18 July, 2024
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Sono saliti a 922 i casi di positività al Covid-19 riscontrati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. I ricoverati con sintomi sono 123, i pazienti in terapia intensiva 26, gli ospedalizzati complessivamente 149, 670 i pazienti in isolamento domiciliare.

Le persone attualmente positive sono 819, 4 i nuovi attualmente positivi, 56 i dimessi (in attesa di conferma dall’Istituto Superiore di Sanità). I deceduti sono saliti a 47. I tamponi effettuati sono 7.521. 

Sul territorio, dei 922 casi positivi complessivamente accertati, 146 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 74 nel Sud Sardegna (+3 rispetto all’ultimo aggiornamento), 27 a Oristano (+3), 65 a Nuoro, 610 (+9) a Sassari.

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Si riunisce alle 17.30 la conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale. All’ordine del giorno la Programmazione dei lavori. Si parlerà, in particolare, delle iniziative da intraprendere a sostegno del tessuto economico sardo, messo a dura prova dalla crisi provocata dalla pandemia Covid-19.

Vediamo due brevi interventi di Angelo Cocciu e Francesco Agus, capigruppo rispettivamente di Forza Italia e Progressisti.

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«In questi anni grazie a tutti voi attraverso un piccolo ma importantissimo contributo, abbiamo regalato un grandissimo sorriso ai bambini che ogni giorno combattono le difficoltà della vita all’interno delle mura ospedaliere.»

Lo scrivono, in una nota, Giacomo Cherchi, Leonardo Cherchi, Paolo Sanna.

«In un momento d’emergenza come quello che noi tutti stiamo purtroppo vivendo, abbiamo pensato “nel nostro piccolo” anche quest’anno a loro: i bambini. Pensando che meritino ancor di più di poter trascorrere una serena Pasqua nonostante tutto, attivando una raccolta benefica. Gli amici del Microcitemico, vorrebbero riuscire anche in un momento simile a regalare un sorriso ai bambini che ogni giorno combattono la loro “battaglia” nei reparti del Microcitemico di Cagliari e C.T.O. di Iglesias. Basta un piccolo gesto per poter raggiungere un grande risultato: il loro sorriso», concludono Giacomo Cherchi, Leonardo Cherchi, Paolo Sanna.

La raccolta terminerà giovedì 9 aprile 2020 in modo da poter consegnare le uova alle strutture ospedaliere il giorno 10 aprile 2020.

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Al fine di dare completa attuazione alle disposizioni contenute nei decreti del presidente del Consiglio dei ministri e alla normativa regionale, in tema di prevenzione e contenimento delle infezioni Covid-19, in continuità con le ordinanze n. 36 e 37, rispettivamente del 10 e del 12 marzo 2020, il sindaco di Iglesias ha ordinato oggi che i provvedimenti adottati nelle due ordinanze siano prorogati fino alla data del 13 aprile 2020, riservandosi di procedere ad ulteriori proroghe in ottemperanza alle prescrizioni ministeriali, regionali, e considerando l’evolversi della situazione sanitaria.
Vengono prorogate fino al 13 aprile:
– la sospensione dell’apertura al pubblico dei cimiteri di Iglesias e della frazione di Nebida, consentendo unicamente le operazioni di tumulazione/inumazione, senza corteo funebre al seguito, tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle ore 15,00 alle ore 17,30.
Inoltre, all’interno del cimitero, l’accompagnamento del feretro verso il luogo della sepoltura potrà avvenire esclusivamente con la partecipazione dei familiari più stretti del defunto.
– La sospensione dei mercati all’aperto (mercatino del lunedì in via Pacinotti, mercatino dell’hobbistica in Piazza Sella, Mercatino Coldiretti presso il Parco delle Rimembranze) e di tutta l’attività di commercio ambulante in forma itinerante che ha luogo normalmente per le vie cittadine e nelle frazioni.
– La sospensione del commercio effettuato, in città e nelle frazioni, per mezzo di distributori automatici, salva la possibilità, per il relativo gestore, di predisporre un’organizzazione tale da garantire l’accesso al distributore automatico che rispetti la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
– L’istituzione del divieto di sosta, di fronte a tutte le farmacie e parafarmacie, in Città e nelle Frazioni, per uno spazio equivalente a 3 stalli di parcheggio.
– La chiusura al pubblico dell’ecocentro comunale e la sospensione della distribuzione dei kit di buste per la raccolta differenziata fino al 13/04/2020, fatte salve ulteriori proroghe.
Si precisa che, con riferimento alla sospensione dei servizi di assistenza e cura estetica alle persone, esclusa quella socio-sanitaria, offerti in città e frazioni (a titolo di esempio: parrucchieri, barbieri, acconciatori, tatuatori, estetisti, centri estetici e truccatori), non vi è motivo di intervenire con ordinanza sindacale per la proroga, in quanto i divieti di esercizio, per queste ultime attività, sono imposti direttamente dai provvedimenti governativi attualmente vigenti.
Inoltre, al fine della esatta applicazione dell’ordinanza del presidente della Giunta regionale n. 16 del 3/04/2020, si stabilisce che, nelle abitazioni in cui fossero eventualmente presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, si debba interrompere la raccolta differenziata e tutti i rifiuti urbani, indipendentemente dalla loro natura, debbano essere considerati indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme.
Per le altre utenze, prosegue la raccolta differenziata secondo le modalità abituali, procedendo a smaltire, cautelativamente, fazzoletti, rotoli di carta, mascherine e guanti utilizzati, nel secco indifferenziato, racchiudendoli adeguatamente in un doppio sacchetto e osservando scrupolosamente tutte le norme di sicurezza.

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E’ operativo da oggi, nel reparto Malattie infettive alta intensità dell’Ospedale di Sanremo, Renato Loddo, l’infermiere della Dialisi dell’ospedale Sirai di Carbonia che ha aderito all’iniziativa “Infermieri per Covid” , insieme ad altri 92 professionisti che nel fine settimana hanno raggiunto le strutture sanitarie impegnate a fronteggiare l’emergenza in corso. Un secondo contingente, con altri infermieri sardi, partirà il prossimo 10 aprile.

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Un rappresentante dell’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Carbonia Iglesias ha consegnato questa mattina 100 mascherine protettive chirurgiche al direttore dell’Area Socio Sanitaria di Carbonia, Ferdinando Angelantoni, dispositivi destinati al personale dell’Istituto di Igiene Pubblica di via della Costituente, a Carbonia.

Le mascherine, realizzate in 20.000 pezzi con tessuto spundbond-polipropilene dell’Azienda “Nvolutia” arrivato da Valencia (Spagna), materiale sanitario lavabile, dalle sarte di Calasetta e Sant’Antioco, sono state distribuite tra i cittadini del Sulcis Iglesiente che ne hanno maggiormente bisogno e tra infermieri della sanità pubblica e privata, ospedaliera e territoriale.

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Enel Italia ha siglato un accordo con le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali del settore elettrico volto a tutelare i lavoratori dell’azienda impegnati in attività operative che non possono essere effettuate da remoto e che, in ottica di sicurezza legata all’emergenza determinata dal Covid-19, in questo momento sono ridotte o sospese. Si tratta del personale che svolge attività in esterno e a possibile contatto con altre persone.

L’accordo rappresenta una novità, non solo per il settore elettrico, poiché utilizza misure contrattuali straordinarie e innovative per rendere l’attuale organizzazione emergenziale sostenibile, attraverso strumenti come la flessibilità con recupero dell’orario e il coinvolgimento solidaristico attivo su base volontaria di ciascun lavoratore, manager compresi, e dell’Azienda con la donazione delle ferie.

«L’intesa raggiunta con le organizzazioni sindacali – commenta Patrizia Grieco, presidente di Enel rappresenta l’applicazione concreta dei valori della solidarietà e della responsabilità in un momento particolarmente difficile per il Paese, garantendo una soluzione con cui tutti, all’interno dell’Azienda, possono fare la propria parte. In ottica di sostenibilità e di impegno a favore del Paese, il ricorso a strumenti innovativi sottolinea l’attenzione di Enel nei confronti di settori industriali e attività maggiormente impattati dalla crisi.»

Per i periodi di inattività dovuti all’emergenza ai dipendenti interessati verranno riconosciute giornate di permesso retribuito con recupero, che potranno essere compensate alla ripresa delle attività nelle successive prestazioni di ore di lavoro eccedenti il normale orario lavorativo, per le quali verrà comunque riconosciuta la maggiorazione di straordinario. Per ridurre drasticamente il numero di ore da recuperare, Enel ha creato un sistema solidaristico in cui saranno i dipendenti di ogni inquadramento, impiegati, quadri, dirigenti e personale operativo a poter scegliere di donare una o più giornate delle proprie ferie, che saranno poi ripartite tra i dipendenti interessati per contribuire alla compensazione dei permessi retribuiti a recupero. La “Banca delle ferie” avrà da subito a disposizione un numero di giorni donati dall’azienda pari al numero dei dipendenti in forza in Italia e fino a fine maggio potrà raccogliere le ferie donate su base volontaria.

In questo periodo emergenziale, l’Azienda inoltre intensificherà in uno spirito di collaborazione lo svolgimento dell’attività formativa prevedendo almeno 3 giorni di formazione.

L’accordo rientra tra le azioni messe in campo da Enel di fronte all’emergenza dovuta al diffondersi del virus Covid-19. L’azienda ha attuato misure per la tutela della salute dei propri dipendenti garantendo allo stesso tempo la sicurezza e continuità del servizio. Inoltre, per rispondere alle esigenze sanitarie e di assistenza del Paese, attraverso Enel Cuore, la Onlus del Gruppo, l’azienda ha stanziato 23 milioni di euro a sostegno delle attività della Protezione Civile per il contrasto all’emergenza epidemiologica; delle strutture sanitarie per la creazione di nuovi posti letto e acquisto di apparecchiature; e del terzo settore per garantirne la sicurezza e la continuità dell’operato. A queste attività si aggiunge il sostegno alle Amministrazioni locali impegnate ad aiutare da subito coloro che più di altri sono messi in difficoltà dall’emergenza e, successivamente, per la ripresa delle attività.

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In riferimento all’articolo pubblicato ieri Il Centro emergenze Covid-19 a Carbonia e non più a Iglesias. E’ il progetto cui lavora l’ATS all’interno del Sirai , abbiamo ricevuto stamane una nota di precisazione da parte dell’ufficio stampa dell’ATS Sardegna che riportiamo integralmente.

«In merito alla notizia apparsa sul periodico la Provincia del Sulcis Iglesiente, nella quale si fa riferimento a un presunto cambio nell’individuazione della struttura di riferimento per la degenza di eventuali pazienti Covid, si ritiene necessario fare alcune precisazioni:
La notizia ipotizzata è assolutamente priva di fondamento, in base alla DGR 17-10 del 1 aprile, infatti, è Iglesias l’area di riferimento individuata per tale scopo.
Tuttavia, un’efficace organizzazione impone di individuare all’interno di tutte le strutture ospedaliere un’area protetta nella quale collocare pazienti, che pur già presenti in Ospedale, dovessero manifestare sintomatologia compatibile con positività a Covid-19, in attesa dell’esito del tampone. In caso di positività il pz su decisione dell’unità di crisi locale verrebbe trasferito in questa fase al SS Trinità e, nel caso si rendesse necessario, passare alla fase 2 nella struttura Covid di Iglesias.

Si chiede massima collaborazione per la diffusione di una corretta informazione, al fine di evitare fraintendimenti e inutili allarmismi.»

Fin qui la nota di precisazione dell’ufficio stampa dell’ATS Sardegna, nella quale si conferma l’individuazione di Iglesias come area di riferimento per le emergenze Covid-19 e, al tempo stesso, l’individuazione «all’interno di tutte le strutture ospedaliere di un’area protetta nella quale collocare pazienti, che pur già presenti in Ospedale, dovessero manifestare sintomatologia compatibile con positività a Covid-19, in attesa dell’esito del tampone». Sarebbe auspicabile che queste aree protette venissero individuate in locali ben distanti dagli altri reparti, per evitare promiscuità tra gli stessi, perché i pazienti poco sintomatici in fase di incubazione, sono altamente contagiosi, come confermano le esperienze drammatiche che si stanno vivendo nelle strutture sanitarie del Nord Italia, proprio per la presenza di questi casi sospetti.

Nel primo pomeriggio, l’ATS Sardegna ha fornito un’ulteriore precisazione, nella quale rimarca che «la delibera regionale del 1 aprile parla di P.O. di Iglesias, quindi individua quell’area come riferimento per il reparto Covid. L’individuazione della struttura è ancora oggetto di valutazione da parte dell’Unità di crisi regionale e sarà comunicata nei prossimi giorni».

DGR 17-10 1.04.2020

 

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Il Centro emergenze Covid-19 a Carbonia e non più a Iglesias. E’ questo il nuovo scenario che si sta aprendo in queste ore per dare soluzione all’emergenza nel territorio del Sulcis Iglesiente. E’ del 21 marzo scorso la notizia che il comune di Iglesias ha chiesto che l’ospedale Santa Barbara sia adibito a struttura di emergenza per il Coronavirus, per tre motivazioni precise:
1 – Tutela operatori sanitari
2 – Evitare promiscuità tra reparti
3 – Rischio di compromettere le funzioni del CTO di Iglesias e del Sirai di Carbonia, a causa della continua mobilità di operatori tra i due ospedali.

Oggi, a distanza di poco più di due settimane, si apprende che il Centro emergenze Covid-19 si vorrebbe crearlo dentro i reparti di degenza dell’ospedale Sirai di Carbonia. E’ quantomeno imprudente solo pensare una soluzione di questo genere, perché un reparto siffatto dovrebbe avere percorsi separati dagli altri (ascensori, scale vitto, farmacia, bombole d’ossigeno, salme, medici ed infermieri, prodotti di risulta come camici e mascherine inquinati, etc.). E’ quello che è successo prima a Codogno e poi a Sassari e sappiamo che da lì ha iniziato ad infuriare il virus in Italia e nel Nord Sardegna.
Va assolutamente evitato l’“assembramento” con aggregazione di reparti in uno spazio ristretto, come impone il “Decreto Conte”.
I Sindaci, le più alte autorità sanitarie, dovrebbero darne notizia alla Protezione Civile guidata da Angelo Borrelli, perché fermi sul nascere un progetto tanto rischioso.

Mi pare necessario che i sindaci di tutto il territorio pretendano che i Covid ospedalizzati vengano sistemati in un padiglione separato, lontano dai ricoveri ordinari. E ricordo ancora una volta, che all’ospedale Sirai di Carbonia, c’è una megastruttura per infettivi, con tanto di camere a pressione negativa, realizzata negli anni ’90, negli anni di maggior diffusione dell’epidemia di AIDS. Si tratta dell’edificio in cui è ospitato l’attuale Servizio di Diabetologia, situato dietro l’ex Pediatria e, giustamente, situato a distanza di sicurezza da tutti gli altri reparti. La struttura è inoltre dotata di un impianto di sterilizzazione tecnicamente preparato per infettivi.

Mario Marroccu