18 July, 2024
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I consiglieri regionali del Gruppo Liberi e Uguali Sardigna Daniele Cocco ed Eugenio Lai hanno presentato un’interrogazione sul mancato rinnovo del contratto in scadenza degli Operatori Socio Sanitari (OSS) assunti a tempo determinato.

«In questi giorni l’ATS Sardegna ha inviato una lettera agli Operatori Socio Sanitari assunti con contratto a tempo determinato presso le strutture dell’ASSL di Oristano in cui si comunica che i contratti in scadenza non verranno rinnovati – dice il capogruppo Daniele Cocco -. Gli OSS sardi che da anni lavorano nel sistema sanitario regionale con contratti a tempo determinato hanno maturato nel tempo importanti esperienze e formazione con l’acquisizione di specifiche professionalità nei diversi reparti – svolgono in questo periodo fondamentali attività che molto spesso li espone al pericolo di contagio da Coronavirus anche, in alcuni casi, per la mancanza dei necessari dispositivi di protezione.»

Con l’interrogazione i consiglieri regionali chiedono al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu «se sia opportuno che l’ATS Sardegna, in questo particolare momento di grave crisi sanitaria ed economica, non rinnovi i contratti in scadenza degli Operatori Socio Sanitari assunti a tempo determinato comportando una drammatica situazione economica per lavoratori che ogni giorno svolgono lodevolmente il proprio lavoro mettendo a rischio la propria salute e quella dei loro familiari e se siano al corrente che diverse ASSL della regione continuino ad utilizzare del personale interinale anziché attingere dalle graduatorie concorsuali ancora vigenti».

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Si chiama “Area grigi” ed è la zona di degenza dei pazienti sospetti Covid-19 che non sono stati ancora biologicamente confermati. È stata attivata nei giorni scorsi al secondo piano della palazzina di Malattie infettive. L’obiettivo, con questa apertura, è garantire cure immediate ai pazienti e, al tempo stesso, sottoporli a ulteriori accertamenti che consentano di definire l’eziologia della loro malattia. Un’operazione che consente la minor circolazione possibile di degenti potenzialmente infettanti nei reparti degli ospedali.

Questi pazienti vengono ora ospitati all’interno della Clinica Malattie Infettive, dove sono stati messi a disposizione 10 posti letto in stanze singole, con anche una postazione per paziente critico. Qui vengono ospitati quei pazienti che arrivano dal pre-triage del Pronto Soccorso o da un reparto Covid free e vengono considerati casi sospetti. Da qui, se appurata la positività o la negatività al Covid-19, i pazienti vengono indirizzati nei reparti adeguati.

E così se positivi, in base allo stadio clinico della loro malattia, i pazienti vengono gestiti o nei due reparti Covid Aou (Malattie infettive o Rianimazione), oppure indirizzati nelle strutture di supporto esterno (Policlinico e Mater Olbia). Quindi se negativi potranno essere trasferiti nei reparti adeguati alla loro patologia.

«L’apertura di questo nuovo reparto – afferma il direttore della Clinica Malattie Infettive, professor Sergio Babudierirappresenta la soluzione all’esigenza di ridurre al massimo la possibilità di trasmissione del Coronavirus all’interno degli altri reparti dell’ospedale. Una sorta di area protetta che ci consente di assistere i pazienti da subito e in maniera adeguata, nell’attesa di capire con ulteriori accertamenti biologici la causa reale della malattia.»

«Questo percorsospiega il commissario dell’Aou Giovanni Maria Soropuò rappresentare il primo passo verso la ripresa dei livelli di attività programmate in modo sicuro e protetto, così da dare risposte ai bisogni della popolazione.»

Una prima risposta in questo senso, intanto, l’Aou di Sassari l’ha data sempre nei giorni scorsi con la ripresa dell’attività assistenziale del reparto di Neurologia, al primo piano del palazzo Clemente. Il reparto, a marzo scorso, era stato accorpato con l’unità operativa di Otorinolaringoiatria per potenziare le strutture deputate a fronteggiare l’emergenza Covid-19.

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Dal 14 marzo sono 31.238 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 633 controlli: 142 nell’area di Cagliari, 48 Iglesias, 65 Oristano, 197 Sassari, 58 Tempio, 57 Nuoro, 66 Lanusei. Sono state sanzionate 8 persone (4 a Lanusei, 2 a Cagliari, 1 a Sassari, 1 ad Iglesias), per un totale (dal 14 marzo) di 604.  

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«La Regione faccia chiarezza sulla provenienza e utilizzo dei fondi e su cosa intende fare del REIS. Invece che creare confusione, aumenti realmente i fondi destinati al REIS, anche in previsione delle difficoltà derivanti da questa crisi.»

A sostenerlo è il segretario regionale di Articolo UNO, Luca Pizzuto.

«In un momento di difficoltà come quello attuale siamo tutte e tutti chiamati in campo per trovare soluzioni adeguate, ci lasciano sgomenti alcuni “marchingegni politici” individuati dalla Regione che, più che aiutare le persone che realmente ne hanno bisogno, creano confusione e alimentano possibili eccessi di burocratizzazione», dice Luca Pizzuto.
«Ripercorriamo gli ultimi avvenimenti:
1. con la legge regionale 12 del 8 aprile 2020 vengono stanziati 120 milioni a sostegno delle famiglie. Per la copertura finanziaria si decide di usare 9 milioni di euro provenienti dal REIS per il 2020.
2. il 10 aprile 2020 la Giunta regionale approva la delibera 19/9 che vorrebbe modificare il sistema delle politiche sociali della Regione.
In estrema sintesi: le competenze e le risorse del Fondo per non autosufficienza (progetti “Ritornare a casa”, legge 162 per le disabilità gravi, legge 20, leggi sui talassemici, nefropatici, neoplasie maligne, etc.) verrebbero assegnate ai PLUS e non più ai Comuni. Si scopre, inoltre, le risorse del Fondo per la non autosufficienza stanziate con la legge di stabilità (lr 10/2020) non sono sufficienti e che, per coprire l’ammanco si dovrebbero utilizzare 8.890.000 euro provenienti dal…..REIS!», aggiunge Luca Pizzuto.
«Qualcosa allora non quadra e le perplessità sono diverse:
a) la prima riguarda il REIS che viene privato della sua “mission” originale ovvero quella di emancipare le persone e aiutarle a crearsi degli strumenti di autosostegno. La Regione, in maniera non del tutto trasparente, sta di fatto cancellando il Reddito di Inclusione Sociale;
b) la seconda riguarda le risorse del REIS 2020: se è vero che i primi 9 milioni sono stati utilizzati nel fondo dei 120 milioni, questi ulteriori fondi da dove vengono? E a quanto ammontava il fondo REIS 2020 originario, posto che il Bilancio viene approvato per aggregati e nella relativa “Missione” approvata nella legge di bilancio n. 11/2020 risultano circa 37 milioni complessivi?
c) In ultimo: siamo sicuri che distogliendo la funzione dai Comuni e centralizzandola nei PLUS, l’erogazione di servizi importantissimi come il sostegno alle persone con disabilità gravi, le leggi di settore e tutte le risorse del Fondo per non autosufficienza si stiano rendendo più semplici per i cittadini? Siamo sicuri che i PLUS, come li conosciamo oggi, siano già attrezzati per adempiere anche a questa ennesima incombenza? Che senso ha una (supposta) maggiore efficienza della macchina amministrativa se questa rende più complicato accedere ai servizi per coloro che sono il fine ultimo delle leggi e cioè i cittadini?», conclude il segretario regionale di Articolo UNO, Luca Pizzuto.

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632 imprese in meno nei primi tre mesi del 2020 di cui 359 artigiane. E’ il bilancio della nati-mortalità delle imprese sarde tra gennaio e marzo fotografato da Movimprese, la rilevazione condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre 2020.

I dati – elaborati dalla Cna Sardegna – rivelano un tessuto imprenditoriale che risente delle restrizioni seguite all’emergenza Covid-19 ma nell’isola sembra ancora tenere, registrando nei primi tre mesi dell’anno una flessione del tasso di crescita dello 0,36% contro il 0,50 registrato nella Penisola. Molto più preoccupante la situazione del sistema artigiano che registra invece una flessione maggiore: – 1,03% contro lo 0,84% del resto d’Italia.

Se il dato italiano registra quasi 30mila imprese in meno nei primi tre mesi dell’anno (contro un calo di 21mila nello stesso trimestre del 2019) anche nell’isola i numeri sono preoccupanti con un netto calo sia delle iscrizioni che, in misura minore, delle cessazioni. Tra gennaio e marzo sono state registrate in Sardegna 2.457 aperture di nuove aziende a fronte di 3.089 chiusure con un saldo di – 632 imprese. Quanto al settore artigiano nei primi tre mesi dell’anni si sono registrate 543 nuove iscrizioni e 902 cessazioni per un saldo di – 359 imprese.

La situazione provinciale

Al livello territoriale i segnali negativi, seppur generalizzati, non sono omogenei. La situazione è sempre più preoccupante nella provincia di Oristano che conferma un tessuto artigiano letteralmente falcidiato dalla crisi registrando una flessione del 2,96% con una assenza totale di iscrizioni di nuove imprese artigiane e 77 cancellazioni. A Cagliari a fronte di 195 iscrizioni hanno cessato nei primi tre mesi dell’anno 338 imprese artigiane, Nuoro registra nel primo trimestre dell’anno 102 iscrizioni e 175 cessazioni, Sassari, infine, 246 nuove iscrizioni di imprese artigiane contro 312 cessazioni.

L’analisi della CNA

«I dati del primo trimestre sono purtroppo una anticipazione di quanto accadrà nei prossimi mesi a causa degli effetti prodotti dalla pandemia – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. Da anni segnaliamo inascoltati il disagio di un comparto che ha visto ridursi di un quinto (9000 imprese) la propria forza produttiva. Nonostante ciò l’artigianato rappresenta ancora un quarto delle imprese attive in Sardegna. Ci auguriamo che alla luce di quanto accade oggi in termini così drammatici spinga il governo regionale a dare attuazione al pacchetto di misure anticrisi varate a dicembre 2018 e inspiegabilmente finite in un binario morto. Ci attendiamo inoltre la sollecita convocazione del presidente Christian Solinas. I sistemi produttivi non possono attendere oltre – concludono Piras e Porcu -. E’ urgente varare le misure di sostegno alle imprese prima che l’emergenza Covid-19 spazzi via migliaia di aziende. Tra queste urgono interventi a favore del lavoro autonomo, anche attraverso misure a fondo perduto che indennizzino i fermi di attività se si vuole assicurare la riapertura di migliaia di imprese”.

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Da martedì 21 aprile, presso i plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo Pietro Allori in via Roma, via Crispi e via Isonzo, a Iglesias, verrà consegnato il primo lotto degli arredi scolastici acquistati grazie al bando regionale Iscol@.
La consegna proseguirà fino a venerdì 24 aprile, e rappresenterà la prima parte degli interventi finanziati dalla Regione Sardegna con un importo di 795.000,00 euro, stanziati per l’acquisto di materiale di arredo destinato alle scuole del comune di Iglesias, come nuovi banchi modulari, sedie ergonomiche e attrezzature multimediali adattabili alle esigenze didattiche di docenti e studenti.
Successivamente, le consegne dei materiali di arredo riguarderanno gli Istituti Comprensivi Nivola ed Eleonora d’Arborea.

«Stiamo creando le migliori condizioni per rafforzare il diritto allo studio – ha detto il sindaco, Mauro Usai – e per preparare nel miglior modo possibile il rientro a scuola dei nostri ragazzi.»

Soddisfazione espressa anche dall’assessore della Pubblica istruzione, Alessandro Lorefice, che ha spiegato come «l’’attività amministrativa non si sia fermata in questo momento di emergenza. Malgrado la chiusura delle scuole si è proceduto ad utilizzare le risorse disponibili per assicurare agli studenti e alle loro famiglie strutture più adeguate, per un servizio scolastico di qualità».

L’assessore dei Lavori pubblici Vito Didaci, il cui Assessorato ha collaborato all’installazione dei nuovi arredi nei plessi scolastici, sottolinea come «l’intervento sia un ulteriore passo in avanti nella realizzazione di quanto era stato individuato nelle linee programmatiche per l’adeguamento e l’ammodernamento delle strutture scolastiche, indispensabili per chi vive ogni giorno la realtà della scuola».

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14 nuovi contagi oggi, dopo i soli 3 di ieri, 40 negli ultimi 3 giorni (il totale è salito a 1.178). La diffusione del Coronavirus in Sardegna conferma un andamento in discesa che fa ben sperare, anche se resta alta l’attenzione nella provincia di Sassari, dove oggi sono stati riscontrati 10 casi, dopo una giornata tranquilla che ieri aveva registrato 1 solo caso di positività. Ancora un giorno senza casi positivi nella provincia di Nuoro, 9° consecutivo, 3° giorno consecutivo anche per la provincia del Sud Sardegna (2 casi negli ultimi 5 giorni), mentre la provincia di Oristano oggi ha registrato 1 caso come ieri e la Città Metropolitana di Cagliari oggi 3 casi, dopo 1 di ieri e i 6 di mercoledì.

Oggi si è registrato 1 decesso, dopo i 2 di ieri e i 3 di mercoledì, il numero totale delle vittime è salito a 86.

Il numero di pazienti ricoverati in ospedale con sintomi è in leggera crescita oggi sono 113, ieri erano 109, due giorni fa 107; è diminuito il numero dei pazienti in terapia intensiva, 23 (ieri erano 24, mercoledì 26). Oggi sono stati eseguiti 508 tamponi, 107 più di ieri, 6 più di due giorni fa.

E’ sostanzialmente stabile il numero dei pazienti in isolamento domiciliare, oggi 736 (ieri erano 732, mercoledì 737). Cresce il numero dei dimessi/guariti, arrivato a 220, ieri erano 214, 2 giorni fa 208 (quando erano cresciuti di 50 rispetto al giorno prima).

 

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«Domani riaprono i due mercati rionali del comune di Carbonia in piazza Ciusa e a Cortoghiana.»

Ad annunciarlo è il sindaco, Paola Massidda.

«Sono state numerose le domande che hanno chiesto di poter riavviare questo settore commerciale che consente lavoro a molti operatori commercialiaggiunge Paola Massidda -. Si è quindi messo a punto un piano di sicurezza che comporta la riorganizzazione dell’area mercatale all’aperto con banchi distanziati, percorsi transennati, entrata e uscita separati e controllo e monitoraggio da parte dei volontari della protezione civile delle modalità di accesso dei clienti ai vari banchi.»

«Diamo così un servizio in sicurezza che risponde anche all’esigenza di avere più luoghi dove comprare generi alimentari decongestionando le file nei vari supermercati e costituisce un primo passo di ripristino di quella fase 2 di ripartenza che cautamente ma con coraggio ci apprestiamo ad affrontare», conclude il sindaco di Carbonia.

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Il Coronavirus ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, è stata eccezionale la mobilitazione generale del personale medico schierato in modo massiccio con il supporto di infermieri, volontari e con l’ausilio delle forze dell’ordine adibite al controllo del movimento delle persone, per evitare quanto più possibile lo spostamento delle persone ed evitare il contagio, provvedimento imposto dal Governo su indicazioni della comunità scientifica.
Il quadro generale è di un grande sconforto per la perdita così massiccia di tante persone, soprattutto anziani.
Abbiamo rivolto alcune domande al sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, per fare il punto della situazione che si sta vivendo in Sardegna e in particolare a Cagliari.
Gli interventi della Regione Sardegna sono stati immediati e anche lei con la sua amministrazione ha messo in atto tutta una serie di interventi afferenti la diffusione del contagio.
Ritiene che gli interventi messi in atto siano stati esaustivi?
«La situazione è indubbiamente difficile, non dico niente di nuovo. Innanzitutto, abbiamo pensato di mettere in sicurezza sanitaria i cittadini. Numeri alla mano, riteniamo di aver raggiunto un risultato soddisfacente, usando il linguaggio della realtà. Siamo ovviamente preoccupati per l’impatto che questa epidemia sta già producendo sul tessuto economico e sociale. Rispetto ad un evento totalmente sconosciuto ed improvviso, ritengo che gli interventi siano stati esaustivi, guardando anche ai numeri dei contagi. Poi, con le attuali conoscenze maturate sul campo, certo si potrà fare meglio in futuro.»

Come Amministrazione comunale, quali ulteriori interventi avete in cantiere?

«Intanto, abbiamo affrontato l’emergenza alimentare e, in generale, quella sui beni di prima necessità, organizzando, attraverso le politiche sociali, la distribuzione di cibo e la consegna a casa per chi non aveva la possibilità materiale di muoversi. Abbiamo lavorato con la Croce rossa, la Caritas, le varie associazioni sul territorio, Mondo X, Domus del Luna, la Corisar in collaborazione con Coldiretti.

La risposta c’è stata ma molto dipende anche dalla durata di questa crisi e dagli aiuti che devono necessariamente arrivare da Governo in particolare e regione. I Comuni non hanno budget illimitati e quello che entra serve per i servizi essenziali. Io non voglio tagliarli.»

Un altro aspetto non meno importante è il blocco totale delle attività industriali ma non solo, anche il commercio in generale è in estrema sofferenza: a tal proposito, quali sono le vostre iniziative?

«Il lockdown non è deciso dal Comune. Noi abbiamo posticipato tutte le scadenze relative ai tributi locali. E’ chiaro che più fondi ho a disposizione e meglio sono in grado di aiutare le piccole imprese. Stiamo studiando sistemi per agevolare la ripresa, verificando gli spazi all’aperto e le relative concessioni. 

La situazione è in evoluzione e sono in contatto con tutti gli altri colleghi sindaci per fare una proposta unitaria a Governo e rRegione. Cagliari, soprattutto in questo periodo, fino ad ottobre inoltrato, vive di eventi, iniziative turistiche e culturali. E’ ovvio che la ripartenza sarà legata a quanto sarà possibile muoversi in libertà.

Stiamo comunque lavorando al bilancio, alla ricerca di altri fondi che vadano, da un lato a sostenere le attività imprenditoriali, dall’altro a chi ha davvero bisogno.»

Armando Cusa