18 July, 2024
Home2020Aprile (Page 22)

[bing_translator]

Dal 14 marzo sono 31.851 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.
Nella giornata di ieri sono stati effettuati 611 controlli: 133 nell’area di Cagliari, 43 Iglesias, 35 Oristano, 195 Sassari, 73 Tempio, 113 Nuoro, 19 Lanusei. Sono state sanzionate 15 persone (10 a Cagliari, 3 a Sassari, 2 a Tempio), per un totale (dal 14 marzo) di 619.

[bing_translator]

Nella tarda serata di ieri l’Ordine professionale delle Assistenti sociali, in rappresentanza di tutti e tutte le assistenti sociali, ha presentato una nota interlocutoria nei confronti della Regione Sardegna in merito alla gestione delle “Misure straordinarie e urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-CO V2”.

«Al contrario di quanto annunciato dal presidente della Regione e di quanto richiesto ai Comuni, chiamati “entro due giorni lavorativi dalla pubblicazione della presente deliberazione” a pubblicare l’avviso, provvedere a  stilare l’elenco dei beneficiari e trasmettere il fabbisogno alla Direzione generale delle Politiche Sociali, l’attuazione e la realizzazione della misura certamente non sarà così lineare, in quanto si deve, infatti, obbligatoriamente confrontare con la molteplicità delle fattispecie di bisogno che questa emergenza sta creando, nonché della compatibilità con le altre misure messe in campo dal Governo Nazionale e regionale, prima e durante l’emergenza si legge in una nota -. Ciò sta generando non pochi problemi a tutti i professionisti e professioniste impegnati a confrontarsi con Linee guida sintetiche, modulistica incompleta e chiarimenti in continua modifica ed integrazione, ma soprattutto ai cittadini che si trovano a presentare l’istanza di ammissione al beneficio senza conoscere realmente i requisiti necessari per l’accesso.»

«Una situazione confusa ed in continuo mutamento di cui i professionisti ed i cittadini, già gravemente danneggiati dalla situazione, non hanno bisognoaggiunge l’Ordine professionale delle Assistenti sociali -. Il nostro welfare regionale dovrà attrezzarsi e modificarsi secondo un assetto “da dopoguerra” e non può pensare di fare a meno della nostra, come di tutte le professioni sociali nella ricostruzione, a partire da questi primi interventi.»

«Per questo motivo conclude la nota – il nostro Ordine ha ritenuto importante segnalare tali difficoltà applicative, ponendosi a completa disposizione della Regione per offrire tutto il supporto tecnico operativo nella gestione della connessa ed inevitabile emergenza sociale generata dal Covid-2019 e che si presume, purtroppo, si presenterà in modo dirompente nel breve periodo.»

[bing_translator]

Difendere i minori, prevedere tutte le azioni per aiutarli a superare questa delicata fase di emergenza sanitaria e a supportarli nel reinserimento graduale che la fase due del Covid-19 richiede, questo il messaggio della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Grazia Maria De Matteis, che condivide l’Appello fatto con i Garanti per l’infanzia delle altre regioni, rivolto a chiedere una maggiore attenzione verso i minori nella gestione della emergenza da Covid-19.

La Garante, che esprime forte preoccupazione per la situazione esistente anche in Sardegna, ha già più volte richiamato l’attenzione delle Istituzioni alla adozione di provvedimenti specifici per i più giovani, per i quali sostenere la difficile situazione derivante dal Coronavirus, in alcuni casi, diventa ancor più pesante.
In una lettera ufficiale rivolta al presidente della Regione, al presidente del Consiglio e all’Assessore regionale alla sanità, Grazia Maria De Matteis, sollecita l’attivazione di azioni mirate a garantire un sostegno psicologico alle famiglie con minori. Istituire, presso ogni distretto sanitario dell’ATS, uno sportello di supporto psicologico online destinato esclusivamente alle famiglie con minori e pubblicizzarne l’attivazione mediante una campagna di comunicazione istituzionale a livello regionale, «sarebbe oltremodo utile per aiutare le famiglie e le comunità , confuse tra provvedimenti da adottare e talvolta privi degli strumenti idonei ad arginare ansie e disturbi da isolamento».

«In una Regione come la nostrachiede ancora la Garantedove sin dalle elementari è molto marcato il fenomeno dell’abbandono scolastico, è prioritario che le Istituzioni mettano in campo mezzi a sostegno dei minori, superando le difficoltà che, nonostante le “nuove pratiche di didattica a distanza – decise dal Ministero, ancora sussistono -. Gli studenti devono essere messi tutti nelle stesse condizioni e devono essere le Istituzioni a garantire in maniera totalitaria il diritto allo studio.»
In una lettera inviata, nei giorni scorsi, al Direttore generale dell’ufficio regionale scolastico, la Garante chiede, infatti di sapere, se tutti gli studenti sardi abbiano a disposizione in comodato d’uso gratuito i dispositivi per seguire le lezioni da casa e in quali comuni la didattica a distanza sia difficile per assenza di mezzi o di connessione alla rete internet.

Grande preoccupazione è stata espressa dalla Garante anche per i minori che hanno necessità di particolari cure in ambito psichiatrico. «Ci vogliono degli atti organizzativi e gestionali – scrive la Garante – che consentano di dare risposte a questi soggetti particolarmente fragili e alle loro famiglie”.

Infine, aderendo alle preoccupazioni nonché difficoltà segnalate dalle Comunità di accoglienza e recepite dalle istituzioni di vigilanza si associa alle richieste rivolte a garantire il massimo della assistenza, e vigilanza sanitaria e non, sui minori accolti per i quali la situazione è di ancor maggiore difficoltà perché lontani dai loro affetti.

[bing_translator]

I presidenti delle Categorie Identitarie Sarde, Confederazione Sindacale Sarda (Giacomo Meloni), Liberi Agricoltori Sardegna (Riccardo Piras), Liberi Pastori (Roberto Congia), CASCOM Impresas de Sardigna (Antonello Pranteddu), Assotziu Consumadoris Sardigna (Marco Mameli), riunitisi in video conferenza, hanno deciso di inviare un appello con la richiesta per annullare immediatamente le imminenti esercitazioni militari Nato in terra sarda, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas; al ministro della Difesa Lorenzo Guerini; al sottosegretario della Difesa Giulio Calvisi; ai prefetti di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano; ai sindaci di Arbus, Decimomannu, Perdasdefogu, Teulada, Villasor, Villaputzu, Terralba ed Oristano; al presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana.

«Mentre ovunque nel mondo, in Italia e qui in Sardegna si osservano norme severe di contenimento per difendere le popolazioni dal contagio del Covid-19, ci giungono notizie non smentite di preparativi di una grande esercitazione militare in Sardegna con ampio spiegamento di mezzi aerei, navali, terrestri con una movimentazione di truppe in numero di 30 mila uomini mai visto in terra sardasi legge nella lettera appello -. La contraddizione è palese e assurda, né occorre certo essere pacifisti come noi che sottoscriviamo questo Appello per capire che, proprio in presenza di questa drammatica emergenza sanitaria ed economica, questa esercitazione offende la comune intelligenza e sensibilità e grida vendetta al cospetto di Dio e delle nostre popolazioni. Queste ultime già così colpite da tanta sofferenza in termini di morti, malati per contagio, costrette nelle proprie case per lunghi periodi con conseguente blocco di ogni attività di lavoro e produzione, stremate da una crescente, diffusa e disastrosa disoccupazione che crea uno stato di indigenza, malessere e povertà con pericolosi risvolti sociali.»

«Vi chiediamo come sia possibile che, a fronte di centinaia di migliaia di persone di fatto private delle più elementari libertà di movimento per evitare il propagarsi del contagio di Covid-19, si possa assistere senza un’ inevitabile dura reazione ad una vera e propria “invasione” di eserciti nel nostro territorio – aggiungono i presidenti delle cinque associazioni -. Assurde ci appaiono talune giustificazioni di un addestramento militare indispensabile e non rinviabile – in quanto assimilabile tra i servizi essenziali del rango di difesa della patria – e comunque addestramento mirato a prepararsi per un ipotetico conflitto verso Potenze straniere.Facciamo appello alle vostre coscienze e alle vostre autorevoli persone perché, ognuno per la sua competenza, possiate intervenire urgentemente per annullare questa esercitazione, facendo pressioni presso le Autorità dei Governi, parte della  Nato, perché si blocchi nel nascere l’azione di comando e si eviti questa “sciagura” che, tra l’altro, aggraverebbe l’attuale situazione di conclamata epidemia.»

«Non servono altre motivazioni, benché le scriventi Associazioni e Movimenti abbiano da anni fatto scelte etiche a favore della Pace, quale potente leva di sviluppo e di progresso, ”aborrendo la guerra”, fedeli all’art.11 della Costituzione Italiana alle numerose autorevoli dichiarazioni dell’ONU si pensi in ordine di tempo all’Appello urgente del suo Segretario generale Antonio Guterres per l’immediato cessate il fuoco in ogni parte del Mondo, a cui fanno eco le Dichiarazioni della Comunità europea e gli accorati appelli dei Capi di tutte le Religioni del mondo, primo fra tutti Papa Francescosottolineano ancora i presidenti delle cinque associazioni -. Basta Guerre, Basta Armi. Tutti questi immensi capitali e finanziamenti si utilizzino per la sanità, per la ricerca e l’istruzione, per debellare la fame, per la difesa dell’ambiente e della Terra. Facciamo appello ai Sindaci, nei cui territori è in programma nei mesi di aprile e maggio lo svolgersi di questa esercitazione, perché loro stessi e le popolazioni attuino la resistenza passiva ad ogni tipo di attività di “guerra simulata”, che mira ad aggredire altri popoli e a diffondere divisioni e odio nel mondo.»

«Il nostro esercito si tenga lontano da queste attività e continui, come ora, ad operare a favore delle popolazioni colpite dal Covid-19 e da altre disgrazie, perché questo modo di agire attira ad esso rispetto e gratitudine. La Sardegna è un’isola di Pace e come tale vuole affermarsi nel Mondo per cui respinge non solo queste esercitazioni “stagionali”, ma chiede che venga definitivamente riconvertita la Fabbrica di Bombe della RWM di Domusnovas/Iglesias e chiusi tutti i poligoni e le basi militari site nel suo territorio, perché sono vere e proprie occupazioni che bloccano la capacità di sviluppo socio economico della Sardegnaconcludono i presidenti delle cinque associazioni -. Questa volta i sardi non sono disposti a subire e sono pronti a mobilitarsi con azioni pacifiche, ferme e determinate.»

[bing_translator]

«Rigorosamente con partite a porte chiuse e turni di gioco ogni tre giorni, la serie A potrebbe essere finalmente conclusa in Sardegna, meta sicura per le vacanze ma anche per le attività sportive agonistiche.»

A lanciare la proposta è il Comitato sardo per la celebrazione dei Grandi eventi, attraverso Francesco Accardo, uno dei suoi componenti.

«Da sempreafferma Francesco Accardo la Sardegna, per ovvi motivi geografici, è l’unica regione in Italia, anche rispetto alla Sicilia, che può effettuare un controllo agli accessi portuali e aeroportuali conoscendo nel dettaglio i reali dati di chi arriva e di chi parte. Questi dati negli anni sono spesso stati utilizzati per costruire modelli di trasporto, curve di previsione e indagini statistiche. Pensiamo che questa capacità di controllo deve ora essere utilizzata per garantire la regolarità della fase 2.»

Dato che, come già dichiarato dal presidente della Regione, la Sardegna potrebbe essere certificata come prima area Covid-free di tutta Europa, «garantendo un serio controllo degli accessi e uno screening puntuale sui presenti, l’Isola potrebbe proporsi non solo come meta sicura per le vacanze, ma sicura, e soprattutto sperimentale, anche per le attività sportive agonistiche e in particolare per chiudere il campionato di Serie A.

La Serie A potrebbe essere finalmente conclusa con una formula tipica del Mondiale e dell’Europeo, riuscendo dunque a disputare le ultime giornate del campionato.

Gli hotel sparsi sul territorio regionale, eccellenze di accoglienza e eccellenze nella qualità degli impianti sportivi, possono rispondere adeguatamente alla domanda delle società garantendo i ritiri dei singoli club, anche con il mantenimento delle disposizioni attuali e future, vista la riduzione, e in alcuni casi totale cancellazione, delle prenotazioni estive.

Atleti e personale al seguito non sarebbero costretti a prendere aerei e usufruire del trasporto pubblico in tutta Italia, perché si troverebbero già a breve distanza dalle gare, garantendo dunque una riduzione di una possibile diffusione del virus da parte loro lungo le infrastrutture nazionali.

Alle società seguirebbe un forte indotto di TV, sponsor e personale tecnico-sanitario al seguito. Oltre che la capacità mediatica di attrazione post-evento da parte della Sardegna.

I campi da gioco, che potrebbero essere anche solamente tre in tutta l’isola, potranno essere regolamentati in deroga unicamente per l’accoglienza di sportivi e accompagnatori, oltre che per la trasmissione delle TV. Le partite sarebbero, infatti, a porte chiuse, escludendo le tifoserie organizzate con i controlli agli aeroporti e, dunque, garantendo un accesso regolamentato serio all’isola: questo non sarebbe proprio possibile farlo in nessun’altra regione italiana.

Controllo agli arrivi e monitoraggio sanitario di sportivi e personale. Salvezza della prima parte della stagione estiva del comparto con uno spostamento su questo asse di parte del capitolo di spesa regionale della Legge 7/55 dedicata alle manifestazioni di grande interesse turistico delle associazioni, alle quali sarebbe comunque garantita l’erogazione di un contributo pari al 60% di quello dell’anno precedente anche senza l’effettivo svolgimento della manifestazione. Infine pace fiscale per tutte le assunzioni stagionali con voucher a tassazione e imposizione ridotte alla base.

In questo modo l’isolamento diventerebbe una risorsa».

Il Comitato sardo per la celebrazione dei Grandi Eventi è stato costituito il 7 gennaio 2013 a Cagliari, al fine di promuovere, con particolare attenzione al mondo della Scuola, dell’Università e delle Comunità locali, un lavoro di studio, conoscenza, riflessione e divulgazione storico-scientifica orientato in modo particolare alle nuove generazioni.

[bing_translator]

«Un disegno fatto di continue sforbiciate, esternalizzazioni e precariato ha reso più difficile la gestione dell’emergenza Coronavirus anche in Sardegna. E nelle corsie dei presidi ospedalieri si rende quanto mai necessario il rafforzamento dell’esercito volto all’assistenza da integrarsi con il personale medico ed infermieristico. Un nuovo trapianto nell’organico necessario nelle strutture che si ritagliano tra il capoluogo e l’area vasta del Cagliaritano, vista la mancanza di professionalità in grado di sopperire ad alcuni vuoti nella pianta strutturale.»

Il presidente del Consiglio comunale di Cagliari, Edoardo Tocco – che si è occupato della vertenza anche in qualità di vicepresidente della commissione regionale della sanità, ricoperta nella passata legislatura – auspica così una svolta sulla stabilizzazione degli operatori socio sanitari e dell’organico paramedico presente nei corridoi dei nosocomi.

«E’ necessario uno stop alla precarietà e una maggiore valorizzazione della figura professionalespiega il responsabile dell’aula di palazzo Bacaredda -. Questa crisi ha palesato una crisi di carenza di personale, declassamento delle strutture ospedaliere e un sistema di non facile amministrazione. E’ quindi fondamentale un percorso volto alla stabilizzazione degli operatori socio sanitari.»

La finalità del suo intervento, è quella di lavorare in equipe con le altre figure che assicurano i servizi nelle strutture assistenziali.

«Questa pandemia ci ha messo di fronte ad una sfida senza precedenti – conclude Edoardo Tocco con l’esigenza di attuare misure tempestive ed efficaci per sopperire ai bisogni dei cittadini. E’ necessario valorizzare il personale a tempo determinato che sta lavorando in questa fase di emergenza negli ospedali isolani, con il rinnovo del contratto e una stabilizzazione. Non solo diventa essenziale accelerare i meccanismi volti al reclutamento degli operatori socio sanitari inseriti nelle graduatorie del 2017, evitando i processi di precarizzazione infinita di queste figure.»

[bing_translator]

Nessun nuovo caso di positività al Covid-19, per il quarto giorno consecutivo, nei 107 Comuni della provincia del Sud Sardegna. Nella provincia di Nuoro, dopo 9 giorni consecutivi senza casi di positività, oggi ne sono stati riscontrati 3. E’ la provincia di Sassari quella a mantenere i livello di maggiore criticità, con 15 dei 20 casi riscontrati nelle ultime 24 ore in Sardegna, che portano il totale a 589 sui 1.198 di tutta la Sardegna, con una percentuale del 65,86%. 1 caso positivo è stato riscontrato sia nella provincia di Oristano sia nella Città Metropolitana di Cagliari. Negli ultimi 4 giorni, in Sardegna sono stati riscontrati 60 nuovi casi di positività al Covid-19.

Oggi è cresciuto sensibilmente il numero dei tamponi eseguiti, ben 783 (ieri erano stati 508). Resta stabile il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, 112, 1 meno di ieri, mentre sono 23 come ieri i ricoverati in terapia intensiva. 746, 10 più di ieri, le persone in isolamento domiciliare, mentre i pazienti dimessi/guariti sono saliti a 231 (ieri erano 220). Oggi non ci sono stati decessi, il cui numero totale è di 86.

 

[bing_translator]

Sono 20 i nuovi casi di positività al Covid-19 nelle ultime 24 ore in Sardegna (783 i tamponi eseguiti).

Sono 1.198 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 14.087 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 135, di cui 23 in terapia intensiva, mentre 746 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 188 pazienti guariti, più altri 43 guariti clinicamente. Resta invariato il numero dei decessi (86).
Sul territorio, dei 1.198 casi positivi complessivamente accertati, 212 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 86 nel Sud Sardegna, 41 (+1) a Oristano, 70 a Nuoro (+3), 789 (+15) a Sassari.

[bing_translator]

  Il 4 maggio 2020 inizierà un’altra Era.

  • Anno 476 d.C: fine dell’era classica romana. Inizia il Medio Evo.
  • Anno 1492: scoperta dell’America. Fine del Medio Evo. Inizia l’Era Moderna.
  • Anno 1789: Rivoluzione Francese. Inizia l’Era Contemporanea. La nostra Era.
  • Anno 2020: inizia l’Era Post-Pandemia.

Con l’inizio della Fase 2 la gente uscirà e lavorerà di nuovo ma con un compromesso: convivere col virus, sapendo che è indifesa e che alcuni verranno sacrificati.

La Fase 1, della clausura è stata una fuga. La Fase 2 sarà la “discesa in campo”. Ciò è giusto, necessario, ma pericoloso. Lo Stato interviene con decreti di salvaguardia come i seguenti.

Accordo del 10 aprile 2020 tra il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ed il capo della Polizia Franco Gabrielli. Le ASL, con l’aiuto delle Questure potranno tracciare tutti i contatti telefonici dei pazienti Covid-19. Inoltre, per la futura Fase 2 esisterà una cooperazione tra Apple e Google che metteranno a disposizione le loro tecnologie.

Apple dispone di una “app” che mette in comunicazione tutti i cellulari col sistema “bluetooth”.

Google invece dispone di un suo sistema GPS con cui individua la posizione di tutti i cellulari nel globo terrestre, e ne traccia il movimento.

Chi accetterà di mettere le “app” nel suo telefonino, di fatto accetterà d’esser tracciato nei suoi spostamenti. In cambio, avrà il vantaggio di conoscere in tempo reale se si sta avvicinando a lui un Covid-positivo; inoltre avrà  il vantaggio di sapere se nei 14 giorni precedenti ha avuto, senza rendersene conto, contatti con Covid-positivi.

Chi avrà avuto contatti sospetti potrà farsi controllare col tampone nasofaringeo e, in caso di positività, isolarsi in tempo, dalla sua famiglia e dai compagni di lavoro, prima di diffondere il contagio.

Termoscanner obbligatori all’ingresso di uffici e negozi. La temperatura verrà misurata all’ingresso e poi all’uscita dal luogo di lavoro. Sono già in commercio cellulari che contengono come accessorio il termoscanner. In mancanza di questo si potranno usare termometri a raggi infrarossi.

I soggetti individuati col termoscanner verranno gestiti dall’Ufficio di Igiene pubblica con tre azioni.

1  accertamento diagnostico sull’origine della febbre;

2tampone nasofaringeo per la ricerca dello RNA virale;

3isolamento dei casi positivi fino alla negativizzazione del tampone e la comparsa di anticorpi.

I locali relativi al luogo di lavoro del soggetto verranno immediatamente sanificati con

  1. Ricambio dell’aria;
  2. Lavaggio accurato delle superfici con detersivi;
  3. Sanificazione con soluzioni di ipoclorito di sodio allo 0,5%. Le superfici più delicate verranno sanificate con soluzione alcoolica al 70%.

Nei locali destinati ad uffici pubblici e a negozi e uffici privati si attuerà il “distanziamento sociale” rarefacendo i clienti con vari metodi:

  1. Allungamento degli orari di apertura;
  2. Contingentamento dei clienti;
  3. Lavori “smart working” per gli impiegati;
  4. Ordini online e consegne a domicilio.

OSPEDALI

Per i Covid sintomatici verranno costruiti nuovi Ospedali. Saranno distinti dagli Ospedali Generali.

Reti Sanitarie nel territorio.

Avranno il compito più difficile: individuare i portatori asintomatici ed isolarli immediatamente.

I Test.

Il tampone, per la ricerca dello RNA virale nelle vie respiratorie dei soggetti, servirà ad isolare precocemente i contagiosi inconsapevoli. Servono per lo screening della popolazione.

Il test sierologico, per la ricerca degli anticorpi antivirus, servirà per individuare i soggetti che hanno maturato l’immunità contro il Coronavirus. Sono quelli che riprenderanno il lavoro, restando indenni e preservando indenne il prossimo.

L’aiuto dei Fisici teorici.

Il 31 gennaio 2020 il giornale “La Provincia del Sulcis Iglesiente” fu il primo in Italia a citare lo scienziato sulcitano prof. Nicola Perra che previde la Pandemia di Coronavirus  a partenza dalla Cina. Il suo lavoro indicò due cose importanti. Primo: la necessità di bloccare subito il traffico aereo e di avviare subito la preparazione di un vaccino. Secondo: l’impossibilità di definire la durata dell’epidemia.

Durante l’epidemia, nel Nord-Italia sono emersi gli studi di un altro fisico teorico, il prof. Paolo Giordano, che puntò subito il dito, nei suoi grafici, sull’importanza dei “portatori asintomatici” del virus, e sui soggetti “suscettibili” di infezione. Nella sua esposizione egli concluse che la parte di popolazione su cui concentrare l’attenzione sarebbero stati proprio i “suscettibili” e i “portatori”

Attualmente un altro fisico teorico, il prof. Federico Ricci Tersenghi, autore di un modello matematico per “leggere” l’epidemia di Coronavirus, ha affermato: «Non abbiamo un vero calo della curva dell’epidemia ma, una curva piatta che non tende a scendere». Egli fa notare che la Cina, con la chiusura (lockdown) del 24 gennaio, continuò ad avere infezioni, ed ottenne risultati favorevoli solo quando il Governo dispose di «isolare in zona protetta i pazienti con sintomi lievi e coloro che, pur non avendo tampone positivo, li avevano contattati. Solo allora il fattore di contagiosità Rzero è sceso a 0,3, determinando lo stop dell’epidemia».  Per tale ragione, egli suggerisce l’applicazione di regole di distanziamento molto rigorose prima di impostare la Fase 2. E’ necessaria una gestione molto più attenta in cui gli individui che hanno avuto contatti con un Covid-positivo vengano isolati non a casa ma in luoghi di vera quarantena.

L’isolamento dei Covid-19 deve avvenire in Ospedali  distinti da quelli Generali.

Le affermazioni di questi serissimi Ricercatori  fanno crescere la fiducia nel buon esito della Fase 2.

Purtroppo esistono anche notizie di stampa che polverizzano ogni barlume di fiducia. Il riferimento è ad una  notizia  di giornale in cui si parla di un Ospedale in cui, avendo predisposto locali di degenza per sospetti Covid-19, è stato realizzato il “distanziamento dei percorsi” tra Covid positivi e pazienti generali, incollando al pavimento uno scotch adesivo colorato che divide l’andito della corsia in due. In una metà passano quelli col virus, nell’altra metà quelli senza virus, nella presunzione che il virus si mantenga nel suo lato definito dal nastro adesivo.

Dato questo stato di cose, al pensiero che lo Stato possa controllare tutto e tutti, dobbiamo prepararci a delusioni e a sostenere lo Stato in questo immane braccio di ferro col Coronavirus.

***

Da questa lunga premessa, che è necessaria per definire la situazione oggi, si evince che i problemi sono due:

  1. Necessità di riprendere a LAVORARE;
  2. Necessità di lavorare in SICUREZZA.

***

  • La data di ripresa dell’attività produttiva della Nazione la deciderà il Governo.
  • A garantire la SICUREZZA dobbiamo provvedere tutti.
  • La sicurezza in Ospedale è competenza delle ASL.
  • La sicurezza nel territorio dipende dai nostri comportamenti.

Passando dalla Fase 1 alla Fase 2 sarà ancora più necessario che tutti indossino le mascherine chirurgiche ed i guanti. Con questi accessori ridurremo la carica virale nell’ambiente.

Sarà essenziale mantenere la “distanza sociale” nei luoghi di lavoro e nei mezzi di trasporto.

Sarà necessario che tutti si convincano d’essere potenzialmente infetti e diffusori di virus, e che è necessario avere rispetto della salute del prossimo.

Esistono chiare prescrizioni sia per i comportamenti  nei luoghi di lavoro sia per la sanificazione degli ambienti. Si trovano nella Circolare del ministero della Salute  n. 5443 del 22 febbraio 2020.

Oggi l’attenzione degli organi di controllo si concentra sulla responsabilità del lavoratore nel rispetto della norma e sulla responsabilità del datore di lavoro nella applicazione del Principio di precauzione”  per la salvaguardia della salute dei dipendenti e degli utenti.

Nella Fase 2 si assisterà ad un forte ampliamento dei doveri e responsabilità nei confronti del prossimo.

Sono già in corso indagini della Magistratura nelle RSA dove maggiormente vi sono state vittime. Le indagini si estenderanno capillarmente a tutte le attività umane: dal grande Ospedale e dalla grande Industria ai più piccoli negozi e uffici pubblici o privati. Le attenzioni si concentreranno sul rispetto delle precauzioni contro l’attacco di agenti infettivi.

Forse è vero, come dicono i sociologi, che diverremo tutti più sospettosi del prossimo e anche egoisti. Questa sarà una patologia secondaria derivata dalla Pandemia.

La Pandemia diventerà Endemia, cioè si trasformerà in focolai sparsi di contagio.

I “focolai di contagio (cluster)” potranno evolvere in due modi: il “contenimento” oppure una “nuova espansione epidemica”.

Una nuova Pandemia comporterebbe un disastro economico difficilmente sanabile.

E’ evidente la necessità di individuare subito i portatori di virus e contenerli in luoghi dedicati.

L’individuazione del “portatore” del virus si può fare esclusivamente con il “tampone” e la successiva ricerca del virus con tecnica PCR (Polymerase Chain Reaction).

***

Nella cittadina di Vò Euganeo, dove si sviluppò un grave focolaio, tutta la popolazione è stata sottoposta a screening con tampone nasofaringeo per la ricerca del virus. E’ stata redatta una mappa degli infetti e dei sani.  I soggetti positivi sono stati isolati fino a guarigione. In questo modo i casi si sono ridotti a zero.

Questa tecnica è relativamente costosa, ma la spesa è “nulla” rispetto all’imponente danno economico che si prospetta. Lo strumento per la PCR che legge il tampone impiega 20 minuti per dire se il virus c’è o non c’è.

Considerati i tempi per il prelievo e la compilazione del referto, possono occorrere 30 minuti di lavoro. Se il laboratorio lavora per 10 ore senza sosta può fare 20 esami. Questo nel caso che si esamini un campione per volta.

Il Governatore della Regione Veneto ha proposto di rilasciare un patentino a coloro che risultano indenni da virus e anticorpi antivirali nel sangue. Non è una novità. Già di faceva nella Repubblica Marinara di Venezia nel 1400 e si chiamava “bollettino di salute”. Il lavoratore, in questo stato di “protetto” dal virus, sarebbe l’ideale per la ripresa della vita sociale e della catena produttiva.

Invece, nella Fase 2, con la libertà di circolazione di “tutti”, portatori e sani, si creeranno situazioni imbarazzanti. Potrà accadere che il commesso abbia paura del cliente, sospetto portatore di virus, e che il cliente abbia paura del commesso per la stessa inconfessata ragione. Ovunque, vi sarà questo imbarazzo. Il sospetto lo avrà il Paziente che verrà visitato dal Medico, e il Medico che visiterà il Paziente. Lo avrà il Pubblico Ufficiale che convocherà il Cittadino, come lo avrà il cittadino che verrà convocato dal pubblico ufficiale; lo stesso varrà per gli Insegnanti e gli studenti, per i fedeli e i sacerdoti, per l’operaio e l’impresario, eccetera.

Questa situazione confliggerà con l’interesse di tutti.

E’ evidente che esiste  l’urgenza di attenuare il sospetto e gli atteggiamenti egoistici che ne deriveranno.

Per uscire da questa trappola mortale lo schema utilizzato a Vò Euganeo e in Sud Corea sembra ineludibile. 

***

Veniamo al caso nostro.

In questo momento, nel Sulcis Iglesiente, il tampone è stato utilizzato in pazienti sintomatici.

Nonostante il risultato del tampone e dell’esame su siero possano dare falsi negativi, l’effetto sociale è impagabile.

A questo punto la domanda è: quanto costa?

Risposta: si trova nelle pubbliche delibere con cui l’Ospedale Brotzu si è dotato di tali presidi diagnostici.

Dalla delibera n. 447 del 21 marzo 2020 si evince quanto segue:

  • Sono stati acquistati dalla ditta ROCHE DIAGNOSTICS SPA circa 20.000 tamponi

Al costo di 500.000 euro + iva.

Pertanto, ogni tampone costa 25 euro + iva.

  • Inoltre è stato acquistata un’estensione da applicare all’apparecchio lettore del risultato del PCR, al prezzo di 18.000 euro circa.
  • Per quanto riguarda la ricerca di anticorpi anti-coronavirus sul siero del paziente , sono stati acquistati il 23 marzo 2020: n. 20.000 test VIVA DIAG COVID 19, al prezzo di 200.000 euro + iva. Pertanto, ogni test sierologico costa 10 euro in materiale di consumo.

***

Da questo si desume che, con la spesa di circa 40 euro, si può sottoporre chiunque, sia alla ricerca del virus nel secreto nasale, sia alla ricerca degli anticorpi nel sangue.

Decisamente la spesa non sembra enorme se si pensa a quanti ticket da 40 euro tutti abbiamo speso per comuni esami di laboratorio. 

***

Il limite più importante a procedere allo screening della popolazione del Sulcis Iglesiente non sembra essere la spesa, ma piuttosto il fatto che l’esame lo stia facendo solo il Brotzu per tutto il Sud Sardegna.

A breve inizierà anche il San Martino di Oristano.

***

Premesso che è stato riferito dai giornali che i test acquistati a Cagliari serviranno per esaminare tutti i dipendenti del Sistema Sanitario Regionale, bisogna concludere che noi, abitanti del Territorio non lo saremo. Dovremo sollecitare una soluzione ai nostri Alti rappresentanti Politico-Amministrativi.

***

Se esistesse una unità di intenti, si potrebbero incaricare i laboratori d’analisi convenzionati per dotarsi di strumenti per PCR, Tamponi e reagenti.

Tra l’altro, si può invocare l’utilizzo dei Fondi europei dedicati al contrasto all’epidemia.

Il Brotzu l’ha fatto: ha affrontato la spesa, senza intaccare il bilancio ordinario, in attesa dei contributi europei.

***

Sicuramente, se ciò fosse possibile, ogni imprenditore sarebbe interessato a mettere in sicurezza i suoi dipendenti, eseguendo uno screening accurato di sani e portatori, così come ogni cliente sarebbe interessato a contrattare con una ditta esente da virus.

La stessa esigenza è sentitissima dagli studenti e dagli insegnanti che dovranno rientrare a scuola e convivere in spazi forzatamente ristretti.

Similmente, sarebbe un sollievo negli uffici pubblici sia per i dipendenti sia per i cittadini che vi affluiscono.

Gli studi professionali privati potrebbero certificare ai clienti il proprio stato di salute ed i clienti si presenterebbero negli studi senza provocare patemi d’animo.

Naturalmente, i più avvantaggiati sarebbero i “portatori sani” che verrebbero isolati, curati e poi reintegrati  in seno alle loro famiglie.

***

Una volta raccolti i dati, e mappati i casi sospetti, tutti indistintamente accetteremmo la “app” di Apple e Google per la ripresa della serena convivenza.

La “app” scelta si chiama “Immuni”.

Mario Marroccu

[bing_translator]

L’emergenza Covid-19 non ha fermato donazioni e trapianti di organi e tessuti in Sardegna.

«L’impatto che l’epidemia sta avendo sul nostro sistema sanitario ha sicuramente determinato un rallentamento delle attività dei trapianti e delle donazioni anche in Sardegna, in linea con quanto sta accadendo nel resto del Paese. Il buon andamento registrato all’inizio dell’anno ha subito una frenata nelle ultime settimane, ma non un arresto e il bilancio resta ancora positivo. Da gennaio ad aprile sono stati eseguiti nell’Isola 22 trapianti, 6 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di cui 7 di rene, 3 di cuore, 11 di fegato e un trapianto combinato fegato-rene. Un risultato reso possibile grazie non solo all’organizzazione e alle grandi professionalità presenti nella nostra Isola, ma anche alla sensibilità e l’altruismo dei Sardi che hanno dato il proprio consenso alla donazione. Su questo fronte non intendiamo abbassare la guardia e continueremo a mettere in campo ogni strumento possibile per garantire un’attività indispensabile per il salvataggio di vite umane.»

Lo ha detto stamane l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, alla vigilia della ventitreesima Giornata nazionale per la donazione ed il trapianto di organi e tessuti, indetta per domani, 19 aprile.

«Un’occasione – spiega Mario Nedduche ha sempre accompagnato iniziative e progetti per informare i cittadini su questo importantissimo tema. Quest’anno, a causa delle misure per evitare la diffusione del contagio, non ci saranno attività pubbliche, ma la piazza sarà virtuale, attraverso la campagna ‘Diamo il meglio di noi’ promossa del Centro nazionale trapianti e a cui aderisce anche il Centro regionale trapianti della Sardegna, sempre attivo nella divulgazione e nella promozione della cultura della donazione.»

Il messaggio lanciato dagli operatori sanitari della rete trapianti in occasione della giornata nazionale è «Io faccio la mia parte, tu puoi fare la tua», un invito a sottoscrivere la tessera del donatore sul sito www.diamoilmegliodinoi.it .