeggeri con “febbricola”, quelli provenienti da “zone rosse” e quelli senza certificazione sanitaria. Già oggi, sia Nazioni straniere sia le Regioni italiane, stanno predisponendo ai loro confini filtri sanitari che prevedono: sierodiagnosi rapide; tamponi nasofaringei per ricerca dello RNA virale.

I voli low-cost, che fanno profitti basati sull’affollamento dei passeggeri, potrebbero trasformarsi in voli con tariffe maggiorate. Ciò farà contrarre l’affluenza di clienti.

I treni, dovendo rispettare le norme  sul “distanziamento” ridurranno il numero di passeggeri. I pendolari che svolgono lavoro “intellettuale” verranno convertiti al lavoro domiciliare (smart-working). Sarà necessario aumentare il numero di corse per pochi passeggeri e gli introiti della bigliettazione crolleranno. Similmente avverrà nei mezzi di trasporto pubblico su ruote e nelle metropolitane. Lo Stato dovrà contribuire per riequilibrare i bilanci per evitare fallimenti e licenziamenti.

I trasporti con mezzi privati in città aumenteranno e creeranno ingorghi; saranno più gravi nei centri con ZTL.

Il consiglio di utilizzare biciclette in “sharing” potrebbe fallire di fronte al dilemma di dover condividere, o no, un mezzo toccato da sconosciuti.

Nelle navi si ridurranno i posti sul ponte e le cabine dovranno essere igienizzate e certificate dopo ogni corsa; ciò imporrà l’uso di metà cabine all’andata e metà al ritorno.

Il trasporto di merci su ruote non dovrebbe subire cambiamenti. Cambierà la qualità di vita degli autotrasportatori che non potranno mai scendere dalle cabine e riceveranno i pasti dal finestrino.

Nella “Fase 2” lo spostamento di turisti verrà pesantemente ridimensionato, sia dai limiti posti dalle Nazioni ospiti e dalle Regioni, sia dalla riduzione dei posti in aereo, in nave ed in treno, ed il contestuale aumento dei prezzi. I turisti verranno “filtrati” al momento della partenza e, per motivi di salute, un certo numero non verrà ammesso. Una volta raggiunta le meta dovranno scontrarsi con le regole imposte dai decreti governativi sul “distanziamento” e dai regolamenti di sicurezza interni di ogni azienda alberghiera e di ristorazione. I Bed & Breakfast dovranno adeguarsi alle severe norme di sicurezza e ai controlli serrati degli ispettori di Igiene pubblica. Nelle località di mare le regole di distanziamento provocheranno la riduzione dei posti disponibili in spiaggia e la turnazione degli accessi.

Gli spostamenti in città avranno una regolamentazione non molto diversa da quella vissuta nella “Fase 1”: distanziamento e scaglionamento per l’accesso ai mercati ed uffici di pubblica utilità; mascherine e guanti.

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Le scuole saranno di difficile gestione, sia per lo spostamento quotidiano di 12 milioni di utenti, reso difficile dai pochi posti nei mezzi pubblici, sia dal necessario “assembramento” per certe attività didattiche.

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L’apporto del turismo al bilancio nazionale oggi rappresenta lo 11% del PIL. Con queste premesse sarà compromesso. Così pure saranno compromesse quelle aziende che producono per gli alberghi ed i ristoranti. Il deterioramento di questa industria farà crollare i posti di lavoro del personale dipendente (hotel, musei, mostre, villaggi vacanze, agenzie e guide turistiche).

Non si vede luce in fondo al tunnel.

Bisogna cercarla.

Allo scopo di chiarirsi le idee nell’odierno  dibattito, reso complesso da milioni di opinioni diverse, è necessario ribadire che questa è una “crisi sanitaria” dovuta a un pericoloso Coronavirus che continua a circolare nell’ambiente.

***

Dopo la fase di “fuga” dal virus stiamo entrando nella fase di “attacco” al virus. Ora dobbiamo stanarlo, ovunque si nasconda, e renderlo visibile. Con un “nemico visibile” cominceremo a ragionare meglio.

Il metodo è stato già messo a punto dal professor Andrea Crisanti, direttore della unità Operativa di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova. E’ stato il primo ad avviare, nel gravissimo focolaio di Vò Euganeo, il metodo dello screening di massa di tutta la popolazione. Ha fabbricato un’anagrafe sanitaria di ogni famiglia scovando i portatori, identificando i guariti, e i suscettibili. Oggi, quella che è stata la prima “zona rossa”, è una zona totalmente bonificata dal virus.

Tutti gli abitanti vivono con mascherina e guanti ma, da oltre un mese, non c’è stato più nessun contagio.

Il professor Andrea Crisanti ha ripetutamente sottoposto ogni cittadino al “tampone” per la ricerca del virus e all’esame del sangue per la ricerca degli anticorpi.   

I dati che ha scoperto vengono studiati in tutto il mondo. Per esempio è il primo ad avere dimostrato che i bambini fino a 10 anni non subiscono alcun danno. Ha dimostrato che vi sono già numerose mutazioni del virus originale e che il 34% della popolazione non ha sintomi. Invece il 53% è sintomatico ed è stato tempestivamente isolato e curato. Andrea Crisanti così ha avuto un perfetto monitoraggio per portare la mortalità zero.

***

Oggi stiamo leggendo nei giornali la programmazione della Regione Sardegna per contrastare il contagio. Si ha intenzione di studiare nell’immediato 10.000 persone, con l’intento poi di ampliare lo studio ad altre 30.000. Si tratta di un’indagine “random”, cioè casuale, per la ricerca di anticorpi nel sangue, per scoprire quanti siano stati a contatto col virus e ne siano guariti. Seppure lodevole e interessante questa ricerca non è destinata a raggiungere l’obiettivo che si era posto il professor Andrea Crisanti a Vò Euganeo.

In questo momento il nostro obiettivo è quello di riavviare tutte le attività economiche. Per ottenere questo risultato abbiamo necessità di dare sicurezza sanitaria ai trasporti pubblici interni, al commercio, alle attività artigianali, alle industriali, alle agricole e dalla scuola. Tutte queste articolazioni dell’economia hanno bisogno, oggi, di essere sostenute da una solida impalcatura che non può essere altro che una “impalcatura sanitaria”.

Tutto dimostra che il “distanziamento”, e la necessità di “spostarsi in sicurezza” rendono tutto più “lontano”. Il “distanziamento” è un “ostacolo alla agilità” dell’economia. Il nostro obiettivo è: trovare metodi per neutralizzarlo. Dobbiamo trovare un metodo per individuare i luoghi dove è posizionato il virus, per evitarlo.

Nel Sulcis e nell’Iglesiente avevamo già una “impalcatura sanitaria” perfetta. Era nata per dare sicurezza a chi lavorava nelle miniere, nelle industrie, nei porti e sui treni, e per contenere una malattia diffusiva, contagiosa anch’essa per via aerea: la Tubercolosi. Il risultato venne raggiunto brillantemente. Gli ospedali di Carbonia e Iglesias hanno avuto, nel tempo, tutte le specialità e i Servizi sanitari che sarebbero necessari oggi. Poi però, per motivi puramente contabili, l’“impalcatura sanitaria” del Sulcis Iglesiente è stata svuotata e immiserita. La comunità si trova oggi in uno stato di periferia assistenziale mai vista. I servizi sono stati distanziati dal territorio e centralizzati a Cagliari. Con essa sono stati sottratti anche i Palazzi di Giustizia e la periferizzazione del territorio si è aggravata. I mezzi di trasporto pubblico non sono stati potenziati ed oggi lo spopolamento in atto, che consegue alla migrazione delle giovani coppie presso il centro più servito, produce un relativo invecchiamento demografico. Questo rende Cagliari ancora più lontana. La distanza di Cagliari dal Sulcis Iglesiente aumenterà vieppiù con le norme  della “Fase 2” che limitano gli spostamenti.

Le difficoltà, frapposte fra il nostro “bisogno di sanità” e l’obbligo che ci viene imposto di recarci a Cagliari per soddisfarlo, vanno eliminate.

La Politica sanitaria dovrebbe dirigersi esattamente in senso opposto all’attuale percorso di smobilitazione.   

Non è questo il momento per elencare cosa è stato tolto agli Ospedali di Iglesias e Carbonia. Adesso è il momento di riprendersi, con urgenza, il diritto di dotarci di difese contro il virus.

Attualmente il programma più efficace e più attendibile è quello messo a punto dal professor Andrea Crisanti di Padova. Egli, avendo previsto tempestivamente cosa stava per avvenire, e conoscendo le difficoltà per l’acquisto dei reagenti per le macchine di laboratorio di biologia molecolare, già dai primi di febbraio 2020 procedette a preparare autonomamente i reagenti con materiali base già presenti nel suo laboratorio. Immediatamente dopo  acquistò un nuovo strumento per l’individuazione dello RNA del Coronavirus col metodo PCR. Già ne possedeva uno con cui faceva circa 200 esami all’ora. Il nuovo strumento, di fabbricazione inglese, esegue 385 esami ogni 10 minuti. Ciò equivale a 2.310 esami all’ora; cioè a 23.100 in 10 ore. Ne può eseguire 46mila in 20 ore. Significa che in 3 giorni si possono fare esami di ricerca dello RNA virale per tutti gli abitanti del Sulcis Iglesiente.  Lo strumento costa meno di mezzo milione di euro. Gli esami per la ricerca degli anticorpi sono anche più rapidi e meno costosi.

Ecco, questo dovrebbe essere l’inizio per dare una nuova “impalcatura sanitaria” al territorio e riprendere a lavorare subito e in serenità.

Qualora si applicasse la “app” “Immuni” di tracciamento dei soggetti positivi avremmo un controllo completo della circolazione del virus.

I soggetti portatori avrebbero il privilegio di conoscere una diagnosi certa e tempestiva, e di essere curati, senza mettere in apprensione le famiglie e le Aziende. Simile trattamento, verrebbe riservato ai turisti che percepirebbero un livello di sicurezza alto. Questo sarebbe un valore aggiunto alla qualità delle loro vacanze.

Naturalmente l’esame andrebbe ripetuto a cadenza di almeno 14 giorni, sia per individuare casi sfuggiti, o nuovi casi, e per accertare la stabile condizione di esenzione dall’infezione della popolazione intera.

Il territorio, con una spesa a carico UE, sarebbe difeso in modo eccellente e si candiderebbe a diventare luogo di attrazione per turisti ed imprenditori.

Va anche chiarito che lo strumento per PCR del DNA e dello RNA è adatto a studiare il corredo genetico di batteri e virus di tutto il mondo animale e vegetale. Pertanto, la sua acquisizione sarebbe il fulcro su cui si svilupperebbe il Centro di Infettivologia che era stato già previsto per il Sulcis Iglesiente.

***

Questa via, per uscire dal tunnel dell’involuzione economica in cui ci troviamo, è stata già sperimentata e standardizzata con successo in Veneto. Si tratta di percorrere questa strada nota. Per far ciò è necessaria una forte iniziativa imprenditoriale sostenuta dalla politica locale.

***  

L’altra luce in fondo al tunnel è stata bene illustrata in una videoconferenza di mercoledì 22.04.2020, organizzata dal CCN di Sant’Antioco, a cui hanno partecipato: GAL e FLAG Sulcis, LAORE, Banco di Sardegna e 50 imprenditori locali.

I relatori hanno illustrato le prospettive di sviluppo legate alla cosiddetta “filiera corta”. Si tratta di attività imprenditoriali che avviano la produzione in loco e, una volta liberatesi dalla dipendenza da una catena produttiva distante, portano a termine il loro prodotto e lo commerciano. Le imprese possono essere di varia consistenza. Sono caratterizzate soprattutto dalla “biodiversità” alimentare (vitivinicola, cerealicola, orticoltura, olivicoltura,  allevamenti, itticoltura e pesca). I tecnici di Laore hanno affermato che il Sud Sardegna ha il primato della biodiversità e, essendo la Sardegna la regione che vanta la maggiore biodiversità in Italia, ed essendo l’Italia la Nazione che vanta la maggiore biodiversità in Europa, si comprende quale prospettiva si apra in fondo al tunnel.         

La “filiera corta” per le imprese e la “filiera corta” per la Sanità si prospettano come la via d’uscita dalla “Fase 2”.          

Mario Marroccu 

N.B. Nella fotografia allegata, il distanziamento tra le persone in fila, sotto il porticato, sul marciapiede e persino sulla sede stradale, all’ufficio postale di Carbonia Centro.

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Dopo i 1.000 di ieri, sono stati 958 i tamponi eseguiti oggi in Sardegna (il totale è ora di 17.844), dai quali sono stati riscontrati 7 casi di positività al Coronavirus, 4 meno di ieri (il totale dall’inizio dell’emergenza è arrivato a 1.254). In 2 Province, Nuoro (totale 74) ed Oristano (totale 52), e nella Città Metropolitana di Cagliari (totale 228), non sono stati riscontrati nuovi casi di positività al Covid-19, 1 caso è stato riscontrato nella provincia del Sud Sardegna (ieri erano stati 3 ed il totale è salito a 90), 6 – esattamente come ieri – nella provincia di Sassari (il totale è salito a 810).

E’ sceso anche oggi il numero dei pazienti ricoverati con sintomi, 90 (ieri erano 97), mentre è rimasto stabile il numero dei pazienti in terapia intensiva, 20. E’ sceso nuovamente, dopo la leggera risalita di ieri, il numero delle persone in isolamento domiciliare, 707 (ieri erano 716), così come quello degli attualmente positivi, 817 (ieri erano 833). E’ cresciuto anche il numero dei dimessi/guariti, arrivato a 339 (ieri erano 318). Il numero di decessi è salito di 2 unità, il totale è arrivato a 98.