18 July, 2024
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Dal 14 marzo sono 18.713 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.
Nella giornata di ieri sono stati effettuati 796 controlli: 218 nell’area di Cagliari, 49 Iglesias, 49 Oristano, 186 Sassari, 88 Tempio, 121 Nuoro, 85 Lanusei. Sono state sanzionate 33 persone (12 a Cagliari, 8 a Sassari, 7 a Tempio, 5 ad Oristano, 1 ad Iglesias), per un totale (dal 14 marzo) di 288.
Inoltre, nello scalo di Porto Torres, sono stati controllate 11 persone sbarcate dal traghetto proveniente da Genova, 20 in arrivo da Civitavecchia e 37 passeggeri, con 3 auto e 2 camion, arrivati da Barcellona.

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Sono saliti a 907 i casi di positività al Covid-19 riscontrati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. I ricoverati con sintomi sono 126, i pazienti in terapia intensiva 25, gli ospedalizzati complessivamente 151, 664 i pazienti in isolamento domiciliare.

Le persone attualmente positive sono 815, 26 i nuovi attualmente positivi, 49 i dimessi (in attesa di conferma dall’Istituto Superiore di Sanità). I deceduti sono saliti a 43. I tamponi effettuati sono 7.157. 

Sul territorio, dei 907 casi positivi complessivamente accertati, 146 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+2 rispetto all’ultimo aggiornamento), 71 nel Sud Sardegna (+8), 24 a Oristano (+4), 65 a Nuoro (+3), 601 (+16) a Sassari.

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Il primo caso di positività al Coronavirus (ricoverato con sintomi), in Sardegna, è stato riscontrato il 3 marzo, su 29 tamponi eseguiti. Lo stesso giorno in Italia, i casi erano 2.502, già 79 i decessi, tutti nelle regioni del Nord (55 il Lombardia, 18 in Emilia Romagna, 3 in Veneto, 2 nella Marche – unica regione del Centro Italia allora coinvolta – e 1 in Liguria).

Il secondo caso in Sardegna, dopo un giorno di tregua, è stato riscontrato il 5 marzo (ancora ricoverato con sintomi), su 50 tamponi eseguiti. In Italia il numero totale dei casi era salito a 3.858, con 148 decessi (98 in Lombardia, 30 in Emilia Romagna, 10 in Veneto, 4 nelle Marche, 2 in Piemonte, 3 in Liguria e i in Puglia).

Il 7 marzo i casi di positività in Sardegna sono saliti a 5, 2 dei quali ricoverati con sintomi, 3 in isolamento domiciliare, su 99 tamponi eseguiti. In Italia il numero totale era salito ancora a 5.883, 233 i decessi (154 in Lombardia, 48 in Emilia Romagna, 13 in Veneto, 5 in Piemonte, 6 nelle Marche, 1 nel Lazio, 4 in Liguria e 2 in Puglia).

Una settimana più tardi, il 14 marzo, il numero dei casi, in Sardegna, è cresciuto a 47, 14 ricoverati con sintomi, 33 in isolamento domiciliare, su 530 tamponi eseguiti. In Italia il numero dei casi è cresciuto esponenzialmente a 21.157, su 109.170 tamponi eseguiti, con ben 1.441 decessi, il numero più elevato in larga misura in Lombardia, 966, ma ormai diffusi in tutte le Regioni (ancora escluse solo Sardegna, Calabria, Molise e Basilicata).

I primi due decessi, in Sardegna, si sono verificati il 15 marzo, quando i caso di positività erano saliti a 77, su 613 tamponi eseguiti, 16 ricoverati con sintomi, 59 in isolamento domiciliare. I casi totali in Italia erano 24.747, su 124.899 tamponi eseguiti, 1.809 i decessi.

I primi pazienti ricoverati in terapia intensiva, 4, in Sardegna, sono stati posti il 17 marzo, quando i casi totali erano saliti a 117, su 1.003 tamponi eseguiti, con 36 pazienti ricoverati con sintomi, 75 in isolamento domiciliare e 2 deceduti. In Italia il giorno i casi totali erano 31.506, su 148.657 tamponi eseguiti, con 2.060 in terapia intensiva e 2.503 decessi.

Il 21 marzo i casi totali di positività, in Sardegna, sono diventati 330, su 2.297 tamponi eseguiti, 65 pazienti ricoverati con sintomi, 16 in terapia intensiva, 240 in isolamento domiciliare, 4 deceduti. In Italia i casi totali erano diventati 53.578, su 233.222 tamponi eseguiti, i pazienti in terapia intensiva 2.857, i deceduti 4.825.

Crescita esponenziale ancora nei giorni successivi ed il 28 marzo, in Sardegna, i casi totali sono saliti a 624, su 4.225 tamponi eseguiti, con 95 pazienti ricoverati con sintomi, 22 in terapia intensiva, 452 in isolamento domiciliare e 26 deceduti. In Italia, in una settimana i casi sono cresciuti di quasi il 58%, fino a 92.472, su 429.526 tamponi eseguiti, 10.023 deceduti.

Ieri, infine, 4 aprile 2020, in Sardegna i casi totali di positività sono arrivati a 874, su 6.789 tamponi eseguiti, con 123 pazienti ricoverati con sintomi, 642 in isolamento domiciliare, 24 in terapia intensiva, 41 deceduti. In Italia si è arrivati a 124.632 casi totali, su 657.224 tamponi eseguiti, 20.010 ricoverati com sintomi, 3.994 in terapia intensiva, 55.270 in isolamento domiciliare e 15.361 deceduti (8.656 in Lombardia, 1.977 in Emilia Romagna, 1.128 in Piemonte, 607 in Veneto, 307 in Toscana, 574 nelle Marche, 542 in Liguria, 212 nel Lazio, 186 in Campania, 210 a Trento, 197 in Puglia, 145 in Friuli Venezia Giulia, 111 in Sicilia, 153 in Abruzzo, 146 a Bolzano, 41 in Umbria, 41 in Sardegna, 49 in Calabria, 82 in Valle d’Aosta, 11 in Basilicata, 11 nel Molise).

Sul territorio regionale, dei 874 casi positivi complessivamente accertati, 144 sono stati riscontrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 63 nel Sud Sardegna, 20 a Oristano, 62 a Nuoro, 585 a Sassari.

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E’ stato rinviato il flash mob previsto per oggi a Cagliari, organizzato da infermieri, volontari e Protezione civile, per ringraziare le forze dell’ordine impegnate nell’emergenza Covid-19. La decisione è stata assunta d’intesa con il Questore, valutati i recenti contesti epidemiologici presenti nella città capoluogo. La manifestazione si sarebbe dovuta svolgere sul piazzale antistante la Questura, in via Amat. Era previsto che per trenta secondi le sirene dei mezzi di soccorso venissero accese per rappresentare l’abbraccio ideale di tutta la Sardegna alle nostre Forze dell’Ordine nessuna esclusa. Ne ha dato notizia Graziano Lebiu, presidente dell’OPI Carbonia Iglesias.

 

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Il Settore Tecnico della F.I.G.C., al termine del corso regionale tenutosi a Iglesias, dal 30 settembre 2019 all’11 gennaio 2020, ha abilitato 36 nuovi allenatori di giovani calciatori. Di seguito, l’elenco dei nuovi tecnici abilitati:

Graziano Angioni, Roberto Armas, Claudio Atzori, Daniele Basciu, Paolo Bertoli, Gian Pietro Boi, Antonio Bortolini, Nicola Congiu, Valentino Corrias, Nicola Demontis, Antonio Dessì, Felipe Fais, Massimiliano Falchi, Piero Fele, Roberto Figus, Claudio Fiori, Manuel Floris, Luca Garau, Salvatore Lai, Antonio Mannai, Nicola Marongiu, Riccardo Matere, Gianfranco Matta, Daniele Meloni, Sergio Opisso, Marco Peddis, Giuseppe Pili, Nicola Pilloni, Anna Piras, Andrea Pisu, Federico Rubiu, Daniele Schirru, Simone Sotgiu, Attilio Uccheddu, Alberto Usai, Gabriele Zuddas.

 

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Renato Loddo, l’infermiere del reparto Dialisi dell’ospedale Sirai di Carbonia, parte questa mattina a bordo di un aereo della Guardia di Finanza, destinazione Asl 1 Sistema Sanitario Regione Liguria, ospedale di Sanremo, con il contingente di infermieri individuato dalla Protezione Civile, dove presterà la sua opera professionale in soccorso alle popolazioni e ai sanitari così pesantemente provati dall’emergenza Covid-19. Gli infermieri in partenza, nei prossimi minuti, riceveranno la visita ed il saluto del ministro per gli Affari regionali e le Autonomia, Francesco Boccia.

Sono 93 i professionisti che, tra ieri ed oggi, raggiungeranno le strutture sanitarie impegnate a fronteggiare l’emergenza in corso, nell’ambito dell’iniziativa “Infermieri per Covid”Un secondo contingente, con altri infermieri sardi, partirà il prossimo 10 aprile.

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A tutti i livelli si riconosce che l’aver degradato il sistema sanitario per motivi contabili sia alla base dell’impreparazione alla pandemia Covid-19. Ebbene si persiste. Da indiscrezioni che circolano in ambienti sanitari, che è auspicabile trovino adeguata e circostanziata smentita, pare che si stia per procedere ad un’ulteriore destrutturazione dell’Ospedale Sirai di Carbonia. Sarebbero state date disposizioni per accorpare reparti ed ottenere, nello stesso contesto, camere destinate a Covid positivi. Il risultato di un simile intervento, sarebbe l’inevitabile messa fuori uso di reparti già sacrificati e portati ai minimi termini e la fabbricazione preordinata di un focolaio Covid tra i pazienti ordinari.

Probabilmente, molti non sanno che nel presidio ospedaliero Sirai di Carbonia, esiste già una megastruttura per infettivi, con tanto di camere a pressione negativa, realizzata negli anni ’90, negli anni di maggior diffusione dell’epidemia di AIDS. Si tratta dell’edificio in cui è ospitato l’attuale Servizio di Diabetologia, situato dietro l’ex Pediatria e, giustamente, situato a distanza di sicurezza da tutti gli altri reparti. La struttura è inoltre dotata di un impianto di sterilizzazione tecnicamente preparato per infettivi.

Adesso, chi glielo dice a chi è impegnato a trovare soluzioni per fronteggiare gli effetti provocati dal Covid-19?

Mario Marroccu

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«Questa esperienza antropologica che è la partita contro l’epidemia e le sue derive, ci sta permettendo di mettere in risalto quel bisogno di dare risposte, e non voglia sembrare un paradosso. Dove qualcuno ha una domanda d’aiuto da vedere soddisfatta, un altro che risponde si trova, esce dal guscio, bussa alla porta, si materializza.»

Lo scrive, in una nota, Graziano Lebiu, presidente dell’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Carbonia Iglesias.

«Noi infermieri, oltre il nostro mandato professionale, con questa iniziativa delle mascherine protettive “fatuindomu” stiamo entrando in tante case, tante associazioni, tante farmacie, tanti Municipi, tante realtàaggiunge Graziano Lebiu -. Una pattuglia ferma al cavalcavia, un cittadino in fila al supermarket, un operaio Anas al bordo di una strada, un giornalista in diretta radio, un fruttivendolo dietro un bancone: tutti degni di un gesto di attenzione e di cura, perché il profilo emotivo di questa sfida che ci ha trovato impreparati, ha un impatto rilevante tanto quanto altri accorgimenti, ma questa è un’altra storia.»

«Solo uno stolto può mettere in discussione che una mask in cotone sanitario direttamente dalle mani di sarte chine sulle macchine da cucire – conclude Graziano Lebiu -, sia un gesto utile ed invece considerarlo un rischio per la salute pubblica.»

 

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In piena emergenza Coronavirus, è sempre animato il dibattito in Consiglio regionale e, nonostante l’obiettivo comune sia quello di mettere in campo tutte le iniziative finalizzate a contrastare e prevenire la diffusione del virus e a dare risposte a vasti strati della popolazione pesantemente colpiti dagli effetti di una crisi economica che diventa ogni giorno che passa più dura, dalle prospettive incerte ed assolutamente imprevedibili, non mancano le divergenze tra maggioranza e minoranza.

Vediamo le dichiarazioni fatte ieri da tre capigruppo consiliari, uno di maggioranza, Dario Giagoni della Lega, e due di minoranza, Gianfranco Ganau del Partito Democratico e Desirè Manca del Movimento 5 Stelle.

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«Grazie alle procedure di acquisto della Protezione Civile Regionale e alle donazioni di soggetti pubblici e privati, che ringrazio di cuore a nome di tutti i Sardi, nelle ultime ore abbiamo notevolmente potenziato le dotazioni di materiali e attrezzature che ci consentono di portare al massimo regime l’operatività dei nostri reparti covid, senza diminuire l’intensità delle cure e delle attenzioni rivolte a tutte le altre patologie.»
Così il presidente della Regione Christian Solinas, che ha tenuto questa sera il consueto punto-stampa avvalendosi della presenza dei professori Pietro Cappuccinelli e Francesco Cucca, in rappresentanza del Comitato tecnico-scientifico istituito dalla Regione, e che il presidente ha voluto ancora una volta ringraziare per avere accettato l’oneroso incarico, tra l’altro a titolo gratuito.
Il Presidente ha ricordato che stamane sono arrivati a Cagliari, grazie alla cooperazione della Croce Rossa, di Federfarma, della Protezione Civile e con l’impegno dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, 10.000 kit contenenti tamponi e reagenti per proseguire ed incrementare lo screening sul personale sanitario e sui pazienti. «Uno stock importante – ha sottolineato il presidente Christian Solinas -, ma siamo al lavoro senza sosta anche per reperire ulteriori dotazioni.»
Cresce significativamente anche la dotazione di ventilatori polmonari, che ci consentono, ha sottolineato il Presidente, di potenziare i reparti di terapia intensiva. «Ringrazio – ha detto il Presidente Solinas -, i donatori pubblici e privati che hanno donato i preziosi apparecchi: l’imprenditore Massimo Cellino, che ha donato 6 ventilatori per il Santissima Trinità; ad Oristano sono arrivati 9 ventilatori donati dal Credito Cooperativo; altri 5 sono stati donati da Snam, mentre ci sono stati recapitati i primi 2 ventilatori inviatici dalla Protezione Civile Nazionale e siamo in attesa della fornitura Consip, già opzionata.
«A breve, dunque – ha concluso il presidente della Regione -, con le dotazioni ordinate dalla Protezione Civile Regionale si completerà la dotazione dei nostri reparti di terapia intensiva. Abbiamo inoltre acquisito 213 monitor multiparametrici indispensabili per tenere sotto controllo le condizioni dei pazienti ricoverati.»