4 December, 2024
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L’ICS (International Chamber of Shipping – Organizzazione Mondiale dello Shipping), in occasione della Festa del Lavoro, sta promuovendo un’iniziativa volta a ricordare il contributo dato dai marittimi nella vita economica e sociale del pianeta.

Il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto ha coinvolto tutte le sue diramazioni periferiche al fine di promuovere tale iniziativa.

L’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Cagliari, ha esteso a tutto il cluster marittimo locale, che in questo periodo di difficoltà dovuto all’emergenza Covid-19 ha continuato a garantire la salvaguardia della vita umana in mare, la tutela dell’ambiente marino, la sicurezza pubblica, l’approvvigionamento delle risorse ittiche ai mercati regionali/nazionali e la continuità con le isole minori, l’iniziativa volta a omaggiare tutto il ceto marittimo.

Tale momento di ricordo si svolgerà nella giornata di domani 1° maggio 2020 dove tutte le unità navali, delle forze di polizia, del ceto peschereccio, e unità mercantili di qualsiasi bandiera da traffico e passeggeri, suoneranno le loro sirene alle ore 12.00.

Questo momento avverrà anche nei porti di Sant’Antioco e Calasetta.

La Guardia Costiera di Sant’Antioco ricorda a tutti gli utenti del mare che è sempre attivo 24 ore su 24 il numero blu 1530 per le Emergenze in mare.

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La seduta della commissione “Autonomia” prevista per questo pomeriggio, alle 15,30, è stata annullata. La commissione, presieduta da Pierluigi Saiu (Lega), avrebbe dovuto esaminare il Dl n.138 (Disposizioni urgenti in materia di elezioni comunali 2020). Il disegno di legge prevede, a causa dell’emergenza Coronavirus, lo spostamento delle elezioni amministrative programmate per il 2020 in una “finestra” compresa fra il 15 settembre ed il 15 dicembre.

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«Serve un urgente tavolo con la Regione, le aziende e le organizzazioni sindacali per preparare il sistema dei trasporti sardi alla Fase 2 dell’emergenza Covid 19». E’ la richiesta del segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca al presidente della Regione Christian Solinas.

«Apprezziamo il fatto che la Regione abbia accolto il nostro suggerimento sulla riapertura degli scali sardi condizionata a rigorosi controlli sanitari di tutti i passeggeri in entrataafferma William Zonca -, ma riteniamo che l’organizzazione della ripartenza non possa prescindere dalla convocazione dei rappresentanti dei lavoratori. Per questo siamo sconcertati dal fatto che la Regione, attraverso l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde, non ci abbia ancora convocati. Un comportamento incomprensibile ed in contrasto con l’atteggiamento di confronto costante che anche il Governo centrale ha instaurato con le parti sociali.»

Secondo la Uiltrasporti, la riapertura del sistema Sardegna, oltre ad avere come punto fondamentale la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori, dovrà essere accompagnata anche da un sostegno economico pubblico che prevenga eventuali stati di sofferenza delle aziende. A partire dal sostegno per le perdite subite da chi in questo periodo di emergenza ha continuato ad operare offrendo all’isola intera la mobilità essenziale. Con particolare attenzione al trasporto pubblico marittimo per il collegamento con le isole minori, al trasporto pubblico locale e ovviamente all’aeroporto di Cagliari.

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Martedì 5 maggio, a Sant’Antioco, riaprirà il mercatino settimanale all’aperto di Piazzale Pertini. Per il momento, nel rispetto del DPCM del 26 aprile, potranno partecipare esclusivamente le attività che vendono generi alimentari.

Naturalmente, in ossequio alle norme attualmente in vigore e con l’intento di garantire sicurezza e salute dei cittadini, gli ingressi saranno contingentati e i diversi accessi al piazzale saranno transennati e presidiati dalla Polizia municipale, dalla Protezione civile, dalla Compagnia barracellare e dall’associazione dei carabinieri in pensione.

I cittadini che intendono accedere al mercatino all’aperto dovranno essere muniti di mascherina protettiva, di guanti usa e getta e, al fine di evitare gli assembramenti, dovranno essere rispettate le distanze di sicurezza. Le forze dell’ordine locali vigileranno sul rispetto delle regole di comportamento.

 

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Dal 14 marzo sono 38.215 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 553 controlli: 89 nell’area di Cagliari, 27 Iglesias, 54 Oristano, 181 Sassari, 73 Tempio, 97 Nuoro, 32 Lanusei. Sono state sanzionate 7 persone (3 a Cagliari, 2 a Nuoro, 2 ad Oristano), per un totale (dal 14 marzo) di 755.

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Il comune di Buggerru ha ultimato oggi, mercoledì 29 aprile, la liquidazione delle “Misure straordinarie a sostegno delle famiglie, per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia Covid-19”. Al Comune sono pervenute 101 richieste, 83 di queste sono state accolte e liquidate, 7 sospese e 11 respinte.

«Si tratta di un traguardo importante in quanto gli uffici comunali sono stati in grado, in pochi giorni, di istruire l’importante mole di pratiche pervenute dando una risposta tangibile ai cittadini provati dalla crisi economica derivante dalla pandemiadice Laura Cappelli, sindaco di Buggerru -. Il prossimo passo sarà quello di pianificare un piano straordinario per venire incontro alle attività, soprattutto turistiche. Ogni anno infatti in questo periodo la nostra comunità prende vita e si prepara ad accogliere i tanti turisti che scelgono come meta il nostro paese. Considerate le restrizioniconclude Laura Cappelli -, quest’anno non sarà uguale agli altri, ma non ci scoraggiamo e auspichiamo sempre in tempi migliori, dove potremo ripartire e splendere, di nuovo.»

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«Non è stata solo fortuna quella che ci ha accompagnato fino ad ora nell’emergenza Covid ma dobbiamo potenziare tutta la Sanità sarda.»

Lo ha detto il consigliere Stefano Schirru, componente della commissione Sanità, ai margini della seduta di questa sera, nell’audizione dei principali attori istituzionali dell’emergenza Covid 19. «Mentre elogiamo la bravura della dirigenza sanitaria sarda e su tutti l’operato del Brotzu, di Ats e Areus, alcune riflessioni si devono fare in frettaha aggiunto Stefano Schirru -. E’ necessario intanto potenziare la rete 118, con una efficace dislocazione delle postazioni di base nei territori ma anche con l’avvio del servizio delle auto mediche e con le ambulanze con infermiere a bordo. E’ necessario che si facciano scorte importanti di dispositivi di protezione individuale per gli operatori dell’emergenza urgenza, che hanno lavorato per settimane in condizioni difficilissime.»

Il consigliere regionale sardista ha concluso ponendo l’accento sulle specializzazioni mediche: «Non è rinviabile un’analisi del fabbisogno di medici specializzati. Dobbiamo avere chiaro quali specializzazioni ci mancano e su quali dobbiamo investire».

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La commissione Sanità del Consiglio regionale si è riunita questa sera in Consiglio regionale e ha audito i principali protagonisti delle istituzioni sanitarie impegnati nella lotta al virus.

Su invito del presidente Domenico Gallus ha preso per primo la parola Marcello Tidore, direttore generale dell’assessorato, che ha parlato espressamente di «una tendenza al miglioramento ed è per questo che è stata sospesa la convenzione del Mater Olbia in campo Covid». L’alto dirigente della Regione ha illustrato alcuni numeri dei contagi: «Il 34 per cento è extraospedaliero, il 12 per cento non dice dove si è contagiato o, comunque, non siamo riusciti a risalire alla catena del contagio, il 32 per cento si è infettato nelle case di riposo, il 12 per cento negli ospedali. Il ministero ci ha chiesto ora di concentrarci nell’azione di prevenzione e monitoraggio delle case di riposo e delle strutture ospedaliere. Da settimane stiamo effettuando il tampone a tutti i pazienti dimessi dagli ospedali e al personale sanitario».

Per Giorgio Steri, commissario straordinario di Ats, «i servizi di igiene pubblica stanno lavorando mettendo in quarantena tutti i casi sospetti, anche se il tampone è negativo ma il quadro dei sintomi lascia intendere una possibile infezione. Effettuiamo regolarmente i tamponi nelle case di riposo e nelle Rsa».

Per il direttore generale del Policlinico universitario di Cagliari, Giorgio Sorrentino, «poco o nulla si sa di questo virus, che non abbiamo potuto studiare sui libri ma solo sul campo. Abbiamo, dunque, dovuto contenere al massimo gli accessi alle nostre strutture ospedaliere, per contenere l’affollamento di parenti. Ci sono però gli asintomatici e sono tanti: ieri ad esempio è arrivata in pronto soccorso una ragazza, che lamentava una patologia, e grazie ai nostri controlli rapidi abbiamo scoperto che è positiva».

Della necessità di impiegare correttamente i dispositivi di protezione individuale e i percorsi di sicurezza ha parlato il direttore generale dell’Azienda Brotzu, Paolo Cannas: «E’ stato su questo punto fondamentale il lavoro svolto dalla protezione civile. Ora è però tempo di pianificare la post emergenza: faremo controlli rigidissimi nei triage e negli ambulatori».

Per la Protezione civile ha parlato il direttore generale, Antonio Belloi, che ha detto: «Siamo impegnati sin dal primo momento dell’emergenza, abbiamo supportato da subito il sistema sanitario regionale con i nostri seimila volontari nei porti e negli aeroporti dell’Isola. Abbiamo poi montato delle tensostrutture in tutti i pronto soccorso sardi e se serve abbiamo altre tensostrutture e altri volontari pronti a intervenire. Sino a oggi abbiamo tenuto 200 videoconferenze anche con il commissario nazionale Domenico Arcuri». Rispondendo al consigliere Stefano Schirru (Psd’Az) ad una domanda su un articolo pubblicato nei giorni scorsi dal Il Fatto quotidiano, Antonio Belloi ha fornito alla commissione una relazione di dieci pagine e detto: «Abbiamo acquistato le mascherine a un prezzo inferiore rispetto a tante altre istituzioni e non abbiamo voluto correre il rischio di essere truffati, visto che tutti i venditori ci hanno chiesto il pagamento anticipato. Nulla di sproporzionato, ricordo a che marzo il mercato era profondamente volatile e soggetto a incredibili speculazioni».

L’onorevole Francesco Agus (Progressisti) ha chiesto agli ospiti di spiegare in che modo la Sardegna intende affrontare la fase due sotto il profilo strettamente sanitario mentre il collega Stefano Schirru ha elogiato il lavoro delle istituzioni e ha sollecitato «misure di sostegno per il 118 e un piano che individui con chiarezza di quali specializzazioni mediche la Sardegna avrà maggiormente bisogno nei prossimi anni».

Per l’onorevole Eugenio Lai (Leu) «sarebbe importante aumentare il numero dei tamponi effettuati, 23.299 ad oggi come ha detto il dottor Marcello Tidore, visto l’elevato numeri di asintomatici». Invece l’onorevole Giorgio Oppi ha parlato in modo aperto: «La critica iniziale per la assoluta carenza di Dpi aveva il suo fondamento così come gli ospiti delle Rsa andavano controllati da subito. Siamo stati molto fortunati ma non dobbiamo fare finta che sia andato tutto bene. E’ una autentica vergogna che agli operatori del 118 siano state consegnate cinque o dieci mascherine».

L’onorevole Michele Ciusa ha sollecitato un approfondimento per capire «se è vero che la società Airgreen, affidataria del servizio di elisoccorso, si rifiuti di trasportare i pazienti Covid» mentre l’onorevole Antonello Peru (Udc) ha denunciato «la lista d’attesa anche di sedici mesi per i ciechi della provincia di Sassari in attesa del riconoscimento della invalidità» e ha chiesto un intervento deciso a favore di questi cittadini, ancora piu deboli in questo momento.

Al termine della lunga audizione, il presidente Domenico Gallus ha segnalato ai commissari alcuni rilievi giunti dal Governo alla legge regionale sulle borse di studio.

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Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha diffuso questa sera l’ultimo aggiornamento sulle domande per la partecipazione all’avviso pubblico per l’erogazione delle “Misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-COV-2”.

«Fino ad ora sono state protocollate 1.349 richieste, una buona metà sono state istruite dagli uffici , ma nessuna ancora liquidata. I ritardi della liquidazione sono dovuti all’attesa di un intervento chiarificatore della Regione Sardegna sulla L.R. n. 12 del 8 aprile 2020. Chiarimenti che ad oggi non sono arrivati nonostante richiesti dalla nostra amministrazione insieme all’ANCI, che rappresenta i 377 comuni della Sardegnadice Paola Massidda -. Tuttavia, vista l’emergenza economico sociale a cui sono sottoposti diversi nostri concittadini, lunedì 4 maggio verrà pubblicata sul sito del Comune una graduatoria parziale per 450 istanze e si procederà contestualmente con le liquidazioni a favore di coloro che risulteranno beneficiari secondo i casi non controversi previsti dalla legge regionale.»

«Confidiamo che a breve la Regione sciolga i nodi interpretativi e consenta al Comune di Carbonia, come alla maggior parte dei comuni sardi, di andare incontro alle aspettative legittime e urgenti dei propri concittadiniconclude Paola Massidda -. Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore i dipendenti comunali che stanno lavorando ininterrottamente e in condizioni non ottimali, con procedure delicate, dando così un contributo importante e prezioso a supporto della nostra città, provata severamente dalla crisi. Grazie e Buon lavoro!»

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Un appello di 11 Regioni e 2 Province Autonome al presidente del Consiglio Conte: alcune Regioni, tra cui la Sardegna, possono riavviare le attività produttive e allentare i vincoli dell’isolamento sociale in totale sicurezza.
«Abbiamo scritto al presidente del Consiglio comunica il presidente Christian Solinas -, come Governatori della maggioranza delle Regioni italiane e delle Province autonome e alla luce dell’incontro odierno col Governo per chiarire, con spirito di collaborazione, la nostra posizione sulla fase 2. Nelle richieste avanzate, è possibile ritrovare i punti fondamentali per la ripartenza già illustrati nei giorni scorsi, che hanno trovato ampia condivisione tra tutti i colleghi, nel segno del rispetto delle Autonomie e delle peculiarità territoriali, e dell’esigenza di diversificare le misure in atto.»
«Anche in Sardegnaribadisce il presidente Christian Solinas -, alla luce dei dati è possibile avviare finalmente una ripresa ordinata, prudente ma più rapida, del nostro sistema economico e produttivo, e consentire un graduale ritorno a quella nuova normalità della vita sociale tanto attesa da tutti.»

Il testo integrale della lettera-appello.

Al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte

Al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia

e p.c. Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Al presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati

Al presidente della Camera dei deputati Roberto Fico

Proposte al Governo per la Fase 2: più competenze alle Regioni

La Fase 1 dell’emergenza Covid-19 ha visto un accentramento dei poteri normativi in capo al Governo, secondo lo schema decreto-legge + DPCM attuativi che ha posto problemi di compatibilità con la Costituzione, sia con riferimento al coinvolgimento parlamentare, sia con riferimento al rispetto delle competenze regionali. Tale accentramento è stato comunque responsabilmente accettato dalle Regioni a causa dell’assoluta emergenza e del principio di leale collaborazione tra livelli di governo, ma il protrarsi, anche nell’attuale fase di superamento della stretta emergenza, di risposte eccezionali, date rigidamente con atti del presidente del Consiglio dei Ministri sprovvisti di forza di legge, potrebbe portare alla luce criticità anche notevoli circa la tenuta di un impianto giuridico basato su atti amministrativi che, in quanto tali, sono sì successivamente sindacabili innanzi al giudice amministrativo e, per ciò che concerne le Regioni, anche presso la Corte Costituzionale, ma che sfuggono al controllo preventivo da parte del potere pubblico e costituzionale. Ad ogni modo adesso inizia la Fase 2. È una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell’emergenza. Per questo motivo, è essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell’assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. È necessario giungere progressivamente ad una “normalizzazione dell’emergenza”, che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione. E che porti, da un lato, a svolgere quanto prima le elezioni nelle Regioni a fine consiliatura e, dall’altro, a riconsegnare alle Regioni le competenze provvisoriamente avocate al livello centrale. Ogni territorio, infatti, ha le proprie specificità, sia da un punto di vista strutturale, sia da un punto di vista epidemiologico. Essendoci, dunque, situazioni di oggettiva disomogeneità di condizioni sul territorio nazionale, è necessario che si possano dare regolamentazioni differenziate. Si deve perciò passare dalla logica dell’uniformità alla logica dell’uguaglianza. Diversamente, trattando in modo uniforme situazioni diverse, si giungerebbe al paradosso di aumentare le disuguaglianze, con una lesione della logica dei livelli essenziali da garantire su tutto il territorio (art. 117, c. 2, lett. m, Cost.), del principio di valorizzazione delle autonomie (art. 5 Cost.) e, soprattutto, del principio di uguaglianza sostanziale tra i cittadini italiani (art. 3, c. 2, Cost.). Come ha recentemente detto il presidente della Corte costituzionale non si può affermare che esista un diritto speciale per i tempi eccezionali, quali quelli che stiamo vivendo. È dunque necessario mettere a punto un sistema di collaborazione tra governo centrale e governi regionali maggiormente in linea con le prerogative costituzionali. Un ordinato sistema di regolazione dell’emergenza Covid-19 dovrebbe portare il livello di governo centrale ad adottare la cornice di riferimento, prevalentemente con atti normativi primari, sottoposti al controllo parlamentare. Tali atti potranno essere integrati da atti amministrativi (Dpcm) nello stretto limite di quanto previsto dalle competenze statali, o richiesto dal principio di sussidiarietà. Le prescrizioni concrete poste dal Governo centrale dovranno comunque lasciare uno spazio di regolazione alle Regioni, per adattare le previsioni alle specifiche condizioni dei territori. In entrambi i casi, lo spazio per la regolazione regionale dovrà essere sottoposto ad un rigoroso controllo da parte del Governo centrale, utilizzando parametri scientifici oggettivi riferiti ad ogni sistema sanitario regionale, come ad esempio la saturazione dei posti letto [in terapia intensiva / semi-intensiva] o l’indice R0, con scansioni temporali settimanali. Ciò premesso in generale, con riferimento in particolare al mondo produttivo (ma senza, per questo, ridimensionare in alcun modo gli enormi problemi presenti in altri settori quali, ad esempio, la scuola dell’infanzia e dell’istruzione) si osserva che con il protrarsi delle chiusure delle attività produttive e di quelle del terziario, come il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti e le professioni, e con la prospettiva che questa situazione si prolunghi nel tempo, il quadro economico è destinato a peggiorare drasticamente e i consumi rischiano un crollo generalizzato. Pertanto, ci attendiamo che il Governo recepisca da subito le istanze delle diverse categorie produttive, in quanto prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali e non fatturare, con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese. A questo punto è fondamentale realizzare un percorso rapido e chiaro, con decisioni condivise basate su una interlocuzione costante tra Pubblica Amministrazione, associazioni di categoria e sindacati che indichi le tappe per arrivare alla piena operatività. È chiaro che la salute è il primo e imprescindibile obiettivo, ma non può essere l’unico. Del resto il bene della vita ‘salute’ è caratterizzato da una molteplicità di profili: innanzitutto, fisico e psicologico ed è evidente che quest’ultimo è gravemente compromesso dalla perdita del lavoro e dai debiti Le Regioni condividono le fondate preoccupazioni delle categorie più volte espresse e quindi, pur essendo pienamente consapevoli che il virus non conosce confini geografici, sottolineano l’importanza di produrre il massimo sforzo per contemperare la doverosa tutela della salute con la salvaguardia del tessuto economico, non solo per limitare allo strettissimo indispensabile la compressione delle più importanti libertà fondamentali dei cittadini ma anche per evitare che la gravissima crisi economica in atto diventi irreversibile, con le catastrofiche conseguenze sociali correlate. Per fare ciò pare assolutamente necessario che l’attuale struttura del DPCM 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all’esigenza di tutela della salute collettiva. Si ritiene che un tanto sia conseguibile col riconoscimento alle singole Regioni della facoltà di calibrare le aperture delle varie attività produttive. È fondamentale, per quanto riguarda le attività produttive, industriali e commerciali, mutare radicalmente la prospettiva, superando la logica della disciplina in base all’enumerazione delle attività consentite in base, ad esempio, ai codici ATECO, per giungere alla possibilità di definire le aperture in base alla capacità effettiva di rispettare e far rispettare le misure di sanità pubblica atte a evitare il diffondersi del virus, da definire in modo chiaro sulla base dell’interlocuzione tra Pubblica Amministrazione, associazioni di categoria e sindacati e comunque non meno restrittive di quelle contenute nel DPCM 26 aprile 2020. In estrema sintesi, dunque, le Regioni propongono, in presenza di una data situazione epidemiologica riscontrabile oggettivamente e certificata dall’Autorità sanitaria delle singole Regioni e sottoposta ad uno scrupoloso controllo del Governo, di garantire la possibilità di poter riaprire la propria attività a tutti coloro che rispettino le misure già previste dal DPCM del 26 aprile 2020 e dai protocolli di sicurezza aziendali.

Con spirito di collaborazione, Regione Abruzzo – Presidente Marco Marsilio Regione Basilicata – Presidente Vito Bardi Regione Calabria – Presidente Jole Santelli Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Presidente Massimiliano Fedriga Regione Liguria – Presidente Giovanni Toti Regione Lombardia – Presidente Attilio Fontana Regione Molise – Presidente Donato Toma Regione Piemonte – Presidente Alberto Cirio Regione Autonoma della Sardegna – Presidente Christian Solinas Regione Siciliana – Presidente Nello Musumeci Regione Umbria – Presidente Donatella Tesei Regione Veneto – Presidente Luca Zaia Provincia Autonoma di Trento – Presidente Maurizio Fugatti